quo vadis PD ????
Re: quo vadis PD ????
Sono stati nominati i vice-ministri ed i sottosegretari.
Qui l'elenco: http://www.corriere.it/politica/13_magg ... 2ff3.shtml
Noto con piacere che non ci sono nomi, a quanto mi risulta, di dissidenti del PD che hanno deciso di votare la fiducia al governo, tipo Laura Puppato, Gozzi ed altri.
Confesso che avevo pensato male, che cioè il loro senso di responsabilità fosse stato remunerato con un posto di sottogoverno.
Qui l'elenco: http://www.corriere.it/politica/13_magg ... 2ff3.shtml
Noto con piacere che non ci sono nomi, a quanto mi risulta, di dissidenti del PD che hanno deciso di votare la fiducia al governo, tipo Laura Puppato, Gozzi ed altri.
Confesso che avevo pensato male, che cioè il loro senso di responsabilità fosse stato remunerato con un posto di sottogoverno.
Re: quo vadis PD ????
Economia e Finanze
Stefano Fassina (Viceministro - Pd).
molta dilusione questo uomo .
queste sono da Oscar
Micaela Biancofiore (Pari Opportunità - Pdl),
Gianfranco Miccichè (Pubblica Amministrazione e Semplificazione - Grande Sud)
il massimo è
Istruzione, Università e Ricerca
Gabriele Toccafondi (Pdl),un uomo un programma.
Stefano Fassina (Viceministro - Pd).
molta dilusione questo uomo .
queste sono da Oscar
Micaela Biancofiore (Pari Opportunità - Pdl),
Gianfranco Miccichè (Pubblica Amministrazione e Semplificazione - Grande Sud)
il massimo è
Istruzione, Università e Ricerca
Gabriele Toccafondi (Pdl),un uomo un programma.
Re: quo vadis PD ????
Più di 101
Lo avevamo detto, che saremmo stati più di 101. E vorrei ringraziare tutti coloro che mi hanno scritto, in questi giorni. Mi sa che la legislatura finirà prima che io finisca di leggere e di rispondere alle vostre email (scherzo).
La ricognizione ha i numeri di un nuovo partito o di un movimento che un mio amico dice che sembra una specie di Tea Party (anche se da noi sarebbe meglio usare, come metafora, un buon caffè): energie e risorse che per me, come sapete, devono restare nel Pd, se il Pd saprà accoglierle come si conviene, facendosi invadere e – visto come siamo combinati di questi tempi – facendosi democraticamente travolgere. Perché è curioso che si parli soprattutto di chi dovrebbe uscire dal Pd e non di chi potrebbe entrarvi, con una vera invasione di campo, che è quello che gli abili strateghi sempre in servizio temono più di ogni altra cosa.
E se la domanda nei giorni scorsi era «perché non Rodotà?», ora la domanda diventa «perché non Rossi, Brambilla, Esposito?», ovvero i nomi e le storie di millemila elettori che, incredibilmente, vogliono partecipare, proprio ora che passerebbe la voglia anche a un militante che ha superato il ’56, i carri armati e tutto il resto.
http://www.ciwati.it/2013/05/03/piu-di-101/
Lo avevamo detto, che saremmo stati più di 101. E vorrei ringraziare tutti coloro che mi hanno scritto, in questi giorni. Mi sa che la legislatura finirà prima che io finisca di leggere e di rispondere alle vostre email (scherzo).
La ricognizione ha i numeri di un nuovo partito o di un movimento che un mio amico dice che sembra una specie di Tea Party (anche se da noi sarebbe meglio usare, come metafora, un buon caffè): energie e risorse che per me, come sapete, devono restare nel Pd, se il Pd saprà accoglierle come si conviene, facendosi invadere e – visto come siamo combinati di questi tempi – facendosi democraticamente travolgere. Perché è curioso che si parli soprattutto di chi dovrebbe uscire dal Pd e non di chi potrebbe entrarvi, con una vera invasione di campo, che è quello che gli abili strateghi sempre in servizio temono più di ogni altra cosa.
E se la domanda nei giorni scorsi era «perché non Rodotà?», ora la domanda diventa «perché non Rossi, Brambilla, Esposito?», ovvero i nomi e le storie di millemila elettori che, incredibilmente, vogliono partecipare, proprio ora che passerebbe la voglia anche a un militante che ha superato il ’56, i carri armati e tutto il resto.
http://www.ciwati.it/2013/05/03/piu-di-101/
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Re: quo vadis PD ????
I propositi son piu' che buoni. Pero' non sara' facile assistere ad una invasione di campo piurrosto che un'uscita dal campo.mariok ha scritto:Più di 101
Lo avevamo detto, che saremmo stati più di 101. E vorrei ringraziare tutti coloro che mi hanno scritto, in questi giorni. Mi sa che la legislatura finirà prima che io finisca di leggere e di rispondere alle vostre email (scherzo).
La ricognizione ha i numeri di un nuovo partito o di un movimento che un mio amico dice che sembra una specie di Tea Party (anche se da noi sarebbe meglio usare, come metafora, un buon caffè): energie e risorse che per me, come sapete, devono restare nel Pd, se il Pd saprà accoglierle come si conviene, facendosi invadere e – visto come siamo combinati di questi tempi – facendosi democraticamente travolgere. Perché è curioso che si parli soprattutto di chi dovrebbe uscire dal Pd e non di chi potrebbe entrarvi, con una vera invasione di campo, che è quello che gli abili strateghi sempre in servizio temono più di ogni altra cosa.
E se la domanda nei giorni scorsi era «perché non Rodotà?», ora la domanda diventa «perché non Rossi, Brambilla, Esposito?», ovvero i nomi e le storie di millemila elettori che, incredibilmente, vogliono partecipare, proprio ora che passerebbe la voglia anche a un militante che ha superato il ’56, i carri armati e tutto il resto.
http://www.ciwati.it/2013/05/03/piu-di-101/
Un'invasione di campo comperterebbe lo stesso risultato di un'uscita.
Nella prima sarebbe l'altra parte ad uscire in quest'ultima i vari sostenitori di Civati e non sulo di lui.
Si salverebbe soltanto il logo PD ma la sostanza sarebbe la stessa.
Tentar non nuoce. Trovi la forza e provi a tentare e...auguroni di cuore.
Certo!! Cosi' non puo' continuare
un salutone da Juan
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
Re: quo vadis PD ????
Con tutto quello che hanno combinato
I vertici del Pd non cambiano strada. Anzi, vogliono rimanere al vertice del Pd. Semplice, no?
Ora pensano a un segretario (non più a un reggente super partes) che venga eletto sabato dall’assemblea nazionale del 2009 e che poi si candidi alla segreteria a ottobre, con il sostegno del partito (uno schema alla Franceschini di quattro anni fa, per capirci).
Come dimissionari, sono parecchio attivi, non trovate? Chi non è andato al governo, di quel gruppo dirigente, si candida a rinnovarsi alla guida del partito. Così facciamo bingo.
Il Congresso si svolgerebbe solo tra i tesserati (e speriamo che ci si possa ancora tesserare) e non tra gli elettori (nemmeno quelli del famoso albo, che abbiamo registrato e fatto votare su un testo molto impegnativo, che poi non abbiamo rispettato), perché il segretario non sarebbe più automaticamente il candidato premier.
Posizione che condividono, immagino, il premier attuale (Enrico Letta) e il candidato premier in pectore (Matteo Renzi): per motivi diversi, a meno che i premier, in futuro, non diventino due (magari la convenzione per le riforme introduce il consolato alla romana).
Per il-segretario-in-due-mosse si parla di Gugliemo Epifani (più vicino a Bersani, dicono quelli che la sanno lunga) e Gianni Cuperlo (dalemiano più critico di altri): un derby, diciamo, in cui le magliette si faticano a distinguere.
Vorrei che fosse chiaro: se faranno davvero così, il Pd ci toccherà farlo da un’altra parte. Perché questo non è più il Pd, aperto e inclusivo che ci eravamo raccontati: è più o meno il suo contrario. Ed è la prosecuzione (con gli stessi mezzi) di quello che abbiamo visto al lavoro negli ultimi venti giorni. Con i successi che sappiamo.
http://www.ciwati.it/2013/05/04/con-tut ... combinato/
I vertici del Pd non cambiano strada. Anzi, vogliono rimanere al vertice del Pd. Semplice, no?
Ora pensano a un segretario (non più a un reggente super partes) che venga eletto sabato dall’assemblea nazionale del 2009 e che poi si candidi alla segreteria a ottobre, con il sostegno del partito (uno schema alla Franceschini di quattro anni fa, per capirci).
Come dimissionari, sono parecchio attivi, non trovate? Chi non è andato al governo, di quel gruppo dirigente, si candida a rinnovarsi alla guida del partito. Così facciamo bingo.
Il Congresso si svolgerebbe solo tra i tesserati (e speriamo che ci si possa ancora tesserare) e non tra gli elettori (nemmeno quelli del famoso albo, che abbiamo registrato e fatto votare su un testo molto impegnativo, che poi non abbiamo rispettato), perché il segretario non sarebbe più automaticamente il candidato premier.
Posizione che condividono, immagino, il premier attuale (Enrico Letta) e il candidato premier in pectore (Matteo Renzi): per motivi diversi, a meno che i premier, in futuro, non diventino due (magari la convenzione per le riforme introduce il consolato alla romana).
Per il-segretario-in-due-mosse si parla di Gugliemo Epifani (più vicino a Bersani, dicono quelli che la sanno lunga) e Gianni Cuperlo (dalemiano più critico di altri): un derby, diciamo, in cui le magliette si faticano a distinguere.
Vorrei che fosse chiaro: se faranno davvero così, il Pd ci toccherà farlo da un’altra parte. Perché questo non è più il Pd, aperto e inclusivo che ci eravamo raccontati: è più o meno il suo contrario. Ed è la prosecuzione (con gli stessi mezzi) di quello che abbiamo visto al lavoro negli ultimi venti giorni. Con i successi che sappiamo.
http://www.ciwati.it/2013/05/04/con-tut ... combinato/
Re: quo vadis PD ????
BASTA CON GLI EX: CONGRESSO VERO E VERO PD!
Mio articolo pubblicato oggi su Corriere di Romagna (Sandro Gozi)
Il PD promesso nel 2007 “è stato suicidato” il 19 aprile 2013. 101 congiurati gli hanno inferto colpi mortali in occasione della mancata elezione di Romano Prodi alla Presidenza della Repubblica.
Un partito nell'ombra, fatto di criminali politici, ha ucciso un partito alla luce del sole.
Ora dobbiamo fare il nuovo PD o forse il vero movimento riformatore del XXI secolo, che avevamo promesso e non abbiamo mai realizzato e che ha vissuto il suo momento migliore con la prima esperienza dell'Ulivo.
Va tutto rifatto, su altre basi.
Un processo che parte dal punto più difficile, dal voto di fiducia al Governo di larghe intese guidato da Enrico Letta.
Ma è soprattutto la fiducia con i nostri elettori che dobbiamo ricostruire oggi.
Una fiducia da ricostruire proprio in questa fase di emergenza democratica, economica, sociale ed europea.
Ne abbiamo il dovere, perché c'è un terribile senso di abbandono in giro per il Paese e dobbiamo farcene carico innanzitutto noi.
La fiducia che i nostri elettori ci avevano accordato, e il premio di maggioranza che abbiamo ottenuto, erano per una maggioranza diversa da quella che ora sostiene il Governo Letta.
E questo dovrà sempre essere il nostro punto di riferimento, il nostro più forte vincolo politico. Il voto di fiducia, per quanto riguarda molti di noi, non vuol dire rinunciare ad un'autonoma azione parlamentare, a partire dai diritti civili, dalla libertà di scelta al diritto di cittadinanza. Vuol dire mantenere un dialogo strutturato con SEL e rimanere aperti alle istanze di riforma e di moralizzazione di M5S.
Lo dovremo fare soprattutto perché il nostro comportamento dentro al Palazzo avrà un'influenza decisiva sulla nostra capacità fuori dal Palazzo di riannodare quel filo di fiducia e di speranza con i nostri elettori che ora si è spezzato.
Abbiamo già fatto troppi errori a causa della logica degli EX, del mini-compromesso storico tra EX di una parte e dell'altra.
Ecco perché abbiamo bisogno di un congresso vero: con candidature e tesi vere e contrapposte. Perché di questo “unanimismo democratico”, dannoso e ipocrita, non ne possiamo veramente più. E chiunque voglia veramente impegnarsi in questa ricostituzione – che sia fondatore del PD, come ad esempio Matteo Renzi o ex ministro e nuovo iscritto, come Fabrizio Barca, o altri auspicabili protagonisti - deve dire quello che vuol fare e fare quello che dice, ora, senza tatticismi. Un errore esiziale sarebbe quello di pensare che, dato che questo nuovo governo sembra a molti una riedizione della vecchia DC, magari in formato 2.0..., dovremmo ora “compensare” con la riedizione di un vecchio partito di sinistra più “tradizionale”, una sorta di nuovo PDS o qualcosa del genere. Sarebbe il colpo di grazia finale.
Per questo, l'assemblea nazionale dell'11 maggio rappresenta un passaggio molto importante.
E' un processo che richiede una nuova visione politica. Aperto alle forze laiche di sinistra e a tutti coloro che credono che una sinistra veramente moderna debba essere innanzitutto transnazionale ed europea. Condotto da una classe dirigente totalmente rinnovata, non sulla base dell'anagrafe, ma del coraggio e delle idee.
Dobbiamo proporre una “alleanza del merito e del bisogno”. Valorizzare i tantissimi talenti italiani, soprattuto dei giovani, , perché un Paese che non scommette sui suoi talenti non ha futuro. E stare sempre e innanzitutto dalla parte degli ultimi, dei più bisognosi, non in modo caritatevole, ma investendo sulle persone, sulle loro capacità, facendo della nuova giustizia sociale la priorità assoluta. E dobbiamo riappropriarci della parola “libertà”.
Nell’ultimo decennio, infatti, la destra ha giocato all’attacco: la libertà è diventata il suo dominio e la sua bandiera. Interpretandola come libertà da valori e regole
La sinistra, invece, si è rinchiusa in dialettiche di retroguardia, ripiegata su se stessa, tra tabù ed equilibrismi. Non è stata in grado di interpretare le istanze di libertà, civile ed economica, provenienti dalla società.
La sinistra ha abbandonato il terreno, lasciando così agli avversari un tema che ha costituito una delle ragioni più profonde della sua esistenza.
Il nuovo Partito Democratico, o come si chiamerà..., dovrà quindi diventare veramente quello che avevamo promesso e che aveva ridato speranza ed entusiasmo a milioni di italiani. Un entusiasmo venuto meno da tempo, una speranza negata da troppi errori che non possiamo, proprio non possiamo più ripetere.
Mio articolo pubblicato oggi su Corriere di Romagna (Sandro Gozi)
Il PD promesso nel 2007 “è stato suicidato” il 19 aprile 2013. 101 congiurati gli hanno inferto colpi mortali in occasione della mancata elezione di Romano Prodi alla Presidenza della Repubblica.
Un partito nell'ombra, fatto di criminali politici, ha ucciso un partito alla luce del sole.
Ora dobbiamo fare il nuovo PD o forse il vero movimento riformatore del XXI secolo, che avevamo promesso e non abbiamo mai realizzato e che ha vissuto il suo momento migliore con la prima esperienza dell'Ulivo.
Va tutto rifatto, su altre basi.
Un processo che parte dal punto più difficile, dal voto di fiducia al Governo di larghe intese guidato da Enrico Letta.
Ma è soprattutto la fiducia con i nostri elettori che dobbiamo ricostruire oggi.
Una fiducia da ricostruire proprio in questa fase di emergenza democratica, economica, sociale ed europea.
Ne abbiamo il dovere, perché c'è un terribile senso di abbandono in giro per il Paese e dobbiamo farcene carico innanzitutto noi.
La fiducia che i nostri elettori ci avevano accordato, e il premio di maggioranza che abbiamo ottenuto, erano per una maggioranza diversa da quella che ora sostiene il Governo Letta.
E questo dovrà sempre essere il nostro punto di riferimento, il nostro più forte vincolo politico. Il voto di fiducia, per quanto riguarda molti di noi, non vuol dire rinunciare ad un'autonoma azione parlamentare, a partire dai diritti civili, dalla libertà di scelta al diritto di cittadinanza. Vuol dire mantenere un dialogo strutturato con SEL e rimanere aperti alle istanze di riforma e di moralizzazione di M5S.
Lo dovremo fare soprattutto perché il nostro comportamento dentro al Palazzo avrà un'influenza decisiva sulla nostra capacità fuori dal Palazzo di riannodare quel filo di fiducia e di speranza con i nostri elettori che ora si è spezzato.
Abbiamo già fatto troppi errori a causa della logica degli EX, del mini-compromesso storico tra EX di una parte e dell'altra.
Ecco perché abbiamo bisogno di un congresso vero: con candidature e tesi vere e contrapposte. Perché di questo “unanimismo democratico”, dannoso e ipocrita, non ne possiamo veramente più. E chiunque voglia veramente impegnarsi in questa ricostituzione – che sia fondatore del PD, come ad esempio Matteo Renzi o ex ministro e nuovo iscritto, come Fabrizio Barca, o altri auspicabili protagonisti - deve dire quello che vuol fare e fare quello che dice, ora, senza tatticismi. Un errore esiziale sarebbe quello di pensare che, dato che questo nuovo governo sembra a molti una riedizione della vecchia DC, magari in formato 2.0..., dovremmo ora “compensare” con la riedizione di un vecchio partito di sinistra più “tradizionale”, una sorta di nuovo PDS o qualcosa del genere. Sarebbe il colpo di grazia finale.
Per questo, l'assemblea nazionale dell'11 maggio rappresenta un passaggio molto importante.
E' un processo che richiede una nuova visione politica. Aperto alle forze laiche di sinistra e a tutti coloro che credono che una sinistra veramente moderna debba essere innanzitutto transnazionale ed europea. Condotto da una classe dirigente totalmente rinnovata, non sulla base dell'anagrafe, ma del coraggio e delle idee.
Dobbiamo proporre una “alleanza del merito e del bisogno”. Valorizzare i tantissimi talenti italiani, soprattuto dei giovani, , perché un Paese che non scommette sui suoi talenti non ha futuro. E stare sempre e innanzitutto dalla parte degli ultimi, dei più bisognosi, non in modo caritatevole, ma investendo sulle persone, sulle loro capacità, facendo della nuova giustizia sociale la priorità assoluta. E dobbiamo riappropriarci della parola “libertà”.
Nell’ultimo decennio, infatti, la destra ha giocato all’attacco: la libertà è diventata il suo dominio e la sua bandiera. Interpretandola come libertà da valori e regole
La sinistra, invece, si è rinchiusa in dialettiche di retroguardia, ripiegata su se stessa, tra tabù ed equilibrismi. Non è stata in grado di interpretare le istanze di libertà, civile ed economica, provenienti dalla società.
La sinistra ha abbandonato il terreno, lasciando così agli avversari un tema che ha costituito una delle ragioni più profonde della sua esistenza.
Il nuovo Partito Democratico, o come si chiamerà..., dovrà quindi diventare veramente quello che avevamo promesso e che aveva ridato speranza ed entusiasmo a milioni di italiani. Un entusiasmo venuto meno da tempo, una speranza negata da troppi errori che non possiamo, proprio non possiamo più ripetere.
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- Iscritto il: 24/02/2012, 18:16
Re: quo vadis PD ????
Forse in questo articolo manca ciò che ho visto in Barca e soprattutto nel movimento 5 Stelle , cioè
una partecipazione democratica dei cittadini non solo nello scegliere i rappresentanti , ma anche
dando a loro più strumenti di intervento per una democrazia diretta ( referendum senza quoruum, leggi di iniziativa popolare da portare in parlamento entro termini certi, possibile revoca degli eletti da parte dei propri elettori).
Certo anche maggior partecipazione dei rappresentanti politici nei vari Forum internet previsti .
una partecipazione democratica dei cittadini non solo nello scegliere i rappresentanti , ma anche
dando a loro più strumenti di intervento per una democrazia diretta ( referendum senza quoruum, leggi di iniziativa popolare da portare in parlamento entro termini certi, possibile revoca degli eletti da parte dei propri elettori).
Certo anche maggior partecipazione dei rappresentanti politici nei vari Forum internet previsti .
Re: quo vadis PD ????
questo significa mettere le mani avanti e al contempo parlare chiaro:Un errore esiziale sarebbe quello di pensare che, dato che questo nuovo governo sembra a molti una riedizione della vecchia DC, magari in formato 2.0..., dovremmo ora “compensare” con la riedizione di un vecchio partito di sinistra più “tradizionale”, una sorta di nuovo PDS o qualcosa del genere. Sarebbe il colpo di grazia finale.
Per questo, l'assemblea nazionale dell'11 maggio rappresenta un passaggio molto importante.
"toglietevi dalla testa che noi gggiuovani ci andiamo a infilare nel cul de sac della sinistraaaaaa".
vediamo cosa dicono gli altri gggiuovani ...dove porta questa fase pre-congresso, se stanno litigando internamente con se stessi o è vero veramente
I GGGiouvani sono tutti su twitter .... ci tengono ad avere il contatto "diretto" con l'elettore.iospero ha scritto:Forse in questo articolo manca ciò che ho visto in Barca e soprattutto nel movimento 5 Stelle , cioè
una partecipazione democratica dei cittadini non solo nello scegliere i rappresentanti ....
Certo anche maggior partecipazione dei rappresentanti politici nei vari Forum internet previsti .
personalmente non credo sia un gran vantaggio ( per gli elettori) .... già mi rompeva parecchio vedere i parlamentari leggersi il giornale ( che dopo tot pagine finiva ) ora mi disturba ancora di più vederli col l'I -pad o col telefonino in mano a mandare sms o postare su siti, inoltre gli interventi / posts / partecipazioni possono essere fatti da terze persone/ segreterie/ portavoce...
c'è la funzione sfogatoio , o come la chiamo io " posto quindi esisto" , che pinco pallo possa scrivere sul sito / profilo di un politico qualche frase offensiva o ironica avvantaggia solo il gossip e il narcisismo ... due cose di cui dovremmo liberarci anzichè foraggiare.
non penso proprio che i politici vecchi o giovani o nuovi stanno lì a basare la linea politica sulla base di cosa consigliano/ vogliono gli utenti...
non avviene neanche nel m5s , sennò avremmo un governo Pd M5s...e Prodi .
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Re: quo vadis PD ????
Ci sono già delle proposte di legge di iniziativa popolare che 5 Stelle porteranno in aula , ben vengano e vedremo come si comporteranno i var partiti, La democrazia diretta , difficile da digerire dai partiti tradizionali, deve entrare nella logica democratica, pensiamo ad esempio al referendum fatto in Svizzera sul limite degli appanaggi dei menager , sul limite da porre agli stipendi dei funzionari pubblici, al blocco e al cumulo delle pensioni sopra una cifra significativa, eccc.. ecc...
Chi c’è in linea
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