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paolo11
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Re: Circolano in rete...

Messaggio da paolo11 »

Ecco come Bersani ha creato il mostro Equitalia
13 gennaio, 2013 | Permalink | Archiviato in: Cultura e Informazione, Primo Piano
Pierluigi Bersani e Vincenzo Visco. Sono loro ad aver creato l’Equitalia che oggi stritola aziende, imprenditori, pensionati, lavoratori dipendenti, insomma chiunque finisca nel perverso ingranaggio della società incaricata della riscossione dei tributi per conto dello Stato. In questi ultimi anni si sono più volte levate voci di protesta, peraltro inascoltate: “usura di Stato”, “strozzinaggio legalizzato” le accuse più tenere mosse da chi ha avuto la sventura di finire nel mirino delle “cartelle assassine”.
Equitalia, come si sa, è una società pubblica, posseduta per il 51% dall’Agenzia delle Entrate e per il 49% dall’Inps. Prima del 2007 si chiamava Riscossione s.p.a., nata dalla riforma della riscossione prevista nel decreto legge n. 203 del 30 settembre 2005, convertita nella legge 248 del 2 dicembre 2005. Un provvedimento del governo di centro-destra allora in carica, da lì la leggenda metropolitana secondo cui Equitalia sarebbe stata un’invenzione di Berlusconi. In realtà non è stato inventato un bel nulla: il servizio di riscossione ovviamente già esisteva, era però affidato in concessione a privati, prevalentemente banche. Con l’articolo 3 del dl 203/2005 e la nascita di Riscossione s.p.a., è tornato semplicemente in capo al pubblico.
Ad “armare” Equitalia è stato il successivo governo Prodi, che con il decreto Bersani-Visco ha di fatto autorizzato la società di riscossione a utilizzare dati sensibili quali quelli dei conti correnti bancari. Nello stesso decreto è stata inoltre obbligata la tracciabilità dei compensi. Una sorta di “Stato di polizia tributaria” che ha causato l’escalation di cartelle impazzite.
Il decreto cui facciamo riferimento è il dl n. 223 del 4 luglio 2006, “Disposizioni urgenti per il rilancio economico e sociale, per il contenimento e la razionalizzazione della spesa pubblica, nonché interventi in materia di entrate e di contrasto all’evasione fiscale”, ribattezzato Bersani-Visco (dai nomi rispettivamente del ministro e viceministro allo sviluppo economico allora in carica), convertito nella legge numero 248 del 4 agosto 2006 pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale l’11 agosto 2006.
Vediamo nel dettaglio gli articoli che ci interessano:
25. I dipendenti della Riscossione s.p.a. o delle società dalla stessa partecipate ai sensi dell’articolo 3, comma 7, del decreto-legge 30 settembre 2005, n. 203, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 dicembre 2005, n. 248, di seguito denominate «agenti della riscossione», ai soli fini della riscossione mediante ruolo e previa autorizzazione rilasciata dai direttori generali degli agenti della riscossione, possono utilizzare i dati di cui l’Agenzia delle entrate dispone ai sensi dell’articolo 7, comma 6, del d.P.R. 29 settembre 1973, n. 605.”
26. Ai medesimi fini previsti dal comma 25, gli agenti della riscossione possono altresì accedere a tutti i restanti dati rilevanti, presentando apposita richiesta, anche in via telematica, ai soggetti pubblici o privati che li detengono, con facoltà di prendere visione e di estrarre copia degli atti riguardanti i predetti dati, nonché di ottenere, in carta libera, le relative certificazioni.
26-bis. Ai fini dell’attuazione dei commi 25 e 26 l’Agenzia delle entrate individua in modo selettivo i dipendenti degli agenti della riscossione che possono utilizzare ed accedere ai dati.
Piena autorizzazione ad accedere ai dati sensibili pur di riscuotere i tributi. Non altrettanta tutela è stata garantita però ai cittadini finiti nel mirino di Equitalia, che spesso non hanno le conoscenze legislative necessarie per potersi difendere dai soprusi dell’ente di riscossione. Né si accorgono quando Equitalia commette errori talvolta “contra legem”. A questo proposito è da segnalare la nascita dello sportello “Sos debiti: difenditi da Equitalia” su iniziativa dell’associazione ”Codici-centro per i diritti del cittadino”.
I risultati sono pubblicati in un esaustivo ed eloquente dossier che riporta dati su cui vale la pena soffermarsi: tra gennaio ed aprile 2012, ad esempio, le richieste di aiuto presso lo sportello sono aumentate del 53% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. E gli errori di Equitalia sarebbero di ogni tipo. Ad esempio, come riportato sul dossier elaborato da Codici:
1) In tutte le cartelle Equitalia viene riportata solo la cifra globale degli interessi dovuti, senza indicare come si è arrivati a tale calcolo, non specificando le singole aliquote prese a base delle varie annualità rendendo il computo degli interessi criptico e non comprensibile. Per tale ragionamento la cartella esattoriale, deve contenere a pena di nullità il calcolo degli interessi per consentire una corretta verifica del contribuente delle somme richieste. (Corte di cassazione, sez. Tributaria, 21 marzo 2012, n. 4512)
2) In merito agli interessi di mora, Equitalia ha in tutti questi anni applicato gli stessi anziché solo sulla sorta capitale, anche su interessi, sanzioni e spese, provocando inevitabilmente il fenomeno anatocistico vietato dalla legge.
Altri rilievi rilevati sull’operato di Equitalia in base alle richieste di aiuto pervenute allo sportello:
-Nullità per difetto di motivazione del ruolo e della cartella di pagamento: numerose pronunce di legittimità hanno evidenziato che la cartella deve essere motivata in modo esaustivo e comprensibile da un non tecnico.
-Decadenza dal potere di riscossione per decorrenza dei termini all’uopo previsti- art. 25 D.P.R. n° 602/73.
-Eventi successivi che hanno determinato l’estinzione del credito: la ferraginosità dell’apparato burocratico-amministrativo messo in piedi da Equitalia fa sì che non di rado la riscossione parta senza che si sia preso atto dell’estinzione del diritto.
-Mancato invio dell’avviso bonario in relazione alle cartelle emesse a seguito di liquidazione per controlli formali e sostanziali delle dichiarazioni – artt. 36 bis e ter D.P.R. n° 602/73 e 54 bis D.P.R. n° 633/72.

-Non corretta identificazione del debitore.
-Omessa notifica dell’atto prodromico alla cartella:
-Illegittimità della riscossione in caso di annullamento dell’atto impositivo già avvenuto in via giudiziaria (vedi punto “3”).
-Errori di calcolo: irregolarità della cartella: entità delle somme aggiuntive portate in cartella senza alcuna indicazione della normativa di riferimento applicata.
-Irregolarità nella notifica della cartella stessa: notifica della cartella di pagamento in assenza della preventiva notifica del verbale di accertamento produce nullità. Così come è nulla l’intimazione di pagamento o l’avviso di mora per mancata notifica della cartella di pagamento. Su questo punto la giurisprudenza è in costante evoluzione ma quasi sempre dopo un’apertura nei confronti del contribuente segue un aggiustamento più restrittivo.
-Mancata indicazione del responsabile del procedimento di emissione del ruolo e di notifica della cartella – solo per quelle emesse a seguito del 1 giugno 2008.
-Sanzione pagata.
-Cartella di pagamento riferita ad un verbale il cui credito risulta prescritto.
Mentre Bersani e Visco, ministro e vice-ministro del governo Prodi, armavano Equitalia contro contribuenti e classe produttiva, gli italiani si sono trovati del tutto impreparati a fronteggiare le angherie del nuovo sistema di riscossione.
Ora Pier Luigi Bersani sarà candidato premier alle prossime elezioni. Gli elettori si ricordino di Equitalia, prima di votarlo.
Riportiamo qui il dossier pubblicato da Codici, che contiene consigli utili per difendersi da Equitalia e da eventuali illegalità commesse dall’ente di riscossione.
dossier equitalia
http://www.qelsi.it/2013/ecco-come-bers ... equitalia/.
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Equitalia, a Roma un referendum per liberarsene. Ma a luglio la riscossione tributi cambia per tutti
Volete che le tasse ve le chieda Equitalia o il Comune? Alemanno lancia un referendum online ma i servizi della società di riscossione cesseranno per tutti il 30 giugno
Pubblicato il 29/04/13 in Tasse| TAGS: equitalia, referendum, roma, alemanno, riscossione tributi
Equitalia, a Roma un referendum per liberarsene. Ma a luglio la riscossione tributi cambia per tutti
Volete che le tasse ve le chieda Equitalia o il Comune? Alemanno lancia un referendum online ma i servizi della società di riscossione cesseranno per tutti il 30 giugno
Pubblicato il 29/04/13 in Tasse| TAGS: equitalia, referendum, roma, alemanno, riscossione tributi
Ormai è come sparare sulla Croce Rossa. Per i contribuenti piegati dalla crisi e dalla pressione fiscale alle stelle, Equitalia è diventato uno dei principali capri espiatori. Appare scontato, quindi, il risultato del referendum online indetto da Gianni Alemanno, sindaco di Roma, per chiedere se affidare la riscossione dei tributi locali a un concessionario privato - come Equitalia, appunto - o direttamente al Comune.
Solo nelle pime ore dall'avvio della consultazione via web - aperta il 24 aprile e che si chiuderà il 1° maggio - sono arrivati 12mila voti. Il Campidoglio vuole proporre una delibera che attribuisce direttamente al Comune la riscossione coattiva dei propri tributi, sanzioni amministrative ecc., escludendo definitivamente Equitalia o altre società private. E chiede il parere preventivo dei cittadini.
Equitalia addio in 6mila comuni
In realtà non si tratta di un gesto "rivoluzionario" del sindaco di Roma. Dal 1° luglio infatti il servizio di riscossione di Equitalia cesserà per tutti i comuni d'Italia che ne usufruiscono (circa 6mila). Lo prevede il decreto sugli enti locali (Dl 174/2012) che ha già prorogato di 6 mesi la precedente scadenza del 1° gennaio 2013 fissata dal decreto sviluppo del 2011 (art. 7). La norma stabilisce che:
"la società Equitalia Spa (...) e la società Riscossione Sicilia Spa cessano di effettuare le attività di accertamento, liquidazione e riscossione, spontanea e coattiva, delle entrate, tributarie o patrimoniali, dei comuni e delle società da essi partecipate".
Sono in molti ad aspettare con ansia questo momento con la speranza di mettere fine a una gestione che si è attirata molte critiche: procedure lente che producono sensibili aumenti degli interessi sulle imposte dovute, una certa disinvolture nel ricorrere a strumenti di riscossione coatta (le cosiddette "ganasce fiscali") anche per debiti di importo modesto e soprattutto il fenomeno delle cosiddette "cartelle pazze", cioè con dati e importi richiesti sbagliati, spesso anche di molto, sulle quali sono già stati messi a punto dei rimedi.
Ma i comuni sono pronti?
Dovrebbe essere imminente quindi il ritorno dei comuni alla piena autonomia fiscale. Il condizionale tuttavia è ancora d'obbligo perché il "riordino della disciplina delle attività di gestione e riscossione delle entrate degli enti territoriali" richiesto dalla legge per sostituire Equitalia non è ancora un processo compiuto (e in alcuni casi nemmeno avviato) e molti comuni avranno serie difficoltà ad assumere in proprio la riscossione dei tributi.
Tra due mesi queste amministrazioni saranno poste davanti all’alternativa di ricorrere a un altro soggetto esterno che non sia Equitalia (ma quale?) o riportare all'interno il servizio dovendo però stare attente ai rigorosi limiti di spesa imposti dal patto di stabilità. Una difficle quadratura del cerchio. (A.D.M.)
http://economia.virgilio.it/tasse/equit ... tutti.html
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Ho voluto vedere chi ha costruito Equitalia.Bisogna dire che il centrosinistra ha fatto una bella cosa.
Ciao
Paolo11
mariok

Re: Circolano in rete...

Messaggio da mariok »

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Amadeus

Re: Circolano in rete...

Messaggio da Amadeus »

effettivamente in USA la POLICE lo avrebbe sterminato come il ddt uno scarafaggio.

ma Vespa si sa, si esprime come un imenottero.
paolo11
Messaggi: 3688
Iscritto il: 22/02/2012, 14:30

Re: Circolano in rete...

Messaggio da paolo11 »

Lo avevo scritto nel forum prima di loro.Arrivano sempre tarti,i cittadini arrivano prima .
Ciao
Paolo11
Amadeus

Re: Circolano in rete...

Messaggio da Amadeus »

:mrgreen: :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:

http://www.ansa.it/web/notizie/photosto ... 57308.html


A Roma le nozze tra Valeria Marini e l'imprenditore Giovanni Cottone nella Basilica romana dell'Ara Coeli.

I testimoni della coppia: Maria Grazia Cucinotta, Ivana Trump, Anna Tatangelo, Alfonso Signorini per la sposa; Fausto Bertinotti, Gigi D'Alessio,Nicola Gurrado e Bartolomeo Giordano per lo sposo.

Tre le griffe in ballo per l'evento: l'abito della sposa è stato realizzato da Ermanno Scervino, arricchito da gioielli Damiani (compreso un prezioso diadema); vestiti realizzati da Carlo Pignatelli per lo sposo, i testimoni e 16 paggetti, figli degli invitati.

L'organizzazione dell'evento è affidata al noto wedding planner Enzo Miccio a Villa Piccolomini per 700 invitati.
camillobenso
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Iscritto il: 06/04/2012, 20:00

Re: Circolano in rete...

Messaggio da camillobenso »

Amadeus ha scritto::mrgreen: :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:

http://www.ansa.it/web/notizie/photosto ... 57308.html


A Roma le nozze tra Valeria Marini e l'imprenditore Giovanni Cottone nella Basilica romana dell'Ara Coeli.

I testimoni della coppia: Maria Grazia Cucinotta, Ivana Trump, Anna Tatangelo, Alfonso Signorini per la sposa; Fausto Bertinotti, Gigi D'Alessio,Nicola Gurrado e Bartolomeo Giordano per lo sposo.

Tre le griffe in ballo per l'evento: l'abito della sposa è stato realizzato da Ermanno Scervino, arricchito da gioielli Damiani (compreso un prezioso diadema); vestiti realizzati da Carlo Pignatelli per lo sposo, i testimoni e 16 paggetti, figli degli invitati.

L'organizzazione dell'evento è affidata al noto wedding planner Enzo Miccio a Villa Piccolomini per 700 invitati.

Manca un dato.

Il conto è stato saldato con un "pagherò" dopo il rimborso dell'Imu.


Meno male che Silvio c'é...............................
Amadeus

Re: Circolano in rete...

Messaggio da Amadeus »

m'immagino Fausto Bertinotti che , allo stesso tavolo con Gigi D'alessio e Ivana Trump, discute del modernismo :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:
pancho
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Iscritto il: 21/02/2012, 19:25

Re: Circolano in rete...

Messaggio da pancho »

camillobenso ha scritto:
Amadeus ha scritto::mrgreen: :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:

http://www.ansa.it/web/notizie/photosto ... 57308.html


A Roma le nozze tra Valeria Marini e l'imprenditore Giovanni Cottone nella Basilica romana dell'Ara Coeli.

I testimoni della coppia: Maria Grazia Cucinotta, Ivana Trump, Anna Tatangelo, Alfonso Signorini per la sposa; Fausto Bertinotti, Gigi D'Alessio,Nicola Gurrado e Bartolomeo Giordano per lo sposo.

Tre le griffe in ballo per l'evento: l'abito della sposa è stato realizzato da Ermanno Scervino, arricchito da gioielli Damiani (compreso un prezioso diadema); vestiti realizzati da Carlo Pignatelli per lo sposo, i testimoni e 16 paggetti, figli degli invitati.

L'organizzazione dell'evento è affidata al noto wedding planner Enzo Miccio a Villa Piccolomini per 700 invitati.
Manca un dato.

Il conto è stato saldato con un "pagherò" dopo il rimborso dell'Imu.

Meno male che Silvio c'é...............................
Certo, di primo acchito fa un certo effetto ma poi se ci pensiamo bene ognuno di noi puo' fare il ..azzo che vuole, entro i limiti della correttezza etica e morale..

Per qual motivo e' stato invitato?
Sarebbe d'obbligo chiedersi questo, dopodiche possiamo dire tutto quel che vogliamo.

Che piuttosto avrebbe dovuto essere fra i casseintegrati e chi piu' ne ha piu' ne metta?

Dovrebbe giustificarsi di questo?

Bertinotti gia' da tempo mi e' un po' indigesto ma non per questo non posso chiedermi se veramente guardiamo la luna o invece guardiamo il dito.
Ma ci voleva proprio una diretta RAI per questo "evento"? Qui sta il vero scandalo..

I giornali avendo un loro editore privato attento solo e soltanto agli utili, lo possono fare. L'etica e la morale per questi, vengono dopo. Ma la RAI ha questo obiettivi o dovrebbe averne altri?

Bertinotti penso che,se lo riterra' opportuno, dira' in seguito la sua, ma la RAI????

Lo sappiamo tutti che a certi livelli anche istituzionali avvengono queste cose. Importante e' che non si partecipi ad "adunate" in odore di mafia o quant'altro che possa intaccare l'etica e la morale.

Sia Moro che Berlinguer e non solo loro venivano invitati spesso a cerimonie nuziali o ad altri inviti che poi si son verificati,dopo pero', per cosi' dire, "poco seri".

Gossip? era questo l'obiettivo o era altro?

Bertinotti lo vogliamo solamente in mezzo agli operai e basta!
Bertinotti lo vogliamo vedere distribuire davanti alla Fiat parte del suo grosso stipendio visto che e' un comunista!
Bertinotti deve comportarsi come vogliamo noi visto che ci ha sempre detto che e' dalla parte nostra!

Bertinotti......ma che caXXo deve fare Bertinotti o qualunque altro comunista, progressista, democratico e di sinistra della sua vita privata anche dopo che non ha piu' cariche istituzionali? :lol: :lol: :shock: :shock: :o :o

Certamente deve continuare ad avere una vita eticamante e moralmente all'altezza dell'istituzione che ha ricoperto poiche queste non vanno mai in pensione ma dopo, che altro deve avere per non apparire sui giornali e sulle TV come volgiono i giornali e le TV ?

Poi ognuno la pensi come vuole. Io ho detto la mia

Mah....tiremm innanz vah...


un salutone da Juan
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
Amadeus

Re: Circolano in rete...

Messaggio da Amadeus »

nel frattempo ....in provenza.... il premio oscar keira

Ha scelto un casale nel Sud della Francia, ha indossato un abito già visto ed è arrivata a bordo di una Renault Clio. Nozze low cost per Keira Knightley e il cantante rock James Righton. L'attrice 28enne ha voluto condividere il giorno più bello con una manciata di amici e per l'occasione ha scelto un abito semplicissimo di tulle bianco, corto al ginocchio, molto simile a quello indossato alla vigilia dei premi Bafta nel 2008 .

Signorini si sta mangiando le mani :mrgreen:
nessuno di France 24 o BBc ? mi sa di no. :| :geek:
Amadeus

Re: Circolano in rete...

Messaggio da Amadeus »

Ieri, con le esequie del “Divo Giulio”, si è chiuso per sempre un certo modo sobrio e discreto di intendere la politica
FEDERICO GEREMICCA
ROMA
L’urlo del passante - solo un mezzo urlo, in verità - sale dal fondo della piazza, mentre la folla esce piano dalla basilica di San Giovanni dei Fiorentini: «Ahò, ce manca solo quello der bacio, Totò.Quegli artri, invece, ce stanno tutti».
:mrgreen: :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:

Sono le sei della sera, il sole trafigge a fatica nuvole scure e spesse, e lo «spiritaccio romano» - che è stato il suo spirito per una vita - stavolta colpisce lui: ma non falsifica la realtà. È vero, intorno al feretro di Giulio Andreotti - Belzebù, il Divo Giulio o «la volpe che finirà in pellicceria», come profetizzò Bettino Craxi - «ce stanno tutti»: e prima di tutti, inevitabilmente, i «nemici» di una vita, i democristiani, ovunque siano finiti, comunque stiano in salute e qualunque cosa pensassero di lui.

Si scriverà - ed è giusto scriverlo - che nella bella basilica a due passi dal Tevere, ieri si sono finalmente celebrati i funerali della Prima Repubblica, perché nessuno come lui - come Andreotti - l’ha percorsa dall’inizio (1947: sottosegretario di De Gasperi a Palazzo Chigi) fino alla fine (1992: presidente del Consiglio). Si dibatterà - ed avrà un senso farlo - intorno al fatto che, assieme a lui, è un pezzo d’Italia quello che se ne va. Ma la morte di Giulio Andreotti, compagno di strada degli italiani negli Anni 40, ’50, ’60, ’70, ’80 e addirittura ’90, è qualcosa di più ma anche di meno, contemporaneamente: è come la fine del 45 giri e dei dischi in vinile, come la morte della vecchia e cara lampadina, come la fine di Carosello, cancellato dalla Rai 36 anni fa e, guarda il caso, tornato in onda l’altra sera, il 6 maggio, proprio nel giorno della morte del Divo Giulio. È qualcosa di abituale, che se ne va. Qualcosa che, all’improvviso, in qualche momento, inspiegabilmente mancherà.

È un’epoca, non solo un modello di Repubblica, quella che si chiude. È un’idea del mondo e della politica. È uno stile di gestione del potere, del quale - ed è tutto dire - a volte si sente perfino la mancanza: la discrezione, la sobrietà, la non ostentazione. Sui gradoni della Basilica di San Giovanni dei Fiorentini, a pochi passi dalla casa di Andreotti, in corso Vittorio Emanuele, Stefano Andreani - storico portavoce del sette volte presidente del Consiglio - racconta: «Viveva in quell’appartamento dal 1960. Lo comprò con un mutuo trentennale. L’ultima rata gliel’ho pagata io nel 1990...». Non erano tempi in cui gli amici compravano a tua insaputa un appartamento di fronte al Colosseo. Magari succedeva di peggio, nel 1960: ma con discrezione, senza ostentazione, con sobrietà...

Arriva Gianni De Michelis. Tra la ressa si fanno largo, Gianni Letta, Gasparri e Mario Monti. Ma arrivano soprattutto loro, i democristiani, divisi in mille partiti, va bene, un po’ al centro, un po’ a destra e un po’ a sinistra: ma accorsi tutti qui per seppellire un altro pezzo di sé. C’è l’amico-nemico di una vita, Ciriaco De Mita; c’è il sodale del più micidiale patto di potere che la Repubblica (la Prima ma anche la Seconda) ricordi: cioè Forlani, l’ultima iniziale vivente di quel Caf (con Craxi e Andreotti) che dall’89 al 1992 si spartì le scarne spoglie di quel che restava di un sistema al capolinea; c’è Emilio Colombo, l’unico sopravvissuto tra i costituenti; ci sono Casini ed Enzo Scotti, Mastella e Zamberletti, Fioroni e Riccardi, Sanza, D’Antoni e si potrebbe continuare. Ma ci sono prima di tutto loro, gli andreottiani: la corrente più «cattiva», imperscrutabile e meglio organizzata della fu Dc.

Ci sono quelli che ci sono ancora, naturalmente, e mancano - dunque - «pezzi da 90» come Vittorio Sbardella, Salvo Lima e Franco Evangelisti. Ma tutti gli altri, i «responsabili di settore» per conto del Divo Giulio, sono qui: Paolo Pomicino, longa manus in economia; Roberto Formigoni, delegato ai rapporti con Cl; Francesco D’Onofrio, addetto alle riforme... Sono commossi, ma come si sarebbe commosso il loro capo: gli occhi degli andreottiani restano asciutti, come quelli degli altri democristiani...

Tra le corone di fiori spicca quella del «condominio 326», gli amici di palazzo del senatore; è messa lì, segno di normalità, tra quelle del Capo dello Stato e dell’ambasciata del Nicaragua. Si vede qualche volto tv, ex manager delle partecipazioni statali, molte suore e tanti preti. Ma si vede, soprattutto, la Roma di Andreotti, tassisti, pubblico impiego, insegnanti e commercianti ai quali - se anche appena tornato dagli Usa o dall’Urss - Belzebù dedicava tutti i sabato mattina, ricevendoli nell’ufficio di San Lorenzo in Lucina. È l’Italia Anni 60, facce di un boom economico che sognano di notte, cappotti logori e tanti «grazie Giulio, politici come te non ne verranno più».

Alle sei della sera è tutto finito, e il lavoro degli storici può iniziare. Non sarà facile districarsi tra papi e mafiosi, banchieri e ambasciatori, cancellerie, logge segrete e trasferte siciliane. Che raccontare di quell’uomo capace di governare con la destra, prima, e con il Pci, poi? E che statista può esser stato un primo ministro «amico degli arabi» e per cinquant’anni «garante degli americani»? Lo dirà la storia, forse. Per intanto, incurante dell’effetto retrò, qualcuno srotola sui gradoni della basilica una vecchia bandiera col simbolo Dc.

Già, la Dc. Sconfitta dalla storia, forse, e morta anch’essa, come il Psi, dentro la bufera di Tangentopoli. Un massacro, dal ’92 in poi. Tangenti, fondi neri, finanziamenti occulti... Da Forlani a Scotti, da Gava a Pomicino, uno dopo l’altro caddero tutti accompagnati dal grido «ladri-ladri». Giulio Andreotti invece no: lui intanto faceva i conti con la grande mafia e perfino con un assassinio. Un democristiano davvero diverso, in fondo: se più nel bene o più nel male lo dirà la storia. Quando forse non interesserà più...
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