quo vadis PD ????

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camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da camillobenso »

Il generale dei Carabinieri a 4 stelle-1

Cita:
Un generale dei Carabinieri a 4 stelle di provata fede democratica perché l’alternativa è la rivolta e la conseguente guerra civile.


operazione Valchiria?
magari a Ferragosto mentre tutti sono rilassati e provati dal solleone ( ironico )

la vicenda kazaka ha provato ( semmai ce ne fosse bisogno) che non basta cambiare governo , anche le classi dirigenti nei sottolivelli sono impastate di torbidità e rispondono ( in fondo) a se stesse, sono probabilmente i veri poteri forti .
qui in sicilia si vede lo stesso alla regione.... l'intero corpo burocratico è da prendere ed esportare sull'isola di king kong.


****


La risposta fornita ad Amà a seguito della sua domanda :…. chi mettiamo alla guida del Paese, è fuori standard per un forum di tradizione democratica come questo che deriva dal forum Ufficiale dell’Ulivo.it per quanto riguarda i suoi partecipanti.

Mettere al governo un generale dei Carabinieri a 4 stelle con generali dei Carabinieri alla direzione dei ministeri e sottosegretari tecnici competenti della materia per ogni singola disciplina è una proposta fuori dall’ordinamento democratico, per come lo intende la maggioranza del forum.

Quello che però mi ha colpito è l’assenza di reazione dei forumisti.

Forse perché fa caldo, forse perché siamo in prossimità delle vacanze, forse perché oggi è una giornata prefestiva, forse perché qualcuno è andato al mare o in montagna, forse perché si è demoralizzati e non si sa più cosa dire… o c’è dell’altro???

La mia non è una provocazione, anche se per un certo verso questa risposta si presta molto bene a sembrarla.

Noi siamo arrivati davanti ad un bivio dove le scelte da fare sono molto difficili.

La segnalazione di Amà sullo stato dell’arte dell’intero corpo burocratico dell’intera Regione Sicilia, da esportarsi sull’isola di king kong, ammette due soluzioni:

1) Si continua all’infinito come sempre malgrado negli ultimi 60 anni alcuni isolani abbiano segnalato abbondantemente le storture amministrative e burocratiche dell’isola, oppure,

2) Oggi come oggi per risolvere in tempi rapidi il trasporto nel confino temporaneo di king kong, dell’intero corpo burocratico della Regione Sicilia, lo può fare d’ufficio solo il generale dei Carabinieri del ministero dell’Interno. Non di certo Angelino Jolie o il suo predecessore il grande Maroncino.

Continua in:
Il generale dei Carabinieri a 4 stelle-2
Amadeus

Re: quo vadis PD ????

Messaggio da Amadeus »

piccola digressione carnascialesca 8-)


Rosario Crocetta, presidente della regione Sicilia e creatore del movimento Megafono, è possibilista: "Sfidare Renzi?" si chiede, "Vediamo...". Crocetta quindi fa un passo avanti per risalire lo Stivale e candidarsi alla segreteria del Pd, mentre candida il suo giovane assessore alla formazione, Scilabra, alla guida della segreteria del partito in Regione. Ma la "doppia militanza", come la definiscono gli apparati del partito, tra Pd e Megafono "non può coesistere". Strada sbarrata, dunque. Ma Crocetta ha un appeal televisivo non indifferente, :o :o
in principio era riuscito a formare una giunta dialogando con M5S e del dialogo con Grillo è sempre stato fautore, sfrutta il legalitarismo come base fondante della sua visione del partito (per esempio combattendo proprio gli sprechi nella formazione). Un nuovo Vendola? :o :o Il leader di SeL è uscito sconfitto dalle elezioni e prima ancora dalle Primare. Crocetta potrebbe impensierire Renzi, che di pensieri ne ha già tanti? Chissà, certo è che il governatore della Sicilia può vantare doti di buona amministrazione come fa il sindaco d'Italia. "Io ho salvato il Pd in Sicilia, perché sarebbe stato travolto dagli scandali, e invece continuo a subire attacchi", dice, "in altri tempi il partito avrebbe mandato uomini come Pio La Torre a fare pulizia", parlando sempre degli scandali sulla formazione. "Perché il mio partito non mi sostiene? Dopo la condanna a morte da parte di Cosa nostra quando ero sindaco a Gela, oggi mi ritrovo nelle barricate a lottare contro il malaffare e gli scandali alla Regione, sto rischiando la pelle. :roll: :roll: Ma la politica se ne rende conto o c'é un impazzimento totale?". Un messaggio chiaro a Roma, sto arrivando.
camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

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Il generale dei Carabinieri a 4 stelle-2


L'inchiesta e il giornalismo d'inchiesta continua e questo cablo che chiede esplicitamente la deportazione di Alma Shalabayeva, mette alla gogna l'intero vertice istituzionale e il Parlamento.

Mentire come hanno fatto tutti quanti gli attori politici del caso, equivale ad alto tradimento nei confronti del popolo italiano trattato come una massa di imbecilli.


QUEL CABLO DA ASTANA: "DEPORTATELA"

Carlo Bonini e Fabio Tonacci per La Repubblica



Ci hanno raccontato per cinquanta giorni - dal ministro Angelino Alfano, al suo capo di gabinetto, all'intero Dipartimento di Pubblica Sicurezza - che la notte del 28 maggio la nostra Polizia, teleguidata dalla diplomazia kazaka accampata al Viminale, cercava solo Mukhtar Ablyazov, "un pericoloso latitante".

E che quando la caccia si rivelò infruttuosa la storia fini lì. Che di Alma Shalabayeva e della sua bimba Alua di 6 anni nessuno sapeva, né poté sapere, se non a cose fatte. Che la loro espulsione fu un "danno collaterale".
PER «un blocco cognitivo». Per un cortocircuito dei «flussi informativi ascendenti e discendenti».
Ebbene, è un falso. Ora documentabile.

Negli atti allegati alla relazione del Capo della Polizia Alessandro Pansa e depositati all'attenzione dei senatori che ieri hanno rinnovato la fiducia al ministro, una nota Interpol proveniente da Astana la mattina del 28 maggio chiede alla nostra Polizia, alla vigilia del blitz, di identificare, fermare e "deportare" la donna che i kazaki ritengono viva con Ablyazov e che con lui dovrebbe trovarsi all'interno della villa di via di Casal Palocco 3. Alma Shalabayeva, nata il 15 agosto 1966.

Anche questo, un "dettaglio" cruciale espunto dalla sintesi della relazione finale del Capo della Polizia letta in Senato venerdì scorso da Alfano. Per ragioni evidenti. Dissimulare una verità che giorno dopo giorno si conferma tuttavia incoercibile. Che, sin dall'incipit, l'operazione orchestrata tra Astana e Roma aveva un unico obiettivo. L'intera famiglia Ablyazov. E che a quell'operazione tout-court il ministro dell'Interno Alfano diede impulso mettendo a disposizione dei kazaki la nostra Polizia.
Vediamo.

La mattina del 28 maggio, alle 10,15, sui terminali di "Arianna", il sistema informatico della nostra Direzione Centrale della Polizia Criminale, lampeggia l'alert che indica l'arrivo di una nota Interpol. Il cablo è in lingua inglese, porta il numero 22/3-1614 e proviene dall'ufficio collegato di Astana, Kazakistan. È la nota - ne abbiamo dato conto nei giorni scorsi - che di fatto resuscita un polveroso inserimento di un ordine di cattura internazionale nei confronti del cittadino kazako Mukhtar Ablyazov inserito nel sistema Interpol nel marzo del 2009, ma da allora rimasto in sonno.

Sappiamo già che, nel sapiente canovaccio predisposto dai kazaki, la nota è cruciale. Deve cioè attivare l'ufficio Interpol italiano obbligandolo ad aggiornare la banca dati delle nostre polizie. Un passaggio cruciale necessario a eccitare, di lì a poche ore, il capo della squadra Mobile di Roma e a convincerlo che le richieste che si sentirà fare dall'ambasciatore Yelemessov (la visita in Questura è delle 15.30) hanno una patente di legittimità.

Alle 12.26, il cablo kazako comincia dunque ad essere lavorato e tradotto dai nostri uffici Interpol i quali, sulla base delle informazioni che hanno ricevuto,
attestano che "Ablyazov Mukhtar" è un ricercato, utilizza false identità, e - si legge testualmente - «vive a Roma, in una villa in affitto in via di Casal Palocco 3 di proprietà di una cittadina tedesca, utilizza una macchina modello Volvo XC90 targata EP241FJ e un Lancia Voyager con targa olandese».

Ancora: «È spesso accompagnato da un maschio asiatico che guida una Nissan Qashqai targata EM089MZ e potrebbe essere scortato da bodyguard armate in grado di reagire al suo arresto». Nello stesso cablo, i kazaki chiedono alla nostra Polizia di verificare queste informazioni e procedere all'arresto del latitante, «verificando l'identità di altri eventuali uomini presenti nella villa». Quindi, una chiosa. Già in qualche misura cruciale. «Non è escluso - si legge - che, nella stessa villa in affitto, viva con Ablyazov sua moglie, una cittadina kazaka di nome Alma Shalabayeva Boranbaevna, nata il 15 agosto 1966».

Tradotto in italiano, il cablo 22/3-1614 - come documentano gli atti dell'inchiesta interna del Capo della Polizia - viene trasmesso alla Questura di Roma alle 16.57. E dunque, è possibile sostenere, senza ombra di dubbio, che, il pomeriggio del 28, la nostra Polizia, il capo di gabinetto del ministro dell'Interno, Alfano stesso, appunto. abbiano le informazioni necessarie per sapere che, nell'operazione di "cattura del pericoloso latitante", balli anche il nome della moglie che con lui vive.

Chi ha sostenuto il contrario, non dice il vero. E chi "non ricorda" di aver «mai sentito parlare di una donna» - e sono in molti, diciamo pure tutti i protagonisti dell'af-
faire all'interno del Viminale - o ricorda molto male o tace la verità.
Ma c'è di più.

Sempre quel 28 maggio, qualche ora dopo il primo cablo e mentre a Roma l'ambasciatore kazako fa flanella nell'ufficio di Procaccini in attesa di verificare con i propri occhi che all'operazione venga dato semaforo verde dal Dipartimento di Pubblica Sicurezza (il blitz scatterà alla mezzanotte), Astana decide di inviare una nuova nota Interpol a Roma. È il cablo 22/3-1625.

Leggiamo: «In aggiunta al nostro precedente messaggio concernente l'arresto del ricercato Ablyazov Mukhtar vi informiamo che con lui potrebbe vivere sua moglie Alma Shalabayeva. Vi confermiamo che è una cittadina kazaka, che ha un passaporto kazako NO816235 rilasciato il 3 agosto 2012 e un secondo passaporto N5347890 rilasciato il 23 aprile 2007.

La Shalabayeva potrebbe inoltre utilizzare un falso passaporto di un altro Paese, presumibilmente della Repubblica Centro Africana, con numero 06FB04081, rilasciato a nome Ayan Alma l'1 Aprile 2010. A tal riguardo, vi chiediamo dunque di identificare tutte le donne che vivono nella villa di Casal Palocco (...) e, qualora fosse provato che Alma Shalabyeva è in Italia illegalmente (con uso di documenti falsi), chiediamo alle rispettabili autorità italiane di "deportarla" in Kazakistan. Vi preghiamo di fornirci le informazioni sui soggetti in questione e di informarci anche in caso di esito negativo delle ricerche».

LA PROVA REGINA
Eccola, dunque, la prova regina del macroscopico insabbiamento della verità che in questi 50 giorni ha negato prima la logica, quindi l'evidenza dei fatti, aggiustando versioni di comodo in corsa. Eccola l'«inoppugnabilità» dei documenti, per parafrasare il premier Enrico Letta nella sua accorata difesa di Alfano. Che però, come si vede, non assolve il ministro, ma lo affossa con l'intero apparato. Non ci fu "un prima" e un "dopo" nell'Operazione Ablyazov.

Alla vigilia del blitz, i kazaki avvertirono l'autorità politica e gli apparati della sicurezza italiani che nella caccia grossa a Casal Palocco le prede erano due. Mukhtar Ablyazov e Alma Shalabayeva, di cui veniva segnalato in anticipo persino il falso passaporto centro africano che avrebbe poi effettivamente mostrato al momento del fermo. Con una differenza. Per Mukhtar, esisteva un titolo almeno formale che ne giustificava la cattura.

Alma aveva la sola colpa di essere la sua compagna, madre di una bimba di 6 anni.
«Vi chiediamo di deportarla». 28 maggio 2013. Tutti sapevano. Nessuno ha detto la verità. Che, per giunta, ieri in Senato, era sotto gli occhi di tutti. Soltanto a volerla vedere.

La Repubblica

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camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

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24 LUG 2013 17:50
ECCO PERCHE’ IL PD DI BELLA NAPOLI HA FATTO FUORI RODOTÀ – IL “PAPA ROSSO” NON AVREBBE MAI PROMOSSO LE LARGHE INTESE

“Libero”: “Nonostante Rodotà ami mostrarsi un giurista equilibrato, è un lupo travestito da agnello, un cattivo perdente che ora fa l’indignato – Il Professore aveva deciso di metterci la faccia non per ambizione ma per ribadire che la distinzione tra sinistra e destra esiste “sul piano storico e teorico”…


Giordano Tedoldi per "Libero"


Chi volesse ancora la prova che Stefano Rodotà era l'uomo meno indicato per il Quirinale, non ha che da leggersi l'intervista che egli ha rilasciato ieri a Simonetta Fiori di Repubblica. Rodotà, nonostante ami mostrarsi quale un giurista pacato e equilibrato e abbia ricoperto ben remunerati incarichi, come quello a capo dell'authority sulla privacy, che richiedevano un profilo d'imparzialità, è in realtà un lupo travestito da agnello, un politico politicante che, come a molti in età senile, è capitato di flirtare con i cosiddetti «movimenti», siano essi i 5 Stelle, o piccole lobby intellettuali, o porzioni di sedicente società civile. Innamoramenti fatui e, com'è naturale, d'interesse, da ambo le parti.

Poiché è anche un cattivo perdente, incassata le seconda elezione di Napolitano, non volendo abbandonare la scena, il professor Rodotà ora gradisce di atteggiarsi a venerabile saggio della sinistra e, con quella tinta vanesia che gli è propria, a mostrarsi combattivo, movimentista, come un giovane indignato di quelli che piacevano a colui che probabilmente è il suo modello inarrivabile, l'indomito politico e scrittore francese Stéphane Hessel. Nel colloquio con Fiori, l'ex candidato alla presidenza della Repubblica dice che non sarebbe mai stato «fautore della pacificazione».

Anzi, che la sua corsa (per nostra fortuna finita in un ruzzolone) al Colle aveva proprio questo obiettivo primario: sventare quella tregua tra le forze politiche che poi, com'egli aveva previsto, si è verificata.

Capirai, il professore aveva deciso di «metterci la faccia» (che poi divenne un muso lungo e ancora prosegue) mica per ambizione personale, per aggiungere un altro tassello al suo cursus honorum, per essere, lui di età avanzata, il rappresentante al Quirinale di quei giovani illusi che lo applaudivano in piazza, no, lui si sacrificava per ribadire la distinzione tra sinistra e destra, che esiste «sul piano storico e teorico», ad esempio chi è di sinistra riconosce il valore della dignità, e che l'uomo non è riducibile a un consumatore, mentre a destra, deduciamo, sono tutti indegni frequentatori di centri commerciale.

Che un professore dalle teorizzazioni tanto banali e rozze, per non dire dai pregiudizi tanto voluttuosamente coltivati, abbia dovuto cedere il passo a Giorgio Napolitano è uno dei pochi motivi di benessere che ci può essere dato di questi tempi. Così come il divertimento di leggere le sue interviste velleitarie, in cui si dichiara «imbarazzato» quando viene indicato come un «papa rosso», e ti immagini il rossore sulle sue guance, tipico del politico sprovveduto e timido alle prime armi, del vero idealista.

Ma chi ci casca, professor Rodotà? Lei era l'artefice di un ben preciso disegno politico, spaventosamente di parte, quanto di meno appropriato alla carica quirinalizia in una fase come la presente. Che in un'intervista dedicata alle parole- chiave lei spari a zero contro la «pacificazione », si atteggi a tumultuoso, dopo un ventennio dove il livello dello scontro ha accecato le menti, ci fa dire che lei sta bene là dov'è: nella stanzetta dell'inevitabile Fondazione del politico in pensione, a rilasciare interviste.
camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

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E qualcuno può credere ancora che avrebbero lasciato vivere un governo Bersani con l'appoggio esterno M5S o fuoriusciti da M5S???????
camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

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In questa calda estate scopriamo i transessuali della politica.

Jerri Calà.

"Sono un pò di sinistra e un pò di destra."


E' una novità, non l'avevo mai sentita.


25 LUG 2013 14:47
DOPPIA LIBIDINE - DALL’ESTATE ETERNA DEGLI OTTANTA RISBUCA JERRY CALÀ: “SONO UN PO’ DI SINISTRA E UN PO’ DI DESTRA, ECCO PERCHÉ MI PIACE RENZI”
“Se questo decennio avesse metà dell’entusiasmo che avevamo noi, non vivremmo i problemi che abbiamo” – “Berlusconi? E’ un genio che ha dato input a tivù e cinema. In politica non so, ma a qualche evento elettorale ho partecipato. Con piacere”…


Andrea Scanzi per il "Fatto quotidiano"


Tra i molti misteri degli anni Ottanta, c'era quello di vedere Johnny Calà nella parte del gran figo. Le donne, misteriosamente, impazzivano per lui. A tale quesito, poco esistenziale ma trasversalmente condiviso, risponde il 62enne protagonista con lo spettacolo "Non sono bello...piaccio".

Un altro mistero è forse capire perché 2500 persone a sera ridano con l'altro suo show, "Sapore di mare". Ogni mercoledì alla Capannina, Forte dei Marmi. Luglio e agosto. Da 17 anni. Ricordi e aneddotica di un'estate eterna che affascina ancora 15-35enni. Le "doppie libidini" resistono. "Un fenomeno sociologico che andrebbe studiato. I ragazzi trovano nei nostri film quello che oggi non c'è. Si affezionano alla mia epoca e fantasticano".

Quale epoca?
"I mitici Sessanta e Ottanta: "Quando ci batteva il cuore", come dice Virna Lisi in Sapore di mare. I giovani di oggi nascono in un'epoca confezionata. Noi no".

Gli Ottanta, di "mitico", avevano pochissimo.
"Li stanno rivalutando tutti. Nel bene e nel male c'era tanto fermento. La gente faceva due lavori, si ingegnava: desiderava emergere".

Un decennio edonistico, kitsch, disimpegnato.
"Non solo. I tanto detestati yuppies, quelli che avevano Gianni Agnelli come mito, non aspettavano che il mondo decidesse per loro. Se questo decennio avesse metà dell'entusiasmo che avevamo noi, non vivremmo i problemi che abbiamo".

Capannina, Bussola: i luoghi dell'estate da ricchi. Lei c'è ancora.
"La Capannina ha un pubblico più giovane di prima. Si avvicinano a me come allo zio un po' trasgressivo, che gli insegna cosa fare con le donne. E' così anche in Sardegna. Il 2 agosto apro il mio locale, La vita smeralda. E' frequentato da famiglie tradizionali, per sfatare il luogo comune della Costa Smeralda invasa solo da ricconi cafoni e puzzoni".

Il mondo che ha raccontato lei sette anni fa in Vita smeralda.
"Un film sottovalutato, ho raccontato la Costa Smeralda prima degli scandali: tre ragazze ingenue si avvicinano al mondo dei vip e ne restano deluse".

C'erano anche Flavio Briatore e Lele Mora.
"Briatore mi prestò il Billionaire per le riprese. E' stato molto gentile, anche se non ha capito la critica al suo mondo che c'era nel film. Lele si è sempre comportato bene con me. Cosa poi facesse con altri non lo so. Di sicuro non ha fatto tutto da solo. Mi lasci però dire una cosa".

Prego.
"Basta con la demonizzazione del lusso. Il populismo dilagante dimentica che, per costruire le Maserati e le Ferrari, gli yacht e le Porsche, servono migliaia di operai. Se chiudi quel rubinetto, la gente resta senza lavoro".

Vita Smeralda, Pipì Room: li hanno visto in pochi.
"Ho sbagliato ad abbandonare i Vanzina quando stava nascendo la coppia Boldi-De Sica. Dopo i dieci anni con i Gatti di Vicolo Miracoli, non volevo legarmi a un altro gruppo. Però i miei film hanno incassato benino, nonostante le poche copie".

Tutta colpa della distribuzione.
"L'altra sera a San Mauro a Mare c'erano più di 8mila persone: un motivo ci sarà, no? Negli anni sono diventato un bravo attore. Però i Veronesi, i Brizzi e i Virzì non mi chiamano: "Chi? Calà? Naaaaaa".

Forse perché, con Boldi, Greggio e Smaila, è uno dei pochi berlusconiani dichiarati.
"Pago il non essere ‘de sinistra'? Sarebbe triste. Berlusconi l'ho conosciuto con la nascita della tivù privata, ci credevamo solo noi Gatti e Mike Bongiorno. E' un genio che ha dato input a tivù e cinema. In politica non so, ma a qualche evento elettorale ho partecipato. Con piacere".

E' ancora berlusconiano?
"Sono un po' di sinistra e un po' di destra, come questo governo. Grillino proprio no, non sopporto i populismi. Mi piace Renzi: se la sinistra avesse scelto lui, non avremmo vissuto quel teatrino ridicolo dopo il voto".

Nel 2002 ha lavorato con Mario Monicelli.
"Per l'adattamento di Amici miei a teatro. Venti giorni splendidi. Gli chiedevi di La grande guerra e ne parlava come fosse una cosetta. Si esaltava solo quando parlava delle cene, di Tognazzi a tavola, degli scherzi. Ci disse che non poteva essere regista a teatro, perché lui sapeva muovere la macchina da presa ma non gli attori. La sua umiltà mi colpì: i grandi sanno unire genio e semplicità. Io purtroppo sono solo semplice".

E Marco Ferreri? Ci ha lavorato in Diario di un vizio, 1993. La sua prova migliore.
"Diceva durante le riprese: "Vedi, se io per sbaglio faccio passare un nano dietro di te, la critica ci scrive tre libri e si scervella: ‘Perché c'è quel nano? Che significato avrà?' Si fanno le pippe sulle cazzate". La penso come lui: quelli che si fanno le pippe non sono mai dei geni.
Dopo Ferreri, girò Abbronzatissimi 2. Alto e soprattutto basso.
"C'entra ancora Ferreri. Gli chiesi: "Maestro, ma io adesso cosa devo fare? Aspettare che mi chiamino solo quelli bravi come lei?" Lui, col suo milanese romanizzato, mi rispose: "Se non accetti quel film, su quel set ti ci mando io a calci nel culo. L'attore è una puttana".

Negli Ottanta c'era la comicità di qualità: Verdone, Troisi, Nuti, Benigni. E poi c'era lei.
"Una critica superata. Vacanze di Natale è un gioiellino. Non era volgare il film, ma la realtà. Vanzina mi mandò a Milano per studiare tre yuppies. Così entravo nella parte. Quando lessi il copione, consigliai di cambiarlo: troppo garbato. Gli yuppies erano fusi davvero".

Avete aperto la strada ai cinepanettoni.
"Lì la volgarità è meno giustificata. Se però quei film hanno successo, significa che milioni di italiani vogliono ridere guardando e ascoltando stronzate. Si può? Sì. E' un reato? No".
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Cose di casa Diccì -28


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Primarie Pd: ‘Segretario eletto da iscritti’.

Partito nel caos, la Direzione non decide
Gugliemo Epifani ha fissato le date in autunno di Assemblea e Congresso. E Letta ha confermato la separazione fra segretario e candidato premier: "Serve segretario che faccia il segretario". Ma sulle regole dell'elezione non c'è accordo. Franceschini: "Primarie aperte solo per candidato premier". Renziani in rivolta. Rughetti: "Se lo votino da soli"

di Redazione Il Fatto Quotidiano | 26 luglio 2013Commenti (167)



Qualche indicazione ma soprattutto tanta polemica sulle regole delle prossime primarie, con i renziani in rivolta.

Questo l’esito – mancato – dell’attesa Direzione del Partito Democratico.

Il voto, infatti, non c’è stato: troppo pericoloso andare alla conta in un simile clima di tensione.

Guglielmo Epifani, segretario del Partito Democratico, ha infatti rotto gli indugi indicando le date della prossima Assemblea nazionale (il 14 settembre) e del Congresso (entro novembre, probabilmente il 24), ribadendo l’intenzione di separare le figure di segretario e quella di candidato premier.

“Tagliamo la testa al toro: anche se non mi spetta, la mia indicazione è di fare il congresso entro novembre”, ha detto Epifani, aggiungendo che “serve una figura di segretario rivolta prevalentemente all’impegno sul partito”.

Parole confermate anche da Enrico Letta: ”Serve un segretario che faccia il segretario e che lavori a preparare un partito che quando ci saranno le nuove condizioni sia pronto a vincere”, ha detto il presidente del Consiglio.

Ma quanto detto da segretario e premier sembra andare esattamente in direzione opposta a quanto chiesto da Matteo Renzi, che nelle scorse settimane aveva auspicato che il segretario, scelto con le primarie, fosse poi anche candidato premier alle prossime elezioni.

Anche perché è proprio sulle regole delle primarie che il partito si è nuovamente spaccato.

Secondo Dario Franceschini (che ha anche fissato la data del Congresso all’ultima domenica di novembre, il 24), “per il candidato premier servono primarie aperte, senza albo”, mentre il segretario del Pd dev’essere “eletto da aderenti nel modo più coinvolgente possibile”.

Questa l’idea di Franceschini, che ha ricevuto il sostegno anche di Piero Fassino: “Condivido la proposta.

Le primarie per il premier siano le più aperte possibile.

Per il segretario invece serve un altro grado di legittimazione”.

E sull’ipotesi che a votare per il nuovo segretario siano solo gli iscritti – contrariamente anche da quanto accaduto in passato nel 2009, quando a votare furono gli iscritti ma anche chi sottoscriveva una richiesta di registrazione) – si è scatenato il caos.

In attesa di un commento di Matteo Renzi, i renziani si sono schierati compatti sul piede di guerra.

Roberto Giachetti ha ironizzato su Twitter: “Franceschini è troppo spregiudicato.

Per elezione segretario mi limiterei più prudentemente a dipendenti Pd e staff ministri”.

“Epifani per le primarie suggerisce una platea più ristretta.

Propongo che votino solo Bersani, Stumpo e Zoggia”, ha fatto eco Angelo Rughetti.


Mentre per Andrea Marcucci “alla direzione Pd hanno già dimenticato la batosta delle ultime elezioni e si predispongono ad incassare la prossima”, ha fatto eco.

Parole che lasciano presagire un voto contrario alla fine della direzione, a cui potrebbero accodarsi anche altre correnti.

Voto, però, che non si è tenuto in giornata: dopo l’intervento di Enrico Letta i parlamentari sono tornati in Aula, la conclusione è rimandata alla prossima riunione, come aveva proposto Gianni Cuperlo: “Se non c’è accordo non si voti oggi”.

Non sono solo i renziani, infatti, ad essere rimasti insoddisfatti dalle proposte di Epifani e Franceschini.

“Per quanto mi riguarda penso che il segretario lo debbano scegliere gli elettori, anche se poi si candidasse a premier qualcun altro.

Per un miliardo di motivi, a cominciare dal fatto che il Pd dovrebbe aprirsi e realizzarsi, non chiudersi e stravolgersi”, ha commentato sul suo blog Pippo Civati, già in corsa per la segreteria.

Anche per Gianni Pittella, “un congresso chiuso sarebbe devastante”.

E Cuperlo, altro candidato, ha aggiunto: “Se dobbiamo cambiare le regole facciamolo insieme”, ricevendo gli applausi di Matteo Renzi, seduto in platea.

Proprio a Renzi si è rivolto in tono polemico Beppe Fioroni, che invece condivide la restrizione del voto sul segretario: “Le primarie per l’elezione del segretario non dico debbano essere ristrette solo agli iscritti ma almeno a chi è certo che non odia il Pd”.

Contrari anche giovani turchi e prodiani.

Per Matteo Orfini “la proposta sulle regole avanzata da Epifani non va bene.

In un momento difficilissimo per il Pd non possiamo chiuderci nelle nostre paure”.

Sandro Gozi si dice “soddisfatto perché abbiamo fissato una data entro la fine di novembre, ma credo che la platea per la scelta del segretario debba essere assolutamente aperta, non riservata agli iscritti se vogliamo mantenere la missione originaria del Pd”.

Per Luigi Zanda, capogruppo Pd al Senato, “chiudere il partito è inaccettabile”.

Per l’ex segretario, Pierluigi Bersani, non si tratta però di una chiusura: ”Il concetto è semplice: tutte le primarie sono aperte, ciascuno secondo la propria logica. Le primarie per il premier saranno aperte a chi si dichiara elettore del centrosinistra, le primarie per il segretario devono essere aperte a chi aderisce al Pd”.

Polemiche anche sulle tempistiche delle candidature: secondo Epifani, la “formalizzazione avverrà dopo i congressi di circoli provinciali e regionali”.

Un timing che però non piace ai renziani, che da tempo chiedono che le candidature si possano presentare prima dell’avvio del congresso.

Tutto il congresso, anche della parte locale.

Con i sostenitori del sindaco di Firenze sembra essere quindi scontro su tutta la linea: ”Non mi sembra spetti alla Direzione del Pd decidere, ma alla Assemblea nazionale“, scrive Rughetti.
camillobenso
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Cose di casa Diccì -29


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26 LUG 2013 17:25
1. PIUTTOSTO CHE DARE IL PD A RENZI, PREFERISCONO CHIUDERLO: E SCOPPIA LA RIVOLTA! -

2. I RENZIANI ALL’ATTACCO CONTRO L’ABOLIZIONE DELLE PRIMARIE E IL CONGRESSO PER SOLI ISCRITTI, DERIDONO IL SOVIET DEL NAZARENO: “FACCIAMO VOTARE SOLO I DIPENDENTI PD E GLI STAFF DEI MINISTRI. ANZI NO, VOTINO SOLO BERSANI, STUMPO E ZOGGIA” -

3. ANCORA: “HANNO FATTO UN GOVERNO CON BERLUSCON MA NON VOGLIONO FARE UN PARTITO CON RENZI”. “A QUESTO PUNTO CONVOCHERANNO IL CONGRESSO IL… 31 NOVEMBRE” -

4. ANCHE DALEMIANI (CUPERLO E LA TORRE) E GIOVANI TURCHI (ORFINI E ORLANDO) IN TRINCEA: “REGOLE DA MATTI”. LA PRODIANA ZAMPA: “E’ INACCETTABILE CHIUDERE IL PARTITO” -

5. E ORA IL GOVERNO BALLA PER DAVVERO. CUPERLO: “SUBITO LA NUOVA LEGGE ELETTORALE” -



FRANCESCHINI, SEGRETARIO SIA SCELTO DA ISCRITTI
(ANSA) - ''L'assemblea decidera' le regole ma la mia idea e' che il candidato premier vada scelto con primarie aperte e senza albo mentre credo giusto che il segretario venga eletto dagli iscritti nel modo piu' coinvolgente possibile''. E' la proposta avanzata da Dario Franceschini in direzione.


PD: RENZIANI ATTACCANO PROPOSTE EPIFANI SU REGOLE CONGRESSO
(AGI) - C'e chi usa l'ironia, chi va giù senza metafore. Ma di certo le proposte di Guglielmo Epifani per le regole del congresso non sono piaciute a molti esponenti renziani. Al centro delle critiche non la data del congresso, che anzi si dovrebbe tenere entro fine novembre, quanto la proposta di far votare la direzione sul tipo di platea che dovrà eleggere il segretario e la data per la presentazione delle candidature.

"Non mi sembra spetti alla Direzione del Pd decidere ma alla Assemblea nazionale" obietta Angelo Rughetti. "Alla direzione Pd hanno già dimenticato la batosta delle ultime elezioni e si predispongono ad incassare la prossima" commenta Andrea Marcucci. Attacca invece con una battuta Roberto Giachetti, che in realta si rivolge a Franceschini e non a Epifani. Il ministro aveva chiesto primarie riservate agli aderenti: "Franceschini troppo spregiudicato. Per elezione segretario mi limiterei piu prudentemente a dipendenti PD e staff ministri". Al momento, pero, in direzione nessuno e ancora intervenuto e a quanto si apprende si stanno svolgendo diversi colloqui tra diversi esponenti del Pd.


3 - PD: FARAONE, CON BERLUSCONI AL GOVERNO MA NIENTE PARTITO CON RENZI
(Adnkronos) - "Con Berlusca hanno fatto un governo, con Renzi non vogliono fare manco un partito". Lo scrive su Twitter il renziano Davide Faraone, a proposito del dibattito il
Direzione Pd.

4 - PD: ZAMPA, INACCETTABILE DIRE SOLO ISCRITTI VOTANO SEGRETARIO =
(AGI) - "Inaccettabile chiudere il partito ora e dire che solo iscritti votano segretario. A parte che nessuno si iscrive occorre rifondare PD". Cosi Sandra Zampa, su Twitter.

5 - PD. CIVATI: CON QUESTE REGOLE SI CHIUDE

(DIRE) - "Si chiude il Congresso. Si chiude il dibattito. Si chiude. E tutto perche' non e' popolare questo governo, e' pieno di fighetti in giro, non c'e' motivo di cambiare le cose, che vanno bene cosi'. E tutto per non perdere, e cosi' si perde. E ci si perde". E' il commento di Pippo Civati alle regole per il congresso del Pd, illustrate oggi in direzione.


6 - PD. ORFINI: PROPOSTA EPIFANI NON VA, NON CHIUDIAMOCI NELLE PAURE
(DIRE) - "La proposta sulle regole avanzata da Epifani non va bene. In un momento difficilissimo per il Pd non possiamo chiuderci nelle nostre paure". Lo dice Matteo Orfini, commentando le proposte di Epifani in direzione.

7 - PD: BINDI, NON SACRIFICO COSTITUZIONE PER GOVERNO
(AGI) - "E' possibile che un governo di necessita possa mettere in discussione la vita di un partito?". Cosi Rosy Bindi durante la direzione del Pd. "Io - ha proseguito Rosy Bindi - non sacrifico la carta costituzionale per questo governo".

8 - PD. CARBONE: MI ASPETTO CONGRESSO IL 31 NOVEMBRE
(DIRE) - Il deputato del Pd Ernesto Carbone, vicino a Matteo Renzi, commenta con ironia la proposta di regole del Pd: "A questo punto mi aspetto che il congresso sia convocato per il 31 novembre".

9 - PD. ESPOSITO (PD): DA EPIFANI REGOLE DA MATTI
(DIRE). - "Epifani propone regole da matti". Lo dice il senatore del Pd Stefano Esposito che aggiunge: "Il segretario nazionale eletto solo dagli iscritti, i congressi fino al
regionale fatti senza le candidature nazionali".

10 - PD. CUPERLO: SU REGOLE DECIDA IL CONGRESSO, E RENZI APPLAUDE
(DIRE) - Matteo Renzi applaude l'intervento di Gianni Cuperlo in direzione. Accade quando Cuperlo spiega che "il Pd ha bisogno di eleggere il segretario. Se si cambiano le regole dobbiamo farlo insieme. Se non c'e' accordo sul ruolo di segretario e premier, deve decidere il congresso". "Ad oggi- spiega Cuperlo- non ci sono le condizioni per un altro governo. Proprio per questo serve subito una nuova legge elettorale. Per evitare di essere costretti ad altri governi di necessita'". Il candidato alla segreteria del Pd si chiede: "Ma quale e' il modo in cui stiamo in questo governo? Dobbiamo fare il congresso sul governo o sull'Italia che vogliamo? Noi dobbiamo partire da una nostra agenda sull'Italia". E aggiunge: "Se vogliamo tenere insieme chi soffre nella
societa' e chi e' indignato moralemnte dobbiamo avere priorita'. Collocare il partito nella nostra societa'".

11 - PD: 'GIOVANI TURCHI' PRONTI A VOTARE NO A PROPOSTA REGOLE
(ANSA) - Non solo i renziani. Anche i 'giovani turchi', a quanto si apprende, sono molto contrari alla proposta sulle regole avanzata in direzione in particolare sulla data per
la presentazione delle candidature e sulla platea degli iscritti per decidere il segretario. ''Se non le correggono, noi votiamo contro'', fanno sapere in attesa del voto finale.

12 - GOVERNO/ CUPERLO: NO ALTERNATIVE, SUBITO L.ELETTORALE
(TMNews) - Non esistono alternative a questo governo, ma proprio per questo bisognerà cambiare subito la legge elettorale, per evitare di trovarsi in futuro in nuove situazioni
"di necessità". Lo ha detto Gianni Cuperlo, parlando alla direzione Pd: "Ad oggi non ci sono condizioni per altro governo. Proprio per questo serve subito una nuova legge elettorale. Per evitare di essere costretti ad altri governi di necessità".
Ha aggiunto Cuperlo: "Ma quale è il modo in cui stiamo in questo governo. Dobbiamo fare il congresso sul governo o sull'Italia che vogliamo? Noi dobbiamo partire da una nostra agenda sull'Italia. Se vogliamo tenere insieme chi soffre nella società e chi è
indignato moralmente dobbiamo avere priorità. Collocare il partito nella nostra società".


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camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da camillobenso »

Cose di casa Diccì - 30


...................In hoc signo vinces

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26 LUG 2013 19:24
MAI DIRE PD! DOPO LA RIVOLTA, LA CASTA EPIFANI-BERSANI-FRANCESCHINI COSTRETTA ALLA RETROMARCIA: VOTO RINVIATO
La rivolta di renziani, dalemiani, giovani turchi, civatiani, bettiniani, prodiani e pure Rosy Bindi impedisce il voto in direzione. Il correntone governista rischia di finire in minoranza? Il renziano Marcucci: “Con le regole di Epifani, il prossimo segretario sarà Tafazzi”…

PD: DIREZIONE FINISCE SENZA VOTO, RINVIATO A PROSSIMA SETTIMANA =
(AGI) - - La riunione della direzione del Pd si e conclusa senza un voto, sia perche dopo l'intervento del premier erano ancora iscritti a parlare una trentina di componenti, sia perche una intesa non sembrava immediatamente raggiungibile sui temi delle regole. Si e dunque deciso di sospendere i lavori e di aggiornarli alla prossima settimana, molto probabilmente dopo il 30 luglio.

PD: MARCUCCI, CON REGOLE EPIFANI PROSSIMO SEGRETARIO SARÀ TAFAZZI =
(ASCA) - "Con le regole ipotizzate da Epifani, il prossimo segretario del Pd sarà Tafazzi". Lo afferma il senatore del Pd Andrea Marcucci, renziano, commentando i lavori della direzione del partito. "Riservare le primarie ai soli iscritti -sottolinea Marcucci- significa praticare una eutanasia di gruppo. Tanto per cambiare vogliono cambiare lo statuto per fermare Matteo Renzi, non si rendono conto che questa volta fanno proprio fallire la ditta".

PD: BERSANI, PRIMARIE SEGRETARIO APERTE A CHI ADERISCE AL PD =
(Adnkronos) - "Il concetto e' semplice: tutte le primarie sono aperte, ciascuno secondo la propria logica. Le primarie per il premier saranno aperte a chi si dichiara elettore del centrosinistra. Le primarie per il segretario devono essere aperte a chi aderisce al Pd". Lo dice Pier Luigi Bersani parlando a margine della Direzione del Pd.

PD: BETTINI, INVECE DI APRIRCI DA DIREZIONE EMERGE IDEA DI CHIUSURA
(ASCA) - "Dalla Direzione emerge una idea di chiusura della partecipazione mentre c'e un impellente bisogno di aprirsi alla società italiana". Lo ha dichiarato Goffredo Bettini a conclusione della Direzione del Pd.

PD: BINDI, NON VORREI CHE CON GOVERNO NECESSITA' FINISSE PARTITO =
(Adnkronos) - "Quando nacque il Pd, fini' un governo; non vorrei che sia nato un governo di necessita' e finisca il Pd". Lo scrive in un tweet Rosy Bindi mentre e' in corso la direzione dei dem. "A chi interessa un Pd che non si presenta come forza di governo per il cambiamento?", chiede poco dopo Bindi in un altro tweet.
Amadeus

Re: quo vadis PD ????

Messaggio da Amadeus »

iscritti -non iscritti- dichiarazioni di fedeltà al csx- preregistrazione - stampa preiscrizione- tessera della coop .... lo scontro inevitabile diventerà rovente
riusciremo ad incasinare tutto e a fare una figura di m di dimensioni galattiche ...
a quel punto il governo Letta potrà cadere e Forza Italia , intonsa :mrgreen: , passerà all'incasso.


n.b. questo è un acconto ( che non possono incassare perchè esiste ancora uno pseudo Pd )
Un emendamento al disegno di legge del governo sul finanziamento ai partiti che cancella il carcere per il reato di finanziamento illecito sostituendo la reclusione con una sanzione pecuniaria. Porta la firma di un gruppo di parlamentari del Pdl e ha fatto scoppiare subito le proteste del centrosinistra che ha chiesto di cancellarlo.
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