Come se ne viene fuori ?
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Re: Come se ne viene fuori ?
Gli ultimi giorni di Salò - 103
L’Italia di nuovo nel caos - 40
La guerra civile simulata - 38
Sul Fatto Quotidiano cartaceo, stamani è apparso questo articolo:
Pd, ore 15: resa dei conti su Violante e il suo “lodo”.
01/09/2013 di triskel182
DIECI SENATORI DEMOCRATICI CONVOCANO UN DIBATTITO PER PERMETTERGLI DI SPIEGARE LA POSIZIONE SUL RICORSO ALLA CORTE COSTITUZIONALE.
Oggi metterà la testa nella bocca del leone, ovvero si spiegherà a parlamentari, dirigenti locali e militanti del Piemonte. Ma ieri ha già corretto la barra: perché la base è furibonda, e pure un bel pezzo di partito. Oggi pomeriggio Luciano Violante, padre dell’omonimo, presunto lodo (ovvero, sì al ricorso della giunta delle elezioni alla Consulta sulla decadenza di Berlusconi) racconterà la sua posizione in un incontro pubblico nella sede del Pd di Torino, a partire dalle 15. Dovrà precisare, perché ha fatto tanto rumore quell’intervista al Corriere della Sera del 26 agosto scorso, in cui sosteneva: “La Corte Costituzionale ha ritenuto che il procedimento davanti alla Giunta è di carattere giurisdizionale. Quindi la Giunta, se ritenesse che ci fossero i presupposti, potrebbe sollevare l’eccezione di costituzionalità (sulla retroattività della legge Severino, ndr) alla Consulta”.
Questo è (o sarebbe) il lodo Violante, a cui si è subito aggrappato tanto Pdl. E che ai militanti democratici ha fatto venire l’ennesimo mal di pancia. Ieri l’ex presidente della Camera è intervenuto su l’Unità , precisando e smussando: “Non ho avanzato alcuna proposta, né tanto meno alcun lodo. Non ho proposto di sollevare l’eccezione di costituzionalità, né di votare contro la decadenza. Ho solo sostenuto che dev’essere la Giunta a valutare e che non va strattonata”. Violante però ripete: “La giunta deve garantire il diritto alla difesa di Berlusconi, come di qualsiasi persona”. Concetto che ripeterà oggi, nell’incontro convocato dai 10 dei 12 senatori Pd eletti in Piemonte. Il renziano Stefano Lepri e Nerina Dirindin non hanno sottoscritto la lettera di convocazione, in aperto dissenso. Ha firmato invece Enrico Buemi, membro della Giunta (socialista, eletto nella lista Pd). “Non si possono ignorare – scrivono i parlamentari – problematiche tecnico-giuridiche, sulle quali è in corso un ampio dibattito che coinvolge autorevoli giuristi e costituzionalisti. Particolarmente rilevanti sono le questioni sollevate da Luciano Violante”.
Certo, “le sue parole hanno suscitato forti reazioni critiche nel partito e nella sinistra”, ma “non può venir meno il rispetto verso chi è stato presidente della Camera, ed è considerato tra i più importanti costituzionalisti italiani”. Quindi, “incontro di discussione e confronto”. L’idea è venuta a Stefano Esposito, noto per la sua posizione pro-Tav: “Ho deciso martedì scorso, leggendo sul web una quantità enorme di insulti a Violante. Non sono d’accordo con lui, e non ho mai condiviso una sua battaglia politica. Ma merita rispetto, e poi questo partito deve tornare a discutere. Violante ha subito accettato, pur sapendo che non sarà una passeggiata”. Tira aria di processo. Ma Esposito nega: “Sarà un confronto serrato, ma qui nessuno deve processare nessuno”.
PER CAUTELARSI, Esposito ha evitato di tenerlo nella Festa Pd (“all’aperto il rischio di provocazioni c’era”). Nella sede saranno “100-150: se saremo di più apriremo le porte”. C’è chi ha interpretato la lettera come un’apertura delle colombe al lodo. Esposito nega: “Ci mancherebbe altro, voteremo tutti la decadenza”. Ma sul ricorso alla Consulta? “Parlo per me: se verrà sostenuto dalla maggioranza del governo Letta, in aula non lo voterò. Se dovesse essere sostenuto anche da Sel, invece, potrei dire sì”.
Da Il Fatto Quotidiano del 01/09/2013.
L’Italia di nuovo nel caos - 40
La guerra civile simulata - 38
Sul Fatto Quotidiano cartaceo, stamani è apparso questo articolo:
Pd, ore 15: resa dei conti su Violante e il suo “lodo”.
01/09/2013 di triskel182
DIECI SENATORI DEMOCRATICI CONVOCANO UN DIBATTITO PER PERMETTERGLI DI SPIEGARE LA POSIZIONE SUL RICORSO ALLA CORTE COSTITUZIONALE.
Oggi metterà la testa nella bocca del leone, ovvero si spiegherà a parlamentari, dirigenti locali e militanti del Piemonte. Ma ieri ha già corretto la barra: perché la base è furibonda, e pure un bel pezzo di partito. Oggi pomeriggio Luciano Violante, padre dell’omonimo, presunto lodo (ovvero, sì al ricorso della giunta delle elezioni alla Consulta sulla decadenza di Berlusconi) racconterà la sua posizione in un incontro pubblico nella sede del Pd di Torino, a partire dalle 15. Dovrà precisare, perché ha fatto tanto rumore quell’intervista al Corriere della Sera del 26 agosto scorso, in cui sosteneva: “La Corte Costituzionale ha ritenuto che il procedimento davanti alla Giunta è di carattere giurisdizionale. Quindi la Giunta, se ritenesse che ci fossero i presupposti, potrebbe sollevare l’eccezione di costituzionalità (sulla retroattività della legge Severino, ndr) alla Consulta”.
Questo è (o sarebbe) il lodo Violante, a cui si è subito aggrappato tanto Pdl. E che ai militanti democratici ha fatto venire l’ennesimo mal di pancia. Ieri l’ex presidente della Camera è intervenuto su l’Unità , precisando e smussando: “Non ho avanzato alcuna proposta, né tanto meno alcun lodo. Non ho proposto di sollevare l’eccezione di costituzionalità, né di votare contro la decadenza. Ho solo sostenuto che dev’essere la Giunta a valutare e che non va strattonata”. Violante però ripete: “La giunta deve garantire il diritto alla difesa di Berlusconi, come di qualsiasi persona”. Concetto che ripeterà oggi, nell’incontro convocato dai 10 dei 12 senatori Pd eletti in Piemonte. Il renziano Stefano Lepri e Nerina Dirindin non hanno sottoscritto la lettera di convocazione, in aperto dissenso. Ha firmato invece Enrico Buemi, membro della Giunta (socialista, eletto nella lista Pd). “Non si possono ignorare – scrivono i parlamentari – problematiche tecnico-giuridiche, sulle quali è in corso un ampio dibattito che coinvolge autorevoli giuristi e costituzionalisti. Particolarmente rilevanti sono le questioni sollevate da Luciano Violante”.
Certo, “le sue parole hanno suscitato forti reazioni critiche nel partito e nella sinistra”, ma “non può venir meno il rispetto verso chi è stato presidente della Camera, ed è considerato tra i più importanti costituzionalisti italiani”. Quindi, “incontro di discussione e confronto”. L’idea è venuta a Stefano Esposito, noto per la sua posizione pro-Tav: “Ho deciso martedì scorso, leggendo sul web una quantità enorme di insulti a Violante. Non sono d’accordo con lui, e non ho mai condiviso una sua battaglia politica. Ma merita rispetto, e poi questo partito deve tornare a discutere. Violante ha subito accettato, pur sapendo che non sarà una passeggiata”. Tira aria di processo. Ma Esposito nega: “Sarà un confronto serrato, ma qui nessuno deve processare nessuno”.
PER CAUTELARSI, Esposito ha evitato di tenerlo nella Festa Pd (“all’aperto il rischio di provocazioni c’era”). Nella sede saranno “100-150: se saremo di più apriremo le porte”. C’è chi ha interpretato la lettera come un’apertura delle colombe al lodo. Esposito nega: “Ci mancherebbe altro, voteremo tutti la decadenza”. Ma sul ricorso alla Consulta? “Parlo per me: se verrà sostenuto dalla maggioranza del governo Letta, in aula non lo voterò. Se dovesse essere sostenuto anche da Sel, invece, potrei dire sì”.
Da Il Fatto Quotidiano del 01/09/2013.
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Re: Come se ne viene fuori ?
Gli ultimi giorni di Salò - 104
L’Italia di nuovo nel caos - 41
La guerra civile simulata - 39
Il Fatto Quotidiano in rete dà questo resoconto dell'incontro di Torino:
Decadenza Berlusconi, Violante ribadisce: “Ha diritto difesa, regole valgano per tutti”
L'esponente Pd, tra i “saggi” di Napolitano, spiega che "è facile applicare le regole solo per gli amici, è più complicato farlo per gli avversari" ma precisa di non avere mai pensato a salvacondotti per il Cavaliere. Le giustificazioni non convincono però tutti i presenti, come il consigliere regionale Placido e l’ex parlamentare Zancan. Bindi: "B. si dimetta, poi Napolitano valuterà clemenza"
di Andrea Giambartolomei |
1 settembre 2013
Commenti (350
“Silvio Berlusconi ha il diritto di difendersi davanti alla Giunta del Senato come qualunque altro parlamentare, né più né meno. Occorre rispettare le regole anche per i nostri avversari. E’ molto facile applicare le regole solo per gli amici, è molto più complicato farlo per gli avversari”. Lo ha detto Luciano Violante (esponente Pd tra i “saggi” nominati da Napolitano per le riforme) parlando alla sede del Pd di Torino durante l’assemblea indetta per discutere la proposta di appello alla Corte costituzionale da parte della giunta delle elezioni del Senato. Ma, ha voluto precisare, “non ho mai pensato a salvacondotti per Berlusconi. Io non sono favorevole a trasformarlo in una vittima”.
Insomma, Violante ha cercato di mettere i puntini sulle “i” di fronte ai senatori e agli eletti del Partito democratico in merito alle sue dichiarazioni sulla decadenza di Berlusconi, questione che sarà affrontata dalla giunta per le elezioni del Senato il 9 settembre. “Non bisogna fare di Berlusconi una vittima”, ha ribadito sostenendo l’importanza della “correttezza procedurale” del diritto alla difesa perché “la legalità ci impone di rispettare le regole anche verso i nostri avversari”.
Brusio in sala. E una donna, in polemica con le frasi dell’ex giudice, ha lasciato la riunione dove sono intervenute circa cinquanta persone.
Ha attaccato quanti – politici, militanti e giornalisti – hanno commentato le sue parole “senza conoscere le dichiarazioni”.
E si è difeso così: “Non tutti hanno letto l’intervista al Corriere (quella del 26 agosto scorso al Corriere della Sera, ndr). Non ho mai proposto ‘lodi’ o salvacondotti per Berlusconi o chicchessia. Ho detto che ha diritto di difendersi davanti alla giunta del Senato come qualunque altro senatore”, ha affermato. “Non ho mai detto che la giunta ha il dovere di sollevare la questione davanti alla Corte costituzionale”.
Quello che ha detto è nato “sulla base dei pareri di molti costituzionalisti”, tra cui Valerio Onida che, ha ricordato, è stato candidato del centro-sinistra a Milano. Violante è intervenuto anche sulla polemica in merito alle dichiarazioni al Mattino di Napoli del giudice Antonio Esposito: “Da ex magistrato penso che chi giudica deve mantenere il riserbo fino al pronunciamento della sentenza”.
Di fronte a suoi compagni dubbiosi e critici – convocati con una lettera firmata da undici senatori del Pd torinese – Violante ha poi detto che “prevale nella società italiana un’idea lanciata da Berlusconi nel ’94, cioè che la politica è solo scontro tra amici e nemici.
Parlare dell’avversario o con l’avversario non è tradimento”.
Tuttavia le giustificazioni di Violante non hanno convinto tutti i presenti.
Tra questi molti – come il consigliere regionale Roberto Placido e l’ex parlamentare della Margherita e avvocato Giampaolo Zancan – hanno sollevato dubbi sull’opportunità politica delle decisione che i senatori dovranno prendere e sull’intervista al Corsera.
“Sulla Legge Severino nessuno ha mai sollevato questioni di costituzionalità – ha ricordato Placido – e non condivido questo scaricare sulla giunta un compito che non è suo.
Un parlamento non può sostituirsi alla magistratura o fare un ricorso alla Corte.
Se la giunta assume un ruolo giuridico e non politico salta la divisione rigida dei poteri”.
In seguito ha ricordato i 38 amministratori e i 17 consiglieri regionali decaduti senza che nessuno abbia sostenuto le tesi sollevate per Belrusconi: “Si è tutti uguali davanti alla legge, consiglieri comunali, provinciali, regionali fino ai senatori.
Berlusconi ha avuto tutto il tempo di difendersi.
Ora bisogna prendere la scelta politica”.
“La discussione è sull’opportunità politico-giuridica della tua intervista e io la reputo grave”, ha detto l’ex senatore Zancan a Violante.
Da avvocato ha spiegato che ”la questione della retroattività è una sciocchezza”: se non fosse retroattiva la legge, entrata in vigore il 31 dicembre, si applicherebbe solo per reati commessi nel 2013 e giudicati anni dopo, rendendola inapplicabile “se non dopo quattro o cinque anni, il che è una sciocchezza”.
Federico Fornaro, tra i firmatari del documento e promotore dell’incontro di oggi con Violante nella sede del Pd di Torino, aveva rilasciato – poche ore prima della seduta – a ilfattoquotidiano.itdichiarazioni che confermano il clima di tensione interno al partito.
“La nostra è una risposta al clima di imbarbarimento seguito all’intervista al Corriere di Luciano Violante, non una lista di proscrizione”.
E ancora: ”C’è chi ha visto in noi parte dei 101 traditori ma noi ribadiamo che il Pd voterà la decadenza di Silvio Berlusconi sia in Giunta sia in aula”.
Le parole di Violante hanno fatto intervenire anche Franco Monaco, deputato del Pd. “Non è il caso che Violante si affanni a convincerci di ciò che è ovvio e scontato, e cioè che chiunque, anche Berlusconi, ha diritto di difendersi.
Come se il Pd lo avesse mai negato e come se Berlusconi avesse bisogno di ulteriori interventi a sua difesa”, ha affermato.
E ha aggiunto: “Violante dovrebbe semmai convincerci nel merito che Giunta e/o Senato possano adire alla Consulta e che vi siano argomenti persuasivi per eccepire circa la costituzionalità della legge Severino. Altrimenti di che discutiamo? E perchè tanto entusiasmo dal Pdl?”.
Mentre la deputata Pd Rosy Bindi, nel corso del dibattito “Silvio c’é” chiede le dimissioni dell’ex premier.
“Berlusconi è davvero in difficoltà per pensare di andare avanti.
In giunta al Senato il 9 faremo tutti gli approfondimenti necessari ma non perderemo tempo”, ha detto. “La Legge Severino é applicabile perché é costituzionale e comunque é in arrivo la rimodulazione delle pene accessorie da parte della Corte d’Appello.
E non dimentichiamo il processo Ruby e quello sulla compravendita dei Senatori. Non vedo via d’uscita per lui. Dovrebbe dimettersi. E poi forse il Capo dello Stato potrà analizzare meglio una richiesta di clemenza“.
ww.ilfattoquotidiano.it/2013/09/01/decadenza-berlusconi-violante-ribadisce-ha-diritto-a-difendersi/697898/
L’Italia di nuovo nel caos - 41
La guerra civile simulata - 39
Il Fatto Quotidiano in rete dà questo resoconto dell'incontro di Torino:
Decadenza Berlusconi, Violante ribadisce: “Ha diritto difesa, regole valgano per tutti”
L'esponente Pd, tra i “saggi” di Napolitano, spiega che "è facile applicare le regole solo per gli amici, è più complicato farlo per gli avversari" ma precisa di non avere mai pensato a salvacondotti per il Cavaliere. Le giustificazioni non convincono però tutti i presenti, come il consigliere regionale Placido e l’ex parlamentare Zancan. Bindi: "B. si dimetta, poi Napolitano valuterà clemenza"
di Andrea Giambartolomei |
1 settembre 2013
Commenti (350
“Silvio Berlusconi ha il diritto di difendersi davanti alla Giunta del Senato come qualunque altro parlamentare, né più né meno. Occorre rispettare le regole anche per i nostri avversari. E’ molto facile applicare le regole solo per gli amici, è molto più complicato farlo per gli avversari”. Lo ha detto Luciano Violante (esponente Pd tra i “saggi” nominati da Napolitano per le riforme) parlando alla sede del Pd di Torino durante l’assemblea indetta per discutere la proposta di appello alla Corte costituzionale da parte della giunta delle elezioni del Senato. Ma, ha voluto precisare, “non ho mai pensato a salvacondotti per Berlusconi. Io non sono favorevole a trasformarlo in una vittima”.
Insomma, Violante ha cercato di mettere i puntini sulle “i” di fronte ai senatori e agli eletti del Partito democratico in merito alle sue dichiarazioni sulla decadenza di Berlusconi, questione che sarà affrontata dalla giunta per le elezioni del Senato il 9 settembre. “Non bisogna fare di Berlusconi una vittima”, ha ribadito sostenendo l’importanza della “correttezza procedurale” del diritto alla difesa perché “la legalità ci impone di rispettare le regole anche verso i nostri avversari”.
Brusio in sala. E una donna, in polemica con le frasi dell’ex giudice, ha lasciato la riunione dove sono intervenute circa cinquanta persone.
Ha attaccato quanti – politici, militanti e giornalisti – hanno commentato le sue parole “senza conoscere le dichiarazioni”.
E si è difeso così: “Non tutti hanno letto l’intervista al Corriere (quella del 26 agosto scorso al Corriere della Sera, ndr). Non ho mai proposto ‘lodi’ o salvacondotti per Berlusconi o chicchessia. Ho detto che ha diritto di difendersi davanti alla giunta del Senato come qualunque altro senatore”, ha affermato. “Non ho mai detto che la giunta ha il dovere di sollevare la questione davanti alla Corte costituzionale”.
Quello che ha detto è nato “sulla base dei pareri di molti costituzionalisti”, tra cui Valerio Onida che, ha ricordato, è stato candidato del centro-sinistra a Milano. Violante è intervenuto anche sulla polemica in merito alle dichiarazioni al Mattino di Napoli del giudice Antonio Esposito: “Da ex magistrato penso che chi giudica deve mantenere il riserbo fino al pronunciamento della sentenza”.
Di fronte a suoi compagni dubbiosi e critici – convocati con una lettera firmata da undici senatori del Pd torinese – Violante ha poi detto che “prevale nella società italiana un’idea lanciata da Berlusconi nel ’94, cioè che la politica è solo scontro tra amici e nemici.
Parlare dell’avversario o con l’avversario non è tradimento”.
Tuttavia le giustificazioni di Violante non hanno convinto tutti i presenti.
Tra questi molti – come il consigliere regionale Roberto Placido e l’ex parlamentare della Margherita e avvocato Giampaolo Zancan – hanno sollevato dubbi sull’opportunità politica delle decisione che i senatori dovranno prendere e sull’intervista al Corsera.
“Sulla Legge Severino nessuno ha mai sollevato questioni di costituzionalità – ha ricordato Placido – e non condivido questo scaricare sulla giunta un compito che non è suo.
Un parlamento non può sostituirsi alla magistratura o fare un ricorso alla Corte.
Se la giunta assume un ruolo giuridico e non politico salta la divisione rigida dei poteri”.
In seguito ha ricordato i 38 amministratori e i 17 consiglieri regionali decaduti senza che nessuno abbia sostenuto le tesi sollevate per Belrusconi: “Si è tutti uguali davanti alla legge, consiglieri comunali, provinciali, regionali fino ai senatori.
Berlusconi ha avuto tutto il tempo di difendersi.
Ora bisogna prendere la scelta politica”.
“La discussione è sull’opportunità politico-giuridica della tua intervista e io la reputo grave”, ha detto l’ex senatore Zancan a Violante.
Da avvocato ha spiegato che ”la questione della retroattività è una sciocchezza”: se non fosse retroattiva la legge, entrata in vigore il 31 dicembre, si applicherebbe solo per reati commessi nel 2013 e giudicati anni dopo, rendendola inapplicabile “se non dopo quattro o cinque anni, il che è una sciocchezza”.
Federico Fornaro, tra i firmatari del documento e promotore dell’incontro di oggi con Violante nella sede del Pd di Torino, aveva rilasciato – poche ore prima della seduta – a ilfattoquotidiano.itdichiarazioni che confermano il clima di tensione interno al partito.
“La nostra è una risposta al clima di imbarbarimento seguito all’intervista al Corriere di Luciano Violante, non una lista di proscrizione”.
E ancora: ”C’è chi ha visto in noi parte dei 101 traditori ma noi ribadiamo che il Pd voterà la decadenza di Silvio Berlusconi sia in Giunta sia in aula”.
Le parole di Violante hanno fatto intervenire anche Franco Monaco, deputato del Pd. “Non è il caso che Violante si affanni a convincerci di ciò che è ovvio e scontato, e cioè che chiunque, anche Berlusconi, ha diritto di difendersi.
Come se il Pd lo avesse mai negato e come se Berlusconi avesse bisogno di ulteriori interventi a sua difesa”, ha affermato.
E ha aggiunto: “Violante dovrebbe semmai convincerci nel merito che Giunta e/o Senato possano adire alla Consulta e che vi siano argomenti persuasivi per eccepire circa la costituzionalità della legge Severino. Altrimenti di che discutiamo? E perchè tanto entusiasmo dal Pdl?”.
Mentre la deputata Pd Rosy Bindi, nel corso del dibattito “Silvio c’é” chiede le dimissioni dell’ex premier.
“Berlusconi è davvero in difficoltà per pensare di andare avanti.
In giunta al Senato il 9 faremo tutti gli approfondimenti necessari ma non perderemo tempo”, ha detto. “La Legge Severino é applicabile perché é costituzionale e comunque é in arrivo la rimodulazione delle pene accessorie da parte della Corte d’Appello.
E non dimentichiamo il processo Ruby e quello sulla compravendita dei Senatori. Non vedo via d’uscita per lui. Dovrebbe dimettersi. E poi forse il Capo dello Stato potrà analizzare meglio una richiesta di clemenza“.
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Re: Come se ne viene fuori ?
Gli ultimi giorni di Salò - 105
L’Italia di nuovo nel caos - 42
La guerra civile simulata - 40
“Silvio Berlusconi ha il diritto di difendersi davanti alla Giunta del Senato come qualunque altro parlamentare, né più né meno. Occorre rispettare le regole anche per i nostri avversari. E’ molto facile applicare le regole solo per gli amici, è molto più complicato farlo per gli avversari”. Lo ha detto Luciano Violante (esponente Pd tra i “saggi” nominati da Napolitano per le riforme) parlando alla sede del Pd di Torino durante l’assemblea indetta per discutere la proposta di appello alla Corte costituzionale da parte della giunta delle elezioni del Senato. Ma, ha voluto precisare, “non ho mai pensato a salvacondotti per Berlusconi. Io non sono favorevole a trasformarlo in una vittima”.
Insomma, Violante ha cercato di mettere i puntini sulle “i” di fronte ai senatori e agli eletti del Partito democratico in merito alle sue dichiarazioni sulla decadenza di Berlusconi, questione che sarà affrontata dalla giunta per le elezioni del Senato il 9 settembre. “Non bisogna fare di Berlusconi una vittima”, ha ribadito sostenendo l’importanza della “correttezza procedurale” del diritto alla difesa perché “la legalità ci impone di rispettare le regole anche verso i nostri avversari”.
***
E chi ha mai pensato o sostenuto che S.B. non avesse il diritto di difendersi come un qualsiasi parlamentare, o meglio, cittadino.
Come riportato ancora stamani sulla stampa quotidiana, a Berlusconi sono stati concessi i 30 giorni regolamentari e come stato fatto osservare, su sollecitazione del senatore Augello, membro della Giunta in forza Pdl, gli è stato concesso un tempo supplementare.
E’ per questo motivo che la Giunta si riunisce il 9 settembre.
Il diritto alla difesa è stato più che assicurato.
Evidentemente Violante ha scarsi argomenti se si attacca al diritto alla difesa.
Un conto è il diritto alla difesa, sacrosanto per chiunque, diverso è farsi portare a spasso da chi non avendo via di scampo dopo il giudizio della Cassazione s’inventa vie di fuga per allungare i tempi del verdetto politico, prima della Giunta e poi dell’Aula del Senato.
Che poi è quanto gli ha ribadito Franco Monaco:
“Non è il caso che Violante si affanni a convincerci di ciò che è ovvio e scontato, e cioè che chiunque, anche Berlusconi, ha diritto di difendersi.
Come se il Pd lo avesse mai negato e come se Berlusconi avesse bisogno di ulteriori interventi a sua difesa”, ha affermato.
E ha aggiunto: “Violante dovrebbe semmai convincerci nel merito che Giunta e/o Senato possano adire alla Consulta e che vi siano argomenti persuasivi per eccepire circa la costituzionalità della legge Severino. Altrimenti di che discutiamo? E perchè tanto entusiasmo dal Pdl?”
Si torna quindi sempre al defunto Giulio:
“Pensar male si fa peccato ma quasi sempre ci si azzecca”
Chi sono coloro che dell’ex Pci, Pds nel 1994 si sono accordati con Berlusconi?
E’ lo stesso Violante a citare il caso nell’arcinoto intervento alla Camera nel 2003.
http://www.youtube.com/watch?v=Tv37Mb4QOsM
Accordo confermato dal capogruppo dei senatori Luigi Saraceni del Pds, per il gruppo progressisti e altri. Nell’intervista rilasciata al Manifesto il 3 aprile scorso.
Il Caimano si sta aggrappando a tutto, anche a Pannella, dove ieri si è recato per firmare tutti i referendum, compresi quelli contro le leggi varate dai governi Berlusconi.
E’ ipotizzabile che possa aver fatto un tentativo presso i vecchi contraenti di quel patto, prima per chiedere aiuto, e poi se le cose si metteranno male in futuro come minaccia rivelando i contenuti di quel patto.
L’Italia di nuovo nel caos - 42
La guerra civile simulata - 40
“Silvio Berlusconi ha il diritto di difendersi davanti alla Giunta del Senato come qualunque altro parlamentare, né più né meno. Occorre rispettare le regole anche per i nostri avversari. E’ molto facile applicare le regole solo per gli amici, è molto più complicato farlo per gli avversari”. Lo ha detto Luciano Violante (esponente Pd tra i “saggi” nominati da Napolitano per le riforme) parlando alla sede del Pd di Torino durante l’assemblea indetta per discutere la proposta di appello alla Corte costituzionale da parte della giunta delle elezioni del Senato. Ma, ha voluto precisare, “non ho mai pensato a salvacondotti per Berlusconi. Io non sono favorevole a trasformarlo in una vittima”.
Insomma, Violante ha cercato di mettere i puntini sulle “i” di fronte ai senatori e agli eletti del Partito democratico in merito alle sue dichiarazioni sulla decadenza di Berlusconi, questione che sarà affrontata dalla giunta per le elezioni del Senato il 9 settembre. “Non bisogna fare di Berlusconi una vittima”, ha ribadito sostenendo l’importanza della “correttezza procedurale” del diritto alla difesa perché “la legalità ci impone di rispettare le regole anche verso i nostri avversari”.
***
E chi ha mai pensato o sostenuto che S.B. non avesse il diritto di difendersi come un qualsiasi parlamentare, o meglio, cittadino.
Come riportato ancora stamani sulla stampa quotidiana, a Berlusconi sono stati concessi i 30 giorni regolamentari e come stato fatto osservare, su sollecitazione del senatore Augello, membro della Giunta in forza Pdl, gli è stato concesso un tempo supplementare.
E’ per questo motivo che la Giunta si riunisce il 9 settembre.
Il diritto alla difesa è stato più che assicurato.
Evidentemente Violante ha scarsi argomenti se si attacca al diritto alla difesa.
Un conto è il diritto alla difesa, sacrosanto per chiunque, diverso è farsi portare a spasso da chi non avendo via di scampo dopo il giudizio della Cassazione s’inventa vie di fuga per allungare i tempi del verdetto politico, prima della Giunta e poi dell’Aula del Senato.
Che poi è quanto gli ha ribadito Franco Monaco:
“Non è il caso che Violante si affanni a convincerci di ciò che è ovvio e scontato, e cioè che chiunque, anche Berlusconi, ha diritto di difendersi.
Come se il Pd lo avesse mai negato e come se Berlusconi avesse bisogno di ulteriori interventi a sua difesa”, ha affermato.
E ha aggiunto: “Violante dovrebbe semmai convincerci nel merito che Giunta e/o Senato possano adire alla Consulta e che vi siano argomenti persuasivi per eccepire circa la costituzionalità della legge Severino. Altrimenti di che discutiamo? E perchè tanto entusiasmo dal Pdl?”
Si torna quindi sempre al defunto Giulio:
“Pensar male si fa peccato ma quasi sempre ci si azzecca”
Chi sono coloro che dell’ex Pci, Pds nel 1994 si sono accordati con Berlusconi?
E’ lo stesso Violante a citare il caso nell’arcinoto intervento alla Camera nel 2003.
http://www.youtube.com/watch?v=Tv37Mb4QOsM
Accordo confermato dal capogruppo dei senatori Luigi Saraceni del Pds, per il gruppo progressisti e altri. Nell’intervista rilasciata al Manifesto il 3 aprile scorso.
Il Caimano si sta aggrappando a tutto, anche a Pannella, dove ieri si è recato per firmare tutti i referendum, compresi quelli contro le leggi varate dai governi Berlusconi.
E’ ipotizzabile che possa aver fatto un tentativo presso i vecchi contraenti di quel patto, prima per chiedere aiuto, e poi se le cose si metteranno male in futuro come minaccia rivelando i contenuti di quel patto.
Ultima modifica di camillobenso il 01/09/2013, 19:26, modificato 1 volta in totale.
Re: Come se ne viene fuori ?
se ne poteva ancora uscire dicendo: ho sbagliato, l'intervista è stata un errore, è stata inopportuna, dovevo tacere.
invece no.
sempre dritto a cent'all'ora ( ma tanto non ci diventa Presidente della Repubblica, inutile tutta sta sceneggiata super partes.)
il tg 4 , non gli è sembrato vero, c'ha fatto un servizio di mezz'ora ...sigh... che figura.
invece no.
sempre dritto a cent'all'ora ( ma tanto non ci diventa Presidente della Repubblica, inutile tutta sta sceneggiata super partes.)
il tg 4 , non gli è sembrato vero, c'ha fatto un servizio di mezz'ora ...sigh... che figura.
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- Iscritto il: 06/04/2012, 20:00
Re: Come se ne viene fuori ?
Gli ultimi giorni di Salò - 106
L’Italia di nuovo nel caos - 43
La guerra civile simulata - 41
Il 26 di agosto si era espresso così Alessandro Giglioli dell'Espresso dopo l'intervento di Violante.
Un quarto grado, purchessia.
26/08/2013 di triskel182
L’idea di Violante di portare la condanna di Berlusconi davanti alla Corte di Lussemburgo è interessante perché offre una nuova e finora inedita chance di quarto grado di giudizio.
Finora avevano tentato, nell’ordine, con il Presidente della Repubblica (ipotesi di grazia), con la Corte di Strasburgo (presunta violazione dei diritti della difesa durante il processo), con la giunta del Senato (presunta incostituzionalità della legge Severino e sua presunta irretroattività), con l’aula del Senato (idem), con la Corte Costituzionale (sempre per presunta incostituzionalità) fino alla stupenda idea di Nitto Palma di ricorrere al Tar (per la candidabilità).
Adesso Violante fa entrare in ballo la Corte di Lussemburgo, che «ha il compito di garantire l’osservanza del diritto nell’interpretazione e nell’applicazione dei trattati fondativi dell’Unione europea» e che secondo Violante «potrebbe essere interpellata perché dica se in base alla normativa europea la legge Severino dà luogo a pena non retroattiva o a un semplice effetto della condanna», quindi retroattivo.
È meravigliosa questa ricerca disperata di un quarto grado di giudizio purchessia – visto che i tre canonici gli sono andati tutti male – e lascio alla fantasia dei lettori il reperimento di altre possibili sedi a cui rivolgersi: la Corte di Giustizia della Federazione Calcio, la nuova conduttrice di Forum Barbara Palombelli o magari il tribunale di Topolinia (ma solo se presieduto da Gambadilegno: Clarabella è chiaramente una toga rossa).
Da PIOVONO RANE di Alessandro Gilioli.
L’Italia di nuovo nel caos - 43
La guerra civile simulata - 41
Il 26 di agosto si era espresso così Alessandro Giglioli dell'Espresso dopo l'intervento di Violante.
Un quarto grado, purchessia.
26/08/2013 di triskel182
L’idea di Violante di portare la condanna di Berlusconi davanti alla Corte di Lussemburgo è interessante perché offre una nuova e finora inedita chance di quarto grado di giudizio.
Finora avevano tentato, nell’ordine, con il Presidente della Repubblica (ipotesi di grazia), con la Corte di Strasburgo (presunta violazione dei diritti della difesa durante il processo), con la giunta del Senato (presunta incostituzionalità della legge Severino e sua presunta irretroattività), con l’aula del Senato (idem), con la Corte Costituzionale (sempre per presunta incostituzionalità) fino alla stupenda idea di Nitto Palma di ricorrere al Tar (per la candidabilità).
Adesso Violante fa entrare in ballo la Corte di Lussemburgo, che «ha il compito di garantire l’osservanza del diritto nell’interpretazione e nell’applicazione dei trattati fondativi dell’Unione europea» e che secondo Violante «potrebbe essere interpellata perché dica se in base alla normativa europea la legge Severino dà luogo a pena non retroattiva o a un semplice effetto della condanna», quindi retroattivo.
È meravigliosa questa ricerca disperata di un quarto grado di giudizio purchessia – visto che i tre canonici gli sono andati tutti male – e lascio alla fantasia dei lettori il reperimento di altre possibili sedi a cui rivolgersi: la Corte di Giustizia della Federazione Calcio, la nuova conduttrice di Forum Barbara Palombelli o magari il tribunale di Topolinia (ma solo se presieduto da Gambadilegno: Clarabella è chiaramente una toga rossa).
Da PIOVONO RANE di Alessandro Gilioli.
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Re: Come se ne viene fuori ?
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Fronti di guerra - 1
Visti dall’interno del Bel Paese, a tutt’oggi, i fronti di guerra sono quattro.
Primo fronte
Il più pericoloso in modalità “medio termine”, è quello dell’attacco Usa alla Siria, che madama Bonino ha avuto l’ardire di precisare che possa trasformarsi in un conflitto mondiale. Tanto per cambiare.
Per Obama fare la guerra è contro natura. Non arriva geneticamente dalla tradizione Yankees, dove l’uso della pistola facile nell’800 e nel ‘900 era una tradizione.
Poi è anche un premio Nobel per la Pace e ordinare la guerra gli deve costare parecchio.
Ma gli Usa sono gli Usa e loro fanno la guerra quando vogliono.
Quello che rimane sullo sfondo sempre poco chiaro è l’Onu e cosa ci stia fare dopo tutti questi fallimenti.
Visto dall’angolazione della produzione industriale, a furia di produrre alta tecnologia che espelle l’uomo dal sistema della produzione industriale, e nello stesso tempo si amplia sempre di più la base produttivà del pianeta, siamo alla saturazione dei prodotti.
Oltre al fatto che agli schiavi del pianeta si cerca di sottrarre sempre di più le risorse per sopravvivere.
E quindi secondo la tradizione, è giunto il momento di distruggere tutto quello che si è costruito per poi ricominciare da capo un nuovo ciclo.
Questa settimana poi è stato fornito un altro dato negativo.
Il pianeta ad agosto ha consumato tutte le risorse annuali a disposizione.
Conclusione: “Siamo in troppi” e di conseguenza, di nuovo le scimmie devono provvedere.
Bisogna dare una sfoltita per ritornare a numeri decenti in funzione di quanto può dare effettivamente il pianeta.
Il Tg7 delle 20,00, annuncia che la guerra in Siria ha provocato 110.000 morti. Troppo pochi, a livello mondiale occorre impegnarsi per fare meglio.
Ha voglia Francesco di sbracciarsi dalla finestra di Piazza San Pietro e sottolineare “Basta guerre”.
Visto che lui è un uomo di buona volontà e di grande umiltà, sarebbe opportuno che partecipasse ai talk show, per esporre il suo punto di vista sulla guerra e le sue cause, prima che sia troppo tardi, senza badare troppo ad eventuali voci scandalizzate dei soliti bacchettoni integralisti dalla vista corta.
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Fronti di guerra - 1
Visti dall’interno del Bel Paese, a tutt’oggi, i fronti di guerra sono quattro.
Primo fronte
Il più pericoloso in modalità “medio termine”, è quello dell’attacco Usa alla Siria, che madama Bonino ha avuto l’ardire di precisare che possa trasformarsi in un conflitto mondiale. Tanto per cambiare.
Per Obama fare la guerra è contro natura. Non arriva geneticamente dalla tradizione Yankees, dove l’uso della pistola facile nell’800 e nel ‘900 era una tradizione.
Poi è anche un premio Nobel per la Pace e ordinare la guerra gli deve costare parecchio.
Ma gli Usa sono gli Usa e loro fanno la guerra quando vogliono.
Quello che rimane sullo sfondo sempre poco chiaro è l’Onu e cosa ci stia fare dopo tutti questi fallimenti.
Visto dall’angolazione della produzione industriale, a furia di produrre alta tecnologia che espelle l’uomo dal sistema della produzione industriale, e nello stesso tempo si amplia sempre di più la base produttivà del pianeta, siamo alla saturazione dei prodotti.
Oltre al fatto che agli schiavi del pianeta si cerca di sottrarre sempre di più le risorse per sopravvivere.
E quindi secondo la tradizione, è giunto il momento di distruggere tutto quello che si è costruito per poi ricominciare da capo un nuovo ciclo.
Questa settimana poi è stato fornito un altro dato negativo.
Il pianeta ad agosto ha consumato tutte le risorse annuali a disposizione.
Conclusione: “Siamo in troppi” e di conseguenza, di nuovo le scimmie devono provvedere.
Bisogna dare una sfoltita per ritornare a numeri decenti in funzione di quanto può dare effettivamente il pianeta.
Il Tg7 delle 20,00, annuncia che la guerra in Siria ha provocato 110.000 morti. Troppo pochi, a livello mondiale occorre impegnarsi per fare meglio.
Ha voglia Francesco di sbracciarsi dalla finestra di Piazza San Pietro e sottolineare “Basta guerre”.
Visto che lui è un uomo di buona volontà e di grande umiltà, sarebbe opportuno che partecipasse ai talk show, per esporre il suo punto di vista sulla guerra e le sue cause, prima che sia troppo tardi, senza badare troppo ad eventuali voci scandalizzate dei soliti bacchettoni integralisti dalla vista corta.
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Re: Come se ne viene fuori ?
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Fronti di guerra - 2
Gli altri 3 fronti di guerra sono tutti interni al Bel Paese.
Sabato scorso mi è stato segnalato un articolo pubblicato su La Repubblica il giorno precedente, assolutamente da non perdere.
In effetti si è trattava di un articolo piuttosto interessante. Due fratelli calabresi entrambi ingegneri, 33 e 27 anni, hanno messo a punto un nuovo macchinario per la produzione del cemento di dimensioni ridotte.
In 6 metri per 6, il macchinario riesce a produrre 120 tipi di impasti di cemento differenti.
Come riportava il titolo dell’articolo, si tratta di produrre cemento a km 0. Cioè nel luogo dove si costruisce.
Il che consente di ridurre i costi dell’edilizia.
In fase di crisi del settore è più che ovvio un grande interessamento per questa realizzazione, ed è presumibile che interesserà l’intero pianeta.
Però la parte che colpisce è l’aspetto sociale descritto dai fratelli Tassone, così si chiamano i due ingegneri calabresi.
A parte l’ottusità delle banche del luogo che si sono rifiutate di finanziare il completamento della loro invenzione, ma questo è normale, soprattutto da quelle parti, è la precisazione che la Regione Calabria E’ MARCIA DAI VERTICI ALL’ULTIMO USCIERE.
Diciamo che per la prima volta capita di leggere nero su bianco su di un quotidiano la realtà italiana ben nota da anni.
Ma non si tratta solo della Regione di residenza dei fratelli Tassone, ma riguarda tutto il resto delle regioni italiane.
Questo si estende all’intero Stato, ovunque è rappresentato.
Basta ad esempio pensare all’articolo de IFQ di sabato scorso, 31 agosto.
Traffico di rifiuti, il boss pentito Carmine Schiavone: “Mie denunce inascoltate”
L'ex cassiere dei Casalesi racconta il sistema dello smaltimento illecito dei veleni, anche radioattivi, in Campania. Dichiarazioni messe a verbale già negli anni Novanta, a cui però non sono seguiti interventi sui territori colpiti. E la sua audizione del 1997 in Commissione parlamentare è ancora secretata
di Andrea Palladino | 31 agosto 2013
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/08 ... te/695878/
Lo Stato che da vent’anni è a conoscenza di un disastro ambientale e si muove timidamente solo ora.
E’ più che ovvio che oltre a questo sono tantissimi i casi in settori differenti che portano alla conclusione che noi ci siamo abituati a vivere all’interno di un sistema completamente MARCIO.
Prima ancora che si affermasse la Lega Lombarda, poi diventata Lega Nord, nelle regioni del Nord, una quarantina di anni fa e passa, era diffuso un profondo sentimento di disprezzo per gli abitanti della Sicilia ( la ‘ndrangheta iniziava a farsi conoscere solo allora, non era ancora diventata la prima mafia a livello mondiale) perché venivano ritenuti incivili e remissivi nei confronti della mafia siciliana.
In altre parole non avevano spina dorsale per ribellarsi alla mafia.
Poi sono iniziati i primi confini carcerari al Nord del sistema mafioso.
Puntualmente, il tessuto omertoso siciliano si è riprodotto su tutto il territorio nazionale.
Adesso nessuno se la prende più con il popolo siciliano perché tutto il Paese si comporta allo stesso modo.
Il ministro Lunardi (Forza Italia) ha fatto da battistrada 12 anni fa.
1. la Repubblica/politica: 'Convivere con la mafia' Lunardi nella bufera
http://www.repubblica.it/online/politic ... afia.html
24/ago/2001 - A poco serve, in serata, la correzione di tiro di Pietro Lunardi: "La mia ... che dichiara che bisogna convivere con la criminalità organizzata; ...
2. Mafia. Procura di Palermo: dichiarazioni di Lunardi "gravi e ...
http://www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=12596
Mafia. Procura di Palermo: dichiarazioni di Lunardi "gravi e irresponsabili". ... Pietro Lunardi sulla ineluttabilità di una "convivenza" con mafia e camorra. ... un ministro della Repubblica possa aver affermato che bisogna convivere con la mafia
Dopo qualche bau bau dei soliti politici indignati a gettone, tra cui il solito Violante, tutto è subito rientrato nella normalità.
Con la mafia dobbiamo convivere ed anche all’interno di uno Stato completamente marcio.
Non potevamo aspettarci nulla in quest’ultimo ventennio perché il Caimano ha fatto fortuna iniziando a fare il prestanome delle famiglie palermitane che hanno costruito Milano 1, Milano 2, e San Felice.
Il ponte sullo Stretto era un modo per sdebitarsi per l’aiuto delle due potenti mafie delle due sponde, per gli aiuti alle elezioni.
Ma essendosi accordata anche l'opposizione dell’epoca, 1994, è più che ovvio che il teorema Lunardi valesse anche per loro.
Quando il sistema crolla nel 2011 assistiamo alla nascita fortunata del movimento di Beppe Grillo, che però su questo tema e come si risolve, non ha mai fatto il minimo accenno.
E' un tema che scotta anche per la strana coppia Grillo - Casaleggio.
Nella Rivoluzione democratica del M5S non è contemplata la soluzione della bonifica di un sistema marcio.
Assurdo pretenderlo da Monti.
Quello che fa più paura però è il continuismo del “Buio oltre la siepe”.
Sta per affacciarsi una nuova generazione di politici, nuova per età anagrafica, ma stravecchia come mentalità.
Letta sul tema della criminalità che controlla lo Stato tace. Anzi, il suo governo bonifica 98 miliardi ai gestori mafiosi delle macchinette mangia soldi, accontentandosi di 2,6 miliardi (fonte Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia ad In onda). E poi fa fatica a trovare i soldi per Imu ed Iva.
Adesso è ritornato dalle vacanze Usa Capitan Fracassa, sempre in versione Giamburrasca, che intende fare la rivoluzione nel Pd.
Sia Letta che Renzi, stanno fottendo con metodi antichi gli italiani, cercando consenso, ma di questi problemi, quello di uno Stato marcio fino al midollo e della convivenza con la mafia, si guardano bene dal fare proposte concrete, non da Pinocchio alla fata Turchina.
Il dramma è che gli italiani sono come loro, fanno finta di niente.
Come se la mafia o la ‘ndrangheta nella terra dei fratelli Tassone non esistesse, e che non fa nulla che lo Stato sia completamente marcio.
L’importante è vincere e fottere gli italiani.
Ma vincere che cosa??? Uno Stato marcio e mafioso???
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Fronti di guerra - 2
Gli altri 3 fronti di guerra sono tutti interni al Bel Paese.
Sabato scorso mi è stato segnalato un articolo pubblicato su La Repubblica il giorno precedente, assolutamente da non perdere.
In effetti si è trattava di un articolo piuttosto interessante. Due fratelli calabresi entrambi ingegneri, 33 e 27 anni, hanno messo a punto un nuovo macchinario per la produzione del cemento di dimensioni ridotte.
In 6 metri per 6, il macchinario riesce a produrre 120 tipi di impasti di cemento differenti.
Come riportava il titolo dell’articolo, si tratta di produrre cemento a km 0. Cioè nel luogo dove si costruisce.
Il che consente di ridurre i costi dell’edilizia.
In fase di crisi del settore è più che ovvio un grande interessamento per questa realizzazione, ed è presumibile che interesserà l’intero pianeta.
Però la parte che colpisce è l’aspetto sociale descritto dai fratelli Tassone, così si chiamano i due ingegneri calabresi.
A parte l’ottusità delle banche del luogo che si sono rifiutate di finanziare il completamento della loro invenzione, ma questo è normale, soprattutto da quelle parti, è la precisazione che la Regione Calabria E’ MARCIA DAI VERTICI ALL’ULTIMO USCIERE.
Diciamo che per la prima volta capita di leggere nero su bianco su di un quotidiano la realtà italiana ben nota da anni.
Ma non si tratta solo della Regione di residenza dei fratelli Tassone, ma riguarda tutto il resto delle regioni italiane.
Questo si estende all’intero Stato, ovunque è rappresentato.
Basta ad esempio pensare all’articolo de IFQ di sabato scorso, 31 agosto.
Traffico di rifiuti, il boss pentito Carmine Schiavone: “Mie denunce inascoltate”
L'ex cassiere dei Casalesi racconta il sistema dello smaltimento illecito dei veleni, anche radioattivi, in Campania. Dichiarazioni messe a verbale già negli anni Novanta, a cui però non sono seguiti interventi sui territori colpiti. E la sua audizione del 1997 in Commissione parlamentare è ancora secretata
di Andrea Palladino | 31 agosto 2013
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/08 ... te/695878/
Lo Stato che da vent’anni è a conoscenza di un disastro ambientale e si muove timidamente solo ora.
E’ più che ovvio che oltre a questo sono tantissimi i casi in settori differenti che portano alla conclusione che noi ci siamo abituati a vivere all’interno di un sistema completamente MARCIO.
Prima ancora che si affermasse la Lega Lombarda, poi diventata Lega Nord, nelle regioni del Nord, una quarantina di anni fa e passa, era diffuso un profondo sentimento di disprezzo per gli abitanti della Sicilia ( la ‘ndrangheta iniziava a farsi conoscere solo allora, non era ancora diventata la prima mafia a livello mondiale) perché venivano ritenuti incivili e remissivi nei confronti della mafia siciliana.
In altre parole non avevano spina dorsale per ribellarsi alla mafia.
Poi sono iniziati i primi confini carcerari al Nord del sistema mafioso.
Puntualmente, il tessuto omertoso siciliano si è riprodotto su tutto il territorio nazionale.
Adesso nessuno se la prende più con il popolo siciliano perché tutto il Paese si comporta allo stesso modo.
Il ministro Lunardi (Forza Italia) ha fatto da battistrada 12 anni fa.
1. la Repubblica/politica: 'Convivere con la mafia' Lunardi nella bufera
http://www.repubblica.it/online/politic ... afia.html
24/ago/2001 - A poco serve, in serata, la correzione di tiro di Pietro Lunardi: "La mia ... che dichiara che bisogna convivere con la criminalità organizzata; ...
2. Mafia. Procura di Palermo: dichiarazioni di Lunardi "gravi e ...
http://www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=12596
Mafia. Procura di Palermo: dichiarazioni di Lunardi "gravi e irresponsabili". ... Pietro Lunardi sulla ineluttabilità di una "convivenza" con mafia e camorra. ... un ministro della Repubblica possa aver affermato che bisogna convivere con la mafia
Dopo qualche bau bau dei soliti politici indignati a gettone, tra cui il solito Violante, tutto è subito rientrato nella normalità.
Con la mafia dobbiamo convivere ed anche all’interno di uno Stato completamente marcio.
Non potevamo aspettarci nulla in quest’ultimo ventennio perché il Caimano ha fatto fortuna iniziando a fare il prestanome delle famiglie palermitane che hanno costruito Milano 1, Milano 2, e San Felice.
Il ponte sullo Stretto era un modo per sdebitarsi per l’aiuto delle due potenti mafie delle due sponde, per gli aiuti alle elezioni.
Ma essendosi accordata anche l'opposizione dell’epoca, 1994, è più che ovvio che il teorema Lunardi valesse anche per loro.
Quando il sistema crolla nel 2011 assistiamo alla nascita fortunata del movimento di Beppe Grillo, che però su questo tema e come si risolve, non ha mai fatto il minimo accenno.
E' un tema che scotta anche per la strana coppia Grillo - Casaleggio.
Nella Rivoluzione democratica del M5S non è contemplata la soluzione della bonifica di un sistema marcio.
Assurdo pretenderlo da Monti.
Quello che fa più paura però è il continuismo del “Buio oltre la siepe”.
Sta per affacciarsi una nuova generazione di politici, nuova per età anagrafica, ma stravecchia come mentalità.
Letta sul tema della criminalità che controlla lo Stato tace. Anzi, il suo governo bonifica 98 miliardi ai gestori mafiosi delle macchinette mangia soldi, accontentandosi di 2,6 miliardi (fonte Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia ad In onda). E poi fa fatica a trovare i soldi per Imu ed Iva.
Adesso è ritornato dalle vacanze Usa Capitan Fracassa, sempre in versione Giamburrasca, che intende fare la rivoluzione nel Pd.
Sia Letta che Renzi, stanno fottendo con metodi antichi gli italiani, cercando consenso, ma di questi problemi, quello di uno Stato marcio fino al midollo e della convivenza con la mafia, si guardano bene dal fare proposte concrete, non da Pinocchio alla fata Turchina.
Il dramma è che gli italiani sono come loro, fanno finta di niente.
Come se la mafia o la ‘ndrangheta nella terra dei fratelli Tassone non esistesse, e che non fa nulla che lo Stato sia completamente marcio.
L’importante è vincere e fottere gli italiani.
Ma vincere che cosa??? Uno Stato marcio e mafioso???
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Re: Come se ne viene fuori ?
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Fronti di guerra - 3
Il secondo fronte
Il secondo fronte di guerra è rappresentato dalle truppe dei Fratelli mussulmani contro tutti.
- Il Pd
- Il M5S
- Il Capo dello Stato
- La magistratura
- La stampa avversaria
Questo per il momento.
La scelta di King George II di nominare 4 senatori a vita che non voteranno per il Caimano, lo ha letteralmente spiazzato.
In pratica, King George II, ha messo in campo la possibilità di un Letta bis e di conseguenza, la ipotetica cessazione delle minacce di staccare la spina per andare ad elezioni anticipate.
In via del tutto teorica il Caimano sembra di nuovo messo all’angolo e senza via di uscita.
Bisogna però fare i conti non solo con le truppe attive dei Fratelli mussulmani, ma anche con le truppe di rincalzo.
La prima parte della puntata di stamani di Agorà offre in modo esemplare un saggio della guerra in corso.
Il Caimano è all’angolo, ma non le sue truppe.
Ed è su questo che bisogna fare i conti.
Il futuro è un punto di domanda.
Anche le sue corazzate della carta stampata non scherzano.
Dopo aver demolito il giudice Esposito, reo di non aver fatto assolvere il loro dio e duce, oggi hanno cominciato a sparare alzo zero nei confronti del maestro Abbado.
Scopo???
Demolire la scelta di King George II.
Il veleno che il Caimano intende spargere si è spinto fino alla bufala megalattica che l’Italia è in mezzo ad una guerra civile fino dal lontano 1948.
Non lo ha detto a caso. Sa che tra i suoi fans,…glu,…glu,…glu, c’è chi si beve questa scemenza pazzesca come bere un bicchier d’acqua fresca.
La sua intelligenza luciferina dopo le elezioni ha saputo partorire la teoria della pacificazione dopo la guerra civile dei vent’anni che non c’è mai stata.
Una bufala megagalattica che ha fatto presa addirittura su media e politici che ci hanno creduto, non solo sulla solita base costituita da adulti come bambini della seconda media e non troppo intelligenti, secondo i dettami del Caimano del 1994.
La puntata di Agorà di stamani
http://www.agora.rai.it/dl/RaiTV/progra ... 0.html#p=0
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Fronti di guerra - 3
Il secondo fronte
Il secondo fronte di guerra è rappresentato dalle truppe dei Fratelli mussulmani contro tutti.
- Il Pd
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- Il Capo dello Stato
- La magistratura
- La stampa avversaria
Questo per il momento.
La scelta di King George II di nominare 4 senatori a vita che non voteranno per il Caimano, lo ha letteralmente spiazzato.
In pratica, King George II, ha messo in campo la possibilità di un Letta bis e di conseguenza, la ipotetica cessazione delle minacce di staccare la spina per andare ad elezioni anticipate.
In via del tutto teorica il Caimano sembra di nuovo messo all’angolo e senza via di uscita.
Bisogna però fare i conti non solo con le truppe attive dei Fratelli mussulmani, ma anche con le truppe di rincalzo.
La prima parte della puntata di stamani di Agorà offre in modo esemplare un saggio della guerra in corso.
Il Caimano è all’angolo, ma non le sue truppe.
Ed è su questo che bisogna fare i conti.
Il futuro è un punto di domanda.
Anche le sue corazzate della carta stampata non scherzano.
Dopo aver demolito il giudice Esposito, reo di non aver fatto assolvere il loro dio e duce, oggi hanno cominciato a sparare alzo zero nei confronti del maestro Abbado.
Scopo???
Demolire la scelta di King George II.
Il veleno che il Caimano intende spargere si è spinto fino alla bufala megalattica che l’Italia è in mezzo ad una guerra civile fino dal lontano 1948.
Non lo ha detto a caso. Sa che tra i suoi fans,…glu,…glu,…glu, c’è chi si beve questa scemenza pazzesca come bere un bicchier d’acqua fresca.
La sua intelligenza luciferina dopo le elezioni ha saputo partorire la teoria della pacificazione dopo la guerra civile dei vent’anni che non c’è mai stata.
Una bufala megagalattica che ha fatto presa addirittura su media e politici che ci hanno creduto, non solo sulla solita base costituita da adulti come bambini della seconda media e non troppo intelligenti, secondo i dettami del Caimano del 1994.
La puntata di Agorà di stamani
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Re: Come se ne viene fuori ?
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Fronti di guerra - 4
Il terzo fronte
Il terzo fronte di guerra appartiene alla Rivoluzione democratica di Beppe Grillo e di quel personaggio misterioso di Gian Roberto Casaleggio.
Lo scopo dichiarato è far fuori tutti i partiti della seconda Repubblica ed insediarsi al loro posto.
La situazione italiana è molto complessa. Siamo ancora nella fase di chiusura della seconda Repubblica che stenta a chiudersi per via della pervicace resistenza dell’attore che l’ha completamente caratterizzata, Silvio Berlusconi.
Dal punto di vista storico, l’ultimo ventennio è senza dubbio quello di S.B. e del berlusconismo.
Un ventennio paralizzato intorno agli interessi del Cav. Tutto fino ad ora è ruotato intorno ad S.B.
Gli accordi sottobanco degli ex Pci nel 1994 con mister “Ghe pensi mi” hanno condizionato anch’essi il ventennio.
La nuova generazione di ex Pci ha pensato solo a se stessa e a far carriera. E ci è riuscita.
Le ragioni storiche di esistere della sinistra sono state completamente disattese,…o meglio, sono state svendute in cambio di potere che è passato anche attraverso il patto sottobanco del 1994.
Sono stati abbastanza bravi i contraenti del patto sottobanco a nascondere il tutto e a far credere ai rispettivi elettori di combattersi reciprocamente.
Hanno solo fatto finta di combattersi, perché si sono spartiti tutto quanto possibile. Compreso il MPS, storica banca della Siena rossa.
Era troppo presto per capire chi fosse S.B. nella primavera del 1994, quando dichiarò prima delle elezioni riferendosi al passato: “Basta con il teatrino della politica”
In realtà, con i compari dell’ex Pci per un ventennio hanno messo in piedi il teatrino dell’avanspettacolo.
Nel 2011, quando B. lascia Palazzo Chigi, è la certificazione del tracollo dei partiti della seconda Repubblica, dove Napolitano è costretto a creare una coabitazione coatta, che dura ancora oggi, affinché la casta non crolli definitivamente.
E’ in questa fase completamente nuova nella storia repubblicana che il malessere generato da questi eventi, reclama una via di fuga dal vecchio sistema dei partiti.
Questa, per una particolare coincidenza temporale ha rappresentato la fortuna di Beppe Grillo e del suo movimento.
Una fortuna che Grillo non ha saputo sfruttare per vari motivi. Tattici, strategici, economici e di ego personale.
Rimane comunque in questa fase il terzo partito d’Italia per consensi.
Malgrado i due maggiori partiti inciucisti ce la stiano mettendo tutta giorno dopo giorno impegnandosi a fondo per farlo crescere ulteriormente, come avvenuto nell’ultimo anno, il caratteraccio di Beppe Grillo e la strategia politica limitata hanno stabilizzato il M5S intorno al 20 %.
Non male per un partito di nuovo conio che nasce dal nulla, forse e ripeto forse, anche per questa volpe argentata piddina, centurione schierato a difesa degli interessi della casta:
https://www.youtube.com/watch?v=8T_8D_0PEPU
Non male ma completamente inutile perché difficilmente Grillo riuscirà a sfondare malgrado i governativi ne combinino peggio di Bertoldo, perché tutto quello che il M5S doveva esprimere lo ha espresso in questa fase.
Non sembra che possa dare più di quanto espresso.
Tolta la tara naturale che i giornali del mondo degli affari della casta attribuiscono ai dissensi del M5S, nel tentativo estremo di bloccare l’avanzata grillina, qualcosa nel ramo dissenso interno esiste.
Per adesso Grillo deve ritenersi fortunato con il suo 20 %, anche se è stabile, non va avanti né indietro.
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Fronti di guerra - 4
Il terzo fronte
Il terzo fronte di guerra appartiene alla Rivoluzione democratica di Beppe Grillo e di quel personaggio misterioso di Gian Roberto Casaleggio.
Lo scopo dichiarato è far fuori tutti i partiti della seconda Repubblica ed insediarsi al loro posto.
La situazione italiana è molto complessa. Siamo ancora nella fase di chiusura della seconda Repubblica che stenta a chiudersi per via della pervicace resistenza dell’attore che l’ha completamente caratterizzata, Silvio Berlusconi.
Dal punto di vista storico, l’ultimo ventennio è senza dubbio quello di S.B. e del berlusconismo.
Un ventennio paralizzato intorno agli interessi del Cav. Tutto fino ad ora è ruotato intorno ad S.B.
Gli accordi sottobanco degli ex Pci nel 1994 con mister “Ghe pensi mi” hanno condizionato anch’essi il ventennio.
La nuova generazione di ex Pci ha pensato solo a se stessa e a far carriera. E ci è riuscita.
Le ragioni storiche di esistere della sinistra sono state completamente disattese,…o meglio, sono state svendute in cambio di potere che è passato anche attraverso il patto sottobanco del 1994.
Sono stati abbastanza bravi i contraenti del patto sottobanco a nascondere il tutto e a far credere ai rispettivi elettori di combattersi reciprocamente.
Hanno solo fatto finta di combattersi, perché si sono spartiti tutto quanto possibile. Compreso il MPS, storica banca della Siena rossa.
Era troppo presto per capire chi fosse S.B. nella primavera del 1994, quando dichiarò prima delle elezioni riferendosi al passato: “Basta con il teatrino della politica”
In realtà, con i compari dell’ex Pci per un ventennio hanno messo in piedi il teatrino dell’avanspettacolo.
Nel 2011, quando B. lascia Palazzo Chigi, è la certificazione del tracollo dei partiti della seconda Repubblica, dove Napolitano è costretto a creare una coabitazione coatta, che dura ancora oggi, affinché la casta non crolli definitivamente.
E’ in questa fase completamente nuova nella storia repubblicana che il malessere generato da questi eventi, reclama una via di fuga dal vecchio sistema dei partiti.
Questa, per una particolare coincidenza temporale ha rappresentato la fortuna di Beppe Grillo e del suo movimento.
Una fortuna che Grillo non ha saputo sfruttare per vari motivi. Tattici, strategici, economici e di ego personale.
Rimane comunque in questa fase il terzo partito d’Italia per consensi.
Malgrado i due maggiori partiti inciucisti ce la stiano mettendo tutta giorno dopo giorno impegnandosi a fondo per farlo crescere ulteriormente, come avvenuto nell’ultimo anno, il caratteraccio di Beppe Grillo e la strategia politica limitata hanno stabilizzato il M5S intorno al 20 %.
Non male per un partito di nuovo conio che nasce dal nulla, forse e ripeto forse, anche per questa volpe argentata piddina, centurione schierato a difesa degli interessi della casta:
https://www.youtube.com/watch?v=8T_8D_0PEPU
Non male ma completamente inutile perché difficilmente Grillo riuscirà a sfondare malgrado i governativi ne combinino peggio di Bertoldo, perché tutto quello che il M5S doveva esprimere lo ha espresso in questa fase.
Non sembra che possa dare più di quanto espresso.
Tolta la tara naturale che i giornali del mondo degli affari della casta attribuiscono ai dissensi del M5S, nel tentativo estremo di bloccare l’avanzata grillina, qualcosa nel ramo dissenso interno esiste.
Per adesso Grillo deve ritenersi fortunato con il suo 20 %, anche se è stabile, non va avanti né indietro.
Re: Come se ne viene fuori ?
http://www.iprmarketing.it/sites/defaul ... 020913.pdf
no ziello, grillo perde .
dal 25,5 dellle politiche al 19,5 di oggi.
no ziello, grillo perde .
dal 25,5 dellle politiche al 19,5 di oggi.
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