mariok ha scritto:Non so se i poteri forti abbiano scelto Letta per far fuori il caimano.Il tentativo dei poteri forti, è quello di rifare la Dc attraverso Enrico Letta.
Eliminata la sinistra ora si tratta di riuscire a fare fuori il Caimano, l’unico ostacolo rimasto alla riunificazione della Dc.
Se Letta nipote resiste e riesce a sconfiggere il Caimano il gioco è fatto.
Altrimenti dovranno pensare a qualcosa d’altro, come intermediario per gestire il potere.
Se è così, pare che abbiano proprio sbagliato cavallo. Intanto lo sta rafforzando.
Risposta in condominio anche per Amà e peanuts.
I poteri forti del 1922, oltre a quelli sunnominati, erano rappresentati anche dagli agrari. La mafia condizionava da quasi 40 anni il Parlamento, ma non era considerata un potere forte.
Con lo sfondamento della linea Gotica nel settembre del 1944, fu chiaro ai poteri forti che il fascismo aveva i giorni contati.
Benito Mussolini portato al potere nel 1922, venne pertanto abbandonato al suo destino perché non serviva più, anche se in casa Agnelli si continuava a finanziare contemporaneamente la Repubblica di Salò e formazioni partigiane del CLN.
Infatti, sette mesi dopo finirà a Piazzale Loreto.
Silvio Berlusconi, che era stato scelto come referente di tutti i poteri forti nel 1994, cade il 12 novembre del 2011.
La Confindustria a guida Marcegaglia, lo aveva abbondato già dal febbraio precedente. Gelli, ramo massoneria deviata lo aveva abbandonato in precedenza. Anche il Vaticano Spa lo abbandona perché ritenuto perdente e non più un cavallo giusto su cui puntare. Da qui la doglianza caimana sul merito: <<Con tutti quei soldi che gli ho dato……….>>.
Ad eccezione della Mafie SpA, di cui non abbiamo notizie in merito, SB viene abbandonato al suo destino esattamente come è stato fatto in precedenza per Mussolini nel 1944.
In precedenza, nel quasi ventennio si afferma a livello internazionale una nuova forma di potere forte, Bildelberg e la Triraletare.
Dopo la rinuncia del Pd ad assumersi le responsabilità di governo (non era ancora stato definito il quadro della spartizione delle poltrone, fatto che avverrà puntualmente 6 mesi più tardi) viene fatta non a caso la scelta su Monti, referente Bildelberg, referente Trilaterale, referente Goldman Sachs.
(http://www.ilpost.it/2011/11/14/monti-b ... ilaterale/)
(http://it.wikipedia.org/wiki/Goldman_Sachs. - vedi note)
Per amor di cronaca, il nome di Monti al posto del Caimano circolava già da mesi. Un mese prima dell’incarico Lilli Gruber invita Monti a Otto e mezzo e in chiusura di trasmissione gli pone la classica domanda:
<<Professore,..se lei dovesse diventare premier, cosa farebbe tra i primi atti?>>
- Darei un dispiacere alla sinistra con la riforma sulle pensioni e darei un dispiacere alla destra con la patrimoniale.
Durante i primi mesi del suo mandato, Monti serve con onore i sui referenti ma non lo Stato italiano.
Intervistato più volte sul tema, il Preside della Bocconi ribadisce con estrema fermezza che non scenderà MAI in politica. Monti ha ben chiaro cosa gli avevano chiesto i suoi mandatari, e quindi ha sempre ritenuto fermo l’impegno a lasciare la politica a fine incarico.
Una valutazione fatta con una logica di ferro.
“Mi chiamate per fottere la stragrande maggioranza degli italiani che lavora, non potete pretendere poi che mi presenti alle elezioni dopo averli fottuti”.
In questo caso, dal suo punto di vista Monti aveva completamente ragione e tutto è stato dimostrato con il flop del 26 febbraio u.s.
Ma i mesi passano e i poteri forti non trovano il sostituto adatto di Monti.
Sono quindi costretti a forzare la volontà del Professore obbligandolo a scendere nell’agone politico.
Alla fine verrà battuto e il disegno dei poteri forti farà flop per la prima volta in cent’anni.
Il teatrino della politica manda in onda successivamente la tragicommedia di Bersani, ma nello stesso tempo lavora dietro le quinte per rimediare al tremendo flop.
Il flop, occorre ricordarlo, prevedeva la saldatura del primo spezzone del ricongiungimento della Dc.
Il Pd è stato trasformato negli anni in un mix democristiano in cui ci sta dentro la Dc del terzo millennio.
La linea dettata da Dalemoni e dagli ex Dc piddini negli ultimi due anni è chiara e netta e senza equivoci.
Riunirsi con la destra moderata di Casini.
“”La XVII legislatura sarà caratterizzata dall’alleanza tra progressisti e moderati.””
Il 24 dicembre 2012 Monti annuncia la sua discesa in campo.
Nelle file Pd nei primi giorni regna lo sconcerto, i disegni della sinistra Dc di dominare sulla destra minoritaria di Casini vanno completamente in fumo.
Ma nello stesso tempo comprendono molto bene cosa significa quella mossa del rimangiarsi la parola da parte di Monti.
I poteri forti non intendono fare dominare la situazione alla sinistra Dc e quindi gli contrappongono Monti, perché Casini è troppo debole. Lo confermerà in forma indiretta ad In Onda lo stesso Casini.
Alla fine il Pd ingoia il rospo Monti e riparte con l’alleanza.
Quel disegno farà flop alla prova delle urne.
Per i poteri forti occorre un rimedio rapido e la scelta cade su un loro uomo fedele, Enrico Letta, anche se sono ben consapevoli che Letta nipote sia un’autentica sverza.
Ma però è garantito da una figura forte, il conte zio.
Bersani e i grillini non sarebbe mai stati accettati da King George, neppure con un’appoggio esplicito del M5S.
Il disegno della riunificazione della Dc deve andare avanti a tutti i costi.
L’occasione di inglobare anche la destra berlusconiana è una tentazione più che forte.
La fotografia del governo richiama in molti l’idea dei giovani Dc del 1991, non solo da parte di Calogero Mannino.
A loro, alla destra Pdl, occorre fare comprendere che se abbandonano il capo, nella nuova Dc, hanno migliori possibilità di carriera, e loro sono lì in politica solo e soltanto per questo motivo.
Tra i vari motivi, il raduno all’abbazzia di Spineto ha anche questo recondito motivo. Far comprendere che si sta meglio dalla parte della nuova Dc.
Che Lettino nipote sia in grado di portare avanti l’operazione è un po’ difficile crederlo, ma dietro di sé ha sempre quel triplogiochista del conte zio, che lo sorregge.
E’ più che ovvio che la direzione strategica del Caimano non possa non sapere quale sia il disegno dei poteri forti, e quindi Al Tappone si difende di conseguenza.
Gli avvenimenti a catena di questi giorni indicano chiaramente che il Caimano sta reagendo contro chi sta tentando di farlo fuori.
Da una parte la magistratura, secondo la sua ottica, dall’altra i poteri forti che sostengono Letta.
E’ completamente da folli pensare che un governo così messo, con la guerriglia di questi giorni possa durare.
Ognuno gioca la sua partita. Il Caimano sta cercando a tutti i costi di far cadere il governo in modo tale che la responsabilità ricada interamente sul Pd e su Letta.
In campo opposto non hanno soluzioni alternative e sono costretti a danzare come i topi sulla musica del pifferaio di Hardcore.
Non vogliono prendersi responsabilità alcuna di far cadere il governo e quindi sono sottoposti a frizioni logoranti.
Fin che dura.
Caduto Monti i poteri forti per il momento non hanno altri uomini di un certo peso su cui contare.
Si adattano a quel che passa il convento, tentando di rimettere in piedi l’unico disegno sostenibile, DAL LORO PUNTO DI VISTA, quello di rifare la Dc.
Sanno bene anche loro che potrebbero non farcela ma per il momento non hanno altro a cui aggrapparsi.
L’ostacolo sono i colpi di coda del Caimano che non intende soccombere ad ogni costo, anche a quello di: “Muoia sansone e tutti i filistei”.
Questo Nanni non ce lo aveva raccontato.