quo vadis PD ????

E' il luogo della libera circolazione delle idee "a ruota libera"
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pancho
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da pancho »

camillobenso ha scritto:Cose di casa Diccì - 30
...................In hoc signo vinces

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..........PD: BERSANI, PRIMARIE SEGRETARIO APERTE A CHI ADERISCE AL PD =
(Adnkronos) - "Il concetto e' semplice: tutte le primarie sono aperte, ciascuno secondo la propria logica. Le primarie per il premier saranno aperte a chi si dichiara elettore del centrosinistra. Le primarie per il segretario devono essere aperte a chi aderisce al Pd". Lo dice Pier Luigi Bersani parlando a margine della Direzione del Pd
...................
Da "esterno"in tutta sincerita' do ragione Bersani.

Che avrebbe far eleggere un segretario di partito usando le primarie aperte a tutti in cui possono votare cani e porci?

Se questo sfavorirebbe qualcuno probabilmente costui faceva gia' affidamento su dei voti esterni e cioe' di quelli in procinto di passare da questa parte.

Che vorrebber dire: mi iscrivo al PD se so' in anticipo chi sara' il segretario e quindi la linea politica. Un'arrembaggio in massa allora che farebbe sfigurare qualsiasi incallito vecchio corsaro.

Tutt'altra cosa e' fare le primarie per il premier del centrosinistra anche se i pericoli potrebbero esserci lo stesso. Credo pero' che sarebbero inunfluenti in questo caso.


un salutone da Juan.
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
Amadeus

Re: quo vadis PD ????

Messaggio da Amadeus »

tranquillo pancho, qualsiasi formula che troveranno dopo essersi intellettualmente scannati porterà come risultato univoco che faremo ridere i polli . 8-) :roll:
Amadeus

Re: quo vadis PD ????

Messaggio da Amadeus »

Non di meno Pd, insomma, ma di più Pd
Pubblicato: 28/07/2013 06:00


http://www.huffingtonpost.it/ivan-scalf ... _ref=italy



Parliamoci chiaro: stabilire se il segretario del Partito democratico lo debbano eleggere solo gli iscritti o gli elettori significa scegliere tra due modelli di partito radicalmente diversi.

Il partito il cui segretario è eletto da una platea aperta è il PD della fondazione, quello del 2007, il partito pensato da Walter Veltroni, il partito che voleva parlare a tutta l'Italia superando le divisioni ideologiche e la divisione tra politica e società civile. Un partito aperto, disponibile a farsi contaminare dalla società e pronto a contaminarla in un processo di continua rimescolanza. Un partito che lavora su temi e su grandi campagne di opinione, un partito a cui possono associarsi singoli cittadini, ma anche associazioni, comitati o gruppi. Un partito da vivere con libertà, un partito a cui dare pittosto che un partito da cui ricevere.

Sembravamo tutti d'accordo che il PD dovesse assomigliare a questa cosa nuova, quando lo fondammo. In fondo, il PD nasceva dallo stato di necessità dato dall'evidente crisi dei partiti novecenteschi. Una crisi culminata nel pasticcio de L'Unione: l'ammucchiata di una dozzina di partitini identitari che aveva esaurito in pochi mesi la sua esperienza di governo, lasciando i nostri elettori nello sconforto più profondo.

In realtà, nell'unanimità di voci che aveva celebrato la nascita del partito nuovo, c'erano moltissimi che non erano per nulla convinti della necessità di superare il modello del partito tradizionale. Ce ne accorgemmo subito nella Commissione, presieduta da Salvatore Vassallo, che ebbe l'incarico di redigere lo Statuto del partito. Un documento, quello finale, frutto di un compromesso su due visioni di partito completamente incompatibili che hanno continuato a combattersi fino alla deflagrazione di ieri.

I sostenitori del partito che elegge il suo segretario soltanto col voto degli iscritti sostengono adesso come allora che non si capisce perché i non iscritti debbano avere voce in capitolo su questa scelta. "In fondo - chiedono - il segretario di una bocciofila non lo eleggono solo gli iscritti alla bocciofila?". Il fatto è che un partito politico non è una bocciofila per il semplice motivo che gli effetti delle decisioni del presidente della bocciofila riguardano i soli iscritti, mentre le decisioni del segretario del PD hanno effetti che vanno ben al di là della ristretta cerchia degli iscritti al partito. Riguardano tutti gli elettori, piuttosto, ed è per questo che gli elettori devono poter dire la loro.

Chiudersi nuovamente in un recinto sarebbe, per il Partito democratico, una scelta esiziale. Soprattutto oggi, nel momento in cui il rapporto con il nostro elettorato è messo a dura prova dal governo delle larghe intese, che molti hanno subito più che accettato. Rivolgerci ai nostri elettori per comunicare loro che il parere dei tre milioni di persone che elessero Veltroni e Bersani oggi non è più gradito né necessario, sarebbe un messaggio impossibile da formulare. Dire agli elettori del PD che ciò che appartiene a tutti i nostri simpatizzanti non è più il Partito democratico ma solo la coalizione di governo - solo a quella sarebbero riservate le primarie - significa ridurre il PD al semplice azionista di un gruppo. Una cosa più piccola e assai meno ambiziosa del partito che voleva cambiare la società e la politica italiana che voleva essere alla nascita.

Se fino ad ora non ci siamo riusciti non è certo perché, come qualcuno vorrebbe far credere, ci siamo spinti troppo avanti ed è dunque il tempo di tornare indietro. Se dopo tutti questi anni siamo ancora in mezzo al guado è perché al contrario quel progetto non è mai nato per davvero. Non di meno apertura abbiamo bisogno, dunque, ma di maggiore apertura. Non di minore coraggio, ma di più coraggio. Non di minore innovazione, ma di più innovazione. Non di meno PD, insomma, ma di più PD.
erding
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da erding »

Non di meno PD, insomma, ma di più PD.

Ma... di quale PD si parla?!

Partito chiuso partito aperto, voto solo agli iscritti o esteso a tutti...
Tutte cose importanti, le regole sono importanti, ma prima viene la coerenza.
Inutile fare, a seconda del momento, regole strumentali per qualcuno o qualcosa, cominciassero a chiedere scusa agli elettori
per averli traditi facendo questo spudorato governo, dopo di che si palesino i famosi “101” , dopo di che...
camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da camillobenso »

erding ha scritto:
Non di meno PD, insomma, ma di più PD.

Ma... di quale PD si parla?!

Partito chiuso partito aperto, voto solo agli iscritti o esteso a tutti...
Tutte cose importanti, le regole sono importanti, ma prima viene la coerenza.
Inutile fare, a seconda del momento, regole strumentali per qualcuno o qualcosa, cominciassero a chiedere scusa agli elettori
per averli traditi facendo questo spudorato governo, dopo di che si palesino i famosi “101” , dopo di che...



Visti da lontano, ……da molto lontano,……da Venere.

Ad paraculam,….in saecula saecolorum,………………….Ammen.



Cita:
Non di meno PD, insomma, ma di più PD.



Ma... di quale PD si parla?!




Il Piddì nasce per volontà popolare?

Assolutamente no.

Nasce per espressa volontà del Puparo della “sinistra”, il duca conte Max.

Alle elezioni del 2006 del 9-10 di aprile si hanno questi risultati:

Alla Camera l’Ulivo si presenta unito e prende il 31,27 %

Al Senato Ds e Margherita si presentano separatamente e prendono:

Democratici di sinistra = 17,49%
Democrazia e Libertà – La Margherita = 10,72 %

http://it.wikipedia.org/wiki/Elezioni_p ... e_del_2006


I Ds che grazie all’Ulivo vincono le elezioni, ottengono però il dato più basso della storia della sinistra.

Il Puparo che controlla i Ds dallo spodestamento di Achille Occhetto, non ha fatto mai politica di partito, non la sa fare.

Se i Ds continuano in quella direzione, prima o poi l’obiettivo 10 % potrebbe diventare un’amara realtà.

Quindi, diventato a tutti gli effetti democristiano,
http://st.ilfattoquotidiano.it/wp-conte ... jpg?47e3a5

sventola sotto il naso dei notabili della Margherita il vantaggio reciproco della fusione Ds – Margherita.

L’uomo della Magna Grecia, Giriaco De Mida da Nusgo, che soffre da 15 anni la mancanza del “podere demogrisdiano”, intravvede la possibilità di ritornare ai vecchi fasti di un tempo.

Anghe con gli ex gomunisdi degomunistizzadi. Il podere si sa è sembre il podere, e Parigi val bene una messa.

“Broviamo, risponde il vecchio guru Dc, alla brobosta del duca conte. Meddiamogi insieme e veddiamo ghe suggede.”

E’ stato come mettere a fianco l’un l’altro un cocomero e una cipolla sperando che ne uscisse un cammello.

Continua
erding
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da erding »

Mah... il PD ha proprio bisogno del timbro della cassazione per provare imbarazzo a governare con Berlusconi?!
camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da camillobenso »

Continua da:


Visti da lontano, ……da molto lontano,……da Venere.

Ad paraculam,….in saecula saecolorum,………………….Ammen.



Cita:
Non di meno PD, insomma, ma di più PD.



Ma... di quale PD si parla?!


****

Non penso ci sia molto da aggiungere da quanto afferma Sposetti.

Sono cose dette da sempre a livello popolare, ma che assumono altra valenza se dette da chi è dentro il sistema e fa parte della casta.





Andrea Cangini per http://qn.quotidiano.net/primo_piano/20 ... uiem.shtml


Senatore Sposetti, quali conseguenze prevede nel caso la Cassazione confermi la condanna di Berlusconi?
«Sarà la fine di tutto, il partito non reggerà l'urto e salterà in aria come un birillo».

Il Pdl pare piuttosto compatto...
«Infatti non sto parlando del Pdl, ma del Pd. Siamo politicamente annientati, nessuno ha ragionato di questa vicenda sul piano politico, non la reggeremo: per noi sarà una botta tremenda e il partito imploderà».

Con quali conseguenze?
«Le conseguenze riguarderanno tutti, l'intero sistema politico».

Il suo partito, però...
«No, guardi, la fermo: ‘partito' è un termine improprio».

Perché?
«Lei vede un partito? Ha l'impressione che ci sia un gruppo coeso, o una leadership, o una strategia? Il Pd non è più un partito, è un insieme di persone che pensa ai propri interessi personali e cerca come può di salvarsi il... il futuro, ecco, diciamo il futuro».

Sposetti, lei è uomo d'esperienza, ci spiega perché il Pd dovrebbe pagare più del Pdl la condanna di Berlusconi?
«Che vuole spiegare, le basti notare che abbiamo avuto la splendida idea di fissare una Direzione che non poteva non finire male nel giorno in cui il parlamento ha approvato un decreto del governo, il nostro governo, pieno di belle cose per il Paese...».

Dunque?
«Dunque sui giornali si parla solo della spaccatura del Pd. Una cosa imbarazzante, il partito è ormai animato da persone che tra un orecchio e l'altro non hanno nulla: un grande ed inesauribile vuoto cerebrale».

Come pensa che reagirà Berlusconi ad un'eventuale condanna?
«Il Pdl si arroccherà in difesa del Capo e lui da Arcore si dichiarerà prigioniero politico dei magistrati comunisti».

E il governo?
«Berlusconi dirà che Enrico Letta resta in piedi fino a morte naturale, e noi, pur volendolo mandare a casa, dovremo sostenerlo. Comincerà allora una fase ancora più fessa di quella attuale».

Con quale esito?
«Vivremo alla giornata per un po', poi arriverà Napolitano che ci dirà cosa dobbiamo fare. Il governo continuerà a vivacchiare con tutta la sua evidente inadeguatezza ed io avrò tempo fare l'unica cosa sensata che mi è rimasta da quando ho capito che la politica è morta: occuparmi delle piante sul balcone di casa».
camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

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Cose di casa Diccì - 31


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E tra i Democratici scatta l’allarme “Se Silvio viene condannato noi non reggiamo questa alleanza”

(GOFFREDO DE MARCHIS).
30/07/2013 di triskel182



Epifani: tutto dipende dalla Cassazione, il Pdl eviti forzature.
Il Partito democratico.

ROMA— «Facciamo tanta fatica a sostenere questo governo, continueremo a farla anche dopo la sentenza della Cassazione ». Il giovane turco Matteo Orfini è uno dei “rassegnati” alle larghe intese.

Rassegnato ma non per questo meno combattivo, soprattutto se il Pdl dovesse, dice lui, «iper-reagire». Come fece dopo l’annuncio della data della sentenza, chiedendo la sospensione dei lavori parlamentari.

«Ecco, se arriva una risposta di quel tipo, la maggioranza è finita e il governo Letta va a casa». È questo il paletto insuperabile per il Pd. Sembra di capirlo anche dalle parole del capogruppo al Senato Luigi Zanda.

Quando accenna a inaccettabili «reazioni eversive» contempla anche il precedente dell’Aventino. Del resto, Orfini interpreta quella promessa del premier («non vado avanti a qualsiasi costo») proprio così: «Si riferisce ai guai giudiziari di Berlusconi e alla risposta del Pdl».

Ma anche la tenuta del Pd è tutta da verificare nel caso di un’eventuale condanna. L’impressione è che non possa assorbirla. A prescindere dai commenti dello stesso Cavaliere e dei suoi fedelissimi.

Perché i democratici, a quel punto, governerebbero con un pregiudicato interdetto dai pubblici uffici. Il tesoriere dei Ds e senatore Pd Ugo Sposetti, che conosce bene i suoi compagni di partito, non ha dubbi: «Il Pd salta come un birillo se i giudici confermano la sentenza di appello. Non reggerà l’urto, sarà la fine di tutto», ha detto al Quotidiano Nazionale l’altro giorno.

Una previsione catastrofica, ma che riflette le mille difficoltà che la sinistra ha già dovuto superare nel recinto scomodo delle larghe intese. Sposetti sostiene che i democratici non sono pronti ad affrontare un’ondata. Nemmeno di fronte al (presunto) senso di responsabilità della destra. «Non ne abbiamo mai parlato, non siamo preparati politicamente».

Il clima di attesa effettivamente è anche un clima di disorientamento.

Lo si vede nei capannelli di deputati e senatori.

Incerti sull’esito processuale e soprattutto sul dopo.

Da settimane il segretario Gugliemo Epifani non nasconde la gravità di questo passaggio. «Il futuro dipende dalla Cassazione. Ed è inutile avventurarsi in ipotesi sulla decisione dei giudici. È tutto aperto». Epifani si è preso tre giorni pieni di relax con la famiglia e tornerà oggi a Roma. Non a caso.

La sentenza è anche un buon motivo per rinviare la direzione sulle primarie alla prossima settimana.

«È bene analizzare quale sarà la reazione del Pdl — spiega il segretario —. Stavolta, sia chiaro, noi non accetteremo una sospensione dei lavori parlamentari neanche di 5 minuti. La destra non cerchi altre forzature».


Quindi, il clima è anche di guerra. O meglio, di guerra possibile.

Ma Francesco Boccia, lettiano, presidente della commissione Bilancio della Camera, è pronto a scommettere che Berlusconi non lancerà il guanto di sfida.

«Se il Pdl non commette falli di reazione e il Cavaliere dice che il governo può andare avanti, voglio vedere come fa il Pd a staccare la spina», dice. «Non possiamo essere noi a far cadere Letta. Verrebbe tradito il patto che abbiamo siglato davanti agli italiani e al capo dello Stato. E questo impegno non viene meno perché lo decide qualche corrente del Pd. Per contarci, sul governo e sulle larghe intese, c’è il nostro congresso, lì ci possiamo misurare».

Difficile però valutare l’impatto della sentenza sugli antigoverno, a cominciare da Matteo Renzi e dai renziani.

Ancora più complicato immaginare in cosa si trasformerebbero le feste dell’Unità estive dovendo difendere l’alleanza con un condannato in via definitiva.

Feste che il sindaco di Firenze batterà a tappeto durante il mese di agosto. «Io sono tra i più sereni, gli altri non so», ironizza Pippo Civati, candidato alla segreteria e nemico dichiarato della Grande coalizione.

«Immagino che se Berlusconi sarà condannato nessuno vorrà banalizzare. Bisognerà fermarsi a riflettere, a riflettere sul serio. Per rispetto dei nostri elettori».

Saranno dunque le ore immediatamente successive alla decisione della Suprema corte a segnare il destino del governo e del Partito democratico.

Che invece sul voto per la decadenza da senatore di Berlusconi, non si dividerà. «Le sentenze si rispettano, su questo non ci sono discussioni », avverte Boccia. Il Pd, quel giorno, se e quando arriverà, sarà compatto.

Da La Repubblica del 30/07/2013.
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Re: quo vadis PD ????

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Re: quo vadis PD ????

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