quo vadis PD ????

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peanuts
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da peanuts »

Gli interrogativi posti dalla Fiom ieri mi sembrano sacrosanti, che dite?
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
mariok

Re: quo vadis PD ????

Messaggio da mariok »

Maurizio Landini: “Non capisco come si può essere al governo con Berlusconi e aver paura di essere qui”
A me invece sembra chiaro: hanno paura di essere lì proprio perché sono al governo con Berlusconi.
erding
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da erding »

mariok ha scritto:
Maurizio Landini: “Non capisco come si può essere al governo con Berlusconi e aver paura di essere qui”
A me invece sembra chiaro: hanno paura di essere lì proprio perché sono al governo con Berlusconi.
Diciamo che dovrebbe far paura di più essere al governo con Berlusconi che scendere in piazza con Landini!
mariok

Re: quo vadis PD ????

Messaggio da mariok »

erding ha scritto:
mariok ha scritto:
Maurizio Landini: “Non capisco come si può essere al governo con Berlusconi e aver paura di essere qui”
A me invece sembra chiaro: hanno paura di essere lì proprio perché sono al governo con Berlusconi.
Diciamo che dovrebbe far paura di più essere al governo con Berlusconi che scendere in piazza con Landini!
Sì, però in piazza c'è il rischio che li menano. :evil:
mariok

Re: quo vadis PD ????

Messaggio da mariok »

rinnovarlo nella sua leadership e nella sua spinta propulsiva, chiedendo ai capi corrente di smetterla con gli interessi particolari, gli obiettivi meschini, le logiche di apparato, e con le fondazioni private, per costruire invece tutti insieme una visione politica che proponga una nuova sintesi delle forze rinnovatrici del nostro paese, al passo coi tempi e le sue urgenze; o in alternativa, chiedendogli di andarsene, per non ostacolare l'emergere di un rinnovato e vigoroso centro-sinistra.
Sinceramente, non ci credo più, come tanti.


Aldo Civico
Professore di antropologia, Rutgers University, Stati Uniti

Il parricidio di Prodi è anche il suicidio del Pd?

Pubblicato: 20/05/2013 10:55

Venerdì scorso, 17 maggio, ero di passaggio a Bologna, e sono andato a prendere un caffè a casa di Romano Prodi. Con l'occasione, gli ho chiesto se c'era del vero dietro alle chiacchiere sempre più insistenti circa la sua intenzione di abbandonare il Pd.

"È solo un gossip o davvero stai pensando di lasciare il PD?", ho chiesto a Prodi. "È un gossip fondato", mi ha risposto senza esitazione. Insomma, in questi giorni l'ha borbottato ripetutamente ai suoi collaboratori più stretti. Ha preso atto ed ha allargato le braccia di fronte a quei 101 e più del centro-sinistra che non l'hanno voluto al Quirinale: un fatto politico inequivocabile. Mentre io prendo il caffè con Prodi, Sandro Gozi, che dell'ex premier fu la mano destra in Commissione Europea, consolida quel gossip in ripetuti cinguettii su Twitter, suggerendo che a lasciare non dovrebbe essere Prodi, bensì quei 101 traditori.

Quando mi accorgo che l'ex premier sta seriamente rimuginando l'idea di lasciare il Pd, senza drammi e porte sbattute in faccia, ma piuttosto ritirandosi in dissolvenza, allora mi rendo conto, che seduto lì sul divano, conversando informalmente col fondatore dell'Ulivo, sono un involontario testimone della possibile fine dell'esperimento politico più audace e lungimirante che l'Italia ha saputo esprimere nella cosiddetta Seconda Repubblica. L'eventuale, e penso probabile, ritiro dal Pd non è l'eclissi di Romano Prodi, ma piuttosto quello di una visione politica.

Per tantissimi della mia generazione, Romano Prodi ha rappresentato la speranza concreta di poter rinnovare la cultura e la prassi della politica italiana. Io appartengo a una generazione che era ancora bambina, quando le Brigate Rosse sequestrarono e uccisero Aldo Moro. "Il pomeriggio ho acceso la televisione e a sentire che Moro era morto non ci credevo", scrissi in un temino di terza elementare e che ho ritrovato proprio in questi giorni dopo trentacinque anni.

Ero in prima fila al Gran Hotel Trento, nell'agosto del 1990, quando Leoluca Orlando e Lorenzo Dellai (che fece il primo passo, ma poi ci ripensò), lanciarono il progetto politico de La Rete. Da Trento mi trasferii a Palermo, dove al fianco di Orlando, ho visto svilupparsi il rapporto tra Orlando, Nando Dalla Chiesa, Diego Novelli, Alfredo Galasso e altri, i quali, mossi dall'urgenza della questione morale, poi scoppiata con Mani Pulite, costruirono un inedito e ardito progetto, fondato sull'intreccio di storie personali e di percorsi politici diversi: quell'esperienza ha anticipato la nascita del centro-sinistra, contribuendo a prepararne il terreno.

Ero a Palermo, a poche centinaia di metri da Via D'Amelio, in compagnia del gesuita Ennio Pintacuda, mentre lavoravamo alla sua autobiografia, quando un'autobomba uccise il giudice Paolo Borsellino e la sua scorta: oggi quel l'attentato è diventato un tragico simbolo dei colpi di coda di un'agonizzante Prima Repubblica.

Alla metà degli Anni Novanta, mentre terminavo gli studi a Bologna, la domenica, dopo la messa in Via Santo Stefano, vedevo (e ascoltavo) Romano Prodi e Beniamino Andreatta commentare i primi gemiti dell'Ulivo, e quindi l'approdo di Prodi e del centro-sinistra a Palazzo Chigi: si respirava aria di rinnovamento, di mandorli in fiore per la politica italiana.

Qualche anno più tardi, nel 2007, accompagnai il presidente del Partito Democratico americano, Howard Dean, ai congressi conclusivi dei Ds a Firenze e della Margherita a Roma, dalla cui confluenza è poi nato il Pd, di cui Prodi è stato il primo presidente.

Ed ora, di fronte a me, in un pomeriggio di maggio del 2013, vedo Romano Prodi rimuginando seriamente l'idea di ritirarsi dal Pd. È tra l'altro, ironia della sorte, un 17 maggio: l'anniversario di quando Romano Prodi si insediò a Palazzo Chigi nel 1996.

Per uno della mia generazione, ce n'era a sufficienza per riflettere e rimuginare. Romano Prodi l'ho sempre considerato e vissuto non solo come un leader politico, ma come la persona che a livello nazionale è riuscita a dare forma e contenuto all'intuizione che fu di Aldo Moro del compromesso storico, riuscendo così a proporre un'originale sintesi tra le culture riformiste della sinistra e del cattolicesimo democratico. Ed è stata questa visione, quando fu incarnata da Prodi, che in questi ultimi venti anni è stato l'unico vero ed efficace argine contro Silvio Berlusconi e la politica del tutto vale.

È stata questa visione che ci ha tenuto ancorati all'Europa. Furono anni allo stesso tempo difficili ed esaltanti per il centro-sinistra, e per chi ha sempre creduto possibile il rinnovamento della politica italiana.

Ecco perché, dunque, un Prodi che sta seriamente meditando di dire addio al Pd, offre anche una metafora dell'abisso nel quale il centro-sinistra si è cacciato oggi. Perché quanto accaduto a Prodi durante l'elezione per il presidente della Repubblica, è stato il risultato dell'azione non dell'opposizione e di Berlusconi, ma di una componente, numericamente importante, dello stesso Pd che (per ben la terza volta!) ha scelto di scartare e rinnegare il proprio genitore.

Il Pd ha così confermato che una parte dei suoi dirigenti preferisce dare priorità (e non da oggi) alla gestione del potere piuttosto che alla politica con la P maiuscola, ai meschini interessi di corrente, piuttosto che al bene comune del partito. È il parricidio di Prodi. Ma questo parricidio è, come in molti sostengono in queste ore, anche il probabile suicidio del Pd?

Visto da una prospettiva americana, non è logico pensare che il tradimento dei 101 causi anche la morte del Pd. Non è perché un nutrito gruppo di clintoniani, come l'allora governatore del Nuovo Messico Bill Richardson, tradì Hillary Clinton per sostenere Barack Obama, che il partito democratico si è dissolto, o che la Clinton abbia pensato di formare un nuovo partito. Nella storia del partito democratico americano sono cambiate le leadership, le persone, le alleanze, ma non s'è mai immolato il partito in sé.

Il partito democratico americano ha saputo trasformarsi, ma non è imploso. Sarebbe impensabile. Quando l'egemonia repubblicana durante la presidenza di George W. Bush sembrava inossidabile, fu l'ex governatore del Vermont Howard Dean a costringere il partito a ripensarsi e a riorganizzarsi, aprendolo alla partecipazione dei suoi membri, e rafforzando la sua presenza anche in quegli stati dove tradizionalmente negli ultimi quarant'anni aveva sempre vinto il partito repubblicano. Fu Howard Dean da presidente del partito democratico americano, che con la sua azione innovatrice gettò le basi per la vittoria di Barack Obama e assicurò un Congresso a maggioranza democratica nel 2008. Il partito repubblicano ancora non si è ripreso dal risveglio del partito democratico, e oggi brancola nel buio, sempre più ostaggio dell'ala più estremista della destra americana.

Se applichiamo all'Italia la lezione degli Stati Uniti, il tradimento di Prodi, non dovrebbe significare la fine del Pd, ma semmai il suicidio politico di quei 101 che hanno voluto il parricidio.

Il vero tema per il Pd, non è di scinderlo o scioglierlo, ma piuttosto di trasformarlo e rinnovarlo nella sua leadership e nella sua spinta propulsiva, chiedendo ai capi corrente di smetterla con gli interessi particolari, gli obiettivi meschini, le logiche di apparato, e con le fondazioni private, per costruire invece tutti insieme una visione politica che proponga una nuova sintesi delle forze rinnovatrici del nostro paese, al passo coi tempi e le sue urgenze; o in alternativa, chiedendogli di andarsene, per non ostacolare l'emergere di un rinnovato e vigoroso centro-sinistra.

http://www.huffingtonpost.it/aldo-civic ... _ref=italy
iospero
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da iospero »

Ma quello che mi chiedo e l'ho chiesto più volte anche al Blog di Civati senza risposta è :

Ma perchè Civati non promuove un referendum come previsato dallo Statuto del PD , art.28,
per chiedere agli iscritti e ai simpatizzanti con chi preferiscono che il PD stia al governo ?
basta il 5% delle firme degli iscritti .
mariok

Re: quo vadis PD ????

Messaggio da mariok »

Al peggio non c'è mai fine!

Dal Pd una legge anti-movimenti:
"Elezioni aperte solo ai partiti"


Un ddl a firma Finocchiaro-Zanda, presentato al Senato, sbarra la strada del voto a quei soggetti senza personalità giuridica e senza statuto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. In pratica scatterebbe il divieto per tutti i movimenti come quello di Beppe Grillo. Il Pd: "Va garantita democrazia interna". Fico (M5s): "Pensassero a ineleggibilità Berlusconi"

ROMA - Vietare a tutti i movimenti politici non registrati di partecipare alle competizioni elettorali. E' questo il cuore del disegno di legge presentato dal Partito democratico in Senato. La proposta, firmata dal capogruppo a Palazzo Madama Luigi Zanda e da Anna Finocchiaro, di fatto impedirebbe a tutte le associazioni senza personalità giuridica e senza uno statuto pubblicato in Gazzetta Ufficiale di candidarsi a qualsiasi livello alle elezioni. Il disegno, se diventasse legge, come è facile immaginare potrebbe avere conseguenze importanti sull'attuale sistema politico italiano. Il Movimento 5 stelle di Beppe Grillo, la vera sorpresa dell'ultimo voto e terza forza politica del Paese, sarebbe tra le prime vittime della proposta Zanda-Finocchiaro e, senza una riforma interna, non potrebbe presentarsi alle prossime elezioni.

La battaglia del Pd contro i movimenti non registrati era stata avviata già nel corso dell'ultima legislatura dall'ex segretario Pier Luigi Bersani, che aveva presentato una proposta simile nella commissione Affari Costituzionali. La critica mossa dai democratici contro i movimenti è la scarsa democrazia interna e trasparenza di queste formazioni politiche, che godrebbero di una discrezionalità maggiore nelle scelte proprio grazie all'assenza di norme precise. Un tema su cui Pier Luigi Bersani ha insistito molto anche in campagna elettorale, con frequenti richiami alla democrazia interna ai partiti. "E' una proposta per garantire -dicono al Pd- più democrazia interna nei movimenti politici in linea con quanto stabilisce l'art. 49 della Costituzione".

In base ai nove articoli del ddl, lo Statuto delle associazioni politiche dovrà indicare obbligatoriamente gli organi dirigenti, le loro funzioni, un collegio sindacale composto da revisori dei conti e l'attribuzione a una società di revisione iscritta all'albo speciale che certifichi i bilanci e garantire la massima trasparenza, anche su internet. Paletti più rigidi anche per richiedere i rimborsi elettorali.

Il Pd però ci tiene a non far passare il ddl come una legge anti-Grillo: "La proposta di attuazione dell'art.49
Della costituzione non è, malauguratamente per chi ne scrive e per chi vi trova elemento di polemica, una succulenta notizia che rivelerebbe l'avversione del pd per il Movimento 5 stelle" - precisa la senatrice Anna Finocchiaro, prima firmatrice della legge e presidente della commissione Affari costituzionali in Senato, quella dove si discuterà il ddl.

Lo scopo, spiegano a Via del Nazareno, è quello di una riforma più ampia dei partiti politici per evitare che si ripetano in futuro scandali come i casi Lusi o Belsito. Se infatti i due tesorieri erano riusciti a sottrarre fondi rispettivamente alla Margherita e alla Lega era stato possibile proprio grazie alla scarsa trasparenza nei bilanci dei partiti. Tuttavia queste norme, se approvate, creerebbero evidenti problemi al Movimento 5 stelle, che all'articolo 1 del suo 'non-statuto' si definisce una "non associazione" con una sede virtuale che coincide con l'indirizzo web del blog di Grillo. Il comico genovese, tra l'altro, è l'unico titolare dei diritti d'uso del simbolo M5s: con le nuove disposizioni si darebbe potere di decisione anche agli altri 'soci'.

Fico (M5s): "Pensassero a ineleggibilità di Berlusconi". "Anna Finocchiaro invece di discutere dell'ineleggibilità di Silvio Berlusconi magari stabilendo una linea dura e una battaglia senza precedenti nella giunta delle elezioni preferisce presentare un disegno di legge antimovimenti al fine di attaccare il Movimento Cinque Stelle. Complimenti vivi alla senatrice della Repubblica!!". E' quanto scrive il deputato 5 stelle, Roberto Fico: "Il Movimento sta preparando con forza il percorso e le motivazioni da presentare in giunta per l'ineleggibilità di Silvio Berlusconi. Questi sono i fatti".
(20 maggio 2013)
http://www.repubblica.it/politica/2013/ ... -59214602/
camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da camillobenso »

mariok ha scritto:Al peggio non c'è mai fine!

Dal Pd una legge anti-movimenti:
"Elezioni aperte solo ai partiti"


Un ddl a firma Finocchiaro-Zanda, presentato al Senato, sbarra la strada del voto a quei soggetti senza personalità giuridica e senza statuto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. In pratica scatterebbe il divieto per tutti i movimenti come quello di Beppe Grillo. Il Pd: "Va garantita democrazia interna". Fico (M5s): "Pensassero a ineleggibilità Berlusconi"

ROMA - Vietare a tutti i movimenti politici non registrati di partecipare alle competizioni elettorali. E' questo il cuore del disegno di legge presentato dal Partito democratico in Senato. La proposta, firmata dal capogruppo a Palazzo Madama Luigi Zanda e da Anna Finocchiaro, di fatto impedirebbe a tutte le associazioni senza personalità giuridica e senza uno statuto pubblicato in Gazzetta Ufficiale di candidarsi a qualsiasi livello alle elezioni. Il disegno, se diventasse legge, come è facile immaginare potrebbe avere conseguenze importanti sull'attuale sistema politico italiano. Il Movimento 5 stelle di Beppe Grillo, la vera sorpresa dell'ultimo voto e terza forza politica del Paese, sarebbe tra le prime vittime della proposta Zanda-Finocchiaro e, senza una riforma interna, non potrebbe presentarsi alle prossime elezioni.

La battaglia del Pd contro i movimenti non registrati era stata avviata già nel corso dell'ultima legislatura dall'ex segretario Pier Luigi Bersani, che aveva presentato una proposta simile nella commissione Affari Costituzionali. La critica mossa dai democratici contro i movimenti è la scarsa democrazia interna e trasparenza di queste formazioni politiche, che godrebbero di una discrezionalità maggiore nelle scelte proprio grazie all'assenza di norme precise. Un tema su cui Pier Luigi Bersani ha insistito molto anche in campagna elettorale, con frequenti richiami alla democrazia interna ai partiti. "E' una proposta per garantire -dicono al Pd- più democrazia interna nei movimenti politici in linea con quanto stabilisce l'art. 49 della Costituzione".

In base ai nove articoli del ddl, lo Statuto delle associazioni politiche dovrà indicare obbligatoriamente gli organi dirigenti, le loro funzioni, un collegio sindacale composto da revisori dei conti e l'attribuzione a una società di revisione iscritta all'albo speciale che certifichi i bilanci e garantire la massima trasparenza, anche su internet. Paletti più rigidi anche per richiedere i rimborsi elettorali.

Il Pd però ci tiene a non far passare il ddl come una legge anti-Grillo: "La proposta di attuazione dell'art.49
Della costituzione non è, malauguratamente per chi ne scrive e per chi vi trova elemento di polemica, una succulenta notizia che rivelerebbe l'avversione del pd per il Movimento 5 stelle" - precisa la senatrice Anna Finocchiaro, prima firmatrice della legge e presidente della commissione Affari costituzionali in Senato, quella dove si discuterà il ddl.

Lo scopo, spiegano a Via del Nazareno, è quello di una riforma più ampia dei partiti politici per evitare che si ripetano in futuro scandali come i casi Lusi o Belsito. Se infatti i due tesorieri erano riusciti a sottrarre fondi rispettivamente alla Margherita e alla Lega era stato possibile proprio grazie alla scarsa trasparenza nei bilanci dei partiti. Tuttavia queste norme, se approvate, creerebbero evidenti problemi al Movimento 5 stelle, che all'articolo 1 del suo 'non-statuto' si definisce una "non associazione" con una sede virtuale che coincide con l'indirizzo web del blog di Grillo. Il comico genovese, tra l'altro, è l'unico titolare dei diritti d'uso del simbolo M5s: con le nuove disposizioni si darebbe potere di decisione anche agli altri 'soci'.

Fico (M5s): "Pensassero a ineleggibilità di Berlusconi". "Anna Finocchiaro invece di discutere dell'ineleggibilità di Silvio Berlusconi magari stabilendo una linea dura e una battaglia senza precedenti nella giunta delle elezioni preferisce presentare un disegno di legge antimovimenti al fine di attaccare il Movimento Cinque Stelle. Complimenti vivi alla senatrice della Repubblica!!". E' quanto scrive il deputato 5 stelle, Roberto Fico: "Il Movimento sta preparando con forza il percorso e le motivazioni da presentare in giunta per l'ineleggibilità di Silvio Berlusconi. Questi sono i fatti".
(20 maggio 2013)
http://www.repubblica.it/politica/2013/ ... -59214602/



Walt Disney ha rappresentato questo genere di """furbizia""" già 60 anni fa rappresentando Pippo che sega il ramo di un albero stando seduto dalla parte in cui il ramo precipiterà a terra.

In anni più recenti è stato creato il personaggio di "Tafazzi".

I defunti hanno una forte propensione al suicidio politico.
mariok

Re: quo vadis PD ????

Messaggio da mariok »

Oh my God!


Matteo Renzi come Fonzie su Chi: "Parlo ai giovani e agli anziani" - FOTO
21 maggio 2013

Matteo Renzi in versione Fonzie. Dopo l'apparizione col giubbotto di pelle ad Amici di Maria De Filippi, il sindaco di Firenze insiste con il look alla Happy Days e stavolta realizza un vero e proprio servizio fotografico per il settimanale Chi. E nell'intervista che accompagna le foto racconta proprio i motivi che l'hanno spinto ad andare alla trasmissione di Canale 5: "Io voglio parlare ai giovani e agli anziani e, per fare questo, devo essere capace di adoperare il loro linguaggio, devo andare nelle trasmissioni che guardano e nei luoghi che frequentano. Il mio dovere è essere diretto e non elitario".

Le foto di Chi

Immagine

http://www.blogo.it/news/politica/redaz ... iani-foto/
Amadeus

Re: quo vadis PD ????

Messaggio da Amadeus »

si era capito l'abbrivio che la campagna elettorale di renzi stava prendendo.... però, pur consapevoli dell'avvicinamento al trash, fa sempre impressione.

quello vuole certi voti e quindi scenderà ancora di livello.

a me disturba solo dal punto di vista estetico , non posso dimenticare che con Veltroni abbiamo fatto i fighetti abbastanza e invano.
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