la domanda era per lo Zio ... che aveva appena postato qualcosa di triskel .pancho ha scritto:Non merita risposta tutto ciò che è tendenzioso, retorico e provocante(..sui "miti" di cui conosciamo pochissimo).Amadeus ha scritto:
conosco benissimo il sito
era una domanda retorica, tendenziosa e provocatoria
sui "miti" di cui conosciamo pochissimo.
Dinanzi ad una risposta di questo genere, ho un solo modo:Rifiutarmi di rispondere
In altri termini di non essere in grado di valutare la portata e l’implicita legittimità sostanziale delle tue motivazioni che sono alla base della scelta su cui si chiede o si dovrebbe dare una risposta.
Quindi mi fermo qui e spero che nel prossimo futuri le risposte abbiano un aspetto diverso e quindi siano un invito al dialogo/confronto costruttivo anche partendo da posizioni diverse.
un salutone da Juan
Quale governo ?
Re: Quale governo ?
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Re: Quale governo ?
Questa non l'ho proprio capita ma fosse come sembra di primo acchito non sarebbe altro che un ' "Ironia da "tre brassi 1 franco" dicono dalle mie parti venete.
Un salutone da Juan
Un salutone da Juan
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
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Re: Quale governo ?
Amadeus ha scritto:Tu sai chi è Triskel182?
Se ti riferisci alla proprietà del sito la risposta é NO
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Re: Quale governo ?
Per chi all'interno del PD non intende votare il governo
«Non mi avete convinto» ovvero il dissenso
«Certo: per condurre un dialogo ideale, un’azione di tale impegno, è necessario un partito che sia continuamente, e diffusamente, capace di collegarsi a tutte le spinte potenziali positive che maturano nella società e di organizzare un movimento in cui siano uniti immediatezza e prospettiva. Ecco, mi sembra, il senso profondo del partito nuovo… : partito appunto di avanguardia e di massa, che è coscienza critica della classe ed al tempo stesso avanguardia reale delle masse, del popolo, della nazione. Partito che non sovrappone dall’esterno e dall’alto una coscienza politica a un movimento di massa elementare, ma fa maturare tale coscienza politica nel movimento e dal movimento. Per queste ragioni e caratteri — mi sembra — l’esigenza della discussione, della ricerca, della democrazia interna sono stati sempre così vivi nel nostro partito: e non in antitesi all’azione di massa, ma come strumento di azione di massa; e non in antitesi all’unità, ma come strumento di una unità, che non si esprima solo in un voto o in un’adesione generica, ma diventi quotidianamente operante. E perciò comprendo bene l’invito ed il monito di Longo a tutti quanti noi, a non ridurre il partito ad un club di discussione, ad unire sempre la libertà di dibattito all’impegno convinto nell’azione. E ad esso mi sento di aderire senza riserve».
(Dal famoso discorso di Pietro Ingrao sul diritto al dissenso, al congresso del 1966)
«Non mi avete convinto» ovvero il dissenso
«Certo: per condurre un dialogo ideale, un’azione di tale impegno, è necessario un partito che sia continuamente, e diffusamente, capace di collegarsi a tutte le spinte potenziali positive che maturano nella società e di organizzare un movimento in cui siano uniti immediatezza e prospettiva. Ecco, mi sembra, il senso profondo del partito nuovo… : partito appunto di avanguardia e di massa, che è coscienza critica della classe ed al tempo stesso avanguardia reale delle masse, del popolo, della nazione. Partito che non sovrappone dall’esterno e dall’alto una coscienza politica a un movimento di massa elementare, ma fa maturare tale coscienza politica nel movimento e dal movimento. Per queste ragioni e caratteri — mi sembra — l’esigenza della discussione, della ricerca, della democrazia interna sono stati sempre così vivi nel nostro partito: e non in antitesi all’azione di massa, ma come strumento di azione di massa; e non in antitesi all’unità, ma come strumento di una unità, che non si esprima solo in un voto o in un’adesione generica, ma diventi quotidianamente operante. E perciò comprendo bene l’invito ed il monito di Longo a tutti quanti noi, a non ridurre il partito ad un club di discussione, ad unire sempre la libertà di dibattito all’impegno convinto nell’azione. E ad esso mi sento di aderire senza riserve».
(Dal famoso discorso di Pietro Ingrao sul diritto al dissenso, al congresso del 1966)
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Re: Quale governo ?
Pd, il Piemonte non entra nel governo Letta. Si dimette il segretario regionale Morgando
Gianfranco Morgando (Ansa)
La scelta della squadra di governo da parte di Enrico Letta, dai ministri ai sottosegretari, suscita i primi mal di pancia. Il segretario regionale del Pd piemontese Gianfranco Morgando ha comunicato le sue dimissioni. Motivo: l'esclusione di una rappresentanza del Piemonte nella squadra del neo-governo. «Sono senza parole - scrive Morgando -. Viene penalizzata in modo indegno l'unica grande regione del nord in cui il Pd ha conquistato il premio di maggioranza al Senato, e che ha contribuito con 34 eletti alla composizione della nostra rappresentanza parlamentare».
Il presidente della Provincia di Torino Antonio Saitta commenta la notizia delle dimissioni del segretario regionale: «Me le aspettavo, Morgando - afferma - non poteva fare altro che rassegnare le dimissioni, dopo l'umiliazione che il Pd nazionale ha inflitto al Piemonte: non un ministro, non un sottosegretario, nessuna rappresentanza».
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/ ... d=AbSi2ksH
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La situazione e' piu' grave del previsto!!
Non ci si dimette perche non si approvano determinate scelte ma perche non vengono date poltrone ad una regione.
Robe da pazzi!!
un salutone da Juan
Gianfranco Morgando (Ansa)
La scelta della squadra di governo da parte di Enrico Letta, dai ministri ai sottosegretari, suscita i primi mal di pancia. Il segretario regionale del Pd piemontese Gianfranco Morgando ha comunicato le sue dimissioni. Motivo: l'esclusione di una rappresentanza del Piemonte nella squadra del neo-governo. «Sono senza parole - scrive Morgando -. Viene penalizzata in modo indegno l'unica grande regione del nord in cui il Pd ha conquistato il premio di maggioranza al Senato, e che ha contribuito con 34 eletti alla composizione della nostra rappresentanza parlamentare».
Il presidente della Provincia di Torino Antonio Saitta commenta la notizia delle dimissioni del segretario regionale: «Me le aspettavo, Morgando - afferma - non poteva fare altro che rassegnare le dimissioni, dopo l'umiliazione che il Pd nazionale ha inflitto al Piemonte: non un ministro, non un sottosegretario, nessuna rappresentanza».
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/ ... d=AbSi2ksH
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La situazione e' piu' grave del previsto!!
Non ci si dimette perche non si approvano determinate scelte ma perche non vengono date poltrone ad una regione.
Robe da pazzi!!
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Re: Quale governo ?
Napolitano è garante. Governo, solo se è di cambiamento.
Questa deve essere la posizione di Letta.
Cambiamento significa : capovolgere quanto fatto negli ultimi 10 anni, dare di più a chi a di meno,
quindi detassare il lavoro, le imprese che assumono, reddito di cittadinanza, patrimoniale
leggi contro la corruzione, il falso in bilancio, più scuola pubblica, meno precarietà ecc. ecc.
Dal prossimo congresso a Letta si devono dare queste direttive, non vanno bene al PDL ? Letta si dimette e Napolitano prenda atto che il PDL non vuole il cambiamento e si dimetta , il PD si chiarisca definitivamente e indichi in Rodotà il successore, dopo arriverà il governo del cambiamento.
Questa deve essere la posizione di Letta.
Cambiamento significa : capovolgere quanto fatto negli ultimi 10 anni, dare di più a chi a di meno,
quindi detassare il lavoro, le imprese che assumono, reddito di cittadinanza, patrimoniale
leggi contro la corruzione, il falso in bilancio, più scuola pubblica, meno precarietà ecc. ecc.
Dal prossimo congresso a Letta si devono dare queste direttive, non vanno bene al PDL ? Letta si dimette e Napolitano prenda atto che il PDL non vuole il cambiamento e si dimetta , il PD si chiarisca definitivamente e indichi in Rodotà il successore, dopo arriverà il governo del cambiamento.
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Re: Quale governo ?
La biancofiore dice che c'è un pregiudizio contro di lei. Ma le frasi che disse tempo fa se le è scordate?
Tra l'altro, una volta infastidì perfino gente ad atreju quando fu ospite il caimano. Al millesimo "grazie per averci salvato dai comunisti" (???????) qualcuno dal pubblico gridò "e basta!"
Pensate un po'
Tra l'altro, una volta infastidì perfino gente ad atreju quando fu ospite il caimano. Al millesimo "grazie per averci salvato dai comunisti" (???????) qualcuno dal pubblico gridò "e basta!"
Pensate un po'
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
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Re: Quale governo ?
The Unpresentables , parte seconda.
ROMA - Il presidente del consiglio, Enrico Letta, comunica che al sottosegretario alla presidenza del consiglio Michaela Biancofiore non verranno assegnati compiti nell'ambito delle deleghe per le Pari opportunità, lo sport e le politiche giovanili, bensì compiti nell'ambito delle deleghe per la Pubblica amministrazione e la semplificazione.
FONTI P.CHIGI, DA LETTA 'ULTIMA CHANCE' A BIANCOFIORE - Per Michaela Biancofiore è "l'ultima chance", perché è venuta meno alle "regole di ingaggio" fissate da Letta. E' quanto trapela da Palazzo Chigi dopo la secca nota con la quale sono state modificate le deleghe alla sottosegretaria. "Tecnicamente", si premette, non si tratta di "revoca" delle deleghe, perché in realtà non erano ancora state assegnate ufficialmente, ma in origine Biancofiore era destinata a coprire quelle per le "pari opportunità, sport e politiche giovanili" e non alla P.A.
A far scattare la decisione, fanno sapere le stesse fonti, è stata l'intervista della Biancofiore a 'La Repubblica' che ha appunto contravvenuto alle "regole di ingaggio" che erano state fissate ieri da Enrico Letta, con al fianco il vicepremier Angelino Alfano, durante il giuramento dei nuovi sottosegretari. Ieri sera, infatti, il premier aveva detto con molta chiarezza ai sottosegretari, fanno osservare le fonti di Palazzo Chigi, che occorreva "sobrietà" nell'attività di governo e nelle parole. Una "sobrietà" necessaria sempre, aveva spiegato, ma ancor di più per questo governo e in questa fase della vita del Paese. Come se non bastasse, oltre alla "violazione" delle "regole di ingaggio", c'é la natura "molto delicata" dei temi che ha toccato la Biancofiore. Ecco perché questo cambiamento di attribuzione delle deleghe è "l'ultima chance" che il presidente del Consiglio dà alla sua sottosegretaria.
VENDOLA, BIANCOFIORE? ALMENO DECENZA E' SALVA - "Almeno la decenza è salva". E' il commento di Nichi Vendola, presidente di Sinistra Ecologia Libertà', su twitter alla decisione del presidente del consiglio di ritirare la delega alle pari opportunità all'esponente PdL Biancofiore, che "come in passato, anche oggi ha dato prova sulla stampa dei suoi pregiudizi e del suo disprezzo sul tema dei diritti delle persone".
ASSOCIAZIONI GAY, BRAVO LETTA, ORA NOME ADEGUATO - La comunità gay plaude alla decisione del premier Enrico Letta di non assegnare al sottosegretario Micaela Biancofiore le deleghe per le pari opportunità, lo Sport e le politiche giovanili bensì quelle sulla Pubblica amministrazione e chiedono ora al Governo di nominare, per le pari opportunità, una "personalità adeguata". "Si è fatta chiarezza" esulta Franco Grillini, presidente di Gaynet. "Nel ministero dove si combattono le discriminazioni - aggiunge - ci vuole qualcuno che almeno non abbia mai parlato male dei soggetti colpiti dalle discriminazioni stesse. Per esempio un tecnico o un dirigente che abbia già lavorato con le associazioni". Aurelio Mancuso, presidente di Equality Italia, ringrazia Letta "per aver compreso che Micaela Biancofiore non poteva esser sottosegretario alle Pari Opportunità. Si tratta di una vittoria per tutte le associazioni che si battono per i diritti civili, che ieri hanno giustamente protestato per una nomina inopportuna di una esponente del Pdl che si è sempre dichiarata contro la dignità delle persone omosessuali e transessuali. Speriamo che ora Letta scelga per quella funzione una personalità adeguata ad affrontare temi che riguardano la dignità di milioni di donne e di uomini italiani". Soddisfatto anche il portavoce di Gay Center, Fabrizio Marrazzo: "attaccare le associazioni gay come ha fatto oggi la Biancofiore è segno di presunzione. Se c'é chi deve fare autocritica sul mancato avanzamento dei diritti civili in Italia questa è la politica, non certo i movimenti". E anche Gaylib, l'associazione degli omosessuali di centrodestra, ritiene giusta la decisione di Letta. "Non si nomina sottosegretario alle Pari Opportunità una persona che ha sempre preso posizione contro i gay e contro i loro diritti, pur sapendo che l'Italia è fanalino di coda dell'Europa in materia di riconoscimento delle coppie dello stesso sesso" dice Enrico Oliari. "Quel posto - aggiunge - va dato a chi conosce in toto la tematica delle Pari Opportunità, senza pregiudizi e soprattutto senza esclusione di nessuna categoria sociale".
ROMA - Il presidente del consiglio, Enrico Letta, comunica che al sottosegretario alla presidenza del consiglio Michaela Biancofiore non verranno assegnati compiti nell'ambito delle deleghe per le Pari opportunità, lo sport e le politiche giovanili, bensì compiti nell'ambito delle deleghe per la Pubblica amministrazione e la semplificazione.
FONTI P.CHIGI, DA LETTA 'ULTIMA CHANCE' A BIANCOFIORE - Per Michaela Biancofiore è "l'ultima chance", perché è venuta meno alle "regole di ingaggio" fissate da Letta. E' quanto trapela da Palazzo Chigi dopo la secca nota con la quale sono state modificate le deleghe alla sottosegretaria. "Tecnicamente", si premette, non si tratta di "revoca" delle deleghe, perché in realtà non erano ancora state assegnate ufficialmente, ma in origine Biancofiore era destinata a coprire quelle per le "pari opportunità, sport e politiche giovanili" e non alla P.A.
A far scattare la decisione, fanno sapere le stesse fonti, è stata l'intervista della Biancofiore a 'La Repubblica' che ha appunto contravvenuto alle "regole di ingaggio" che erano state fissate ieri da Enrico Letta, con al fianco il vicepremier Angelino Alfano, durante il giuramento dei nuovi sottosegretari. Ieri sera, infatti, il premier aveva detto con molta chiarezza ai sottosegretari, fanno osservare le fonti di Palazzo Chigi, che occorreva "sobrietà" nell'attività di governo e nelle parole. Una "sobrietà" necessaria sempre, aveva spiegato, ma ancor di più per questo governo e in questa fase della vita del Paese. Come se non bastasse, oltre alla "violazione" delle "regole di ingaggio", c'é la natura "molto delicata" dei temi che ha toccato la Biancofiore. Ecco perché questo cambiamento di attribuzione delle deleghe è "l'ultima chance" che il presidente del Consiglio dà alla sua sottosegretaria.
VENDOLA, BIANCOFIORE? ALMENO DECENZA E' SALVA - "Almeno la decenza è salva". E' il commento di Nichi Vendola, presidente di Sinistra Ecologia Libertà', su twitter alla decisione del presidente del consiglio di ritirare la delega alle pari opportunità all'esponente PdL Biancofiore, che "come in passato, anche oggi ha dato prova sulla stampa dei suoi pregiudizi e del suo disprezzo sul tema dei diritti delle persone".
ASSOCIAZIONI GAY, BRAVO LETTA, ORA NOME ADEGUATO - La comunità gay plaude alla decisione del premier Enrico Letta di non assegnare al sottosegretario Micaela Biancofiore le deleghe per le pari opportunità, lo Sport e le politiche giovanili bensì quelle sulla Pubblica amministrazione e chiedono ora al Governo di nominare, per le pari opportunità, una "personalità adeguata". "Si è fatta chiarezza" esulta Franco Grillini, presidente di Gaynet. "Nel ministero dove si combattono le discriminazioni - aggiunge - ci vuole qualcuno che almeno non abbia mai parlato male dei soggetti colpiti dalle discriminazioni stesse. Per esempio un tecnico o un dirigente che abbia già lavorato con le associazioni". Aurelio Mancuso, presidente di Equality Italia, ringrazia Letta "per aver compreso che Micaela Biancofiore non poteva esser sottosegretario alle Pari Opportunità. Si tratta di una vittoria per tutte le associazioni che si battono per i diritti civili, che ieri hanno giustamente protestato per una nomina inopportuna di una esponente del Pdl che si è sempre dichiarata contro la dignità delle persone omosessuali e transessuali. Speriamo che ora Letta scelga per quella funzione una personalità adeguata ad affrontare temi che riguardano la dignità di milioni di donne e di uomini italiani". Soddisfatto anche il portavoce di Gay Center, Fabrizio Marrazzo: "attaccare le associazioni gay come ha fatto oggi la Biancofiore è segno di presunzione. Se c'é chi deve fare autocritica sul mancato avanzamento dei diritti civili in Italia questa è la politica, non certo i movimenti". E anche Gaylib, l'associazione degli omosessuali di centrodestra, ritiene giusta la decisione di Letta. "Non si nomina sottosegretario alle Pari Opportunità una persona che ha sempre preso posizione contro i gay e contro i loro diritti, pur sapendo che l'Italia è fanalino di coda dell'Europa in materia di riconoscimento delle coppie dello stesso sesso" dice Enrico Oliari. "Quel posto - aggiunge - va dato a chi conosce in toto la tematica delle Pari Opportunità, senza pregiudizi e soprattutto senza esclusione di nessuna categoria sociale".
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- Iscritto il: 24/02/2012, 18:16
Re: Quale governo ?
Lasciamo stare la Biancofiore, già il suo cognome è tutto un programma.
Nel 2011 il patto politico era chiaro: i professori avrebbero dovuto sistemare i conti e nel contempo la classe politica avrebbe lavorato per la propria “autoriforma”. I conti – a forza di lacrime e sangue – sono stati un po’ raddrizzati, ma della promessa autoriforma della politica non vi è stata traccia. Niente riduzione dei costi della politica. Niente riforma del finanziamento pubblico. Niente controlli esterni alle spese dei gruppi parlamentari. Niente legge sullo status giuridico dei partiti politici. Niente riduzione dei parlamentari e niente riforma elettorale. Insomma, niente di niente e ora i risultati sono sotto gli occhi di tutti: le elezioni politiche dello scorso febbraio non sono state risolutive e i problemi sono ancora tutti lì sul tavolo, solo più complicati.
Come dice Rodotà " La convenzione per le riforme Costituzionali " non è da farsi, è sufficiente che gli eletti in parlamento facenti parte delle commissioni ad hoc ( una per la legge elettorale e una per le riforme Costituzionali) lavorino; tempo 6 mesi ( ormai sono anni che discutono) facciano vedere ciò che hanno fatto, si arrivi alla fine con due soluzioni da proporre all'assemblea (per le riforme Copstituzionali) e agli elettori ( per la riforma elettorale) , i quali con un referendum hanno la possibilità di scegliere dopo aver sentito i pro e i contro delle due proposte.
6 MESI di tempo , scaduto il quale si chieda al Presidente della Repubblica di sciogliere le Camere per evidente incapacità.
non si può continuare ad essere presi in giro, nessuno dei parlamentari dovrebbe essere rieletto.
e indire nuove elezioni
Nel 2011 il patto politico era chiaro: i professori avrebbero dovuto sistemare i conti e nel contempo la classe politica avrebbe lavorato per la propria “autoriforma”. I conti – a forza di lacrime e sangue – sono stati un po’ raddrizzati, ma della promessa autoriforma della politica non vi è stata traccia. Niente riduzione dei costi della politica. Niente riforma del finanziamento pubblico. Niente controlli esterni alle spese dei gruppi parlamentari. Niente legge sullo status giuridico dei partiti politici. Niente riduzione dei parlamentari e niente riforma elettorale. Insomma, niente di niente e ora i risultati sono sotto gli occhi di tutti: le elezioni politiche dello scorso febbraio non sono state risolutive e i problemi sono ancora tutti lì sul tavolo, solo più complicati.
Come dice Rodotà " La convenzione per le riforme Costituzionali " non è da farsi, è sufficiente che gli eletti in parlamento facenti parte delle commissioni ad hoc ( una per la legge elettorale e una per le riforme Costituzionali) lavorino; tempo 6 mesi ( ormai sono anni che discutono) facciano vedere ciò che hanno fatto, si arrivi alla fine con due soluzioni da proporre all'assemblea (per le riforme Copstituzionali) e agli elettori ( per la riforma elettorale) , i quali con un referendum hanno la possibilità di scegliere dopo aver sentito i pro e i contro delle due proposte.
6 MESI di tempo , scaduto il quale si chieda al Presidente della Repubblica di sciogliere le Camere per evidente incapacità.
non si può continuare ad essere presi in giro, nessuno dei parlamentari dovrebbe essere rieletto.
e indire nuove elezioni
Chi c’è in linea
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