Come se ne viene fuori ?

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camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Amadeus ha scritto:il massimo sarebbe che Napolitano si dimette stasera e li f.... :mrgreen:
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la grazia o la fine della legislatura .... :shock: .... alla faccia della pacificazione ....

Puttane & Bottane

Battiato aveva ragione, le puttane stanno all’interno del Parlamento ma non hanno le tette sviluppate ne la patonza. Sono in prevalenza maschietti.

Fuori dal Parlamento ci stanno le bottane.

Ad In onda, Mario Sechi si assume l’incarico della difesa del ricatto berlusconiano e cita ad esempio il perdono di Ford a Nixon per il caso Watergate.

Se lo hanno dato a Nixon il perdono, possiamo darlo anche al Caimano.

Per una volta brava la Bindi ad essere pronta per rispondere a tono (non sempre la vecchia guardia deve essere rottamata).

Un caso raro per i piddini.

“ Nixon ha chiesto la grazia ma ha fatto l'accordo che si sarebbe ritirato anticipatamente. Berlusconi vuole la grazia per continuare a fare politica”

Il Pdl non esiste senza Berlusconi, lo sanno tutti da sempre.

L’ennesimo ricatto dei Fratelli mussulmani.
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

SENTENZA MEDIASET - IL VERTICE PDL
Berlusconi: riforma giustizia o si vota Pdl: chiederemo la grazia al Colle
«Subito elezioni per vincerle». Alfano: «Pronti a dimissioni». Il Quirinale: «Grazie viene chiesta solo da soggetti titolati»



Berlusconi a Palazzo Grazioli (Afp)Berlusconi a Palazzo Grazioli (Afp)La richiesta della grazia al Colle. E nuove elezioni se non ci sarà una riforma della giustizia. Berlusconi reagisce al verdetto della Cassazione. E incontra i suoi a Montecitorio per un vertice con i parlamentari del Pdl. La linea scelta è quella dura nei confronti dell'esecutivo delle larghe intese: «Dobbiamo chiedere al più presto le elezioni per vincere. Riflettiamo sulla strada migliore per raggiungere questo obiettivo». L'incontro è stato convocato nel pomeriggio in seguito alla sentenza Mediaset della Cassazione di giovedì e dopo che il pm di Milano Ferdinando Pomarici ha firmato l'ordine di esecuzione con sospensione della pena per Berlusconi condannato in via definitiva per il caso Mediaset.


L'INCONTRO CON NAPOLITANO - Un'atmosfera surreale, nella quale deputati e senatori del Pdl hanno consegnato le loro dimissioni nelle mani dei capigruppo, Renato Brunetta e Renato Schifani. Ma non solo. Brunetta e Schifani con le dimissioni andranno dal presidente Giorgio Napolitano per chiedere «che venga ripristinato lo stato di democrazia». E lo faranno - o, almeno questa è la loro intenzione - già lunedì, al rientro delle vacanze del presidente della Repubblica che proseguiranno come previsto. Nella serata di venerdì poi arriva la chiamata, domenica tutti a Roma in piazza



LA GRAZIA AL COLLE -E Schifani addirittura spiega di voler chiedere la grazia e spiega al Cavaliere: «Ci muoveremo perché ti possa essere restituita nel rispetto della Costituzione quella libertà che ti spetta per la tua storia così da ottenere da Napolitano il ripristino dello stato di democrazia che questa sentenza ha alterato». Parole ribadite da Daniela Santanché che afferma: «Noi abbiamo solo un'idea su come il presidente Giorgio Napolitano potrebbe intervenire sulla condanna a Silvio Berlusconi, mi fa un po' effetto pronunciare quella parola legata a Silvio Berlusconi». Attenua i toni Renato Brunetta che annuncia: «Se alla nostra richiesta di grazia non ci fosse una risposta positiva, tutti sappiamo quello che occorre fare: difenderemo la democrazia nel nostro Paese».

I SOGGETTI TITOLATI - E non è mancata una prima replica dal Colle. Interpellati sulle ricorrenti richieste di una grazia del presidente della Repubblica a Silvio Berlusconi, ambienti del Quirinale ricordano che è la legge a stabilire quali sono i soggetti titolati a presentare la domanda di grazia.


Berlusconi a Palazzo Grazioli (Afp)Berlusconi a Palazzo Grazioli (Afp)La richiesta della grazia al Colle. E nuove elezioni se non ci sarà una riforma della giustizia. Berlusconi reagisce al verdetto della Cassazione. E incontra i suoi a Montecitorio per un vertice con i parlamentari del Pdl. La linea scelta è quella dura nei confronti dell'esecutivo delle larghe intese: «Dobbiamo chiedere al più presto le elezioni per vincere. Riflettiamo sulla strada migliore per raggiungere questo obiettivo». L'incontro è stato convocato nel pomeriggio in seguito alla sentenza Mediaset della Cassazione di giovedì e dopo che il pm di Milano Ferdinando Pomarici ha firmato l'ordine di esecuzione con sospensione della pena per Berlusconi condannato in via definitiva per il caso Mediaset.
L'INCONTRO CON NAPOLITANO - Un'atmosfera surreale, nella quale deputati e senatori del Pdl hanno consegnato le loro dimissioni nelle mani dei capigruppo, Renato Brunetta e Renato Schifani. Ma non solo. Brunetta e Schifani con le dimissioni andranno dal presidente Giorgio Napolitano per chiedere «che venga ripristinato lo stato di democrazia». E lo faranno - o, almeno questa è la loro intenzione - già lunedì, al rientro delle vacanze del presidente della Repubblica che proseguiranno come previsto. Nella serata di venerdì poi arriva la chiamata, domenica tutti a Roma in piazza

Berlusconi arriva a riunione: lungo applauso dai suoi


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LA GRAZIA AL COLLE -E Schifani addirittura spiega di voler chiedere la grazia e spiega al Cavaliere: «Ci muoveremo perché ti possa essere restituita nel rispetto della Costituzione quella libertà che ti spetta per la tua storia così da ottenere da Napolitano il ripristino dello stato di democrazia che questa sentenza ha alterato». Parole ribadite da Daniela Santanché che afferma: «Noi abbiamo solo un'idea su come il presidente Giorgio Napolitano potrebbe intervenire sulla condanna a Silvio Berlusconi, mi fa un po' effetto pronunciare quella parola legata a Silvio Berlusconi». Attenua i toni Renato Brunetta che annuncia: «Se alla nostra richiesta di grazia non ci fosse una risposta positiva, tutti sappiamo quello che occorre fare: difenderemo la democrazia nel nostro Paese».

I SOGGETTI TITOLATI - E non è mancata una prima replica dal Colle. Interpellati sulle ricorrenti richieste di una grazia del presidente della Repubblica a Silvio Berlusconi, ambienti del Quirinale ricordano che è la legge a stabilire quali sono i soggetti titolati a presentare la domanda di grazia.

Schifani: «Parlamentari Pdl pronti a dimettersi»


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L'APPLAUSO - Ad accogliere il Cavaliere una standing ovation dei gruppi parlamentari del Pdl. Dai presenti viene riferito che l'applauso è stato lunghissimo e il Cavaliere ha ringraziato per l'affetto. Se alla nostra richiesta di grazia non ci fosse una risposta positiva, tutti sappiamo quello che occorre fare: difenderemo la democrazia nel nostro Paese. È quanto ha detto il capogruppo del Pdl alla Camera, Renato Brunetta, viene riferito, parlando alla riunione dei gruppi del Pdl«Non è una sentenza», arringa i suoi Silvio. «È un teorema che non sta in piedi, messo ad arte solo per eliminarmi dalla scena politica», avrebbe detto il Cavaliere. «Dobbiamo resistere e non possiamo sottrarci al dovere di una vera riforma della giustizia per questo siamo pronti alle elezioni». E sul suo futuro in politica Berlusconi spiega: «Decidete voi e nel decidere dimenticate la mia persona, pensate all'interesse dei nostri elettori e al bene dell'Italia». D'altro canto c'è Alfano che afferma «Se c'è da difendere i nostri ideali e la storia di tutti noi e la nostra storia, presidente, coincide con la sua, siamo tutti pronti alle dimissioni, a partire dai ministri al governo». Sull'ipotesi di dimissioni in blocco dall'esecutivo è arrivata una prima reazione ed è quella del ministro Quagliariello: «Berlusconi ci ha detto: prima di tutto vengono gli interessi del Paese, nessuna scelta affrettata».

CON DUREZZA - Poi Berlusconi ripercorre le tappe politiche degli ultimi anni: «Avevano pensato, con i fatti del 2012, per esempio con il tradimento di Fini, di averci allontanato dalla vittoria. Anche con una pressione del Colle, decidemmo di dare le dimissioni nonostante avessimo ancora i numeri e una forte maggioranza al Senato. Dopodiché, con l'appoggio al governo Monti e con il mio distacco dalla scena, dovemmo constatare che i sondaggi erano in fortissima discesa. Alfano per questi motivi mi costrinse quasi con durezza a scendere nuovamente in campo».

LA MANIFESTAZIONE IN SANTI APOSTOLI - In serata arriva poi la notizia che domenica alle ore 18 si terrà una manifestazione a cui prenderanno parte i parlamentari a sostegno di Silvio Berlusconi dopo la sentenza della Cassazione sul processo Mediaset. Il tam tam è partito già dal giorno del verdetto con la mobilitazione dei coordinamenti regionali del partito che hanno iniziato ad organizzare dei pullman. Il punto di ritrovo per chi arriva fuori dalla Capitale è piazza della Repubblica ma la kermesse, salvo cambi di programma, si dovrebbe svolgere a piazza Santi Apostoli alle ore 18. Al momento non è prevista la presenza del Cavaliere, dato in partenza da Roma nella giornata di domani. Non è però escluso anche da parte dell'ex premier un cambio di programma all'ultimo minuto.

2 agosto 2013 | 23:26
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http://www.corriere.it/politica/13_agos ... 3713.shtml
pancho
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da pancho »

camillobenso ha scritto:SENTENZA MEDIASET - IL VERTICE PDL
Berlusconi: riforma giustizia o si vota Pdl: chiederemo la grazia al Colle
«Subito elezioni per vincerle». Alfano: «Pronti a dimissioni». Il Quirinale: «Grazie viene chiesta solo da soggetti titolati»



Berlusconi a Palazzo Grazioli (Afp)Berlusconi a Palazzo Grazioli (Afp)La richiesta della grazia al Colle. E nuove elezioni se non ci sarà una riforma della giustizia. Berlusconi reagisce al verdetto della Cassazione. E incontra i suoi a Montecitorio per un vertice con i parlamentari del Pdl. La linea scelta è quella dura nei confronti dell'esecutivo delle larghe intese: «Dobbiamo chiedere al più presto le elezioni per vincere. Riflettiamo sulla strada migliore per raggiungere questo obiettivo». L'incontro è stato convocato nel pomeriggio in seguito alla sentenza Mediaset della Cassazione di giovedì e dopo che il pm di Milano Ferdinando Pomarici ha firmato l'ordine di esecuzione con sospensione della pena per Berlusconi condannato in via definitiva per il caso Mediaset.


L'INCONTRO CON NAPOLITANO - Un'atmosfera surreale, nella quale deputati e senatori del Pdl hanno consegnato le loro dimissioni nelle mani dei capigruppo, Renato Brunetta e Renato Schifani. Ma non solo. Brunetta e Schifani con le dimissioni andranno dal presidente Giorgio Napolitano per chiedere «che venga ripristinato lo stato di democrazia». E lo faranno - o, almeno questa è la loro intenzione - già lunedì, al rientro delle vacanze del presidente della Repubblica che proseguiranno come previsto. Nella serata di venerdì poi arriva la chiamata, domenica tutti a Roma in piazza



LA GRAZIA AL COLLE -E Schifani addirittura spiega di voler chiedere la grazia e spiega al Cavaliere: «Ci muoveremo perché ti possa essere restituita nel rispetto della Costituzione quella libertà che ti spetta per la tua storia così da ottenere da Napolitano il ripristino dello stato di democrazia che questa sentenza ha alterato». Parole ribadite da Daniela Santanché che afferma: «Noi abbiamo solo un'idea su come il presidente Giorgio Napolitano potrebbe intervenire sulla condanna a Silvio Berlusconi, mi fa un po' effetto pronunciare quella parola legata a Silvio Berlusconi». Attenua i toni Renato Brunetta che annuncia: «Se alla nostra richiesta di grazia non ci fosse una risposta positiva, tutti sappiamo quello che occorre fare: difenderemo la democrazia nel nostro Paese».

I SOGGETTI TITOLATI - E non è mancata una prima replica dal Colle. Interpellati sulle ricorrenti richieste di una grazia del presidente della Repubblica a Silvio Berlusconi, ambienti del Quirinale ricordano che è la legge a stabilire quali sono i soggetti titolati a presentare la domanda di grazia.


Berlusconi a Palazzo Grazioli (Afp)Berlusconi a Palazzo Grazioli (Afp)La richiesta della grazia al Colle. E nuove elezioni se non ci sarà una riforma della giustizia. Berlusconi reagisce al verdetto della Cassazione. E incontra i suoi a Montecitorio per un vertice con i parlamentari del Pdl. La linea scelta è quella dura nei confronti dell'esecutivo delle larghe intese: «Dobbiamo chiedere al più presto le elezioni per vincere. Riflettiamo sulla strada migliore per raggiungere questo obiettivo». L'incontro è stato convocato nel pomeriggio in seguito alla sentenza Mediaset della Cassazione di giovedì e dopo che il pm di Milano Ferdinando Pomarici ha firmato l'ordine di esecuzione con sospensione della pena per Berlusconi condannato in via definitiva per il caso Mediaset.
L'INCONTRO CON NAPOLITANO - Un'atmosfera surreale, nella quale deputati e senatori del Pdl hanno consegnato le loro dimissioni nelle mani dei capigruppo, Renato Brunetta e Renato Schifani. Ma non solo. Brunetta e Schifani con le dimissioni andranno dal presidente Giorgio Napolitano per chiedere «che venga ripristinato lo stato di democrazia». E lo faranno - o, almeno questa è la loro intenzione - già lunedì, al rientro delle vacanze del presidente della Repubblica che proseguiranno come previsto. Nella serata di venerdì poi arriva la chiamata, domenica tutti a Roma in piazza

Berlusconi arriva a riunione: lungo applauso dai suoi


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I SOGGETTI TITOLATI - E non è mancata una prima replica dal Colle. Interpellati sulle ricorrenti richieste di una grazia del presidente della Repubblica a Silvio Berlusconi, ambienti del Quirinale ricordano che è la legge a stabilire quali sono i soggetti titolati a presentare la domanda di grazia.

Schifani: «Parlamentari Pdl pronti a dimettersi»


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L'APPLAUSO - Ad accogliere il Cavaliere una standing ovation dei gruppi parlamentari del Pdl. Dai presenti viene riferito che l'applauso è stato lunghissimo e il Cavaliere ha ringraziato per l'affetto. Se alla nostra richiesta di grazia non ci fosse una risposta positiva, tutti sappiamo quello che occorre fare: difenderemo la democrazia nel nostro Paese. È quanto ha detto il capogruppo del Pdl alla Camera, Renato Brunetta, viene riferito, parlando alla riunione dei gruppi del Pdl«Non è una sentenza», arringa i suoi Silvio. «È un teorema che non sta in piedi, messo ad arte solo per eliminarmi dalla scena politica», avrebbe detto il Cavaliere. «Dobbiamo resistere e non possiamo sottrarci al dovere di una vera riforma della giustizia per questo siamo pronti alle elezioni». E sul suo futuro in politica Berlusconi spiega: «Decidete voi e nel decidere dimenticate la mia persona, pensate all'interesse dei nostri elettori e al bene dell'Italia». D'altro canto c'è Alfano che afferma «Se c'è da difendere i nostri ideali e la storia di tutti noi e la nostra storia, presidente, coincide con la sua, siamo tutti pronti alle dimissioni, a partire dai ministri al governo». Sull'ipotesi di dimissioni in blocco dall'esecutivo è arrivata una prima reazione ed è quella del ministro Quagliariello: «Berlusconi ci ha detto: prima di tutto vengono gli interessi del Paese, nessuna scelta affrettata».

CON DUREZZA - Poi Berlusconi ripercorre le tappe politiche degli ultimi anni: «Avevano pensato, con i fatti del 2012, per esempio con il tradimento di Fini, di averci allontanato dalla vittoria. Anche con una pressione del Colle, decidemmo di dare le dimissioni nonostante avessimo ancora i numeri e una forte maggioranza al Senato. Dopodiché, con l'appoggio al governo Monti e con il mio distacco dalla scena, dovemmo constatare che i sondaggi erano in fortissima discesa. Alfano per questi motivi mi costrinse quasi con durezza a scendere nuovamente in campo».

LA MANIFESTAZIONE IN SANTI APOSTOLI - In serata arriva poi la notizia che domenica alle ore 18 si terrà una manifestazione a cui prenderanno parte i parlamentari a sostegno di Silvio Berlusconi dopo la sentenza della Cassazione sul processo Mediaset. Il tam tam è partito già dal giorno del verdetto con la mobilitazione dei coordinamenti regionali del partito che hanno iniziato ad organizzare dei pullman. Il punto di ritrovo per chi arriva fuori dalla Capitale è piazza della Repubblica ma la kermesse, salvo cambi di programma, si dovrebbe svolgere a piazza Santi Apostoli alle ore 18. Al momento non è prevista la presenza del Cavaliere, dato in partenza da Roma nella giornata di domani. Non è però escluso anche da parte dell'ex premier un cambio di programma all'ultimo minuto.

2 agosto 2013 | 23:26
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http://www.corriere.it/politica/13_agos ... 3713.shtml
Levate la spina anche se ora sara' troppo tardi. Con le nuove elezioni, come ho detto in un'altro post, il nanetto avra pure un suo PdR e quindi avra' fatto bingo lasciando giocare solo l'avversario.

Che si puo' voler di piu' dalla vita? Un lucano?

Anche se succedera' questo, oramai e' un popolo drogato di berlusconismo e non vorra' mai entrare in astinenza e ormai cerchera' in tutti i modi di tenerselo stretto. Sara' disposto a far di tutto per sopravvivere.

A questo punto che posso dire?: Sara' quel che sara'.

Speriamo che nel frattempo questo popolo smaltisca la sua droga e si accorga finalmente che cambiare non solo si puo ma e' imperativo trovare altre soluzioni politiche.

Nello stesso spero che si rendano conto che la loro sodomizzazione non e' solo da imputare al nanetto ma anche a coloro il cui modo di far politica a permesso che succedesse tutto questo.

Se poi tutto questo non dovesse succedere, beh allora vorra' dire che siamo un popolo perso. Senza alcuna possibilita' di risogere.
La coppia Berlusca e Putin, si potra' dire che ha lavorato bene in tutto questo tempo. Il KGB ha insegnato bene al nanetto.


un salutone
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

E' molto grande la distanza tra il mio progetto di un centrosinistra di governo capace di convincere gli italiani che vincere si può e l’attuale disastro.
Romano Prodi

Infatti, quello era il centrosinistra,......questo Pd è la Dc.




Come inizia una guerra civile – 353
La cruna dell’ago – 318
La danza macabra dei nanetti continua senza sosta – 318
La lunga agonia della Repubblica italiana continua inarrestabile. Siamo all’ultimo atto? - 298
Cronaca di un affondamento annunciato - 298
In mezzo alla tempesta - 239


Romanzo criminale - 59
La guerra civile simulata sta sfociando in qualcosa di diverso. Qualcosa si sta rompendo - 27
(Marc Lazar – Ballarò, 09/07/2013)



Siamo in guerra.


Dal 26 febbraio scorso la guerra combattuta sui media si sta allargando.

Il furbone di Hardore che sa guardare molto in avanti si è inventato la “PACIFICAZIONE”.

La solita truffa per merli scemi. Non a caso la cassazione ha confermato in terzo grado che il furbone è l’ideatore del sistema del caso Mediaset.

La guerra civile sotterranea l’ha inventata lui nel 1994, per difendersi dalla magistratura.

Nessuno ne sentiva il bisogno.

Dopo 19 anni, considerato che sta esaurendo i suoi numeri da Circo Barnum, come incantatori di merli, anche a livello istituzionale (in un Paese normale non sarebbe mai successo, e ha perfettamente ragione Federico Rampini a sottolineare che negli Usa sono fortemente stupiti per quanto accade in Italia, prima e dopo la condanna del Caimano a cui hanno mozzato la coda) a febbraio si è inventato la “PACIFICAZIONE” portata avanti con piglio, ma anche perché hanno abboccato gli ausiliari dell’esercito di Silvio, il Piddì.

E come se Mussolini ai primi giorni del 1945, avesse detto agli italiani.

"Abbiamo scherzato, ora riappacifichiamoci"

Infatti la Pinotti, ad In onda, tre sere fa, ci ha raccontato con estrema serietà che in questa legislatura occorre fare le riforme.

Ad esempio, raccontava, quella della riduzione del numero dei parlamentari.

Era il caso di dire: “Ma ci fa o ci è?

Tanto è vero, 72 ore dopo, il Caimano senza coda, mostra il suo vero obiettivo.

Fare cadere il governo, andare ad elezioni e vincerle.

Solo un folle irresponsabile poteva pensare che il Caimano senza coda, si sarebbe comportato in modo tale da seguire gli interessi della nazione.

Sapendo poi il calendario delle scadenze giudiziarie di SB.

Adesso si balla.

Tutti ballano al suono del pifferaio di Hardcore.

Sandro Pertini, che conosceva molto bene il funzionamento di questo mondo, soleva dire:

“A bandito, bandito e mezzo”

Che tradotto significa:

Se devi battere un bandito, ce ne vuole uno (anche dal comportamento temporaneo) che sia superiore almeno del 50 % del bandito da eliminare.

Nel Pd, personaggi di questo genere non ce ne sono, sono tutti personaggi da sacrestia, e pertanto non si ricava una ragno dal buco.

Adesso poi che il Caimano ferito sta giocando la battaglia della vita, è ancora più pericoloso di prima, perché costretto a giocarsi il tutto per tutto senza troppi riguardi per nessuno.

Con quanti avvocati con la lingua lunga pronti a coprire le sue malefatte, l’ultimo della serie è l’avvocato Sisto, gran rompicoglioni che sostituisce Paniz, non sapeva che la grazia, devono richiederla persone idonee, e non certo i due capigruppo di Camera e Senato, come Brunetta e Schifani?

Ma chi ci crede? Solo che il ricatto, che la Bindi chiama indebita pressione sul capo dello Stato, Al Tappone pensa di farlo con due personaggi di rango istituzionale. Passi Brunetta, che è un economista, ma Schifani è un avvocato e ha guidato il Senato nella passata legislatura.

La banda di Al Tappone, quella dei Fratelli mussulmani, vuole andare alla guerra guerreggiata sfidando tutti quanti.

L’esercito del Pd è fermo a Caporetto e subisce interamente l’azione militare dei Fratelli mussulmani e del suo capo, certamente il più furbo della compagnia.

In mezzo a questi due eserciti che dal punto di vista istituzionale sono alleati, c’è il terzo incomodo dell’esercito di Grillo.

Una vera incognita, come il suo promotore e capo.

Grillo è un vero enigma, perché alterna momenti in cui spara cazzate mostruose, a momenti in cui incarna la figura di autentico difensore delle istituzioni repubblicane.

Non può quindi essere definito “fascista” per comodità, come capita spesso di sentire, se in due occasioni, si è schierato dalla parte della Costituzione, mentre chi in via teorica dovrebbe essere il difensore naturale si schiera con chi sta sovvertendo l’ordine democratico.

Occorre dare a Cesare quel che è di Cesare.

A difendere la Costituzione si sono schierati i grillini, che sono riusciti a guadagnare un mese dal mettere mano all’articolo 138, per scardinare la Costituzione, dove i piduisti naturali dei Fratelli mussulmani non fanno di certo notizia, ma che settori del Pd, si siano adattati a collaborare al disegno P2, fa di certo una grande impressione.

Anche la presa di posizione di oggi è a favore della legalità.

02 AGO 19:06
NAPOLITANO CHIEDE, GRILLO LO AVVERTE: “NESSUNO SI AZZARDI A RIFORMARE LA GIUSTIZIA CON UN DELINQUENTE”
“Mobiliteremo gli elettori del M5S se il governo Lecca Letta sostenuto da un pregiudicato toccherà la giustizia o la Costituzione. Il lavoro con Berlusconi non è finito, è appena iniziato: revoca delle concessioni, via dal Parlamento. Chi fa prescrivere Penati non può decidere sulla giustizia”…


E’ di certo il caos che precede le guerre civili, dove non si distingue più niente.

Domani la guerra continua.
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

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02 AGO 2013 22:57
1. AVVISO AI NAVIGATI: E’ TORNATO IL CAIMANO! PIU’ INCAZZATO CHE MAI, BERLUSCONI ATTACCA IL “CANCRO” DELLA MAGISTRATURA E CHIEDE ELEZIONI SUBITO. QUI SALTA TUTTO! -

2. "E' UNA GIUSTIZIA CHE OPERA CONTRO LA GIUSTIZIA: SI GUARDI A CHI COMMETTE REATI GRAVI E NON VIENE CONDANNATI. CHI HA TENTATO DI UCCIDERMI A MILANO NON HA FATTO UN GIORNO DI GALERA; I GIUDICI CHE VANNO IN TV PER PROTAGONISMO. E' UN PAESE BARBARO E INGIUSTO QUESTO. SERVE ORA UNA VERA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA” -

3. DIMISSIONI IN MASSA DEL PDL: DEPUTATI E SENATORI CONSEGNANO L’ADDIO AI CAPIGRUPPO. BRUNETTA E SCHIFANI PRONTI A SALIRE AL COLLE PER CHIEDERE LA GRAZIA! -

4. ANCHE ANGELINO JOLIE ALFANO GETTA LA SPUGNA E DICE ADDIO AL GOVERNINO CON LETTA -




1. PDL: DIMISSIONI PARLAMENTARI A CAPIGRUPPO, POI GRAZIA A COLLE =
(AGI) - Deputati e senatori del Pdl hanno consegnato le loro dimissioni nelle mani dei capigruppo, Renato Brunetta e Renato Schifani. A quanto si e appreso, Brunetta e Schifani con le dimissioni andranno dal presidente Giorgio Napolitano per chiedere "che venga ripristinato lo stato di democrazia". A domanda se cio voglia dire una richiesta di grazia per Silvio Berlusconi, viene replicato di si.

2. BERLUSCONI,DOBBIAMO CHIEDERE ELEZIONI PER VINCERLE
(ANSA) - "Dobbiamo chiedere al piu' presto le elezioni per vincere. Riflettiamo sulla strada migliore per raggiungere questo obiettivo". Lo afferma Silvio Berlusconi, a quanto raccontano, nel corso della riunione dei gruppi Pdl.(ANSA).

3. BERLUSCONI: RIFORMA DELLA GIUSTIZIA O PRONTI A ELEZIONI
(TMNews) - "Noi dobbiamo resistere. Non possiamo sottrarci al dovere di una riforma vera di questa giustizia" per questo "siamo pronti alle elezioni". Lo dice Silvio Berlusconi, secondo quanto viene riferito, durante la riunione dei gruppi.

4. GOVERNO. ALFANO: MINISTRI PDL PRONTI A DIMETTERSI
(DIRE) - I ministri del Pdl sono pronti a dimettersi dal governo. Lo dice il segretario del Pdl Angelino Alfano, parlando davanti ai parlamentari del partito: "Siamo tutti pronti a dimetterci", prendendo la parola dopo Silvio Berlusconi.

5. BERLUSCONI: MAGISTRATURA E' UN CANCRO, RIFORMARE GIUSTIZIA
(DIRE) - "La magistratura opera contro la democrazia, contro l'interesse dello Stato, contro i servizi segreti, si guardi alla condanna ingiusta del generale Pollari. La magistratura opera contro le forze dell'ordine, si guardi a cosa hanno fatto a Mori e al generale Ganzer. La magistratura opera contro le imprese, per esempio contro Ligresti, Dolce e Gabbana, l'Ilva". E' il duro j'accuse pronunciato da Silvio Berlusconi davanti ai parlamentari del Pld riuniti a Montecitorio.

Poi, incalza: "E' una giustizia che opera contro la giustizia: si guardi a chi commette reati gravi e non viene condannati. Chi ha tentato di uccidermi a Milano non ha fatto un giorno di galera; i giudici che vanno in tv per protagonismo. E' un Paese barbaro e ingiusto questo. Serve ora una vera riforma della giustizia. Dobbiamo fare la riforma della giustizia per debellare il cancro della magistratura".
Amadeus

Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da Amadeus »

Se la minaccia dei ministri del pdl fosse seria ( e non invece mediatica) avrebbero rimesso il mandato nelle mani del PDC Letta e non nella disponibilità del P del Milan.
il gesto è eclatante ma non ha nulla di ufficiale e ( così com'è ) non apre nessuna crisi.

la guerra di logoramento, se il pd riesce a fare una diga decente, potrebbe ritorcersi contro il Pdl e il suo capo.
iospero
Messaggi: 2444
Iscritto il: 24/02/2012, 18:16

Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da iospero »

Da repubblica.it


L'apertura del M5S: "Se Letta fallisce
governo con il Pd su 5 punti"

Un'email del capogruppo 5Stelle alla Camera Nuti ai deputati ipotizza vari scenari e auspica una fase di collaborazione con i democratici per abolire il Porcellum, fare una nuova legge elettorale e andare alle elezioni.

Speriamo si avveri, è da mesi che auspichiamo una cosa del genere, solo bisogna vedere cosa farà Napolitano, io auspico che si dimetta, dopotutto l'attuale situazione è frutto del suo operato.

Non condivido il pessimismo di Bortoli e di Letta. Anche io dico : "prima di tutto viene il Paese" e credo che la soluzione proposta da M5S possa dare un nuovo respiro al Paese e liberarci finalmente e per sempre dall'influsso nefasto di Berlusconi e famiglia.
paolo11
Messaggi: 3688
Iscritto il: 22/02/2012, 14:30

Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da paolo11 »

Caro iospero.Lo spero pure io.Che vi sia una collaborazione su dei punti condivisi con il M5S.E poi al voto.
Questa proposta l'ho fatta sia nel blog di Grillo e in altre parti.E' ora di finirla con Berlusconi.
Oltretutto i suoiu processi non sono finiti ancora.
Ciao
Paolo11
camillobenso
Messaggi: 17353
Iscritto il: 06/04/2012, 20:00

Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

DOPO LA SENTENZA DELLA CASSAZIONE
Rivolta Pdl, Bondi evoca la guerra civile
E dal Pd: «Siamo all'eversione»

*
FASSINA (PD): «IL PDL TORNI NELLA NORMALITÀ DEMOCRATICA»
Rivolta Pdl, Bondi esaspera i toni:
«Soluzioni o sarà guerra civile»
La nota del senatore e coordinatore del partito: «Rendere possibile l'agibilità politica di Berlusconi»


Dopo l'ultimatum del Pdl, che venerdì aveva avanzato la richiesta di grazia al Colle e nuove elezioni se non ci sarà una riforma della giustizia, Sandro Bondi, coordinatore del partito, in una nota esaspera i toni - già alti - della vicenda: «O la politica è capace di trovare soluzioni capaci di ripristinare un normale equilibrio fra i poteri dello Stato, e nello stesso tempo rendere possibile l'agibilità politica del leader del maggior partito italiano», scrive l'ex ministro, «oppure l'Italia rischia davvero una forma di guerra civile dagli esiti imprevedibili per tutti».
REPLICA IL PD - «La richiesta di grazia è un'irricevibile provocazione, quella di mettere sotto controllo politico la magistratura è altrettanto irricevibile e le parole di Bondi sono al limite dell'eversivo», replica il vice ministro dell'Economia Stefano Fassina a Sky Tg24. «O il Pdl ritorna nell'alveo della normalità democratica, oppure i suoi ministri che hanno minacciato dimissioni siano conseguenti: si dimettano e il governo cade. Poi il Pdl dovrà spiegare agli italiani che, ancora una volta, antepone gli interessi del suo capo a quelli del Paese». La deputata renziana Lorenza Bonaccorsi parla di «provocazioni inaccettabili» che hanno a che fare «più col mondo della farsa che con la politica», aggiungendo che «le pressioni e le parole di alcuni esponenti del centrodestra nei confronti del presidente della Repubblica sono intollerabili».

«COLPO DI SOLE» - Ironico il commento di Bruno Tabacci, leader del Centro democratico: «Qualcuno chiami un medico per Sandro Bondi che evoca la guerra civile: si tratta di un evidente caso di colpo di sole. Si rintracci lo stesso dottore che calmava Bossi quando parlava di 10 milioni di fucili pronti ad attaccare dalle Alpi». E il presidente del gruppo Misto Pino Pisicchio evoca la Repubblica di Weimar: «Il corto circuito che portò all'avvento hitleriano nasce dalle convulsioni della Repubblica di Weimar, che faceva ripetutamente ricorso alle elezioni anticipate e non riusciva a offrire un governo. Non possiamo scherzare col fuoco».

MANIFESTAZIONE - Intanto Silvio Berlusconi ha lasciato la residenza romana di palazzo Grazioli diretto ad Arcore insieme alla sua assistente e deputata Pdl Maria Rosaria Rossi, la figlia Marina, la fidanzata Francesca Pascale e Fedele Confalonieri. Difficilmente quindi l'ex premier condannato a 4 anni di reclusione per frode fiscale domenica sarà alla manifestazione a Roma indetta dal partito a suo sostegno, che non si terrà più in piazza Santi Apostoli ma alle 18 in via del Plebiscito. «Insieme a tutti noi dovranno essere in prima fila quanti hanno ruoli di governo», chiama a raccolta i ministri del Pdl Maurizio Gasparri. «Lo spirito pacifico, popolare e fortemente democratico dell'iniziativa ci riguarda tutti, a prescindere da ruoli e responsabilità», dice il vice presidente del Senato.

NAPOLITANO - Sarà invece a Roma il presidente della Repubblica. Giorgio Napolitano, come previsto da tempo, al termine di due settimane di vacanza con la moglie Clio ha infatti lasciato Sesto Pusteria per andare a Bolzano, da dove raggiungerà in aereo la capitale.

3 agosto 2013 | 13:05
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http://www.corriere.it/politica/13_agos ... 38e8.shtml
peanuts
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Iscritto il: 21/02/2012, 22:29

Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da peanuts »

Ah, vogliono la guerra civile?
D'accordo, venite in piazza e vediamo chi vince
Noi, ovviamente
bondi che fa la guerra civile. HA HA HA
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
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