Come se ne viene fuori ?
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Re: Come se ne viene fuori ?
Se vogliono, il M5S può cambiare l'Italia, ma essendo solo il 25% deve dar conto anche all'altro 75%.
Purtroppo anche loro (i Guru) vogliono solo il potere.
Povera Italia!
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«Non si discute per aver ragione, ma per capire» (Peanuts)
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Re: Come se ne viene fuori ?
Amadeus ha scritto:e perchè non prende anche lui gli antidepressivi come i suoi amati cittadini devastati dalle ansie e dalle angosce?
appena finisce ai domiciliari lo molleranno in molti, altro che 36% .
la sceneggiata vittimista ha raggiunto il capolinea.
la domanda è : c'è la possibilità che si formi una decente destra liberale europea?
ci sarà una palingenesi almeno a destra?
Direi di no nel breve e medio termine.
Qual cosa di fac-simile poteva essere rappresentata da Pierfurby e da Monti, ma sono in caduta libera. Più vicini al museo delle cere di madame Tussauds, che alla politica italiana. E questo significa che i destri non intendono mettere in piedi una destra liberale.
Un liberale (così si definisce lui) come Crosetto, prima passa anni con i mussulmani e poi va con i fascisti.
Se si sfascia Farsa Italia 2.0, tutte le comparse del teatrino mussulmano non sono in grado di mettere insieme una destra di tipo europeo, perché conoscono solo la destra di rapina.
Uno dei giovani come Capezzolone è un uomo da rimorchio e non da trazione.
Berlu ha salvato la destra dopo il crollo della prima Repubblica, ma nel ventennio l’ha distrutta completamente per fini personali.
Un po’ come Attila, che dove passava lui non cresceva più l’erba.
Re: Come se ne viene fuori ?
Mettendomi negli -abbondanti - panni di Crosetto/ Shrek ....mischinèddu ( poverino) difficile trovare collocazione non squallida a destra...camillobenso ha scritto:Amadeus ha scritto:e perchè non prende anche lui gli antidepressivi come i suoi amati cittadini devastati dalle ansie e dalle angosce?
appena finisce ai domiciliari lo molleranno in molti, altro che 36% .
la sceneggiata vittimista ha raggiunto il capolinea.
la domanda è : c'è la possibilità che si formi una decente destra liberale europea?
ci sarà una palingenesi almeno a destra?
Direi di no nel breve e medio termine.
Qual cosa di fac-simile poteva essere rappresentata da Pierfurby e da Monti, ma sono in caduta libera. Più vicini al museo delle cere di madame Tussauds, che alla politica italiana. E questo significa che i destri non intendono mettere in piedi una destra liberale.
Un liberale (così si definisce lui) come Crosetto, prima passa anni con i mussulmani e poi va con i fascisti.
Se si sfascia Farsa Italia 2.0, tutte le comparse del teatrino mussulmano non sono in grado di mettere insieme una destra di tipo europeo, perché conoscono solo la destra di rapina.
Uno dei giovani come Capezzolone è un uomo da rimorchio e non da trazione.
Berlu ha salvato la destra dopo il crollo della prima Repubblica, ma nel ventennio l’ha distrutta completamente per fini personali.
Un po’ come Attila, che dove passava lui non cresceva più l’erba.
più che alzarsi e andarsene in pieno omnibus quando a dicembre 2012-in piene "primarie" farsa - The Cayman confermò la sua ingombrante onnipresenza ...
ma che poteva fà?
Casini non è cosa di stare a destra .... deve fare contenti tutti, quindi vale jolly.
Si era mosso Pisanu a suo tempo ma sono rientrati tutti nei ranghi ... aspettano una non meglio precisata vendemmia ( ou sveglia , è fine settembre , ci siamo quasi !!! ) ...
capezzone non fa testo, mischìno ( poverino) lo devono formattare prima del riuso....linea continua sul monitor.
all'acclamazione e alla massa ci credo solo quando li vedo - tutti- in blocco- rinunciare alle prebende per un pregiudicato sul viale del tramonto ....più che colpo di stato è un colpo di arteriosclerosi.
l'effetto interruttore on-off - ha ragione mariok - sarà molto difficile, sarà cosa lunga , ma del resto la lungaggine è un prezzo da pagare alla democrazia, alla tutela di alcune istituzioni che si vogliono abbattere in preda a rabbioso furore, senza che ci sia all'atto pratico una "sostituzione" che rappresenti e sia un autentico vantaggio per i cittadini.
appena scatta la misura cautelare si capirà quanto potere "politico" ha ancora l'energumeno in poliuretano espanso, lui, il principale esponente dello schieramento a noi avverso.
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Re: Come se ne viene fuori ?
Stamattina, non ricordo se ad Omnibus o su Rainews , ho sentito che Razzi avrebbe detto che
parecchi deputati/senatori del pdl non hanno nemmeno il voto delle mogli.
La vede difficile costringerli a dare le dimissioni.
E ci credo che b. non dorme! Oltre ai giudici, ai comunisti, anche gli amici ......!!!!
parecchi deputati/senatori del pdl non hanno nemmeno il voto delle mogli.
La vede difficile costringerli a dare le dimissioni.
E ci credo che b. non dorme! Oltre ai giudici, ai comunisti, anche gli amici ......!!!!
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Re: Come se ne viene fuori ?
....................lucfig ha scritto:Se vogliono, il M5S può cambiare l'Italia, ma essendo solo il 25% deve dar conto anche all'altro 75%.
Purtroppo anche loro (i Guru) vogliono solo il potere.
Povera Italia!
Caro ="lucfig"]
http://www.youtube.com/watch?v=Pfu-XiJv ... ploademail
Nessuno si senta esente da colpe.
Vedi questi almeno ci informano di quello che dicono in parlamento.Sveglia.
Ciao
Paolo11
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Re: Come se ne viene fuori ?
Caro lucfig se hai visto la puntata La Gabbia
http://www.giornalettismo.com/archives/ ... -di-tasse/
Forse cambi idea anche su Letta .La storia ATTILIO BEFERA sempre nella sua sedia sia da Prodi Letta ecc....
Ciao
Paolo11
http://www.giornalettismo.com/archives/ ... -di-tasse/
Forse cambi idea anche su Letta .La storia ATTILIO BEFERA sempre nella sua sedia sia da Prodi Letta ecc....
Ciao
Paolo11
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Re: Come se ne viene fuori ?
Paolo,
hai mai visto la commedia “Le voci di dentro “ del grande Eduardo ?
Spero che non ti offenda se ti dico che tu mi sembri lo zio che parlava con i botti.
Tu parli con i link!
Tutte belle cose , senza dubbio.
Ma avrebbero potuto metterle in pratica se si fossero alleati con il meno peggio
e avessero agito da spada nel fianco.
Forse , a quest’ora, non avremmo più la TAV , avremmo una legge elettorale decente,
avremmo tagliato molti sprechi, avremmo fatto qualche passo avanti e avremmo Berlusconi fuori da tutti i giochi.
Questo gioco di non sporcarsi le mani e di farci portare alla deriva da pd-pdl , mi dà il voltastomaco.
Mi dà il voltastomaco Grillo , con il suo linguaggio triviale, i suoi insulti , i suoi proclami.
Mi inquieta non poco il “guru” .
Detto questo , scusami per lo sfogo e posta pure i tuoi link.
Tanto non li leggo!
hai mai visto la commedia “Le voci di dentro “ del grande Eduardo ?
Spero che non ti offenda se ti dico che tu mi sembri lo zio che parlava con i botti.
Tu parli con i link!
Tutte belle cose , senza dubbio.
Ma avrebbero potuto metterle in pratica se si fossero alleati con il meno peggio
e avessero agito da spada nel fianco.
Forse , a quest’ora, non avremmo più la TAV , avremmo una legge elettorale decente,
avremmo tagliato molti sprechi, avremmo fatto qualche passo avanti e avremmo Berlusconi fuori da tutti i giochi.
Questo gioco di non sporcarsi le mani e di farci portare alla deriva da pd-pdl , mi dà il voltastomaco.
Mi dà il voltastomaco Grillo , con il suo linguaggio triviale, i suoi insulti , i suoi proclami.
Mi inquieta non poco il “guru” .
Detto questo , scusami per lo sfogo e posta pure i tuoi link.
Tanto non li leggo!
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Re: Come se ne viene fuori ?
Cara myriam .Non mi offendo:Li inserisco, per farvi notare che questo movimento parla con i cittadini ogni giorno, dicono le loro proposte camera e senato.
Quello che non è mai avvenuto con i partiti tradizionali messi in rete dopo giorni.
Per quanto riguarda la TAV Il PD era sempre stato favorevole da Fassino e altri.Quindi non ci poteva essere accordi con loro.
F35 non ne parliamo tutti favorevoli destra e sinistra.Con il passare degli anni arriveranno gli scandali di bustarelle anche su questo.
Ormai il PD non è più credibile.Se lo dico io che ho una certa età puoi credermi.
Qui ci vuole un movimento partito chiamalo come vuoi che stacchi la spina con i vecchi partiti, i vecchi burocrati nelle istituzioni Utilizzati sia dai governi di destra e sinistra.Ma ti rendi conto che De Mita Ha ancora a disposizione l'auto Blu per muoversi.
Ha cominciato Prodi Con IRI a lo spezzatino per fare cassai.Cosa abbiamo risolto un nulla siamo da capo.Stiamo svendento pezzi di apparati importanti per fare cassa.Per poi trovarci sempre come prima.Se hai visto la trasmissione ieri sera LA GABBIA.Ti ha fatto capire in che mani siamo stati fino ad ora, si con la sinistra e la destra.E chi comanda veramente in Italia.
Ciao
Paolo11
Quello che non è mai avvenuto con i partiti tradizionali messi in rete dopo giorni.
Per quanto riguarda la TAV Il PD era sempre stato favorevole da Fassino e altri.Quindi non ci poteva essere accordi con loro.
F35 non ne parliamo tutti favorevoli destra e sinistra.Con il passare degli anni arriveranno gli scandali di bustarelle anche su questo.
Ormai il PD non è più credibile.Se lo dico io che ho una certa età puoi credermi.
Qui ci vuole un movimento partito chiamalo come vuoi che stacchi la spina con i vecchi partiti, i vecchi burocrati nelle istituzioni Utilizzati sia dai governi di destra e sinistra.Ma ti rendi conto che De Mita Ha ancora a disposizione l'auto Blu per muoversi.
Ha cominciato Prodi Con IRI a lo spezzatino per fare cassai.Cosa abbiamo risolto un nulla siamo da capo.Stiamo svendento pezzi di apparati importanti per fare cassa.Per poi trovarci sempre come prima.Se hai visto la trasmissione ieri sera LA GABBIA.Ti ha fatto capire in che mani siamo stati fino ad ora, si con la sinistra e la destra.E chi comanda veramente in Italia.
Ciao
Paolo11
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Re: Come se ne viene fuori ?
Caro Paolo, sì , parlano con la gente, ma poi?
Le cose si cambiano con i fatti non con le chiacchiere e con i proclami.
E di fatti finora non ne ho visto manco uno.
Si sono ridotti lo stipendio, e vabbè, ma quello che resta , che non è poco, come se lo guadagnano?
Stando a guardare? Così a De Mita l'auto blu non gliela toglierà nessuno!
Tanto al 51% non ci arriveranno mai. O c'è qualcuno qua lo crede?
Per me si stanno dimostrando una massa di inetti comandati da uno squilibrato!
Le cose si cambiano con i fatti non con le chiacchiere e con i proclami.
E di fatti finora non ne ho visto manco uno.
Si sono ridotti lo stipendio, e vabbè, ma quello che resta , che non è poco, come se lo guadagnano?
Stando a guardare? Così a De Mita l'auto blu non gliela toglierà nessuno!
Tanto al 51% non ci arriveranno mai. O c'è qualcuno qua lo crede?
Per me si stanno dimostrando una massa di inetti comandati da uno squilibrato!
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Re: Come se ne viene fuori ?
La lunga agonia italiana – 33
Un drammatico vuoto di potere - 23
I giorni della follia - 22
Silvietto si è veramente spaventato con l'arrivo delle carte da Hong Kong.
Santoro a Servizio Pubblico ospita De Gregorio. Apriti cielo.
Silvietto ha tutte le ragioni per ritenersi spaventato e mostrare il lato peggiore della schizofrenia bipolare.
Questa volta rischia davvero di andare in carcere e finire in cella con nerboruti nipoti di Mubarak.
La scelta della disperazione
(Claudio Tito).
26/09/2013 di triskel182
LA POLITICA non sempre è fatta di razionalità, lucidità e calcolo. Le emozioni, i sentimenti, anche quelli incontrollabili, a volte condizionano le scelte. Oppure le determinano.
Un esempio lo ha fornito ieri il centrodestra. L’idea di far dimettere tutti i parlamentari del Pdl – o Forza Italia – risponde ad un solo stato d’animo: la disperazione. I racconti che quasi tutti gli esponenti berlusconiani fanno del loro leader, sono su questo punto assolutamente convergenti. Il Cavaliere si sente sull’orlo del precipizio per l’avvicinarsi della decadenza e per la paura che, senza le protezioni del suo mandato parlamentare, possa essere raggiunto da richieste di custodia cautelare a causa dei processi in cui è coinvolto.
E infatti la minaccia di abbandonare in blocco la Camera e il Senato è stata ieri sera brandita come un’arma e poi lasciata lì, sul tavolo. Non è stata innescata ma nemmeno ritirata. Se ne riparlerà semmai la prossima settimana o quando l’aula di Palazzo Madama voterà il suo addio al Parlamento. È per il momento una chiara forma di pressione nei confronti del Pd. È come se Berlusconi dicesse al partito di Epifani e al capo dello Stato Napolitano: potete ancora salvarmi, potete rinviare la decisione in giunta o bocciare la decadenza. Altrimenti faccio esplodere la bomba.
Ma si tratta di un avvertimento che non tiene conto di quel che sta avvenendo in Italia e soprattutto non considera gli attuali rapporti di forza. Una intimidazione – o un bluff – che lo “strano alleato” del Partito Democratico e il Quirinale non possono prendere in esame. La risposta infatti è già arrivata. Il Pd non può fare altro. Anzi, stavolta non può nemmeno far finta di soppesare la minaccia. La procedura che porta alla decadenza del Cavaliere è ineludibile per le forze di centrosinistra. Qualsiasi cedimento al Senato su questo aspetto verrebbe recepito dai loro sostenitori come un tradimento.
Ma c’è di più. Lo scontro in corso anche sulla politica economica del governo, le difficoltà emerse nella maggioranza in queste settimane nel rimettere ordine nei nostri conti pubblici spingono il Partito Democratico ad anticipare i tempi della verifica. Non più sulla legge di Stabilità, ma subito. Il tira e molla del Pdl, le incertezze sulle misure da adottare per far quadrare il bilancio dello Stato, i continui strappi di Berlusconi stanno diventando insostenibili per il Pd e per la sua base. Non a caso anche il presidente del Consiglio Letta ha iniziato a considerare la necessità di andare subito al redde rationem. L’inaffidabilità del Pdl, il rischio che tutte le misure “europeiste” di correzione dei conti, quelle meno digeribili per gli elettori, si possano ritorcere contro i democratici, sta spingendo Epifani ad essere ancora più intransigente.
Una situazione quindi che rischia di precipitare in ogni caso. Per molti le parole del Cavaliere sono state infatti l’inizio della campagna elettorale. Nel centrodestra già hanno individuato nel mese di marzo la data per richiamare gli italiani alle urne. Berlusconi ritiene che i sondaggi lo stiano aiutando e che per riuscire nell’impresa deve bloccare ora l’avanzata dei grillini. Ma la disperazione – se la mossa del centrodestra non si rivelerà solo un trucco – non aiuta ad esaminare con freddezza tutte le potenziali ripercussioni. Dimentica ad esempio che molto probabilmente non potrà ricandidarsi.
Anche lo strumento selezionato per provocare la crisi di governo appare contorto: le dimissioni in blocco sono una strada complicata. Serve l’approvazione dell’aula, poi l’impegno anche dei subentranti a lasciare lo scranno. È chiaro che il Parlamento sarebbe comunque inagibile. Ma il sistema riporterebbe una lesione senza precedenti: se si accettasse che una minoranza – non una maggioranza – è in grado non solo di far cadere un governo ma anche di costringere il Parlamento a sciogliersi, assisteremmo ad un vero e proprio paradosso della rappresentanza parlamentare. Senza contare che l’articolo 67 della Costituzione renderebbe inaccettabile il percorso imposto da Berlusconi ai suoi parlamentari: «Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato».
E tutto questo senza considerare gli effetti sulla nostra credibilità internazionale e soprattutto sul giudizio che l’Unione europea darà del nostro Paese. E senza considerare che il presidente della Repubblica Napolitano farà di tutto per evitare le elezioni anticipate. Almeno per il 2014. Nella galassia del centrodestra, poi, quando si arriverà al momento della verità, non tutti potrebbero obbedire ai diktat di Via del Plebiscito. Risuonano ancora nei corridoi di Montecitorio e Palazzo Madama i “non ci sto” dei deputati e senatori pidiellini eletti in Sicilia. Forse allora anche Berlusconi dovrebbe ascoltare quel che diceva Albert Camus: «Il vero democratico crede che la ragione possa illuminare un gran numero di problemi e forse regolarne quasi altrettanti». La ragione, non la disperazione.
Da La Repubblica del 26/09/2013.
Un drammatico vuoto di potere - 23
I giorni della follia - 22
Silvietto si è veramente spaventato con l'arrivo delle carte da Hong Kong.
Santoro a Servizio Pubblico ospita De Gregorio. Apriti cielo.
Silvietto ha tutte le ragioni per ritenersi spaventato e mostrare il lato peggiore della schizofrenia bipolare.
Questa volta rischia davvero di andare in carcere e finire in cella con nerboruti nipoti di Mubarak.
La scelta della disperazione
(Claudio Tito).
26/09/2013 di triskel182
LA POLITICA non sempre è fatta di razionalità, lucidità e calcolo. Le emozioni, i sentimenti, anche quelli incontrollabili, a volte condizionano le scelte. Oppure le determinano.
Un esempio lo ha fornito ieri il centrodestra. L’idea di far dimettere tutti i parlamentari del Pdl – o Forza Italia – risponde ad un solo stato d’animo: la disperazione. I racconti che quasi tutti gli esponenti berlusconiani fanno del loro leader, sono su questo punto assolutamente convergenti. Il Cavaliere si sente sull’orlo del precipizio per l’avvicinarsi della decadenza e per la paura che, senza le protezioni del suo mandato parlamentare, possa essere raggiunto da richieste di custodia cautelare a causa dei processi in cui è coinvolto.
E infatti la minaccia di abbandonare in blocco la Camera e il Senato è stata ieri sera brandita come un’arma e poi lasciata lì, sul tavolo. Non è stata innescata ma nemmeno ritirata. Se ne riparlerà semmai la prossima settimana o quando l’aula di Palazzo Madama voterà il suo addio al Parlamento. È per il momento una chiara forma di pressione nei confronti del Pd. È come se Berlusconi dicesse al partito di Epifani e al capo dello Stato Napolitano: potete ancora salvarmi, potete rinviare la decisione in giunta o bocciare la decadenza. Altrimenti faccio esplodere la bomba.
Ma si tratta di un avvertimento che non tiene conto di quel che sta avvenendo in Italia e soprattutto non considera gli attuali rapporti di forza. Una intimidazione – o un bluff – che lo “strano alleato” del Partito Democratico e il Quirinale non possono prendere in esame. La risposta infatti è già arrivata. Il Pd non può fare altro. Anzi, stavolta non può nemmeno far finta di soppesare la minaccia. La procedura che porta alla decadenza del Cavaliere è ineludibile per le forze di centrosinistra. Qualsiasi cedimento al Senato su questo aspetto verrebbe recepito dai loro sostenitori come un tradimento.
Ma c’è di più. Lo scontro in corso anche sulla politica economica del governo, le difficoltà emerse nella maggioranza in queste settimane nel rimettere ordine nei nostri conti pubblici spingono il Partito Democratico ad anticipare i tempi della verifica. Non più sulla legge di Stabilità, ma subito. Il tira e molla del Pdl, le incertezze sulle misure da adottare per far quadrare il bilancio dello Stato, i continui strappi di Berlusconi stanno diventando insostenibili per il Pd e per la sua base. Non a caso anche il presidente del Consiglio Letta ha iniziato a considerare la necessità di andare subito al redde rationem. L’inaffidabilità del Pdl, il rischio che tutte le misure “europeiste” di correzione dei conti, quelle meno digeribili per gli elettori, si possano ritorcere contro i democratici, sta spingendo Epifani ad essere ancora più intransigente.
Una situazione quindi che rischia di precipitare in ogni caso. Per molti le parole del Cavaliere sono state infatti l’inizio della campagna elettorale. Nel centrodestra già hanno individuato nel mese di marzo la data per richiamare gli italiani alle urne. Berlusconi ritiene che i sondaggi lo stiano aiutando e che per riuscire nell’impresa deve bloccare ora l’avanzata dei grillini. Ma la disperazione – se la mossa del centrodestra non si rivelerà solo un trucco – non aiuta ad esaminare con freddezza tutte le potenziali ripercussioni. Dimentica ad esempio che molto probabilmente non potrà ricandidarsi.
Anche lo strumento selezionato per provocare la crisi di governo appare contorto: le dimissioni in blocco sono una strada complicata. Serve l’approvazione dell’aula, poi l’impegno anche dei subentranti a lasciare lo scranno. È chiaro che il Parlamento sarebbe comunque inagibile. Ma il sistema riporterebbe una lesione senza precedenti: se si accettasse che una minoranza – non una maggioranza – è in grado non solo di far cadere un governo ma anche di costringere il Parlamento a sciogliersi, assisteremmo ad un vero e proprio paradosso della rappresentanza parlamentare. Senza contare che l’articolo 67 della Costituzione renderebbe inaccettabile il percorso imposto da Berlusconi ai suoi parlamentari: «Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato».
E tutto questo senza considerare gli effetti sulla nostra credibilità internazionale e soprattutto sul giudizio che l’Unione europea darà del nostro Paese. E senza considerare che il presidente della Repubblica Napolitano farà di tutto per evitare le elezioni anticipate. Almeno per il 2014. Nella galassia del centrodestra, poi, quando si arriverà al momento della verità, non tutti potrebbero obbedire ai diktat di Via del Plebiscito. Risuonano ancora nei corridoi di Montecitorio e Palazzo Madama i “non ci sto” dei deputati e senatori pidiellini eletti in Sicilia. Forse allora anche Berlusconi dovrebbe ascoltare quel che diceva Albert Camus: «Il vero democratico crede che la ragione possa illuminare un gran numero di problemi e forse regolarne quasi altrettanti». La ragione, non la disperazione.
Da La Repubblica del 26/09/2013.
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