Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
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Re: Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
Ogni governo ha sostenuto le grandi banche, i grandi business e le corporation internazionali a scapito delle economie nazionali, regionali e locali. Questo principio è il cuore di quello che io penso sia sbagliato. Le grandi corporation e le grandi banche straniere non possono rispondere ai bisogni delle persone del Paese e del territorio. Abbiamo bisogno di cambiare direzione per agire a favore sia delle imprese che delle banche entro i confini della nostre politiche, entro quelle strutture visibili, dove facciamo business responsabile e che quindi possono essere regolate. Abbiamo bisogno che la società operi dal basso!" Helena Norberg-Hodge
Il Passaparola di Helena Norberg-Hodge, fondatrice e direttrice del ”International Society for Ecology and Culture” (ISEC) e vincitrice del Right Livelihood Award
"Sono veramente onorata di essere associata al MoVimento 5 Stelle in Italia. Questo MoVimento sta diventando un’ispirazione per tutto il mondo. Da un giorno all’altro voi state mostrando cosa può fare il potere della gente, se ci concentriamo a lavorare insieme piuttosto che agire isolati secondo il comportamento consumistico con cui noi dovremmo “salvare l’economia”, “salvare l’ambiente”, "salvare posti di lavoro". Possiamo fare davvero tanto a livello locale e se cominciamo a creare collegamenti in tutto il Paese possiamo cambiare il corso della Storia. Il MoVimento 5 Stelle sta ispirando tutto il mondo.
Dal mio punto di vista, e dal punto di vista del mio Istituto ISEC, è cruciale diffondere quella che io chiamo alfabetizzazione economica. Questa è la chiave per comprendere che ogni governo ha sostenuto le grandi banche, i grandi business e le corporation internazionali a scapito delle economie nazionali, regionali e locali. Quasi dall’inizio dell’economia moderna percorriamo questa strada basata sul principio dei vantaggi competitivi ossia: “non è nel tuo interesse produrre per i bisogni del tuo paese o della tua regione, invece è nel tuo interesse specializzarti per le esportazioni”. Questo principio è il cuore di quello che io penso sia sbagliato. Credo che ci sia stata buona fede, ma cieca, una cieca buona fede.
Le grandi corporation e le grandi banche straniere non possono rispondere ai bisogni delle persone del Paese e del territorio. Abbiamo bisogno di cambiare direzione per agire a favore sia delle imprese che delle banche entro i confini della nostre politiche, entro quelle strutture visibili, dove facciamo business responsabile e che quindi possono essere regolate. Questa è una distinzione molto importante perché possiamo andare sia oltre il socialismo e il comunismo, sia oltre il capitalismo delle corporation. C’è un sentiero dove la creatività, la creazione di profitto, gli interessi, possono funzionare in modo giusto e creativo purché queste strutture siano più a misura d’uomo, responsabili e visibili.
Abbiamo bisogno che la società operi dal basso, secondo quello che noi chiamiamo il principio di sussistenza per cui ogni Regione dovrebbe produrre la maggior parte del grano, del latte, del formaggio, delle verdure. I principali alimenti base del fabbisogno quotidiano devono essere localizzati e decentralizzati. Per facilitare la localizzazione del business responsabile e visibile, è molto importante anche studiare il movimento per il cibo locale che è cresciuto rapidamente, in particolare in America, Inghilterra, Australia. In molti casi i contadini hanno passato la loro vita a produrre un solo prodotto per mercati lontani vendendo a supermercati. C’era intensa pressione per produrre solo una o due cose ma per avere dimensioni standard, forme standard, prodotti standard che si adattino alle macchine per il raccolto, per il trasporto, per l’imballaggio, che si adattino agli scaffali dei supermercati. E ogni volta l’ingegneria genetica con i semi ibridi assicurano che l’obiettivo è il profitto per gli investitori stranieri, e non sul cibo salutare e nutriente per le persone.
Il risultato finale è stata l’economia del cibo più inefficiente che si possa immaginare. Oggi abbiamo una situazione in cui, in tutto il mondo, il latte e il burro dell’altra parte del mondo costa meno del latte e del burro locale. Questo è un trend universale. I governi hanno incoraggiato, a causa del principio del vantaggio competitivo, la costruzione di una infrastruttura globale a spese delle infrastrutture locali, una deregolamentazione del movimento globale delle merci e dei capitali, mentre hanno sovra-regolamentato a livello nazionale e locale. Gli attori locali non hanno possibilità di competere con questi monopoli di fatto che ricevono soldi delle nostre tasse e fanno profitti con il cibo proveniente da lontano mentre noi “uccidiamo” i nostri contadini. L’intera infrastruttura locale, tutte le persone coinvolte nell’economia del cibo vengono distrutte. La stessa cosa accade con i materiali da costruzione: quasi ovunque si trovano materiali prefabbricati altamente tossici. Alluminio e plastica hanno sostituito il legno, la pietra, il fango, cioè i materiali da costruzione che abbiamo impiegato per migliaia di anni. E ci viene detto che questi nuovi materiali sono meno costosi. Ma non lo sono! Ci costano tantissimo in termini di estrazione dei minerali, dell’enorme quantità di energia che richiedono e di trasporto, dato che sono prefabbricati da grandi industrie e trasportati per mare in tutto il mondo. Nel frattempo gli stili architettonici con cui le persone costruivano la casa a seconda che ci fosse molta pioggia, o neve, freddo, o caldo, stanno scomparendo a vantaggio dei blocchi di cemento con plastica e alluminio, materiali prefabbricati. Queste non sono economie di scala, sono economie in cui prevale l’egemonia del grande e del globale, a discapito delle economie locali e nazionali di tutto il mondo. Perciò, il lavoro, i mestieri, la conoscenza che permette di costruire le case e coltivare cibo in maniera legata al clima e alla produzione diversificata, la pesca, la silvicoltura, il modo con cui otteniamo i nostri tessuti, tutto questo è stato distrutto anche dalla maniera in cui noi istruiamo i nostri giovani a lavorare, ad essere individui economicamente produttivi.
Il punto di forza del movimento per l’economia locale è che dobbiamo iniziare a osservare da due punti di vista: da quello delle iniziative delle comunità e da quello dei cambiamenti politici. Se cominciamo a muovere alcune delle nostre tasse e a riformare i regolamenti verso un cambiamento di direzione, vedremo un cambiamento molto velocemente. Lavoreremo con i bisogni delle persone che ovunque vorrebbero avere le capacità per fare un lavoro produttivo, risponderemo al bisogno di riconnetterci alle nostre comunità, alle nostre regioni, ricostruire quel senso di interdipendenza e identità comunitaria. Ricostruire quel senso di identità è infatti la maniera più importante per ridurre la rabbia, la violenza, frustrazione, lo stress, la depressione epidemica che sta crescendo in tutto il mondo. Questa è la strategia vincente e spero che il MoVimento 5 Stelle si unirà alla nostra battaglia per la localizzazione.
Per noi la localizzazione è l’economia della felicità perché aiuta il nostro sé interiore, la nostra interiorità psicologica e spirituale, e ci permette di riconnetterci con il mondo vivente attorno a noi. Per non essere isolati in alte torri a guardare schermi, senza sapere nulla del terreno sotto i nostri piedi, delle piante attorno a noi, per riconnettersi con la vita. E’ stato dimostrato in innumerevoli terapie che le persone dei Paesi industrializzati soffrono di alcolismo, violenza, abusi, droga. La costruzione di comunità e la consapevole connessione con la natura, con gli animali, con le piante, la vita, questo è ciò che porta di nuovo gioia e felicità.
Una transizione economica verso la localizzazione è il percorso strutturale verso un’economia della felicità. " Helena Norberg-Hodge
Guarda il trailer del documentario di Helena Norberg-Hodge"L'economia della felicità
http://www.beppegrillo.it/2013/06/passa ... 2013-06-17
iao
Paolo11"
Il Passaparola di Helena Norberg-Hodge, fondatrice e direttrice del ”International Society for Ecology and Culture” (ISEC) e vincitrice del Right Livelihood Award
"Sono veramente onorata di essere associata al MoVimento 5 Stelle in Italia. Questo MoVimento sta diventando un’ispirazione per tutto il mondo. Da un giorno all’altro voi state mostrando cosa può fare il potere della gente, se ci concentriamo a lavorare insieme piuttosto che agire isolati secondo il comportamento consumistico con cui noi dovremmo “salvare l’economia”, “salvare l’ambiente”, "salvare posti di lavoro". Possiamo fare davvero tanto a livello locale e se cominciamo a creare collegamenti in tutto il Paese possiamo cambiare il corso della Storia. Il MoVimento 5 Stelle sta ispirando tutto il mondo.
Dal mio punto di vista, e dal punto di vista del mio Istituto ISEC, è cruciale diffondere quella che io chiamo alfabetizzazione economica. Questa è la chiave per comprendere che ogni governo ha sostenuto le grandi banche, i grandi business e le corporation internazionali a scapito delle economie nazionali, regionali e locali. Quasi dall’inizio dell’economia moderna percorriamo questa strada basata sul principio dei vantaggi competitivi ossia: “non è nel tuo interesse produrre per i bisogni del tuo paese o della tua regione, invece è nel tuo interesse specializzarti per le esportazioni”. Questo principio è il cuore di quello che io penso sia sbagliato. Credo che ci sia stata buona fede, ma cieca, una cieca buona fede.
Le grandi corporation e le grandi banche straniere non possono rispondere ai bisogni delle persone del Paese e del territorio. Abbiamo bisogno di cambiare direzione per agire a favore sia delle imprese che delle banche entro i confini della nostre politiche, entro quelle strutture visibili, dove facciamo business responsabile e che quindi possono essere regolate. Questa è una distinzione molto importante perché possiamo andare sia oltre il socialismo e il comunismo, sia oltre il capitalismo delle corporation. C’è un sentiero dove la creatività, la creazione di profitto, gli interessi, possono funzionare in modo giusto e creativo purché queste strutture siano più a misura d’uomo, responsabili e visibili.
Abbiamo bisogno che la società operi dal basso, secondo quello che noi chiamiamo il principio di sussistenza per cui ogni Regione dovrebbe produrre la maggior parte del grano, del latte, del formaggio, delle verdure. I principali alimenti base del fabbisogno quotidiano devono essere localizzati e decentralizzati. Per facilitare la localizzazione del business responsabile e visibile, è molto importante anche studiare il movimento per il cibo locale che è cresciuto rapidamente, in particolare in America, Inghilterra, Australia. In molti casi i contadini hanno passato la loro vita a produrre un solo prodotto per mercati lontani vendendo a supermercati. C’era intensa pressione per produrre solo una o due cose ma per avere dimensioni standard, forme standard, prodotti standard che si adattino alle macchine per il raccolto, per il trasporto, per l’imballaggio, che si adattino agli scaffali dei supermercati. E ogni volta l’ingegneria genetica con i semi ibridi assicurano che l’obiettivo è il profitto per gli investitori stranieri, e non sul cibo salutare e nutriente per le persone.
Il risultato finale è stata l’economia del cibo più inefficiente che si possa immaginare. Oggi abbiamo una situazione in cui, in tutto il mondo, il latte e il burro dell’altra parte del mondo costa meno del latte e del burro locale. Questo è un trend universale. I governi hanno incoraggiato, a causa del principio del vantaggio competitivo, la costruzione di una infrastruttura globale a spese delle infrastrutture locali, una deregolamentazione del movimento globale delle merci e dei capitali, mentre hanno sovra-regolamentato a livello nazionale e locale. Gli attori locali non hanno possibilità di competere con questi monopoli di fatto che ricevono soldi delle nostre tasse e fanno profitti con il cibo proveniente da lontano mentre noi “uccidiamo” i nostri contadini. L’intera infrastruttura locale, tutte le persone coinvolte nell’economia del cibo vengono distrutte. La stessa cosa accade con i materiali da costruzione: quasi ovunque si trovano materiali prefabbricati altamente tossici. Alluminio e plastica hanno sostituito il legno, la pietra, il fango, cioè i materiali da costruzione che abbiamo impiegato per migliaia di anni. E ci viene detto che questi nuovi materiali sono meno costosi. Ma non lo sono! Ci costano tantissimo in termini di estrazione dei minerali, dell’enorme quantità di energia che richiedono e di trasporto, dato che sono prefabbricati da grandi industrie e trasportati per mare in tutto il mondo. Nel frattempo gli stili architettonici con cui le persone costruivano la casa a seconda che ci fosse molta pioggia, o neve, freddo, o caldo, stanno scomparendo a vantaggio dei blocchi di cemento con plastica e alluminio, materiali prefabbricati. Queste non sono economie di scala, sono economie in cui prevale l’egemonia del grande e del globale, a discapito delle economie locali e nazionali di tutto il mondo. Perciò, il lavoro, i mestieri, la conoscenza che permette di costruire le case e coltivare cibo in maniera legata al clima e alla produzione diversificata, la pesca, la silvicoltura, il modo con cui otteniamo i nostri tessuti, tutto questo è stato distrutto anche dalla maniera in cui noi istruiamo i nostri giovani a lavorare, ad essere individui economicamente produttivi.
Il punto di forza del movimento per l’economia locale è che dobbiamo iniziare a osservare da due punti di vista: da quello delle iniziative delle comunità e da quello dei cambiamenti politici. Se cominciamo a muovere alcune delle nostre tasse e a riformare i regolamenti verso un cambiamento di direzione, vedremo un cambiamento molto velocemente. Lavoreremo con i bisogni delle persone che ovunque vorrebbero avere le capacità per fare un lavoro produttivo, risponderemo al bisogno di riconnetterci alle nostre comunità, alle nostre regioni, ricostruire quel senso di interdipendenza e identità comunitaria. Ricostruire quel senso di identità è infatti la maniera più importante per ridurre la rabbia, la violenza, frustrazione, lo stress, la depressione epidemica che sta crescendo in tutto il mondo. Questa è la strategia vincente e spero che il MoVimento 5 Stelle si unirà alla nostra battaglia per la localizzazione.
Per noi la localizzazione è l’economia della felicità perché aiuta il nostro sé interiore, la nostra interiorità psicologica e spirituale, e ci permette di riconnetterci con il mondo vivente attorno a noi. Per non essere isolati in alte torri a guardare schermi, senza sapere nulla del terreno sotto i nostri piedi, delle piante attorno a noi, per riconnettersi con la vita. E’ stato dimostrato in innumerevoli terapie che le persone dei Paesi industrializzati soffrono di alcolismo, violenza, abusi, droga. La costruzione di comunità e la consapevole connessione con la natura, con gli animali, con le piante, la vita, questo è ciò che porta di nuovo gioia e felicità.
Una transizione economica verso la localizzazione è il percorso strutturale verso un’economia della felicità. " Helena Norberg-Hodge
Guarda il trailer del documentario di Helena Norberg-Hodge"L'economia della felicità
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iao
Paolo11"
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Re: Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
Guarda che non l'ho detto io, ma una senatrice grillina.paolo11 ha scritto:Cara myriam.Pensa guardare dentro il PD ve ne sono abbastanza di magagne , senza guardare altrove.myriam ha scritto:“Non siamo un partito, ma siamo un movimento. Dentro un movimento ci deve essere
una discussione democratica. “
L’ha appena detto una senatrice grillina nella riunione in streaming.
La pensa così anche Beppe?
http://video.repubblica.it/dossier/movi ... ref=HRBV-1
Ciao
Paolo11
Devi dirlo a lei!
Dentro il PD ci saranno tutte le magagne che vuoi tu, ma questi per me sono una banda scordata guidata da uno squilibrato!
E , per fortuna, molti di loro hanno già preso le distanze.
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Re: Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
lucfig ha scritto:No Paolo non credo che Bersani volesse "influenzare" e "Corrompere" i M5S, secondo me voleva solo far rinascere quello spirito della sinistra che è anche nel programma del M5S e in quello di SEL e in quello dei Giovani Turchi, in Serrachiani e Civati e in tutti quelli che ancora ci credono nel PD (anche se CamilloBenso non è d'accordo).paolo11 ha scritto: --------------------------------------------------
Caro lucfig.No ho mai detto che il PD voglia comprare senatori M5S.Ma se ascoltiamo le fregnacce dei giornali e TV Bersani cercherebbe di avere un rapporto privilegiato con il M5S ancora oggi.
Per quanto riguarda Accordi con Bersani. Bersani non accettava di restituire la rata del finanziamento avendo ancora debiti.Poi il M5S è per il ritiro dei militari in giro per il mondo.Non voleva gli F 35 ed altre cose, che con il PD non combaciavano.Il M5S si sarebbe solamente sporcato le mani.
Questa Italia non può essere cambiata ne dal PD ne dal PDL.Sono troppo dentroi nelle istituzioni di qualsiasi grado.Il Berlusconismo ha corrotto anche il PD.
Ciao
Paolo11
Ma questo avrebbe messo Grillo ad fare politica, non solo solo a fare il megafono di se stesso.
Peccato, un'occasione di cambiamento pagata solo per qualche click in più del blog!
Peccato, per chi come me credeva in un cambiamento democratico e partecipativo.
Ora vedo solo chiacchiere e distintivo!
E' inutile dire che i punti in comune ci sono, ma che oggi il M5S non interessa farli realizzarli, al movimento interessa fare solo pubblicità al suo blog.
E questo lo dimostrano tanti fatti, dalle polemiche ed offese sulle istituzioni, alle offese del proprio elettorato, a non votare il Matterellum (Sono convinto che a Grillo & Co. non piace, sarebbe il suo fallimento) ...
Ripeto ... abbiamo sbagliato a votare!
secondo me voleva solo far rinascere quello spirito della sinistra che è anche nel programma del M5S e in quello di SEL e in quello dei Giovani Turchi, in Serrachiani e Civati e in tutti quelli che ancora ci credono nel PD (anche se CamilloBenso non è d'accordo).
Bello quel : (anche se CamilloBenso non è d'accordo).
Si hai ragione, non sono d’accordo.
Perché per me la sinistra è un'altra cosa. E’una questione di valori di fondo, che non mutano mai nel tempo.
L’ultimo uomo di sinistra è questo signore qua, un benestante tendente al ricco, che ha dedicato la sua vita al movimento degli ultimi.
Quando hai mai visto questi fighetti stare in mezzo al mondo del lavoro nei momenti più difficili?
L’ultimo segretario a farlo è stato proprio Berlinguer.
Il 5 settembre 1980, in piena crisi dell’auto, la Fiat annuncia diciotto mesi di cassa integrazione per 24mila dipendenti, 22mila dei quali operai. L’11 settembre vengono annunciati 14.469 licenziamenti. Il consiglio di fabbrica proclama immediatamente lo sciopero. Quindici giorni dopo, il 26 settembre, Enrico Berlinguer parla di fronte ai cancelli di Mirafiori e annuncia che il Pci appoggerà gli operai, se questi decideranno di occupare la fabbrica. L’indomani cade il governo Cossiga, e la Fiat sospende i licenziamenti; a fine mese dispone la cassa integrazione a zero ore per 24.000 lavoratori in eccesso-
Questi non osano neppure presentarsi davanti alle fabbriche. E fanno anche bene perché se no li rincorrono con i bastoni e i forconi.
L’ultimo tradimento arriva da Grillo. In tutti i collegamenti tv effettuati negli ultimi due mesi dai vari talk politici con il mondo del lavoro delle fabbriche che stanno chiudendo, i dipendenti hanno dichiarato di aver votato tutti quanti M5S, perché per loro rappresentava l’ultima speranza. Adesso delusi hanno dichiarato di non votarlo più.
La sinistra italiana per 100 anni ha preso le difese del mondo del lavoro.
Tutte le conquiste salariali e normative del mondo del lavoro nel secondo novecento sono state ottenute in Parlamento da chi si è battuto per loro.
Adesso non c’è più niente. Sparito tutto. Nessuno difende più il mondo del lavoro. Da queste parti ti capita di sentire che vengono assunte a ore persone a 3 euro / l’ora senza ovviamente garanzie. Prendere o lasciare.
Fino all’inizio degli anni ’90 la Fiat di Mirafiori è stata un presidio della sinistra.
Nel ’94 passa a Berlusconi.
Il mondo del lavoro, compresi piccoli imprenditori del Nord passano alla Lega. Ai fighetti non interessava più difendere il mondo dei lavoratori.
Ebbene sì, sono un poco lombrosiano.
Un uomo con questi tratti è una garanzia, non ti tradirà mai, perché è un uomo d’onore.
Prodi scrive:
E' molto grande la distanza tra il mio progetto di un centrosinistra di governo capace di convincere gli italiani che vincere si può e l’attuale disastro.
E ha perfettamente ragione.
Prodi ha ripreso un vecchio disegno di Giorgio Amendola del 1964, quando propose di rifondare la sinistra italiana, uscire dal comunismo e sfidare la Democrazia cristiana.
Prodi allarga il concetto di sinistra alla sinistra democristiana.
Un disegno che ha fatto paura a troppi, da cui la necessità di sbarazzarsi dell’Ulivo e del suo fondatore nel più breve tempo possibile.
Caduto questo disegno nel 1998, che rappresentava una nuova ideologia, la casta che ha diretto Ds e Pd, si è trasformata in comitati d’affari sul modello della Dc degli ultimi anni.
Quando in un partito togli l’ideologia automaticamente diventa un comitato d’affari.
E a un comitato d’affari non interessa fare gli interessi dei suoi elettori, ma gli interessa fare solo e soltanto i propri interessi.
Mi ha sorpreso stamani Alessandro De Nicola ad Agorà, primo in assoluto in tv a dichiarare che non si può fare nulla perché ci sono interessi particolari che bloccano la soluzione dei problemi.
Punto
00:13:40
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/me ... b0.html#p=
30 miliardi anno a fondo perduto dello Stato alle imprese decotte
30 miliardi anno alle compartecipate – Fonte Corte dei Conti
60 miliardi anno perduti per la corruzione – Fonte Corte dei Conti
98 miliardi di tasse evase dal mondo delle macchinette.
Nessuno ha intenzione di recuperarli per via degli interessi bloccati dei partiti.
Visco sull’Unità di sabato scorso ha dichiarato che l’aumento di un punto dell’Iva sarà un disastro per la nostra economia al collasso.
Ovviamente sono d’accordo.
Quando nell’aprile del 2011, operai e piccoli imprenditori cominciavano a farla finita perché non ce la facevano più ad andare avanti, il tesoriere del Pd, senatore Sposetti, presenta il ddl N° 3809, per raddoppiare il rimborso pubblico ai partiti, previo accordo con il Pdl.
E questa io dovrei chiamarla sinistra?
Non li riconosco più.
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Re: Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
Cari “dipendenti”, finitela di deluderci
di Paolo Flores d'Arcais | 16 giugno 2013
Commenti
Tre mesi fa quasi nove milioni d’italiani hanno investito il M5S con uno tsunami di responsabilità. Hanno affidato ai parlamentari di quel movimento il crogiuolo della loro rabbia e delle loro speranze, di un bisogno ormai disperato di “liberazione” dalla politica come corruzione e come chiacchiera, come menzogna e come trattativa con le mafie, come privilegio e come autoreferenzialità. Vi hanno delegato per amore di “giustizia e libertà”, i valori fondanti della Costituzione repubblicana che il governo Berlusconi-Napolitano (eufemisticamente, per i più piccini, governo Letta-Alfano) vuole ripudiare. Quasi nove milioni di cittadini vi hanno chiesto di inaugurare e realizzare un’Altrapolitica.
Sembra invece che quella straordinaria ricchezza di rabbia e di speranze abbiate deciso di dissiparla, di gettarla al macero. Non ne avete il diritto. Non potete trattare il tesoro di passione civile e di rivolta morale che gli italiani vi hanno consegnato, come fosse un bottino che potete sperperare ad libitum. Voi siete, per usare una definizione di Beppe Grillo, i nostri “dipendenti” (e Grillo, dunque, parafrasando la Chiesa per il Papa, il dipendente dei dipendenti del sovrano elettore). Non dovete rispondere a qualche migliaio di attivisti che votano in rete, ma a nove milioni di cittadini che non potete oltraggiare con l’ennesima delusione. Lo state già facendo, però. Altrimenti a Roma non vi avrebbero abbandonato in tre mesi due elettori su tre, e a Catania nove su dieci. Ne tradirete, e perderete, molti altri, se continuerete a trastullarvi col vostro ombelico nella tristezza delle espulsioni e nell’indecenza degli anatemi.
La senatrice Gambaro dice che i toni di Grillo fanno perdere consensi. Può avere torto marcio, ragione solo in parte, o aver messo il dito nella piaga. Ma è demenziale anche solo pensare di cacciarla, perché la “lesa maestà” è diventata obsoleta con la presa della Bastiglia, e l’obbedienzaperinde ac cadaver è la divisa della Compagnia di Gesù, non dell’Altrapolitica.
Sento dire che andrebbe espulsa non per l’attacco a Grillo, ma per averlo pronunciato in tv. Per favore! L’avesse scritto in un blog (ripreso ovviamente da tv e giornali) Grillo avrebbe elegantemente incassato e magari seriamente discusso? Siate perciò responsabili. Finitela con la litania dei “chi dice x è fuori”, “chi non fa y è fuori”, dedicatevi all’azione comune con i cittadini che vi hanno eletto e che si aspettano di avervi al loro fianco nelle lotte e nelle proposte, non che vi auto-umiliate nella miseria delle scomuniche.
Il Fatto Quotidiano, 16 giugno 2013
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/06 ... ci/627839/
di Paolo Flores d'Arcais | 16 giugno 2013
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Tre mesi fa quasi nove milioni d’italiani hanno investito il M5S con uno tsunami di responsabilità. Hanno affidato ai parlamentari di quel movimento il crogiuolo della loro rabbia e delle loro speranze, di un bisogno ormai disperato di “liberazione” dalla politica come corruzione e come chiacchiera, come menzogna e come trattativa con le mafie, come privilegio e come autoreferenzialità. Vi hanno delegato per amore di “giustizia e libertà”, i valori fondanti della Costituzione repubblicana che il governo Berlusconi-Napolitano (eufemisticamente, per i più piccini, governo Letta-Alfano) vuole ripudiare. Quasi nove milioni di cittadini vi hanno chiesto di inaugurare e realizzare un’Altrapolitica.
Sembra invece che quella straordinaria ricchezza di rabbia e di speranze abbiate deciso di dissiparla, di gettarla al macero. Non ne avete il diritto. Non potete trattare il tesoro di passione civile e di rivolta morale che gli italiani vi hanno consegnato, come fosse un bottino che potete sperperare ad libitum. Voi siete, per usare una definizione di Beppe Grillo, i nostri “dipendenti” (e Grillo, dunque, parafrasando la Chiesa per il Papa, il dipendente dei dipendenti del sovrano elettore). Non dovete rispondere a qualche migliaio di attivisti che votano in rete, ma a nove milioni di cittadini che non potete oltraggiare con l’ennesima delusione. Lo state già facendo, però. Altrimenti a Roma non vi avrebbero abbandonato in tre mesi due elettori su tre, e a Catania nove su dieci. Ne tradirete, e perderete, molti altri, se continuerete a trastullarvi col vostro ombelico nella tristezza delle espulsioni e nell’indecenza degli anatemi.
La senatrice Gambaro dice che i toni di Grillo fanno perdere consensi. Può avere torto marcio, ragione solo in parte, o aver messo il dito nella piaga. Ma è demenziale anche solo pensare di cacciarla, perché la “lesa maestà” è diventata obsoleta con la presa della Bastiglia, e l’obbedienzaperinde ac cadaver è la divisa della Compagnia di Gesù, non dell’Altrapolitica.
Sento dire che andrebbe espulsa non per l’attacco a Grillo, ma per averlo pronunciato in tv. Per favore! L’avesse scritto in un blog (ripreso ovviamente da tv e giornali) Grillo avrebbe elegantemente incassato e magari seriamente discusso? Siate perciò responsabili. Finitela con la litania dei “chi dice x è fuori”, “chi non fa y è fuori”, dedicatevi all’azione comune con i cittadini che vi hanno eletto e che si aspettano di avervi al loro fianco nelle lotte e nelle proposte, non che vi auto-umiliate nella miseria delle scomuniche.
Il Fatto Quotidiano, 16 giugno 2013
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/06 ... ci/627839/
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Re: Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
LO SCONTRO DI STEFANO ALL'ATTACCO DELLE DUE RIBELLI: SONO UNA MISERABILE E UNA MIRACOLATA
C'è un'altra richiesta di espulsione:
la deputata Pinna «rea» di intervista
Lei si difende: clima da psicopolizia. Altri verso l'addio «Non portiamo le nostre vergogne all'esterno»
ROMA - «Sarà un bagno di sangue», chiosava nel pomeriggio Adriano Zaccagnini, per nulla spaventato dall'ipotesi ma, certo, non entusiasta. «Una gogna pubblica», aggiungeva un altro deputato, in odor di scomunica. Clima surreale, tra i 5 Stelle, con una divisione sempre più netta, ormai difficilmente sanabile. Da una parte chi considera un'eresia anche solo esprimere un'idea. Dall'altra chi considera devastante la tesi per cui i parlamentari a 5 Stelle, in quanto portavoce, non abbiano diritto di pensare con la testa propria. La faglia che separa i due territori è ormai visibile a occhio nudo. E la scissione, dice un dissidente, «è ormai questione di poco, forse settimane».
Adele Gambaro, più che agnello sacrificale, sarà ricordata probabilmente per il coraggio con cui ha sfidato l'assemblea, dicendosi dispiaciuta, ma ribadendo le critiche e rifiutando un passo indietro. Intanto, una nuova richiesta di espulsione è sul banco dei parlamentari a 5 Stelle, firmata dal deputato Andrea Colletti: destinataria Paola Pinna, come sempre rea di intervista (alla Stampa ). E la Pinna anche ieri non si sottrae: «C'è un clima da psicopolizia. Se non sei d'accordo, dicono che è per i soldi o perché sei del Pd: ti delegittimano».
Senatori e deputati, ormai, viaggiano a velocità diverse. Non è un caso che i primi siano i più recalcitranti all'idea di ordalie ed espulsioni. Bastava vedere Alessandra Bencini ieri alla buvette. La senatrice toscana, temperamento incandescente e coraggio da leoni, emetteva lingue di fuoco: «Ormai questi sono in preda a un delirio di onnipotenza». Di fronte a lei, la deputata Federica Daga, che sosteneva: «Ancora a parlare della Gambaro? Ci sono altre cento cose più importanti». Di qui un duetto sempre più feroce. Bencini: «Ah, non è importante? E allora a che riunione stai andando? A discutere di cosa?». Daga: «Non so, non ho visto l'ordine del giorno». Bencini: «Ah certo, non hai visto l'ordine del giorno. E chi l'ha chiesta questa espulsione? Se non sai di cosa si discute è meglio che non ci vai alla riunione e che stai a casa».
Mondi sideralmente lontani. Come quelli di Aris Prodani e Walter Rizzetto, contrari a questa espulsione, e dei molti che non hanno un'opinione loro e non la vogliono avere. Perché è la Rete che deve decidere, la Rete il tribunale ultimo, la Rete l'appiglio di parlamentari che non vogliono avere un proprio punto di vista. E se il codice di comportamento prevede che prima si esprimano i parlamentari e poi la Rete, Gianluca Rizzo porta alle estreme conseguenze il ragionamento, rimettendo al giudizio della Rete anche la propria opinione: «Per decidere aspetto il parere del mio meet up di Caltagirone. Faccio come dicono loro».
Cortocircuito paradossale. Ma non è l'unico. Lo streaming, per esempio. Passa nell'istruttoria processuale, al Senato, ma non alla riunione congiunta. Perché? «Non portiamo le nostre vergogne all'esterno», dice qualcuno. Cristian Iannuzzi scrive: «Niente streaming, la mia mozione non passa. Mi scuso con gli attivisti M5S». Si associano Walter Rizzetto e Francesco D'Uva. C'è chi lo streaming lo voleva per motivi opposti, a scopi esemplari: una gogna pubblica da esibire per la rabbia morbosa del pubblico. Serenella Fucksia, a proposito di eretici, posta la statua di Giordano Bruno: «Libertà di pensiero, che sia sovrana sempre come il popolo».
E se l'idea dell'espulsione fa rabbrividire più d'uno, e fa diventare più concreta l'ipotesi di un'emorragia di parlamentari, se non di una vera e propria scissione, c'è chi non è pago. Come Manlio Di Stefano. Che scrive un post, citando Diego Cugia, nel quale si parla di «miserabili» e si definisce Paola Pinna una «laureata disoccupata che vive a Quartucciu, Cagliari, e che difende la Gambaro, una miracolata che si crede Che Guevara».
Alessandro Trocino
18 giugno 2013 | 7:20
http://www.corriere.it/index.shtml?refresh_ce
C'è un'altra richiesta di espulsione:
la deputata Pinna «rea» di intervista
Lei si difende: clima da psicopolizia. Altri verso l'addio «Non portiamo le nostre vergogne all'esterno»
ROMA - «Sarà un bagno di sangue», chiosava nel pomeriggio Adriano Zaccagnini, per nulla spaventato dall'ipotesi ma, certo, non entusiasta. «Una gogna pubblica», aggiungeva un altro deputato, in odor di scomunica. Clima surreale, tra i 5 Stelle, con una divisione sempre più netta, ormai difficilmente sanabile. Da una parte chi considera un'eresia anche solo esprimere un'idea. Dall'altra chi considera devastante la tesi per cui i parlamentari a 5 Stelle, in quanto portavoce, non abbiano diritto di pensare con la testa propria. La faglia che separa i due territori è ormai visibile a occhio nudo. E la scissione, dice un dissidente, «è ormai questione di poco, forse settimane».
Adele Gambaro, più che agnello sacrificale, sarà ricordata probabilmente per il coraggio con cui ha sfidato l'assemblea, dicendosi dispiaciuta, ma ribadendo le critiche e rifiutando un passo indietro. Intanto, una nuova richiesta di espulsione è sul banco dei parlamentari a 5 Stelle, firmata dal deputato Andrea Colletti: destinataria Paola Pinna, come sempre rea di intervista (alla Stampa ). E la Pinna anche ieri non si sottrae: «C'è un clima da psicopolizia. Se non sei d'accordo, dicono che è per i soldi o perché sei del Pd: ti delegittimano».
Senatori e deputati, ormai, viaggiano a velocità diverse. Non è un caso che i primi siano i più recalcitranti all'idea di ordalie ed espulsioni. Bastava vedere Alessandra Bencini ieri alla buvette. La senatrice toscana, temperamento incandescente e coraggio da leoni, emetteva lingue di fuoco: «Ormai questi sono in preda a un delirio di onnipotenza». Di fronte a lei, la deputata Federica Daga, che sosteneva: «Ancora a parlare della Gambaro? Ci sono altre cento cose più importanti». Di qui un duetto sempre più feroce. Bencini: «Ah, non è importante? E allora a che riunione stai andando? A discutere di cosa?». Daga: «Non so, non ho visto l'ordine del giorno». Bencini: «Ah certo, non hai visto l'ordine del giorno. E chi l'ha chiesta questa espulsione? Se non sai di cosa si discute è meglio che non ci vai alla riunione e che stai a casa».
Mondi sideralmente lontani. Come quelli di Aris Prodani e Walter Rizzetto, contrari a questa espulsione, e dei molti che non hanno un'opinione loro e non la vogliono avere. Perché è la Rete che deve decidere, la Rete il tribunale ultimo, la Rete l'appiglio di parlamentari che non vogliono avere un proprio punto di vista. E se il codice di comportamento prevede che prima si esprimano i parlamentari e poi la Rete, Gianluca Rizzo porta alle estreme conseguenze il ragionamento, rimettendo al giudizio della Rete anche la propria opinione: «Per decidere aspetto il parere del mio meet up di Caltagirone. Faccio come dicono loro».
Cortocircuito paradossale. Ma non è l'unico. Lo streaming, per esempio. Passa nell'istruttoria processuale, al Senato, ma non alla riunione congiunta. Perché? «Non portiamo le nostre vergogne all'esterno», dice qualcuno. Cristian Iannuzzi scrive: «Niente streaming, la mia mozione non passa. Mi scuso con gli attivisti M5S». Si associano Walter Rizzetto e Francesco D'Uva. C'è chi lo streaming lo voleva per motivi opposti, a scopi esemplari: una gogna pubblica da esibire per la rabbia morbosa del pubblico. Serenella Fucksia, a proposito di eretici, posta la statua di Giordano Bruno: «Libertà di pensiero, che sia sovrana sempre come il popolo».
E se l'idea dell'espulsione fa rabbrividire più d'uno, e fa diventare più concreta l'ipotesi di un'emorragia di parlamentari, se non di una vera e propria scissione, c'è chi non è pago. Come Manlio Di Stefano. Che scrive un post, citando Diego Cugia, nel quale si parla di «miserabili» e si definisce Paola Pinna una «laureata disoccupata che vive a Quartucciu, Cagliari, e che difende la Gambaro, una miracolata che si crede Che Guevara».
Alessandro Trocino
18 giugno 2013 | 7:20
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Re: Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
http://www.youtube.com/watch?v=DoSVuBzoyYE
19/6/2013 Ostruzionismo al Decreto Emergenze, mezz'ora di fuoco
In parlamento M5S
Ciao
Paolo11
19/6/2013 Ostruzionismo al Decreto Emergenze, mezz'ora di fuoco
In parlamento M5S
Ciao
Paolo11
Re: Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
Ridicoli.
M5S, Gambaro espulsa con voto online.
Ostruzionismo grillino alla Camera, è bagarre
Sul blog di Grillo, su 48.292 aventi diritto, hanno votato meno della metà: il 65,8% (13.029) per l'espulsione della senatrice "rea" di critiche al leader, il 34,2% (6.761) contro. Morra: "Dispiaciuto, ma ci vuole responsabilità. No rischio scissione". Tensione alla Camera per gli interventi dei deputati M5S sul ddl emergenze. "Cera (Scelta Civica) ci ha minacciato"
ROMA - Adele Gambaro è fuori dal Movimento Cinque Stelle. La sua espulsione è stata ratificata dal voto degli attivisti, svoltosi online sul sito di Beppe Grillo dalle 11 alle 17 di oggi. Voto che, allo stesso tempo, certifica, se non la disaffezione, quantomeno il poco coinvolgimento della base, se il destino della senatrice è stato deciso da meno della metà degli aventi diritto a partecipare alla consultazione online.
"Le operazioni di voto si sono concluse. Gli aventi diritto erano 48.292, Di questi hanno votato in 19.790. Il 65,8% (pari a 13.029 Voti) ha votato per l'espulsione, il restante 34,2% (pari a 6.761 Voti) ha votato per il no. Grazie a tutti coloro che hanno partecipato", si legge sul sito di Grillo.
Per "aventi diritto" al voto si intendevano "gli iscritti al portale al 31 dicembre 2012 con documento digitalizzato" spiegava stamattina il blog. A loro è stato chiesto di ratificare o meno l'espulsione di Adele Gambaro, proposta con delibera a maggioranza dai gruppi parlamentari riuniti del M5S Camera e Senato ai sensi del Codice di Comportamento.
Morra: "Nessun rischio scissione". Il capogruppo al Senato del M5S, Nicola Morra, è il primo a commentare i risultati della votazione su Adele Gambaro. "Dobbiamo lavorare affinché le ragioni dell'unità prevalgano e ci sia consapevolezza. Sarà lei che dovrà decidere se lasciare il gruppo, penso di sì. Sono umanamente dispiaciuto, ma ricordo a me stesso che vanno coniugate insieme libertà e responsabilità".
"Credo che non ci sia un rischio scissione", aggiunge Morra, "cerco di ragionare con tutti i miei colleghi: la mia porta è sempre aperta e il telefono acceso anche alle tre di notte. Spero che saremo più attenti ai lavori in commissione e meno impegnati a lasciare dichiarazioni".
Alla proposta di espulsione, riassume il blog di Grillo, si è arrivati perché "la senatrice Adele Gambaro ha rilasciato dichiarazioni lesive per il M5S senza nessun coordinamento con i gruppi parlamentari e danneggiando l'immagine del M5S con valutazioni del tutto personali e non corrispondenti al vero (...). In occasione delle Parlamentarie, Adele Gambaro aveva promesso che nel caso di disaccordo con la linea del M5S, avrebbe dato le sue dimissioni dal Parlamento, cosa non avvenuta".
Sulla bacheca Facebook di Adele Gambaro, la bolognese Serena Saetti, fedelissima di Beppe Grillo, già amministratrice in solitario (tra le polemiche) del meet up grillino sotto le due torri dopo il caso delle mail hackerate, chiede alla senatrice di mantenere "la promessa elettorale" e di lasciare il posto al primo dei non eletti. "Mi hai delusa profondamente Adele".
Il primo dei non eletti è il riminese Marco Affronte, che sulla stessa bacheca afferma comunque di aver votato 'no' all'espulsione. "Se Adele Gambaro desse le dimissioni dal Senato, io subentrerei al suo posto. Ho però votato no alla sua espulsione, credo che Adele abbia sbagliato tempi e modi. Ma di sante inquisizioni ne ho abbastanza. E sono, ovviamente, per la libertà d'opinione".
Il caso della senatrice che ha osato criticare l'aggressività di Grillo, mettendola in relazione al disastroso risultato elettorale delle amministrative, non è però l'unica pratica disciplinare avviata dal Movimento. "Proporrò all'assemblea di richiedere la completa rendicontazione delle spese all'onorevole Paola Pinna prima di procedere con la richiesta alla rete di espulsione", annuncia su Fb il collega della deputata M5S Ivan Della Valle. "Lei - accusa - sta cogliendo questo momento di 'polemiche' contro Beppe Grillo per evitare la restituzione delle parti eccedenti. Non facciamo cavolate, espellere la deputata (l'onorevole) Pinna è inutile", avverte quindi Della Valle.
Grillo chiama Currò e Pinna. Lunga telefonata tra Beppe Grillo e il deputato M5S Tommaso Currò. Il colloquio è avvenuto, secondo quanto si apprende in ambienti vicini al movimento su iniziativa dello stesso Grillo, che avrebbe cercato il deputato via sms. Nel corso della telefonata Currò, che ha stigmatizzato le espulsioni, avrebbe rivolto a Grillo un vero e proprio appello, sempre secondo quanto viene riferito, affinché tenga insieme il gruppo che rischierebbe di frazionarsi nel momento in cui si tenta di reprimere una qualsiasi voce critica. Non bisogna che vi sia chi possa pensare di essere l'unico detentore della verità e rischiare di arrivare a estremismi che spaccano il gruppo, sarebbe stata, in sintesi, l'argomentazione.
Anche Paola Pinna ha ricevuto a sorpresa, la telefonata di Beppe Grillo. Il leader cinque Stelle l'avrebbe tranquillizzata dopo gli attacchi di cui è stata oggetto in rete dopo le sue dichiarazioni alla stampa. Da parte sua Pinna avrebbe chiesto a Grillo di tenere unito il movimento, evitando un clima da caccia alle streghe. Che cosa chiedo a Beppe? "Che ci ascolti" aveva detto Pinna nell'intervista Tv divenuta, per molti, pietra dello scandalo e Grillo ha accolto l'appello.
Ostruzionismo M5S, tensione alla Camera. Intanto, alla Camera è salita la tensione per l'ostruzionismo del M5S durante la discussione sul ddl emergenze. Da tutti i deputati interventi di un minuto, quando Alessandro Di Battista ha ricordato i processi prescritti a Berlusconi dagli altri banchi si sono elevate proteste sempre più vibranti, finché il grillino Angelo Tofalo, prendendo la parola, ha denunciato: "Angelo Cera (Scelta Civica) ha detto 'ti do un pugno che ti ammazzo'. E' inaccettabile. O va cacciato o non so qui che succede". Carlo Sibilia: "L'onorevole Cera ha detto a me 'mezzo coglione' e ad Alessandro Di Battista 'coglione intero'". Daniele Martinelli, uno dei responsabili della comunicazione M5S: "Pubblicheremo un video dell'accaduto".
Cera, interpellato in transatlantico, ha ammesso e precisato: "Quello alto e grosso con la giacca bianca (dovrebbe trattarsi di Stefano Vignaroli, ndr) si è avvicinato minaccioso verso Cesa per un precedente intervento, ha inteso male qualche parola pronunciata da Cesa. Io gli ho detto 'mo' se non te ne vai t'appizzo un pugno che t'ammazzo".
La presidenza della Camera, con Marina Sereni, ha fatto mettere a verbale ("Finirà tutto nel resoconto") e ha chiuso in anticipo la discussione. Di fronte all'ostruzionismo del Movimento Cinque Stelle, alla Camera è possibile che questa sera ci sia una seduta notturna dell'Aula sul ddl emergenze. Secondo quanto si apprende, il Pd, nei colloqui informali con il governo, avrebbe chiesto che sul provvedimento non venga messa la fiducia. E d'altra parte il governo avrebbe ribadito il proprio orientamento a utilizzare 'con parsimonia' questo strumento.
Il gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle della Camera diffonde una nota in cui difende una strategia che "non è ostruzionismo, è democrazia" per denunciare "una vicenda scandalosa": il fatto che "tutti gli emendamenti del M5S" al ddl emergenze "sono stati bocciati o dichiarati inammissibili, con la motivazione che non c'è tempo. Così la Camera è diventata sede di mera ratifica dei provvedimenti del Governo. Ci chiediamo quindi a cosa serva la Camera dei Deputati". "E' inutile parlare di riforme istituzionali, perché è già in atto, nella prassi, una modifica della Costituzione che toglie al Parlamento ogni potere - denuncia la nota -. E ci chiediamo dov'è colui che si è dichiarato il garante della Carta costituzionale? Dov'è colui che ha garantito il rispetto delle opposizioni? Dov'è Napolitano?".
(19 giugno 2013)
http://www.repubblica.it/politica/2013/ ... ef=HRER1-1
M5S, Gambaro espulsa con voto online.
Ostruzionismo grillino alla Camera, è bagarre
Sul blog di Grillo, su 48.292 aventi diritto, hanno votato meno della metà: il 65,8% (13.029) per l'espulsione della senatrice "rea" di critiche al leader, il 34,2% (6.761) contro. Morra: "Dispiaciuto, ma ci vuole responsabilità. No rischio scissione". Tensione alla Camera per gli interventi dei deputati M5S sul ddl emergenze. "Cera (Scelta Civica) ci ha minacciato"
ROMA - Adele Gambaro è fuori dal Movimento Cinque Stelle. La sua espulsione è stata ratificata dal voto degli attivisti, svoltosi online sul sito di Beppe Grillo dalle 11 alle 17 di oggi. Voto che, allo stesso tempo, certifica, se non la disaffezione, quantomeno il poco coinvolgimento della base, se il destino della senatrice è stato deciso da meno della metà degli aventi diritto a partecipare alla consultazione online.
"Le operazioni di voto si sono concluse. Gli aventi diritto erano 48.292, Di questi hanno votato in 19.790. Il 65,8% (pari a 13.029 Voti) ha votato per l'espulsione, il restante 34,2% (pari a 6.761 Voti) ha votato per il no. Grazie a tutti coloro che hanno partecipato", si legge sul sito di Grillo.
Per "aventi diritto" al voto si intendevano "gli iscritti al portale al 31 dicembre 2012 con documento digitalizzato" spiegava stamattina il blog. A loro è stato chiesto di ratificare o meno l'espulsione di Adele Gambaro, proposta con delibera a maggioranza dai gruppi parlamentari riuniti del M5S Camera e Senato ai sensi del Codice di Comportamento.
Morra: "Nessun rischio scissione". Il capogruppo al Senato del M5S, Nicola Morra, è il primo a commentare i risultati della votazione su Adele Gambaro. "Dobbiamo lavorare affinché le ragioni dell'unità prevalgano e ci sia consapevolezza. Sarà lei che dovrà decidere se lasciare il gruppo, penso di sì. Sono umanamente dispiaciuto, ma ricordo a me stesso che vanno coniugate insieme libertà e responsabilità".
"Credo che non ci sia un rischio scissione", aggiunge Morra, "cerco di ragionare con tutti i miei colleghi: la mia porta è sempre aperta e il telefono acceso anche alle tre di notte. Spero che saremo più attenti ai lavori in commissione e meno impegnati a lasciare dichiarazioni".
Alla proposta di espulsione, riassume il blog di Grillo, si è arrivati perché "la senatrice Adele Gambaro ha rilasciato dichiarazioni lesive per il M5S senza nessun coordinamento con i gruppi parlamentari e danneggiando l'immagine del M5S con valutazioni del tutto personali e non corrispondenti al vero (...). In occasione delle Parlamentarie, Adele Gambaro aveva promesso che nel caso di disaccordo con la linea del M5S, avrebbe dato le sue dimissioni dal Parlamento, cosa non avvenuta".
Sulla bacheca Facebook di Adele Gambaro, la bolognese Serena Saetti, fedelissima di Beppe Grillo, già amministratrice in solitario (tra le polemiche) del meet up grillino sotto le due torri dopo il caso delle mail hackerate, chiede alla senatrice di mantenere "la promessa elettorale" e di lasciare il posto al primo dei non eletti. "Mi hai delusa profondamente Adele".
Il primo dei non eletti è il riminese Marco Affronte, che sulla stessa bacheca afferma comunque di aver votato 'no' all'espulsione. "Se Adele Gambaro desse le dimissioni dal Senato, io subentrerei al suo posto. Ho però votato no alla sua espulsione, credo che Adele abbia sbagliato tempi e modi. Ma di sante inquisizioni ne ho abbastanza. E sono, ovviamente, per la libertà d'opinione".
Il caso della senatrice che ha osato criticare l'aggressività di Grillo, mettendola in relazione al disastroso risultato elettorale delle amministrative, non è però l'unica pratica disciplinare avviata dal Movimento. "Proporrò all'assemblea di richiedere la completa rendicontazione delle spese all'onorevole Paola Pinna prima di procedere con la richiesta alla rete di espulsione", annuncia su Fb il collega della deputata M5S Ivan Della Valle. "Lei - accusa - sta cogliendo questo momento di 'polemiche' contro Beppe Grillo per evitare la restituzione delle parti eccedenti. Non facciamo cavolate, espellere la deputata (l'onorevole) Pinna è inutile", avverte quindi Della Valle.
Grillo chiama Currò e Pinna. Lunga telefonata tra Beppe Grillo e il deputato M5S Tommaso Currò. Il colloquio è avvenuto, secondo quanto si apprende in ambienti vicini al movimento su iniziativa dello stesso Grillo, che avrebbe cercato il deputato via sms. Nel corso della telefonata Currò, che ha stigmatizzato le espulsioni, avrebbe rivolto a Grillo un vero e proprio appello, sempre secondo quanto viene riferito, affinché tenga insieme il gruppo che rischierebbe di frazionarsi nel momento in cui si tenta di reprimere una qualsiasi voce critica. Non bisogna che vi sia chi possa pensare di essere l'unico detentore della verità e rischiare di arrivare a estremismi che spaccano il gruppo, sarebbe stata, in sintesi, l'argomentazione.
Anche Paola Pinna ha ricevuto a sorpresa, la telefonata di Beppe Grillo. Il leader cinque Stelle l'avrebbe tranquillizzata dopo gli attacchi di cui è stata oggetto in rete dopo le sue dichiarazioni alla stampa. Da parte sua Pinna avrebbe chiesto a Grillo di tenere unito il movimento, evitando un clima da caccia alle streghe. Che cosa chiedo a Beppe? "Che ci ascolti" aveva detto Pinna nell'intervista Tv divenuta, per molti, pietra dello scandalo e Grillo ha accolto l'appello.
Ostruzionismo M5S, tensione alla Camera. Intanto, alla Camera è salita la tensione per l'ostruzionismo del M5S durante la discussione sul ddl emergenze. Da tutti i deputati interventi di un minuto, quando Alessandro Di Battista ha ricordato i processi prescritti a Berlusconi dagli altri banchi si sono elevate proteste sempre più vibranti, finché il grillino Angelo Tofalo, prendendo la parola, ha denunciato: "Angelo Cera (Scelta Civica) ha detto 'ti do un pugno che ti ammazzo'. E' inaccettabile. O va cacciato o non so qui che succede". Carlo Sibilia: "L'onorevole Cera ha detto a me 'mezzo coglione' e ad Alessandro Di Battista 'coglione intero'". Daniele Martinelli, uno dei responsabili della comunicazione M5S: "Pubblicheremo un video dell'accaduto".
Cera, interpellato in transatlantico, ha ammesso e precisato: "Quello alto e grosso con la giacca bianca (dovrebbe trattarsi di Stefano Vignaroli, ndr) si è avvicinato minaccioso verso Cesa per un precedente intervento, ha inteso male qualche parola pronunciata da Cesa. Io gli ho detto 'mo' se non te ne vai t'appizzo un pugno che t'ammazzo".
La presidenza della Camera, con Marina Sereni, ha fatto mettere a verbale ("Finirà tutto nel resoconto") e ha chiuso in anticipo la discussione. Di fronte all'ostruzionismo del Movimento Cinque Stelle, alla Camera è possibile che questa sera ci sia una seduta notturna dell'Aula sul ddl emergenze. Secondo quanto si apprende, il Pd, nei colloqui informali con il governo, avrebbe chiesto che sul provvedimento non venga messa la fiducia. E d'altra parte il governo avrebbe ribadito il proprio orientamento a utilizzare 'con parsimonia' questo strumento.
Il gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle della Camera diffonde una nota in cui difende una strategia che "non è ostruzionismo, è democrazia" per denunciare "una vicenda scandalosa": il fatto che "tutti gli emendamenti del M5S" al ddl emergenze "sono stati bocciati o dichiarati inammissibili, con la motivazione che non c'è tempo. Così la Camera è diventata sede di mera ratifica dei provvedimenti del Governo. Ci chiediamo quindi a cosa serva la Camera dei Deputati". "E' inutile parlare di riforme istituzionali, perché è già in atto, nella prassi, una modifica della Costituzione che toglie al Parlamento ogni potere - denuncia la nota -. E ci chiediamo dov'è colui che si è dichiarato il garante della Carta costituzionale? Dov'è colui che ha garantito il rispetto delle opposizioni? Dov'è Napolitano?".
(19 giugno 2013)
http://www.repubblica.it/politica/2013/ ... ef=HRER1-1
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Re: Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
E le epurazioni Del PD e PDl ci sono mai state!Ma questi giorni fa più notizia Grillo.
Ciao
Paolo11
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Paolo11
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Re: Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
Paolo, ma se questi li consideriamo i mali della politica come e' giusto perche' poi comportarci allo stesso modo?paolo11 ha scritto:E le epurazioni Del PD e PDl ci sono mai state!Ma questi giorni fa più notizia Grillo.
Ciao
Paolo11
Poi lascimelo dire: Ti sembra democratica la decisione in rete quando sappiamo tutti che la maggior parte di quelli che hanno votato Grillo non naviga?
I sondaggi fatti in questi giorni da IPR per tg3 dicono che il 50% dei votanti grillino non sono daccordo con queste espulsioni.
Che dire? Hanno ragione quella minoranza che naviga in rete o tutti quelli che hanno votato Grillo?
Se si da ragione alle espulsione si deve prendere atto che il movimento ritornera' ai suoi valori iniziali o pressapoco e questo, a chi potrebbe giovare? (analisi politica)
Se invece si accettasse la critica come un fatto positivo questo avrebbe potuto avere dei bei sbocchi, avrebbe potuto svolgere un ruolo di rinnovamento coinvolgendo tutto l'asse politico e il movimento stesso oltre che essere per il niet in assoluto avrebbe potuto dialogare con la parte sana esistente nella politica.(pure questa analisi politica a cui non puoi sfuggire)
Cmq, come vedi, gia' fin d'ora i sondaggi dicono che c'e' un continuo "ritorno alle origini" da parte dei votanti M5S. Certo, son sondaggi e come tali dobbiamo "trattarli" ma attenti a non sottovalutare troppo questi sondaggi.Qualche piccola messaggi lo danno. Se poi a nessuno interessa, beh, per me fa lo stesso.
Mi permetto questa critica, caro Paolo, perche' sono sempre stato uno di quelli che non ha mai additato il Grillo come il male della politica attuale.
Il mio dito e' stato sempre dritto verso coloro che sono stati la causa di tutto questo.
Questi non dovrebbero ora lavarsi la bocca diu' di tanto. Dovrebbero star zitti!
un salutone
Ultima modifica di pancho il 19/06/2013, 22:08, modificato 1 volta in totale.
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
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