Berlusconi è ancora armato e pericoloso

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paolo11
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Re: Berlusconi è ancora armato e pericoloso

Messaggio da paolo11 »

Compravendita parlamentari, De Gregorio: “Ecco come Barbareschi tradì Fini”
Non solo l'ex senatore passato dall'Idv al Pdl. Non solo Razzi, Scilipoti e i Responsabili. La Procura di Roma sta indagando anche su un altro cambio di casacca (con il sospetto che sia avvenuto tramite passaggio di denaro o favori): il ritorno dell'attore e regista da Fli al Popolo della Libertà. "Mi è costato tre fiction" disse Berlusconi a Bossi nella cena ad Arcore del 5 maggio 2011
di Fabrizio d'Esposito | 2 luglio 2013
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La Procura di Roma sta indagando su un’altra compravendita di parlamentari. La collezione di B. per la stagione invernale 2010-11, preludio alla fine del suo governo e all’avvento dell’era sobria di Monti. Due i protagonisti, oltre a Silvio Berlusconi. Il plurinquisito Denis Verdini e l’attore Luca Barbareschi, deputato finiano. Gli ‘approfondimenti’ dei pm della Capitale sono iniziati con la collaborazione dell’ex senatore del Pdl Sergio De Gregorio con i magistrati di Napoli, cui ha ammesso di essere stato “comprato” da B. nella breve legislatura 2006-2008, per tre milioni di euro. Il passaggio di De Gregorio dall’Idv ai berlusconiani fu propedeutico alla caduta di Romano Prodi. Le rivelazioni dell’ex dipietrista hanno toccato infatti anche la tenuta del centrodestra dopo lo strappo di Fli nel 2010. E Verdini avrebbe raccontato a De Gregorio le “modalità” per far rientrare Barbareschi nel Pdl. La storia si consuma tra gennaio e febbraio del 2011, ma partiamo dallo sfogo che B. ebbe tre mesi più tardi.

Era il 5 maggio di due anni fa. L’ennesima notte bianca a Palazzo Grazioli. Senza puttane però. Berlusconi ritrova l’amico Umberto Bossi, dopo una settimana di litigi sulla guerra alla Libia di Gheddafi, regime caro a B. ma anche alla Lega. L’allora premier, Bossi e un manipolo di colonnelli si mettono a tavola per la cena. Si parla di rimpasto, di nuovi sottosegretari. C’è da onorare la cambiale ‘firmata’ dal Cavaliere per la fiducia ottenuta il 14 dicembre 2010. Il giorno fatidico di Scilipoti, Razzi e tanti altri al posto degli scissionisti di Gianfranco Fini. B. ha disposizione almeno dieci caselle e ne riempie nove, pescando a piene mani tra i trenta Responsabili, divisi in sei sigle, che attendono la ricompensa da 142 giorni. Ci sono anche quattro finiani pentiti. Dal Pdl andata e ritorno nel giro di poche settimane. Catone, la Polidori, Bellotti, Roberto Rosso. Per loro una poltrona di sottogoverno. Ma nel suo sfogo con Bossi, insofferente per questa abbuffata Responsabile, Berlusconi cita un altro finiano pentito, che ha fatto una richiesta diversa. Questa la frase di B., raccontata al Fatto da un partecipante alla cena e riportata nell’edizione del 6 maggio: “Umberto non sai quanto mi fanno penare questi qui. Richieste su richieste, anche impossibili. Ti faccio un esempio: Luca Barbareschi mi è costato tre fiction”.

L’attore eletto in quota An nel 2008 ha recitato una scena perfetta e incredibile da voltagabbana. Primo ciak, 6 novembre a Bastia Umbra. Debutta Futuro e Libertà. Per la serie: un altro centrodestra senza B. è possibile. Barbareschi legge il Manifesto per l’Italia sulle note di C’era una volta in America. E’ emozionato. Dice: “Ho un incarico, il più grande che mi è stato affidato nella mia vita di spettacolo e politico: leggere il Manifesto per l’Italia”. La sua spinta propulsiva antiberlusconiana tocca il climax il 14 dicembre. Quando vede la Polidori ritornare tra le braccia di B. non si trattiene: “La Polidori è stata minacciata per le aziende. Le hanno detto che chiudevano le sue aziende”. Barbareschi si riferisce all’azienda dei Polidori, il Cepu. Si mormora anche della promessa di equiparare le università telematiche (il Cepu, appunto) a quelle non statali. In ogni caso, mai giudicare, mai tirare la prima pietra. Soprattutto quando c’è uno come Denis Verdini in agguato. Falco fidatissimo del Cavaliere, secondo De Gregorio è “il bomber di quella trattativa”. Verdini marca Barbareschi a uomo. E a De Gregorio spiega come “l’accerchiamento è andato in porto”. Fiction. Soldi, soldi, soldi. In un primo momento B. è pure scettico. Il prezzo dell’operazione è troppo alto. Ma Verdini va avanti, non molla.

Barbareschi ha una casa di produzione, la Casanova. Dal 2012 a oggi ha realizzato sette serie tv per la Rai. All’epoca dell’accordo sono due, secondo il piano della fiction approvato dal cda di Viale Mazzini proprio nel fatale febbraio del 2011. Nel suo sfogo con Bossi, B. le fa salire a tre. Tipico dell’uomo, abituato a ingigantire le cose o a sbagliare i numeri. Alla Casanova vanno 15 milioni di euro per produrre Nero Wolfe e un film sulle Olimpiadi. I mal di pancia di Barbareschi, ovviamente, scoppiano a febbraio. I colleghi di Fli lo beccano a votare in modo sbagliato sul caso Ruby. Il 5 febbraio, poi, c’è una riunione tempestosa con Fini. L’attore reclama un incarico, il presidente della Camera lo gela e lo chiama “pagliaccio”. Barbareschi urla e gli tira una penna addosso.

Due settimane dopo, il 20 febbraio, c’è l’addio. La trattativa, secondo De Gregorio, si conclude positivamente. L’attore ritorna nel Pdl e al Corriere della Sera dice: “Sono andato via perché ormai si respirava solo la diatriba personale. Così ho detto no alla morale giacobina sul caso Ruby, alla voglia di golpe contro Berlusconi, a un clima da piazzale Loreto”. Barbareschi mette anche le mani avanti: “Non vorrei che si pensasse male”. Già. Alle ultime elezioni l’attore non viene ricandidato. Barbareschi è stato uno dei deputati più assenteisti della scorsa legislatura. A gennaio, quando le Iene glielo fanno notare, lui s’infuria e prende a mazzate gli inviati della trasmissione di Italia1. Mediaset non trasmette il filmato. Nel frattempo c’è anche una querela della Polidori e così il 6 aprile scorso Barbareschi le chiede scusa con un avviso a pagamento sulla Stampa di Torino: “Sento il dovere di porgere pubblicamente le mie scuse all’On. Catia Polidori per averla ingiustamente offesa e diffamata allorché , in data 14 dicembre 2010, nell’immediatezza del voto di fiducia al governo Berlusconi, ho dichiarato alla stampa che il suo appoggio all’esecutivo era stato determinato dall’interesse di proteggere il Cepu, sua azienda di famiglia, poiché ella aveva ricevuto minacce sulla chiusura di tale azienda se avesse votato in modo contrario. In tale contesto, aggiungevo di essere convinto di tali affermazioni e che in tale condotta avrebbe potuto ipotizzarsi corruzione di pubblico ufficiale”. Barbareschi precisa anche che la Polidori non ha interessi nel Cepu. Corruzione. Mai giudicare, mai tirare la prima pietra.

da Il Fatto Quotidiano del 1 luglio 2013
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/07 ... ni/643875/
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Berlusconi poi deve vedersela anche con questo processo.
Ciao
Paolo11
paolo11
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Re: Berlusconi è ancora armato e pericoloso

Messaggio da paolo11 »

Compravendita parlamentari, De Gregorio: “Ecco come Barbareschi tradì Fini”
Non solo l'ex senatore passato dall'Idv al Pdl. Non solo Razzi, Scilipoti e i Responsabili. La Procura di Roma sta indagando anche su un altro cambio di casacca (con il sospetto che sia avvenuto tramite passaggio di denaro o favori): il ritorno dell'attore e regista da Fli al Popolo della Libertà. "Mi è costato tre fiction" disse Berlusconi a Bossi nella cena ad Arcore del 5 maggio 2011
di Fabrizio d'Esposito | 2 luglio 2013
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La Procura di Roma sta indagando su un’altra compravendita di parlamentari. La collezione di B. per la stagione invernale 2010-11, preludio alla fine del suo governo e all’avvento dell’era sobria di Monti. Due i protagonisti, oltre a Silvio Berlusconi. Il plurinquisito Denis Verdini e l’attore Luca Barbareschi, deputato finiano. Gli ‘approfondimenti’ dei pm della Capitale sono iniziati con la collaborazione dell’ex senatore del Pdl Sergio De Gregorio con i magistrati di Napoli, cui ha ammesso di essere stato “comprato” da B. nella breve legislatura 2006-2008, per tre milioni di euro. Il passaggio di De Gregorio dall’Idv ai berlusconiani fu propedeutico alla caduta di Romano Prodi. Le rivelazioni dell’ex dipietrista hanno toccato infatti anche la tenuta del centrodestra dopo lo strappo di Fli nel 2010. E Verdini avrebbe raccontato a De Gregorio le “modalità” per far rientrare Barbareschi nel Pdl. La storia si consuma tra gennaio e febbraio del 2011, ma partiamo dallo sfogo che B. ebbe tre mesi più tardi.

Era il 5 maggio di due anni fa. L’ennesima notte bianca a Palazzo Grazioli. Senza puttane però. Berlusconi ritrova l’amico Umberto Bossi, dopo una settimana di litigi sulla guerra alla Libia di Gheddafi, regime caro a B. ma anche alla Lega. L’allora premier, Bossi e un manipolo di colonnelli si mettono a tavola per la cena. Si parla di rimpasto, di nuovi sottosegretari. C’è da onorare la cambiale ‘firmata’ dal Cavaliere per la fiducia ottenuta il 14 dicembre 2010. Il giorno fatidico di Scilipoti, Razzi e tanti altri al posto degli scissionisti di Gianfranco Fini. B. ha disposizione almeno dieci caselle e ne riempie nove, pescando a piene mani tra i trenta Responsabili, divisi in sei sigle, che attendono la ricompensa da 142 giorni. Ci sono anche quattro finiani pentiti. Dal Pdl andata e ritorno nel giro di poche settimane. Catone, la Polidori, Bellotti, Roberto Rosso. Per loro una poltrona di sottogoverno. Ma nel suo sfogo con Bossi, insofferente per questa abbuffata Responsabile, Berlusconi cita un altro finiano pentito, che ha fatto una richiesta diversa. Questa la frase di B., raccontata al Fatto da un partecipante alla cena e riportata nell’edizione del 6 maggio: “Umberto non sai quanto mi fanno penare questi qui. Richieste su richieste, anche impossibili. Ti faccio un esempio: Luca Barbareschi mi è costato tre fiction”.

L’attore eletto in quota An nel 2008 ha recitato una scena perfetta e incredibile da voltagabbana. Primo ciak, 6 novembre a Bastia Umbra. Debutta Futuro e Libertà. Per la serie: un altro centrodestra senza B. è possibile. Barbareschi legge il Manifesto per l’Italia sulle note di C’era una volta in America. E’ emozionato. Dice: “Ho un incarico, il più grande che mi è stato affidato nella mia vita di spettacolo e politico: leggere il Manifesto per l’Italia”. La sua spinta propulsiva antiberlusconiana tocca il climax il 14 dicembre. Quando vede la Polidori ritornare tra le braccia di B. non si trattiene: “La Polidori è stata minacciata per le aziende. Le hanno detto che chiudevano le sue aziende”. Barbareschi si riferisce all’azienda dei Polidori, il Cepu. Si mormora anche della promessa di equiparare le università telematiche (il Cepu, appunto) a quelle non statali. In ogni caso, mai giudicare, mai tirare la prima pietra. Soprattutto quando c’è uno come Denis Verdini in agguato. Falco fidatissimo del Cavaliere, secondo De Gregorio è “il bomber di quella trattativa”. Verdini marca Barbareschi a uomo. E a De Gregorio spiega come “l’accerchiamento è andato in porto”. Fiction. Soldi, soldi, soldi. In un primo momento B. è pure scettico. Il prezzo dell’operazione è troppo alto. Ma Verdini va avanti, non molla.

Barbareschi ha una casa di produzione, la Casanova. Dal 2012 a oggi ha realizzato sette serie tv per la Rai. All’epoca dell’accordo sono due, secondo il piano della fiction approvato dal cda di Viale Mazzini proprio nel fatale febbraio del 2011. Nel suo sfogo con Bossi, B. le fa salire a tre. Tipico dell’uomo, abituato a ingigantire le cose o a sbagliare i numeri. Alla Casanova vanno 15 milioni di euro per produrre Nero Wolfe e un film sulle Olimpiadi. I mal di pancia di Barbareschi, ovviamente, scoppiano a febbraio. I colleghi di Fli lo beccano a votare in modo sbagliato sul caso Ruby. Il 5 febbraio, poi, c’è una riunione tempestosa con Fini. L’attore reclama un incarico, il presidente della Camera lo gela e lo chiama “pagliaccio”. Barbareschi urla e gli tira una penna addosso.

Due settimane dopo, il 20 febbraio, c’è l’addio. La trattativa, secondo De Gregorio, si conclude positivamente. L’attore ritorna nel Pdl e al Corriere della Sera dice: “Sono andato via perché ormai si respirava solo la diatriba personale. Così ho detto no alla morale giacobina sul caso Ruby, alla voglia di golpe contro Berlusconi, a un clima da piazzale Loreto”. Barbareschi mette anche le mani avanti: “Non vorrei che si pensasse male”. Già. Alle ultime elezioni l’attore non viene ricandidato. Barbareschi è stato uno dei deputati più assenteisti della scorsa legislatura. A gennaio, quando le Iene glielo fanno notare, lui s’infuria e prende a mazzate gli inviati della trasmissione di Italia1. Mediaset non trasmette il filmato. Nel frattempo c’è anche una querela della Polidori e così il 6 aprile scorso Barbareschi le chiede scusa con un avviso a pagamento sulla Stampa di Torino: “Sento il dovere di porgere pubblicamente le mie scuse all’On. Catia Polidori per averla ingiustamente offesa e diffamata allorché , in data 14 dicembre 2010, nell’immediatezza del voto di fiducia al governo Berlusconi, ho dichiarato alla stampa che il suo appoggio all’esecutivo era stato determinato dall’interesse di proteggere il Cepu, sua azienda di famiglia, poiché ella aveva ricevuto minacce sulla chiusura di tale azienda se avesse votato in modo contrario. In tale contesto, aggiungevo di essere convinto di tali affermazioni e che in tale condotta avrebbe potuto ipotizzarsi corruzione di pubblico ufficiale”. Barbareschi precisa anche che la Polidori non ha interessi nel Cepu. Corruzione. Mai giudicare, mai tirare la prima pietra.

da Il Fatto Quotidiano del 1 luglio 2013
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Paolo11
peanuts
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Re: Berlusconi è ancora armato e pericoloso

Messaggio da peanuts »

Siete d'accordo con me che tiri aria di assoluzione?
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
lucfig
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Re: Berlusconi è ancora armato e pericoloso

Messaggio da lucfig »

D'accordissimo ... se con Alfano, Napo ha fatto una pressione da pazzi, figuriamoci con Berlusconi.

La Cassazione ha trovato già delle microspie nel suo ufficio, non oso pensare alle telefonate del Colle!
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«Non si discute per aver ragione, ma per capire» (Peanuts)
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camillobenso
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Re: Berlusconi è ancora armato e pericoloso

Messaggio da camillobenso »

Le cene eleganti di Pinocchio


Sentenza Ruby bis, condannati Fede e Mora a 7 anni. Alla Minetti 5 anni

La procura, rappresentata dal pm Antonio Sangermano e dall'aggiunto Piero Forno, per gli imputati avevano chiesto sette anni di carcere per induzione e favoreggiamento della prostituzione anche minorile. Durante la requisitoria l'accusa aveva definito le serate di Arcore "orge bacchiche". Trasmessi gli atti alla Procura per le dichiarazioni di alcuni testimoni, dello stesso Silvio Berlusconi e per i suoi avvocati

di Redazione Il Fatto Quotidiano | 19 luglio 2013Commenti (49)


I giudici hanno condannato Emilio Fede e Lele Mora a 7 anni a di reclusione, a Nicole Minetti sono stati inflitti 5 anni per il reato di favoreggiamento della prostituzione, mentre gli imputati sono stati assolti dall’accusa di induzione alla prostituzione. Mora e Fede sono stati anche condannati all‘interdizione perpetua dei pubblici uffici, mentre per l’ex consigliera regionale del Pdl è stata fissata l’interdizione a 5 anni. I giudici, come già successo nel processo principale, hanno trasmesso gli atti alla Procura perché valutino le dichiarazioni di molti testimoni; disposta la trasmissione degli atti anche per lo stesso Silvio Berlusconi e dei suoi avvocati: Niccolò Ghedini e Piero Longo per violazione delle indagini difensive. Il collegio ha stabilito anche il risarcimento in sede civile per le parti civili: le due ex miss piemontesi Ambra Battilana e Chiara Danese e per la modella Imane Fadil. Respinta la richiesta di provvisionale.

La procura, rappresentata dal pm Antonio Sangermano e dall’aggiunto Piero Forno, per gli imputati aveva chiesto sette anni di carcere per induzione e favoreggiamento della prostituzione anche minorile. Durante la requisitoria l’accusa aveva definito le serate di Arcore “orge bacchiche”. Il processo principale si era concluso con la condanna a sette anni di reclusione per Silvio Berlusconi, accusato di concussione e prostituzione minorile.

Secondo gli inquirenti sono in tutto 34 le ragazze che sono state indotte a prostituirsi durante le serate ad Arcore per soddisfare, come è stato chiarito in requisitoria, il “piacere sessuale” del Cavaliere. Serate che erano “articolate” in tre fasi: la prima “prevedeva una cena”, mentre la seconda “definita ‘bunga bunga’” si svolgeva “all’interno di un locale adibito a discoteca, dove le partecipanti si esibivano in mascheramenti, spogliarelli e balletti erotici, toccandosi reciprocamente ovvero toccando e facendosi toccare nelle parti intime da Silvio Berlusconi”. La terza fase riguardava infine la conclusione della serata e il suo proseguimento fino alla mattina dopo: consisteva, scrivono i pm, “nella scelta, da parte di Silvio Berlusconi, di una o più ragazze con cui intrattenersi per la notte in rapporti intimi, persone alle quali venivano erogate somme di denaro ed altre utilità ulteriori rispetto a quelle consegnate alle altre partecipanti”.

A queste feste, per 13 volte (il 14, il 20, il 21, il 27 e il 28 febbraio, il 9 marzo, il 4, il 5, il 24, il 25 e il 26 aprile, e l’1 e il 2 maggio del 2010) c’era anche Karima El Mahroug, in arte Ruby Rubacuori, non ancora 18enne. La ragazza marocchina, in base all’ipotesi accusatoria, sarebbe stata scelta da Fede nel settembre del 2009 dopo un concorso di bellezza in Sicilia, a Taormina, dove lei era tra le partecipanti e l’ex direttore del Tg4 uno dei componenti della giuria. Secondo le indagini, andò ad Arcore la prima volta accompagnata da Fede con una macchina messa a disposizione da Mora.

Per i pm, però, ciascuno dei tre imputati, in quello che è stato chiamato “sistema prostitutivo”, aveva un ruolo ben preciso. Lele Mora “individuava e selezionava”, anche insieme a Emilio Fede, “giovani donne disposte a prostituirsi” nella residenza dell’ex capo del Governo scegliendole in alcuni casi “tra le ragazze legate per motivi professionali all’agenzia operante nel mondo dello spettacolo” gestita dall’ex agente dei vip. Inoltre Mora, come Fede, “organizzava” in alcune occasioni “l’accompagnamento da Milano ad Arcore” di alcune delle invitate alla serate “mettendo a disposizione le proprie autovetture”, con tanto di autista.

I pm in requisitoria hanno paragonato Mora e Fede ad “assaggiatori di vini pregiati”, perché valutavano la gradevolezza estetica delle ragazze e le sottoponevano a “un minimo esame di presentabilità socio-relazionale”, prima di immetterle nel “circuito” delle cene. Nicole Minetti, invece, avrebbe fatto da intermediaria per i compensi alle ragazze – in genere girati dal ragionier Giuseppe Spinelli, allora fiduciario e “ufficiale pagatore” per conto del leader del Pdl – che consistevano “nella concessione in comodato d’uso” degli appartamenti nel residence di via Olgettina e “in contributi economici” per il loro mantenimento o addirittura per il pagamento delle utenze di casa o delle spese mediche fino agli interventi di chirurgia estetica. Inoltre anche l’ex consigliere regionale, nonché ex igienista dentale di Berlusconi, “in alcune occasioni” si premurava di mettere “a disposizione” delle giovani le proprie auto per raggiungere Villa San Martino. I pm in aula l’hanno definita una sorta di “amministratrice di condominio”, sottolineando come lei nelle serate, non solo era una delle ‘spogliarelliste’, ma abbia anche compiuto “atti sessuali retribuiti”. Sia Minetti sia Mora e Fede, infine, secondo i pm, sapevano che Ruby era minorenne, quando l’hanno indotta a prostituirsi con l’ex premier.
camillobenso
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Re: Berlusconi è ancora armato e pericoloso

Messaggio da camillobenso »

L'OMAGGIO AL CAV
Berlusconi, arriva il docufilm del fedelissimo: vent'anni di successi e processi
"Il fiume della libertà" è l'opera prima del senatore Pdl Francesco Giro, inventatosi regista d'eccezione


Immagine

Un omaggio a Silvio Berlusconi, al suo impegno in politica, ai milioni di elettori che hanno creduto (e credono) al progetto politico di Forza Italia e poi al Pdl: sono gli ingredienti de Il fiume della libertà, docu-film girato dal senatore del Pdl Francesco Giro per i vent'anni della discesa in campo del Cav. Visibilmente emozionato, Giro racconta di aver consegnato ieri allo staff tecnico di Berlusconi un filmato in dvd "per illustrare la missione politica del leader del centrodestra italiano dalla sua discesa in campo ad oggi. Un'autentica corsa per immagini lunga 20 anni, che personalmente - continua - mi ha lasciato senza fiato".

"Il titolo lo abbiamo 'rubato' al Cav" - L'idea, spiega, era quella di creare "un docu-film sull'opera di Berlusconi da presentare entro l'anno, per celebrare il ventennale di FI e del Pdl, prevedendo anche un commento in voce ma - precisa - abbiamo deciso di tagliare decisamente i tempi anche a costo di avere un prodotto con qualche lacuna in più, sostituendo il commento con delle didascalie". Il titolo, di certo, è molto suggestivo. L'idea Giro l'ha, per così dire, rubata allo stesso Berlusconi: "Quel titolo di straordinaria suggestione e potenza - spiega Giro - in un certo senso lo ha scelto Berlusconi perché lo abbiamo rubato da una sua bellissima esclamazione pronunciata nel suo discorso rivolto in una piazza gremita a Bari il 13 aprile 2013, subito dopo le ultime elezioni politiche di febbraio".

I successi internazionali - Giro scende poi nei particolari del film, rivelando qualche chicca: "Il film inizia con questa scena di oggi, 20 anni dopo, proprio per dimostrare l'attualità di Berlusconi e il consenso che ancora oggi riscuote il suo messaggio". Il film dura 90 minuti, le immagini ripercorrono la storia politica di Berlusconi, dal 1994 al 2004, con particolare attenzione a quegli accadimenti che, secondo Giro, hanno consegnato Berlusconi alla Storia: "Il vertice di Pratica di Mare del 2002 con la storica stretta di mani fra Bush e Putin, la firma della nuova Costituzione europea in Campidoglio, nel 2004, con tutti i leader dell'europa, alla presenza del presidente Ciampi, un grande europeista, una Carta fondamentale che sarebbe diventata di tutti se l'egoismo di alcuni paesi non l'avesse fermata, e poi la capillare azione diplomatica in medio oriente per la pace".

Il capitolo giustizia - Un capitolo del film è dedicato poi, e non poteva essere altrimenti, alla giustizia, alla persecuzione giudiziaria messa in atto nei confronti del Cav. Ed è stata proprio la recente decisione della Cassazione di accellerare la data del verdetto sulla vicenda Mediaset a fine luglio a convincere il senatore azzurro ad anticipare i tempi della messa in onda: il rischio infatti era quelli che i successi politici di Berlusconi di questi vent'anni venissero oscurati dalle contingenze di natura giudiziaria. Quali successi? In sintesi, il grande manifesto liberale di Berlusconi.

Il manifesto liberale - Giro è un fiume in piena, il suo elenco è un programma politico: "Il grande programma culturale innanzitutto e politico-riformista su fisco, burocrazia, sviluppo economico, lavoro, e sui temi cruciali della democrazia politica, della libertà, del rapporto stato-persona, della civiltà occidentale che è unitaria e non ambivalente". Insomma, conclude Giro, questo film "è un omaggio politico non solo a Berlusconi ma ai suoi militanti, ai milioni di elettori, uomini e donne, che lo hanno scelto in questi 20 anni perché hanno creduto e credono nel suo progetto politico, nella struttura ideologica del suo impegno per liberare finalmente l'Italia da una cultura del pregiudizio e dell'odio sociale. Berlusconi non ha visto il filmato. Spero che apprezzerà"



http://www.liberoquotidiano.it/news/per ... l-Cav.html
paolo11
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Re: Berlusconi è ancora armato e pericoloso

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Politica
Tonfo del Partito Democratico. Berlusconi torna al comando
Giovedì, 25 luglio 2013 - 08:07:00
Controsorpasso del Centrodestra sul Centrosinistra. Gli ultimi dati del sondaggio realizzato da Nicola Piepoli lunedì 22 luglio vedono la coalizione guidata da Silvio Berlusconi passare dal 33,5 al 34% rispetto al 15 luglio. Al contrario, il Centrosinistra è sceso dal 34,5 al 33,5%. Nel dettaglio, il Popolo della Libertà è stabile al 25,5%, così come Fratelli d'Italia (2%) e Lega Nord (4%).
Gli altri di Centrodestra passano dal 2 al 2,5%. Ferma al 5,5% Scelta Civica e anche l'Udc al 2,5%. Centro stabile all'8%. Perde un punto secco in sette giorni il Partito Democratico e scende dal 29 al 28%- Sel non si muove dal 4,5%. Altri della coalizione 1%. Torna a crescere il Movimento Cinque Stelle che passa dal 18 al 18,5%. Altri partiti fermi al 6%.
http://www.affaritaliani.it/politica/to ... 50713.html
ciao
paolo11
peanuts
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Re: Berlusconi è ancora armato e pericoloso

Messaggio da peanuts »

Una cosa
Io penso, ancora, che verrà assolto su "indicazione" della presidenza del consiglio ("meglio berlusconi di grillo", parole di letta tempo fa)

Ma se viene (speriamo) condannato...
tafano fa il ministro dell'interno
Se quei poveri cerebrolesi che lo votano vanno in piazza a fare casino o addirittura assaltano il parlamento, il ministro dell'interno li ferma o lascia fare?
Consideriamo che lui non commenta le sentenze (Cucchi) però le commenta (ruby eccetera), quindi non c'è da fidarsi
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
paolo11
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Re: Berlusconi è ancora armato e pericoloso

Messaggio da paolo11 »

http://www.youtube.com/watch?v=lSa4d1K5 ... ploademail
Decreto Ilva, le incredibili porcherie del Governo
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Arrivato ora
Amadeus

Re: Berlusconi è ancora armato e pericoloso

Messaggio da Amadeus »

non ne posso più delle ridicolaggini del csx, per par condicio voglio sghignazzare di quelle di cdx e questa di alleanza Alemanna DE ROMA Capoccia è favolosa....non influenzata dal 30 luglio eh? sia chiaro :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:


ROMA La voglia di rilanciare un partito di destra c’è sempre stata. Gianni Alemanno non ne ha fatto mistero. Anzi, dopo la sconfitta di Roma, ha cominciato a lavorare al progetto della nuova destra con grande entusiasmo. E la voglia di Berlusconi di rifondare FI gli ha dato la spinta definitiva. E così, il giorno dopo la data simbolo per la destra, il 25 luglio, e a quattro giorni dalla sentenza della Cassazione che potrebbe segnare il destino politico del Cavaliere, l’ex sindaco di Roma riscende in campo. Non per rifondare Alleanza Nazionale, ma per far nascere «un movimento di destra capace di aggregare tutti i delusi che ci hanno abbandonato alle Politiche». Il nome è ancora da scegliere. Forse Alleanza popolare, o Azione nazionale. Si comincia da un manifesto programmatico che hanno sottoscritto in 114, «aperto a tutti coloro che si ritrovano sui nostri valori». La meta è un nuovo partito che sia pronto in autunno, in tempo per la sfida delle Europee.
«CAPACI DI UNIRE»

Eccolo, dunque, arringare i suoi nella sede della fondazione Nuova Italia. Ma, attenzione, non si tratta di un ritorno, bensì di un rilancio di una forza politica che diventi attrattiva «per un mondo che si è sentito abbandonato e che ora è deluso». E, avverte Alemanno, «il movimento dovrà essere capace di unire tutta l’area del centrodestra». Massima apertura ad alleanze e collaborazioni. Con il Pdl, probabilmente, dove però Alemanno nota che «sono confluiti tutti i colonnelli dell’ex An». E anche con i Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, Rampelli, La Russa e Crosetto, che però accolgono l’iniziativa senza troppi entusiasmi. «L’importante è che Gianni si metta a lavorare in silenzio per ricostruire il centrodestra», avverte. Scontata l’ironia di Francesco Storace, che presidia la Destra che più destra non si può: «Soggetto identitario? Ma si deve fare un partito o un’anagrafe?». E sono molto critici anche ex An come Silvano Moffa, Gennaro Malgieri, Pasquale Viespoli e Adriana Poli Bortone. Alemanno però va dritto per la sua strada. Anzi, riparte da quel territorio che pure alle scorse comunali non l’ha gratificato. «Sono orgoglioso di condurre le battaglie per Roma alla testa della mia lista civica», avverte, orgoglioso di essere alla guida della sua lista in Campidoglio, dove si muove già in piena autonomia dal Pdl.

BERLUSCONI

Sul rapporto con Berlusconi non si sbilancia, anche se nell’ultimo anno ha mosso più di una critica alla gestione del Pdl. Tuttavia, assicura di non aver scelto di lanciare il suo movimento proprio alla vigilia del fatidico 30 luglio in polemica con il Cavaliere. «Il nostro percorso non sarà influenzato da quello che accadrà il 30 luglio - sostiene - ci auguriamo che Berlusconi venga salvato da questo processo improbabile, ma può succedere di tutto». Quindi, è il caso di riorganizzarsi. Quanto alla leadership del centrodestra, Alemanno, per ora, non vede che Berlusconi, anche se sottolinea che «è stato proprio lui a metterla in discussione lanciando la candidatura di Angelino Alfano». Nessun contatto, invece, con Gianfranco Fini. «Perché - spiega l’ex sindaco - Fini vuole ricominciare a fare politica attiva e, comunque, ormai ha caratterizzato la sua battaglia politica tutta in chiave antiberlusconiana». Molto chiari i primi obiettivi politici del neonato movimento: abolizione del Porcellum con il ripristino delle preferenze e restituzione i cittadini del diritto di scegliere i candidati e difesa a oltranza del bipolarismo.

Sabato 27 Luglio 2013 -
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