Medioriente-Dubbi sulle fonti ufficiali?
-
- Messaggi: 17353
- Iscritto il: 06/04/2012, 20:00
Re: Medioriente-Dubbi sulle fonti ufficiali?
Solo gente spaventata o ha qualche fondamento?
TROPPO GRAVE IL PERICOLO
DI UNA GUERRA TERMONUCLEARE
di Lyndon H. LaRouche Jr., 29 agosto 2013
1. Qualsiasi attacco americano alla Siria ha il potenziale di scatenare una guerra più grande, che potrebbe portare ad una guerra termonucleare e all’estinzione del genere umano. Il rischio è così grave che, al confronto, qualsiasi altra considerazione a favore di un intervento militare americano in Siria dovrà essere respinta. I resoconti su una presunta intesa tra l’amministrazione Obama, la Russia e l’Iran per impedire tale escalation vanno respinti al mittente, essendo inaffidabili, soprattutto di fronte al pericolo di un’azione militare che potrebbe condurre ad una guerra mondiale, e al probabile uso di armi termonucleari.
2. Gli avvenimenti in Siria vanno esaminati tenendo presente il fatto che il mondo è oggi dominato da un sistema imperiale con radici storiche in Europa, risalente ad eventi quali la distruzione di Troia e la nascita dell'impero romano. La malattia dell’Europa ancora oggi prevalente, nella forma del sistema monetarista globale anglo-olandese, domina le consuetudini del mondo. Notoriamente, la Corona britannica promuove una politica di massiccia riduzione demografica, dagli attuali 7 miliardi di abitanti a 1-2 miliardi di abitanti. Il Presidente Obama è uno strumento nelle mani di questo gruppo internazionale, rappresentato negli Stati Uniti dagli interessi di Wall Street. La guerra termonucleare deve essere impedita a tutti i costi: un attacco militare alla Siria, per quanto limitato, avvicinerebbe il mondo a questo genere di guerra.
3. L’attuale sistema finanziario globale anglo-olandese è destinato alla bancarotta generale. Essa si manifesterà prossimamente: ciò induce una fazione anglo-olandese disperata a contemplare un’escalation verso una guerra globale. Il fatto che esista negli Stati Uniti ed in altre parti del mondo un serio movimento per il ripristino della legge Glass-Steagall, unica alternativa al collasso generale dell’economia, scatena il panico a Wall Street.
4. Alle prevedibili conseguenze di un conflitto militare si aggiunge il fatto che non vi è alcuna base nel diritto internazionale o nella legge costituzionale americana che consenta al Presidente Obama di dare il via ad un attacco alla Siria. Obama deve essere destituito dall’incarico per questo motivo: che egli contempli un attacco alla Siria, conoscendone le potenziali conseguenze, è una causa sufficiente per la sua destituzione.
5. Le forze armate americane sono state decimate da oltre un decennio di lunghe guerre. La logica del riarmo americano contro Russia e Cina sta portando il mondo verso una guerra termonucleare nel Pacifico. Una volta accesa la miccia, anche se sia solo un attacco limitato alla Siria, la situazione sfuggirà ben presto dal controllo.
6. Se si impedisce questo attacco alla Siria a tutti i costi e si ripristina immediatamente la legge Glass-Steagall,si getteranno le basi per la stabilità mondiale. Gli Stati Uniti hanno l’opportunità di cooperare con la Cina per la pace e lo sviluppo. Il mondo è in bilico e abbiamo bisogno di un fattore di stabilità. I cinesi sanno che l’ulteriore crollo dell’Europa e degli Stati Uniti porterà con sé il collasso anche della Cina. Unire la separazione bancaria ad uno sforzo globale di cooperazione per controllare, tra le varie cose, l’energia di fusione, eliminerebbe le condizioni che ci stanno conducendo verso una guerra di auto-estinzione.
7. In linea di principio, questa guerra può essere fermata da un numero relativamente piccolo di persone che comprendano come si conduce una efficace operazione di attacco sul fianco. La logica della politica seguita attualmente da Obama è tale che, se manterremo questo corso, correremo il pericolo di una guerra termonucleare. La Russia è stata messa in un angolo, e qualsiasi atto ulteriore sarebbe sufficiente a provocarne una reazione sfrenata. Finora, il Presidente Putin, pur essendo in una situazione delicata, sta agendo in modo responsabile. I leader responsabili dell’Occidente devono fare la loro parte.
TROPPO GRAVE IL PERICOLO
DI UNA GUERRA TERMONUCLEARE
di Lyndon H. LaRouche Jr., 29 agosto 2013
1. Qualsiasi attacco americano alla Siria ha il potenziale di scatenare una guerra più grande, che potrebbe portare ad una guerra termonucleare e all’estinzione del genere umano. Il rischio è così grave che, al confronto, qualsiasi altra considerazione a favore di un intervento militare americano in Siria dovrà essere respinta. I resoconti su una presunta intesa tra l’amministrazione Obama, la Russia e l’Iran per impedire tale escalation vanno respinti al mittente, essendo inaffidabili, soprattutto di fronte al pericolo di un’azione militare che potrebbe condurre ad una guerra mondiale, e al probabile uso di armi termonucleari.
2. Gli avvenimenti in Siria vanno esaminati tenendo presente il fatto che il mondo è oggi dominato da un sistema imperiale con radici storiche in Europa, risalente ad eventi quali la distruzione di Troia e la nascita dell'impero romano. La malattia dell’Europa ancora oggi prevalente, nella forma del sistema monetarista globale anglo-olandese, domina le consuetudini del mondo. Notoriamente, la Corona britannica promuove una politica di massiccia riduzione demografica, dagli attuali 7 miliardi di abitanti a 1-2 miliardi di abitanti. Il Presidente Obama è uno strumento nelle mani di questo gruppo internazionale, rappresentato negli Stati Uniti dagli interessi di Wall Street. La guerra termonucleare deve essere impedita a tutti i costi: un attacco militare alla Siria, per quanto limitato, avvicinerebbe il mondo a questo genere di guerra.
3. L’attuale sistema finanziario globale anglo-olandese è destinato alla bancarotta generale. Essa si manifesterà prossimamente: ciò induce una fazione anglo-olandese disperata a contemplare un’escalation verso una guerra globale. Il fatto che esista negli Stati Uniti ed in altre parti del mondo un serio movimento per il ripristino della legge Glass-Steagall, unica alternativa al collasso generale dell’economia, scatena il panico a Wall Street.
4. Alle prevedibili conseguenze di un conflitto militare si aggiunge il fatto che non vi è alcuna base nel diritto internazionale o nella legge costituzionale americana che consenta al Presidente Obama di dare il via ad un attacco alla Siria. Obama deve essere destituito dall’incarico per questo motivo: che egli contempli un attacco alla Siria, conoscendone le potenziali conseguenze, è una causa sufficiente per la sua destituzione.
5. Le forze armate americane sono state decimate da oltre un decennio di lunghe guerre. La logica del riarmo americano contro Russia e Cina sta portando il mondo verso una guerra termonucleare nel Pacifico. Una volta accesa la miccia, anche se sia solo un attacco limitato alla Siria, la situazione sfuggirà ben presto dal controllo.
6. Se si impedisce questo attacco alla Siria a tutti i costi e si ripristina immediatamente la legge Glass-Steagall,si getteranno le basi per la stabilità mondiale. Gli Stati Uniti hanno l’opportunità di cooperare con la Cina per la pace e lo sviluppo. Il mondo è in bilico e abbiamo bisogno di un fattore di stabilità. I cinesi sanno che l’ulteriore crollo dell’Europa e degli Stati Uniti porterà con sé il collasso anche della Cina. Unire la separazione bancaria ad uno sforzo globale di cooperazione per controllare, tra le varie cose, l’energia di fusione, eliminerebbe le condizioni che ci stanno conducendo verso una guerra di auto-estinzione.
7. In linea di principio, questa guerra può essere fermata da un numero relativamente piccolo di persone che comprendano come si conduce una efficace operazione di attacco sul fianco. La logica della politica seguita attualmente da Obama è tale che, se manterremo questo corso, correremo il pericolo di una guerra termonucleare. La Russia è stata messa in un angolo, e qualsiasi atto ulteriore sarebbe sufficiente a provocarne una reazione sfrenata. Finora, il Presidente Putin, pur essendo in una situazione delicata, sta agendo in modo responsabile. I leader responsabili dell’Occidente devono fare la loro parte.
-
- Messaggi: 17353
- Iscritto il: 06/04/2012, 20:00
Re: Medioriente-Dubbi sulle fonti ufficiali?
Le armi chimiche in Siria ed il rischio di una guerra globale
28 agosto 2013 (MoviSol) - Nei giorni passati si sono succedute diverse versioni in contrasto tra loro riguardo a quanto accaduto lo scorso 21 agosto nel quartiere periferico di Damasco, Al Ghouta. La vicenda è stata utilizzata dal "partito della guerra", con basi in particolare a Londra e Parigi, per costringere le potenze occidentali ad un intervento militare. Al momento l’unica certezza é che gli ispettori delle Nazioni Unite sono arrivati in Siria il 19 Agosto, con il permesso del governo, e sarebbe stato quindi un atto di mera stupidità ed un suicidio politico da parte del presidente Assad, permettere l’utilizzo di tali armi chimiche durante un attacco verificatosi negli stessi giorni.
Nonostante questo il primo ministro Cameron sembrerebbe abbia chiesto al presidente Obama di aiutarlo a stilare una risoluzione contro la Siria da presentare alle Nazioni Unite. In questa maniera Cameron tenta di seguire le orme del suo predecessore Tony Blair, la cui risoluzione condusse alla guerra contro l’Iraq. Come oggi sappiamo bene, quel conflitto fu basato su prove completamente create ad arte per dimostrare l’esistenza di armi di distruzione di massa ed ha provocato anni di caos e violenze.
Un drammatico resoconto dei fatti é stato fornito dal Dott. Yossef Bodansky, un americano di origine israeliana, esperto di terrorismo, con storici legami con il partito repubblicano. Il 22 agosto scorso Bodansky ha scritto che l’eventuale utilizzo di armi chimiche sarebbe potuto provenire unicamente dai ribelli, impegnati nella lotta contro quei miliziani che stanno recentemente defezionando dalle fila dei gruppi armati e tornano a fornire supporto ad Assad. Bodansky afferma anche che le unità dei ribelli sono principalmente dominate da combattenti jihadisti e appartenenti all’organizzazione terroristica islamica Al-Qaeda.
Pur nella confusione di versioni discordanti, il presidente Obama ha convocato una riunione del consiglio di sicurezza nazionale il 24 agosto, per poter ascoltare il rapporto del capo degli Stati Maggiori Riuniti, il generale Dempsey. Secondo quanto riferito da Chuck Hagel, il Segretario per la Difesa, successivamente all’incontro, Dempsey ha presentato tutte le opzioni militari, pur esprimendo gravi dubbi sulla loro fattibilità. Dempsey ha anche accennato al rischio di incorrere in un conflitto prolungato non giustificato da alcun pericolo reale per la sicurezza nazionale. Hagel si è detto d’accordo con le dichiarazioni del generale.
Il 25 agosto scorso Dempsey si é incontrato, in Giordania, con gli alti vertici militari di dieci paesi, per discutere sulla sicurezza dell’intera regione mediorientale e sulle implicazioni dell’attuale crisi siriana. Nello stesso momento, la marina militare americana stava posizionando quattro navi cacciatorpediniere, al largo delle coste siriane, nel Mediterraneo orientale, in attesa di una decisione del presidente Obama. Tutte le operazioni militari sono al momento in attesa del responso del team di esperti delle Nazioni Unite, come affermato anche dalla dichiarazione congiunta da parte del Segretario di Stato Kerry e del Ministro degli Affari Esteri russo Lavrov, dichiarazione rilasciata il 23 agosto scorso.
Il 26 agosto Kerry ha improvvisamente annunciato l'"uso innegabile" di armi chimiche da parte dell'esercito siriano, senza fornirne alcuna prova.
Quello che risulta chiaro è che quest’ultima escalation in Siria ha messo l’intera regione ed il mondo sull’orlo di una guerra che può rapidamente espandersi in un conflitto globale.
28 agosto 2013 (MoviSol) - Nei giorni passati si sono succedute diverse versioni in contrasto tra loro riguardo a quanto accaduto lo scorso 21 agosto nel quartiere periferico di Damasco, Al Ghouta. La vicenda è stata utilizzata dal "partito della guerra", con basi in particolare a Londra e Parigi, per costringere le potenze occidentali ad un intervento militare. Al momento l’unica certezza é che gli ispettori delle Nazioni Unite sono arrivati in Siria il 19 Agosto, con il permesso del governo, e sarebbe stato quindi un atto di mera stupidità ed un suicidio politico da parte del presidente Assad, permettere l’utilizzo di tali armi chimiche durante un attacco verificatosi negli stessi giorni.
Nonostante questo il primo ministro Cameron sembrerebbe abbia chiesto al presidente Obama di aiutarlo a stilare una risoluzione contro la Siria da presentare alle Nazioni Unite. In questa maniera Cameron tenta di seguire le orme del suo predecessore Tony Blair, la cui risoluzione condusse alla guerra contro l’Iraq. Come oggi sappiamo bene, quel conflitto fu basato su prove completamente create ad arte per dimostrare l’esistenza di armi di distruzione di massa ed ha provocato anni di caos e violenze.
Un drammatico resoconto dei fatti é stato fornito dal Dott. Yossef Bodansky, un americano di origine israeliana, esperto di terrorismo, con storici legami con il partito repubblicano. Il 22 agosto scorso Bodansky ha scritto che l’eventuale utilizzo di armi chimiche sarebbe potuto provenire unicamente dai ribelli, impegnati nella lotta contro quei miliziani che stanno recentemente defezionando dalle fila dei gruppi armati e tornano a fornire supporto ad Assad. Bodansky afferma anche che le unità dei ribelli sono principalmente dominate da combattenti jihadisti e appartenenti all’organizzazione terroristica islamica Al-Qaeda.
Pur nella confusione di versioni discordanti, il presidente Obama ha convocato una riunione del consiglio di sicurezza nazionale il 24 agosto, per poter ascoltare il rapporto del capo degli Stati Maggiori Riuniti, il generale Dempsey. Secondo quanto riferito da Chuck Hagel, il Segretario per la Difesa, successivamente all’incontro, Dempsey ha presentato tutte le opzioni militari, pur esprimendo gravi dubbi sulla loro fattibilità. Dempsey ha anche accennato al rischio di incorrere in un conflitto prolungato non giustificato da alcun pericolo reale per la sicurezza nazionale. Hagel si è detto d’accordo con le dichiarazioni del generale.
Il 25 agosto scorso Dempsey si é incontrato, in Giordania, con gli alti vertici militari di dieci paesi, per discutere sulla sicurezza dell’intera regione mediorientale e sulle implicazioni dell’attuale crisi siriana. Nello stesso momento, la marina militare americana stava posizionando quattro navi cacciatorpediniere, al largo delle coste siriane, nel Mediterraneo orientale, in attesa di una decisione del presidente Obama. Tutte le operazioni militari sono al momento in attesa del responso del team di esperti delle Nazioni Unite, come affermato anche dalla dichiarazione congiunta da parte del Segretario di Stato Kerry e del Ministro degli Affari Esteri russo Lavrov, dichiarazione rilasciata il 23 agosto scorso.
Il 26 agosto Kerry ha improvvisamente annunciato l'"uso innegabile" di armi chimiche da parte dell'esercito siriano, senza fornirne alcuna prova.
Quello che risulta chiaro è che quest’ultima escalation in Siria ha messo l’intera regione ed il mondo sull’orlo di una guerra che può rapidamente espandersi in un conflitto globale.
-
- Messaggi: 17353
- Iscritto il: 06/04/2012, 20:00
Re: Medioriente-Dubbi sulle fonti ufficiali?
La Bundesbank si schiera a favore del bail-in: la crisi bancaria è imminente
29 agosto 2013 (MoviSol) - In quella che viene vista come una svolta, la Bundesbank ha appoggiato pubblicamente la direttiva UE per i salvataggi bancari tramite bail-in (prelievo forzoso). In un discorso a Salisburgo il 18 agosto, il membro del consiglio della banca centrale tedesca Andreas Dombret ha chiesto la rapida approvazione della Autorità Unica di Risoluzione Bancaria. "Credo fermamente – ha detto Dombret - che dobbiamo affidare ad una nuova istituzione europea i poteri di risoluzione così come descritti nella direttiva [approvata dall'Ecofin il 27 giugno]. Deve diventare un ente forte e indipendente con pieni poteri decisionali".
Come ha osservato la Deutsche Wirtschafts Nachrichten, "Finora la Bundesbank si era tenuta riservata su questo tema. Se ora osa uscire allo scoperto bisogna concludere che qualche banca sta bruciando. Dopo le elezioni politiche, i risparmiatori si troveranno coinvolti nel rischio delle banche più rapidamente di quanto desiderino".
Dombret si è lamentato della lentezza dei singoli paesi membri della UE, che non hanno ancora incorporato il sistema del bail-in nelle legislazioni nazionali. "Perciò deve essere data la massima urgenza agli sforzi di applicazione in tutte le giurisdizioni. Potremmo pagare caro ogni ritardo. In poche parole, non possiamo accettare alcuna scusa per deviare dai tempi di applicazione".
Da dove viene tutta questa fretta? La DWN ci aiuta ancora a trovare una risposta: "Uno sguardo ai bilanci delle banche chiarisce la cosa. Le passività delle banche dell'Eurozona ammontano al 250% della performance economica totale. Le passività sono superiori ai cosiddetti attivi. Solo i debiti delle banche spagnole ammontano al 350% del PIL, ovvero circa 3,3 mila miliardi di euro. I bilanci delle banche indicano rischi per un multiplo dei debiti pubblici. Essi ammontano in totale a 9,3 mila miliardi".
Il signor Dombret, che prima di passare alla Bundesbank ha lavorato presso Rothschild, JP Morgan e Bank of America, ha anche voluto attaccare le proposte di ripristinare la legge Glass-Steagall, ovvero la separazione delle banche commerciali da quelle speculative.
Spiegando bene di che si tratta, Dombret ha dichiarato: "L'idea è di creare una categoria di banche piuttosto tradizionali, i cui clienti sarebbero protetti dalla garanzia sui depositi. Dall'altra parte, le banche impegnate nelle attività più rischiose e volatili non potrebbero fare affidamento sui depositi e né verrebbero salvate a spese dei contribuenti. In aggiunta, la separazione potrebbe semplificare le strutture del gruppo, facilitando la gestione del rischio e la sorveglianza, come pure la liquidazione se ce ne fosse bisogno".
Dopo aver dimostrato di conoscere bene la materia, Dombret scarta l'opzione: "Però, se i confini tra le varie attività bancarie sono fluidi è difficile tracciare una linea chiara di demarcazione. Di conseguenza, gli interventi strutturali nei modelli di business delle banche devono essere vagliati con cura".
Insomma, l'ex trader divenuto banchiere centrale Dombret pensa che separare le banche sia "difficile". Eh, certo, togliere i soldi ai risparmiatori è più facile.
29 agosto 2013 (MoviSol) - In quella che viene vista come una svolta, la Bundesbank ha appoggiato pubblicamente la direttiva UE per i salvataggi bancari tramite bail-in (prelievo forzoso). In un discorso a Salisburgo il 18 agosto, il membro del consiglio della banca centrale tedesca Andreas Dombret ha chiesto la rapida approvazione della Autorità Unica di Risoluzione Bancaria. "Credo fermamente – ha detto Dombret - che dobbiamo affidare ad una nuova istituzione europea i poteri di risoluzione così come descritti nella direttiva [approvata dall'Ecofin il 27 giugno]. Deve diventare un ente forte e indipendente con pieni poteri decisionali".
Come ha osservato la Deutsche Wirtschafts Nachrichten, "Finora la Bundesbank si era tenuta riservata su questo tema. Se ora osa uscire allo scoperto bisogna concludere che qualche banca sta bruciando. Dopo le elezioni politiche, i risparmiatori si troveranno coinvolti nel rischio delle banche più rapidamente di quanto desiderino".
Dombret si è lamentato della lentezza dei singoli paesi membri della UE, che non hanno ancora incorporato il sistema del bail-in nelle legislazioni nazionali. "Perciò deve essere data la massima urgenza agli sforzi di applicazione in tutte le giurisdizioni. Potremmo pagare caro ogni ritardo. In poche parole, non possiamo accettare alcuna scusa per deviare dai tempi di applicazione".
Da dove viene tutta questa fretta? La DWN ci aiuta ancora a trovare una risposta: "Uno sguardo ai bilanci delle banche chiarisce la cosa. Le passività delle banche dell'Eurozona ammontano al 250% della performance economica totale. Le passività sono superiori ai cosiddetti attivi. Solo i debiti delle banche spagnole ammontano al 350% del PIL, ovvero circa 3,3 mila miliardi di euro. I bilanci delle banche indicano rischi per un multiplo dei debiti pubblici. Essi ammontano in totale a 9,3 mila miliardi".
Il signor Dombret, che prima di passare alla Bundesbank ha lavorato presso Rothschild, JP Morgan e Bank of America, ha anche voluto attaccare le proposte di ripristinare la legge Glass-Steagall, ovvero la separazione delle banche commerciali da quelle speculative.
Spiegando bene di che si tratta, Dombret ha dichiarato: "L'idea è di creare una categoria di banche piuttosto tradizionali, i cui clienti sarebbero protetti dalla garanzia sui depositi. Dall'altra parte, le banche impegnate nelle attività più rischiose e volatili non potrebbero fare affidamento sui depositi e né verrebbero salvate a spese dei contribuenti. In aggiunta, la separazione potrebbe semplificare le strutture del gruppo, facilitando la gestione del rischio e la sorveglianza, come pure la liquidazione se ce ne fosse bisogno".
Dopo aver dimostrato di conoscere bene la materia, Dombret scarta l'opzione: "Però, se i confini tra le varie attività bancarie sono fluidi è difficile tracciare una linea chiara di demarcazione. Di conseguenza, gli interventi strutturali nei modelli di business delle banche devono essere vagliati con cura".
Insomma, l'ex trader divenuto banchiere centrale Dombret pensa che separare le banche sia "difficile". Eh, certo, togliere i soldi ai risparmiatori è più facile.
-
- Messaggi: 1188
- Iscritto il: 21/02/2012, 22:55
Re: Medioriente-Dubbi sulle fonti ufficiali?
Siria, la giusta scelta di Obama
di Furio Colombo | 3 settembre 2013
Se fossi cittadino americano sarei orgoglioso del presidente del mio Paese. Barack Obama ha mostrato con durezza e chiarezza la sua condanna per quelle centinaia di cadaveri, donne e tanti bambini, sterminati in un modo orrendo e crudele e tuttora misterioso. E ha dichiarato che non ne starà fuori. Ma invece di correre dietro al carro delle prove, che persino il suo Segretario di Stato gli stava offrendo, ha preferito rivolgersi al Congresso del suo Paese, dunque deputati e senatori che in questo momento ascoltano i cittadini. Non si fa una guerra da soli, una guerra che può diventare immensa e globale in ogni istante.
Barack Obama non ha dato segni di essere preoccupato per le strade diverse dei suoi alleati (Regno Unito no, Francia sì, Italia no, Germania assente per elezioni) che interrompono un percorso finora tipico e obbligato. Ma ha voluto parlare a lungo (45 minuti, mentre le tv del mondo lo aspettavano nel “giardino delle rose” come in una sorta di estrema consultazione o confessione) con il suo assistente più vicino, McDonough “uno calmo e saggio”, dicono gli esperti della Casa Bianca. Alla fine ha deciso di dare tempo ai suoi cittadini di parlare con coloro che essi hanno eletto per essere rappresentati. E accetta di sapere che cosa deciderà (a nome dei cittadini) il Parlamento.
Stupisce molti che in tal modo Obama si sia fermato un passo prima della più alta prerogativa che gli spetta: combattere subito e solo dopo dare spiegazioni al suo popolo, agli alleati, alla Storia. Esitante, indeciso, quasi un pacifista, come il presidente Carter, è stato scritto. Se fossi Obama ne sarei fiero (e credo che Obama lo sia). Perché Carter non era esitante e neppure “pacifista” (nel senso buono o insultante della parola). Era un presidente riluttante. Non ha fatto la guerra (e non ne l’ha mai minacciata) mentre 68 diplomatici americani erano ostaggi dell’Iran. Ha promesso la restituzione del Canale a Panama mentre stava divampando una violenta rivolta armata e l’ha fermata, rinunciando a una sovranità americana.
Ieri il New York Times (Mark Lander da Washington) così ha definito Obama, un presidente riluttante, evocando il titolo del bel libro di Mohsin Hamid. Anche per Obama la definizione è giusta. Barack Obama non vuole qualunque pace. Ma non vuole qualunque guerra, cadaveri accanto a cadaveri. Lungo questa strada, senza Nazioni Unite e con il rischio carteriano di subire ostilità e disprezzo, Obama sta tentando di guidare da solo un mondo mezzo cieco.
il Fatto Quotidiano, 3 settembre 2013
Forse è preferibile essere definito un "presidente riluttante" che un presidente cinico guerrafondaio!
di Furio Colombo | 3 settembre 2013
Se fossi cittadino americano sarei orgoglioso del presidente del mio Paese. Barack Obama ha mostrato con durezza e chiarezza la sua condanna per quelle centinaia di cadaveri, donne e tanti bambini, sterminati in un modo orrendo e crudele e tuttora misterioso. E ha dichiarato che non ne starà fuori. Ma invece di correre dietro al carro delle prove, che persino il suo Segretario di Stato gli stava offrendo, ha preferito rivolgersi al Congresso del suo Paese, dunque deputati e senatori che in questo momento ascoltano i cittadini. Non si fa una guerra da soli, una guerra che può diventare immensa e globale in ogni istante.
Barack Obama non ha dato segni di essere preoccupato per le strade diverse dei suoi alleati (Regno Unito no, Francia sì, Italia no, Germania assente per elezioni) che interrompono un percorso finora tipico e obbligato. Ma ha voluto parlare a lungo (45 minuti, mentre le tv del mondo lo aspettavano nel “giardino delle rose” come in una sorta di estrema consultazione o confessione) con il suo assistente più vicino, McDonough “uno calmo e saggio”, dicono gli esperti della Casa Bianca. Alla fine ha deciso di dare tempo ai suoi cittadini di parlare con coloro che essi hanno eletto per essere rappresentati. E accetta di sapere che cosa deciderà (a nome dei cittadini) il Parlamento.
Stupisce molti che in tal modo Obama si sia fermato un passo prima della più alta prerogativa che gli spetta: combattere subito e solo dopo dare spiegazioni al suo popolo, agli alleati, alla Storia. Esitante, indeciso, quasi un pacifista, come il presidente Carter, è stato scritto. Se fossi Obama ne sarei fiero (e credo che Obama lo sia). Perché Carter non era esitante e neppure “pacifista” (nel senso buono o insultante della parola). Era un presidente riluttante. Non ha fatto la guerra (e non ne l’ha mai minacciata) mentre 68 diplomatici americani erano ostaggi dell’Iran. Ha promesso la restituzione del Canale a Panama mentre stava divampando una violenta rivolta armata e l’ha fermata, rinunciando a una sovranità americana.
Ieri il New York Times (Mark Lander da Washington) così ha definito Obama, un presidente riluttante, evocando il titolo del bel libro di Mohsin Hamid. Anche per Obama la definizione è giusta. Barack Obama non vuole qualunque pace. Ma non vuole qualunque guerra, cadaveri accanto a cadaveri. Lungo questa strada, senza Nazioni Unite e con il rischio carteriano di subire ostilità e disprezzo, Obama sta tentando di guidare da solo un mondo mezzo cieco.
il Fatto Quotidiano, 3 settembre 2013
Forse è preferibile essere definito un "presidente riluttante" che un presidente cinico guerrafondaio!
-
- Messaggi: 3688
- Iscritto il: 22/02/2012, 14:30
Re: Medioriente-Dubbi sulle fonti ufficiali?
Si.Forse anche quelli che lo hanno preceduto dovevano consultare il popolo, anzi in una democrazia con la lettera maiuscola, dovrebbe sempre consultare il proprio popolo.Questi interventi costano sacrifici anche ai cittadini americani.Cosa hanno risolto in Somalia, Iraq,Libia,Afganistan.Niente solo altri morti civili provocati da chi li voleva liberarli dai dittatori.
Le fazioni in lotta continuano ad ammazzarsi.
Ciao
Paolo11
Le fazioni in lotta continuano ad ammazzarsi.
Ciao
Paolo11
Re: Medioriente-Dubbi sulle fonti ufficiali?
IO sono con Obama ....
chi conosce l'inglese guardi questa fantastica intervista Christiane Amanpour intervista l'ambasciatore siriano all'Onu
http://amanpour.blogs.cnn.com/
In her final question, Amanpour put a pointed question to Ambassador Ja’afari.
“How do you sleep at night, Mister Ja’afari,” she asked, “defending a regime, a government, that has caused so much bloodshed?”
Ja’afari was evasive, responding that the use of chemical weapons was “horrible” and “appalling.”
“All what we are saying is that yes, we do have a domestic crisis,” Jaafari said. “Yes, wrongdoings happened in the past. Yes, injustices took place in Syria in the past. We need to correct this, and we believe in what Obama said in the elections. ‘Change: Yes we can.’”
chi conosce l'inglese guardi questa fantastica intervista Christiane Amanpour intervista l'ambasciatore siriano all'Onu
http://amanpour.blogs.cnn.com/
In her final question, Amanpour put a pointed question to Ambassador Ja’afari.
“How do you sleep at night, Mister Ja’afari,” she asked, “defending a regime, a government, that has caused so much bloodshed?”
Ja’afari was evasive, responding that the use of chemical weapons was “horrible” and “appalling.”
“All what we are saying is that yes, we do have a domestic crisis,” Jaafari said. “Yes, wrongdoings happened in the past. Yes, injustices took place in Syria in the past. We need to correct this, and we believe in what Obama said in the elections. ‘Change: Yes we can.’”
-
- Messaggi: 1188
- Iscritto il: 21/02/2012, 22:55
Re: Medioriente-Dubbi sulle fonti ufficiali?
Da facebook:
Erri De Luca
Due navi militari italiane partono verso il fronte siriano:pronte ai comandi altrui e senza il fastidio di chiedere al Parlamento.
Non mi piace più · Condividi · @Erriders on Twitter · 57 minuti fa tramite Twitter ·
A te e altri 65 piace questo elemento.
21 condivisioni
Erri De Luca
Due navi militari italiane partono verso il fronte siriano:pronte ai comandi altrui e senza il fastidio di chiedere al Parlamento.
Non mi piace più · Condividi · @Erriders on Twitter · 57 minuti fa tramite Twitter ·
A te e altri 65 piace questo elemento.
21 condivisioni
-
- Messaggi: 3688
- Iscritto il: 22/02/2012, 14:30
Re: Medioriente-Dubbi sulle fonti ufficiali?
...........................Amadeus ha scritto:IO sono con Obama ....
chi conosce l'inglese guardi questa fantastica intervista Christiane Amanpour intervista l'ambasciatore siriano all'Onu
http://amanpour.blogs.cnn.com/
In her final question, Amanpour put a pointed question to Ambassador Ja’afari.
“How do you sleep at night, Mister Ja’afari,” she asked, “defending a regime, a government, that has caused so much bloodshed?”
Ja’afari was evasive, responding that the use of chemical weapons was “horrible” and “appalling.”
“All what we are saying is that yes, we do have a domestic crisis,” Jaafari said. “Yes, wrongdoings happened in the past. Yes, injustices took place in Syria in the past. We need to correct this, and we believe in what Obama said in the elections. ‘Change: Yes we can.’”
Io invece sono con il papa guardacaso.A mio avviso la devono smettere di fare lo sceriffo del mondo gli USA.Non credo che i cittadini americani siano d'accordo sia con Obama e con gli altri che lo hanno preceduto.Ognuno ha fatto la sua guerra chirurgica, non risolvendo i problemi.Poi non si lamentino se succedono attentati nel loro paese come l'ultimo della maratona di Boston.Raccolgono anche loro quello che hanno seminato in giro per il mondo.
Ciao
Paolo11
-
- Messaggi: 694
- Iscritto il: 22/02/2012, 10:21
Re: Medioriente-Dubbi sulle fonti ufficiali?
Francamente non so cosa pensare ...
Sembra facile dire "No alla Guerra", lo diciamo tutti.
Ma non vorrei diventare come quelli che all'invasione della Polonia nel 1939 stettero in silenzio e si chiusero nei loro sicuri giacigli.
L'uso dei Gas non è tollerabile e va punito.
Il problema è chi l'ha usato: Assad o i Ribelli ?
Sembra facile dire "No alla Guerra", lo diciamo tutti.
Ma non vorrei diventare come quelli che all'invasione della Polonia nel 1939 stettero in silenzio e si chiusero nei loro sicuri giacigli.
L'uso dei Gas non è tollerabile e va punito.
Il problema è chi l'ha usato: Assad o i Ribelli ?
_____________________
«Non si discute per aver ragione, ma per capire» (Peanuts)
_____________________
«Non si discute per aver ragione, ma per capire» (Peanuts)
_____________________
-
- Messaggi: 1079
- Iscritto il: 19/04/2012, 12:04
Re: Medioriente-Dubbi sulle fonti ufficiali?
La Pace andrebbe sempre salvaguardata ma quando troppi interessi le vanno contro diventa troppo facili creare "casus beli" ad arte, Assad sarebbe un vero folle ad usare i gas significherebbe la sua fine dando un pretesto troppo facile ai suoi avversari per attaccarlo e quindi mi sa tanto di un attacco stile "stazione radio di Gleiwitz" ma le prove non le avremo mai in goni caso (la prima vittima di ogni guerra è sempre la verità).
Intanto le flotte si posizionano: la Nimitz e la Moskva stanno già dirigendo verso le acque siriane e noi nel nostro piccolo mandiamo l'Andrea Doria nelle acque libanesi.
Ricordo sempre che le guerre si sa quando e come cominciano ma mai come e quando finiranno... Io agli attacchi circoscritti, intelligenti e chirurgici non ci credo: le bombe sono sempre profondamente ignoranti...
Speriamo bene...
Intanto le flotte si posizionano: la Nimitz e la Moskva stanno già dirigendo verso le acque siriane e noi nel nostro piccolo mandiamo l'Andrea Doria nelle acque libanesi.
Ricordo sempre che le guerre si sa quando e come cominciano ma mai come e quando finiranno... Io agli attacchi circoscritti, intelligenti e chirurgici non ci credo: le bombe sono sempre profondamente ignoranti...
Speriamo bene...
Chi c’è in linea
Visitano il forum: Semrush [Bot] e 12 ospiti