Come se ne viene fuori ?
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Re: Come se ne viene fuori ?
C’è anche da chiedersi perché gli italiani da sudditi non si ribellano.
Perché in Italia non c'è mai stata una vera rivoluzione e gli italiani non hanno gli attributi per saperla fare, non ce l'hanno nel loro DNA!
Abbiamo solo fatto una specie di guerra civile dal 1943 al 1945 ma schierandoci sulle opposte fazioni di un evento più grande, la 2° GM, che ci aveva travolti e non siamo stati neanche capaci di portarla a compimento come l'epilogo di una guerra civile richiede: eliminando la fazione sconfitta!
Abbiamo mantenuto tutti dentro un nuovo contenitore e tirato a campare al motto secolare di "Franza o Spagna purché se magna..." fino ad oggi e anche adesso di fronte al barartro non abbiamo la forza di ribellarci e imbelli aspettiamo di fare l'ultimo passo in avanti ed emulare il Willie Coyote dei fumetti nello sfracellarci al suolo...
Perché in Italia non c'è mai stata una vera rivoluzione e gli italiani non hanno gli attributi per saperla fare, non ce l'hanno nel loro DNA!
Abbiamo solo fatto una specie di guerra civile dal 1943 al 1945 ma schierandoci sulle opposte fazioni di un evento più grande, la 2° GM, che ci aveva travolti e non siamo stati neanche capaci di portarla a compimento come l'epilogo di una guerra civile richiede: eliminando la fazione sconfitta!
Abbiamo mantenuto tutti dentro un nuovo contenitore e tirato a campare al motto secolare di "Franza o Spagna purché se magna..." fino ad oggi e anche adesso di fronte al barartro non abbiamo la forza di ribellarci e imbelli aspettiamo di fare l'ultimo passo in avanti ed emulare il Willie Coyote dei fumetti nello sfracellarci al suolo...
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Re: Come se ne viene fuori ?
E' molto grande la distanza tra il mio progetto di un centrosinistra di governo capace di convincere gli italiani che vincere si può e l’attuale disastro.
Romano Prodi
Come inizia una guerra civile – 267
La cruna dell’ago – 232
La danza macabra dei nanetti continua senza sosta – 232
La lunga agonia della Repubblica italiana continua inarrestabile. Siamo all’ultimo atto? - 212
Cronaca di un affondamento annunciato - 212
In mezzo alla tempesta - 150
Il punto – 1 – Seconda parte
Un mese difficile.
Questo mese sarà bollente a causa della mummia cinese bollita alle prese con i suoi guai giudiziari.
Se ne è occupato anche il Tg3 delle 19,00 di questa sera. (Appena disponibile verrà pubblicato in rete)
La solita Santadeché annuncia che non staranno con le mani in mano a vedere la fucilazione del Capo dei monnezza.
La domanda sorge spontanea:
Si muoverà l’Esercito di Silvio che è arrivato a quota 17.000 iscritti??
17.000 camicie nere nascoste sotto le camicie azzurre?
Il primo verdetto sarà politico.
Esattamente tra una settimana sapremo se Roma sarà di Marino
Se poi venissero confermate le altre 16 principali città, per Er monnezza sarebbe un duro colpo anche se non lo darà a vedere.
Mentre il primo appuntamento con la giustizia d’Er monnezza sarà per il 19 giugno prossimo.
In quella data la Consulta emetterà il suo parere in merito al “legittimo impedimento”.
Se la Consulta dovesse accettare il legittimo impedimento, il processo Mediaset tornerebbe indietro di tre anni.
Tutto da rifare.
Se invece verrà respinto, la mummia cinese bollita dovrà rassegnarsi alla decisione della Cassazione.
Nel caso i tre gradi di giudizio classico sarebbero esperiti, per il Caimano potrebbero aprirsi le porte del carcere se il suo alleato Pd non su unisse al Pdl nel respingere la richiesta.
Andrea Camilleri ha parlato di un Paese in mano a ricattatori, ma nell’elenco ha dimenticato il più pericoloso.
Infatti, il ricatto è già partito oggi:
“Se la Consulta non mi salva salta tutto”
Frenetiche consultazioni ieri in Sardegna dei falchi del partito.
C’era anche Capezzone. Ha fatto carriera. Con i radicali ha iniziato la carriera, è passato con loro nel Cs e adesso è diventato un falco del Cainano.
Sti ragazzetti accecati di carrierismo e successo personale sono disposti a tutto.
Il 24 giugno poi arriverà la sentenza Ruby.
Se fossi magistrato, dopo l’intervento di Ghedini di oggi, anche se fossi contrario alla condanna darei per una volta un calcio alla giustizia e condannerei il Caimano al massimo della pena solo per le parole irritanti scelte con apposita cura da quel difensore di sest’ordine di Ghedini.
Continua in:
Punto -1 – Terza parte
Romano Prodi
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Il punto – 1 – Seconda parte
Un mese difficile.
Questo mese sarà bollente a causa della mummia cinese bollita alle prese con i suoi guai giudiziari.
Se ne è occupato anche il Tg3 delle 19,00 di questa sera. (Appena disponibile verrà pubblicato in rete)
La solita Santadeché annuncia che non staranno con le mani in mano a vedere la fucilazione del Capo dei monnezza.
La domanda sorge spontanea:
Si muoverà l’Esercito di Silvio che è arrivato a quota 17.000 iscritti??
17.000 camicie nere nascoste sotto le camicie azzurre?
Il primo verdetto sarà politico.
Esattamente tra una settimana sapremo se Roma sarà di Marino
Se poi venissero confermate le altre 16 principali città, per Er monnezza sarebbe un duro colpo anche se non lo darà a vedere.
Mentre il primo appuntamento con la giustizia d’Er monnezza sarà per il 19 giugno prossimo.
In quella data la Consulta emetterà il suo parere in merito al “legittimo impedimento”.
Se la Consulta dovesse accettare il legittimo impedimento, il processo Mediaset tornerebbe indietro di tre anni.
Tutto da rifare.
Se invece verrà respinto, la mummia cinese bollita dovrà rassegnarsi alla decisione della Cassazione.
Nel caso i tre gradi di giudizio classico sarebbero esperiti, per il Caimano potrebbero aprirsi le porte del carcere se il suo alleato Pd non su unisse al Pdl nel respingere la richiesta.
Andrea Camilleri ha parlato di un Paese in mano a ricattatori, ma nell’elenco ha dimenticato il più pericoloso.
Infatti, il ricatto è già partito oggi:
“Se la Consulta non mi salva salta tutto”
Frenetiche consultazioni ieri in Sardegna dei falchi del partito.
C’era anche Capezzone. Ha fatto carriera. Con i radicali ha iniziato la carriera, è passato con loro nel Cs e adesso è diventato un falco del Cainano.
Sti ragazzetti accecati di carrierismo e successo personale sono disposti a tutto.
Il 24 giugno poi arriverà la sentenza Ruby.
Se fossi magistrato, dopo l’intervento di Ghedini di oggi, anche se fossi contrario alla condanna darei per una volta un calcio alla giustizia e condannerei il Caimano al massimo della pena solo per le parole irritanti scelte con apposita cura da quel difensore di sest’ordine di Ghedini.
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Punto -1 – Terza parte
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Re: Come se ne viene fuori ?
E' molto grande la distanza tra il mio progetto di un centrosinistra di governo capace di convincere gli italiani che vincere si può e l’attuale disastro.
Romano Prodi
Come inizia una guerra civile – 268
La cruna dell’ago – 233
La danza macabra dei nanetti continua senza sosta – 233
La lunga agonia della Repubblica italiana continua inarrestabile. Siamo all’ultimo atto? - 213
Cronaca di un affondamento annunciato - 213
In mezzo alla tempesta - 151
Il punto – 1 – Terza parte
Un mese difficile.
Berlusconi: se la Consulta mi boccia, salta tutto
(Carmelo lopapa).
03/06/2013 di triskel182
Il 19 si riunisce la Corte costituzionale sul caso Mediaset. Nuova struttura per il Pdl.
Il centrodestra.
I TRE sono stati suoi ospiti per due giorni a Villa Certosa, in Sardegna. Loro preoccupati, lui ancora di più.
Succede che il 19 la Corte Costituzionale si pronuncerà sul legittimo impedimento negato a Berlusconi nel processo sui diritti tv Mediaset.
Se la Consulta a sua volta boccerà l’esistenza dei presupposti – è il suo ragionamento – allora quello sarà il segnale che si scivolerà facilmente verso una conferma di condanna in Cassazione entro l’anno (con interdizione).
A quel punto, «la situazione può complicarsi e far saltare tutto», dicono i più agguerriti.
«Non accadrà nulla, lavoriamo al governo e portiamo risultati» filtra dalla segreteria Alfano.
Ma pochi giorni dopo, lunedì 24 giugno, incomberà anche la sentenza Ruby. Un unodue che rischia di far scattare nervi ed equilibri.
La situazione dunque potrebbe precipitare.
In quel caso, meglio farsi trovare pronti.
I tre “falchi” hanno portato infatti al capo un progetto per rilanciare un partito leggero, molto stile Usa, da far viaggiare con pochi soldi (dopo l’azzeramento dei finanziamenti sarà inevitabile) e con risorse da reperire anche con tesseramenti vip a tre zeri e col crowfunding, raccolta di microdonazioni sul web, oltre che con le solite cene.
E ancora, un’ala del partito più giovane e movimentista che sia pronta a seguire il leader in tutte le sue battaglie, anche quelle personali, lasciando ad Alfano e altri dirigenti il partito «di governo ».
Tutte idee che il capo metterà in ordine per illustrarle ai dirigenti Pdl che saranno convocati a Palazzo Grazioli tra domani e mercoledì.
Sotto il segno dei falchi?
Certo è che la presenza dei tre a Porto Rotondo ha mandato in fibrillazione tutta l’area “governativa”.
E sicuramente Alfano non nasconde la sua irritazione.
Di rimettere in discussione il doppio incarico del segretario e vicepremier, però, Berlusconi non ha voluto sentir parlare.
Ma la polemica interna tra falchi e colombe ormai divampa.
«Ognuno fa quello che vuole, ma questi incontri separati difficilmente portano esiti chiari, occorre discutere tutti insieme » attacca Maurizio Gasparri, che come altri non ha preso bene la missione sarda.
«Polemiche stucchevoli», ribatte la Santanché appena sbarcata a Milano in serata: «Vorrei che tutto il partito prendesse coscienza che tra 15 giorni una sentenza potrebbe togliere dalla scena politica il nostro leader Berlusconi.
Mi piacerebbe che da oggi ad allora tutti insieme ci preoccupassimo solo di questo perché una sentenza che non ripristinasse giustizia sarebbe inaccettabile».
Il Cavaliere non pensa ad altro ed è bene che tutti facciano altrettanto, è il messaggio.
Berlusconi, prima di volare ad Arcore per incontrare in serata Allegri, ha ripetuto ai tre ospiti che il governo Letta va avanti «ma deve far valere le nostre priorità», dall’Imu all’Iva.
======================================================================
Il fatto che alla Certosa abbiano rimesso mano alla macchina organizzativa tuttavia è un campanello, nel mondo berlusconiano preludio di elezioni non lontane.
======================================================================
L’aria è elettrica, in attesa del vertice a Grazioli dopo una settimana di eclissi del capo.
Per arginare lo strapotere di Verdini, rimasto coordinatore unico, torna in scena l’ex coordinatore dimissionario Sandro Bondi, pronto a riappropriarsi del ruolo.
Il fedelissimo di sempre giovedì mattina, a freddo, ha ammonito i falchi interni con una nota: «In questo momento, chi non comprende che il Pdl ha il dovere di garantire il successo del governo Letta, lo fa sulla base di personalismi e smanie di potere».
Posizionamento al fianco del segretario Alfano e dell’esecutivo che ha prodotto i suoi effetti.
Da un paio di giorni, i capigruppo Brunetta e Schifani, oltre a Ravetto e altri parlamentari invocano in coro un suo ritorno al vecchio ruolo (oggi dovrebbe farlo lo stesso Alfano).
L’obiettivo del segretario e dei suoi è rilanciare appunto Bondi ai vertici di via dell’Umiltà, facendone una sorta di contrappeso al potere solitario e straripante di Verdini.
«In questo momento, c’è bisogno di coesione e unità, agirò con libertà nell’interesse del presidente Berlusconi », si limita a dichiarare lui pronto a reindossare i vecchi panni.
Lotte di potere interne ormai senza fine, in un Pdl lacerato in correnti stile Dc.
Il capo li lascia sfogare, ha la testa altrove, soprattutto pensa già ad altro, anche ad un altro partito.
Da La Repubblica del 03/06/2013.
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Punto -1 – Quarta parte
Romano Prodi
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La danza macabra dei nanetti continua senza sosta – 233
La lunga agonia della Repubblica italiana continua inarrestabile. Siamo all’ultimo atto? - 213
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Il punto – 1 – Terza parte
Un mese difficile.
Berlusconi: se la Consulta mi boccia, salta tutto
(Carmelo lopapa).
03/06/2013 di triskel182
Il 19 si riunisce la Corte costituzionale sul caso Mediaset. Nuova struttura per il Pdl.
Il centrodestra.
I TRE sono stati suoi ospiti per due giorni a Villa Certosa, in Sardegna. Loro preoccupati, lui ancora di più.
Succede che il 19 la Corte Costituzionale si pronuncerà sul legittimo impedimento negato a Berlusconi nel processo sui diritti tv Mediaset.
Se la Consulta a sua volta boccerà l’esistenza dei presupposti – è il suo ragionamento – allora quello sarà il segnale che si scivolerà facilmente verso una conferma di condanna in Cassazione entro l’anno (con interdizione).
A quel punto, «la situazione può complicarsi e far saltare tutto», dicono i più agguerriti.
«Non accadrà nulla, lavoriamo al governo e portiamo risultati» filtra dalla segreteria Alfano.
Ma pochi giorni dopo, lunedì 24 giugno, incomberà anche la sentenza Ruby. Un unodue che rischia di far scattare nervi ed equilibri.
La situazione dunque potrebbe precipitare.
In quel caso, meglio farsi trovare pronti.
I tre “falchi” hanno portato infatti al capo un progetto per rilanciare un partito leggero, molto stile Usa, da far viaggiare con pochi soldi (dopo l’azzeramento dei finanziamenti sarà inevitabile) e con risorse da reperire anche con tesseramenti vip a tre zeri e col crowfunding, raccolta di microdonazioni sul web, oltre che con le solite cene.
E ancora, un’ala del partito più giovane e movimentista che sia pronta a seguire il leader in tutte le sue battaglie, anche quelle personali, lasciando ad Alfano e altri dirigenti il partito «di governo ».
Tutte idee che il capo metterà in ordine per illustrarle ai dirigenti Pdl che saranno convocati a Palazzo Grazioli tra domani e mercoledì.
Sotto il segno dei falchi?
Certo è che la presenza dei tre a Porto Rotondo ha mandato in fibrillazione tutta l’area “governativa”.
E sicuramente Alfano non nasconde la sua irritazione.
Di rimettere in discussione il doppio incarico del segretario e vicepremier, però, Berlusconi non ha voluto sentir parlare.
Ma la polemica interna tra falchi e colombe ormai divampa.
«Ognuno fa quello che vuole, ma questi incontri separati difficilmente portano esiti chiari, occorre discutere tutti insieme » attacca Maurizio Gasparri, che come altri non ha preso bene la missione sarda.
«Polemiche stucchevoli», ribatte la Santanché appena sbarcata a Milano in serata: «Vorrei che tutto il partito prendesse coscienza che tra 15 giorni una sentenza potrebbe togliere dalla scena politica il nostro leader Berlusconi.
Mi piacerebbe che da oggi ad allora tutti insieme ci preoccupassimo solo di questo perché una sentenza che non ripristinasse giustizia sarebbe inaccettabile».
Il Cavaliere non pensa ad altro ed è bene che tutti facciano altrettanto, è il messaggio.
Berlusconi, prima di volare ad Arcore per incontrare in serata Allegri, ha ripetuto ai tre ospiti che il governo Letta va avanti «ma deve far valere le nostre priorità», dall’Imu all’Iva.
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Il fatto che alla Certosa abbiano rimesso mano alla macchina organizzativa tuttavia è un campanello, nel mondo berlusconiano preludio di elezioni non lontane.
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L’aria è elettrica, in attesa del vertice a Grazioli dopo una settimana di eclissi del capo.
Per arginare lo strapotere di Verdini, rimasto coordinatore unico, torna in scena l’ex coordinatore dimissionario Sandro Bondi, pronto a riappropriarsi del ruolo.
Il fedelissimo di sempre giovedì mattina, a freddo, ha ammonito i falchi interni con una nota: «In questo momento, chi non comprende che il Pdl ha il dovere di garantire il successo del governo Letta, lo fa sulla base di personalismi e smanie di potere».
Posizionamento al fianco del segretario Alfano e dell’esecutivo che ha prodotto i suoi effetti.
Da un paio di giorni, i capigruppo Brunetta e Schifani, oltre a Ravetto e altri parlamentari invocano in coro un suo ritorno al vecchio ruolo (oggi dovrebbe farlo lo stesso Alfano).
L’obiettivo del segretario e dei suoi è rilanciare appunto Bondi ai vertici di via dell’Umiltà, facendone una sorta di contrappeso al potere solitario e straripante di Verdini.
«In questo momento, c’è bisogno di coesione e unità, agirò con libertà nell’interesse del presidente Berlusconi », si limita a dichiarare lui pronto a reindossare i vecchi panni.
Lotte di potere interne ormai senza fine, in un Pdl lacerato in correnti stile Dc.
Il capo li lascia sfogare, ha la testa altrove, soprattutto pensa già ad altro, anche ad un altro partito.
Da La Repubblica del 03/06/2013.
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Punto -1 – Quarta parte
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Re: Come se ne viene fuori ?
E' molto grande la distanza tra il mio progetto di un centrosinistra di governo capace di convincere gli italiani che vincere si può e l’attuale disastro.
Romano Prodi
Come inizia una guerra civile – 268
La cruna dell’ago – 233
La danza macabra dei nanetti continua senza sosta – 233
La lunga agonia della Repubblica italiana continua inarrestabile. Siamo all’ultimo atto? - 213
Cronaca di un affondamento annunciato - 213
In mezzo alla tempesta - 151
Il punto – 1 – Quarta parte
Un mese difficile.
La giornata di ieri è stata caratterizzata dalla sentenza di Torino, in cui il titolare superstite della Eternit, Schimdheiny è stato condannato a 18 anni. Il risarcimento di 90 milioni ai familiari delle vittime sarà più difficile da recuperare perché blindato in Brasile.
L’avvocato del patron svizzero, stizzito per la sentenza , ha dichiarato: <<In questo modo non verrà più nessuno a investire in Italia>>
Che personcina veramente a modo. Per questo leguleio chi viene ad investire in Italia ha il pieno diritto di uccidere.
Nel caso specifico solo 3.000.
L’autore del servizio del Tg3, ha segnalato che una giovane donna di 36 anni che l’anno scorso era in Tribunale a Torino per assistere al processo, tornata a casa la sera ha scoperto di essere affetta da tumore, ed è deceduta nell’aprile scorso.
A quell’avvocaticchio correrebbe l’obbligo di fargli delle inalazioni di amianto.
Ovviamente a quella sentenza ci si arrivati grazie anche alla tenacia del pm Raffaele Guariniello, un magistrato che seguo da più di 20 anni per quanto riguarda la sicurezza nel mondo del lavoro e che ho avuto modo di conoscere in un convegno.
Se tutti i magistrati fossero come lui questo sarebbe un Paese modello. Non ha mai avuto paura di nessuno, anche quando si trovava di fronte alla Fiat.
La Santadeché ci ha regalato la sua dichiarazione di guerra: <<Non staremo con le mani in mano ad assistere alla “fucilazione” del boss”>>.
Oibò, cosa dobbiamo aspettarci?
La pettoruta valchiria berlusconiana la vedremo in tuta mimetica con i gradi di generale, sbucare da una torretta del carro armato di testa di una divisione di carri a Piazza Colonna?
Mentre due apparizioni in serata del M5S, sono sembrate abbastanza apprezzabili, Formigli, toccato dalle dichiarazioni di Grillo, gli ha dedicato più di mezza puntata di Piazzapulita.
E’ pur vero che ha a che fare con una classe politica putrefatta, ma a lungo andare, questo suo essere in guerra contro tutto e contro tutti, potrebbe non più assumere i termini di una Rivoluzione democratica.
Si ha l’impressione che la guerra civile sia cominciata.
Ad avvalorare questa ipotesi, i servizi mandati in onda da Formigli. A Termini Imerese, città di cui ci siamo dimenticati tutti perché non supportata dai media, va in onda la desolazione da parte di persone che tra poco verrà a mancare la Cassa integrazione.
In netto contrasto, il mondo politico calabrese che si spartisce in tutta tranquillità poltrone e denaro.
E’ evidente che tutto questo non può durare a lungo.
Basta che scoppi la scintilla e tutto deflagra.
Piazzapulita del 3 giugno 2013
http://www.la7.tv/richplayer/index.html ... d=50341940
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Punto -1 – Quinta parte
Romano Prodi
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Il punto – 1 – Quarta parte
Un mese difficile.
La giornata di ieri è stata caratterizzata dalla sentenza di Torino, in cui il titolare superstite della Eternit, Schimdheiny è stato condannato a 18 anni. Il risarcimento di 90 milioni ai familiari delle vittime sarà più difficile da recuperare perché blindato in Brasile.
L’avvocato del patron svizzero, stizzito per la sentenza , ha dichiarato: <<In questo modo non verrà più nessuno a investire in Italia>>
Che personcina veramente a modo. Per questo leguleio chi viene ad investire in Italia ha il pieno diritto di uccidere.
Nel caso specifico solo 3.000.
L’autore del servizio del Tg3, ha segnalato che una giovane donna di 36 anni che l’anno scorso era in Tribunale a Torino per assistere al processo, tornata a casa la sera ha scoperto di essere affetta da tumore, ed è deceduta nell’aprile scorso.
A quell’avvocaticchio correrebbe l’obbligo di fargli delle inalazioni di amianto.
Ovviamente a quella sentenza ci si arrivati grazie anche alla tenacia del pm Raffaele Guariniello, un magistrato che seguo da più di 20 anni per quanto riguarda la sicurezza nel mondo del lavoro e che ho avuto modo di conoscere in un convegno.
Se tutti i magistrati fossero come lui questo sarebbe un Paese modello. Non ha mai avuto paura di nessuno, anche quando si trovava di fronte alla Fiat.
La Santadeché ci ha regalato la sua dichiarazione di guerra: <<Non staremo con le mani in mano ad assistere alla “fucilazione” del boss”>>.
Oibò, cosa dobbiamo aspettarci?
La pettoruta valchiria berlusconiana la vedremo in tuta mimetica con i gradi di generale, sbucare da una torretta del carro armato di testa di una divisione di carri a Piazza Colonna?
Mentre due apparizioni in serata del M5S, sono sembrate abbastanza apprezzabili, Formigli, toccato dalle dichiarazioni di Grillo, gli ha dedicato più di mezza puntata di Piazzapulita.
E’ pur vero che ha a che fare con una classe politica putrefatta, ma a lungo andare, questo suo essere in guerra contro tutto e contro tutti, potrebbe non più assumere i termini di una Rivoluzione democratica.
Si ha l’impressione che la guerra civile sia cominciata.
Ad avvalorare questa ipotesi, i servizi mandati in onda da Formigli. A Termini Imerese, città di cui ci siamo dimenticati tutti perché non supportata dai media, va in onda la desolazione da parte di persone che tra poco verrà a mancare la Cassa integrazione.
In netto contrasto, il mondo politico calabrese che si spartisce in tutta tranquillità poltrone e denaro.
E’ evidente che tutto questo non può durare a lungo.
Basta che scoppi la scintilla e tutto deflagra.
Piazzapulita del 3 giugno 2013
http://www.la7.tv/richplayer/index.html ... d=50341940
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Punto -1 – Quinta parte
Re: Come se ne viene fuori ?
http://www.youtube.com/watch?v=BGX4nMrnxg0Che personcina veramente a modo. Per questo leguleio chi viene ad investire in Italia ha il pieno diritto di uccidere.
.....
A quell’avvocaticchio correrebbe l’obbligo di fargli delle inalazioni di amianto.
minuto 1.13
Erin Brockovich - ( 2000 Steven Soderbergh, oscar per migliore attrice a Julia Roberts )
"abbiamo fatto portare quell'acqua espressamente per voi , viene da un pozzo di Hinkley."
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- Iscritto il: 06/04/2012, 20:00
Re: Come se ne viene fuori ?
E' molto grande la distanza tra il mio progetto di un centrosinistra di governo capace di convincere gli italiani che vincere si può e l’attuale disastro.
Romano Prodi
Come inizia una guerra civile – 269
La cruna dell’ago – 234
La danza macabra dei nanetti continua senza sosta – 234
La lunga agonia della Repubblica italiana continua inarrestabile. Siamo all’ultimo atto? - 214
Cronaca di un affondamento annunciato - 214
In mezzo alla tempesta - 152
Il punto – 1 – Quinta parte
Un mese difficile.
Mentre l'Italia affonda, ritorniamo agli inizi del '900.
http://www.youtube.com/watch?v=62ghLlnFSNk
B. TEME LA GHIGLIOTTINA GHEDINI: IO ULTIMO DIFENSORE DI LUIGI XVI
(Gianni Barbacetto e Antonella Mascali).
04/06/2013 di triskel182
PROCESSO RUBY, ARRINGA FINALE ASPETTANDO LA SENTENZA, IL LEGALE DEL CAVALIERE SI PARAGONA A DE SÈZE, L’AVVOCATO DEL RE DI FRANCIA DECAPITATO.
Milano - Ecco le tesi della difesa, ovvero il bunga-bunga secondo Ghedini.
Le cene di Arcore erano davvero eleganti, niente sesso, lo sostengono 50 testimoni contro 6.
Silvio Berlusconi non sapeva che Ruby fosse minorenne.
Pagava e paga le ragazze, ma sono aiuti scollegati dalle prestazioni sessuali e ancor più dalle testimonianze rese in questo processo.
Niente concussione, perché non c’è stata alcuna pressione sui funzionari della questura di Milano, ma soltanto una gentile richiesta d’informazioni su una ragazza che credeva fosse la nipote di Mubarak.
Lo credeva davvero, altrimenti perché mai ne avrebbe parlato con lo stesso Mubarak durante una cena istituzionale a Roma?
Di contro, la ricostruzione dei pm Antonio Sangermano e Ilda Boccassini è, secondo Niccolò Ghedini, “sociologia allargata”.
“Ci sono state ragioni di spettacolarizzazione più che di merito”.
LA RICHIESTA dei pm, 6 anni di carcere più l’interdizione perpetua dai pubblici uffici, è “stratosferica”.
“La requisitoria della dottoressa Boccassini è basata più su suggestioni che su dati processuali, ed è segnata da un pregiudizio nei confronti dell’imputato”.
Anche i giudici, del resto, sono “prevenuti”, hanno una “vicinanza culturale al sentire della procura”, mentre “noi abbiamo avuto l’impressione d’ingenerare fastidio”.
Proprio come “il difensore di Luigi XVI, l’avvocato De Sèze”, che parlò davanti a “giudici che, a torto o a ragione, si ritengono prevenuti” .
Udienza finale, dedicata alle arringhe della difesa, del processo con imputato unico Silvio Berlusconi, accusato di prostituzione minorile, per gli asseriti rapporti a pagamento con Karima El Mahroug detta Ruby, e di concussione, per le telefonate fatte da Parigi nella notte del 27 maggio 2010.
Questa è l’accusa per la quale la procura ha chiesto 5 dei 6 anni proposti come pena per l’ex presidente del Consiglio.
Se anche pressioni ci fossero state, ha sostenuto Ghedini, si tratterebbe di reato ministeriale, compiuto da Berlusconi come presidente del Consiglio, e quindi da trattare davanti al tribunale dei ministri: come è successo nel caso nato a Trani per le intercettazioni in cui faceva pressioni su un commissario affinché l’Agcom intervenisse contro Michele Santoro e il suo programma Annozero.
L’inchiesta fu trasferita a Roma e Berlusconi, accusato di concussione, fu giudicato dal tribunale dei ministri, che archiviò. Comunque, sostiene la difesa, le telefonate da Parigi erano solo per evitare un possibile incidente diplomatico con l’Egitto.
LA FUNZIONARIA della questura Giorgia Iafrate, che ha affidato Ruby a Nicole Minetti, lo ha fatto di sua iniziativa e l’“autonomia amministrativa” glielo consentiva”.
Se “per ipotesi” ci fossero state pressioni, queste sarebbero state fatte non da Berlusconi, ma semmai dal capo di gabinetto Pietro Ostuni, che ha ricevuto le telefonate. E infine: se anche la concussione ci fosse stata secondo la vecchia norma del codice, non c’è più dopo la riforma Severino.
Quanto all’accusa di prostituzione minorile, non sta in piedi, secondo la difesa. Perché 50 testimoni contro sei dicono che quelle di Arcore erano cene eleganti. Con la “statua lignea” di Priapo non è stato simulato alcun rapporto orale. E poi i racconti delle sei ragazze che parlano invece di spogliarelli, toccamenti e “puttanaio” si riferiscono alle feste dell’agosto 2010, mentre Ruby frequenta Arcore dal 14 febbraio al 2 maggio.
“Si possono fare feste selvagge ad agosto, ma cene impeccabile a maggio”.
Comunque Berlusconi non sapeva che Ruby fosse minorenne e non basta che lo sapesse Emilio Fede, che per la procura è “un ossimoro splendido”: “un fedele traditore”. Fedelissimo al presidente, dunque non può avergli taciuto l’età della ragazza, eppure intanto “pugnalava alle spalle Berlusconi” per ottenere soldi da lui.
L’AVVOCATO Piero Longo completa l’arringa con le sue considerazioni in punto di diritto, poi esplicita le richieste della difesa. Chiede dapprima l’incompetenza del tribunale di Milano, perché a giudicare dev’essere il tribunale dei ministri, oppure quello di Monza, perché le cene erano ad Arcore e perché il funzionario Ostuni era nella sua casa di Sesto San Giovanni.
Solo in subordine chiede l’assoluzione: “Perché i fatti non sussistono”; o “per non avere commesso il fatto”; o “perché i fatti non costituiscono reato”; oppure perché, dopo la riforma Severino della concussione, “il fatto non è più previsto dalla legge come reato”.
Ghedini aveva concluso così: “Per la procura, la vita di Berlusconi è paragonabile al vaso di Pandora raccontato da Esiodo, da cui scaturiscono tutti i mali. La visione della difesa è quella del vaso di Pandora narrato da Esopo, da cui fuoriescono solo cose positive”.
Da IL Fatto Quotidiano del 04/06/2013.
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Il punto – 1 – Sesta parte
Romano Prodi
Come inizia una guerra civile – 269
La cruna dell’ago – 234
La danza macabra dei nanetti continua senza sosta – 234
La lunga agonia della Repubblica italiana continua inarrestabile. Siamo all’ultimo atto? - 214
Cronaca di un affondamento annunciato - 214
In mezzo alla tempesta - 152
Il punto – 1 – Quinta parte
Un mese difficile.
Mentre l'Italia affonda, ritorniamo agli inizi del '900.
http://www.youtube.com/watch?v=62ghLlnFSNk
B. TEME LA GHIGLIOTTINA GHEDINI: IO ULTIMO DIFENSORE DI LUIGI XVI
(Gianni Barbacetto e Antonella Mascali).
04/06/2013 di triskel182
PROCESSO RUBY, ARRINGA FINALE ASPETTANDO LA SENTENZA, IL LEGALE DEL CAVALIERE SI PARAGONA A DE SÈZE, L’AVVOCATO DEL RE DI FRANCIA DECAPITATO.
Milano - Ecco le tesi della difesa, ovvero il bunga-bunga secondo Ghedini.
Le cene di Arcore erano davvero eleganti, niente sesso, lo sostengono 50 testimoni contro 6.
Silvio Berlusconi non sapeva che Ruby fosse minorenne.
Pagava e paga le ragazze, ma sono aiuti scollegati dalle prestazioni sessuali e ancor più dalle testimonianze rese in questo processo.
Niente concussione, perché non c’è stata alcuna pressione sui funzionari della questura di Milano, ma soltanto una gentile richiesta d’informazioni su una ragazza che credeva fosse la nipote di Mubarak.
Lo credeva davvero, altrimenti perché mai ne avrebbe parlato con lo stesso Mubarak durante una cena istituzionale a Roma?
Di contro, la ricostruzione dei pm Antonio Sangermano e Ilda Boccassini è, secondo Niccolò Ghedini, “sociologia allargata”.
“Ci sono state ragioni di spettacolarizzazione più che di merito”.
LA RICHIESTA dei pm, 6 anni di carcere più l’interdizione perpetua dai pubblici uffici, è “stratosferica”.
“La requisitoria della dottoressa Boccassini è basata più su suggestioni che su dati processuali, ed è segnata da un pregiudizio nei confronti dell’imputato”.
Anche i giudici, del resto, sono “prevenuti”, hanno una “vicinanza culturale al sentire della procura”, mentre “noi abbiamo avuto l’impressione d’ingenerare fastidio”.
Proprio come “il difensore di Luigi XVI, l’avvocato De Sèze”, che parlò davanti a “giudici che, a torto o a ragione, si ritengono prevenuti” .
Udienza finale, dedicata alle arringhe della difesa, del processo con imputato unico Silvio Berlusconi, accusato di prostituzione minorile, per gli asseriti rapporti a pagamento con Karima El Mahroug detta Ruby, e di concussione, per le telefonate fatte da Parigi nella notte del 27 maggio 2010.
Questa è l’accusa per la quale la procura ha chiesto 5 dei 6 anni proposti come pena per l’ex presidente del Consiglio.
Se anche pressioni ci fossero state, ha sostenuto Ghedini, si tratterebbe di reato ministeriale, compiuto da Berlusconi come presidente del Consiglio, e quindi da trattare davanti al tribunale dei ministri: come è successo nel caso nato a Trani per le intercettazioni in cui faceva pressioni su un commissario affinché l’Agcom intervenisse contro Michele Santoro e il suo programma Annozero.
L’inchiesta fu trasferita a Roma e Berlusconi, accusato di concussione, fu giudicato dal tribunale dei ministri, che archiviò. Comunque, sostiene la difesa, le telefonate da Parigi erano solo per evitare un possibile incidente diplomatico con l’Egitto.
LA FUNZIONARIA della questura Giorgia Iafrate, che ha affidato Ruby a Nicole Minetti, lo ha fatto di sua iniziativa e l’“autonomia amministrativa” glielo consentiva”.
Se “per ipotesi” ci fossero state pressioni, queste sarebbero state fatte non da Berlusconi, ma semmai dal capo di gabinetto Pietro Ostuni, che ha ricevuto le telefonate. E infine: se anche la concussione ci fosse stata secondo la vecchia norma del codice, non c’è più dopo la riforma Severino.
Quanto all’accusa di prostituzione minorile, non sta in piedi, secondo la difesa. Perché 50 testimoni contro sei dicono che quelle di Arcore erano cene eleganti. Con la “statua lignea” di Priapo non è stato simulato alcun rapporto orale. E poi i racconti delle sei ragazze che parlano invece di spogliarelli, toccamenti e “puttanaio” si riferiscono alle feste dell’agosto 2010, mentre Ruby frequenta Arcore dal 14 febbraio al 2 maggio.
“Si possono fare feste selvagge ad agosto, ma cene impeccabile a maggio”.
Comunque Berlusconi non sapeva che Ruby fosse minorenne e non basta che lo sapesse Emilio Fede, che per la procura è “un ossimoro splendido”: “un fedele traditore”. Fedelissimo al presidente, dunque non può avergli taciuto l’età della ragazza, eppure intanto “pugnalava alle spalle Berlusconi” per ottenere soldi da lui.
L’AVVOCATO Piero Longo completa l’arringa con le sue considerazioni in punto di diritto, poi esplicita le richieste della difesa. Chiede dapprima l’incompetenza del tribunale di Milano, perché a giudicare dev’essere il tribunale dei ministri, oppure quello di Monza, perché le cene erano ad Arcore e perché il funzionario Ostuni era nella sua casa di Sesto San Giovanni.
Solo in subordine chiede l’assoluzione: “Perché i fatti non sussistono”; o “per non avere commesso il fatto”; o “perché i fatti non costituiscono reato”; oppure perché, dopo la riforma Severino della concussione, “il fatto non è più previsto dalla legge come reato”.
Ghedini aveva concluso così: “Per la procura, la vita di Berlusconi è paragonabile al vaso di Pandora raccontato da Esiodo, da cui scaturiscono tutti i mali. La visione della difesa è quella del vaso di Pandora narrato da Esopo, da cui fuoriescono solo cose positive”.
Da IL Fatto Quotidiano del 04/06/2013.
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Re: Come se ne viene fuori ?
La Fed pronta a comprare Btp. Gli Usa preoccupati del Medio Oriente vogliono stabilizzare il Sud Europa
“La Fed pronta a comprare BTP”, così titola oggi MF. E non è un errore di stampa, non si è confusa la Fed con la Bce. Non si tratta però di una indiscrezione, bensì di una ampia argomentazione fondata su una non recente affermazione di Ben Bernanke, secondo cui “la Fed ha l’autorità per acquistare sia debito pubblico nazionale sia debito pubblico straniero”. Andreas Hoefert, capo economista di Ubs, come riporta MF, ha detto, "l'arsenale della Fed nasconde ancora un'arma", ricordando appunto, il discorso di Bernanke. Insomma, è la conclusione di Hoefert, "nulla può fermare la Fed dal fare il lavoro che la Bce si rifiuta di fare". ...
Se la Fed comprasse debito pubblico europeo, cambierebbe anche la percezione che si ha dell’America: probabilmente non torneremo a quella del Piano Marshall, ma senza dubbio l’effetto politico sarebbe forte. Non sarebbe più l’America che si occupa solo di fare il poliziotto del mondo o quella della crisi dei mutui sub-prime. Sarebbe un’America solidale. ..
Come sempre, il fine giustifica i mezzi: con la mossa di acquistare titoli di Stato europei gli Usa prenderebbero molti piccioni con una fava. Il solo annuncio di questa iniziativa farebbe crollare la strategia del rigore della Germania come un castello di carta. Il problema italiano è la liquidità che non gira e la domanda che crolla: le fabbriche ci sono, ma chiudono.Tornerebbe l’euforia: altro giro, altra corsa. Anche questo, è il sogno americano. Per la prossima crisi, c’è tempo.
Questa notizia, se realizzata, potrebbe cambiare tutto
“La Fed pronta a comprare BTP”, così titola oggi MF. E non è un errore di stampa, non si è confusa la Fed con la Bce. Non si tratta però di una indiscrezione, bensì di una ampia argomentazione fondata su una non recente affermazione di Ben Bernanke, secondo cui “la Fed ha l’autorità per acquistare sia debito pubblico nazionale sia debito pubblico straniero”. Andreas Hoefert, capo economista di Ubs, come riporta MF, ha detto, "l'arsenale della Fed nasconde ancora un'arma", ricordando appunto, il discorso di Bernanke. Insomma, è la conclusione di Hoefert, "nulla può fermare la Fed dal fare il lavoro che la Bce si rifiuta di fare". ...
Se la Fed comprasse debito pubblico europeo, cambierebbe anche la percezione che si ha dell’America: probabilmente non torneremo a quella del Piano Marshall, ma senza dubbio l’effetto politico sarebbe forte. Non sarebbe più l’America che si occupa solo di fare il poliziotto del mondo o quella della crisi dei mutui sub-prime. Sarebbe un’America solidale. ..
Come sempre, il fine giustifica i mezzi: con la mossa di acquistare titoli di Stato europei gli Usa prenderebbero molti piccioni con una fava. Il solo annuncio di questa iniziativa farebbe crollare la strategia del rigore della Germania come un castello di carta. Il problema italiano è la liquidità che non gira e la domanda che crolla: le fabbriche ci sono, ma chiudono.Tornerebbe l’euforia: altro giro, altra corsa. Anche questo, è il sogno americano. Per la prossima crisi, c’è tempo.
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Re: Come se ne viene fuori ?
E' molto grande la distanza tra il mio progetto di un centrosinistra di governo capace di convincere gli italiani che vincere si può e l’attuale disastro.
Romano Prodi
Come inizia una guerra civile – 270
La cruna dell’ago – 235
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Seduti sopra una polveriera pronta ad esplodere - 8
Ma va!!!!!!!!!!!
Scopriamo dopo 19 mesi l'acqua calda???????????????
Perché non era sufficientemente chiaro cosa ci sarebbe successo, già dal dicembre 2011??????????????
Perché tanta meraviglia ora??????????
La Dc esordisce nella prima prova generale il 16 novembre 2011.
Poi si replica un mese e mezzo fa cambiando le comparse e non chiamandolo più governo tecnico ma politico.
Ma la sostanza rimane sempre la stessa, sono sempre loro.
Tanto questo è un grande allevamento di merli stupidi.
Quello che gli italiani non riescono a realizzare è che 19 mesi di governo Dc, ha ridotto nuovamente il Paese a zero.
Solo che questa volta non se ne esce come nel 1992-1995, questa volta scorrerà il sangue.
******
Crisi, l'Italia affossata dall'austerity
Tre milioni di precari, Welfare a picco
Il "Rapporto sui diritti globali": 3.315.000 atipici, paga media 836 euro. Cig decuplicata in 5 anni
"Un quarto della popolazione a rischio esclusione". Ma il Fondo politiche sociali è quasi azzerato
L’Italia? E’ un Paese ferito in profondità. E’ questa l’impietosa analisi del report "Il mondo al tempo dell’austerity – rapporto sui diritti globali 2013" curato dall'Associazione Società Informazione Onlus e dalla Cgil in collaborazione con diverse organizzazioni del Terzo settore. Calano i consumi, le famiglie non riescono più a far fronte ai costi delle cure del medico e degli esami, non ce la fanno a pagare le bollette. Cresce la povertà, il rischio di esclusione riguarda ormai un quarto della popolazione di Luigi Franco
PAESI EMERGENTI, CORRUZIONE E DISUGUAGLIANZE IL COSTO DEL SUCCESSO (di China Files)
"IN 15 MESI 121 SUICIDI PER CRISI, AUMENTO DEL 40% DAL PERIODO PRECEDENTE"
***
Sei in: Il Fatto Quotidiano > Economia & Lobby > Crisi, Italia f...
Crisi, Italia ferita dall’austerity: più poveri, meno welfare. Ma il Pil non sale
Il "Rapporto sui diritti globali": 3.315.000 atipici, paga media 836 euro. Ore di cassa integrazione decuplicate in cinque anni, 160 vertenze industriali aperte. "Un quarto della popolazione a rischio esclusione". Ma il Fondo politiche sociali è quasi azzerato: meno 90% in tre anni
di Luigi Franco
| 4 giugno 2013Commenti (231)
L’Italia? E’ un Paese ferito in profondità. E’ questa l’impietosa analisi del report “Il mondo al tempo dell’austerity – rapporto sui diritti globali 2013″, curato dall’Associazione Società Informazione Onlus e dalla Cgil in collaborazione con diverse organizzazioni del Terzo settore. Calano i consumi, le famiglie non riescono più a far fronte ai costi delle cure del medico e degli esami, non ce la fanno a pagare le bollette e il riscaldamento di casa. Cresce la povertà, mentre il rischio di esclusione riguarda ormai un quarto della popolazione. Tra il 2012 e i primi tre mesi del 2013, 121 persone si sono tolte la vita per cause direttamente legate al peggioramento delle loro condizioni economiche.
Tale situazione è la conseguenza della crisi della finanza mondiale. Ma non solo. Perché dove i governi hanno cercato di metterci una pezza all’insegna dell’austerity hanno fallito e hanno finito per aggravare la situazione. Secondo il rapporto questo è successo nell’Unione Europea, come in Italia, dove i tagli del governo Berlusconi prima e del governo Monti poi hanno avuto una vittima sacrificale: il welfare. Mentre la situazione economica non ha visto alcuna conseguenza positiva: oggi un terzo dei giovani non ha lavoro, sono in atto oltre 160 crisi industriali, tra cui quelle di Ilva e Fiat, il potere d’acquisto è tornato ai valori di dieci anni fa e oltre cinquanta comuni di media grandezza si trovano sull’orlo del dissesto finanziario. Intanto la variazione del Pil (diminuito nel 2012 del 2,4%), secondo le previsioni manterrà il segno negativo anche nel 2013.
Il lungo declino italiano
Secondo il rapporto le radici del declino italiano risalgono a prima della crisi globale, che sei anni fa si è inserita in un contesto il cui modello produttivo è da sempre caratterizzato da limiti e carenze. Il report individua almeno tre fattori che hanno contribuito a rendere la situazione economica più grave. Innanzitutto la struttura produttiva italiana è centrata su settori tradizionali come alimentare e tessile, anziché su quelli avanzati. Le dimensioni delle imprese, troppo piccole, non favoriscono la creazione di economie di scala e l’ingresso in settori avanzati: solo 1.400 aziende in Italia hanno più di 250 addetti (in Germania sono 1.400). In terzo luogo, in Italia coesistono alti profitti e bassi investimenti, soprattutto in ricerca e sviluppo (1,26% del Pil contro una media Ue a 27 dell’1,9%, dato riferito al 2009).
La ripercussione sul mercato del lavoro e la piaga del precariato
A fare le spese della situazione italiana è soprattutto il mercato del lavoro, in un orizzonte di precarietà e incertezza che la recente riforma Fornero non ha per nulla contribuito a correggere. Il tasso di occupazione, che misura il numero di lavoratori occupati sul totale della popolazione fra i 15 e i 64 anni, è uno dei più bassi d’Europa (56,9% nel terzo trimestre 2012), di poco superiore alla Spagna (55,6%) e ben al di sotto di Germania (73,2%) e Francia (64,4%). Altrettanto critici, peraltro, sono i dati sulla disoccupazione, il cui tasso, a dicembre 2012, si è attestato all’11,2%, con un aumento dell’1,8% in un anno: in valori assoluti si tratta di 2 milioni 875 mila persone, 474 mila in più rispetto a dicembre 2011. A pagare il conto della crisi sono soprattutto i giovani (tasso di disoccupazione del 35,5% nel 2012) e le donne (tasso di occupazione del 47,1%, contro il 66,1% degli uomini). Come se non bastasse, la cassaintegrazione lo scorso anno ha sfondato nuovamente – dopo il picco del 2010 – il tetto del miliardo di ore, passando da 183,7 milioni di ore nel 2007 (alla vigilia della crisi) a 227,7 milioni nel 2008, 913,6 milioni nel 2009, 1.197,8 milioni nel 2010, 973,2 milioni nel 2011 e, infine, 1.090,7 milioni nel 2012.
La piaga rimane poi il precariato. In numero assoluto i precari italiani sono 3.315.580 unità: lo stipendio è mediamente di 836 euro netti al mese (927 euro mensili per i maschi e 759 euro per le donne). Solo il 15% di loro è laureato, il che smentisce un luogo comune che identifica il precario in un giovane con un elevato livello di studio.
I tagli al welfare e la macelleria sociale
Secondo il rapporto, le politiche di austerity imposte a livello europeo hanno innescato un dispositivo recessivo che ha una vittima sacrificale per eccellenza, il welfare. “È così nell’Unione – si legge nel report – ed è così in Italia, dove emblema di questo passaggio, insieme alla falcidia dei Fondi sociali e alla lenta, ma costante privatizzazione della sanità, è il passaggio del fiscal compact in Costituzione: la legge fondamentale della Repubblica relegata a ragioneria. Che costerà 45 miliardi di debito pubblico da far rientrare all’anno per 20 anni. Dunque, si sancisce un taglio di 45 miliardi di debito pubblico all’anno per 20 anni, un’ipoteca che peserà su qualsiasi governo futuro di qualsiasi colore”. I tagli compiuti dai governi Berlusconi e Monti hanno portato a una vera e propria “macelleria sociale”, sostiene il report.
Il Fondo nazionale per le politiche sociali, per esempio, ha perso in un triennio il 90% delle risorse, passando dallo stanziamento di 435 milioni di euro nel 2010 a quello di soli 43 milioni nel 2012. Nel complesso, i finanziamenti per tutti i fondi dell’area sociale (oltre al Fnps, si tratta dei fondi infanzia, immigrazione, famiglia, non autosufficienza) sono stati ridotti nel 2011 rispetto al 2010 del 30% e di un ulteriore 20% nel 2012 rispetto al 2011, e da 2,5 miliardi di euro complessivi nel 2008 sono precipitati a 230 milioni nel 2012. Colpiti i fondi per il settore sociale e colpita la sanità pubblica. “I tagli al Servizio sanitario nazionale – si legge – continuano all’insegna della spending review, e intanto sale la percentuale di denaro che gli italiani devono sborsare dalle proprie tasche: nel 2011 raggiunge i 2,8 miliardi, l’1,76% del Pil e il 17,8% di tutta la spesa sanitaria, l’84,6% degli italiani ha pagato per la salute in media 1.156 euro in un anno, e si capisce come mai aumentino coloro che rinunciano alle cure e ai farmaci a causa del loro costo”.
L’emergenza casa
Tra i fattori che più danno la percezione dell’aumento della povertà degli italiani, c’è la casa: “Un diritto negato – sostiene il report – Ne fanno le spese homeless di lunga data, nuovi poveri, famiglie sotto sfratto, lavoratori poveri. Con tante sfaccettature, la casa è una emergenza nazionale”. In forte aumento è il numero delle persone che subiscono uno sfratto: “Si può capire come un Paese che investe in diritto alla casa lo 0,1% della spesa sociale (media dell’Ue a 27 del 2%) e abbia tagliato in 10 anni del 95% il fondo che sostiene l’affitto (passato da 360 milioni di euro a 9,8 milioni) non sia in grado di garantire alcunché anche a persone che lavorano e hanno un reddito ma non ce la fanno”. Così dei 290mila sfratti emessi negli ultimi cinque anni, ben 240mila sono per morosità, con la previsione di un incremento di 150mila nel prossimo triennio. Per il 21% gli sfrattati sono giovani precari under 35, che nell’ultimo biennio non hanno lavorato, per il 26% sono famiglie numerose migranti a reddito basso e per il 38% anziani, per lo più che vivono da soli. Ma anche chi la casa ce l’ha, deve affrontare diverse difficoltà. Secondo l’Istat, infatti, le famiglie in condizioni di disagio abitativo in Italia sono molto numerose: il 52,7% considera le spese per l’abitazione un carico eccessivo, il 20,3% vive in abitazioni degradate o danneggiate, l’11,5% non può riscaldare la casa in modo sufficiente e l’11% si è trovata almeno una volta in ritardo sul pagamento di affitto o mutuo, e l’8,9% delle bollette.
Twitter: @gigi_gno
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/06 ... le/615586/
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Perché tanta meraviglia ora??????????
La Dc esordisce nella prima prova generale il 16 novembre 2011.
Poi si replica un mese e mezzo fa cambiando le comparse e non chiamandolo più governo tecnico ma politico.
Ma la sostanza rimane sempre la stessa, sono sempre loro.
Tanto questo è un grande allevamento di merli stupidi.
Quello che gli italiani non riescono a realizzare è che 19 mesi di governo Dc, ha ridotto nuovamente il Paese a zero.
Solo che questa volta non se ne esce come nel 1992-1995, questa volta scorrerà il sangue.
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Crisi, l'Italia affossata dall'austerity
Tre milioni di precari, Welfare a picco
Il "Rapporto sui diritti globali": 3.315.000 atipici, paga media 836 euro. Cig decuplicata in 5 anni
"Un quarto della popolazione a rischio esclusione". Ma il Fondo politiche sociali è quasi azzerato
L’Italia? E’ un Paese ferito in profondità. E’ questa l’impietosa analisi del report "Il mondo al tempo dell’austerity – rapporto sui diritti globali 2013" curato dall'Associazione Società Informazione Onlus e dalla Cgil in collaborazione con diverse organizzazioni del Terzo settore. Calano i consumi, le famiglie non riescono più a far fronte ai costi delle cure del medico e degli esami, non ce la fanno a pagare le bollette. Cresce la povertà, il rischio di esclusione riguarda ormai un quarto della popolazione di Luigi Franco
PAESI EMERGENTI, CORRUZIONE E DISUGUAGLIANZE IL COSTO DEL SUCCESSO (di China Files)
"IN 15 MESI 121 SUICIDI PER CRISI, AUMENTO DEL 40% DAL PERIODO PRECEDENTE"
***
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Crisi, Italia ferita dall’austerity: più poveri, meno welfare. Ma il Pil non sale
Il "Rapporto sui diritti globali": 3.315.000 atipici, paga media 836 euro. Ore di cassa integrazione decuplicate in cinque anni, 160 vertenze industriali aperte. "Un quarto della popolazione a rischio esclusione". Ma il Fondo politiche sociali è quasi azzerato: meno 90% in tre anni
di Luigi Franco
| 4 giugno 2013Commenti (231)
L’Italia? E’ un Paese ferito in profondità. E’ questa l’impietosa analisi del report “Il mondo al tempo dell’austerity – rapporto sui diritti globali 2013″, curato dall’Associazione Società Informazione Onlus e dalla Cgil in collaborazione con diverse organizzazioni del Terzo settore. Calano i consumi, le famiglie non riescono più a far fronte ai costi delle cure del medico e degli esami, non ce la fanno a pagare le bollette e il riscaldamento di casa. Cresce la povertà, mentre il rischio di esclusione riguarda ormai un quarto della popolazione. Tra il 2012 e i primi tre mesi del 2013, 121 persone si sono tolte la vita per cause direttamente legate al peggioramento delle loro condizioni economiche.
Tale situazione è la conseguenza della crisi della finanza mondiale. Ma non solo. Perché dove i governi hanno cercato di metterci una pezza all’insegna dell’austerity hanno fallito e hanno finito per aggravare la situazione. Secondo il rapporto questo è successo nell’Unione Europea, come in Italia, dove i tagli del governo Berlusconi prima e del governo Monti poi hanno avuto una vittima sacrificale: il welfare. Mentre la situazione economica non ha visto alcuna conseguenza positiva: oggi un terzo dei giovani non ha lavoro, sono in atto oltre 160 crisi industriali, tra cui quelle di Ilva e Fiat, il potere d’acquisto è tornato ai valori di dieci anni fa e oltre cinquanta comuni di media grandezza si trovano sull’orlo del dissesto finanziario. Intanto la variazione del Pil (diminuito nel 2012 del 2,4%), secondo le previsioni manterrà il segno negativo anche nel 2013.
Il lungo declino italiano
Secondo il rapporto le radici del declino italiano risalgono a prima della crisi globale, che sei anni fa si è inserita in un contesto il cui modello produttivo è da sempre caratterizzato da limiti e carenze. Il report individua almeno tre fattori che hanno contribuito a rendere la situazione economica più grave. Innanzitutto la struttura produttiva italiana è centrata su settori tradizionali come alimentare e tessile, anziché su quelli avanzati. Le dimensioni delle imprese, troppo piccole, non favoriscono la creazione di economie di scala e l’ingresso in settori avanzati: solo 1.400 aziende in Italia hanno più di 250 addetti (in Germania sono 1.400). In terzo luogo, in Italia coesistono alti profitti e bassi investimenti, soprattutto in ricerca e sviluppo (1,26% del Pil contro una media Ue a 27 dell’1,9%, dato riferito al 2009).
La ripercussione sul mercato del lavoro e la piaga del precariato
A fare le spese della situazione italiana è soprattutto il mercato del lavoro, in un orizzonte di precarietà e incertezza che la recente riforma Fornero non ha per nulla contribuito a correggere. Il tasso di occupazione, che misura il numero di lavoratori occupati sul totale della popolazione fra i 15 e i 64 anni, è uno dei più bassi d’Europa (56,9% nel terzo trimestre 2012), di poco superiore alla Spagna (55,6%) e ben al di sotto di Germania (73,2%) e Francia (64,4%). Altrettanto critici, peraltro, sono i dati sulla disoccupazione, il cui tasso, a dicembre 2012, si è attestato all’11,2%, con un aumento dell’1,8% in un anno: in valori assoluti si tratta di 2 milioni 875 mila persone, 474 mila in più rispetto a dicembre 2011. A pagare il conto della crisi sono soprattutto i giovani (tasso di disoccupazione del 35,5% nel 2012) e le donne (tasso di occupazione del 47,1%, contro il 66,1% degli uomini). Come se non bastasse, la cassaintegrazione lo scorso anno ha sfondato nuovamente – dopo il picco del 2010 – il tetto del miliardo di ore, passando da 183,7 milioni di ore nel 2007 (alla vigilia della crisi) a 227,7 milioni nel 2008, 913,6 milioni nel 2009, 1.197,8 milioni nel 2010, 973,2 milioni nel 2011 e, infine, 1.090,7 milioni nel 2012.
La piaga rimane poi il precariato. In numero assoluto i precari italiani sono 3.315.580 unità: lo stipendio è mediamente di 836 euro netti al mese (927 euro mensili per i maschi e 759 euro per le donne). Solo il 15% di loro è laureato, il che smentisce un luogo comune che identifica il precario in un giovane con un elevato livello di studio.
I tagli al welfare e la macelleria sociale
Secondo il rapporto, le politiche di austerity imposte a livello europeo hanno innescato un dispositivo recessivo che ha una vittima sacrificale per eccellenza, il welfare. “È così nell’Unione – si legge nel report – ed è così in Italia, dove emblema di questo passaggio, insieme alla falcidia dei Fondi sociali e alla lenta, ma costante privatizzazione della sanità, è il passaggio del fiscal compact in Costituzione: la legge fondamentale della Repubblica relegata a ragioneria. Che costerà 45 miliardi di debito pubblico da far rientrare all’anno per 20 anni. Dunque, si sancisce un taglio di 45 miliardi di debito pubblico all’anno per 20 anni, un’ipoteca che peserà su qualsiasi governo futuro di qualsiasi colore”. I tagli compiuti dai governi Berlusconi e Monti hanno portato a una vera e propria “macelleria sociale”, sostiene il report.
Il Fondo nazionale per le politiche sociali, per esempio, ha perso in un triennio il 90% delle risorse, passando dallo stanziamento di 435 milioni di euro nel 2010 a quello di soli 43 milioni nel 2012. Nel complesso, i finanziamenti per tutti i fondi dell’area sociale (oltre al Fnps, si tratta dei fondi infanzia, immigrazione, famiglia, non autosufficienza) sono stati ridotti nel 2011 rispetto al 2010 del 30% e di un ulteriore 20% nel 2012 rispetto al 2011, e da 2,5 miliardi di euro complessivi nel 2008 sono precipitati a 230 milioni nel 2012. Colpiti i fondi per il settore sociale e colpita la sanità pubblica. “I tagli al Servizio sanitario nazionale – si legge – continuano all’insegna della spending review, e intanto sale la percentuale di denaro che gli italiani devono sborsare dalle proprie tasche: nel 2011 raggiunge i 2,8 miliardi, l’1,76% del Pil e il 17,8% di tutta la spesa sanitaria, l’84,6% degli italiani ha pagato per la salute in media 1.156 euro in un anno, e si capisce come mai aumentino coloro che rinunciano alle cure e ai farmaci a causa del loro costo”.
L’emergenza casa
Tra i fattori che più danno la percezione dell’aumento della povertà degli italiani, c’è la casa: “Un diritto negato – sostiene il report – Ne fanno le spese homeless di lunga data, nuovi poveri, famiglie sotto sfratto, lavoratori poveri. Con tante sfaccettature, la casa è una emergenza nazionale”. In forte aumento è il numero delle persone che subiscono uno sfratto: “Si può capire come un Paese che investe in diritto alla casa lo 0,1% della spesa sociale (media dell’Ue a 27 del 2%) e abbia tagliato in 10 anni del 95% il fondo che sostiene l’affitto (passato da 360 milioni di euro a 9,8 milioni) non sia in grado di garantire alcunché anche a persone che lavorano e hanno un reddito ma non ce la fanno”. Così dei 290mila sfratti emessi negli ultimi cinque anni, ben 240mila sono per morosità, con la previsione di un incremento di 150mila nel prossimo triennio. Per il 21% gli sfrattati sono giovani precari under 35, che nell’ultimo biennio non hanno lavorato, per il 26% sono famiglie numerose migranti a reddito basso e per il 38% anziani, per lo più che vivono da soli. Ma anche chi la casa ce l’ha, deve affrontare diverse difficoltà. Secondo l’Istat, infatti, le famiglie in condizioni di disagio abitativo in Italia sono molto numerose: il 52,7% considera le spese per l’abitazione un carico eccessivo, il 20,3% vive in abitazioni degradate o danneggiate, l’11,5% non può riscaldare la casa in modo sufficiente e l’11% si è trovata almeno una volta in ritardo sul pagamento di affitto o mutuo, e l’8,9% delle bollette.
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Re: Come se ne viene fuori ?
E' molto grande la distanza tra il mio progetto di un centrosinistra di governo capace di convincere gli italiani che vincere si può e l’attuale disastro.
Romano Prodi
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E' un fenomeno abbastanza normale nelle società che crollano per decomposizione che si verifichino fatti di questo genere.
Avvocato Taormina
E ribadisce: “Fottere la magistratura è la cosa più bella che uno possa fare”
Taormina: “Ho fatto assolvere un parlamentare criminale della Dc”
(Tra criminali ci si intende - ndt)
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“Quale è il più grande criminale che ho difeso? Un parlamentare democristiano della Prima Repubblica. E’ ancora vivo ed era un grande criminale, l’ho fatto assolvere“. Sono le parole rilasciate da Carlo Taormina ai microfoni de “La Zanzara”, su Radio24. L’avvocato ed ex parlamentare di Forza Italia non vuole però rivelare il nome del politico: “Non dico chi è, altrimenti vado in galera. Vi assicuro che era un criminale e lo sapevo benissimo. Ora non è più in Parlamento”. E aggiunge: “Sono molto contento che sia stato assolto, perchè quando posso fottere i giudici sono tranquillo“. Questa dichiarazione scatena il dissenso impetuoso di Paolo, un radioascoltatore di Novara, col quale Taormina ha un accesissimo scontro. “Sono stanco di sentire in questa trasmissione i soliti falliti” – protesta Paolo – “persone che non fanno altro che ripetere le solite cazzate. Taormina vada da Barbara D’Urso a fare il buffone“. Furibonda la reazione del legale di Fiorito, che replica a suon di frasi colorite come “vada a morì amazzato due volte”, “che ca…o dice”, “chi ca..o sei” e “testa di ca…o”. Il radioascoltatore accusa anche i conduttori di fare “i forti coi deboli” e punta il dito contro David Parenzo: “Urli parlando di Mandarà e non sprechi il tuo fiato per attaccare Taormina dopo quello che ha detto”. E chiede insistentemente all’avvocato chi è il parlamentare democristiano “criminale”. Taormina ribadisce di non voler rivelare l’identità del suo ex assistito e chiede polemicamente: “Ci dici che ca..o di lavoro fai? Fai l’imbecille? Sei un morto di fame e invidioso. Ma vaff…, và. Questo è uno str…zo, lasciamolo perdere”. E ribadisce: “Fottere la magistratura è la cosa più bella che uno possa fare”
4 giugno 2013
Romano Prodi
Come inizia una guerra civile – 271
La cruna dell’ago – 236
La danza macabra dei nanetti continua senza sosta – 236
La lunga agonia della Repubblica italiana continua inarrestabile. Siamo all’ultimo atto? - 216
Cronaca di un affondamento annunciato - 216
In mezzo alla tempesta - 154
Seduti sopra una polveriera pronta ad esplodere - 9
E' un fenomeno abbastanza normale nelle società che crollano per decomposizione che si verifichino fatti di questo genere.
Avvocato Taormina
E ribadisce: “Fottere la magistratura è la cosa più bella che uno possa fare”
Taormina: “Ho fatto assolvere un parlamentare criminale della Dc”
(Tra criminali ci si intende - ndt)
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“Quale è il più grande criminale che ho difeso? Un parlamentare democristiano della Prima Repubblica. E’ ancora vivo ed era un grande criminale, l’ho fatto assolvere“. Sono le parole rilasciate da Carlo Taormina ai microfoni de “La Zanzara”, su Radio24. L’avvocato ed ex parlamentare di Forza Italia non vuole però rivelare il nome del politico: “Non dico chi è, altrimenti vado in galera. Vi assicuro che era un criminale e lo sapevo benissimo. Ora non è più in Parlamento”. E aggiunge: “Sono molto contento che sia stato assolto, perchè quando posso fottere i giudici sono tranquillo“. Questa dichiarazione scatena il dissenso impetuoso di Paolo, un radioascoltatore di Novara, col quale Taormina ha un accesissimo scontro. “Sono stanco di sentire in questa trasmissione i soliti falliti” – protesta Paolo – “persone che non fanno altro che ripetere le solite cazzate. Taormina vada da Barbara D’Urso a fare il buffone“. Furibonda la reazione del legale di Fiorito, che replica a suon di frasi colorite come “vada a morì amazzato due volte”, “che ca…o dice”, “chi ca..o sei” e “testa di ca…o”. Il radioascoltatore accusa anche i conduttori di fare “i forti coi deboli” e punta il dito contro David Parenzo: “Urli parlando di Mandarà e non sprechi il tuo fiato per attaccare Taormina dopo quello che ha detto”. E chiede insistentemente all’avvocato chi è il parlamentare democristiano “criminale”. Taormina ribadisce di non voler rivelare l’identità del suo ex assistito e chiede polemicamente: “Ci dici che ca..o di lavoro fai? Fai l’imbecille? Sei un morto di fame e invidioso. Ma vaff…, và. Questo è uno str…zo, lasciamolo perdere”. E ribadisce: “Fottere la magistratura è la cosa più bella che uno possa fare”
4 giugno 2013
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Re: Come se ne viene fuori ?
Erri De Luca:
Un assortito gruppo di minuscoli vuole cambiare la Costituzione scritta dai giganti della repubblica.
Senza la sua àncora,si va alla deriva.
Minuscoli e...criminali!
Un assortito gruppo di minuscoli vuole cambiare la Costituzione scritta dai giganti della repubblica.
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