Come se ne viene fuori ?
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Re: Come se ne viene fuori ?
Dell’uso del tradimento in politica.
Se i politici mentono, è o per debolezza, avendo comunque bisogno di garantirsi il consenso elettorale, o per disprezzo, ritenendo utili i voti, ma inutili gli elettori.
Hannah Arendt
Come inizia una guerra civile – 178
La cruna dell’ago – 144
La danza macabra dei nanetti continua senza sosta – 144
La lunga agonia della Repubblica italiana continua inarrestabile. Siamo all’ultimo atto? - 124
Cronaca di un affondamento annunciato - 124
In mezzo alla tempesta - 61
I giorni difficili della Repubblica italiana - 5
L’ULTIMA DIFESA DEL BANANA: CONTRO LA BOCCASSINI LA BOCCA DI FUOCO DI CANALE 5
Comincia la settimana decisiva del processo Ruby? E Berlusconi replica in tv con uno specialone intitolato “La guerra dei vent’anni: Ruby, ultimo atto” - Intervista a Berlusconi e alla “nipote di Mubarak” per offrire ai tele-morenti che non guardano Santoro, una bella favola pre-elettorale…
Mattia Feltri per "la Stampa"
Se davvero di guerra si tratta, Silvio Berlusconi tira fuori l'arma segreta e anche piuttosto anomala: domenica sera - in contemporanea con la caccia alla Champions League del suo Milan - gioca d'anticipo sull'arringa del sostituto procuratore Ilda Boccassini prevista per l'indomani mattina al tribunale di Milano.
Una mossa imprevedibile e sfrontata: Canale 5 trasmetterà alle 21,10 qualcosa di ibrido fra la docufiction, il programma d'approfondimento e il talk show sulle fiammeggianti notti di Arcore, e in particolare sul caso di Karima El Mahroug, Ruby Rubacuori per i patinati. Il titolo dello speciale, non proprio minimalista, ha il compito di spiegare l'eccezionalità dell'operazione: «La guerra dei vent'anni: Ruby, ultimo atto».
Ecco, due decenni di cannoneggiamento giustificherebbero lo stupefacente spiegamento della rete ammiraglia che nel tempo, col suo telegiornale e le trasmissioni politiche, ha (quasi) sempre mantenuto una orgogliosa equidistanza. Il lavoro sporco, ma onestamente sfacciato, toccava a Emilio Fede e a qualche comizio azzurro mandato in onda integrale nelle serate di Retequattro.
Ora si cerca di bilanciare le cronache dei giornali - abbondanti, anche un po' guardone e povere di dubbi - con la potenza di fuoco di Canale 5. Un'offensiva di cui si è saputo qualcosa soltanto ieri, due giorni prima, e che precederà di poche ore la nuova manifestazione dei parlamentari del Pdl, convocati per lunedì mattina in un hotel milanese di piazza Fontana.
Il piccolo pregiudizio - si dovrà valutare domenica sera l'equilibrio del prodotto - nasce non soltanto dal perentorio titolo, ma anche dalla lettura del comunicato stampa con cui si annuncia l'evento: «L'obiettivo è riepilogare e rendere comprensibile al grande pubblico l'intricata trama, degna di un avvincente legal thriller, iniziata la notte del 27 maggio 2010 (quando Ruby viene fermata a Milano e l'allora premier telefona in questura raccomandando un po' d'attenzione per «la nipote» di Mubarak, fatto per il quale deve rispondere di concussione, ndr) e proseguita fino a oggi».
Una prosa asciutta che però annuncia due interviste esclusive, a Berlusconi e Ruby medesima, cioè l'imputato e la parte lesa che tale non si considera. Il riassuntone, insomma, si preannuncia un po' asimmetrico. Oltretutto che non mancheranno le chicche di risvolto feticista, con immagini in esclusiva della «sala delle cene» (quelle cosiddette «eleganti») e della «taverna di Arcore», cioè due luoghi «su cui tanto si è fantasticato».
In effetti la «taverna di Arcore» sarebbe poi la celebre discoteca con palo della lap dance dove le ragazze offrivano travestimenti e svestimenti. E dove si sarebbe consumato il reato di induzione alla prostituzione minorile poiché Ruby vi avrebbe preso parte, con le conseguenze pratiche del caso, che peraltro lei nega, prima del compimento dei diciotto anni.
Si sentiranno poi gli audio originali «dei funzionari e dei pubblici ministeri in servizio quella sera», oltre ad alcune deposizioni più care alla difesa: quella del pm dei minori Annamaria Fiorillo, del capo di gabinetto Piero Ostuni, del medico Alberto Zangrillo, dell'eurodeputata berlusconiana Licia Ronzulli, oltre che di Carlo Rossella, gran signore dalle amicizie trasversali (proprio ieri Dagospia pubblicava le sue foto in compagnia di Michele Santoro sullo yacht di Diego Della Valle).
La trasmissione è presentata come «il primo esperimento di un genere legato al racconto d'attualità in prima serata che la rete intende proporre al pubblico con regolarità». Se ne arriveranno altre, si vedrà.
Ma per il momento è difficile non immaginarsi Berlusconi pronto a resistere fino all'ultima trincea, con tutti i mezzi e tutti gli uomini, proprio nel momento in cui la sfida pluridecennale sembra prossima alla definizione: stanno arrivando condanne una dietro l'altra, e nuove inchieste dall'aria non del tutto fumosa - come quella di Napoli sull'ex senatore Sergio De Gregorio che ammette di essere stato pagato per passare al centrodestra - procedono con rapidità.
Se, per innalzare una barricata ancora, al Cavaliere tocca di andare dritto e nella maniera più plateale dentro il conflitto d'interessi che è pesato così disastrosamente per l'intera Seconda repubblica, lui ci va senza battere ciglio. È la sua guerra, e non prevede prigionieri.
Se i politici mentono, è o per debolezza, avendo comunque bisogno di garantirsi il consenso elettorale, o per disprezzo, ritenendo utili i voti, ma inutili gli elettori.
Hannah Arendt
Come inizia una guerra civile – 178
La cruna dell’ago – 144
La danza macabra dei nanetti continua senza sosta – 144
La lunga agonia della Repubblica italiana continua inarrestabile. Siamo all’ultimo atto? - 124
Cronaca di un affondamento annunciato - 124
In mezzo alla tempesta - 61
I giorni difficili della Repubblica italiana - 5
L’ULTIMA DIFESA DEL BANANA: CONTRO LA BOCCASSINI LA BOCCA DI FUOCO DI CANALE 5
Comincia la settimana decisiva del processo Ruby? E Berlusconi replica in tv con uno specialone intitolato “La guerra dei vent’anni: Ruby, ultimo atto” - Intervista a Berlusconi e alla “nipote di Mubarak” per offrire ai tele-morenti che non guardano Santoro, una bella favola pre-elettorale…
Mattia Feltri per "la Stampa"
Se davvero di guerra si tratta, Silvio Berlusconi tira fuori l'arma segreta e anche piuttosto anomala: domenica sera - in contemporanea con la caccia alla Champions League del suo Milan - gioca d'anticipo sull'arringa del sostituto procuratore Ilda Boccassini prevista per l'indomani mattina al tribunale di Milano.
Una mossa imprevedibile e sfrontata: Canale 5 trasmetterà alle 21,10 qualcosa di ibrido fra la docufiction, il programma d'approfondimento e il talk show sulle fiammeggianti notti di Arcore, e in particolare sul caso di Karima El Mahroug, Ruby Rubacuori per i patinati. Il titolo dello speciale, non proprio minimalista, ha il compito di spiegare l'eccezionalità dell'operazione: «La guerra dei vent'anni: Ruby, ultimo atto».
Ecco, due decenni di cannoneggiamento giustificherebbero lo stupefacente spiegamento della rete ammiraglia che nel tempo, col suo telegiornale e le trasmissioni politiche, ha (quasi) sempre mantenuto una orgogliosa equidistanza. Il lavoro sporco, ma onestamente sfacciato, toccava a Emilio Fede e a qualche comizio azzurro mandato in onda integrale nelle serate di Retequattro.
Ora si cerca di bilanciare le cronache dei giornali - abbondanti, anche un po' guardone e povere di dubbi - con la potenza di fuoco di Canale 5. Un'offensiva di cui si è saputo qualcosa soltanto ieri, due giorni prima, e che precederà di poche ore la nuova manifestazione dei parlamentari del Pdl, convocati per lunedì mattina in un hotel milanese di piazza Fontana.
Il piccolo pregiudizio - si dovrà valutare domenica sera l'equilibrio del prodotto - nasce non soltanto dal perentorio titolo, ma anche dalla lettura del comunicato stampa con cui si annuncia l'evento: «L'obiettivo è riepilogare e rendere comprensibile al grande pubblico l'intricata trama, degna di un avvincente legal thriller, iniziata la notte del 27 maggio 2010 (quando Ruby viene fermata a Milano e l'allora premier telefona in questura raccomandando un po' d'attenzione per «la nipote» di Mubarak, fatto per il quale deve rispondere di concussione, ndr) e proseguita fino a oggi».
Una prosa asciutta che però annuncia due interviste esclusive, a Berlusconi e Ruby medesima, cioè l'imputato e la parte lesa che tale non si considera. Il riassuntone, insomma, si preannuncia un po' asimmetrico. Oltretutto che non mancheranno le chicche di risvolto feticista, con immagini in esclusiva della «sala delle cene» (quelle cosiddette «eleganti») e della «taverna di Arcore», cioè due luoghi «su cui tanto si è fantasticato».
In effetti la «taverna di Arcore» sarebbe poi la celebre discoteca con palo della lap dance dove le ragazze offrivano travestimenti e svestimenti. E dove si sarebbe consumato il reato di induzione alla prostituzione minorile poiché Ruby vi avrebbe preso parte, con le conseguenze pratiche del caso, che peraltro lei nega, prima del compimento dei diciotto anni.
Si sentiranno poi gli audio originali «dei funzionari e dei pubblici ministeri in servizio quella sera», oltre ad alcune deposizioni più care alla difesa: quella del pm dei minori Annamaria Fiorillo, del capo di gabinetto Piero Ostuni, del medico Alberto Zangrillo, dell'eurodeputata berlusconiana Licia Ronzulli, oltre che di Carlo Rossella, gran signore dalle amicizie trasversali (proprio ieri Dagospia pubblicava le sue foto in compagnia di Michele Santoro sullo yacht di Diego Della Valle).
La trasmissione è presentata come «il primo esperimento di un genere legato al racconto d'attualità in prima serata che la rete intende proporre al pubblico con regolarità». Se ne arriveranno altre, si vedrà.
Ma per il momento è difficile non immaginarsi Berlusconi pronto a resistere fino all'ultima trincea, con tutti i mezzi e tutti gli uomini, proprio nel momento in cui la sfida pluridecennale sembra prossima alla definizione: stanno arrivando condanne una dietro l'altra, e nuove inchieste dall'aria non del tutto fumosa - come quella di Napoli sull'ex senatore Sergio De Gregorio che ammette di essere stato pagato per passare al centrodestra - procedono con rapidità.
Se, per innalzare una barricata ancora, al Cavaliere tocca di andare dritto e nella maniera più plateale dentro il conflitto d'interessi che è pesato così disastrosamente per l'intera Seconda repubblica, lui ci va senza battere ciglio. È la sua guerra, e non prevede prigionieri.
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Re: Come se ne viene fuori ?
Dell’uso del tradimento in politica.
Se i politici mentono, è o per debolezza, avendo comunque bisogno di garantirsi il consenso elettorale, o per disprezzo, ritenendo utili i voti, ma inutili gli elettori.
Hannah Arendt
Come inizia una guerra civile – 179
La cruna dell’ago – 145
La danza macabra dei nanetti continua senza sosta – 145
La lunga agonia della Repubblica italiana continua inarrestabile. Siamo all’ultimo atto? - 125
Cronaca di un affondamento annunciato - 125
In mezzo alla tempesta - 62
I giorni difficili della Repubblica italiana - 6
'La guerra dei 20 anni, Ruby ultimo atto'
B. si difende in prima serata su Canale5
Mediaset trasmette la controinchiesta sulle "cene eleganti". Domani la requisitoria di Ilda Boccassini che in aula chiederà di condannare Silvio Berlusconi per concussione e prostituzione minorile
Il fan: "Silvio innocente lo dice la tv"Le ragazze bunga bunga vittime silenti come quelle del racket
La migliore difesa è l'attacco e allora Silvio si fa confezionare dai volonterosi funzionari della sua Mediaset un programma in prima serata (guarda il video), messo in onda poche ore prima che Ilda Boccassini chieda la la sua condanna per concussione e prostituzione minorile. Racconta la sua versione, risponde alle accuse dei magistrati, valorizza le testimonianze favorevoli, rende incredibili quelle contrarie. Esibisce trasparenza, mostrando la sala da pranzo e la tavernetta del bunga-bunga. Insomma: come non credere a quest'uomo?
di Gianni Barbacetto
**
Caso Ruby: Berlusconi non risponde in tribunale, ma sulla tv di famiglia
Su Canale 5 in prima serata “La guerra dei vent’anni", uno speciale confezionato alla vigilia dalla sentenza del processo per concussione prostituzione minorile. Accuse, sostenute da testimonianze e intercettazioni telefoniche, che avrebbero affossato qualunque leader, ma non il Cavaliere. Che punta al sostegno dell'opinione pubblica e trova sempre qualcuno disposto a affidargli le chiavi del partito, del governo e del Paese
di Gianni Barbacetto | 12 maggio 2013
Un capo democristiano, un leader della Prima Repubblica, si sarebbe ritirato con vergogna, avrebbe opposto dei “non ricordo”, o avrebbe risposto imbarazzato con la bavetta alle labbra.
Lui no. Silvio Berlusconi riesce a ribattere punto su punto, sorridente, alla faccia del pudore e del buonsenso. Ha già constatato che funziona, gli italiani (anche se sempre meno) gli credono. Così continua. Anche sulla storia imbarazzante di ragazze minorenni che passano le notti ad Arcore. La migliore difesa è l’attacco e allora Silvio si fa confezionare dai volonterosi funzionari della sua Mediaset un programma in prima serata, messo in onda poche ore prima che Ilda Boccassini chieda la la sua condanna per concussione e prostituzione minorile. Racconta la sua versione, risponde alle accuse dei magistrati, valorizza le testimonianze favorevoli, rende incredibili quelle contrarie. Esibisce trasparenza, mostrando la sala da pranzo e la tavernetta del bunga-bunga.
Insomma: come non credere a quest’uomo? Nessun contraddittorio vero, nessun faccia a faccia con chi la storia la conosce davvero. La storia è un giallo addomesticato, con l’assassino (la magistrata rossa) svelato alla prima pagina. Alle domande più facili non risponde, anzi, non se le fa proprio fare. Per esempio: come mai passava sere e sere, compulsivamente, con decine di ragazze, alcune minorenni, alcune dal mestiere incerto? Come mai queste raccontavano al telefono di guerre tra loro per passare l’intera notte ad Arcore, dopo la “selezione” porno-soft del bunga-bunga, con l’obiettivo di avere soldi, più soldi, sempre soldi? Molti testimoni smentiscono: dicono sotto giuramento che erano solo “cene eleganti“. Peccato però che siano tutti a libro paga del signore di Arcore: ragazze, veline, subrettine, camerieri, pianisti, cantanti…
I pochi non pagati raccontano la squallida lascivia di un vecchio ricco e potente che trasforma la dimora del presidente del Consiglio in una succursale di serie B del Bagaglino e che, generoso, paga, paga, paga. “Più troie saremo, più bene ci vorrà“, cinguettavano al telefono: “Quel culo flaccido”. Perfino i suoi amici erano costernati: “Ha ragione Veronica, è proprio malato, continua con le feste come prima, invece di pensare ai problemi del paese”, dicevano al telefono Flavio Briatore e Daniela Santanchè. Sull’accusa più grave (la concussione), i volonterosi funzionari della disinformazione hanno vita perfino più facile: valorizzano le dichiarazioni dei funzionari vittime delle pressioni, nella notte in cui furono indotti a rilasciare una ragazza minorenne, senza documenti, in fuga da una comunità (è onestamente difficile ammettere di aver ceduto alle ripetute telefonate del capo del governo). E mettono invece la sordina sulle incontrovertibili dichiarazioni della magistrata che quella notte disse: “Sia tenuta in questura”, e stop.
Di fronte a un’evidenza così chiara e solare sui fatti neri delle notti di Arcore, chiunque si sarebbe arreso. Lui no. Ha mezzi che altri non hanno – soldi, tv – e soprattutto interlocutori, a destra e a sinistra, incredibilmente pronti a credergli o ad affidargli comunque le chiavi del partito, del governo, della nazione. Perché dunque non ne dovrebbe approfittare?
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/05 ... ia/591893/
Se i politici mentono, è o per debolezza, avendo comunque bisogno di garantirsi il consenso elettorale, o per disprezzo, ritenendo utili i voti, ma inutili gli elettori.
Hannah Arendt
Come inizia una guerra civile – 179
La cruna dell’ago – 145
La danza macabra dei nanetti continua senza sosta – 145
La lunga agonia della Repubblica italiana continua inarrestabile. Siamo all’ultimo atto? - 125
Cronaca di un affondamento annunciato - 125
In mezzo alla tempesta - 62
I giorni difficili della Repubblica italiana - 6
'La guerra dei 20 anni, Ruby ultimo atto'
B. si difende in prima serata su Canale5
Mediaset trasmette la controinchiesta sulle "cene eleganti". Domani la requisitoria di Ilda Boccassini che in aula chiederà di condannare Silvio Berlusconi per concussione e prostituzione minorile
Il fan: "Silvio innocente lo dice la tv"Le ragazze bunga bunga vittime silenti come quelle del racket
La migliore difesa è l'attacco e allora Silvio si fa confezionare dai volonterosi funzionari della sua Mediaset un programma in prima serata (guarda il video), messo in onda poche ore prima che Ilda Boccassini chieda la la sua condanna per concussione e prostituzione minorile. Racconta la sua versione, risponde alle accuse dei magistrati, valorizza le testimonianze favorevoli, rende incredibili quelle contrarie. Esibisce trasparenza, mostrando la sala da pranzo e la tavernetta del bunga-bunga. Insomma: come non credere a quest'uomo?
di Gianni Barbacetto
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Caso Ruby: Berlusconi non risponde in tribunale, ma sulla tv di famiglia
Su Canale 5 in prima serata “La guerra dei vent’anni", uno speciale confezionato alla vigilia dalla sentenza del processo per concussione prostituzione minorile. Accuse, sostenute da testimonianze e intercettazioni telefoniche, che avrebbero affossato qualunque leader, ma non il Cavaliere. Che punta al sostegno dell'opinione pubblica e trova sempre qualcuno disposto a affidargli le chiavi del partito, del governo e del Paese
di Gianni Barbacetto | 12 maggio 2013
Un capo democristiano, un leader della Prima Repubblica, si sarebbe ritirato con vergogna, avrebbe opposto dei “non ricordo”, o avrebbe risposto imbarazzato con la bavetta alle labbra.
Lui no. Silvio Berlusconi riesce a ribattere punto su punto, sorridente, alla faccia del pudore e del buonsenso. Ha già constatato che funziona, gli italiani (anche se sempre meno) gli credono. Così continua. Anche sulla storia imbarazzante di ragazze minorenni che passano le notti ad Arcore. La migliore difesa è l’attacco e allora Silvio si fa confezionare dai volonterosi funzionari della sua Mediaset un programma in prima serata, messo in onda poche ore prima che Ilda Boccassini chieda la la sua condanna per concussione e prostituzione minorile. Racconta la sua versione, risponde alle accuse dei magistrati, valorizza le testimonianze favorevoli, rende incredibili quelle contrarie. Esibisce trasparenza, mostrando la sala da pranzo e la tavernetta del bunga-bunga.
Insomma: come non credere a quest’uomo? Nessun contraddittorio vero, nessun faccia a faccia con chi la storia la conosce davvero. La storia è un giallo addomesticato, con l’assassino (la magistrata rossa) svelato alla prima pagina. Alle domande più facili non risponde, anzi, non se le fa proprio fare. Per esempio: come mai passava sere e sere, compulsivamente, con decine di ragazze, alcune minorenni, alcune dal mestiere incerto? Come mai queste raccontavano al telefono di guerre tra loro per passare l’intera notte ad Arcore, dopo la “selezione” porno-soft del bunga-bunga, con l’obiettivo di avere soldi, più soldi, sempre soldi? Molti testimoni smentiscono: dicono sotto giuramento che erano solo “cene eleganti“. Peccato però che siano tutti a libro paga del signore di Arcore: ragazze, veline, subrettine, camerieri, pianisti, cantanti…
I pochi non pagati raccontano la squallida lascivia di un vecchio ricco e potente che trasforma la dimora del presidente del Consiglio in una succursale di serie B del Bagaglino e che, generoso, paga, paga, paga. “Più troie saremo, più bene ci vorrà“, cinguettavano al telefono: “Quel culo flaccido”. Perfino i suoi amici erano costernati: “Ha ragione Veronica, è proprio malato, continua con le feste come prima, invece di pensare ai problemi del paese”, dicevano al telefono Flavio Briatore e Daniela Santanchè. Sull’accusa più grave (la concussione), i volonterosi funzionari della disinformazione hanno vita perfino più facile: valorizzano le dichiarazioni dei funzionari vittime delle pressioni, nella notte in cui furono indotti a rilasciare una ragazza minorenne, senza documenti, in fuga da una comunità (è onestamente difficile ammettere di aver ceduto alle ripetute telefonate del capo del governo). E mettono invece la sordina sulle incontrovertibili dichiarazioni della magistrata che quella notte disse: “Sia tenuta in questura”, e stop.
Di fronte a un’evidenza così chiara e solare sui fatti neri delle notti di Arcore, chiunque si sarebbe arreso. Lui no. Ha mezzi che altri non hanno – soldi, tv – e soprattutto interlocutori, a destra e a sinistra, incredibilmente pronti a credergli o ad affidargli comunque le chiavi del partito, del governo, della nazione. Perché dunque non ne dovrebbe approfittare?
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/05 ... ia/591893/
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Re: Come se ne viene fuori ?
Se i politici mentono, è o per debolezza, avendo comunque bisogno di garantirsi il consenso elettorale, o per disprezzo, ritenendo utili i voti, ma inutili gli elettori.
Hannah Arendt
Come inizia una guerra civile – 180
La cruna dell’ago – 146
La danza macabra dei nanetti continua senza sosta – 146
La lunga agonia della Repubblica italiana continua inarrestabile. Siamo all’ultimo atto? - 126
Cronaca di un affondamento annunciato - 126
In mezzo alla tempesta - 63
I giorni difficili della Repubblica italiana - 7
Processo Ruby, le bufale di Canale5 per proteggere Silvio Berlusconi
di Antonella Mascali |
12 maggio 2013Commenti (153)
Lui, Silvio Berlusconi, torna a lanciare la sfida ai magistrati da Brescia, la città dove avrebbe voluto far ripartire da zero i processi milanesi, ma la Cassazione gli ha dato un due di picche. Addirittura non si fa scrupolo di paragonarsi ad Enzo Tortora, condannato ingiustamente, e poi assolto.
La sua ammiraglia televisiva, Mediaset, fa la propaganda dura, mescolando mezze verità e menzogne. In prima serata manda in onda uno speciale che è tutto un programma “La guerra dei vent’anni di guerra. Ruby ultimo atto”: per dimostrare, a chi non può sapere, a chi non ha seguito i processi, che ’Il dottore’, come in tanti lo chiamano nelle sue aziende, è un perseguitato dai magistrati. Un capro espiatorio che le toghe rosse vogliono fermare.. Alla faccia della pacificazione.
Sei in: Il Fatto Quotidiano > Blog di Antonella Mascali > Processo Ruby, ...
Processo Ruby, le bufale di Canale5 per proteggere Silvio Berlusconi
di Antonella Mascali |
12 maggio 2013Commenti (153)
VIDEO
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/05 ... ni/591539/
Lui, Silvio Berlusconi, torna a lanciare la sfida ai magistrati da Brescia, la città dove avrebbe voluto far ripartire da zero i processi milanesi, ma la Cassazione gli ha dato un due di picche. Addirittura non si fa scrupolo di paragonarsi ad Enzo Tortora, condannato ingiustamente, e poi assolto.
La sua ammiraglia televisiva, Mediaset, fa la propaganda dura, mescolando mezze verità e menzogne. In prima serata manda in onda uno speciale che è tutto un programma “La guerra dei vent’anni di guerra. Ruby ultimo atto”: per dimostrare, a chi non può sapere, a chi non ha seguito i processi, che ’Il dottore’, come in tanti lo chiamano nelle sue aziende, è un perseguitato dai magistrati. Un capro espiatorio che le toghe rosse vogliono fermare.. Alla faccia della pacificazione.
Anche solo le sequenze del promo andato in onda per giorni hanno già raggiunto l’obiettivo: chi non è informato, chi crede, e ha sempre creduto, che Berlusconi è vittima della giustizia, rafforza questa convinzione. Lo vede davvero come una vittima della Giustizia. E’ ovvio che chi vuole conoscere i fatti , o li conosce già, si fa una grassa risata, o si infuria ( dipende dal carattere).
L’apertura non poteva essere che Ruby, davanti al palazzo di Giustizia di Milano, sconvolta dalla sofferenza “provocata dai magistrati” mentre dice di non aver mai avuto rapporti sessuali con Berlusconi. Va in onda anche un frammento della testimonianza al processo di Gorgia Iafrate, la funzionaria della questura di turno la notte del fermo di Ruby, il 27 maggio 2010: “Di fronte a l decidere se lasciare in una condizione non sicura la minore e di fronte al decidere di lasciare la minore a una consigliera regionale (Nicole Minetti, ndr) ho ritenuto opportuno fare la seconda cosa”. Chi, ascoltando solo quelle parole non le darebbe ragione?
Peccato che spetta al magistrato dare disposizioni e alle forze di polizia eseguirle. Peccato che non c’era nessuna condizione “non sicura”, era in Questura (sic!).
Peccato che –come hanno testimoniato poliziotti e la pm minorile Annamaria Fiorillo- la prassi per una minore fermata è che si affidi a una comunità, a un parente, o che venga trattenuta . Non a una estranea come la Minetti, che poi la scaricò a casa della prostituta Michelle (c’è scritto nel verbale firmato dalla polizia). Quella notte non c’era posto nelle comunità e quindi, ha testimoniato la pm Fiorillo al processo, diedi disposizione di trattenere la minore in Questura. “Non ho mai autorizzato l’affido a Nicole Minetti”.
Si dice che al processo ci sono “ vittime” anche se “dicono di non esserlo”. E’ vero, molte dicono di non esserlo, ma Canale 5 non dice che le stesse ragazze al processo, di fronte ai bonifici, hanno dovuto confermare di percepire da Berlusconi, imputato, 2500 euro al mese. Quanto sono attendibili? Non potevano mancare i numeri super gonfiati: “33 processi, 2500 udienze” ecce cc. A causa dei magistrati che vogliono a tutti i costi “il colpevole”.
I processi, però, sono 17. Solo grazie alle sue leggi ad personam, ex Cirielli e depenalizzazione del falso in bilancio in testa, Silvio Berlusconi da molti ne è uscito per prescrizione o perché il fatto non costituisce più reato.
Hannah Arendt
Come inizia una guerra civile – 180
La cruna dell’ago – 146
La danza macabra dei nanetti continua senza sosta – 146
La lunga agonia della Repubblica italiana continua inarrestabile. Siamo all’ultimo atto? - 126
Cronaca di un affondamento annunciato - 126
In mezzo alla tempesta - 63
I giorni difficili della Repubblica italiana - 7
Processo Ruby, le bufale di Canale5 per proteggere Silvio Berlusconi
di Antonella Mascali |
12 maggio 2013Commenti (153)
Lui, Silvio Berlusconi, torna a lanciare la sfida ai magistrati da Brescia, la città dove avrebbe voluto far ripartire da zero i processi milanesi, ma la Cassazione gli ha dato un due di picche. Addirittura non si fa scrupolo di paragonarsi ad Enzo Tortora, condannato ingiustamente, e poi assolto.
La sua ammiraglia televisiva, Mediaset, fa la propaganda dura, mescolando mezze verità e menzogne. In prima serata manda in onda uno speciale che è tutto un programma “La guerra dei vent’anni di guerra. Ruby ultimo atto”: per dimostrare, a chi non può sapere, a chi non ha seguito i processi, che ’Il dottore’, come in tanti lo chiamano nelle sue aziende, è un perseguitato dai magistrati. Un capro espiatorio che le toghe rosse vogliono fermare.. Alla faccia della pacificazione.
Sei in: Il Fatto Quotidiano > Blog di Antonella Mascali > Processo Ruby, ...
Processo Ruby, le bufale di Canale5 per proteggere Silvio Berlusconi
di Antonella Mascali |
12 maggio 2013Commenti (153)
VIDEO
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/05 ... ni/591539/
Lui, Silvio Berlusconi, torna a lanciare la sfida ai magistrati da Brescia, la città dove avrebbe voluto far ripartire da zero i processi milanesi, ma la Cassazione gli ha dato un due di picche. Addirittura non si fa scrupolo di paragonarsi ad Enzo Tortora, condannato ingiustamente, e poi assolto.
La sua ammiraglia televisiva, Mediaset, fa la propaganda dura, mescolando mezze verità e menzogne. In prima serata manda in onda uno speciale che è tutto un programma “La guerra dei vent’anni di guerra. Ruby ultimo atto”: per dimostrare, a chi non può sapere, a chi non ha seguito i processi, che ’Il dottore’, come in tanti lo chiamano nelle sue aziende, è un perseguitato dai magistrati. Un capro espiatorio che le toghe rosse vogliono fermare.. Alla faccia della pacificazione.
Anche solo le sequenze del promo andato in onda per giorni hanno già raggiunto l’obiettivo: chi non è informato, chi crede, e ha sempre creduto, che Berlusconi è vittima della giustizia, rafforza questa convinzione. Lo vede davvero come una vittima della Giustizia. E’ ovvio che chi vuole conoscere i fatti , o li conosce già, si fa una grassa risata, o si infuria ( dipende dal carattere).
L’apertura non poteva essere che Ruby, davanti al palazzo di Giustizia di Milano, sconvolta dalla sofferenza “provocata dai magistrati” mentre dice di non aver mai avuto rapporti sessuali con Berlusconi. Va in onda anche un frammento della testimonianza al processo di Gorgia Iafrate, la funzionaria della questura di turno la notte del fermo di Ruby, il 27 maggio 2010: “Di fronte a l decidere se lasciare in una condizione non sicura la minore e di fronte al decidere di lasciare la minore a una consigliera regionale (Nicole Minetti, ndr) ho ritenuto opportuno fare la seconda cosa”. Chi, ascoltando solo quelle parole non le darebbe ragione?
Peccato che spetta al magistrato dare disposizioni e alle forze di polizia eseguirle. Peccato che non c’era nessuna condizione “non sicura”, era in Questura (sic!).
Peccato che –come hanno testimoniato poliziotti e la pm minorile Annamaria Fiorillo- la prassi per una minore fermata è che si affidi a una comunità, a un parente, o che venga trattenuta . Non a una estranea come la Minetti, che poi la scaricò a casa della prostituta Michelle (c’è scritto nel verbale firmato dalla polizia). Quella notte non c’era posto nelle comunità e quindi, ha testimoniato la pm Fiorillo al processo, diedi disposizione di trattenere la minore in Questura. “Non ho mai autorizzato l’affido a Nicole Minetti”.
Si dice che al processo ci sono “ vittime” anche se “dicono di non esserlo”. E’ vero, molte dicono di non esserlo, ma Canale 5 non dice che le stesse ragazze al processo, di fronte ai bonifici, hanno dovuto confermare di percepire da Berlusconi, imputato, 2500 euro al mese. Quanto sono attendibili? Non potevano mancare i numeri super gonfiati: “33 processi, 2500 udienze” ecce cc. A causa dei magistrati che vogliono a tutti i costi “il colpevole”.
I processi, però, sono 17. Solo grazie alle sue leggi ad personam, ex Cirielli e depenalizzazione del falso in bilancio in testa, Silvio Berlusconi da molti ne è uscito per prescrizione o perché il fatto non costituisce più reato.
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Re: Come se ne viene fuori ?
Boh, mi appare una pagina biancapaolo11 ha scritto:Ciao peanuts.che ne pensi.peanuts ha scritto:Speriamo che nell'abbazia mangino tutti cibo avariato
Buffoni, ridicoli, ipocriti
http://www.beppegrillo.it/video_commenti.php
Ciao
Paolo11
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
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Re: Come se ne viene fuori ?
Se i politici mentono, è o per debolezza, avendo comunque bisogno di garantirsi il consenso elettorale, o per disprezzo, ritenendo utili i voti, ma inutili gli elettori.
Hannah Arendt
Come inizia una guerra civile – 181
La cruna dell’ago – 147
La danza macabra dei nanetti continua senza sosta – 147
La lunga agonia della Repubblica italiana continua inarrestabile. Siamo all’ultimo atto? - 127
Cronaca di un affondamento annunciato - 127
In mezzo alla tempesta - 64
I giorni difficili della Repubblica italiana - 8
Salutame a soreta…….
Negli ultimi 3 anni ho segnalato più volte che alla guida del Piddì, poteva starci solo e soltanto chi disponeva di un master in "domatore di leoni e di tigri". In pratica solo Darix Togni.
Ma dopo aver letto il reportage di Antonello Caporale e l’articolo di Damilano sull’Espresso, dove emerge che la polverizzazione e la frantumazione del Piddì è tale che neppure baffone Stalin, sarebbe in grado di raddrizzarlo.
Qualcuno ieri e l’altro ieri ha evocato il ritorno di un nuovo Togliatti. Niente da fare ancora troppo tenerello per le macerie fumanti del Piddì.
Capi, capini, capetti, caponi, e ras di ogni sorta dominano i vari strati della piramide.
I vertici del Pd, come sempre in modo irresponsabile si vantano di essere un partito senza padroni.
Alla faccia del bicarbonato di sodio. Si vedono i risultati di un’anarchia tremenda.
A 68 anni dalla morte di Benito Mussolini, si registra che ha ancora ragione lui su questo punto:
“Governare gli italiani non è impossibile,…è inutile”
Dal vecchio forum:
Abbiamo sufficienti problemi per capire che a noi (volontari di CentroSinistra) è dato mandato di occuparci del PD attraverso il Segretario eletto da una congrua maggioranza (pur mancando una parte non piccola di delegati).
Ce ne occuperemo, con disciplina ma in libertà di pensiero, ... senza occuparlo e al fianco di Epifani.
Ascoltare tutti è tipico di noi Ulivisti ma senza farsi distogliere dai mille rivoli, perversi e no, che caratterizzano la vita socio-politica del CentroSinistra e tendono a farci deviare dalla "retta" via verso il governo dell'Italia.
Il PD deve rinascere con il contributo di tutti.
Tutti, da dentro il PD, si deve lavorare in libertà ma con lealtà e senza sotterfugi o ipocrisie velate.
Il PD deve fare da solo senza portarsi addosso parassiti e astute sanguisughe che lo indeboliscono e lo sfruttano per interessi di parte.
Prima rinasce il PD, prima si potrà discutere di federarsi o allearsi con altre realtà degne di affiancarci. Ma il timone verso la rotta del governo di CentroSinistra lo regge il PD.
Alcuni mi chiedono: ma se il PD si orienta soltanto verso Sinistra?
Penso sia libero di farlo, se la maggioranza lo vuole!
In quel caso ci conteremo ... o si conteranno.
Sta a ognuno di noi deciderlo LEALMENTE.
ciaooooooooo
Salutateme a soreta……………..
Hannah Arendt
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Salutame a soreta…….
Negli ultimi 3 anni ho segnalato più volte che alla guida del Piddì, poteva starci solo e soltanto chi disponeva di un master in "domatore di leoni e di tigri". In pratica solo Darix Togni.
Ma dopo aver letto il reportage di Antonello Caporale e l’articolo di Damilano sull’Espresso, dove emerge che la polverizzazione e la frantumazione del Piddì è tale che neppure baffone Stalin, sarebbe in grado di raddrizzarlo.
Qualcuno ieri e l’altro ieri ha evocato il ritorno di un nuovo Togliatti. Niente da fare ancora troppo tenerello per le macerie fumanti del Piddì.
Capi, capini, capetti, caponi, e ras di ogni sorta dominano i vari strati della piramide.
I vertici del Pd, come sempre in modo irresponsabile si vantano di essere un partito senza padroni.
Alla faccia del bicarbonato di sodio. Si vedono i risultati di un’anarchia tremenda.
A 68 anni dalla morte di Benito Mussolini, si registra che ha ancora ragione lui su questo punto:
“Governare gli italiani non è impossibile,…è inutile”
Dal vecchio forum:
Abbiamo sufficienti problemi per capire che a noi (volontari di CentroSinistra) è dato mandato di occuparci del PD attraverso il Segretario eletto da una congrua maggioranza (pur mancando una parte non piccola di delegati).
Ce ne occuperemo, con disciplina ma in libertà di pensiero, ... senza occuparlo e al fianco di Epifani.
Ascoltare tutti è tipico di noi Ulivisti ma senza farsi distogliere dai mille rivoli, perversi e no, che caratterizzano la vita socio-politica del CentroSinistra e tendono a farci deviare dalla "retta" via verso il governo dell'Italia.
Il PD deve rinascere con il contributo di tutti.
Tutti, da dentro il PD, si deve lavorare in libertà ma con lealtà e senza sotterfugi o ipocrisie velate.
Il PD deve fare da solo senza portarsi addosso parassiti e astute sanguisughe che lo indeboliscono e lo sfruttano per interessi di parte.
Prima rinasce il PD, prima si potrà discutere di federarsi o allearsi con altre realtà degne di affiancarci. Ma il timone verso la rotta del governo di CentroSinistra lo regge il PD.
Alcuni mi chiedono: ma se il PD si orienta soltanto verso Sinistra?
Penso sia libero di farlo, se la maggioranza lo vuole!
In quel caso ci conteremo ... o si conteranno.
Sta a ognuno di noi deciderlo LEALMENTE.
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Salutateme a soreta……………..
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Re: Come se ne viene fuori ?
Se i politici mentono, è o per debolezza, avendo comunque bisogno di garantirsi il consenso elettorale, o per disprezzo, ritenendo utili i voti, ma inutili gli elettori.
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I giorni difficili della Repubblica italiana - 9
Il Pd resta in coma fino a ottobre
di Luca Sappino
Il congresso non arriverà prima dell'autunno. Nel frattempo il partito si affida al traghettatore Epifani con il compito di tenere buona la base mentre si appoggia il governo Letta-Alfano. E intanto i renziani vengono cooptati alla dirigenza con l'organizzazione delle prossime primarie affidata a un uomo del sindaco di Firenze(11 maggio 2013)L'elezione di Epifani riesce senza sorprese, «perché questa volta le correnti si sono messe tutte d'accordo». E se Anna Finocchiaro parla di un «giudizio profondamento ingiusto, soprattutto rispetto al valore della candidatura di Epifani», Anna Paola Concia è convinta («Ma se sono proprio loro, sui giornali, a dire che hanno trovato l'accordo», replica) e come lei sono convinti Pippo Civati e, evidentemente, quel 15% di presenti che ha votato scheda bianca o nulla. Non sono troppi, ma abbastanza sì.
Abbastanza per ricordare a tutti che la pace nel Pd è provvisoria e i conti sono tutti ancora da regolare. Non a caso non c'è nessuno, tranne il presidente del consiglio («Oggi per il governo arriva una bella notizia con l'elezione di un segretario senza aggettivi», ha detto Letta), che a Epifani si rivolga come a un segretario vero e proprio. Il compito del nuovo leader è infatti noto e Goffredo Bettini, mentre diligente fa la fila al seggio per votare, lo dice senza fronzoli: «E' un buon traghettatore, ma solo quello, sia chiaro». Per il resto c'è il congresso - da convocare a ottobre -, ci sono le primarie e la segreteria da comporre. Il posto più ambito è quello del fido bersaniano Nico Stumpo, da dove si gestiscono le primarie, destinato ora a un uomo di Renzi. «Le cariche sono nella disponibilità del segretario», dice senza colpo ferire l'uscente.
Tutti d'accordo su Epifani, e tutti d'accordo sul governo. «Non è argomento di discussione», aveva previsto dalla presidenza dell'assemblea Ivan Scalfarotto, e così è stato. Escluso Civati, al solito, e un solitario Andrea Ranieri, delegato ligure: «Scusate - si chiede malinconico - ma che fine hanno fatto gli otto punti di Bersani?». Una prima risposta la si trova nell'intervento (uno dei pochi con tratti programmatici, com'è giusto per uno che è già in piena corsa per la successione) di Gianni Cuperlo: «Noi abbiamo tentato la strada del governo Bersani, ma altri l'hanno sciupata». Anche Stefano Fassina, circondato dai militanti di OccupyPd, risponde in maniera simile: «Questo governo era necessario», ovvero «Abbiamo dovuto fare questo governo». «No! - è però la replica di un OccupyPd molto arrabbiato - Avete "voluto", non dovuto!».
La posizione che pare prevalere, però, anche nel presidio dei militanti, è quella professata dai dirigenti. Ludovica Cioria, la rappresentate di OccupyPd a cui è stato concesso (dopo lunghe trattative e la mediazione di Concia e Civati) un breve intervento, scesa dal palco infatti chiarisce: «Viviamo questo governo con difficoltà e non potrebbe essere altrimenti, ma sappiamo che un governo serviva e ci auguriamo semplicemente che si facciano le cose che serve e poi via, veloci al voto». Ma è proprio la convinzione che «le cose che servono» si possano fare anche col Pdl, a mandare su tutte le furie Michele Emiliano. Il sindaco di Bari si aggira per la Fiera di Roma ripetendo come un disco rotto le sue ragioni: «Non sei più di sinistra se le cose di sinistra ti limiti a dirle».
Un buon sunto della giornata è lo scambio a distanza tra Renzi e Cuperlo. Il sindaco di Firenze nel suo intervento ha ripetuto l'ultima efficace battuta del suo repertorio: «Se non conquistiamo i voti dei delusi di centrodestra, finisce che ci ritroviamo i ministri di centrodestra». «A Renzi dico - ha replicato Cuperlo - che non è annacquando la propria identità, anche radicale, che si conquistano nuovi elettori». Nessuno però si illuda: finita la pace, il tema non sarà, ancora una volta, se il partito deve andare più a sinistra oppure insistere sul profilo governista. E' lo stesso Cuperlo a precisare: «Non si tratta di fare un Pd più piccolo e più di sinistra. Si tratta, è certo, di farlo più open, più trasparente, più comunitario». E gli OccupyPd sono contenti cosi: «Vogliamo un congresso vero, un congresso aperto» è il loro cavallo di battaglia. I dirigenti l'hanno promesso, li hanno pure fatti parlare, e neanche la dichiarazione di Finocchiaro gli fa venire qualche dubbio: «Può un congresso non essere aperto?», si chiede retorica la senatrice. Ovviamente no
Hannah Arendt
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Il Pd resta in coma fino a ottobre
di Luca Sappino
Il congresso non arriverà prima dell'autunno. Nel frattempo il partito si affida al traghettatore Epifani con il compito di tenere buona la base mentre si appoggia il governo Letta-Alfano. E intanto i renziani vengono cooptati alla dirigenza con l'organizzazione delle prossime primarie affidata a un uomo del sindaco di Firenze(11 maggio 2013)L'elezione di Epifani riesce senza sorprese, «perché questa volta le correnti si sono messe tutte d'accordo». E se Anna Finocchiaro parla di un «giudizio profondamento ingiusto, soprattutto rispetto al valore della candidatura di Epifani», Anna Paola Concia è convinta («Ma se sono proprio loro, sui giornali, a dire che hanno trovato l'accordo», replica) e come lei sono convinti Pippo Civati e, evidentemente, quel 15% di presenti che ha votato scheda bianca o nulla. Non sono troppi, ma abbastanza sì.
Abbastanza per ricordare a tutti che la pace nel Pd è provvisoria e i conti sono tutti ancora da regolare. Non a caso non c'è nessuno, tranne il presidente del consiglio («Oggi per il governo arriva una bella notizia con l'elezione di un segretario senza aggettivi», ha detto Letta), che a Epifani si rivolga come a un segretario vero e proprio. Il compito del nuovo leader è infatti noto e Goffredo Bettini, mentre diligente fa la fila al seggio per votare, lo dice senza fronzoli: «E' un buon traghettatore, ma solo quello, sia chiaro». Per il resto c'è il congresso - da convocare a ottobre -, ci sono le primarie e la segreteria da comporre. Il posto più ambito è quello del fido bersaniano Nico Stumpo, da dove si gestiscono le primarie, destinato ora a un uomo di Renzi. «Le cariche sono nella disponibilità del segretario», dice senza colpo ferire l'uscente.
Tutti d'accordo su Epifani, e tutti d'accordo sul governo. «Non è argomento di discussione», aveva previsto dalla presidenza dell'assemblea Ivan Scalfarotto, e così è stato. Escluso Civati, al solito, e un solitario Andrea Ranieri, delegato ligure: «Scusate - si chiede malinconico - ma che fine hanno fatto gli otto punti di Bersani?». Una prima risposta la si trova nell'intervento (uno dei pochi con tratti programmatici, com'è giusto per uno che è già in piena corsa per la successione) di Gianni Cuperlo: «Noi abbiamo tentato la strada del governo Bersani, ma altri l'hanno sciupata». Anche Stefano Fassina, circondato dai militanti di OccupyPd, risponde in maniera simile: «Questo governo era necessario», ovvero «Abbiamo dovuto fare questo governo». «No! - è però la replica di un OccupyPd molto arrabbiato - Avete "voluto", non dovuto!».
La posizione che pare prevalere, però, anche nel presidio dei militanti, è quella professata dai dirigenti. Ludovica Cioria, la rappresentate di OccupyPd a cui è stato concesso (dopo lunghe trattative e la mediazione di Concia e Civati) un breve intervento, scesa dal palco infatti chiarisce: «Viviamo questo governo con difficoltà e non potrebbe essere altrimenti, ma sappiamo che un governo serviva e ci auguriamo semplicemente che si facciano le cose che serve e poi via, veloci al voto». Ma è proprio la convinzione che «le cose che servono» si possano fare anche col Pdl, a mandare su tutte le furie Michele Emiliano. Il sindaco di Bari si aggira per la Fiera di Roma ripetendo come un disco rotto le sue ragioni: «Non sei più di sinistra se le cose di sinistra ti limiti a dirle».
Un buon sunto della giornata è lo scambio a distanza tra Renzi e Cuperlo. Il sindaco di Firenze nel suo intervento ha ripetuto l'ultima efficace battuta del suo repertorio: «Se non conquistiamo i voti dei delusi di centrodestra, finisce che ci ritroviamo i ministri di centrodestra». «A Renzi dico - ha replicato Cuperlo - che non è annacquando la propria identità, anche radicale, che si conquistano nuovi elettori». Nessuno però si illuda: finita la pace, il tema non sarà, ancora una volta, se il partito deve andare più a sinistra oppure insistere sul profilo governista. E' lo stesso Cuperlo a precisare: «Non si tratta di fare un Pd più piccolo e più di sinistra. Si tratta, è certo, di farlo più open, più trasparente, più comunitario». E gli OccupyPd sono contenti cosi: «Vogliamo un congresso vero, un congresso aperto» è il loro cavallo di battaglia. I dirigenti l'hanno promesso, li hanno pure fatti parlare, e neanche la dichiarazione di Finocchiaro gli fa venire qualche dubbio: «Può un congresso non essere aperto?», si chiede retorica la senatrice. Ovviamente no
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Re: Come se ne viene fuori ?
Se i politici mentono, è o per debolezza, avendo comunque bisogno di garantirsi il consenso elettorale, o per disprezzo, ritenendo utili i voti, ma inutili gli elettori.
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Come inizia una guerra civile – 183
La cruna dell’ago – 149
La danza macabra dei nanetti continua senza sosta – 149
La lunga agonia della Repubblica italiana continua inarrestabile. Siamo all’ultimo atto? - 129
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I giorni difficili della Repubblica italiana - 10
Casta
E Finocchiaro ci ricasca alla Sma
di Lia Quilic
In un supermercato di Roma la senatrice ha usato la scorta per farsi imbustare e pesare la spesa. Gli agenti hanno impedito ai passanti di fare foto. Un'incredibile recidiva, dopo il caso Ikea(10 maggio 2013)La berlina della Finocchiaro (dietro la Smart) in uscita dal supermercato di piazza Pio XI a Roma, giovedì pomeriggioBollò come «miserabile» l'attacco di Matteo Renzi che l'aveva definita inadatta a sedere al Quirinale in quanto «la ricordiamo per la splendida spesa all'Ikea con il carrello umano».
Eppure, incredibile a dirsi, Anna Finocchiaro all'abitudine al carrello umano non ha rinunciato.
Non del tutto almeno: ora son buste e banane. Insomma, la neo presidente della commissione Affari costituzionali del Senato, in predicato per gestire in Parlamento le riforme una volta naufragata l'idea della Convenzione, ma pure tra i possibili reggenti del Pd allo sbando, continua a farsi aiutare dagli uomini della scorta per spicciare faccende private.
Reclutare buste della spesa e tastare e pesare la frutta, per esempio.
E' accaduto, intorno alle sette di giovedì sera, al supermercato Sma di piazza Pio XI, zona Aurelia, non lontano dall'abitazione della ex magistrato catanese.
Un uomo della scorta fuori, accanto alla macchina di servizio, lei dentro, sorridente e rilassata, in vestitino nero e giacca rossa, insieme con gli altri due. Gentilissimi e servizievoli, nell'andare a reclutare le buste marroni della Sma, ma anche quelle in plastica trasparente e leggera che servono per imbustare frutta e verdura.
Graziosi, nell'aiutarla a scegliere e pesare delle banane. Ma prontissimi, pur sotto l'occhio delle telecamere del supermercato, a intercettare chiunque estraesse un telefonino per tentare di scattare delle foto, domandando con fare inquisitorio "che sta facendo, lei?".
S'è fatta insomma più guardinga, la Finocchiaro, dopo quelle immagini all'Ikea e l'esagerato polverone che ne seguì. Non abbastanza tuttavia da rompere i fili della familiarità con la scorta.
http://espresso.repubblica.it/dettaglio ... ma/2206703
Hannah Arendt
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Casta
E Finocchiaro ci ricasca alla Sma
di Lia Quilic
In un supermercato di Roma la senatrice ha usato la scorta per farsi imbustare e pesare la spesa. Gli agenti hanno impedito ai passanti di fare foto. Un'incredibile recidiva, dopo il caso Ikea(10 maggio 2013)La berlina della Finocchiaro (dietro la Smart) in uscita dal supermercato di piazza Pio XI a Roma, giovedì pomeriggioBollò come «miserabile» l'attacco di Matteo Renzi che l'aveva definita inadatta a sedere al Quirinale in quanto «la ricordiamo per la splendida spesa all'Ikea con il carrello umano».
Eppure, incredibile a dirsi, Anna Finocchiaro all'abitudine al carrello umano non ha rinunciato.
Non del tutto almeno: ora son buste e banane. Insomma, la neo presidente della commissione Affari costituzionali del Senato, in predicato per gestire in Parlamento le riforme una volta naufragata l'idea della Convenzione, ma pure tra i possibili reggenti del Pd allo sbando, continua a farsi aiutare dagli uomini della scorta per spicciare faccende private.
Reclutare buste della spesa e tastare e pesare la frutta, per esempio.
E' accaduto, intorno alle sette di giovedì sera, al supermercato Sma di piazza Pio XI, zona Aurelia, non lontano dall'abitazione della ex magistrato catanese.
Un uomo della scorta fuori, accanto alla macchina di servizio, lei dentro, sorridente e rilassata, in vestitino nero e giacca rossa, insieme con gli altri due. Gentilissimi e servizievoli, nell'andare a reclutare le buste marroni della Sma, ma anche quelle in plastica trasparente e leggera che servono per imbustare frutta e verdura.
Graziosi, nell'aiutarla a scegliere e pesare delle banane. Ma prontissimi, pur sotto l'occhio delle telecamere del supermercato, a intercettare chiunque estraesse un telefonino per tentare di scattare delle foto, domandando con fare inquisitorio "che sta facendo, lei?".
S'è fatta insomma più guardinga, la Finocchiaro, dopo quelle immagini all'Ikea e l'esagerato polverone che ne seguì. Non abbastanza tuttavia da rompere i fili della familiarità con la scorta.
http://espresso.repubblica.it/dettaglio ... ma/2206703
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Re: Come se ne viene fuori ?
Paolo, che aveva detto Grillo nel video che non si vede (almeno sul mio pc)?
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
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Re: Come se ne viene fuori ?
Se i politici mentono, è o per debolezza, avendo comunque bisogno di garantirsi il consenso elettorale, o per disprezzo, ritenendo utili i voti, ma inutili gli elettori.
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I giorni difficili della Repubblica italiana - 11
Il fascismo non muore mai
A rigor di logica avrebbe senso che nel Paese che ha generato il fascismo e i fascismi, in tutta Europa e nel mondo, il fascismo potesse sparire dopo 68 anni dalla sua sconfitta?
La logica ci dice no, ma, purtroppo, anche la pratica.
Ha dichiarato a suo tempo Gianfranco Fini: <<I miei vedono in B. il duce…>>
A differenza dei suoi ex colonnelli che vantano un curricula da picchiatori fascisti quando era di moda da giovani fare i picchiatori, Fini ha un'altra storia.
Ma i fascisti doc, che fanno una fatica tremenda a farsi passare per “democratici”, sono incontenibili quando devono difendere il loro duce.
Non è un caso che l’erede più titolata a rappresentare la storia patria del bel tempo che fu, sia un’accanita sostenitrice del duce di Hardcore.
Forse perché ci vede la reincarnazione di suo nonno, il Duce originale, il Cavalierissimo di Predappio?
Uno dei principi fondamentali del fascismo è la “menzogna”.
Non che nelle “democrazie” la menzogna non faccia parte del bagaglio culturale appresso del politico, lo abbiamo appena vista sabato scorso all’Assemblea dei defunti.
Tutte le dittature si fondano sulla menzogna. E’ il cemento che le sorregge. Dalla dittatura sovietica , a quelle dei Paesi, sudamericani di Pinochet, di Videla, del Paraguay, alla dittatura siriana di Assad, a quella di Saddam, a quella del colonnello Gheddafi, a quella di Teheran, e via discorrendo.
Da noi, la seconda Repubblica, si è trasformata in una dittatura nascosta grazie all’accettazione passiva della stragrande maggioranza degli italiani. Soprattutto da parte di quella classe politica che si spaccia di sinistra a cui basta fare professione di fede riempendosi la bocca il 25 aprile di ogni anno, per poi accordarsi con il ducione per tutti i restanti 364 giorni dell’anno.
La manifestazione dentro il Tribunale di Milano e quella di sabato scorso a Brescia sono due classiche manifestazioni squadristiche che hanno riscontrato per le solite ragioni di opportunità reazioni tiepide da quello che a chiacchiere si autodefinisce il mondo antifascista.
Ieri, perfino una gatta morta piegata al potere come Vietti, in qualità di vice presidente del Csm ha sentito il dovere di dover intervenire contro l’attacco squadristico del ducione di Hardcore.
Scrive stamani IFQ, in un trafiletto dedicato:
Napolitano si nasconde dietro Vietti.
Infatti, spettava a lui in qualità di primo garante della Costituzione intervenire contro i rigurgiti fascisti.
Sappiamo bene perché non lo ha fatto.
Non sorprende neppure la difesa squadristica di Sallusti ad In Onda di sabato sera.
Come non sorprende la difesa squadristica del solito Gas parri, stamani ad Agorà.
Stanno dominando sempre loro negli ultimi vent’anni grazie anche alla furba impostazione di Licio Gelli, e del suo Piano di rinascita democratica.
Dopo una serie di tentativi di colpo di Stato falliti, a partire dal 1964 con il generale dei Carabinieri De Lorenzo, con il noto “Piano Solo”, la destra fascista e massonica mai doma, ha capito che non era necessario una seconda marcia su Roma o un colpo di Stato, strumento classico dell’’800 e del ‘900, bastava controllare le menti con gli strumenti messi a disposizione dalla tecnologia.
Il duce di Hardcore a causa dei suoi noti problemi con la magistratura è stato un ottimo strumento per realizzare la normalizzazione del” Piano di rinascita democratica”.
Anche il titolo del programma si presta ad ingannare i soliti merli fessi che abboccano sempre.
Hannah Arendt
Come inizia una guerra civile – 184
La cruna dell’ago – 150
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La lunga agonia della Repubblica italiana continua inarrestabile. Siamo all’ultimo atto? - 130
Cronaca di un affondamento annunciato - 130
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I giorni difficili della Repubblica italiana - 11
Il fascismo non muore mai
A rigor di logica avrebbe senso che nel Paese che ha generato il fascismo e i fascismi, in tutta Europa e nel mondo, il fascismo potesse sparire dopo 68 anni dalla sua sconfitta?
La logica ci dice no, ma, purtroppo, anche la pratica.
Ha dichiarato a suo tempo Gianfranco Fini: <<I miei vedono in B. il duce…>>
A differenza dei suoi ex colonnelli che vantano un curricula da picchiatori fascisti quando era di moda da giovani fare i picchiatori, Fini ha un'altra storia.
Ma i fascisti doc, che fanno una fatica tremenda a farsi passare per “democratici”, sono incontenibili quando devono difendere il loro duce.
Non è un caso che l’erede più titolata a rappresentare la storia patria del bel tempo che fu, sia un’accanita sostenitrice del duce di Hardcore.
Forse perché ci vede la reincarnazione di suo nonno, il Duce originale, il Cavalierissimo di Predappio?
Uno dei principi fondamentali del fascismo è la “menzogna”.
Non che nelle “democrazie” la menzogna non faccia parte del bagaglio culturale appresso del politico, lo abbiamo appena vista sabato scorso all’Assemblea dei defunti.
Tutte le dittature si fondano sulla menzogna. E’ il cemento che le sorregge. Dalla dittatura sovietica , a quelle dei Paesi, sudamericani di Pinochet, di Videla, del Paraguay, alla dittatura siriana di Assad, a quella di Saddam, a quella del colonnello Gheddafi, a quella di Teheran, e via discorrendo.
Da noi, la seconda Repubblica, si è trasformata in una dittatura nascosta grazie all’accettazione passiva della stragrande maggioranza degli italiani. Soprattutto da parte di quella classe politica che si spaccia di sinistra a cui basta fare professione di fede riempendosi la bocca il 25 aprile di ogni anno, per poi accordarsi con il ducione per tutti i restanti 364 giorni dell’anno.
La manifestazione dentro il Tribunale di Milano e quella di sabato scorso a Brescia sono due classiche manifestazioni squadristiche che hanno riscontrato per le solite ragioni di opportunità reazioni tiepide da quello che a chiacchiere si autodefinisce il mondo antifascista.
Ieri, perfino una gatta morta piegata al potere come Vietti, in qualità di vice presidente del Csm ha sentito il dovere di dover intervenire contro l’attacco squadristico del ducione di Hardcore.
Scrive stamani IFQ, in un trafiletto dedicato:
Napolitano si nasconde dietro Vietti.
Infatti, spettava a lui in qualità di primo garante della Costituzione intervenire contro i rigurgiti fascisti.
Sappiamo bene perché non lo ha fatto.
Non sorprende neppure la difesa squadristica di Sallusti ad In Onda di sabato sera.
Come non sorprende la difesa squadristica del solito Gas parri, stamani ad Agorà.
Stanno dominando sempre loro negli ultimi vent’anni grazie anche alla furba impostazione di Licio Gelli, e del suo Piano di rinascita democratica.
Dopo una serie di tentativi di colpo di Stato falliti, a partire dal 1964 con il generale dei Carabinieri De Lorenzo, con il noto “Piano Solo”, la destra fascista e massonica mai doma, ha capito che non era necessario una seconda marcia su Roma o un colpo di Stato, strumento classico dell’’800 e del ‘900, bastava controllare le menti con gli strumenti messi a disposizione dalla tecnologia.
Il duce di Hardcore a causa dei suoi noti problemi con la magistratura è stato un ottimo strumento per realizzare la normalizzazione del” Piano di rinascita democratica”.
Anche il titolo del programma si presta ad ingannare i soliti merli fessi che abboccano sempre.
Ultima modifica di camillobenso il 13/05/2013, 14:32, modificato 3 volte in totale.
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Re: Come se ne viene fuori ?
Caro peanuts.Nonho guardato.Sono preoccupato per mio nipote che ha subito incitente con il Kart a Sarno.peanuts ha scritto:Paolo, che aveva detto Grillo nel video che non si vede (almeno sul mio pc)?
http://www.vroomkart.it/news/13818/tomm ... ella-milza
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Ciao
Paolo11
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