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camillobenso
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l’Unità 31.8.13

Financial Times: «Sull’Imu ha vinto il Cavaliere, ma ha perso l’Italia»


L’abolizione dell’Imu decisa dal Consiglio dei ministri di mercoledì, dopo non poche tensioni, avrebbe rappresentato «il trionfo della politica di corto respiro contro gli interessi di lungo periodo dell’Italia».

A mettere nero su bianco la bocciatura senza mezzi termini del provvedimento è il Financial Times, in un duro editoriale dal titolo non meno esplicito: «Il cattivo accordo di Roma».

L’articolo non risparmia giudizi assai netti anche sulle prospettive politiche della maggioranza. «Letta scrive il quotidiano economico-finanziario ha comprato un po’ di tempo cedendo alla pressione del Pdl sulla tassa, introdotta dal governo tecnocratico
di Mario Monti nel 2011. Elezioni anticipate prima della prossima primavera sono ora improbabili. I mercati sono apparsi sollevati dal fatto che i fragili segni di stabilizzazione dell’economia non siano stati spazzati via da una nuova fase di incertezza politica».
Ma questa stabilità politica viene pagata a caro prezzo, prosegue il giornale, secondo il quale adesso sarà anche più difficile affrontare l’annoso e notorio problema dell’evasione fiscale: «Una tassa sul patrimonio è più difficile da evadere e presenta l’ulteriore vantaggio di non pesare sull’attività economica».
Insomma, secondo il Financial Times Letta potrebbe pentirsi del compromesso. Il suo stesso partito, prosegue il quotidiano finanziario, dovrà imporre «quella che si annuncia come un’impopolare tassa sui servizi pubblici anche se le elezioni si avvicinano», ma soprattutto «il bisogno di trovare nuove fonti di entrata renderà più arduo avviare riforme capaci di liberare il potenziale economico dell’Italia, ad esempio riducendo l’eccessivo carico fiscale sul lavoro».
La conclusione del ragionamento non lascia dunque spazio a molte sfumature, né a molte speranze. Secondo il quotidiano della City di Londra «il Cavaliere, come sempre, ha fatto una politica intelligente». Ma mentre «egli può rivendicare una vittoria sui suoi avversari, l’Italia è ancora una volta la sconfitta».
camillobenso
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Messaggio da camillobenso »

La vendetta di Libero, però molto aderente alla realtà.


31 AGO 2013 19:18
TU QUOQUE, GIORGIO? “LIBERO” SBERTUCCIA SCALFARI: IL CROLLO DELLE ILLUSIONI, NON SARÀ SENATORE A VITA
‘’Lo zerbinaggio spregiudicato di ScalfarI nei confronti di Bella Napoli, ai limiti dello stalking, non è servito a nulla - Il povero Eugenio, dopo aver difeso strenuamente per mesi il suo unico padrone, re Giorgio, aveva messo un’ipoteca sulla nomina di senatore a vita’’...




Francesco Borgonovo per "Libero"

Agosto è il più crudele dei mesi, e si perdono nelle nebbie della storia i giorni in cui, poco più d'un anno fa, Eugenio Scalfari s'incamminava lungo il viale che conduce a Castel Porziano per rendere omaggio a Giorgio Napolitano. Allora, la natura era radiosa, e amica anche. «Un cinghialotto ci passa davanti e scompare nel folto del bosco», scriveva Barbapapà travolto dall'ispirazione georgica. «Sulle strisce di prato ai lati del viale saltella qualche merlo e un'upupa, "ilare uccello", cammina impettita con la piccola cresta sul capo».

E i lettori tutti, ammirati da tale poesia, si domandavano di che sostanza fossero composte le «strisce» del prato e se non fossero, a ben vedere, illegali. Ora l'ilare upupa ha abbassato la cresta, l'arzillo cinghialotto non saltella più: lo arrostiscono i pastori e i loro fuochi non bastano ad illuminare quella che per Scalfari è la notte più scura di tutte. Il presidente della Repubblica ha nominato quattro senatori a vita e tra questi non c'è il Fondatore del quotidiano che si chiama, appunto, Repubblica (e solo per questo un minimo di riconoscimento lo avrebbe meritato, che diamine).

Mesi e mesi di sforzi, di lotte senza quartiere, di zerbinaggio al limite dell'umana dignità non son bastati a Scalfari per vedersi garantito l'agognato scranno. A lui che è il decano dei direttori, Re Giorgio ha preferito un altro direttore, Claudio Abbado. Con la motivazione che Abbado dirige un'intera orchestra, mentre Scalfari in vita sua ha diretto soltanto tromboni.

Eppure ci aveva creduto, Eugenio. Un minuto dopo la morte di Sergio Pininfarina, gli era balenata in mente l'idea. Quando è mancata pure Rita Levi Montalcini, sulla nomina a senatore a vita ci aveva già messo l'ipoteca. Praticamente aveva già avvisato parenti e amici e ordinato le tartine e il Krug per festeggiare. Colui che in un libro si è definito «l'uomo che non credeva in Dio», aveva invece fatto professione di fede assoluta in Napolitano.

Affinché i suoi desideri fossero chiari anche ai sassi, Scalfari aveva acquistato una bella divisa da corazziere, con tanto di elmo e spadone, e si era trasformato nel più strenuo difensore del Colle, costasse quel che costasse. Si era fatto piacere Mario Monti e il suo governo raffazzonato, e aveva pure imposto al suo giornale di crederci (non sempre ascoltato).

A dargli manforte erano giunti i responsabili della celebre collana dei «Meridiani» Mondadori, che gli dedicarono un volume. Probabilmente si trattò di un grossolano errore: credevano che fosse già defunto. A un certo punto, la devozione scalfariana per Napolitano raggiunse vette imbarazzanti, da attrazione erotica. Rispolverata la divisa del Guf e il moschetto di quand'era giovane (nel cretaceo, più o meno) Eugenio si mise a sparare contro chiunque osasse levare una voce contro il Colle. Perfino quando si trattava dei suoi compagni di merende.

Arrivò a provocare una guerra intestina nella redazione di Repubblica. Tutto ebbe inizio con un Ingroia galeotto che auscultava le conversazioni del capo dello Stato nel corso delle indagini sulla trattativa Stato-mafia. Il Fatto lanciò un appello a sostegno dei giudici di Palermo e, onta massima, lo firmarono persino alcuni illustri collaboratori del giornale di Scalfari: Barbara Spinelli, Stefano Rodotà, Franco Cordero e Gustavo Zagrebelsky. Un ammutinamento, in sostanza. Barbapapà era indignato.

Prima si cimentò in una gara a chi ce l'aveva più lungo (l'articolo) con Marco Travaglio, avventurandosi nei meandri della giurisprudenza per dimostrare che un presidente della Repubblica non va nemmeno sfiorato. E Travaglio ogni volta gli rispondeva con argomentazioni uguali e contrarie. In due, decimarono a mezzo stampa ettari ed ettari di bosco, alla faccia delle specie protette.

Poi l'Eugenio inviò a Zagrebelsky una lettera indignata, in cui lo rimproverava, in sostanza, di essere un fesso poiché aveva dato ascolto alle sirene del Fatto. I luminari della psichiatria ancora perdono il sonno a studiare quelle carte, primo indizio della cosiddetta sindrome di Scalfari-Zagrebelsky, incurabile.

I sogni di Barbapapà s'infransero quando Napolitano, verso la fine del settennato, dichiarò alla Stampa che non avrebbe nominato altri senatori a vita. Eugenio quasi ebbe un coccolone. Il focherello della speranza riprese ad ardere quando Re Giorgio decise di replicare. Scalfari raccolse il moschetto e ritornò in trincea. Sul palco della festa di Repubblica, si produsse in un'intervista a Napolitano tanto gravida d'amore da essere considerata, in alcuni Paesi, molestia sessuale.

Poi l'intervista fu raccolta in volume, e qui siamo allo stalking. Appena uno nominava il presidente, ecco accorrere a dorso di mulo Scalfari, lancia in resta. Quando Libero, per primo, ventilò l'ipotesi della grazia per Berlusconi, Eugenio s'improvvisò esegeta del Colle e ci definì«gente che gioca a palla con le istituzioni, anarcoidi di infima qualità».

Poi corse dall'amico Giorgio a rimboccargli le coperte. La signora Clio cominciava a essere un po' gelosa. E adesso? Napolitano nomina quattro persone e per Scalfari non c'è nemmeno una seggiolina nella portineria di Palazzo Madama. Eppure Eugenio avrebbe dovuto saperlo, visto che il suo giornale l'ha teorizzato per anni, e Napolitano alla fine avrà pure recepito il messaggio: uno può anche farsi un'amante, ma portarla perfino in Senato no, non si fa. E l'upupa, mesta, torna al proprio nido. Il cinghialotto arrostisce sulla brace. La sua carne tenera ha il sapore amaro della sconfitta.
Amadeus

Re: Top News

Messaggio da Amadeus »

Infarto in carcere per la guida dei fratelli musulmani
@Zio 8-) :mrgreen:

è quello vero ....quello egiziano
ahimè , ahinoi .
:|
camillobenso
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Re: Top News

Messaggio da camillobenso »

Amadeus ha scritto:
Infarto in carcere per la guida dei fratelli musulmani
@Zio 8-) :mrgreen:

è quello vero ....quello egiziano
ahimè , ahinoi .
:|

Riprendo una vox populi di questa settimana.

PER TOGLIERCELO DEFINITIVAMENTE DALLA PALLE POTREBBE RIUSCIRCI SOLO IL PADRETERNO…………AMMESSO CHE ANCHE LUI NON SIA COLLUSO.
lucfig
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Re: Top News

Messaggio da lucfig »

La coerenza di quest'uomo mi commuove ... quasi, quasi mi ri-battezzo!

da www.repubblica.it

Papa: "Chi fa 'chiacchiere'
vuole uccidere i fratelli"

Bergoglio, durante una messa a Santa Marta, torna ad attaccare chi alimenta veleni nella comunità ecclesiastica. Ieri il segretario di Stato uscente Bertone, in uno sfogo pieno di orgoglio e amarezza, aveva parlato di "vipere" e "corvi"

CITTA' DEL VATICANO - "Quelli che in una comunità fanno chiacchiere sui fratelli, sui membri della comunità, vogliono uccidere". Lo ha detto papa Francesco nell'omelia della messa celebrata stamane a Santa Marta, la prima con i gruppi dopo la pausa estiva.

Non è ancora chiaro se papa Bergoglio abbia voluto commentare le dichiarazioni di ieri del cardinale Tarcisio Bertone, dopo l'annuncio della sua sostituzione con monsignor Pietro Parolin. Bertone ha parlato di tante "accuse" rovesciategli addosso, specie negli ultimi due anni. Frutto di un "intreccio di corvi e di vipere".

"Dove c'è Dio non ci sono odio, invidia e gelosia, e non ci sono quelle chiacchiere che uccidono i fratelli", ha affermato papa Francesco nell'omelia, in cui ha parlato dell'incontro di Gesù con i suoi conterranei, gli abitanti di Nazaret, come lo racconta il Vangelo di San Luca. "I nazaretani ammirano Gesù - ha osservato il Pontefice - ma aspettano da lui un qualcosa di strabiliante: "volevano un miracolo, volevano lo spettacolo" per credere in lui. Così Gesù dice che non hanno fede e "loro si sono arrabbiati, tanto. Si sono alzati, e spingevano Gesù fino al monte per buttarlo giù, per ucciderlo".

"Ma, guardate com'è cambiata la cosa: cominciarono con bellezza, con ammirazione, e finivano con un crimine: volendo uccidere Gesù. Questo per la gelosia, l'invidia, tutte queste cose - ha detto -. Questa non è una cosa che è successa duemila anni fa: questo succede ogni giorno nel nostro cuore, nelle nostre comunità". "Una comunità, una famiglia - ha proseguito il Papa - viene distrutta per questa invidia, che semina il diavolo nel cuore e fa che uno parli male dell'altro, e così si distrugga".

Poi papa Begolgio ha voluto fare un riferimento ai conflitti. "In questi giorni - ha sottolineato - stiamo parlando tanto della pace", vediamo le vittime delle armi, ma bisogna pensare anche alle nostre armi quotidiane: "la lingua, le chiacchiere, lo spettegolare". Ogni comunità - ha concluso il Papa - deve vivere invece con il Signore ed essere "come il Cielo": "Perché sia pace in una comunità, in una famiglia, in un Paese, nel mondo, dobbiamo incominciare così: essere con il Signore. E dov'è il Signore non c'è l'invidia, non c'è la criminalità, non c'è l'odio, non ci sono le gelosie. C'è fratellanza. Chiediamo questo al Signore: mai uccidere il prossimo con la nostra lingua, ed essere con il Signore come tutti noi saremo in Cielo. Così sia"
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«Non si discute per aver ragione, ma per capire» (Peanuts)
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camillobenso
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Re: Top News

Messaggio da camillobenso »

A 70 anni dall'8 settembre 1943, il ciclo storico si sta chiudendo in tutti i sensi.

AVEVA 79 ANNI
Morto a Roma Alberto Bevilacqua
Il magistrato autorizza l'autopsia
Lo scrittore, da tempo malato, si è spento nella clinica privata Villa Mafalda nella notte tra domenica e lunedì


ROMA - Alberto Bevilacqua è morto nella notte tra domenica 8 e lunedì 9 settembre nella clinica privata di Roma Villa Mafalda. Aveva 79 anni. Malato da tempo lo scrittore - autore di Giallo Parma, la Califfa e altri romanzi best seller - era ricoverato nella struttura privata da ottobre 2012. Un ricovero spontaneo per accertamenti che si era trasformato invece in una lunga terapia per malattie cardiocircolatorie. Lo scrittore era in stato di incoscienza da tempo, mostrando lucidità solo a tratti in maniera episodico. Bevilacqua sarebbe deceduto per arresto cardiocircolatorio.


LESIONI COLPOSE - E il magistrato ha autorizzato l'autopsia. «Proprio stamani che avevamo avuto il via libera per una perizia di parte che accertasse le sue condizioni, abbiamo appreso la notizia del decesso - dice l'avvocato Rosa Zaccaria, che assiste Michela Macaluso, da oltre 10 anni compagna dello scomparso scrittore -. Dalla direzione di Villa Mafalda nessuno ci aveva avvisato. Lo abbiamo appreso dal nostro consulente che si era recato a trovarlo». La direzione della clinica, però, smentisce la ricostruzione: «Ho avvisato di persona Michela Macaluso e Anna Bevilacqua, rispettivamente compagna e sorella dello scrittore. Entrambe saranno qui nel pomeriggio di lunedì» dice Paolo Barillari, direttore di Villa Mafalda.

AUTOPSIA - I familiari hanno «immediatamente chiesto al pm Elena Neri di procedere con l'autopsia in modo da accertare le cause del decesso». La Procura di Roma aveva aperto un fascicolo per lesioni colpose nei confronti dei vertici di Villa Mafalda, procedimento che tuttora non risulta archiviato.

9 settembre 2013 | 18:00
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Ilaria Sacchettoni Fulvio Fiano
http://roma.corriere.it/roma/notizie/cr ... 4094.shtml
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Re: Top News

Messaggio da camillobenso »

Piazzale Loreto settant'anni dopo: l'immagine del 29 aprile 1945 con Mussolini e la Petacci morti, appesa (rovesciata) nel quartiere romano di San Lorenzo (foto Eidon)


http://roma.corriere.it/roma/gallery/ro ... cd.shtml#4
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Re: Top News

Messaggio da camillobenso »

Beccati questa.............

Da Forebase:


Immagine



Fornero: "Italiani? Lavorano poco e costano tanto"

L'ex ministro del Lavoro, Elsa Fornero è d'accordo su una revisione della sua riforma. Ma avverte: "I nostri lavoratori costano troppo e sono poco produttivi"


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Sempre affermazioni incomplete. Negli italiani che lavorano poco e costano tanto è inclusa pure lei o è l'unica ad essere fuori dal gregge???
camillobenso
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Re: Top News

Messaggio da camillobenso »

Il dilemma di Scelta Civica
«Nuova» destra oppure con Renzi


Di Andrea Carugati 12 settembre 2013


Più che il sostegno a un eventuale Letta bis, a dividere in questi giorni la truppa di Scelta civica sono le prospettive future del partito, dalla collocazione europea fino a quella italiana. Ci sono due linee che si stanno contrapponendo in modo sempre più radicale...

http://www.unita.it/italia/scelta-civic ... i-1.520799
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Re: Top News

Messaggio da camillobenso »

Napolitano nomina Amato
nuovo giudice costituzionaleIl presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, con decreto in data odierna, ha nominato ai sensi dell'art. 135 della Costituzione, Giuliano Amato giudice della Corte Costituzionale in sostituzione di Franco Gallo, il quale cessa dalle sue funzioni di giudice e di presidente della Corte Costituzionale il prossimo 16 settembre.

Il decreto è stato controfirmato dal presidente del Consiglio Enrico Letta. Della nomina del nuovo giudice costituzionale il capo dello Stato ha dato comunicazione ai presidente di Senato, Camera e Corte Costituzionale.


http://www.unita.it/italia/napolitano-n ... e-1.520827


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Così gli daranno una nuova pensione
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