Quale governo ?
Re: Quale governo ?
da la voce.info
La leggenda dei 200mila nuovi posti di lavoro
28.06.13
Tito Boeri
Il pacchetto di misure per il lavoro varato martedì dal governo prevede una riduzione del 33 per cento del costo del lavoro per le assunzioni di persone con meno di 30 anni fino all’esaurimento delle risorse disponibili. Gli sgravi possono avere una durata massima di 18 mesi (nel caso di nuove assunzioni) oppure 12 mesi (nel caso di trasformazioni di contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato). L’esperienza passata è eloquente circa l’inefficacia di incentivi temporanei alle assunzioni. Analisi ospitate a più riprese su questo sito dimostrano che i posti aggiuntivi sono pochissimi e che gli sgravi vanno per lo più a imprese che avrebbero comunque fatto le assunzioni. Il rischio è ancora più alto se i fondi finiscono e bisogna introdurre lotterie (i cosiddetti rubinetti) per razionare i potenziali beneficiari. (1) Difficile, infatti, che un datore di lavoro decida di creare posti di lavoro a tempo indeterminato davvero aggiuntivi in virtù di un contributo pubblico che poi, alla prova dei fatti, potrebbe non essere erogato.
Ma anche ipotizzando che tutti i fondi disponibili andassero alla creazione di posti aggiuntivi, si è ben lontani dalla cifra di 200 mila nuovi posti di lavoro cui ha fatto riferimento il presidente del Consiglio Letta (che per la verità si riferiva all’impatto complessivo del provvedimento, compresa la “manutenzione” della legge 92) o anche dai 100 mila attribuiti dal ministro Giovannini a questo specifico provvedimento. Gli stanziamenti sin qui previsti sono, infatti, di circa 100 milioni nel 2013, 150 nel 2014 e 2015 e 100 nel 2016 per le regioni del Mezzogiorno. A questi fondi dovrebbero aggiungersi altri 300 milioni per le regioni del Nord (il condizionale è d’obbligo perché in attesa di avere il testo licenziato dal Consiglio dei ministri non è chiaro quali siano le coperture), da spalmare su quattro anni, quindi -poniamo- 75 milioni all’anno all’anno per i prossimi quattro anni. Ogni anno sarebbero cosi disponibili al massimo 225 milioni di euro. I salari medi lordi di giovani con meno di 30 anni sono di 19.768 euro. In termini di costo del lavoro per il datore del lavoro, questo significa 24 mila euro. Il 33 per cento di tale importo è pari a 8 mila euro (oppure a 674 euro per 12 mensilità). La legge prevede però che lo sgravio non possa essere più di 650 euro mensili. Quindi il vincolo è stringente. Dunque, dividendo i 225 milioni per 7.800 (650 x 12) si ottengono 28.846 posti di lavoro. Siamo ben lontani dai 100 mila e ancor più dai 200 mila.
La leggenda dei 200mila nuovi posti di lavoro
28.06.13
Tito Boeri
Il pacchetto di misure per il lavoro varato martedì dal governo prevede una riduzione del 33 per cento del costo del lavoro per le assunzioni di persone con meno di 30 anni fino all’esaurimento delle risorse disponibili. Gli sgravi possono avere una durata massima di 18 mesi (nel caso di nuove assunzioni) oppure 12 mesi (nel caso di trasformazioni di contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato). L’esperienza passata è eloquente circa l’inefficacia di incentivi temporanei alle assunzioni. Analisi ospitate a più riprese su questo sito dimostrano che i posti aggiuntivi sono pochissimi e che gli sgravi vanno per lo più a imprese che avrebbero comunque fatto le assunzioni. Il rischio è ancora più alto se i fondi finiscono e bisogna introdurre lotterie (i cosiddetti rubinetti) per razionare i potenziali beneficiari. (1) Difficile, infatti, che un datore di lavoro decida di creare posti di lavoro a tempo indeterminato davvero aggiuntivi in virtù di un contributo pubblico che poi, alla prova dei fatti, potrebbe non essere erogato.
Ma anche ipotizzando che tutti i fondi disponibili andassero alla creazione di posti aggiuntivi, si è ben lontani dalla cifra di 200 mila nuovi posti di lavoro cui ha fatto riferimento il presidente del Consiglio Letta (che per la verità si riferiva all’impatto complessivo del provvedimento, compresa la “manutenzione” della legge 92) o anche dai 100 mila attribuiti dal ministro Giovannini a questo specifico provvedimento. Gli stanziamenti sin qui previsti sono, infatti, di circa 100 milioni nel 2013, 150 nel 2014 e 2015 e 100 nel 2016 per le regioni del Mezzogiorno. A questi fondi dovrebbero aggiungersi altri 300 milioni per le regioni del Nord (il condizionale è d’obbligo perché in attesa di avere il testo licenziato dal Consiglio dei ministri non è chiaro quali siano le coperture), da spalmare su quattro anni, quindi -poniamo- 75 milioni all’anno all’anno per i prossimi quattro anni. Ogni anno sarebbero cosi disponibili al massimo 225 milioni di euro. I salari medi lordi di giovani con meno di 30 anni sono di 19.768 euro. In termini di costo del lavoro per il datore del lavoro, questo significa 24 mila euro. Il 33 per cento di tale importo è pari a 8 mila euro (oppure a 674 euro per 12 mensilità). La legge prevede però che lo sgravio non possa essere più di 650 euro mensili. Quindi il vincolo è stringente. Dunque, dividendo i 225 milioni per 7.800 (650 x 12) si ottengono 28.846 posti di lavoro. Siamo ben lontani dai 100 mila e ancor più dai 200 mila.
Re: Quale governo ?
Oltre i giusti calcoli di Boeri, ma se non c'è mercato e quindi le aziende non riescono a vendere i loro prodotti e servizi, perché mai dovrebbero assumere?
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Re: Quale governo ?
Difatti non ho capito a cosa cavolo servano le misure prese i i soldi che ci dà l'Europa
Questi si beano ma non si sa di cosa
Nel frattempo tafano (quello che non commentava le sentenze, anzi le commenta quando gli pare) dice che loro sono lo scudo alle tasse
E gli italiani bevono...
Questi si beano ma non si sa di cosa
Nel frattempo tafano (quello che non commentava le sentenze, anzi le commenta quando gli pare) dice che loro sono lo scudo alle tasse
E gli italiani bevono...
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
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Re: Quale governo ?
Scelta Civica non molla la presa sul governo. E in una lettera al premier, firmata da Lorenzo Dellai e Gianluca Susta, riprendono le posizioni Monti sulla sopravvivenza del governo.
CHIESTA VERIFICA A LETTA- «Siamo certi - proseguono Dellai e Susta - che l'alto profilo che hai voluto conferire a questo comune sforzo fin dalla sua presentazione alle Camere, seguendo anche le indicazioni del Capo dello Stato, che mantengono interamente la loro validità, debba essere il punto di riferimento per le prossime decisioni della maggioranza». «Per questo - rilevano gli esponenti di Scelta Civica - confidiamo che vorrai accogliere questa nostra richiesta, che ha lo scopo - assicurano - di rafforzare e non certo di mettere in discussione il governo che anche Scelta Civica ha contribuito a far nascere». Ribadendo «stima e rinnovata fiducia», Dellai e Susta dicono a Letta che «l'intensità del lavoro parlamentare che accompagna questa delicata stagione politica, richiede, a nostro avviso, una più puntuale definizione del programma di governo, sulla base delle indicazioni formulate al momento della presentazione dello stesso alla Camere». «L'eccezionalità di questa maggioranza e la responsabilità dimostrata dalle principali forze politiche nei confronti del Paese, non possono - si sottolinea - essere vanificate né da un protagonismo esasperato, generatore di continue e spesso inutili fibrillazioni, né da un clima di campagna elettorale permanente che rischia di riportare velocemente a elezioni che, verosimilmente, riproporrebbero condizioni di difficile governabilità, a scapito, nuovamente, del Paese».Scrivono i capigruppo di Scelta Civica: «Proprio perché Scelta Civica, prima di altri, ha ritenuto che un momento di tregua nella contesa politica potesse recuperare l'indispensabile coesione per affrontare le grandi difficoltà che abbiamo ancora di fronte, e proprio perchè riteniamo che questo clima di collaborazione debba continuare in presenza di una frammentazione politica non superata, chiediamo di organizzare una serie d'incontri politici tra le forze parlamentari che sostengono il governo da te presieduto per precisare nei dettagli il "patto di governo" che ci lega in questa maggioranza».
LE RASSICURAZIONI DEL COLLE - Nella polemica interviene anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, da Zagabria, interviene sulla polemica sollevata dall'ex premier Mario Monti che aveva lanciato a Enrico Letta un ultimatum: «O il governo cambia marcia o Scelta Civica se ne andrà», aveva affermato. «Faccio molta fatica a prestare al professor Monti un volto minaccioso. Penso che voglia giocare un ruolo di stimolo» nei confronti del governo, ha spiegato Napolitano. «Vedremo cosa risponderanno adesso i partner» ha aggiunto il presidente della Repubblica, «l'importante è operare con serenità, prescindendo dalle polemiche politiche che, tra l'altro, si svolgono al di fuori del governo. Lo coinvolgono come oggetto ma non caratterizzano i rapporti» fra le forze politiche che lo sostengono.
IL DISPIACERE DI FRANCESCHINI - E un commento arriva anche da Dario Franceschini, ministro per i Rapporti con il Parlamento, ad Agorà estate su Rai Tre: «Mi dispiace che anche Monti partecipi a questa tendenza generale che è quella di minacciare la caduta del Governo».«Sarebbe meraviglioso - ha aggiunto Franceschini - fare riforme strutturali con molte risorse. Quando uno poi legge le interviste, via l'IVA, via l'IMU o ridurre l'IRPEF, fare grandi progetti di riforme: ognuna di queste misure richiede delle coperture. Noi siamo appena usciti dalla procedura d'infrazione a livello europeo, dobbiamo rispettare il 3%, abbiamo un calo dei consumi fortissimo, il Pil che sta calando da anni e, in questo quadro, dobbiamo fare le cose possibili, non raccontare balle agli italiani o creare aspettative non soddisfabili».
Redazione Online
1 luglio 2013 | 14:17
© RIPRODUZIONE RISERVATA
http://www.corriere.it/politica/13_lugl ... d45c.shtml
CHIESTA VERIFICA A LETTA- «Siamo certi - proseguono Dellai e Susta - che l'alto profilo che hai voluto conferire a questo comune sforzo fin dalla sua presentazione alle Camere, seguendo anche le indicazioni del Capo dello Stato, che mantengono interamente la loro validità, debba essere il punto di riferimento per le prossime decisioni della maggioranza». «Per questo - rilevano gli esponenti di Scelta Civica - confidiamo che vorrai accogliere questa nostra richiesta, che ha lo scopo - assicurano - di rafforzare e non certo di mettere in discussione il governo che anche Scelta Civica ha contribuito a far nascere». Ribadendo «stima e rinnovata fiducia», Dellai e Susta dicono a Letta che «l'intensità del lavoro parlamentare che accompagna questa delicata stagione politica, richiede, a nostro avviso, una più puntuale definizione del programma di governo, sulla base delle indicazioni formulate al momento della presentazione dello stesso alla Camere». «L'eccezionalità di questa maggioranza e la responsabilità dimostrata dalle principali forze politiche nei confronti del Paese, non possono - si sottolinea - essere vanificate né da un protagonismo esasperato, generatore di continue e spesso inutili fibrillazioni, né da un clima di campagna elettorale permanente che rischia di riportare velocemente a elezioni che, verosimilmente, riproporrebbero condizioni di difficile governabilità, a scapito, nuovamente, del Paese».Scrivono i capigruppo di Scelta Civica: «Proprio perché Scelta Civica, prima di altri, ha ritenuto che un momento di tregua nella contesa politica potesse recuperare l'indispensabile coesione per affrontare le grandi difficoltà che abbiamo ancora di fronte, e proprio perchè riteniamo che questo clima di collaborazione debba continuare in presenza di una frammentazione politica non superata, chiediamo di organizzare una serie d'incontri politici tra le forze parlamentari che sostengono il governo da te presieduto per precisare nei dettagli il "patto di governo" che ci lega in questa maggioranza».
LE RASSICURAZIONI DEL COLLE - Nella polemica interviene anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, da Zagabria, interviene sulla polemica sollevata dall'ex premier Mario Monti che aveva lanciato a Enrico Letta un ultimatum: «O il governo cambia marcia o Scelta Civica se ne andrà», aveva affermato. «Faccio molta fatica a prestare al professor Monti un volto minaccioso. Penso che voglia giocare un ruolo di stimolo» nei confronti del governo, ha spiegato Napolitano. «Vedremo cosa risponderanno adesso i partner» ha aggiunto il presidente della Repubblica, «l'importante è operare con serenità, prescindendo dalle polemiche politiche che, tra l'altro, si svolgono al di fuori del governo. Lo coinvolgono come oggetto ma non caratterizzano i rapporti» fra le forze politiche che lo sostengono.
IL DISPIACERE DI FRANCESCHINI - E un commento arriva anche da Dario Franceschini, ministro per i Rapporti con il Parlamento, ad Agorà estate su Rai Tre: «Mi dispiace che anche Monti partecipi a questa tendenza generale che è quella di minacciare la caduta del Governo».«Sarebbe meraviglioso - ha aggiunto Franceschini - fare riforme strutturali con molte risorse. Quando uno poi legge le interviste, via l'IVA, via l'IMU o ridurre l'IRPEF, fare grandi progetti di riforme: ognuna di queste misure richiede delle coperture. Noi siamo appena usciti dalla procedura d'infrazione a livello europeo, dobbiamo rispettare il 3%, abbiamo un calo dei consumi fortissimo, il Pil che sta calando da anni e, in questo quadro, dobbiamo fare le cose possibili, non raccontare balle agli italiani o creare aspettative non soddisfabili».
Redazione Online
1 luglio 2013 | 14:17
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Re: Quale governo ?
Vox populi
Esplora il significato del termine: Ehi, Monti & C., siete inutili
01.07|15:54 romeo.vr
come il cinese dei Black Eyed Peas. Torni pure a fare il bidello alla Bocconi. Lei (e Passera) avete abbassato il rating della Bocconi da AAA a -BB.
MONTI ancoro li
01.07|15:54 Italiano Stufo
Quello che ha fatto più danni che Keslering durante la ritirata, è ancora in giro!?!? Monti dovrebbe andare a zappare i campi, sempre ammesso che sia capace a farlo, perché governare farebbe concorrenza a Domenicali.
Quanti ciechi parlano
01.07|15:54 vitvin
Vedo che la maggior parte dei post sono di derisione verso Monti.Sono sicuro che gli stessi erano affannati e preoccupati quando il cavaliere sull’orlo della bancarotta paese,incapace di arrestarla ha mollato la guida al Professore e il PD preoccupato della situazione non si è sentito di andare ad elezioni che avrebbe vinto senz’altro ma che poi toccava a lui riformare pesantemente e toccare benefici che nessuno voleva toccare.Di Monti posso ringraziarlo per aver bloccato il default paese,lo accuso invece di non aver avuto coraggio e completare le riforme e i tagli degli sprechi che aveva previsto,bloccato dai partiti oggi al governo perchè in campagna elettorale.Quindi credo valutare il tutto prima di accusare a prescindere.
Necessità di un partito delle riforme
01.07|15:54 fa___en
Da un poco di tempo si sentiva la mancanza sulla scena politica di un partito Ehi, Monti & C., siete inutili
01.07|15:54 romeo.vr
come il cinese dei Black Eyed Peas. Torni pure a fare il bidello alla Bocconi. Lei (e Passera) avete abbassato il rating della Bocconi da AAA a -BB.
MONTI ancoro li
01.07|15:54 Italiano Stufo
Quello che ha fatto più danni che Keslering durante la ritirata, è ancora in giro!?!? Monti dovrebbe andare a zappare i campi, sempre ammesso che sia capace a farlo, perché governare farebbe concorrenza a Domenicali.
Quanti ciechi parlano
01.07|15:54 vitvin
Vedo che la maggior parte dei post sono di derisione verso Monti.Sono sicuro che gli stessi erano affannati e preoccupati quando il cavaliere sull'orlo della bancarotta paese,incapace di arrestarla ha mollato la guida al Professore e il PD preoccupato della situazione non si è sentito di andare ad elezioni che avrebbe vinto senz'altro ma che poi toccava a lui riformare pesantemente e toccare benefici che nessuno voleva toccare.Di Monti posso ringraziarlo per aver bloccato il default paese,lo accuso invece di non aver avuto coraggio e completare le riforme e i tagli degli sprechi che aveva previsto,bloccato dai partiti oggi al governo perchè in campagna elettorale.Quindi credo valutare il tutto prima di accusare a prescindere.
Necessità di un partito delle riforme
01.07|15:54 fa___en
Da un poco di tempo si sentiva la mancanza sulla scena politica di un partito "delle riforme" come Scelta Civica. Chi meglio di Monti e del suo Governo ha potuto interpretarle? Appena ricevuto la campanella, riformò le pensioni, facendo cassa e procurando piccoli appena percettibili disagi a qualche centinaia di migliaia di esodati. Poi continuò con la riforma del lavoro, consentendo così qualche espulsione di cinquantenni dal posto di lavoro e riuscendo in contropartita a far assumere ancor meno giovani di prima. Poi riformò l' accesso alla professione notarile e di farmacista: nei numeri, incrementandoli di un buon 5% circa, notaio più, notaio meno. Riformò il costo della benzina, consentendogli di arrivare sino a 2 euro/lt e i contratti assicurativi, consentendo alla tua assicurazione di farti avere altre due offerte non competitive di assicurazioni concorrenti...". Il 14% di crescita del PIL fu l' effetto (5 anni dopo). Per distinguere i tempi che passavano fra una riforma e l' altra mise l'IMU, la TARES e una miriade di altre tasse. E annunciò 12 volte che forse si sarebbe potuto inseguire i capitali in Svizzera. Perché uno statista pensa sempre al futuro, e non all'immediato. All'immediato ci devono pensare i cittadini. Come? Non ditemi che ve lo devo dire proprio io... Per ogni esigenza immediata, c'è sempre il mercato degli organi umani. C'è gente che si vende ad esempio un rene. A proposito, anche quel mercato ha mica bisogno di riforme?
meglio come minuscola forza di governo
01.07|15:52 nemoxx
Il professore è nel giusto, ma dimentico delle sue sistematiche inadempienze come premier fate quel che dico...non quel che feci
Esplora il significato del termine: Ehi, Monti & C., siete inutili
01.07|15:54 romeo.vr
come il cinese dei Black Eyed Peas. Torni pure a fare il bidello alla Bocconi. Lei (e Passera) avete abbassato il rating della Bocconi da AAA a -BB.
MONTI ancoro li
01.07|15:54 Italiano Stufo
Quello che ha fatto più danni che Keslering durante la ritirata, è ancora in giro!?!? Monti dovrebbe andare a zappare i campi, sempre ammesso che sia capace a farlo, perché governare farebbe concorrenza a Domenicali.
Quanti ciechi parlano
01.07|15:54 vitvin
Vedo che la maggior parte dei post sono di derisione verso Monti.Sono sicuro che gli stessi erano affannati e preoccupati quando il cavaliere sull’orlo della bancarotta paese,incapace di arrestarla ha mollato la guida al Professore e il PD preoccupato della situazione non si è sentito di andare ad elezioni che avrebbe vinto senz’altro ma che poi toccava a lui riformare pesantemente e toccare benefici che nessuno voleva toccare.Di Monti posso ringraziarlo per aver bloccato il default paese,lo accuso invece di non aver avuto coraggio e completare le riforme e i tagli degli sprechi che aveva previsto,bloccato dai partiti oggi al governo perchè in campagna elettorale.Quindi credo valutare il tutto prima di accusare a prescindere.
Necessità di un partito delle riforme
01.07|15:54 fa___en
Da un poco di tempo si sentiva la mancanza sulla scena politica di un partito Ehi, Monti & C., siete inutili
01.07|15:54 romeo.vr
come il cinese dei Black Eyed Peas. Torni pure a fare il bidello alla Bocconi. Lei (e Passera) avete abbassato il rating della Bocconi da AAA a -BB.
MONTI ancoro li
01.07|15:54 Italiano Stufo
Quello che ha fatto più danni che Keslering durante la ritirata, è ancora in giro!?!? Monti dovrebbe andare a zappare i campi, sempre ammesso che sia capace a farlo, perché governare farebbe concorrenza a Domenicali.
Quanti ciechi parlano
01.07|15:54 vitvin
Vedo che la maggior parte dei post sono di derisione verso Monti.Sono sicuro che gli stessi erano affannati e preoccupati quando il cavaliere sull'orlo della bancarotta paese,incapace di arrestarla ha mollato la guida al Professore e il PD preoccupato della situazione non si è sentito di andare ad elezioni che avrebbe vinto senz'altro ma che poi toccava a lui riformare pesantemente e toccare benefici che nessuno voleva toccare.Di Monti posso ringraziarlo per aver bloccato il default paese,lo accuso invece di non aver avuto coraggio e completare le riforme e i tagli degli sprechi che aveva previsto,bloccato dai partiti oggi al governo perchè in campagna elettorale.Quindi credo valutare il tutto prima di accusare a prescindere.
Necessità di un partito delle riforme
01.07|15:54 fa___en
Da un poco di tempo si sentiva la mancanza sulla scena politica di un partito "delle riforme" come Scelta Civica. Chi meglio di Monti e del suo Governo ha potuto interpretarle? Appena ricevuto la campanella, riformò le pensioni, facendo cassa e procurando piccoli appena percettibili disagi a qualche centinaia di migliaia di esodati. Poi continuò con la riforma del lavoro, consentendo così qualche espulsione di cinquantenni dal posto di lavoro e riuscendo in contropartita a far assumere ancor meno giovani di prima. Poi riformò l' accesso alla professione notarile e di farmacista: nei numeri, incrementandoli di un buon 5% circa, notaio più, notaio meno. Riformò il costo della benzina, consentendogli di arrivare sino a 2 euro/lt e i contratti assicurativi, consentendo alla tua assicurazione di farti avere altre due offerte non competitive di assicurazioni concorrenti...". Il 14% di crescita del PIL fu l' effetto (5 anni dopo). Per distinguere i tempi che passavano fra una riforma e l' altra mise l'IMU, la TARES e una miriade di altre tasse. E annunciò 12 volte che forse si sarebbe potuto inseguire i capitali in Svizzera. Perché uno statista pensa sempre al futuro, e non all'immediato. All'immediato ci devono pensare i cittadini. Come? Non ditemi che ve lo devo dire proprio io... Per ogni esigenza immediata, c'è sempre il mercato degli organi umani. C'è gente che si vende ad esempio un rene. A proposito, anche quel mercato ha mica bisogno di riforme?
meglio come minuscola forza di governo
01.07|15:52 nemoxx
Il professore è nel giusto, ma dimentico delle sue sistematiche inadempienze come premier fate quel che dico...non quel che feci
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Re: Quale governo ?
Monti ieri
L'EX PREMIER: «HA RAGIONE RENZI, PICCOLI PASSI NON BASTANO»
Monti: «Senza un cambio di marcia Scelta Civica lascerà la coalizione di governo»
Il leader del partito centrista: «Coalizione affetta da crescente ambiguità»
«Mi sento in dovere di affermare che, senza un cambio di marcia, non riteniamo di poter contribuire a lungo a sostenere una coalizione affetta da crescente ambiguità». Lo scrive su Facebook il leader di Scelta Civica, Mario Monti, che propone un «contratto di coalizione» per rafforzare gli impegni dei partiti che sostengono Letta.
RIFORME - «Ha ragione Matteo Renzi - scrive l'ex premier - "Piccoli passi non bastano". Il governo Letta ha iniziato bene, ma la sua missione - trasformare l'Italia in un Paese competitivo e capace di crescere, mantenendo la ritrovata disciplina di bilancio - richiede riforme radicali. Queste non potranno essere decise e realizzate senza una grande e genuina unità di intenti, non solo all'interno del Governo ma anche fra i partiti che hanno dato vita alla grande coalizione». «Scelta Civica, il primo partito ad avere proposto, già prima delle elezioni, un governo di grande coalizione - ricorda Monti - ha dichiarato recentemente che il governo Letta deve e può proporsi come orizzonte l'intero quinquennio della legislatura. Con altrettanta chiarezza, però, mi sento in dovere di affermare che, senza un cambio di marcia, non riteniamo di poter contribuire a lungo a sostenere una coalizione affetta da crescente ambiguità».
AMBIGUITA' - «L'ambiguità - si legge ancora nel post - proviene dai due partiti maggiori», l'uno impegnato nel congresso, l'altro che «sta affrontando una situazione difficile, anche per le vicende di Silvio Berlusconi, al quale va peraltro dato atto di essersi finora lealmente astenuto dal farne pesare le conseguenze sul governo». «Non è comunque accettabile - sottolinea - che singoli partiti, nel partecipare all'attività di un governo che dovrebbe durare per anni, si posizionino quotidianamente come se fossero già in campagna elettorale». «In Germania, le grandi coalizioni - osserva poi Monti - nascono sulla base di un "Koalitionsvertrag", un vero e proprio contratto, scritto e molto dettagliato, che i partiti devono rispettare. La grande coalizione che appoggia il governo Letta ha, come sola base, le brevi dichiarazioni programmatiche del Presidente del Consiglio alle Camere del 29 aprile. Troppo poco. Enrico Letta dovrebbe ora proporsi di dare solidità e slancio riformatore al suo governo, e di metterlo al riparo da possibili insidie provenienti dai travagli dei partiti, proponendo presto un testo di "contratto di coalizione". Esso dovrebbe contenere, oltre ad un quadro preciso delle linee politiche e dei provvedimenti, anche un breve codice di condotta, con elementari regole di comportamento per chi vuole partecipare in buona fede ad uno sforzo comune per risollevare il Paese, dimenticando per qualche tempo gli interessi elettorali».
Redazione Online
30 giugno 2013 | 21:52
© RIPRODUZIONE RISERVATA
http://www.corriere.it/politica/13_giug ... 3450.shtml
L'EX PREMIER: «HA RAGIONE RENZI, PICCOLI PASSI NON BASTANO»
Monti: «Senza un cambio di marcia Scelta Civica lascerà la coalizione di governo»
Il leader del partito centrista: «Coalizione affetta da crescente ambiguità»
«Mi sento in dovere di affermare che, senza un cambio di marcia, non riteniamo di poter contribuire a lungo a sostenere una coalizione affetta da crescente ambiguità». Lo scrive su Facebook il leader di Scelta Civica, Mario Monti, che propone un «contratto di coalizione» per rafforzare gli impegni dei partiti che sostengono Letta.
RIFORME - «Ha ragione Matteo Renzi - scrive l'ex premier - "Piccoli passi non bastano". Il governo Letta ha iniziato bene, ma la sua missione - trasformare l'Italia in un Paese competitivo e capace di crescere, mantenendo la ritrovata disciplina di bilancio - richiede riforme radicali. Queste non potranno essere decise e realizzate senza una grande e genuina unità di intenti, non solo all'interno del Governo ma anche fra i partiti che hanno dato vita alla grande coalizione». «Scelta Civica, il primo partito ad avere proposto, già prima delle elezioni, un governo di grande coalizione - ricorda Monti - ha dichiarato recentemente che il governo Letta deve e può proporsi come orizzonte l'intero quinquennio della legislatura. Con altrettanta chiarezza, però, mi sento in dovere di affermare che, senza un cambio di marcia, non riteniamo di poter contribuire a lungo a sostenere una coalizione affetta da crescente ambiguità».
AMBIGUITA' - «L'ambiguità - si legge ancora nel post - proviene dai due partiti maggiori», l'uno impegnato nel congresso, l'altro che «sta affrontando una situazione difficile, anche per le vicende di Silvio Berlusconi, al quale va peraltro dato atto di essersi finora lealmente astenuto dal farne pesare le conseguenze sul governo». «Non è comunque accettabile - sottolinea - che singoli partiti, nel partecipare all'attività di un governo che dovrebbe durare per anni, si posizionino quotidianamente come se fossero già in campagna elettorale». «In Germania, le grandi coalizioni - osserva poi Monti - nascono sulla base di un "Koalitionsvertrag", un vero e proprio contratto, scritto e molto dettagliato, che i partiti devono rispettare. La grande coalizione che appoggia il governo Letta ha, come sola base, le brevi dichiarazioni programmatiche del Presidente del Consiglio alle Camere del 29 aprile. Troppo poco. Enrico Letta dovrebbe ora proporsi di dare solidità e slancio riformatore al suo governo, e di metterlo al riparo da possibili insidie provenienti dai travagli dei partiti, proponendo presto un testo di "contratto di coalizione". Esso dovrebbe contenere, oltre ad un quadro preciso delle linee politiche e dei provvedimenti, anche un breve codice di condotta, con elementari regole di comportamento per chi vuole partecipare in buona fede ad uno sforzo comune per risollevare il Paese, dimenticando per qualche tempo gli interessi elettorali».
Redazione Online
30 giugno 2013 | 21:52
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Re: Quale governo ?
In bol-Letta - 1
Esplora il significato del termine: LA DECISIONE
Letta esulta: «Più flessibilità dalla Commissione Ue per i prossimi bilanci italiani»
La decisione di Bruxelles. Palazzo Chigi: «È il premio alla scommessa del Governo sulla finanza pubblica»
Il premier Enrico Letta lo annuncia con un tweet: «Ce l'abbiamo fatta! La Commissione Ue annuncia ora ok a più flessibilità per prossimi bilanci per paesi come Italia con conti in ordine». Il Presidente della Commissione Europea, Manuel Barroso ha infatti annunciato mercoledì mattina a Strasburgo una maggiore flessibilità di bilancio nel 2014 per i Paesi usciti dalla procedura di deficit eccessivo, come il nostro. Saranno possibili d’ora in avanti investimenti produttivi e per rilanciare la crescita.
LA NOTA - Ossia saranno concesse deviazioni temporanee al Patto di stabilità che consentiranno «investimenti pubblici produttivi», cofinanziati dalla Ue. «Il Governo italiano raccoglie con grande soddisfazione un risultato importante - ha spiegato in una nota il governo italiano - forse il più importante di tutti nel rapporto con le Istituzioni europee. È il premio alla scommessa del Governo che ha fatto fin dall'inizio sul rispetto degli obiettivi di finanza pubblica».
SFORAMENTO - Un successo per Letta, che non aveva accolto l’invito di chi consigliava di prendere esempio da alcuni paesi stranieri che avevano sforato il tetto del 3%. Come la Francia di Hollande, che chiuderà il 2013 con un disavanzo di 3,9%. L’Italia al contrario a fine maggio è uscita dalla procedura d’infrazione per il disavanzo eccessivo. Avviata nel 2009, dopo un picco del 5,5% del Pil nel 2009, il disavanzo pubblico italiano è stato progressivamente ridotto fino ad arrivare al 3% del Pil entro il termine fissato dal Consiglio Ue. Il tutto con enormi sacrifici in termini di mancati investimenti. Ora il «premio» arrivato dalla Commissione Ue.
LA COMMISSIONE -«La Commissione - ha detto Barroso - ha esplorato modi ulteriori all’interno del braccio preventivo del Patto di stabilità e crescita per realizzare investimenti pubblici non ricorrenti con un impatto dimostrato sulla sostenibilità delle finanze pubbliche fatto dai Paesi membri nella valutazione dei loro Programmi di convergenza». Premesso questo, il capo dell’esecutivo di Bruxelles ha annunciato che, «nella valutazione dei bilanci nazionali per il 2014 e dei risultati di bilancio per il 2013, sempre nel pieno rispetto del Patto di stabilità, permetteremo caso per caso deviazioni temporanee dal percorso di deficit strutturale verso gli obiettivi di medio termine fissati nelle raccomandazioni specifiche per Paese». Queste deviazioni, ha sottolineato Barroso, «dovranno essere collegate alla spesa nazionale su progetti cofinanziati dall’Ue nell’ambito della politica di coesione, delle reti transeuropee Ten o di Connecting Europe, con un effetto sul bilancio positivo, diretto, verificabile e di lungo termine». I dettagli, ha concluso il presidente della Commissione, saranno spiegati in una lettera che il commissario agli Affari economici e monetari Olli Rehn invierà «ai suoi colleghi, ai ministri delle Finanze ed all’Europarlamento».
Redazione Online
3 luglio 2013 | 12:52
© RIPRODUZIONE RISERVATA
http://www.corriere.it/economia/13_lugl ... 3a64.shtml
Esplora il significato del termine: LA DECISIONE
Letta esulta: «Più flessibilità dalla Commissione Ue per i prossimi bilanci italiani»
La decisione di Bruxelles. Palazzo Chigi: «È il premio alla scommessa del Governo sulla finanza pubblica»
Il premier Enrico Letta lo annuncia con un tweet: «Ce l'abbiamo fatta! La Commissione Ue annuncia ora ok a più flessibilità per prossimi bilanci per paesi come Italia con conti in ordine». Il Presidente della Commissione Europea, Manuel Barroso ha infatti annunciato mercoledì mattina a Strasburgo una maggiore flessibilità di bilancio nel 2014 per i Paesi usciti dalla procedura di deficit eccessivo, come il nostro. Saranno possibili d’ora in avanti investimenti produttivi e per rilanciare la crescita.
LA NOTA - Ossia saranno concesse deviazioni temporanee al Patto di stabilità che consentiranno «investimenti pubblici produttivi», cofinanziati dalla Ue. «Il Governo italiano raccoglie con grande soddisfazione un risultato importante - ha spiegato in una nota il governo italiano - forse il più importante di tutti nel rapporto con le Istituzioni europee. È il premio alla scommessa del Governo che ha fatto fin dall'inizio sul rispetto degli obiettivi di finanza pubblica».
SFORAMENTO - Un successo per Letta, che non aveva accolto l’invito di chi consigliava di prendere esempio da alcuni paesi stranieri che avevano sforato il tetto del 3%. Come la Francia di Hollande, che chiuderà il 2013 con un disavanzo di 3,9%. L’Italia al contrario a fine maggio è uscita dalla procedura d’infrazione per il disavanzo eccessivo. Avviata nel 2009, dopo un picco del 5,5% del Pil nel 2009, il disavanzo pubblico italiano è stato progressivamente ridotto fino ad arrivare al 3% del Pil entro il termine fissato dal Consiglio Ue. Il tutto con enormi sacrifici in termini di mancati investimenti. Ora il «premio» arrivato dalla Commissione Ue.
LA COMMISSIONE -«La Commissione - ha detto Barroso - ha esplorato modi ulteriori all’interno del braccio preventivo del Patto di stabilità e crescita per realizzare investimenti pubblici non ricorrenti con un impatto dimostrato sulla sostenibilità delle finanze pubbliche fatto dai Paesi membri nella valutazione dei loro Programmi di convergenza». Premesso questo, il capo dell’esecutivo di Bruxelles ha annunciato che, «nella valutazione dei bilanci nazionali per il 2014 e dei risultati di bilancio per il 2013, sempre nel pieno rispetto del Patto di stabilità, permetteremo caso per caso deviazioni temporanee dal percorso di deficit strutturale verso gli obiettivi di medio termine fissati nelle raccomandazioni specifiche per Paese». Queste deviazioni, ha sottolineato Barroso, «dovranno essere collegate alla spesa nazionale su progetti cofinanziati dall’Ue nell’ambito della politica di coesione, delle reti transeuropee Ten o di Connecting Europe, con un effetto sul bilancio positivo, diretto, verificabile e di lungo termine». I dettagli, ha concluso il presidente della Commissione, saranno spiegati in una lettera che il commissario agli Affari economici e monetari Olli Rehn invierà «ai suoi colleghi, ai ministri delle Finanze ed all’Europarlamento».
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3 luglio 2013 | 12:52
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Re: Quale governo ?
oggi c'è il vertice di maggioranza
la cabina di regia
la bussola dei fatti
cosa spunterà il pdl ( che in quanto a rigor mortis non lo batte nessuno ) ?
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Re: Quale governo ?
mariok ha scritto:Oltre i giusti calcoli di Boeri, ma se non c'è mercato e quindi le aziende non riescono a vendere i loro prodotti e servizi, perché mai dovrebbero assumere?
Caro mariok.Li assumono per fare un piacere al governo.
Ciao
Paolo11
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Re: Quale governo ?
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Letta: «Si vedono segni di ripresa». Per il culo
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