Purche' non cada il governo, va bene tutto
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Purche' non cada il governo, va bene tutto
Intervista a Felice Casson: "Se cade Angelino Alfano, cade il governo. Si cerchi una maggioranza con M5s"
Pubblicato: 17/07/2013 13:18 CEST
“Se cade Alfano, cade il governo. Non c’è una via di mezzo. Ma se cade il governo, bisogna fare una nuova legge elettorale e mettere in sicurezza i conti. Dunque, serve una fase di passaggio, prima del ritorno al voto. Con un’altra maggioranza. Che va cercata, anche con il Movimento cinque stelle”.
Il senatore Felice Casson è stato il primo nel Pd ad aprire la breccia sulle responsabilità di Angelino Alfano nel caso kazako. A due giorni dal voto in Senato sulla mozione di sfiducia presentata dal M5s e Sel contro il ministro dell’Interno, l’ex pm torna sull’argomento, proprio nelle ore in cui il Pd sta cercando una via d’uscita dal tunnel in cui si è infilato il governo delle larghe intese. E avverte il partito: “Il voto di venerdì su Alfano è diventato un voto sulla fiducia al governo Letta”. Di fatto, è questa la scelta di fronte alla quale si trovano i Dem in questi giorni: appoggiare ancora questo esecutivo o passare ad un’altra maggioranza.
Cominciamo dall’inizio: che impressione le ha fatto la relazione di Alfano al Parlamento?
E’ stata una mezza sceneggiata, nel senso che è venuto a raccontare delle circostanze riferite da rapporto del capo della polizia. La prima parte non è assolutamente credibile, cioè che la polizia non fosse a conoscenza dello status di questa persona.
E’ il caso di chiedere le dimissioni di Alfano, come stanno facendo in molti ormai nel Pd?
Questa è una valutazione politica diversa che coinvolge ambiti diversi. La presenza di Alfano nel governo è garanzia del governo stesso, è quindi comprensibile che venga data importanza alla presenza di Alfano. Se cade Alfano, salta la maggioranza e il governo e ora la questione politica per il Pd è questa. Trattandosi di fiducia a Letta, la questione è molto complicata. Io mi rimetto alla decisione del partito, pur confermando la mia valutazione di nebbia intorno al caso kazako.
Dunque non c’è via di mezzo: se Alfano si dimette, questo governo è finito. Eppure l’ala del Pd più vicina al governo confidava e forse ancora confida in questa via d’uscita proprio per tenere in vita l’esecutivo.
Non c’è una via di mezzo. Poteva esserci se ci fosse stata una scelta volontaria di Alfano di dare le dimissioni, ma mi pare che questa possibilità sia stata spazzata via da Berlusconi che ha blindato il ministro. Per cui ora la via è piuttosto ripida: o rimane Alfano insieme al governo oppure se ne va Alfano e cade il governo con questa maggioranza. E’ questo il punto che il Pd dovrà valutare fino a venerdì.
Ma ammettiamo che cada il governo, si tornerebbe alle urne in autunno?
Sono convinto che ci siano alcuni punti indispensabili da portare avanti prima di un ritorno al voto. La prima questione è la legge elettorale per ovvi motivi, perché con il Porcellum si rischia fortemente di avere maggioranze analoghe a quella che c’è già in questo Parlamento, con la conseguenza della stessa situazione di instabilità che abbiamo ora. Una situazione da evitare. E poi sarebbe fondamentale mettere in sicurezza l’economia, i conti pubblici. Non è necessario andare subito al voto, ma è necessario esplorare la possibilità di un governo di passaggio che porti a casa due, tre punti e poi passi la mano.
Con quale maggioranza?
Bisogna cercarne una diversa, è un lavoro che va fatto da parte del Pd e del presidente della Repubblica che dovrà sentire tutti. Bisogna esplorare la possibilità di trovare una maggioranza diversa.
Con il Movimento 5 stelle? Secondo lei sarebbe pronti ora?
Non è semplicissimo ma una maggioranza andrebbe cercata anche con loro. Concretamente io verifico che con il M5s nelle commissioni si lavora insieme e anche in accordo rispetto al Pdl.
Che ne pensa dell’affondo di Renzi che chiama in causa Letta sul caso Alfano?
L'ho detto anche sabato, con un'altra intervista all'Huffington Post: è stato sbagliato affidare l’accertamento dei fatti ad Alfano, il quale, a torto o a ragione, è chiamato in causa. Qui c’è una questione che coinvolge l’Italia a livello internazionale, una violazione grave dei diritti umani, la Comunità Europea ci ha chiesto conto. Penso che il presidente del Consiglio dovrebbe considerare in prima persona tale questione e valutarla per capire.
Cioè riferire in aula come chiede Renzi?
Al di là del riferire in aula, deve trattare la questione in prima persona. Che Alfano sapesse o meno, la cosa è comunque grave. Ed è ovvio che il premier è il primo interessato. Se poi per ragion di stato si vuole andare avanti così, ne prendo atto da senatore del Pd.
Il Pd si spacca sulla mozione di sfiducia contro Alfano presentata da M5s e Sel?
Sarà di fatto una questione di fiducia al governo e il Pd di fronte a questo si comporterà in maniera unitaria, ma naturalmente all’interno del partito le valutazioni sono le più diverse.
In caso di maggioranza alternativa, Letta potrebbe restare premier?
In questa fase perché no? Sarebbe una fase di passaggio.
E si tornerebbe al voto nel 2014?
Troppo presto per dire.
http://www.huffingtonpost.it/2013/07/17 ... ref=italy-
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Il PD no ha ltre alternative se non quelle di trovare un'accordo con i 5stelle.
Concordare con loro una legge elettorale dopodiche portarla in votazione sapendo di avere i numeri e poi sara quel che sara'. Si blinderanno alcuni punti sull'economia in modo tale da non mettere in fibrillazione il mercato e poi si andra' comodamente alle elezioni se non sara' possibile un governo con i grillini.
Ci si contera' alle urne e non si continuera' a essere sotto ricatto su tutto per non far cadere il governo.
Attualmente e' il solo PD a perdere la fiducia dei suoi elettori quindi deve fare in fretta per non consumarsi definitivamente e poi alle trovarsi alle prune con upugno di mosche.
Sicuramente il PD si spacchera' poiche andra' in frantumi l'antico progetto, e mai marto, di rifare una nuova DC con esponenti di ambo le parti politiche.
Ora la sinistra PD deve farsi sentire e non lasciare al solo Renzi questo compito. Un Renzi che in questo momento assume stranamente un compito che sarebbe dovuto alla sinistra del PD.
Come strana la vita!???
Cmq come stanno le cose o queste forze che non ci stanno con questi inciuci si fanno vedere e sentire trovando alternative diverse e veloci o non ne verremmo piu' fuori per decenni.
Si scelga e scelgano pure gli elettori(da quanto vedo e sento anche molti elettori del PD non si rendono conto della situazione grave in cui versiamo) in fretta sforzando questa via indicata anche da Casson o laranno anni bui per molto tempo.
Diventeremo uno stato come l'attuale Russia in cui noi non conteremmo un caXXo e le redini del potere saranno in mano alle oligarchie e alle mafie
Ma e' cosi' tanto difficile capirlo questo o veramente siamo noi a non voler cambiare.
Se lo capiamo, o siamo imbecilli e quindi ci basta avere un po di vaselina ma poi cosa diremmo ai ns. figli che e' stata solo colpa del caimano o avremmo dovuto prendere i forconi ed entrare nelle sedi politiche per farci sentire?
Anni orsono si occupavano le autostrade e le stazioni per tanto meno mentre ora che si fa?
Si mugugna o si trova sfogo nei forum come questo.
E il resto????
Non siamo in grado di reagire poiche poco o tanto siamo un po' tutti compromessi nel sistema e quindi, tutto sommato,(fino a che non ci mangeremo l'uno coll'altro) per ora tutto ci va bene e il cambiamento ce l'hanno fatto entrare nel cervello come un pericolo di arretramento ulteriore.....e noi come piccoli automi, costruiti nel tempo, siamo arrivati al fine corsa sempre pronti ad acconsentire tutto quello che loro ci proporranno. Come fossero divinita' extraterrestri venute da noi per derigerci e quindi da adorare e seguire ciecamente.
Mi.rda!!!!
.
un salutone
Pubblicato: 17/07/2013 13:18 CEST
“Se cade Alfano, cade il governo. Non c’è una via di mezzo. Ma se cade il governo, bisogna fare una nuova legge elettorale e mettere in sicurezza i conti. Dunque, serve una fase di passaggio, prima del ritorno al voto. Con un’altra maggioranza. Che va cercata, anche con il Movimento cinque stelle”.
Il senatore Felice Casson è stato il primo nel Pd ad aprire la breccia sulle responsabilità di Angelino Alfano nel caso kazako. A due giorni dal voto in Senato sulla mozione di sfiducia presentata dal M5s e Sel contro il ministro dell’Interno, l’ex pm torna sull’argomento, proprio nelle ore in cui il Pd sta cercando una via d’uscita dal tunnel in cui si è infilato il governo delle larghe intese. E avverte il partito: “Il voto di venerdì su Alfano è diventato un voto sulla fiducia al governo Letta”. Di fatto, è questa la scelta di fronte alla quale si trovano i Dem in questi giorni: appoggiare ancora questo esecutivo o passare ad un’altra maggioranza.
Cominciamo dall’inizio: che impressione le ha fatto la relazione di Alfano al Parlamento?
E’ stata una mezza sceneggiata, nel senso che è venuto a raccontare delle circostanze riferite da rapporto del capo della polizia. La prima parte non è assolutamente credibile, cioè che la polizia non fosse a conoscenza dello status di questa persona.
E’ il caso di chiedere le dimissioni di Alfano, come stanno facendo in molti ormai nel Pd?
Questa è una valutazione politica diversa che coinvolge ambiti diversi. La presenza di Alfano nel governo è garanzia del governo stesso, è quindi comprensibile che venga data importanza alla presenza di Alfano. Se cade Alfano, salta la maggioranza e il governo e ora la questione politica per il Pd è questa. Trattandosi di fiducia a Letta, la questione è molto complicata. Io mi rimetto alla decisione del partito, pur confermando la mia valutazione di nebbia intorno al caso kazako.
Dunque non c’è via di mezzo: se Alfano si dimette, questo governo è finito. Eppure l’ala del Pd più vicina al governo confidava e forse ancora confida in questa via d’uscita proprio per tenere in vita l’esecutivo.
Non c’è una via di mezzo. Poteva esserci se ci fosse stata una scelta volontaria di Alfano di dare le dimissioni, ma mi pare che questa possibilità sia stata spazzata via da Berlusconi che ha blindato il ministro. Per cui ora la via è piuttosto ripida: o rimane Alfano insieme al governo oppure se ne va Alfano e cade il governo con questa maggioranza. E’ questo il punto che il Pd dovrà valutare fino a venerdì.
Ma ammettiamo che cada il governo, si tornerebbe alle urne in autunno?
Sono convinto che ci siano alcuni punti indispensabili da portare avanti prima di un ritorno al voto. La prima questione è la legge elettorale per ovvi motivi, perché con il Porcellum si rischia fortemente di avere maggioranze analoghe a quella che c’è già in questo Parlamento, con la conseguenza della stessa situazione di instabilità che abbiamo ora. Una situazione da evitare. E poi sarebbe fondamentale mettere in sicurezza l’economia, i conti pubblici. Non è necessario andare subito al voto, ma è necessario esplorare la possibilità di un governo di passaggio che porti a casa due, tre punti e poi passi la mano.
Con quale maggioranza?
Bisogna cercarne una diversa, è un lavoro che va fatto da parte del Pd e del presidente della Repubblica che dovrà sentire tutti. Bisogna esplorare la possibilità di trovare una maggioranza diversa.
Con il Movimento 5 stelle? Secondo lei sarebbe pronti ora?
Non è semplicissimo ma una maggioranza andrebbe cercata anche con loro. Concretamente io verifico che con il M5s nelle commissioni si lavora insieme e anche in accordo rispetto al Pdl.
Che ne pensa dell’affondo di Renzi che chiama in causa Letta sul caso Alfano?
L'ho detto anche sabato, con un'altra intervista all'Huffington Post: è stato sbagliato affidare l’accertamento dei fatti ad Alfano, il quale, a torto o a ragione, è chiamato in causa. Qui c’è una questione che coinvolge l’Italia a livello internazionale, una violazione grave dei diritti umani, la Comunità Europea ci ha chiesto conto. Penso che il presidente del Consiglio dovrebbe considerare in prima persona tale questione e valutarla per capire.
Cioè riferire in aula come chiede Renzi?
Al di là del riferire in aula, deve trattare la questione in prima persona. Che Alfano sapesse o meno, la cosa è comunque grave. Ed è ovvio che il premier è il primo interessato. Se poi per ragion di stato si vuole andare avanti così, ne prendo atto da senatore del Pd.
Il Pd si spacca sulla mozione di sfiducia contro Alfano presentata da M5s e Sel?
Sarà di fatto una questione di fiducia al governo e il Pd di fronte a questo si comporterà in maniera unitaria, ma naturalmente all’interno del partito le valutazioni sono le più diverse.
In caso di maggioranza alternativa, Letta potrebbe restare premier?
In questa fase perché no? Sarebbe una fase di passaggio.
E si tornerebbe al voto nel 2014?
Troppo presto per dire.
http://www.huffingtonpost.it/2013/07/17 ... ref=italy-
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Il PD no ha ltre alternative se non quelle di trovare un'accordo con i 5stelle.
Concordare con loro una legge elettorale dopodiche portarla in votazione sapendo di avere i numeri e poi sara quel che sara'. Si blinderanno alcuni punti sull'economia in modo tale da non mettere in fibrillazione il mercato e poi si andra' comodamente alle elezioni se non sara' possibile un governo con i grillini.
Ci si contera' alle urne e non si continuera' a essere sotto ricatto su tutto per non far cadere il governo.
Attualmente e' il solo PD a perdere la fiducia dei suoi elettori quindi deve fare in fretta per non consumarsi definitivamente e poi alle trovarsi alle prune con upugno di mosche.
Sicuramente il PD si spacchera' poiche andra' in frantumi l'antico progetto, e mai marto, di rifare una nuova DC con esponenti di ambo le parti politiche.
Ora la sinistra PD deve farsi sentire e non lasciare al solo Renzi questo compito. Un Renzi che in questo momento assume stranamente un compito che sarebbe dovuto alla sinistra del PD.
Come strana la vita!???
Cmq come stanno le cose o queste forze che non ci stanno con questi inciuci si fanno vedere e sentire trovando alternative diverse e veloci o non ne verremmo piu' fuori per decenni.
Si scelga e scelgano pure gli elettori(da quanto vedo e sento anche molti elettori del PD non si rendono conto della situazione grave in cui versiamo) in fretta sforzando questa via indicata anche da Casson o laranno anni bui per molto tempo.
Diventeremo uno stato come l'attuale Russia in cui noi non conteremmo un caXXo e le redini del potere saranno in mano alle oligarchie e alle mafie
Ma e' cosi' tanto difficile capirlo questo o veramente siamo noi a non voler cambiare.
Se lo capiamo, o siamo imbecilli e quindi ci basta avere un po di vaselina ma poi cosa diremmo ai ns. figli che e' stata solo colpa del caimano o avremmo dovuto prendere i forconi ed entrare nelle sedi politiche per farci sentire?
Anni orsono si occupavano le autostrade e le stazioni per tanto meno mentre ora che si fa?
Si mugugna o si trova sfogo nei forum come questo.
E il resto????
Non siamo in grado di reagire poiche poco o tanto siamo un po' tutti compromessi nel sistema e quindi, tutto sommato,(fino a che non ci mangeremo l'uno coll'altro) per ora tutto ci va bene e il cambiamento ce l'hanno fatto entrare nel cervello come un pericolo di arretramento ulteriore.....e noi come piccoli automi, costruiti nel tempo, siamo arrivati al fine corsa sempre pronti ad acconsentire tutto quello che loro ci proporranno. Come fossero divinita' extraterrestri venute da noi per derigerci e quindi da adorare e seguire ciecamente.
Mi.rda!!!!
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Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
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Re: Purche' non cada il governo, va bene tutto
Non credo che i talebani dei M5S vogliono fare un governo con il PD, ma cedo che si crei una forza di politici di buona volontà che formino un governo con PD + dissidenti M5S + SEL + dissidenti PdL / Monti
A questo punto si dovrebbe far fuori Berlusconi (30 Luglio) e si "rimescolano le carte" ...
A questo punto si dovrebbe far fuori Berlusconi (30 Luglio) e si "rimescolano le carte" ...
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«Non si discute per aver ragione, ma per capire» (Peanuts)
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Re: Purche' non cada il governo, va bene tutto
Credo di averlo anche premesso che sara' difficile fare un governo con i Grillini dissidenti. non perche' non lo vogliano loro, credo, ma perche' nel PD molti di loro hanno altri obiettivi che non sono solo questi.lucfig ha scritto:Non credo che i talebani dei M5S vogliono fare un governo con il PD, ma cedo che si crei una forza di politici di buona volontà che formino un governo con PD + dissidenti M5S + SEL + dissidenti PdL / Monti
A questo punto si dovrebbe far fuori Berlusconi (30 Luglio) e si "rimescolano le carte" ...
Pero' ho anche detto che basterebbe fare un accordo per una legge elettorale e poi tutto puo' essere possibile. Non si trova l'accordo per un nuovo governo? Ci si riconta. Perlomeno avremo cambiato questa legge e le cose in seguito potrebbe essere diverse.
Attualmente questo governo porta acqua al caimano. In questo modo riesce a recuperare tutti coloro che lo avevano abbandonato e nelle stesso tempo il PD rimarra' a secco facendo aumentare il popolo dell'astensionismo.
Ora, caro amico, sono in gioco le grandi linee politiche scritte 10-20 anni fa e ora potrebbero concretizzarsi, sempre che il popolo non si svegli da questo letargo e non imponga linee diverse.
Dipendera' solo e soltanto da noi sul come ci muoveremo. Se riusciremo a scardinare questa mentalita' in cui tutto puo' essere accettato poiche l'gnoto(?) potrebbe essere peggio(il solito modo per mantenrsi a galla e in poltrona)allora avremo fatto qualcosa di buono per i ns. figli e nipoti altrimenti, come ho detto pocanzi saranni anni duri e tremendi.
Vuoi vedere che la chiesa cattolica con tutti i suoi problremi incancreniti da secoli di inefficienza cristiana arriva prima di noi su alcuni problemi(non su tutti)? Abbiamo bisogno che nasca un leader carismatico per farlo o invece spetta a noi questo compito?
Decidiamoci ..ma in fretta!
un salutone da Juan
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
Re: Purche' non cada il governo, va bene tutto
Due spunti di riflessione partendo da due osservazioni:
1) Anni orsono si occupavano le autostrade e le stazioni per tanto meno mentre ora che si fa?
2) Un Renzi che in questo momento assume stranamente un compito che sarebbe dovuto alla sinistra del PD.
Due apparenti paradossi che possono trovare una comune spiegazione.
1) Nelle democrazie mature si riscontra, tra gli altri, un fondamentale elemento di novità nelle dinamiche sociali e politiche. E' quella costituita dal formarsi di una nuova classe, la cosiddetta "classe politica".
Nei vecchi schemi del passato, la politica non era una classe. I partiti si differenziavano profondamente in funzione degli interessi che ciascuno di essi rappresentava prevalentemente. Sul piano della lotta politica, si riproduceva né più né meno lo scontro di "classe" presente nella società. Attraverso i partiti venivano così rappresentati gli interessi dei grandi latifondisti, dell'industria, dei salariati ecc. cioè dei principali soggetti economici che anche sul terreno delle istituzioni si contendevano, attraverso di essi, il potere politico.
Con l'espandersi dello stato e della sua influenza nella vita economica e sociale (basti pensare per esempio che in Italia il 50% del pil è gestito dalla spesa pubblica), era inevitabile che si coagulassero interessi intorno ad un vero e proprio nuovo business gestito dalla politica e dalle sue articolazioni burocratiche.
Lo scontro sociale ha visto quindi entrare in campo, accanto agli altri, un nuovo potente soggetto: quello dei politici e delle loro organizzazioni, principalmente i partiti.
I conflitti economico-sociali si sono quindi complicati e non risulta più tanto agevole, per i più deboli, individuare ed isolare il reale avversario. Tanto più che anche i partiti della sinistra storica, che avevano tradizionalmente assunto la loro rappresentanza, hanno finito con l'essere inevitabilmente coinvolti, se non addirittura compromessi, in questa nuova classe economica.
2) E' evidente che rispetto ad un tale scenario occorrano nuove risposte sul piano politico.
La risposta più immediata è quella della cosiddetta "anti-politica", di quei movimenti, cioè, variamente declinati (populismo, qualunquismo, fascismi vari ecc.) che individuano nei partiti e nelle loro degenerazioni, le cause di tutti i mali e quindi il vero nemico da abbattere.
Oggi, qui da noi, un tale movimento è impersonato da Grillo, ma intorno ad esso è difficile che si riesca a coagulare un consenso maggioritario (ed è d'altra parte una fortuna che ciò non accada), in quanto è chiaro a molti che l'utopia di Casaleggio (quella di una democrazia senza partiti) non solo non si è mai vista, ma, quando ha avuto un certo seguito, ha prodotto mostri come il fascismo, il nazismo o la dittatura dei soviet.
Si tratta quindi, in democrazie mature, di movimenti che possono esercitare un'utile funzione di stimolo, purché restino minoritari.
Un'altra risposta, meno immediata, al nuovo contesto è costituita dalla cosiddetta "Terza via" di Anthony Giddens, da cui hanno tratto ispirazione in vari modi Tony Blair in uk, Gerhard Shroder in Germania, José Luis Zapatero in Spagna.
Si tratta, semplificando, del tentativo di costruire una società che premi l'innovazione ed il dinamismo senza escludere gli strati sociali più deboli, ma senza la rigidità e l'eccessiva ingerenza statale della vecchia socialdemocrazia.
Romano Prodi, nella sua prefazione alla versione itaiana del libro di Giddens, definisce più propriamente una "nuova via", la nuova sfida, che non si limita al mondo del lavoro, ma si estende "verso la scoperta della crescente importanza del ruolo della comunità e delle autonomie".
Oggi, qui da noi, il personaggio più popolare che si ispira a tale tentativo, è Matteo Renzi.
Ed in un certo senso, non dovrebbe meravigliare che, di fronte all'arroccamento della classe politica, platealmente manifestatosi in un governo "a qualunque costo", sia proprio Renzi se non l'unico, quello che con più possibilità di successo degli altri si propone di scardinare l'attuale blocco politico-sociale.
Il problema delle sopra citate esperienze, ispirate alla cosiddetta "terza via", è che, chi prima chi dopo, esse hanno pagato un pesante prezzo in termini di consensi elettorali tradizionali della propria area.
Ed è probabilmente per questo che Renzi si pone l'obbiettivo di allargare le basi del consenso anche in settori non tradizionalmente legati alla sinistra.
1) Anni orsono si occupavano le autostrade e le stazioni per tanto meno mentre ora che si fa?
2) Un Renzi che in questo momento assume stranamente un compito che sarebbe dovuto alla sinistra del PD.
Due apparenti paradossi che possono trovare una comune spiegazione.
1) Nelle democrazie mature si riscontra, tra gli altri, un fondamentale elemento di novità nelle dinamiche sociali e politiche. E' quella costituita dal formarsi di una nuova classe, la cosiddetta "classe politica".
Nei vecchi schemi del passato, la politica non era una classe. I partiti si differenziavano profondamente in funzione degli interessi che ciascuno di essi rappresentava prevalentemente. Sul piano della lotta politica, si riproduceva né più né meno lo scontro di "classe" presente nella società. Attraverso i partiti venivano così rappresentati gli interessi dei grandi latifondisti, dell'industria, dei salariati ecc. cioè dei principali soggetti economici che anche sul terreno delle istituzioni si contendevano, attraverso di essi, il potere politico.
Con l'espandersi dello stato e della sua influenza nella vita economica e sociale (basti pensare per esempio che in Italia il 50% del pil è gestito dalla spesa pubblica), era inevitabile che si coagulassero interessi intorno ad un vero e proprio nuovo business gestito dalla politica e dalle sue articolazioni burocratiche.
Lo scontro sociale ha visto quindi entrare in campo, accanto agli altri, un nuovo potente soggetto: quello dei politici e delle loro organizzazioni, principalmente i partiti.
I conflitti economico-sociali si sono quindi complicati e non risulta più tanto agevole, per i più deboli, individuare ed isolare il reale avversario. Tanto più che anche i partiti della sinistra storica, che avevano tradizionalmente assunto la loro rappresentanza, hanno finito con l'essere inevitabilmente coinvolti, se non addirittura compromessi, in questa nuova classe economica.
2) E' evidente che rispetto ad un tale scenario occorrano nuove risposte sul piano politico.
La risposta più immediata è quella della cosiddetta "anti-politica", di quei movimenti, cioè, variamente declinati (populismo, qualunquismo, fascismi vari ecc.) che individuano nei partiti e nelle loro degenerazioni, le cause di tutti i mali e quindi il vero nemico da abbattere.
Oggi, qui da noi, un tale movimento è impersonato da Grillo, ma intorno ad esso è difficile che si riesca a coagulare un consenso maggioritario (ed è d'altra parte una fortuna che ciò non accada), in quanto è chiaro a molti che l'utopia di Casaleggio (quella di una democrazia senza partiti) non solo non si è mai vista, ma, quando ha avuto un certo seguito, ha prodotto mostri come il fascismo, il nazismo o la dittatura dei soviet.
Si tratta quindi, in democrazie mature, di movimenti che possono esercitare un'utile funzione di stimolo, purché restino minoritari.
Un'altra risposta, meno immediata, al nuovo contesto è costituita dalla cosiddetta "Terza via" di Anthony Giddens, da cui hanno tratto ispirazione in vari modi Tony Blair in uk, Gerhard Shroder in Germania, José Luis Zapatero in Spagna.
Si tratta, semplificando, del tentativo di costruire una società che premi l'innovazione ed il dinamismo senza escludere gli strati sociali più deboli, ma senza la rigidità e l'eccessiva ingerenza statale della vecchia socialdemocrazia.
Romano Prodi, nella sua prefazione alla versione itaiana del libro di Giddens, definisce più propriamente una "nuova via", la nuova sfida, che non si limita al mondo del lavoro, ma si estende "verso la scoperta della crescente importanza del ruolo della comunità e delle autonomie".
Oggi, qui da noi, il personaggio più popolare che si ispira a tale tentativo, è Matteo Renzi.
Ed in un certo senso, non dovrebbe meravigliare che, di fronte all'arroccamento della classe politica, platealmente manifestatosi in un governo "a qualunque costo", sia proprio Renzi se non l'unico, quello che con più possibilità di successo degli altri si propone di scardinare l'attuale blocco politico-sociale.
Il problema delle sopra citate esperienze, ispirate alla cosiddetta "terza via", è che, chi prima chi dopo, esse hanno pagato un pesante prezzo in termini di consensi elettorali tradizionali della propria area.
Ed è probabilmente per questo che Renzi si pone l'obbiettivo di allargare le basi del consenso anche in settori non tradizionalmente legati alla sinistra.
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Re: Purche' non cada il governo, va bene tutto
mariok ha scritto:Due spunti di riflessione partendo da due osservazioni:
1) Anni orsono si occupavano le autostrade e le stazioni per tanto meno mentre ora che si fa?
2) Un Renzi che in questo momento assume stranamente un compito che sarebbe dovuto alla sinistra del PD.
Due apparenti paradossi che possono trovare una comune spiegazione.
1) Nelle democrazie mature si riscontra, tra gli altri, un fondamentale elemento di novità nelle dinamiche sociali e politiche. E' quella costituita dal formarsi di una nuova classe, la cosiddetta "classe politica".
Nei vecchi schemi del passato, la politica non era una classe. I partiti si differenziavano profondamente in funzione degli interessi che ciascuno di essi rappresentava prevalentemente. Sul piano della lotta politica, si riproduceva né più né meno lo scontro di "classe" presente nella società. Attraverso i partiti venivano così rappresentati gli interessi dei grandi latifondisti, dell'industria, dei salariati ecc. cioè dei principali soggetti economici che anche sul terreno delle istituzioni si contendevano, attraverso di essi, il potere politico.
Con l'espandersi dello stato e della sua influenza nella vita economica e sociale (basti pensare per esempio che in Italia il 50% del pil è gestito dalla spesa pubblica), era inevitabile che si coagulassero interessi intorno ad un vero e proprio nuovo business gestito dalla politica e dalle sue articolazioni burocratiche.
Lo scontro sociale ha visto quindi entrare in campo, accanto agli altri, un nuovo potente soggetto: quello dei politici e delle loro organizzazioni, principalmente i partiti.
I conflitti economico-sociali si sono quindi complicati e non risulta più tanto agevole, per i più deboli, individuare ed isolare il reale avversario. Tanto più che anche i partiti della sinistra storica, che avevano tradizionalmente assunto la loro rappresentanza, hanno finito con l'essere inevitabilmente coinvolti, se non addirittura compromessi, in questa nuova classe economica.
2) E' evidente che rispetto ad un tale scenario occorrano nuove risposte sul piano politico.
La risposta più immediata è quella della cosiddetta "anti-politica", di quei movimenti, cioè, variamente declinati (populismo, qualunquismo, fascismi vari ecc.) che individuano nei partiti e nelle loro degenerazioni, le cause di tutti i mali e quindi il vero nemico da abbattere.
Oggi, qui da noi, un tale movimento è impersonato da Grillo, ma intorno ad esso è difficile che si riesca a coagulare un consenso maggioritario (ed è d'altra parte una fortuna che ciò non accada), in quanto è chiaro a molti che l'utopia di Casaleggio (quella di una democrazia senza partiti) non solo non si è mai vista, ma, quando ha avuto un certo seguito, ha prodotto mostri come il fascismo, il nazismo o la dittatura dei soviet.
Si tratta quindi, in democrazie mature, di movimenti che possono esercitare un'utile funzione di stimolo, purché restino minoritari.
Un'altra risposta, meno immediata, al nuovo contesto è costituita dalla cosiddetta "Terza via" di Anthony Giddens, da cui hanno tratto ispirazione in vari modi Tony Blair in uk, Gerhard Shroder in Germania, José Luis Zapatero in Spagna.
Si tratta, semplificando, del tentativo di costruire una società che premi l'innovazione ed il dinamismo senza escludere gli strati sociali più deboli, ma senza la rigidità e l'eccessiva ingerenza statale della vecchia socialdemocrazia.
Romano Prodi, nella sua prefazione alla versione itaiana del libro di Giddens, definisce più propriamente una "nuova via", la nuova sfida, che non si limita al mondo del lavoro, ma si estende "verso la scoperta della crescente importanza del ruolo della comunità e delle autonomie".
Oggi, qui da noi, il personaggio più popolare che si ispira a tale tentativo, è Matteo Renzi.
Ed in un certo senso, non dovrebbe meravigliare che, di fronte all'arroccamento della classe politica, platealmente manifestatosi in un governo "a qualunque costo", sia proprio Renzi se non l'unico, quello che con più possibilità di successo degli altri si propone di scardinare l'attuale blocco politico-sociale.
Il problema delle sopra citate esperienze, ispirate alla cosiddetta "terza via", è che, chi prima chi dopo, esse hanno pagato un pesante prezzo in termini di consensi elettorali tradizionali della propria area.
Ed è probabilmente per questo che Renzi si pone l'obbiettivo di allargare le basi del consenso anche in settori non tradizionalmente legati alla sinistra.
2) Un Renzi che in questo momento assume stranamente un compito che sarebbe dovuto alla sinistra del PD.
Alberto Forchielli, intervenuto a “24 Mattino”, su Radio 24 ha dato una versione diversa di Renzi:
http://tv.ilfattoquotidiano.it/2013/07/ ... in/239821/
“Con Renzi non ci si dovrebbe mai fare la doccia. Se cade la saponetta e ti pieghi, ti in..la. Lui ha un’ambizione smisurata”.
E’ l’opinione di Alberto Forchielli, intervenuto a “24 Mattino”, su Radio 24. Il presidente di Osservatorio Asia commenta con toni caustici la recente e segretissima visita di Matteo Renzi daAngela Merkel: “E’ un viaggio di marketing. Se hai un mutuo del 130% sulla casa, prima di rifare il cesso parli con le banche, sennò rifai il cesso e ti portano via la casa col cesso nuovo. Nessuno può essere così ambizioso di fare il primo ministro in questo Paese senza un vero programma in mano”.
E sottolinea: “Renzi è troppo ambizioso per i miei gusti. In un mondo di persone normali fare il primo ministro in questo Paese richiede due cose: un programma solido e una grande umiltà. Nessuno può desiderare un lavoro così di merda.
E Renzi è andato dalla Merkel senza un programma”. Forchielli spiega: “Un programma veroo è cancellare il Tar e il e Consiglio di Stato. Questi sono i vincoli: il ricorso al Tar blocca tutto”. E rincara: “Renzi si è mosso da furbo, ha fatto vedere di avere dei rapporti suoi. Sarà una vipera, anzi un rettile, però sa muoversi”. Ma precisa: “Il problema vero è che questi ragazzini non hanno mai visto un paese competitivo, perché a loro non è mai successo di vederlo, poverini. E allora se lo sognano. Parlano grosso e agiscono piccolo. Qui invece bisogna smontare un intero sistema legislativo”. L’imprenditore si pronuncia poi suCalderoli e sui suoi recenti insulti al ministro Kyenge: “Avremmo già da tempo preparare una teca per Calderoli, che nel 2006 fu l’artefice d questa legge elettorale. Già per questi meriti” – continua – “dovrebbe andare in una teca, anzi in una gabbia vicino a quella degli oranghi”. E osserva: “E’ freudiano questo suo evocare “l’orango”, è la gabbia in cui vorrebbe essere. La differenza è che gli oranghi vogliamo mantenerli perché sono in via di estinzione, è una roba da Wwf. Io non so se vogliamo estendere la copertura Wwf ai “Calderoli””
16 luglio 2013
Forchielli sbaglia valutazione?????
Per quanto riguarda “l’ambizione” in realtà si tratta di una forma grave di ossessione da potere.
A lui non interessa la soluzione dei problemi del Paese, ma soddisfare la forte esigenza interiore della smania di potere.
In questo esiste un primo parallelo con Berlusconi. A Silvio non sono mai interessati i problemi dell’Italia, a lui interessava solo salvare se stesso e le sue aziende dagli interventi della magistratura.
La tecnica usata da Renzi in questi anni è la stessa usata per 19 anni da Berlusconi.
Parlare alla pancia della gente.
Lo fa in continuazione.
Non previene mai con idee proprie possibili soluzioni, ma come tutti i furbi alla Berlusconi, ascolta cosa dice la gente e fa sue le tematiche.
L’ultima in ordine di tempo è la dichiarazione fatta l’altro ieri a proposito del caso Shalabayeva.
Gli si è aperto un varco per attaccare Letta, cercando di fare cadere il governo, e ha riportato pari pari, le motivazioni della stragrande maggioranza degli italiani.
Ma tutta la su breve storia politica è basata su queste furberie democristiane.
E’ per questo motivo che è in cima alle preferenze dei vari sondaggi.
Ascolta cosa richiedono gli italiani e le fa sue.
E’ la storia del berlusconismo, che gli ha consentito di sopravvivere per 19 anni.
Perché piace così tanto alla destra?
Perché vedono in lui un nuovo Berlusconi.
Non è mai esistito un personaggio della sinistra di una tempo e della sinistra democristiana che possa piacere alla destra.
La destra solitamente odia la sinistra.
Perché allora Renzi della nuova Dc piace alla destra?
Perché per via delle affinità elettive lo sentono uno di loro.
Basta poi fare l’analisi delle continue dichiarazione che sta rilasciando.
Sono tutte funzionali al suo smisurato ego per il potere.
Nell’Italia repubblicana non si è mai verificato un fenomeno del genere, che dal niente pretende di guidare il Paese.
Questo denota che non ha ben chiaro quale siano le vere problematiche.
Sono così grandi che anche uno come Monti, con tutta la preparazione accademica, e l’esperienza di vita di un settantenne come Monti ci ha rimesso le penne.
Si è giocato la sua credibilità ed è sparito nel nulla.
Per gli amanti delle statistiche Monti per diversi mesi dal suo esordio riscuoteva un consenso del 71%.
Oggi Renzi è stimato al 59 % ed è in cima alla classifica, davanti a Napolitano.
La tragedia italiana è che periodicamente i tricolori si affidano all’uomo della Provvidenza.
Mussolini nel 1922.
Craxi nel 1983.
Berlusconi nel 1994 e nel 2001.
Gli italiani hanno sempre bisogno di pifferai magici?
Attualmente sul mercato ce ne sono tre.
Berlusconi in fase calante, ma sempre imbattibile come suonatore di piffero.
Grillo
Renzi
I primi due cosa hanno in comune e lo hanno dimostrato ancora di recente?
Che sanno suonare bene il piffero in campagna elettorale ma sono una frana nella fase del governare.
Grillo non ha governato ma ha deluso nell’approccio parlamentare.
Renzi è della combriccola.
Le notizie erano passate sulla stampa nelle ultime settimane.
Ma le ha evidenziate Bechis ad Agorà.
Dopo aver sfruttato il filone (di pancia) della capacità altrui a sfruttare i finanziamenti europei, Renzi si è lasciato sfuggire il finanziamento europeo di 36 milioni per la tramvia.
Adesso Rossi, il governatore della Toscana cercherà di mettere una pezza andando a perorare la causa a Bruxelles.
Tramvia Stop: i binari su strada si fermano. Renzi ... - Nove da Firenze
www.nove.firenze.it/vediarticolo.asp?id=b3.06.12.15.48
•
12/giu/2013 - La Tramvia si ferma a Santa Maria Novella e dopo il travagliato tracciato della... i finanziamenti europei: l'opinione pubblica già storicamente divisa si è ... salvo, e ci sarebbe mancato pure il contrario, il completamento della .
1. Matteo Renzi sempre in tv, ma non in Consiglio. E vanno in fumo 36 ...
www.ilfattoquotidiano.it › Politica & Palazzo
o
13/giu/2013 - Il sindaco Matteo Renzi, proiettato a giorni alterni alla guida del Partito ... su 27 nel 2012 e quest'anno non ha mai mancato l'appuntamento: già 18 all'attivo. ... Cioè la costruzione delle linee 2 e 3 della tramvia, la metro di ... Finanziamento ai partiti, il Pdl all'assalto dellla riforma: “Via 2 per mille e spazi tv”.
Firenze gli servita solo come trampolino di lancio per sedersi a palazzo Chigi.
Come è possibile che quel 59 % di italiani sia sempre alla ricerca dell’uomo della provvidenza?
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Re: Purche' non cada il governo, va bene tutto
Le parole del Presidente della Repubblica mi sconfortano.
Ma in che Paese viviamo?
Sono d'accordo con Gad Lerner che twitta:
"Napolitano è ancora così sicuro di fare il bene dell'Italia trascinando il Pd a rinnovare l'accordo immorale con Berlusconi?"
Non immagino le pressioni che il PdR sta facendo al "Palazzaccio" per il 30 Luglio per parare il fondoschiena della Mummia Cinese.
Ripeto ...
In che Paese viviamo?
Ma in che Paese viviamo?
Sono d'accordo con Gad Lerner che twitta:
"Napolitano è ancora così sicuro di fare il bene dell'Italia trascinando il Pd a rinnovare l'accordo immorale con Berlusconi?"
Non immagino le pressioni che il PdR sta facendo al "Palazzaccio" per il 30 Luglio per parare il fondoschiena della Mummia Cinese.
Ripeto ...
In che Paese viviamo?
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«Non si discute per aver ragione, ma per capire» (Peanuts)
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Re: Purche' non cada il governo, va bene tutto
“Con Renzi non ci si dovrebbe mai fare la doccia. Se cade la saponetta e ti pieghi, ti in..la. Lui ha un’ambizione smisurata”.
Ridurre il problema della revisione critica di ciò che è diventato lo stato sociale in alcune democrazie e dell'individuazione di una "nuova via" verso i principi di uguaglianza propri della socialdemocrazia, ad una questione di fondo schiena e di tendenza di Renzi alla sodomia, non mi sembra un granché.
Ridurre il problema della revisione critica di ciò che è diventato lo stato sociale in alcune democrazie e dell'individuazione di una "nuova via" verso i principi di uguaglianza propri della socialdemocrazia, ad una questione di fondo schiena e di tendenza di Renzi alla sodomia, non mi sembra un granché.
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- Iscritto il: 21/02/2012, 19:25
Re: Purche' non cada il governo, va bene tutto
Credo che sia proprio questo il dilemma di questo PD. L’aver adottato la terza via proposta di Giddens. Una via che non ha dato frutti basta vedere in Inghilterra e in germania. Qualcosa meno in Spagna.mariok ha scritto:Un'altra risposta, meno immediata, al nuovo contesto è costituita dalla cosiddetta "Terza via" di Anthony Giddens, da cui hanno tratto ispirazione in vari modi Tony Blair in uk, Gerhard Shroder in Germania, José Luis Zapatero in Spagna.
Si tratta, semplificando, del tentativo di costruire una società che premi l'innovazione ed il dinamismo senza escludere gli strati sociali più deboli, ma senza la rigidità e l'eccessiva ingerenza statale della vecchia socialdemocrazia.
Romano Prodi, nella sua prefazione alla versione itaiana del libro di Giddens, definisce più propriamente una "nuova via", la nuova sfida, che non si limita al mondo del lavoro, ma si estende "verso la scoperta della crescente importanza del ruolo della comunità e delle autonomie".
La discussione sul presunto superamento di concetti come "destra" e "sinistra",come scrive Giddens, ha inoltre un difetto di fondo: induce a credere che, nel mondo di oggi, ci sia bisogno di meno politica di quello di una volta, ossia di meno ideologia, meno partiti, meno governo, come se tutto dipendesse dall’essere disponibili o contrari al cambiamento, inteso come generale progresso dell’umanità. Grande errore a mio parere.
Oggi piu’ che mai abbiamo forse bisogno di piu’ politica poiche dobbiamo affrontare problematiche planetarie che solo con l’apporto delle masse si possono risolvere.
Certo non con questi politici e con questa politica ma questo non puo’ essere motivo per accorciare le distatanze per arrivare a delle soluzioni.
Quando questa crisi ci ridurra’ a non produrre piu’ niente certamente nessun paese sara’ in grado di rialsarzi. Un paese riformatore deve saper dare risposte a tutto questo.
Fermarsi a riproporre l’alternativa tra il metodo keynesiano e il monetarismo potrebbe non bastare più e quindi cercare alternative tali che non siano le solite baggianate nell’intervenire sul welfare state. Questo lo puo’ fare un “riformismo” da 4 soldi ma non uno serio.
Certamente ha ragione Bobbio quando insisteva che i concetti di sinistra e destra sono in continuo evolversi e di questo gliene do’ atto ma arrivare a questo punto di semplificazione per arrivare a degli obiettivi che devono essere poi condivisi dal popolo. Non meno politica ma piu’ politica.
E di credere che "destra" e "sinistra" vogliano ancora dire qualcosa.
Quindi piu', vengano pure avanti idee nuove poiche piu' che mai oggi abbiamo bisogno di osare ma attenti di non superare quei limiti che ci distinguono dai ns. avversari politici e dai ns. obiettivi a breve e lunga scadenza.
E qui che ci dobbiamo confrontare, anche qui dentro, poiche' sempre a mio avviso, si e' un po' troppo schierati con l'uno e con l'altro e nonci rendiamo conto che abbiamo obiettivi diversi che non possono essere concilianti in uno stersso partito. Collaborare si ma non calpestando i ns. ideali.
C'e' chi crede in Giddens e chi no. Rispettabilissima questa posiziona ma se dovesse essere la linea politica del PD penso che alcuni di voi dovrebbe rifletterci un po' di piu'.
E' questo uno degli scontri all'interno del PD? Non mi meraviglerei poiche lo si poteva prevedere fin dall'inizio. Gli indizi c'erano tutti e lo si percepisce anche nel ns. piccolo(qui dentro).
un salutone
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
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Re: Purche' non cada il governo, va bene tutto
http://www.youtube.com/watch?v=GjtHmtkeRjQ
Caso Shalabayeva, tutte le ignobili bugie di Alfano
Ciao
Paolo11
Caso Shalabayeva, tutte le ignobili bugie di Alfano
Ciao
Paolo11
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Re: Purche' non cada il governo, va bene tutto
Ormai sono alla fine ...
dal blog di Civati
Alfanistan (i senatori del Pd ci stan)
Il Pd al Senato sostiene la linea Epifani e voterà contro la mozione di sfiducia a Alfano.
È finita la riunione al Senato, ecco l’esito della votazione:
80 no, 7 astenuti.
Gli astenuti sono Ricchiuti, Casson, Puppato, Idem, Cociancich e altri due di cui sto recuperando il nome (scusate).
Alfano è salvo.
Alla Camera non voteremo, come sapete. La questione è chiusa.
dal blog di Civati
Alfanistan (i senatori del Pd ci stan)
Il Pd al Senato sostiene la linea Epifani e voterà contro la mozione di sfiducia a Alfano.
È finita la riunione al Senato, ecco l’esito della votazione:
80 no, 7 astenuti.
Gli astenuti sono Ricchiuti, Casson, Puppato, Idem, Cociancich e altri due di cui sto recuperando il nome (scusate).
Alfano è salvo.
Alla Camera non voteremo, come sapete. La questione è chiusa.
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