SENTENZA MEDIASET - IL VERTICE PDL
Berlusconi: riforma giustizia o si vota Pdl: chiederemo la grazia al Colle
«Subito elezioni per vincerle». Alfano: «Pronti a dimissioni». Il Quirinale: «Grazie viene chiesta solo da soggetti titolati»
Berlusconi a Palazzo Grazioli (Afp)Berlusconi a Palazzo Grazioli (Afp)La richiesta della grazia al Colle. E nuove elezioni se non ci sarà una riforma della giustizia. Berlusconi reagisce al verdetto della Cassazione. E incontra i suoi a Montecitorio per un vertice con i parlamentari del Pdl. La linea scelta è quella dura nei confronti dell'esecutivo delle larghe intese: «Dobbiamo chiedere al più presto le elezioni per vincere. Riflettiamo sulla strada migliore per raggiungere questo obiettivo». L'incontro è stato convocato nel pomeriggio in seguito alla sentenza Mediaset della Cassazione di giovedì e dopo che il pm di Milano Ferdinando Pomarici ha firmato l'ordine di esecuzione con sospensione della pena per Berlusconi condannato in via definitiva per il caso Mediaset.
L'INCONTRO CON NAPOLITANO - Un'atmosfera surreale, nella quale deputati e senatori del Pdl hanno consegnato le loro dimissioni nelle mani dei capigruppo, Renato Brunetta e Renato Schifani. Ma non solo. Brunetta e Schifani con le dimissioni andranno dal presidente Giorgio Napolitano per chiedere «che venga ripristinato lo stato di democrazia». E lo faranno - o, almeno questa è la loro intenzione - già lunedì, al rientro delle vacanze del presidente della Repubblica che proseguiranno come previsto. Nella serata di venerdì poi arriva la chiamata, domenica tutti a Roma in piazza
LA GRAZIA AL COLLE -E Schifani addirittura spiega di voler chiedere la grazia e spiega al Cavaliere: «Ci muoveremo perché ti possa essere restituita nel rispetto della Costituzione quella libertà che ti spetta per la tua storia così da ottenere da Napolitano il ripristino dello stato di democrazia che questa sentenza ha alterato». Parole ribadite da Daniela Santanché che afferma: «Noi abbiamo solo un'idea su come il presidente Giorgio Napolitano potrebbe intervenire sulla condanna a Silvio Berlusconi, mi fa un po' effetto pronunciare quella parola legata a Silvio Berlusconi». Attenua i toni Renato Brunetta che annuncia: «Se alla nostra richiesta di grazia non ci fosse una risposta positiva, tutti sappiamo quello che occorre fare: difenderemo la democrazia nel nostro Paese».
I SOGGETTI TITOLATI - E non è mancata una prima replica dal Colle. Interpellati sulle ricorrenti richieste di una grazia del presidente della Repubblica a Silvio Berlusconi, ambienti del Quirinale ricordano che è la legge a stabilire quali sono i soggetti titolati a presentare la domanda di grazia.
Berlusconi a Palazzo Grazioli (Afp)Berlusconi a Palazzo Grazioli (Afp)La richiesta della grazia al Colle. E nuove elezioni se non ci sarà una riforma della giustizia. Berlusconi reagisce al verdetto della Cassazione. E incontra i suoi a Montecitorio per un vertice con i parlamentari del Pdl. La linea scelta è quella dura nei confronti dell'esecutivo delle larghe intese: «Dobbiamo chiedere al più presto le elezioni per vincere. Riflettiamo sulla strada migliore per raggiungere questo obiettivo». L'incontro è stato convocato nel pomeriggio in seguito alla sentenza Mediaset della Cassazione di giovedì e dopo che il pm di Milano Ferdinando Pomarici ha firmato l'ordine di esecuzione con sospensione della pena per Berlusconi condannato in via definitiva per il caso Mediaset.
L'INCONTRO CON NAPOLITANO - Un'atmosfera surreale, nella quale deputati e senatori del Pdl hanno consegnato le loro dimissioni nelle mani dei capigruppo, Renato Brunetta e Renato Schifani. Ma non solo. Brunetta e Schifani con le dimissioni andranno dal presidente Giorgio Napolitano per chiedere «che venga ripristinato lo stato di democrazia». E lo faranno - o, almeno questa è la loro intenzione - già lunedì, al rientro delle vacanze del presidente della Repubblica che proseguiranno come previsto. Nella serata di venerdì poi arriva la chiamata, domenica tutti a Roma in piazza
Berlusconi arriva a riunione: lungo applauso dai suoi
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LA GRAZIA AL COLLE -E Schifani addirittura spiega di voler chiedere la grazia e spiega al Cavaliere: «Ci muoveremo perché ti possa essere restituita nel rispetto della Costituzione quella libertà che ti spetta per la tua storia così da ottenere da Napolitano il ripristino dello stato di democrazia che questa sentenza ha alterato». Parole ribadite da Daniela Santanché che afferma: «Noi abbiamo solo un'idea su come il presidente Giorgio Napolitano potrebbe intervenire sulla condanna a Silvio Berlusconi, mi fa un po' effetto pronunciare quella parola legata a Silvio Berlusconi». Attenua i toni Renato Brunetta che annuncia: «Se alla nostra richiesta di grazia non ci fosse una risposta positiva, tutti sappiamo quello che occorre fare: difenderemo la democrazia nel nostro Paese».
I SOGGETTI TITOLATI - E non è mancata una prima replica dal Colle. Interpellati sulle ricorrenti richieste di una grazia del presidente della Repubblica a Silvio Berlusconi, ambienti del Quirinale ricordano che è la legge a stabilire quali sono i soggetti titolati a presentare la domanda di grazia.
Schifani: «Parlamentari Pdl pronti a dimettersi»
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L'APPLAUSO - Ad accogliere il Cavaliere una standing ovation dei gruppi parlamentari del Pdl. Dai presenti viene riferito che l'applauso è stato lunghissimo e il Cavaliere ha ringraziato per l'affetto. Se alla nostra richiesta di grazia non ci fosse una risposta positiva, tutti sappiamo quello che occorre fare: difenderemo la democrazia nel nostro Paese. È quanto ha detto il capogruppo del Pdl alla Camera, Renato Brunetta, viene riferito, parlando alla riunione dei gruppi del Pdl«Non è una sentenza», arringa i suoi Silvio. «È un teorema che non sta in piedi, messo ad arte solo per eliminarmi dalla scena politica», avrebbe detto il Cavaliere. «Dobbiamo resistere e non possiamo sottrarci al dovere di una vera riforma della giustizia per questo siamo pronti alle elezioni». E sul suo futuro in politica Berlusconi spiega: «Decidete voi e nel decidere dimenticate la mia persona, pensate all'interesse dei nostri elettori e al bene dell'Italia». D'altro canto c'è Alfano che afferma «Se c'è da difendere i nostri ideali e la storia di tutti noi e la nostra storia, presidente, coincide con la sua, siamo tutti pronti alle dimissioni, a partire dai ministri al governo». Sull'ipotesi di dimissioni in blocco dall'esecutivo è arrivata una prima reazione ed è quella del ministro Quagliariello: «Berlusconi ci ha detto: prima di tutto vengono gli interessi del Paese, nessuna scelta affrettata».
CON DUREZZA - Poi Berlusconi ripercorre le tappe politiche degli ultimi anni: «Avevano pensato, con i fatti del 2012, per esempio con il tradimento di Fini, di averci allontanato dalla vittoria. Anche con una pressione del Colle, decidemmo di dare le dimissioni nonostante avessimo ancora i numeri e una forte maggioranza al Senato. Dopodiché, con l'appoggio al governo Monti e con il mio distacco dalla scena, dovemmo constatare che i sondaggi erano in fortissima discesa. Alfano per questi motivi mi costrinse quasi con durezza a scendere nuovamente in campo».
LA MANIFESTAZIONE IN SANTI APOSTOLI - In serata arriva poi la notizia che domenica alle ore 18 si terrà una manifestazione a cui prenderanno parte i parlamentari a sostegno di Silvio Berlusconi dopo la sentenza della Cassazione sul processo Mediaset. Il tam tam è partito già dal giorno del verdetto con la mobilitazione dei coordinamenti regionali del partito che hanno iniziato ad organizzare dei pullman. Il punto di ritrovo per chi arriva fuori dalla Capitale è piazza della Repubblica ma la kermesse, salvo cambi di programma, si dovrebbe svolgere a piazza Santi Apostoli alle ore 18. Al momento non è prevista la presenza del Cavaliere, dato in partenza da Roma nella giornata di domani. Non è però escluso anche da parte dell'ex premier un cambio di programma all'ultimo minuto.
2 agosto 2013 | 23:26
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http://www.corriere.it/politica/13_agos ... 3713.shtml