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Messaggio da camillobenso »

La protesta è partita dal niente e si è trasformata nella destituzione di Morsi. ALTA

TENSIONE: ALMENO 10 MORTI IN SERATA
Egitto, sospesa la Costituzione
«Il presidente Morsi è stato destituito»
Esplode piazza Tahrir. Blindati al palazzo presidenziale. Arrestati i leader dei Fratelli musulmani. Obama preoccupato


Morsi non è più presidente dell'Egitto. È golpe. La Costituzione è stata sospesa, il presidente eletto è stato deposto ed è trattenuto dalle autorità (nella notte è stato trasferito al ministero della Difesa). Al momento, al suo posto c'è il giudice della Corte Costituzionale Adli Mansour che è stato nominato presidente ad interim, con l'incarico di adottare «dichiarazioni costituzionali» durante il periodo di transizione. A darne l'annuncio - mentre la tensione sale, tanto che in serata ci sono stati almeno 10 morti negli scontri tra opposte fazioni ad Alessandria d'Egitto e in altre città - è stato Abdel Fattah al-Sissi, capo delle forze armate egiziane, in un discorso trasmesso in diretta tv. Il tutto dopo che Mohamed Morsi è stato informato dai militari di non essere più presidente dell'Egitto in seguito al fallimento dei negoziati con i militari per lasciare il potere. Morsi però non sembra demordere: e in un video diffuso nella serata di mercoledì, sia pure con immagini instabili e di cattiva qualità, afferma: «Io sono il presidente eletto dell'Egitto». Poi ha «chiesto al popolo di difendere la legittimità».

GLI ARRESTI - In serata, le forze di sicurezza hanno trattenuto il personale della rete qatariota al Jazira presente negli uffici del Il Cairo (Al Jazira è di proprietà del Qatar ed è considerata vicino ai Fratelli Musulmani) e nella notte sono stati arrestati i capi musulmani. In manette il leader del partito dei Fratelli musulmani Saad el Katatni e il capo dei parlamentari dello stesso partito al Bayumi, secondo quanto riferisce l'agenzia di Stato. Mentre il quotidiano al Ahram parla di ordini di arresto per 300 membri del partito.

FUOCHI D'ARTIFICIO IN PIAZZA TAHRIR - La notizia della caduta di Morsi e della road map è stata accolta con un boato da piazza Tahrir, dove sono esplosi fuochi d'artificio. «Il popolo e l'esercito sono una sola mano», lo slogan intonato dagli oppositori del presidente Morsi. L'esercito ha inoltre annunciato che si terranno elezioni anticipate in una data che verrà stabilita dal governo provvisorio.In giornata elicotteri militari avevano sorvolato piazza Tahrir circa un'ora dopo lo scadere dell'ultimatum imposto dai militari e scaduto intorno alle 17.30 locali, le 16.30 italiane. Le forze di sicurezza egiziane hanno disposto il divieto di espatrio per il presidente del Paese, che si era insediato un anno fa. Stessa sorte per molti leader del partito dei Fratelli musulmani. Morsi inoltre sarebbe stato posto agli arresti domiciliari dai militari nella sede della Guardia repubblicana.

PANE GIUSTIZIA E DIGNITA' - Ed è il premio Nobel per la pace Mohamed el Baradei, l'uomo che sta gestendo, per conto di tutte le opposizioni egiziane, i negoziati per definire il dopo Morsi. El Baradei ha annunciato la road map per la transizione, un piano che garantisce elezioni presidenziali anticipate, risponde alle domande del popolo, realizza «una vera conciliazione» e rimette in marcia il processo della rivoluzione del 2011. «L'Egitto è la patria di tutti, nessuno escluso. Continuiamo la nostra rivoluzione per pane, libertà e dignità umana», gli ha fatto eco Mahmoud Badr, portavoce del movimento dei Ribelli Tamarod.

LA PREOCCUPAZIONE DEGLI USA - Nel frattempo nella crisi egiziana intervengono gli Stati Uniti, i principali finanziatori delle forze armate egiziane, che si dicono «estremamente preoccupati» ed invitano entrambe le parti ad avviare negoziati per arrivare a una soluzione pacifica. Il segeretario alla Difesa Chuck Hagel ha parlato due volte con il collega egiziano, generale Abdel Fattah el Sissi. Anche il presidente Barack Obama ha espresso preoccupazione per il Paese nordafricano e ha dichiarato: «Faccio appello alle forze armate egiziane - ha affermato - affinché agiscano rapidamente e responsabilmente per restituire piena autorità ad un governo civile democraticamente eletto, il più presto possibile, attraverso un processo inclusivo e trasparente». E ha anche detto all'esercito di evitare «qualsiasi arresto arbitrario ai danni del presidente Morsi e dei suoi sostenitori». Per quanto riguarda gli aiuti, Patrick Leahy, presidente della commissione del Senato che si occupa di controllare la gestione degli aiuti americani internazionali, non ci sono dubbi: «La legge parla chiaro: gli Stati Uniti devono tagliare gli aiuti, quando un governo democraticamente eletto viene deposto da un golpe militare o da un decreto». E così, la commissione è pronta a rivedere gli aiuti, che ammontano a circa 1,5 miliardi di dollari, in attesa di capire come si evolverà la situazione.


Scade l'ultimatum a Morsi, colpo di stato in Egitto Scade l'ultimatum a Morsi, colpo di stato in Egitto Scade l'ultimatum a Morsi, colpo di stato in Egitto Scade l'ultimatum a Morsi, colpo di stato in Egitto Scade l'ultimatum a Morsi, colpo di stato in Egitto

L'ULTIMATUM E LA TV - L'esercito lunedì aveva chiesto fermamente al leader del Paese di risolvere la situazione entro mercoledì pomeriggio. L'ultimatum era stato respinto. Mercoledì mattina veicoli blindati e carri armati dell'esercito egiziano si erano schierati intorno alla sede della televisione di Stato, la Ertu. Altri tank si trovano alla sede del palazzo presidenziale, e in altri punti strategici della città. Per la seconda volta in due anni, quindi, l'esercito appare intenzionato a scardinare le istituzioni che controllano il Paese. Solo che Morsi è anche il primo presidente eletto democraticamente nella storia dell'Egitto.

NIENTE DIMISSIONI - Pochi minuti prima della deadline la presidenza egiziana aveva diffuso su Facebook un comunicato nel quale ribadisce che «violare la legittimità costituzionale minaccia la pratica della democrazia», apre ad un governo di coalizione per arrivare alle prossime elezioni, e alla formazione di un commissione indipendente per la modifica della Costituzione (rinnovata a dicembre scorso) da sottoporre al nuovo parlamento.


LA FATWA SALAFITA CONTRO L'OPPOSIZIONE - Mercoledì Mohamed al-Zawahiri, fratello del leader di al-Qaeda Ayman al-Zawahiri, ha emesso una fatwa, una sentenza che autorizza i suoi seguaci a cambattere contro l'opposizione egiziana. «Non abbiate paura, né esitazione - ha spiegato al-Zawahiri, che guida la corrente jihadista salafita, ad al-Masry al-Youm - annunciamo ai nostri fratelli musulmani che alla fine non saremo noi i vinti, ma sarà il contrario». L'esponente islamico egiziano assicura di non volere «caos, disordine e sedizione», ma afferma la necessità di contrastare il «complotto ordito dagli Stati Uniti d'america e i loro agenti». Un altro religioso, Magdy Hussein, ha aggiunto che ogni mossa contro Morsi sarà considerata «un colpo di Stato». La folla, davanti alle moschee, canta «Non riporteremo al potere l'esercito».

«Morsi Game Over»: fuochi artificiali in piazza Tahrir

http://video.corriere.it/morsi-game-ove ... d08ee83a64

LE VITTIME E LE DIMISSIONI - Nell'arco della giornata di martedì si erano registrate sette vittime negli scontri tra difensori e oppositori del presidente, e nell'arco della notte altre 16 persone sono morte. In totale, da domenica, le vittime di questi incidenti sono 39. Intanto, in piazza Tahrir, prosegue per il quarto giorno consecutivo l'adunata oceanica di manifestanti che chiedono le dimissioni di Morsi, e altre manifestazioni analoghe sono in corso davanti ai due palazzi presidenziali di Ittahadeya ed el Kobba, ad Alessandria e in altre città egiziane. I manifestanti pro-Morsi si sono radunati invece a migliaia davanti alla moschea di Rabaa el Adaweya, nella Capitale.


Volontari cercano di separare uomini e donne in piazza Tahrir per evitare molestie sessuali (Ap/Nabil)
Volontari cercano di separare uomini e donne in piazza Tahrir per evitare molestie sessuali (Ap/Nabil)
GLI STUPRI - Sul luogo delle proteste, nel frattempo, un centinaio di donne sarebbero state molestate o stuprate. Lo denuncia Human Rights Watch, che in un comunicato riferisce di «almeno 91 manifestanti aggredite sessualmente e in alcuni casi stuprate in piazza Tahrir in un clima di impunità». Domenica sono stati denunciati 46 casi di aggressioni sessuali, 17 lunedì e 23 martedì. Cinque altre aggressioni sessuali sarebbero avvenute venerdì e sono state denunciate da «Nazra for Feminist Studies».
Redazione Online

3 luglio 2013 (modifica il 4 luglio 2013)
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http://www.corriere.it/esteri/13_luglio ... 3a64.shtml
camillobenso
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Vox populi


QUESTO SUCCEDE...
04.07|17:53 oggiarino
...principalmente quando la religione, qualunque essa sia, caccia il naso, cercando di sostituirsi ad essi, nella politica e nell'economia. Ancora più spiacevole è constatare come quasi tutti i popoli che hanno rappresentato la culla della cultura, della scienza e della civiltà umana, si siano poi ridotti in condizioni di assoluta mancanza di democrazia: vedi soprattutto gli Arabi ed i Cinesi, tanto per dire, ma non solo.

Militari d'Eggitto
04.07|16:39 Adrian02
Quelli italiani. Però se il Cappellano Militare lo chiedesse, obbedirebbero, senza esitare. Per il momento ha tutto l'interesse di lunghe convergenze invitando a stare uniti. Con chi è noto.

Democrazia
04.07|16:32 monaldo
"La democrazia è due lupi e un agnello che votano su cosa mangiare a cena. La libertà un agnello ben armato che contesta il voto." Benjamin Franklin (1706 – 1790)

Si può simpatizzare per l’uno o per l’altro,
04.07|16:09 LUISITO69
ognuno di noi anche in occidente può avere le sue simpatie ,tuttavia si deve dire che anche questa volta siamo stati ridicoli: Morsi ha vinto le elezioni solo un anno fa quindi ha il diritto di governare, la crisi economica egiziana è con ogni probabilità la stessa che abbiamo qui ,con la differenza che la crisi la soffre sempre più chi è più povero , meno organizzato e direi pure meno prudente ove è impossibile coniugare benessere è raddoppio della popolazione ogni 20 anni. Ma ripeto Morsi ha vinto le elezioni, tra l’altro non credo che la cosa finirà così. Speriamo bene per loro.

notare che
04.07|15:16 perles75
il presidente è un non militare; Baradei che è la figura faro dell'opposizione ed è il mediatore della crisi, neppure. Sono entrambi personalità rilevanti (Baradei soprattutto) e certo non semplici fantocci messi dall'esercito. Per ora, inoltre, nessuno si è mosso in difesa di Morsi (per fortuna, perché vuol dire che non ci sono stati scontri presagi di guerra civile - per ora, almeno). Come minimo, è un colpo di stato militare molto anomalo.
camillobenso
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Lettore_1885770
04.07|15:11 Andrea_03
sì questa favola si racconta ogni volta che vince quello che si vorrebbe non vincesse. in africa,in asia,in america latina,in russia puntualmente si accusa di brogli. poi quando alle elezioni emerge l'altro contendente guarda un po' i brogli non esistono più,va tutto bene,nulla da ricontrollare. vedi iran,con il nuovo presidente addirittura senza il ballottaggio nessun medium occidentale andato a contestare nonostante fosse assolutamente improbabile una sconfitta dei più conservatori al primo turno.

Non ho capito....
04.07|15:11 Riocampore
ma non avevano fatto le elezioni dopo il colpo di stato contro Mubarak ? Se questi stavano governando in forza di un risultato elettorale significa che i militari hanno effettuato un altro cosiddetto colpo di stato ? Forse sbaglio.....

@ Lettore_1885770
04.07|15:05 giorgiosd
invece un generale che arriva a palazzo coi carri e si autoelegge è simbolo di volontà popolare democratica!

@ Lettore_2193892
04.07|14:59 dico-la-mia
Lei ha ragione che un primogenito puo' essere un disastro, basti pensare al primo in linea per UK, Dio ce ne guardi. Adesso io non conosco molto dei governanti ottomani, ma lei e' proprio sicuro che non hanno avuto un Sultano disastro? Per tornare al discordo originale, le istituzioni servono a stabilire regole, e piu' chiare sono meglio e', e con cio' non dico che le istituzioni siano perfette, sia chiaro. Ma la mancanza di istituzioni porta piu' facilemente al disastro e oggi Egitto e' sul filo del rasoio, grazie a chi? a uno che ha tentado di esportare un sistema che lui stesso chiama "democrazia", ma quale? quella sua. Torniamo al dunque, se la cultura islamica ha sempre lavorato sulla base dell'assolutismo (veda l'Arabia Saudita), adesso funzionera' diversamente in Egitto? Era meglio Saddam che teneva gli oppositori buoni, o la "democrazia" esportata da Bush? Cordiali saluti

ottimo lavoro del Nobel per la Pace Obama
04.07|14:47 lollothebear
ha fatto molto ma molto peggio di Bush

L'America di Obama non vale più niente...
04.07|14:31 ciofeca
E' di tutta evidenza il fallimento delle politiche internazionali di Obama, dall'Afghanistan all'Egitto, passando daLLA Siria l'influenza statunitense è sempre più in diminuzione.., se da un lato nel nome di un sistema multipolare delle relazioni internazionali tutto cìò può essere positivo, dall'altra parte sono assai preoccupato. Chi sostituirà il ruolo finora egemone nella politica internazionale? L'Europetta dell'Euro, che pensa solo alla stabilità finanziaria dimenticandosi di quello che avviene aidilà dei suoi confini?

Esperienza egiziana limitata a "Sharm"?
04.07|14:22 michelaeli
Se i commentator cnoscessero un pochino l"Egitto, quello vero intendo non le discoteche del Mar ROsso, si asterrebbero da molti commenti stupidi. Primo tra tutti, che gli oppositori di Morsi sono "laici" e vogliono un governo "occidentale". Niente di piu' sbagliato. Anche gli oppositori sono per la maggior parte musulmani devote, e lo scontro in EGitto non e' per nulla Islam vs laicismo, come crediamo qui. Il fatto e' che Morsi e I suoi fratelli magna-magna non stavano "islamizzando" lo Stato (che e' gia' islamicissimo), ma lo stavano "fratellizzando", prendendosi per loro tutto quello che resta da prendere e mandando l'economia a rotoli (e non che prima andasse a gonfie vele). Questo, e solo questo, ha portato alla rivoluzione. Con qualche aiutino estero, si intende.

le elezioni in Egitto
04.07|14:22 Lettore_1885770
sono state viziate da brogli di ogni genere commessi dagli islamisti, che cercano di far recedere il Paese all'oscurantismo: la rivolta in atto, in Egitto come in Turchia, ne è la certificazzione più evidente - altro che presidente democraticamente eletto

04.07|12:48 ariovaldo
04.07|13:43 2001odisseanellostrazio
Di certo quelli scesi in piazza in Egitto non lo hanno fatto perché il 51% della popolazione ha imposto loro una costituzione fondata su un credo religioso.
2a questione: Esiste una grossa differenza tra la democrazia e la dittatura della maggioranza? Io credo che dove c'è una democrazia, là ci sia sempre una sorta di dittatura della maggioranza. Se la maggioranza pensa, ad esempio, che il riconoscimento dell'unione civile fra coppie omosessuali sia una cosa giusta, ma sbagliato il matrimonio, una coppia di omosessuali a favore del matrimonio potrà sempre dire di vivere in un paese in cui vige la dittatura della maggioranza.

..ma intanto..
04.07|13:20 BR1952
manifestazioni, esultanze ... e intanto tra uno scontro e l'altro .. si stuprano le manifestanti ... e qualcuno continua a parlare di civiltà e democrazia ???

che c'entra la dittatura della maggioranza,ma leggete l'illegalità che sta avvenendo con gli ignoranti sotto a festeggiare ?
04.07|13:20 Andrea_03
perchè dei leader di un movimento non paramilitare sono stati arrestati ? per quale capo di accusa ? perchè un presidente è sotto custodia di soldati che dovrebbero giurare fedeltà al governo ? da quando un esercito è libero di agire da solo ? queste sono tutte illegalità allo stato puro. neanche in russia prima di eltsin hanno fatto queste cose.

Golpe: finalmente!
04.07|13:16 ascalone
Finalmente i militari ed USA si sono svegliati: copovolgere i "cari fratelli musulmani" con tutte le forze integraliste islamiche è un atto di salute pubblica, di democrazia ed un bene per tutta l'ignava Europa che resta a guardare mentre gli altri fanno la Storia.

Democrazia e dittatura della maggioranza
04.07|12:48 ariovaldo
Esiste una grossa differenza tra la democrazia e la dittatura della maggioranza. Una costituzione la si scrive tutti assieme, non la si impone col 51%, soprattutto quando si pretende di basarla su un credo religioso che appartiene ad una parte della popolazione trascurando, od andando contro la parte Copta che rappresenta il 10-15% degli 80 milioni di Egiziani.
Purtroppo questo concetto risulta ostico a molti in Italia, abituati a pensare che lo Stato sia di proprietà di chi vince le elezioni e che le leggi si debbano conformare al proprio credo se maggioritario.
Libera fede (O non fede) in libero Stato.

AMERICANI PREOCCUPATI? E PERCHE'?
04.07|12:32 mauroAE
Ma come è possibile? Ma non erano loro quelli che combattevano al qaeda e il fondamentalismo islamico su tutta la galassia, e danno armi ai militari di mezzo mondo per questo? Questa situazione dell'Egitto è tutta da OSSERVARE cone le mani bene IN TASCA. E a nessuno vengano per ora pruriti strani...

@Ahmed aly
04.07|12:20 jadson
l'Italia non ha un esercito, come tutta l'Europa occidentale non ha difesa, ha le basi americane, e quindi l'Italia, come la Francia, la Germania, la stessa Gran Bretagna, non può che allinearsi agli Stati Uniti. I francesi hanno chiuso lo spazio aereo a Morales per non fare uno sgarbo agli americani per Snowden, poi il ministro degli esteri francese si è scusato si è scusato con il presidente boliviano, dicendo che c'era stato un disguido tecnico....Quindi l'Ue può fare poco. Senza considerare che se i cinesi si stancano di pagare il debito americano, restiamo completamente senza difesa.


Le restanti 9 pagine di commenti in:

http://www.corriere.it/dilatua/Primo_Pi ... full.shtml
camillobenso
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Dalla presa di posizione dei Fratelli mussulmani dopo la preghiera del venerdì, da come ha presentato i fatti il Tg3 ore 19,00, sembrerebbe che l'Egitto è destinato a scivolare in una guerra civile.


DOPO LA DEPOSIZIONE
Egitto, manifestazioni pro Morsi
Mansour scioglie il Parlamento
L'esercito nega di avere ucciso tre uomini del corteo al Cairo
La folla verso il luogo dove è custodito il presidente deposto

Piazze infiammate in Egitto. Sono in corso grandi manifestazione organizzate dagli islamisti sostenitori del presidente destituito, Mohamed Morsi, nel venerdì della rabbia dei Fratelli Musulmani. Il popolo pro Morsi è sceso in piazza al Cairo e in altre città per manifestare la propria rabbia dopo il golpe che ha portato all'insediamento di Adly Mansour a presidente ad interim, che nel pomeriggio di venerdì ha sciolto il Parlamento e nominato il nuovo capo dell'intelligence. Dal palco di fronte alla folla il numero due della Fratellanza musulmana ha lanciato un messaggio: «A coloro che hanno rovesciato la legittimità diciamo "siate saggi". Rimarremo qui fino a quando Morsi non sarà rilasciato». Presente anche il leader supremo e guida spirituale della frangia pro Morsi, Mohammed Badie.


«ABBASSATE LE ARMI» - Giovedì si era sparsa la notizia che Badie era stato arrestato. «Non sono in fuga, non mi hanno arrestato», ha urlato alla folla. «A tutti gli egiziani dico: Morsi è il vostro presidente». E rivolgendosi agli elicotteri militari che sorvolano la piazza, Badie ha detto «l'esercito torni agli egiziani. L'esercito deve restare lontano dalla politica e l'Egitto non conoscerà mai più il potere militare».
PRIMO ATTO DEL NEO PRESIDENTE - Con un decreto Mansour ha sciolto il Parlamento (di fatto solo il Consiglio della Shura, la Camera alta, l'unico ramo rimasto attivo dopo lo scioglimento della Camera ad opera della giunta militare lo scorso anno) guidato dalla maggioranza islamista dei Fratelli musulmani (Partito libertà e giustizia) e dei salafiti (al Nour) e ha nominato il nuovo capo dei servizi segreti Mohamed Ahmed Farid al posto di Mohamed Raafat Shehat, voluto da Morsi. Shehat è stato nominato consigliere del presidente, incarico esclusivamente onorifico.

TRE MORTI - Il clima di tensione è alle stelle, tanto che alcuni gruppi pro e anti Morsi si sono affrontati a colpi di arma da fuoco vicino all'università del Cairo dove si stavano radunando i supporter dell'ex presidente egiziano: tre le vittime tra i sostenitori di Morsi. Testimoni hanno accusato i soldati di aver sparato pallini da caccia ad altezza d'uomo, ma l'esercito ha assicurato che i suoi uomini hanno usato solo colpi a salve e lacrimogeni. Un altro morto è segnalato anche nella zona di Luxor, dove a causa del cambio dell'esecutivo, si sono riaccesi gli scontri tra musulmani e cristiani. I primi hanno dato alle fiamme alcune case della città nell'Egitto del sud.

Esplora il significato del termine: IN MARCIA - Un gruppo di manifestanti si sta dirigendo verso il quartier generale della Guardia repubblicana al Cairo, dove sarebbe trattenuto l’ormai ex presidente. È quanto si legge sul sito web dei Fratelli musulmani d’Egitto, in cui si precisa che la folla è partita dalla zona del raduno dei sostenitori del movimento nei pressi dell’Università del Cairo, a Giza.IN MARCIA - Un gruppo di manifestanti si sta dirigendo verso il quartier generale della Guardia repubblicana al Cairo, dove sarebbe trattenuto l'ormai ex presidente. È quanto si legge sul sito web dei Fratelli musulmani d'Egitto, in cui si precisa che la folla è partita dalla zona del raduno dei sostenitori del movimento nei pressi dell'Università del Cairo, a Giza.

Piazze infiammate in Egitto. Sono in corso grandi manifestazione organizzate dagli islamisti sostenitori del presidente destituito, Mohamed Morsi, nel venerdì della rabbia dei Fratelli Musulmani. Il popolo pro Morsi è sceso in piazza al Cairo e in altre città per manifestare la propria rabbia dopo il golpe che ha portato all'insediamento di Adly Mansour a presidente ad interim, che nel pomeriggio di venerdì ha sciolto il Parlamento e nominato il nuovo capo dell'intelligence. Dal palco di fronte alla folla il numero due della Fratellanza musulmana ha lanciato un messaggio: «A coloro che hanno rovesciato la legittimità diciamo "siate saggi". Rimarremo qui fino a quando Morsi non sarà rilasciato». Presente anche il leader supremo e guida spirituale della frangia pro Morsi, Mohammed Badie.


«ABBASSATE LE ARMI» - Giovedì si era sparsa la notizia che Badie era stato arrestato. «Non sono in fuga, non mi hanno arrestato», ha urlato alla folla. «A tutti gli egiziani dico: Morsi è il vostro presidente». E rivolgendosi agli elicotteri militari che sorvolano la piazza, Badie ha detto «l'esercito torni agli egiziani. L'esercito deve restare lontano dalla politica e l'Egitto non conoscerà mai più il potere militare».
PRIMO ATTO DEL NEO PRESIDENTE - Con un decreto Mansour ha sciolto il Parlamento (di fatto solo il Consiglio della Shura, la Camera alta, l'unico ramo rimasto attivo dopo lo scioglimento della Camera ad opera della giunta militare lo scorso anno) guidato dalla maggioranza islamista dei Fratelli musulmani (Partito libertà e giustizia) e dei salafiti (al Nour) e ha nominato il nuovo capo dei servizi segreti Mohamed Ahmed Farid al posto di Mohamed Raafat Shehat, voluto da Morsi. Shehat è stato nominato consigliere del presidente, incarico esclusivamente onorifico.

TRE MORTI - Il clima di tensione è alle stelle, tanto che alcuni gruppi pro e anti Morsi si sono affrontati a colpi di arma da fuoco vicino all'università del Cairo dove si stavano radunando i supporter dell'ex presidente egiziano: tre le vittime tra i sostenitori di Morsi. Testimoni hanno accusato i soldati di aver sparato pallini da caccia ad altezza d'uomo, ma l'esercito ha assicurato che i suoi uomini hanno usato solo colpi a salve e lacrimogeni. Un altro morto è segnalato anche nella zona di Luxor, dove a causa del cambio dell'esecutivo, si sono riaccesi gli scontri tra musulmani e cristiani. I primi hanno dato alle fiamme alcune case della città nell'Egitto del sud.


Medio Oriente e forze armateMedio Oriente e forze armate
IN MARCIA - Un gruppo di manifestanti si sta dirigendo verso il quartier generale della Guardia repubblicana al Cairo, dove sarebbe trattenuto l'ormai ex presidente. È quanto si legge sul sito web dei Fratelli musulmani d'Egitto, in cui si precisa che la folla è partita dalla zona del raduno dei sostenitori del movimento nei pressi dell'Università del Cairo, a Giza.

Egitto, scontri tra esercito e sostenitori dell'ex presidente Morsi


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L'ESERCITO - In mattinata almeno una decina di caccia militari hanno sorvolato a bassa quota il Cairo, chiaro gesto intimidatorio dell'esercito. Una dichiarazione della Fratellanza musulmana letta dai sostenitori nei pressi della moschea ha confermato «il rifiuto completo del colpo di stato militare contro un presidente eletto e contro la volontà della nazione»; e annunciato il rifiuto «a partecipare a qualsiasi attività con le autorità usurpanti».

CONDANNA TURCA - Il premier turco Recep Erdogan ha definito «antidemocratica» la deposizione del presidente egiziano Morsi sottolineando che i «colpi di stato sono chiaramente in contrasto con la democrazia». E punta il dito sui Paesi occidentali che «hanno mancato una prova di sincerità» nel non considerare l'intervento dell'esercito egiziano come «un colpo di stato». «Coloro che si affidano alle armi, al potere dei media non possono costruire la democrazia» che nasce solo «dalle urne», ha aggiunto.

Redazione Online
5 luglio 2013 | 19:03
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http://www.corriere.it/esteri/13_luglio ... f0e3.shtml
mariok

Re: Il mondo che ribolle

Messaggio da mariok »

In Egitto ho amici e parenti (acquisiti). Da ciò che mi dicono è in ballo la possibilità di uno stato laico contro il solito stato teocratico.

Il "democratico" Morsi e la "fratellanza" che lo sostiene stavano cucinando l'ennesima costituzione basata, più o meno esplicitamente, sulla shari'a.

Purtroppo da quelle parti solo i militari hanno la forza di porre un argine all'islamismo, con tutte le conseguenze del caso.
camillobenso
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Re: Il mondo che ribolle

Messaggio da camillobenso »

Egitto sul baratro della guerra civile.

30 morti nella notte

Continua la mobilitazione pro-Morsi
Dopo il venerdì del "gran rifiuto", un altro giorno ad alta tensione. Il partito della Libertà e giustizia invita a manifestare fino alla riabilitazione del deposto presidente. Sito estremista annuncia gruppo armato "contro la democrazia e a favore della sharia". Ban Ki-moon: "L'esercito protegga i manifestanti". Letta: "Angosciato per violenze"


IL CAIRO - Consumato il "venerdì del gran rifiuto" degli islamisti alla deposizione del presidente Mohamed Morsi, segnato da manifestazioni in tutte le maggiori città e da scontri con l'esercito in cui sono morte almeno 30 persone, 210 i feriti in tutto il Paese, secondo fonti del ministero della Salute, l'Egitto si appresta a vivere un "day after" ad altissima tensione.

L'eco delle violenze giunge forte dall'altra sponda del Mediterraneo e preoccupa l'Italia. Su Twitter, il presidente del Consiglio Enrico Letta annuncia una "riunione di urgenza con Bonino sulla situazione in Egitto. Angoscia per l'escalation di violenza". A seguire, la nota di Palazzo Chigi: "Da parte italiana si auspicano l'immediata fine di ogni violenza e l'avvio di una transizione rapida e inclusiva".

Obbedendo all'invito pronunciato dalla guida suprema della Fratellanza Musulmana, Mohamed Badie, dato per arrestato e invece ricomparso ieri davanti alla folla radunata alla moschea di Rabaa El Adaweya nel sobborgo del Cairo di Nasr City, gli islamisti sono decisi a mantenere la mobilitazione "fino al ritorno del nostro presidente eletto" Mohamed Morsi.

Non è chiaro dove il presidente deposto dall'esercito sia sottoposto a "custodia preventiva". Da fonti giudiziarie, sembra che Morsi sarà interrogato lunedì assieme agli esponenti dei Fratelli Musulmani arrestati nel corso del colpo di stato di tre giorni fa. Tra le accuse mossegli, in particolare, quella di "vilipendio della magistratura".

Degli scontri, secondo una fonte anonima e non autorizzata a parlare, hanno discusso in un vertice tenuto stamane al palazzo presidenziale di Ittihadiya al Cairo il presidente ad interim Adly Mansour, il capo delle forze armate e ministro della Difesa, generale Abdel-Fattah el-Sissi, e il ministro degli Interni e capo della polizia Mohammed Ibrahim.

Mansour ha incontrato questa mattina anche tre esponenti del movimento dei Ribelli Tamarod. All'incontro hanno partecipato il portavoce Mahmoud Badr e i due fondatori del movimento che ha dato vita alla rivolta contro Morsi, Mohamed Abdel Aziz e Hassan Shahin.

Nell'agenda di Mansour anche i contatti per incaricare un primo ministro, in sostituzione di Hisham Qandil, anch'egli deposto dalle Forze Armate, tappa della road map definita fra militari e opposizioni per portare il Paese a elezioni presidenziali anticipate. Tra gli aspiranti alla guida dell'esecutivo rimane favorito il leader dell'opposizione unitaria, Mohamed El Baradei.

Ma gli islamisti non ci stanno e continuano a chiedere il ritorno di Morsi. Nella notte, il partito della Libertà e giustizia, braccio politico della Fratellanza, ha lanciato il suo appello: "Il partito resterà al fianco dei suoi membri e dei suoi simpatizzanti sulle piazze egiziane fin quando il presidente non sarà riabilitato alle sue funzioni. Rispettate il carattere pacifico delle manifestazioni e non cedete alle violenze".

Malgrado le proclamate intenzioni pacifiche, stamane i sostenitori di Morsi sono stati visti da decine di residenti in varie zone del Cairo armati di fucili mitragliatori, machete e bastoni. Sui tetti hanno fatto la loro comparsa anche i cecchini: fonti mediche hanno riferito all'Afp che diversi abitanti del quartiere di Manial sono stati medicati per ferite da armi da fuoco.

Nelle stesse ore la polizia ha arrestato Khairat al-Shater, numero due della Fratellanza Musulmana, per incitamento alla violenza. Dalla moschea di Nasr City, Shater aveva invitato gli autori del rovesciamento di Morsi a "essere ragionevoli". Il portavoce della Fratellanza, Gehad el-Haddad su Facebook: "Per smentire le voci che circolano, non è stata avviata alcuna comunicazione tra la giunta del golpe militare e i Fratelli Musulmani".

Ma nelle strade del Cairo e degli altri centri urbani sarà forte anche la presenza delle forze che compongono la coalizione che la settimana scorsa ha assediato Morsi fino all'intervento dell'esercito e alla deposizione del presidente. Se ieri e per tutta la notte i militari sono riusciti ad arginare il confronto violento tra i due schieramenti, oggi la sfida si ripete. Gli oppositori di Morsi hanno trascorso la notte in piazza Tahrir e per oggi il Fronte di salvezza nazionale ha lanciato un contro-appello a manifestare per "difendere la rivoluzione del 30 giugno".

Gli attivisti della campagna Tamarod hanno invitato il popolo a scendere in strada in tutte le province "per difendere la vittoria del 30 giugno", il giorno della manifestazione oceanica contro Morsi. Gli attivisti invitano il popolo a "stringersi intorno all'esercito contro i terroristi" perché i "Fratelli Musulmani e le loro milizie non esiteranno a trascinare l'esercito egiziano in una guerra civile per giustificare un intervento straniero".

A consolidare i timori di una escalation verso il caos, l'annuncio apparso su un forum jihadista frequentato da gruppi attivi nel Sinai, monitorato dal sito di intelligence Site: è nato Ansar al-Sharia, un nuovo gruppo islamista armato per rispondere alla destituzione del presidente Morsi. La formazione ha definito il golpe militare "una dichiarazione di guerra contro l'Islam in Egitto", fa sapere che sta armando e addestrando i propri militanti e accusa laici, sostenitori di Hosni Mubarak, copti cristiani e militari di voler trasformare il Paese "in un mostro crociato e secolare". Ansar al-Sharia si dice contro la democrazia e a favore della sharia e aiuterà i musulmani a "a fermare gli attacchi e a difendere la religione".

Nel Sinai, fonti della sicurezza riferiscono dell'uccisione di un prete copto a el-Arish, dove miliziani hanno preso d'assalto i posti di blocco intorno all'aeroporto internazionale. Commando armati sono tornati ad attaccare anche almeno tre postazioni di controllo nell'area di Rafah, dove è stato chiuso il valico di frontiera al confine con la Striscia di Gaza e dove ieri un soldato è stato ucciso e altri due feriti. Gli aggressori, a bordo di fuoristrada, hanno ingaggiato un'intensa sparatoria con le forze di sicurezza ma, secondo l'agenzia di stampa ufficiale Mena, non ci sono state nuove vittime. Sempre nella zona di Rafah, un accampamento dell'Esercito è stato fatto oggetto a colpi di arma da fuoco.

Di fronte allo scenario da guerra civile che si prospetta, il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, ha messo in guardia gli egiziani dal ricorrere a vendette e dall'escludere partiti e comunità dalla vita politica, dopo il colpo di stato tecnico che ha deposto il presidente islamista Mohamed Morsi. Per superare in modo pacifico l'attuale congiuntura "non c'è posto per le rappresaglie o per l'esclusione di importanti partiti o comunità", ha avvertito il numero uno del Palazzo di Vetro, citato dal portavoce dell'Onu, Farhan Haq.

Ban ha spiegato di seguire "con crescente preoccupazione" gli sviluppi della crisi egiziana, da cui arricano "inquietanti notizie" di arresti e restrizioni della libertà di espressione e "orribili racconti di violenze sessuali". Il segretario generale dell'Onu ha chiesto alle forze di sicurezza di "proteggere i manifestanti e impedire scontri violenti" e ha invitato chi scende in piazza a farlo "in modo pacifico". Per Ban l'Egitto è "a uno snodo critico" e deve pianificare un ritorno pacifico a un governo civile e democratico.

http://www.repubblica.it/esteri/2013/07 ... ef=HREC1-1
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Re: Il mondo che ribolle

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QUASI 40 MORTI VENERDÌ NEGLI SCONTRI TRA OPPOSITORI E SOSTENITORI DI MORSI

Egitto, ucciso un prete copto nel Sinai
Arrestato il numero due della Fratellanza
Mansour: «Pregate per me»; Letta-Bonino: «Stop alle violenze»
Ban Ki-moon: «Notizie inquietanti, no a vendette»


Per il secondo giorno riprendono gli scontri tra le due «piazze», quella a favore del presidente destituito Morsi e la parte della popolazione che durante la settimana ha invaso piazza Taksim chiedendo un cambio di esecutivo. Mentre imperversano le sassaiole i lanci di molotov sui ponti lungo i Nilo al Cairo, il presidente ad interim Masour parla pubblicamente per la prima volta: «Abbiamo tutti bisogno di riconciliazione nazionale e lavoreremo per realizzarla. L'Egitto è per tutti», ha affermato. «Voglio che tutti preghiate per me. Le vostre preghiere sono ciò di cui ho bisogno», ha detto ai fedeli che gli si sono avvicinati per stringergli la mano e fargli gli auguri.
L'ARRESTO - Il numero due dei Fratelli Musulmani ed ex candidato presidenziale Khairat El-Shater, è stato arrestato in Egitto, secondo fonti della sicurezza egiziana citate dall'agenzia ufficiale Mena. L'accusa nei suoi confronti, dicono le fonti, è di incitamento alla violenza. La notizia arriva all'indomani della giornata di violenza di venerdì. È di almeno 37 morti e oltre 1.000 feriti in tutto il Paese il bilancio degli scontri della giornata tra sostenitori e oppositori dell'ex presidente dell'Egitto Mohammed Morsi. E nel primo pomeriggio di sabato un sacerdote cristiano copto è stato ucciso a colpi di arma da fuoco nella provincia egiziana del Sinai, nella città di El Arish: un atto di violenza che indica l'inasprimento anche delle antiche rivalità religiose presenti del paese.

INCONTRO TRA I VERTICI EGIZIANI - Il presidente egiziano ad interim, Adly Mansour, ha avuto un colloquio con il capo delle Forze armate e ministro della Difesa, Abdel-Fattah el-Sissi, con il ministro degli Interni, Mohammed Ibrahim, e con attivisti della campagna Tamarod. L'incontro arriva dopo le violenze di venerdì in tutto il paese e in vista delle manifestazioni dei fronti pro e contro Morsi previste per oggi. Il partito dei Fratelli musulmani Giustizia e libertà ha però respinto l'offerta di dialogo lanciata da Mansour: «Il partito non parteciperà ad alcun dialogo con Mansour. Il partito non riconosce il golpe militare e il presidente Morsi è il legittimo presidente dell'Egitto» si legge in una nota.

RIUNIONE LETTA-BONINO - Anche l'Italia si muove. «Ora riunione d'urgenza con Bonino su Egitto. Angoscia per escalation violenza, auspico transizione rapida, inclusiva di tutte le parti» scrive su Twitter il presidente del Consiglio Enrico Letta annunciando una riunione a Palazzo Chigi con il ministro degli Esteri. Dopo l'incontro, Letta e Bonino hanno espresso «grande preoccupazione». «Da parte italiana - si legge nella nota - si auspicano l'immediata fine di ogni violenza e l'avvio di una transizione rapida e inclusiva».

(Reuters/Khaled Abdullah)
(Reuters/Khaled Abdullah)
Per il secondo giorno riprendono gli scontri tra le due «piazze», quella a favore del presidente destituito Morsi e la parte della popolazione che durante la settimana ha invaso piazza Taksim chiedendo un cambio di esecutivo. Mentre imperversano le sassaiole i lanci di molotov sui ponti lungo i Nilo al Cairo, il presidente ad interim Masour parla pubblicamente per la prima volta: «Abbiamo tutti bisogno di riconciliazione nazionale e lavoreremo per realizzarla. L'Egitto è per tutti», ha affermato. «Voglio che tutti preghiate per me. Le vostre preghiere sono ciò di cui ho bisogno», ha detto ai fedeli che gli si sono avvicinati per stringergli la mano e fargli gli auguri.
L'ARRESTO - Il numero due dei Fratelli Musulmani ed ex candidato presidenziale Khairat El-Shater, è stato arrestato in Egitto, secondo fonti della sicurezza egiziana citate dall'agenzia ufficiale Mena. L'accusa nei suoi confronti, dicono le fonti, è di incitamento alla violenza. La notizia arriva all'indomani della giornata di violenza di venerdì. È di almeno 37 morti e oltre 1.000 feriti in tutto il Paese il bilancio degli scontri della giornata tra sostenitori e oppositori dell'ex presidente dell'Egitto Mohammed Morsi. E nel primo pomeriggio di sabato un sacerdote cristiano copto è stato ucciso a colpi di arma da fuoco nella provincia egiziana del Sinai, nella città di El Arish: un atto di violenza che indica l'inasprimento anche delle antiche rivalità religiose presenti del paese.
Notte di violenze: 30 morti


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INCONTRO TRA I VERTICI EGIZIANI - Il presidente egiziano ad interim, Adly Mansour, ha avuto un colloquio con il capo delle Forze armate e ministro della Difesa, Abdel-Fattah el-Sissi, con il ministro degli Interni, Mohammed Ibrahim, e con attivisti della campagna Tamarod. L'incontro arriva dopo le violenze di venerdì in tutto il paese e in vista delle manifestazioni dei fronti pro e contro Morsi previste per oggi. Il partito dei Fratelli musulmani Giustizia e libertà ha però respinto l'offerta di dialogo lanciata da Mansour: «Il partito non parteciperà ad alcun dialogo con Mansour. Il partito non riconosce il golpe militare e il presidente Morsi è il legittimo presidente dell'Egitto» si legge in una nota.

RIUNIONE LETTA-BONINO - Anche l'Italia si muove. «Ora riunione d'urgenza con Bonino su Egitto. Angoscia per escalation violenza, auspico transizione rapida, inclusiva di tutte le parti» scrive su Twitter il presidente del Consiglio Enrico Letta annunciando una riunione a Palazzo Chigi con il ministro degli Esteri. Dopo l'incontro, Letta e Bonino hanno espresso «grande preoccupazione». «Da parte italiana - si legge nella nota - si auspicano l'immediata fine di ogni violenza e l'avvio di una transizione rapida e inclusiva».
Gli scontri nella notte


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L'ONU - Interviene anche il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, mettendo in guardia gli egiziani dal ricorrere a vendette e dall'escludere partiti e comunità dalla vita politica, dopo il colpo di stato tecnico che ha deposto il presidente islamista Mohamed Morsi. Per superare in modo pacifico l'attuale congiuntura «non c'è posto per le rappresaglie o per l'esclusione di importanti partiti o comunità», avverte il numero uno del Palazzo di Vetro, citato dal portavoce dell'Onu, Farhan Haq. Ban Ki-moon spiega di seguire «con crescente preoccupazione» gli sviluppi della crisi egiziana, da cui arrivano «inquietanti notizie» di arresti e restrizioni della libertà di espressione e «orribili racconti di violenze sessuali». Il segretario generale dell'Onu ha chiesto alle forze di sicurezza di «proteggere i manifestanti e impedire scontri violenti» e ha invitato chi scende in piazza a farlo «in modo pacifico». Per il segretario generale Onu l'Egitto è «a uno snodo critico» e deve pianificare un ritorno pacifico a un governo civile e democratico.

Redazione Online
6 luglio 2013 | 18:50
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Re: Il mondo che ribolle

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Egitto - 1


“Egitto, El-Din premier”. Ma i salafiti lo bocciano.

08/07/2013 di triskel182


Stop anche a El Baradei come vice. La frenata dopo l’annuncio della presidenza.

IL CAIRO— Un’Alleanza che ha rovesciato in 48 ore il regime di un presidente islamista da 4 giorni non riesce a trovare un premier in grado di guidare il Paese verso quella transizione “davvero” democratica della quale si sono dichiarati garanti i militari che mercoledì sera hanno arrestato Morsi e abrogato la Costituzione. Quella sedia vuota, dopo il veto posto sul nome di Mohammed El Baradei all’ultimo minuto dai due partiti islamisti che hanno accettato il dialogo con il neo-presidente Adly Mansor, è il segno più evidente delle divisioni che lacerano l’opposizione laica e musulmana moderata, unita nel chiedere la cacciata di Morsi ma divisa sul futuro del Paese più influente e popoloso del Medio Oriente. Ieri notte è stato “bruciato” anche il nome del ‘liberale’ Ziad Bahaa El-Din, economista, fondatore del Partito socialdemocratico e presidente della Consob egiziana. Prima la tv di Stato ha annunciato la sua nomina, poi il partito salafita “Al Noor”, che partecipa a queste trattative, avrebbe posto il veto anche su El-Din rinviando tutto ad oggi, ultimo giorno di Ramadan.
Questa seconda rivoluzione non ha ancora un “timoniere”, solo un regista occulto nella persona del generale Abdel Fattah al Sissi, che appare sempre di più come il nuovo “uomo forte” dell’Egitto. Il premier ideale dovrebbe fare da collante a formazioni politiche molto diverse fra loro, dai salafiti di Al Noor al movimento dei Ribelli di Tamarod, mentre la Fratellanza musulmana continua a chiamarsi fuori da qualsiasi trattativa, continuando a gridare al golpe militare e giurando di rimanere nelle piazze fintanto che Morsi non tornerà al suo posto. Anche ieri in decine di migliaia si sono ritrovati a Nasr City, quartiere poco distante dalla “cittadella” delpotereaHeliopolis. Conla bocciatura della candidatura dell’ex direttore dell’Aiea e premio Nobel per la pace con l’accusa «di essere uomo Usa», si è eliminata la persona che più ha identificato l’opposizione prima al raìs Mubarak e poi a Morsi e alla Fratellanza musulmana, una figura in grado di fornire quelle “garanzie” internazionali necessarie per gli aiuti di Usa e Ue all’Egitto. Le decine di migliaia che ieri sera hanno invaso Piazza Tahrir a sostegno della “nuova rivoluzione” vogliono una risposta alle loro aspirazioni e quelle di milioni di egiziani scesi in strada in questi giorni.

Il sorvolo degli elicotteri con le bandiere e le acrobazie dei jet militari con scie fumogene al tramonto su piazza Tahrir non basta a rassicurare. Questo “vuoto” può trascinare l’Egitto verso uno scontro aperto, «uno scenario siriano » lo ha definito ieri il presidente russo Vladimir Putin.
I segnali vengono dal Sinai dove ci sono stati nuovi attacchi di gruppi islamisti e un soldato è stato ucciso a Al Arish, e la pipeline che attraversa la Penisola per portare il gas in Israele e in Giordania è stata fatta saltare in aria: le fiamme erano visibili a 50 km di distanza.

Da La Repubblica del 08/07/2013.
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Re: Il mondo che ribolle

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Egitto - 2


DECEDUTO ANCHE UN UFFICIALE DELL'ESERCITO: CENTINAIA I FERITI
Egitto: scontri tra l'esercito
e i Fratelli musulmani, i militari sparano
Manifestazione davanti ad un complesso
della Guardia Repubblicana al Cairo

Escalation di violenza in Egitto. Decine di sostenitori del presidente egiziano Mohamed Morsi sarebbero stati uccisi stamattina all'alba dal fuoco dell'esercito contro una manifestazione in corso davanti alla sede della Guardia repubblicana al Cairo. Il portavoce del ministero della Salute egiziano afferma che sono state uccise almeno 42 persone. Il funzionario del ministero, Khaled el-Khatib, aggiunge che nella sparatoria sarebbero state ferite almeno 300 persone. I Fratelli musulmani, riferiscono che a sparare sono stati i militari e che 77 islamisti sono stati uccisi (tra loro, otto donne e sette bambini, di cui due bebè). L'esercito parla invece di uomini armati che hanno aperto il fuoco quando alcuni manifestanti hanno provato a fare irruzione nell'edificio.

http://video.corriere.it/egitto-esercit ... 71f26b330f

LO SCONTRO - Nello stesso attacco sarebbe morto anche un ufficiale dell'esercito, mentre altri 40 militari sarebbero rimasti feriti. In precedenza alcuni manifestanti avevano affermato che le forze dell'ordine stavano lanciando lacrimogeni ma anche usando proiettili veri per disperdere il loro sit-in.

http://video.corriere.it/egitto-spari-m ... 71f26b330f

SOLLEVAZIONE POPOLARE –

La strage di oggi potrebbe portare il Paese sempre più vicino alla guerra civile.


Il partito islamico egiziano Libertà e Giustizia del deposto presidente Mohamed Morsi ha infatti fatto appello a una «sollevazione» popolare, dopo il massacro.
Successivamente però un giudice ha ordinato la chiusura della sede centrale del Partito Libertà e Giustizia, braccio politico del movimento religioso dei Fratelli Musulmani, dopo il ritrovamento di armi all'interno dei locali. Lo ha comunicato una fonte della sicurezza, spiegando che la polizia ha trovato «liquido infiammabile, coltelli e armi» che sarebbero state utilizzate «contro i manifestanti scesi in piazza il 30 giugno» per una imponente manifestazione di protesta contro il presidente destituito Mohamed Morsi.

PREMIER - Sul fronte più strettamente politico invece prende corpo la candidatura di Ziad Bahaa El-Din a nuovo premier egiziano. L'economista socialdemocratico è stato indicato dalla tv come il probabile nuovo premier ad interim. Secondo quanto ha riferito un portavoce della presidenza, il premio Nobel El Baradei, il cui nome era emerso come possibile premier, potrebbe invece essere nominato vice presidente ad interim. El-Din, avvocato laureato a Oxford, è stato a capo dell'authority finanziaria egiziana negli anni del regime di Hosni Mubarak durante il periodo di liberalizzazione economica, ma si è dimesso prima che Mubarak venisse deposto. Ma nella notte tra domenica e lunedì è arrivato un nuovo stop dei salafiti che bocciano la proposta di El-Din premier e El Baradei vice-presidente.
Il Nour, secondo partito salafita egiziano, si è successivamente ritirato dai colloqui per la formazione del governo. Al Jazira ha spiegato che la decisione è legata alla strage di manifestanti pro-Morsi davanti alla sede della Guardia repubblicana.

Redazione Online8 luglio 2013 | 14:37© RIPRODUZIONE RISERVATA
http://www.corriere.it/esteri/13_luglio ... 330f.shtml
camillobenso
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Re: Il mondo che ribolle

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Egitto - 3


Ultimatum dell'esercito ai pro Morsi «Via dalle piazze, nessuna ritorsione»

Aut aut dei militari
«ai Fratelli musulmani»
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