Quante Possibilità ha Civati?
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Quante Possibilità ha Civati?
Entrata nella competizione della Segreteria del Pd (già da molto tempo) di Civati a mio parere può dare un svolta al Pd ed all'Italia.
Personalmente credo che le forze politiche di oggi saranno presto disciolte in altre e quindi il PD cambierà.
Dipende tutto dalla riforma elettorale.
Ma, adesso, la candidatura di Civati mi fa sperare in qualcosa di diverso, non solo, ma può succedere che quello che è sucesso al M5S con un risultato che cambierà la politica italiana.
Mi piacerebbe conoscere un vostro parere.
Personalmente credo che le forze politiche di oggi saranno presto disciolte in altre e quindi il PD cambierà.
Dipende tutto dalla riforma elettorale.
Ma, adesso, la candidatura di Civati mi fa sperare in qualcosa di diverso, non solo, ma può succedere che quello che è sucesso al M5S con un risultato che cambierà la politica italiana.
Mi piacerebbe conoscere un vostro parere.
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«Non si discute per aver ragione, ma per capire» (Peanuts)
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Re: Quante Possibilità ha Civati?
Stefano Menichini ilpost.it
Quante possibilità ha Civati
9 luglio 2013
Se a decidere fosse il famoso potentissimo inesistente popolo della rete, non ci sarebbe partita né per Cuperlo, né per Fassina e dispiace dirlo neanche per Fabrizio Barca. La segreteria del Pd sarebbe una partita a due. Due maschietti che una volta facevano la stessa battaglia per ringiovanire il proprio partito e poi un brutto giorno si sono divisi con rancore, apparentemente per l’eccesso di sicumera di uno e per l’eccesso di candore dell’altro: praticamente, seguendo il gusto non raffinato di noialtri giornalisti, il “Vent’anni dopo” di D’Alema e Veltroni.
Di Matteo Renzi sappiamo tutto (anche se non l’essenziale, quanto alle sue intenzioni attuali: ma quelle forse non le conosce neanche lui), seguiamo ogni decimo di punto di variazione dei suoi sondaggi (non un granché, recentemente: non va mai bene quando la gente associa il tuo nome a interminabili e incomprensibili baruffe), conosciamo punti forti e punti deboli.
Di Pippo Civati si sa meno, nel senso che i media mainstream si occupano di lui solo saltuariamente, infilandolo nei pastoni sul Pd nella sempre utile posizione di “dissidente”. In tv ci va ma “buca” poco, spiegano gli esperti, perché ha davvero troppo l’aria da bravo ragazzo: un duello in video fra lui e Cuperlo farebbe ascolti da record fra le democratiche, ma nessun conduttore del tipo corrente li vorrebbe mai insieme.
Civati è bravo nel posizionamento, sfortunato nella tempistica. Da aprile occupa meglio di chiunque altro la casella dell’insofferenza verso il Pd “dei traditori”, i famosi 101 di quella votazione su Prodi che ora Civati si propone di vendicare, anche se nessuno sa chi sarebbero le vittime della vendetta, né si può esser sicuri sul voto di nessuno in quel dannato venerdì.
Ma al di là dell’individuazione dei reprobi, il problema di questo punto cardine del programma di Civati per le primarie del Pd è che l’indignazione, per quanto forte e giustificata come in questo caso, lascia presto il campo a valutazione e aspettative più razionali. Il fattore che deciderà le primarie Pd non sarà la voglia di vendetta bensì la risposta alla domanda: chi può tornare a far vincere il centrosinistra?
Qui la linea di Civati è integralmente e puramente politica: vuole rompere quanto prima le larghe intese, su questa base ristabilire l’asse con Sel e andare a riprendersi i voti di sinistra finiti a Grillo. Tutto con una impostazione generale molto ambientalista e pacifista.
Preso alla lettera, un Civati segretario del Pd su questa linea vorrebbe dire crisi di governo automatica prima del prossimo Natale. Ma Civati non sembra voler essere preso alla lettera («ho un atteggiamento laico, sono pronto a cambiare in corsa idee e obiettivi», dice a Repubblica): più che scalzare Letta quanto prima, è chiaro che gli preme occupare lo spazio della sinistra democratica severamente critica con la nomenklatura del Pd. In una competizione “aperta” come quella promessa ieri da Epifani, è una collocazione che promette discrete percentuali, creando potenzialmente qualche problema a Cuperlo (che risulta fin qui troppo “allineato” al gruppo dirigente uscente).
Se però quelle primarie saranno davvero dominate dalla scelta sul migliore leader per condurre – prima o poi – il Pd alla vittoria elettorale, qui è chiaro che Civati non può competere col vecchio amico Renzi, che peraltro si sta attrezzando anche sul lato sinistro. Inoltre Civati ha un lato debole: è un uomo di rottura sempre “fino a un certo punto”. Si fece fermare quando, all’indomani della sconfitta elettorale di febbraio, aveva abbozzato una richiesta di dimissioni di Bersani che avrebbe avuto molti buoni argomenti. E anche sul governo delle larghe intese, alla prova del voto di fiducia rimase l’unico Pd fuori dall’aula, in posizione di testimonianza (e di dialogo con M5S), senza cercare però di organizzare una vera area politica di dissenso. Il che ora gli consegna molti teorici simpatizzanti, ma nessun vero alleato nel Pd.
In ogni caso, la partita dell’ex consigliere regionale lombardo andrà seguita con interesse. Anche perché i suoi (sempre ipotetici) interlocutori politici, i Cinquestelle, lo trattano alla stregua di un agente provocatore e gli promettono dispetti di ogni tipo. E visto che Pippo non ha avuto tanta fortuna come pontiere verso Grillo, magari diventarne una vittima potrà risultargli più utile.
Quante possibilità ha Civati
9 luglio 2013
Se a decidere fosse il famoso potentissimo inesistente popolo della rete, non ci sarebbe partita né per Cuperlo, né per Fassina e dispiace dirlo neanche per Fabrizio Barca. La segreteria del Pd sarebbe una partita a due. Due maschietti che una volta facevano la stessa battaglia per ringiovanire il proprio partito e poi un brutto giorno si sono divisi con rancore, apparentemente per l’eccesso di sicumera di uno e per l’eccesso di candore dell’altro: praticamente, seguendo il gusto non raffinato di noialtri giornalisti, il “Vent’anni dopo” di D’Alema e Veltroni.
Di Matteo Renzi sappiamo tutto (anche se non l’essenziale, quanto alle sue intenzioni attuali: ma quelle forse non le conosce neanche lui), seguiamo ogni decimo di punto di variazione dei suoi sondaggi (non un granché, recentemente: non va mai bene quando la gente associa il tuo nome a interminabili e incomprensibili baruffe), conosciamo punti forti e punti deboli.
Di Pippo Civati si sa meno, nel senso che i media mainstream si occupano di lui solo saltuariamente, infilandolo nei pastoni sul Pd nella sempre utile posizione di “dissidente”. In tv ci va ma “buca” poco, spiegano gli esperti, perché ha davvero troppo l’aria da bravo ragazzo: un duello in video fra lui e Cuperlo farebbe ascolti da record fra le democratiche, ma nessun conduttore del tipo corrente li vorrebbe mai insieme.
Civati è bravo nel posizionamento, sfortunato nella tempistica. Da aprile occupa meglio di chiunque altro la casella dell’insofferenza verso il Pd “dei traditori”, i famosi 101 di quella votazione su Prodi che ora Civati si propone di vendicare, anche se nessuno sa chi sarebbero le vittime della vendetta, né si può esser sicuri sul voto di nessuno in quel dannato venerdì.
Ma al di là dell’individuazione dei reprobi, il problema di questo punto cardine del programma di Civati per le primarie del Pd è che l’indignazione, per quanto forte e giustificata come in questo caso, lascia presto il campo a valutazione e aspettative più razionali. Il fattore che deciderà le primarie Pd non sarà la voglia di vendetta bensì la risposta alla domanda: chi può tornare a far vincere il centrosinistra?
Qui la linea di Civati è integralmente e puramente politica: vuole rompere quanto prima le larghe intese, su questa base ristabilire l’asse con Sel e andare a riprendersi i voti di sinistra finiti a Grillo. Tutto con una impostazione generale molto ambientalista e pacifista.
Preso alla lettera, un Civati segretario del Pd su questa linea vorrebbe dire crisi di governo automatica prima del prossimo Natale. Ma Civati non sembra voler essere preso alla lettera («ho un atteggiamento laico, sono pronto a cambiare in corsa idee e obiettivi», dice a Repubblica): più che scalzare Letta quanto prima, è chiaro che gli preme occupare lo spazio della sinistra democratica severamente critica con la nomenklatura del Pd. In una competizione “aperta” come quella promessa ieri da Epifani, è una collocazione che promette discrete percentuali, creando potenzialmente qualche problema a Cuperlo (che risulta fin qui troppo “allineato” al gruppo dirigente uscente).
Se però quelle primarie saranno davvero dominate dalla scelta sul migliore leader per condurre – prima o poi – il Pd alla vittoria elettorale, qui è chiaro che Civati non può competere col vecchio amico Renzi, che peraltro si sta attrezzando anche sul lato sinistro. Inoltre Civati ha un lato debole: è un uomo di rottura sempre “fino a un certo punto”. Si fece fermare quando, all’indomani della sconfitta elettorale di febbraio, aveva abbozzato una richiesta di dimissioni di Bersani che avrebbe avuto molti buoni argomenti. E anche sul governo delle larghe intese, alla prova del voto di fiducia rimase l’unico Pd fuori dall’aula, in posizione di testimonianza (e di dialogo con M5S), senza cercare però di organizzare una vera area politica di dissenso. Il che ora gli consegna molti teorici simpatizzanti, ma nessun vero alleato nel Pd.
In ogni caso, la partita dell’ex consigliere regionale lombardo andrà seguita con interesse. Anche perché i suoi (sempre ipotetici) interlocutori politici, i Cinquestelle, lo trattano alla stregua di un agente provocatore e gli promettono dispetti di ogni tipo. E visto che Pippo non ha avuto tanta fortuna come pontiere verso Grillo, magari diventarne una vittima potrà risultargli più utile.
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Re: Quante Possibilità ha Civati?
lucfig ha scritto:Entrata nella competizione della Segreteria del Pd (già da molto tempo) di Civati a mio parere può dare un svolta al Pd ed all'Italia.
Personalmente credo che le forze politiche di oggi saranno presto disciolte in altre e quindi il PD cambierà.
Dipende tutto dalla riforma elettorale.
Ma, adesso, la candidatura di Civati mi fa sperare in qualcosa di diverso, non solo, ma può succedere che quello che è sucesso al M5S con un risultato che cambierà la politica italiana.
Mi piacerebbe conoscere un vostro parere.
Anche il mio?
Re: Quante Possibilità ha Civati?
Un indizio fa pensare che Civati, oltre ad essere probabilmente una brava persona, non sia in grado di impensierire nessuno.
E' il fatto che gli "impresentabili del PD" (quelli cioè che non possono presentarsi come candidati, ma hanno ancora un grande potere di interdizione e di condizionamento nel partito), non se lo filino per niente.
E se loro non si preoccupano, c'è da essere abbastanza certi che hanno buoni motivi.
E' il fatto che gli "impresentabili del PD" (quelli cioè che non possono presentarsi come candidati, ma hanno ancora un grande potere di interdizione e di condizionamento nel partito), non se lo filino per niente.
E se loro non si preoccupano, c'è da essere abbastanza certi che hanno buoni motivi.
Re: Quante Possibilità ha Civati?
Le italiche genti propendono per un leader con caratteristiche molto diverse dai toni pacati e narcotici di Civati: basta con queste buone maniere e questi bravi ragazzi
Le fortune di Civati dipendono da quanto la proposta di Renzi si logori in attesa del congresso e delle elezioni.
Renzi ha ancora molte possibilità di mandare tutto in vacca quindi Civati ce la potrebbe anche fare nel pd , ma vincere le elezioni no , è la volta che il pdl "ci cala" l'asso di spade : Marina.
Le fortune di Civati dipendono da quanto la proposta di Renzi si logori in attesa del congresso e delle elezioni.
Renzi ha ancora molte possibilità di mandare tutto in vacca quindi Civati ce la potrebbe anche fare nel pd , ma vincere le elezioni no , è la volta che il pdl "ci cala" l'asso di spade : Marina.
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Re: Quante Possibilità ha Civati?
lucfig ha scritto:Entrata nella competizione della Segreteria del Pd (già da molto tempo) di Civati a mio parere può dare un svolta al Pd ed all'Italia.
Personalmente credo che le forze politiche di oggi saranno presto disciolte in altre e quindi il PD cambierà.
Dipende tutto dalla riforma elettorale.
Ma, adesso, la candidatura di Civati mi fa sperare in qualcosa di diverso, non solo, ma può succedere che quello che è sucesso al M5S con un risultato che cambierà la politica italiana.
Mi piacerebbe conoscere un vostro parere.
L'ultima possibilita per il PD per non diventare la fotocopia del PDL versione 2.0 o tanto meglio (o tanto peggio dipende dai punti di vista personali) una corrente all'interno di un probabile nuovo Partito Democratico della Libertà.Mi piacerebbe conoscere un vostro parere
Non vi sono alternative anche se parecchi quotidiani della pseudo area riformista tendono a confermare che questa alleanza e' piu' che salutare per i loro profitti poiche tutto sommato non si fidano di un'eventuale sterzata a sinistra. A parole dicono dicono di essere liberal democratici e nei fatti si comportano tali e quali come gli altri se non anche peggio.
L'avversario lo conosciamo e possiamo combatterlo ma costoro sotto spoglie di riformisti fanno piu' danno dei primi poiche nei momenti cruciali te lo mettono in quel posto senza vaselina.
Hai chiesto il mio parere e io te l'ho dato.
un salutone
ah... mi son dimenticato di Renzi.
Perchi vedesse in lui il "nuovo Messia" del PD probabilmente ha ragione. All'interno del PD potrebbe anche starci e potrebbe inoltre fare proseliti. Sicuramente pero' e' una soluzione per rimanere in mezzo al guado .
Non si risolvono i problemi cambiando il capitano di corvetta se non si sa poi dove dirigere la corvetta.
Gli obiettivi rimangono piu' o meno uguali alla controparte. Sicuramente sarebbero molto piu' vicini qualora scomparissa il nanetto.
Se a molti di voi va bene questo indirizzo politico, niente da dire. Non e' cmq il mio.
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
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Re: Quante Possibilità ha Civati?
Nel pd manco una
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
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Re: Quante Possibilità ha Civati?
Sicuramente il PD si spacca con l'elezione di Civati a segretario del PD. La cacciata dei 101, promessa in tempi non sospetti, non è altro che un po' di pulizia e nello stesso tempo Stefano Disegni farà i personaggi del PD meno sfuocati http://st.ilfattoquotidiano.it/wp-conte ... jpg?adf349.camillobenso ha scritto:
Anche il mio?
Da parte di Civati ci stanno tutti gli occupyPD e la parte più sana ed indipendente (vincente??), come la Serrachiani e Barca.
Per questo può avere un effetto Grillo che sconvolge la vittoria (e leadership) ormai decisa di Renzi, come il M5S ha fatto con la presunta vittoria di Bersani.
A questo punto va a malora il piano della democracristianizzazione del PD e si vira a babordo.
Su questa possibilità di far fallire questo piano, così profondamente denunciato da CamilloBenso, mi porta a ri-sperare in una nuova forza, in un nuovo partito.
Per questo è per me importante conoscere il tuo parere CamilloBenso, visto che hai una maggiore dissillusione negli eventi della politica.
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Re: Quante Possibilità ha Civati?
Per la votazione di ieri.
dal blog www.ciwati.it
Il problema non è ogni singolo voto
Secondo me. Il problema è l’impianto.
Ogni settimana, ci tocca una prova. Il Mattarellum negato (e recuperato solo nei giorni scorsi), gli F-35 su cui abbiamo sorvolato, la pitonessa spostata più in là, la sospensione di oggi.
E tutti i rinvii del governo e le incertezze sul governo stesso, con gli attacchi quotidiani a tutto e tutti da parte degli esponenti del Pdl.
Ogni settimana bisogna decidere come comportarsi, e non è sempre facile tenere insieme quello che il Pd decide di fare – a volte senza discuterne – e quello che si pensa.
Vale per me, ma vale anche per molti altri.
E non è pilatesca l’astensione, è un voto che dice che non si è d’accordo, ma non si vuole rompere con il Pd.
Dopo avere evitato di votare Napolitano e non avere partecipato al voto di fiducia del governissimissimo, per i motivi che conoscete, sapevo che non sarebbe stato facile.
E non lo dico per me, lo dico per tutto il Pd, che ha fatto male a sostenere la lunga durata del governo, e ora lo dicono in tanti, dopo avere accompagnato le mie dichiarazioni con il sarcasmo di chi si diceva convintissimo dell’operazione e della sua ineluttabilità.
E non pensiate che sia semplice, anche spiegarlo: perché i colleghi, come è capitato oggi, ti danno dello sciacallo (sic), e decine di elettori ti scrivono per dire che devi uscire dal Pd.
Sono probabilmente il parlamentare che ha votato in sintonia con il proprio gruppo il minor numero di volte, a proposito del coraggio nel distinguersi. E non ho votato le cose più importanti, da cui dipendono tutte le altre.
Non lo dico con orgoglio, né penso che siano cretini tutti gli altri. Solo non ce la faccio. E somatizzo. E ci resto proprio male.
Avrei potuto votare contro e darmi fuoco, dice qualcuno, ma poi sarei uscito dal partito (almeno, così avrei dovuto fare, secondo coscienza). E non penso sia giusto. Anzi, penso che sarebbe sbagliato. E parecchio anche.
Perché forse se ne stanno rendendo conto tutti quanti, che non avevo tutti i torti.
dal blog www.ciwati.it
Il problema non è ogni singolo voto
Secondo me. Il problema è l’impianto.
Ogni settimana, ci tocca una prova. Il Mattarellum negato (e recuperato solo nei giorni scorsi), gli F-35 su cui abbiamo sorvolato, la pitonessa spostata più in là, la sospensione di oggi.
E tutti i rinvii del governo e le incertezze sul governo stesso, con gli attacchi quotidiani a tutto e tutti da parte degli esponenti del Pdl.
Ogni settimana bisogna decidere come comportarsi, e non è sempre facile tenere insieme quello che il Pd decide di fare – a volte senza discuterne – e quello che si pensa.
Vale per me, ma vale anche per molti altri.
E non è pilatesca l’astensione, è un voto che dice che non si è d’accordo, ma non si vuole rompere con il Pd.
Dopo avere evitato di votare Napolitano e non avere partecipato al voto di fiducia del governissimissimo, per i motivi che conoscete, sapevo che non sarebbe stato facile.
E non lo dico per me, lo dico per tutto il Pd, che ha fatto male a sostenere la lunga durata del governo, e ora lo dicono in tanti, dopo avere accompagnato le mie dichiarazioni con il sarcasmo di chi si diceva convintissimo dell’operazione e della sua ineluttabilità.
E non pensiate che sia semplice, anche spiegarlo: perché i colleghi, come è capitato oggi, ti danno dello sciacallo (sic), e decine di elettori ti scrivono per dire che devi uscire dal Pd.
Sono probabilmente il parlamentare che ha votato in sintonia con il proprio gruppo il minor numero di volte, a proposito del coraggio nel distinguersi. E non ho votato le cose più importanti, da cui dipendono tutte le altre.
Non lo dico con orgoglio, né penso che siano cretini tutti gli altri. Solo non ce la faccio. E somatizzo. E ci resto proprio male.
Avrei potuto votare contro e darmi fuoco, dice qualcuno, ma poi sarei uscito dal partito (almeno, così avrei dovuto fare, secondo coscienza). E non penso sia giusto. Anzi, penso che sarebbe sbagliato. E parecchio anche.
Perché forse se ne stanno rendendo conto tutti quanti, che non avevo tutti i torti.
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Re: Quante Possibilità ha Civati?
Ormai sinceramente sono schifato dai 2 partiti tradizionali.Con questi non cambierà mai niente.Hanno troppi interessi da difendere a partire dai loro stipendi ecc..........
M5S ha dato l'esempio con gli stipendi.Quelli che si dicono di sinistra, se li tengono ben stretti gli stipendi e pensioni.
Qui bisogna azzerare tutto per poi ripartire di nuovo, con altri concetti di fare politica.Non vedo altre soluzioni.
Ciao
Paolo11
M5S ha dato l'esempio con gli stipendi.Quelli che si dicono di sinistra, se li tengono ben stretti gli stipendi e pensioni.
Qui bisogna azzerare tutto per poi ripartire di nuovo, con altri concetti di fare politica.Non vedo altre soluzioni.
Ciao
Paolo11
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