Come se ne viene fuori ?
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Re: Come se ne viene fuori ?
La lunga agonia italiana – 35
Un drammatico vuoto di potere - 25
I giorni della follia - 24
2. LA KAISER HA FATTO SAPERE A NAPOLITANO E LETTA CHE “E’ MEGLIO FARE LE ELEZIONI APPENA POSSIBILE" PIUTTOSTO DI RESTARE IN BALIA DI UN GOVERNO DEBOLISSIMO, CON POCHI VOTI AL SENATO E NESSUNA PROSPETTIVA DI FARE RIFORME E DISMISSIONI EFFICACI -
Se è vero quanto afferma il Kaiser Merkel, secondo Dagospia, ci viene mostrata una cancelliera piuttosto superficiale nel suggerire soluzioni agli italiani.
E’ pur vero che visto da lontano questo appare un governo DEBOLISSIMO, ma visto dall’interno questo è un governo defunto. Morto stecchito. O per essere ancora più pratici e realisti, nato morto.
La situazione italiana è complessa e non risponde alle logiche delle cancellerie a Nord di Chiasso.
E’ poi contemporaneamente da folli pensare che questo governo possa andare avanti per fare provvedimenti legislativi e di indirizzo.
Vista la situazione tricolore da Berlino, da Londra da Parigi, è ovvio che venga dato il suggerimento logico di andare immediatamente ad elezioni il più presto possibile perché dal punto di vista pratico non ha senso continuare un’ora di più.
In questo caso, Enrico senza palle, avrebbe dovuto capirlo già da tempo.
Concorrono però fattori umani condizionanti.
A nessuno piace sentirsi dire che ha sbagliato.
Meno che meno sentirsi dire che il proprio operato è fallito.
Per di più per Letta nipote alla sua prima esperienza di premier.
Sentirsi dire: “Il tuo governo è fallito” dopo soli 4 mesi di esperienza, sono cose che ti stroncano la carriera.
Stronca poi sul nascere l’idea di aver dato vita alla nuova Democrazia cristiana.
I poteri forti, avevano investito molto sul fatto che Letta nipote diventasse un punto di riferimento forte della nuova Dc.
Anche dall’Oltretevere, a dispetto del nuovo corso di Francesco, l’alto clero che si era dedicato a cose molto terrene come la politica e gli affari, di nascosto continua a manovrare per il ritorno della Dc.
Infine, occorre porsi d’obbligo la domanda di chi appoggia oggi il potere forte “Mafie SpA”.
Continua in:
I giorni della follia - 25
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2. LA KAISER HA FATTO SAPERE A NAPOLITANO E LETTA CHE “E’ MEGLIO FARE LE ELEZIONI APPENA POSSIBILE" PIUTTOSTO DI RESTARE IN BALIA DI UN GOVERNO DEBOLISSIMO, CON POCHI VOTI AL SENATO E NESSUNA PROSPETTIVA DI FARE RIFORME E DISMISSIONI EFFICACI -
Se è vero quanto afferma il Kaiser Merkel, secondo Dagospia, ci viene mostrata una cancelliera piuttosto superficiale nel suggerire soluzioni agli italiani.
E’ pur vero che visto da lontano questo appare un governo DEBOLISSIMO, ma visto dall’interno questo è un governo defunto. Morto stecchito. O per essere ancora più pratici e realisti, nato morto.
La situazione italiana è complessa e non risponde alle logiche delle cancellerie a Nord di Chiasso.
E’ poi contemporaneamente da folli pensare che questo governo possa andare avanti per fare provvedimenti legislativi e di indirizzo.
Vista la situazione tricolore da Berlino, da Londra da Parigi, è ovvio che venga dato il suggerimento logico di andare immediatamente ad elezioni il più presto possibile perché dal punto di vista pratico non ha senso continuare un’ora di più.
In questo caso, Enrico senza palle, avrebbe dovuto capirlo già da tempo.
Concorrono però fattori umani condizionanti.
A nessuno piace sentirsi dire che ha sbagliato.
Meno che meno sentirsi dire che il proprio operato è fallito.
Per di più per Letta nipote alla sua prima esperienza di premier.
Sentirsi dire: “Il tuo governo è fallito” dopo soli 4 mesi di esperienza, sono cose che ti stroncano la carriera.
Stronca poi sul nascere l’idea di aver dato vita alla nuova Democrazia cristiana.
I poteri forti, avevano investito molto sul fatto che Letta nipote diventasse un punto di riferimento forte della nuova Dc.
Anche dall’Oltretevere, a dispetto del nuovo corso di Francesco, l’alto clero che si era dedicato a cose molto terrene come la politica e gli affari, di nascosto continua a manovrare per il ritorno della Dc.
Infine, occorre porsi d’obbligo la domanda di chi appoggia oggi il potere forte “Mafie SpA”.
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Re: Come se ne viene fuori ?
Corriere della Sera
Il paradosso dell’assistenza che va alle famiglie più ricche
L'iNDAGINE
Il paradosso dell’assistenza che va alle famiglie più ricche Il 37 per cento della spesa assistenziale va alle famiglie più ricche Economia 85 UN ALTRO ARGOMENTO Quanto si spende in Italia per l’assistenza a chi è in difficoltà perché non autosufficiente o semplicemente per colpa della povertà? Sessantasette miliardi l’anno. E si sapeva. Quello che fino a ieri non era per nulla chiaro era come vengono distribuiti questi soldi. Chi se li mette in tasca per davvero. Bene: oggi anche questa secondo cruciale aspetto è stato chiarito. Il 37 per cento della spesa assistenziale – tutte le risorse di origine fiscale spese per i bisogni sociali di chi è in difficoltà – va alle famiglie più ricche. Per dirla con le parole degli esperti che hanno seguito il monitoraggio, «il 37% dei fondi va ai cinque decili della popolazione che può vantare i redditi più alti». L’indagine che ha messo in evidenza un paradosso (sospettato da molti per la verità) è stata condotta dall’Irs, istituto per la ricerca sociale di Milano, insieme con il Capp, centro di analisi delle politiche pubbliche, con il patrocinio della fondazione Cariplo. Lo studio raccoglie l’eredità del lavoro condotto a metà degli anni ’90 dalla Commissione guidata dal docente dell’Università di Bologna Paolo Onofri. E ha il pregio di monitorare contemporaneamente vari tipi di spesa: le erogazioni dell’Inps, quello che arriva alle famiglie con le detrazioni fiscali, la spesa degli enti locali e quella delle regioni a cavallo tra sanità e assistenza. Emanuele Ranci Ortigosa dell’Irs e Paolo Bosi del Capp vanno oltre la rappresentazione della realtà. Con una proposta concreta. «Sia chiaro: la spesa assistenziale italiana è inferiore alla media europea. Nello stesso tempo è d’obbligo tenere conto della situazione dei conti pubblici. La riforma del welfare non può attendere. E molto si può cominciare a fare concentrando la spesa assistenziale su chi ha davvero bisogno», va al punto Ranci Ortigosa. Insomma, si tratterebbe di spostare il 37 per cento che va nelle tasche di chi sta discretamente, o addirittura bene, per portarlo nelle tasche di chi ha davvero bisogno. «Non dimentichiamo che le famiglie in povertà assoluta sono passate dal 4 all’8 per cento dal 2005 a oggi – continua Ortigosa -. Non possiamo più permetterci certe sperequazioni. Pensiamo solo al fatto che oggi le detrazioni fiscali per le famiglie sono una forma di agevolazione che lascia fuori tutti quelli che non hanno alcun reddito». I ricercatori dell’Irs e del Capp hanno messo a punto una proposta di riorganizzazione della distribuzione delle risorse concentrata su tre capitoli: famiglie con figli, non autosufficienza, contrasto alla povertà. All’idea del Sia, acronimo che sta per “sostegno inclusione attiva” proprio per il contrasto alla povertà ha contribuito anche questo gruppo di lavoro. Certo la proposta è ambiziosa, si tratterebbe di coordinare i vari enti che oggi gestiscono i diversi capitoli di spesa. Senza contare che togliere a chi ha già è sempre impopolare. Ma l’emergenza è seria. E vale la pena interrogarsi. 27 settembre 2013
SONO QUASI 25MILIARDI
ci vuole tanto a recuperarli ?
Il paradosso dell’assistenza che va alle famiglie più ricche
L'iNDAGINE
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ci vuole tanto a recuperarli ?
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Re: Come se ne viene fuori ?
La lunga agonia italiana – 36
Un drammatico vuoto di potere - 26
I giorni della follia - 25
Non bisogna poi dimenticare che questo governo nasce sotto lo stretto controllo di King George II, che è un tipetto che non ci sta ad ammettere di aver fatto un altro buco nell’acqua dopo il governo Monti.
Nello stesso tempo, se quanto riporta Dagospia fosse vero, con quell’affermazione la Merkel stronca e sputtana contemporaneamente il premier Letta, il ministro Saccomanni, e il capo dello Stato Napolitano, che nell’ultimo mese hanno fatto di tutto e di più perché questo obbrobrio di governo possa continuare costi quel che costi.
Letta nipote è andato a vendere questa settimana una bufala decotta negli Usa, cercando di portare investitori in Italia.
Cose da Alberto Sordi ne : “I magliari”
Saccomanni da tecnico si è trasformato in politico minacciando le dimissioni se fossero giunte ulteriori critiche dai due maggiori partiti dell’alleanza.
A Otto e mezzo però tutto e rientrato. Sembrava Berlusconi quando fa finta di non sapere quanto ha affermato qualche ora prima.
Nella foga poi, ha commesso un errore madornale che nemmeno un bambino dell’Asilo Mariuccia avrebbe mai commesso.
<<E’ inutile che io perdo tempo a cercare i soldi se poi si va a votare>>
Come se non fosse compito suo cercare soldi per conto dello Stato, sempre e comunque quando svolge la funzione di ministro per cui ha pure giurato.
Mi cacciate e io faccio sciopero, si arrangerà il mio successore.
E’ altamente irresponsabile un’affermazione di questo genere perché se fosse vera l’ipotesi di elezioni a febbraio o marzo, il ministro dell’Economia non può aprire una finestra di 6-7 mesi lasciando andare al suo destino le entrate dello Stato in una fase altamente drammatica come questa, solo per una ripicca personale, perché non può più fare ‘o ministro.
In questi ultimi quasi due mesi le cronache ci hanno raccontato a ripetizione, e lo fanno spudoratamente anche oggi, che Letta nipote disponeva di una lettera in cui almeno 20 mussulmani s’impegnavano a sostenere il governo qualora B tendesse la corda all’estremo.
Oggi riportano che non tutti i mussulmani seguiranno Silvietto nelle dimissioni.
I casi sono due:
1) I giornalisti hanno raccontato palle per far vendere i giornali, oppure hanno voluto sostenere ad oltranza Letta contro Silvio.
2) Letta ha emesso comunicati fasulli.
Se questo accordo esiste d’avvero, allora da tempo Enrico senza palle avrebbe dovuto fare una mossa da premier, andando alle Camere presentando il nuovo esecutivo con i mussulmani traditori.
Operazione di per sé politicamente assai assai schifosa perché ricorda i Scilipoti, i Razzi, i De Gregorio, ed altri.
Ma essendo la situazione attuale ad alto tasso di tragicità, poteva essere temporaneamente tollerata.
Lo potrebbe fare in estrema ratio martedì prossimo quando si tratta di andare alla verifica.
Strategicamente la verifica non serve a un ca..volo.
In un passaggio tragico come questo deve scegliere se continuare a governare anche con dei traditori mussulmani lasciando andare al suo destino il Caimano, oppure continuare a governare con l’alleato più rissoso della storia repubblicana, che non permetterà mai nulla se non si salva il suo boss.
Governare in questo modo è praticamente impossibile. Ma dovevano saperlo già dall’inizio, perché questo governo è stato voluto fortemente da B. per i suoi esclusivi interessi personali. COME SEMPRE.
In questo caso ha ragione Barbara Berlusconi quando afferma:
<<Se sapevate che mio padre era un delinquente perché vi siete alleati?>>.
Ma questa domanda dovrebbe essere girata anche al capo dello Stato, che non poteva non sapere chi fosse Berlusconi, ed ha ceduto alle sue implorazioni per un secondo mandato.
Se fosse stato nominato Prodi, Berlusconi sarebbe stato tagliato fuori mesi fa.
In questo caso il peso della responsabilità di tutto la porta il PDc, con la scelta scellerata dei 101/120 incappucciati, che ancora oggi il PDc si impegna a difendere tenendo segreto all’elettorato chi sono.
Un fatto degno solo dei partiti piduisti.
Un drammatico vuoto di potere - 26
I giorni della follia - 25
Non bisogna poi dimenticare che questo governo nasce sotto lo stretto controllo di King George II, che è un tipetto che non ci sta ad ammettere di aver fatto un altro buco nell’acqua dopo il governo Monti.
Nello stesso tempo, se quanto riporta Dagospia fosse vero, con quell’affermazione la Merkel stronca e sputtana contemporaneamente il premier Letta, il ministro Saccomanni, e il capo dello Stato Napolitano, che nell’ultimo mese hanno fatto di tutto e di più perché questo obbrobrio di governo possa continuare costi quel che costi.
Letta nipote è andato a vendere questa settimana una bufala decotta negli Usa, cercando di portare investitori in Italia.
Cose da Alberto Sordi ne : “I magliari”
Saccomanni da tecnico si è trasformato in politico minacciando le dimissioni se fossero giunte ulteriori critiche dai due maggiori partiti dell’alleanza.
A Otto e mezzo però tutto e rientrato. Sembrava Berlusconi quando fa finta di non sapere quanto ha affermato qualche ora prima.
Nella foga poi, ha commesso un errore madornale che nemmeno un bambino dell’Asilo Mariuccia avrebbe mai commesso.
<<E’ inutile che io perdo tempo a cercare i soldi se poi si va a votare>>
Come se non fosse compito suo cercare soldi per conto dello Stato, sempre e comunque quando svolge la funzione di ministro per cui ha pure giurato.
Mi cacciate e io faccio sciopero, si arrangerà il mio successore.
E’ altamente irresponsabile un’affermazione di questo genere perché se fosse vera l’ipotesi di elezioni a febbraio o marzo, il ministro dell’Economia non può aprire una finestra di 6-7 mesi lasciando andare al suo destino le entrate dello Stato in una fase altamente drammatica come questa, solo per una ripicca personale, perché non può più fare ‘o ministro.
In questi ultimi quasi due mesi le cronache ci hanno raccontato a ripetizione, e lo fanno spudoratamente anche oggi, che Letta nipote disponeva di una lettera in cui almeno 20 mussulmani s’impegnavano a sostenere il governo qualora B tendesse la corda all’estremo.
Oggi riportano che non tutti i mussulmani seguiranno Silvietto nelle dimissioni.
I casi sono due:
1) I giornalisti hanno raccontato palle per far vendere i giornali, oppure hanno voluto sostenere ad oltranza Letta contro Silvio.
2) Letta ha emesso comunicati fasulli.
Se questo accordo esiste d’avvero, allora da tempo Enrico senza palle avrebbe dovuto fare una mossa da premier, andando alle Camere presentando il nuovo esecutivo con i mussulmani traditori.
Operazione di per sé politicamente assai assai schifosa perché ricorda i Scilipoti, i Razzi, i De Gregorio, ed altri.
Ma essendo la situazione attuale ad alto tasso di tragicità, poteva essere temporaneamente tollerata.
Lo potrebbe fare in estrema ratio martedì prossimo quando si tratta di andare alla verifica.
Strategicamente la verifica non serve a un ca..volo.
In un passaggio tragico come questo deve scegliere se continuare a governare anche con dei traditori mussulmani lasciando andare al suo destino il Caimano, oppure continuare a governare con l’alleato più rissoso della storia repubblicana, che non permetterà mai nulla se non si salva il suo boss.
Governare in questo modo è praticamente impossibile. Ma dovevano saperlo già dall’inizio, perché questo governo è stato voluto fortemente da B. per i suoi esclusivi interessi personali. COME SEMPRE.
In questo caso ha ragione Barbara Berlusconi quando afferma:
<<Se sapevate che mio padre era un delinquente perché vi siete alleati?>>.
Ma questa domanda dovrebbe essere girata anche al capo dello Stato, che non poteva non sapere chi fosse Berlusconi, ed ha ceduto alle sue implorazioni per un secondo mandato.
Se fosse stato nominato Prodi, Berlusconi sarebbe stato tagliato fuori mesi fa.
In questo caso il peso della responsabilità di tutto la porta il PDc, con la scelta scellerata dei 101/120 incappucciati, che ancora oggi il PDc si impegna a difendere tenendo segreto all’elettorato chi sono.
Un fatto degno solo dei partiti piduisti.
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Re: Come se ne viene fuori ?
La lunga agonia italiana – 37
Un drammatico vuoto di potere - 27
I giorni della follia - 26
La bomba fine di mondo: FAQ
27/09/2013 di triskel182
La strada scelta da Berlusconi, alla fine, è quella che si era anticipata qui, l’8 settembre scorso. Era, del resto, la più prevedibile. Vediamo cosa ci aspetta, quindi.
Il Cavaliere vuole elezioni anticipate?
A questo punto è evidente. Le dimissioni di massa, aldilà dei controversi effetti pratici, sono un tentativo di delegittimare l’attuale Parlamento, per farne un altro. D’altro canto è da settimane che Berlusconi sta preparando la campagna elettorale, vuoi con il rilancio di Forza Italia vuoi con la prenotazione nelle città dei cartelloni ’sei per tre’, confermata dallo stesso Pdl.
Qual è lo scopo?
Evitare il voto dell’Aula del Senato sulla sua decadenza. Con le elezioni anticipate, lo scudo di senatore gli resta finché non vengono elette nuove Camere.
Perché?
Se si sospende l’attività del Senato, Berlusconi si toglie dai piedi l’applicazione immediata della legge Severino. Così resta parlamentare finché non vengono esauriti altri tre passaggi: la Corte d’Appello gli ricalcola l’interdizione dai pubblici uffici, la Cassazione conferma questo ricalcolo, il prefetto di Campobasso applica l’interdizione (essendo il Molise il suo collegio di elezione). In tutto, possono passare altri cinque o sei mesi: si va almeno a fine febbraio.
E cosa se ne fa B. di arrivare a fine febbraio?
Nella testa di Berlusconi, il caos delle prossime settimane dovrebbe essere tale da costringere Napolitano a sciogliere le Camere non oltre la fine di ottobre, consultazioni comprese. Dal momento dello scioglimento delle Camere al nuovo voto, come noto, passano tra i 45 e i 70 giorni. Quindi si potrebbe andare alle urne, ad esempio, in una domenica tra il 15 dicembre e il 5 gennaio. O anche un paio di settimane più in là: quello che gli basta è anticipare l’applicazione dell’interdizione dai pubblici uffici. L’obiettivo è chiaro: farsi rieleggere prima della decadenza, ottenere un Parlamento dalla sua parte e, immediatamente, garantirsi apposite leggi ad personam, insomma un salvacondotto.
Ma può farsi rieleggere? La legge Severino non glielo impedisce?
Certo che glielo impedisce, in teoria. Ma siamo daccapo con gli scazzi degli ultimi mesi: lui sostiene che la Severino non può applicarsi al suo reato perché questo è precedente l’approvazione della legge, e che in ogni caso la Costituzione gli garantisce il diritto di vedersi approvata o negata l’elezione dalla Camera di appartenenza. Quindi è pronto a ricorrere al Tar e al Consiglio di Stato, ma soprattutto a fare la vittima in campagna elettorale. Ad ogni modo, anche se personalmente non ottenesse un seggio, l’obiettivo è disporre al più presto di una maggioranza che gli faccia un qualche tipo di salvacondotto.
Però non si sono mai viste elezioni a Natale. E poi c’è la legge di stabilità da approvare.
Ormai a Berlusconi non frega nulla né della prassi, né della legge di stabilità. Semmai qualche problema potrebbe arrivare dalla Consulta, che il 3 dicembre deve decidere sulla costituzionalità del Porcellum, ma la questione è giuridicamente complessa e probabilmente si finirebbe per votare lo stesso. Tra l’altro in realtà c’è un precedente di voto ‘natalizio’ in Italia, seppure locale: le regionali che si sono tenute in Abruzzo il 15 dicembre del 2008 (vinte dal Pdl).
Ma come si è arrivati a questo punto?
Berlusconi si è deciso a scagliare la bomba ‘fine di mondo’ quando ha capito due cose. Primo, che i margini di mediazione con Napolitano si erano esauriti di fronte alla questione della cosiddetta ‘esaustività’ della grazia: il Quirinale era disposto a un atto di clemenza ma solo per la pena principale e non per quella accessoria (l’interdizione), come del resto anticipato dal comunicato di agosto del Colle. Secondo, il Cavaliere ha orecchiato che nei tribunali di Milano, Bari e Napoli le cose non si stanno mettendo bene per lui: quindi teme che una volta decaduto da parlamentare, gli arrivi un mandato d’arresto. Con il carcere vero, non domiciliari o servizi sociali.
Ma è uno scenario realistico? Rischia davvero le manette, se decade da parlamentare?
Questo lo sanno solo i giudici delle tre città citate. Certo è che il suo curriculum per quanto riguarda il rischio di inquinamento delle prove è pessimo: è di corruzione giudiziaria che è indagato a Bari, è per aver pagato dei testimoni del processo Ruby che sarà probabilmente indagato a Milano. Quanto al pericolo di fuga, dispone di aerei privati che gli consentirebbero di andarsene anche se gli hanno ritirato il passaporto. Insomma, potrebbero non mancare i presupposti per un provvedimento cautelare, che non avrebbe direttamente a che fare con la condanna definitiva per frode fiscale.
Funzionerà o no questa ‘bomba fine di mondo’ di Berlusconi?
È una partita aperta. Gli ostacoli sulla sua strada sono fondamentalmente tre.
Primo?
Napolitano, è ovvio: fallita la trattativa, la rottura ora è evidente. Il Quirinale farà di tutto per non andare al voto, tanto meno così in fretta. Berlusconi potrebbe strepitare all’infinito, ma il Colle per contro potrebbe tirarla in lungo con consultazioni, preincarichi, incarichi e così via.
Secondo?
I ‘riservisti’, come vengono chiamati. Cioè i parlamentari del Pdl o di forze limitrofe (tipo Gal) che potrebbero cambiare casacca per sostenere un altro governo dopo quello attuale: vuoi un Letta bis, vuoi un esecutivo retto da Grasso o da altre figure ‘di profilo istituzionale’. Con una dozzina di ‘riservisti’, Berlusconi finirebbe all’opposizione e non riuscirebbe a far sciogliere le Camere.
Terzo?
Chi l’ha detto che andando a votare a gennaio Berlusconi ottenga la maggioranza in entrambe le Camere? Al momento i sondaggi parlano di un nuovo pareggio. In questo senso, si dice attorno a Forza Italia, Berlusconi teme soprattutto l’ascesa di Renzi.
Quindi cosa ci aspetta?
Se ci si arriva, la campagna elettorale più violenta di sempre. Del resto, è la bomba fine di mondo.
Da PIOVONO RANE di Alessandro Gilioli.
Un drammatico vuoto di potere - 27
I giorni della follia - 26
La bomba fine di mondo: FAQ
27/09/2013 di triskel182
La strada scelta da Berlusconi, alla fine, è quella che si era anticipata qui, l’8 settembre scorso. Era, del resto, la più prevedibile. Vediamo cosa ci aspetta, quindi.
Il Cavaliere vuole elezioni anticipate?
A questo punto è evidente. Le dimissioni di massa, aldilà dei controversi effetti pratici, sono un tentativo di delegittimare l’attuale Parlamento, per farne un altro. D’altro canto è da settimane che Berlusconi sta preparando la campagna elettorale, vuoi con il rilancio di Forza Italia vuoi con la prenotazione nelle città dei cartelloni ’sei per tre’, confermata dallo stesso Pdl.
Qual è lo scopo?
Evitare il voto dell’Aula del Senato sulla sua decadenza. Con le elezioni anticipate, lo scudo di senatore gli resta finché non vengono elette nuove Camere.
Perché?
Se si sospende l’attività del Senato, Berlusconi si toglie dai piedi l’applicazione immediata della legge Severino. Così resta parlamentare finché non vengono esauriti altri tre passaggi: la Corte d’Appello gli ricalcola l’interdizione dai pubblici uffici, la Cassazione conferma questo ricalcolo, il prefetto di Campobasso applica l’interdizione (essendo il Molise il suo collegio di elezione). In tutto, possono passare altri cinque o sei mesi: si va almeno a fine febbraio.
E cosa se ne fa B. di arrivare a fine febbraio?
Nella testa di Berlusconi, il caos delle prossime settimane dovrebbe essere tale da costringere Napolitano a sciogliere le Camere non oltre la fine di ottobre, consultazioni comprese. Dal momento dello scioglimento delle Camere al nuovo voto, come noto, passano tra i 45 e i 70 giorni. Quindi si potrebbe andare alle urne, ad esempio, in una domenica tra il 15 dicembre e il 5 gennaio. O anche un paio di settimane più in là: quello che gli basta è anticipare l’applicazione dell’interdizione dai pubblici uffici. L’obiettivo è chiaro: farsi rieleggere prima della decadenza, ottenere un Parlamento dalla sua parte e, immediatamente, garantirsi apposite leggi ad personam, insomma un salvacondotto.
Ma può farsi rieleggere? La legge Severino non glielo impedisce?
Certo che glielo impedisce, in teoria. Ma siamo daccapo con gli scazzi degli ultimi mesi: lui sostiene che la Severino non può applicarsi al suo reato perché questo è precedente l’approvazione della legge, e che in ogni caso la Costituzione gli garantisce il diritto di vedersi approvata o negata l’elezione dalla Camera di appartenenza. Quindi è pronto a ricorrere al Tar e al Consiglio di Stato, ma soprattutto a fare la vittima in campagna elettorale. Ad ogni modo, anche se personalmente non ottenesse un seggio, l’obiettivo è disporre al più presto di una maggioranza che gli faccia un qualche tipo di salvacondotto.
Però non si sono mai viste elezioni a Natale. E poi c’è la legge di stabilità da approvare.
Ormai a Berlusconi non frega nulla né della prassi, né della legge di stabilità. Semmai qualche problema potrebbe arrivare dalla Consulta, che il 3 dicembre deve decidere sulla costituzionalità del Porcellum, ma la questione è giuridicamente complessa e probabilmente si finirebbe per votare lo stesso. Tra l’altro in realtà c’è un precedente di voto ‘natalizio’ in Italia, seppure locale: le regionali che si sono tenute in Abruzzo il 15 dicembre del 2008 (vinte dal Pdl).
Ma come si è arrivati a questo punto?
Berlusconi si è deciso a scagliare la bomba ‘fine di mondo’ quando ha capito due cose. Primo, che i margini di mediazione con Napolitano si erano esauriti di fronte alla questione della cosiddetta ‘esaustività’ della grazia: il Quirinale era disposto a un atto di clemenza ma solo per la pena principale e non per quella accessoria (l’interdizione), come del resto anticipato dal comunicato di agosto del Colle. Secondo, il Cavaliere ha orecchiato che nei tribunali di Milano, Bari e Napoli le cose non si stanno mettendo bene per lui: quindi teme che una volta decaduto da parlamentare, gli arrivi un mandato d’arresto. Con il carcere vero, non domiciliari o servizi sociali.
Ma è uno scenario realistico? Rischia davvero le manette, se decade da parlamentare?
Questo lo sanno solo i giudici delle tre città citate. Certo è che il suo curriculum per quanto riguarda il rischio di inquinamento delle prove è pessimo: è di corruzione giudiziaria che è indagato a Bari, è per aver pagato dei testimoni del processo Ruby che sarà probabilmente indagato a Milano. Quanto al pericolo di fuga, dispone di aerei privati che gli consentirebbero di andarsene anche se gli hanno ritirato il passaporto. Insomma, potrebbero non mancare i presupposti per un provvedimento cautelare, che non avrebbe direttamente a che fare con la condanna definitiva per frode fiscale.
Funzionerà o no questa ‘bomba fine di mondo’ di Berlusconi?
È una partita aperta. Gli ostacoli sulla sua strada sono fondamentalmente tre.
Primo?
Napolitano, è ovvio: fallita la trattativa, la rottura ora è evidente. Il Quirinale farà di tutto per non andare al voto, tanto meno così in fretta. Berlusconi potrebbe strepitare all’infinito, ma il Colle per contro potrebbe tirarla in lungo con consultazioni, preincarichi, incarichi e così via.
Secondo?
I ‘riservisti’, come vengono chiamati. Cioè i parlamentari del Pdl o di forze limitrofe (tipo Gal) che potrebbero cambiare casacca per sostenere un altro governo dopo quello attuale: vuoi un Letta bis, vuoi un esecutivo retto da Grasso o da altre figure ‘di profilo istituzionale’. Con una dozzina di ‘riservisti’, Berlusconi finirebbe all’opposizione e non riuscirebbe a far sciogliere le Camere.
Terzo?
Chi l’ha detto che andando a votare a gennaio Berlusconi ottenga la maggioranza in entrambe le Camere? Al momento i sondaggi parlano di un nuovo pareggio. In questo senso, si dice attorno a Forza Italia, Berlusconi teme soprattutto l’ascesa di Renzi.
Quindi cosa ci aspetta?
Se ci si arriva, la campagna elettorale più violenta di sempre. Del resto, è la bomba fine di mondo.
Da PIOVONO RANE di Alessandro Gilioli.
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Re: Come se ne viene fuori ?
paolo11 ha scritto:....................myriam ha scritto: L'importante e che abbiano la maggioranza
Ma quale maggioranza? Qualcuno nel forum, oltre a Paolo, pensa che arriverà quel giorno?
Scusami a te fa schifo che siano dei cittadini normali nelle camere che vengono da varie situazioni sociali?
Certo che no, se fossero propositivi e non agli ordini di uno squilibrato
Cara myriam.Intanto in questo forum siamo sempre stati delle persone civili nel parlare.Continuiamo ad esserlo.Altrimenti potrei pure io dire qualcosina di offensivo.
Intanto risolvete i grandi problemi di casa vostra, Che una grossissima colpa l'ha avuto anche il PD in questi 20 anni.
Ciao
Paolo11
NAPOLITANO è Morfeo, Monti è Rigor Montis, la Fornero è Frignero, Veronesi è Cancronesi, Bersani è Gargamella, Formigoni è Forminchioni.
L’ex sindaco di Roma era soprannominato Topo Gigio; non è andata meglio a Romano Prodi, che pure provò a intavolare un dialogo con Grillo, e in cambio venne ribattezzato Alzheimer. Neppure il presidente Napolitano è stato risparmiato: per il capo del M5S è diventato Morfeo o addirittura Salma
ecc ecc
Definire squilibrato uno che si esprime così mi sembra un complimento!
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Re: Come se ne viene fuori ?
Ad merlam merlorum in saecola saecolorum - 7
Forza merli - 6
La ripresa,……….per il c… - 6
I nipotini del Dottor Goebbels
Il Dottor Joseph Goebbels (1897-1945) è stato il ministro della Propaganda del Terzo Reich tra il 1933 e il 1945. E’ stato anche l’artefice dell’ascesa al potere del Partito Nazional Socialista.
Per nostra fortuna, tra le tante intuizioni Herr Doktor non ha compreso la potenzialità della televisione, presente nella Germania del 1936, altrimenti oggi avremmo tutti gli occhi azzurri o le lenti a contatto azzurre e i capelli biondi.
Non andremmo al sabato allo stadio per vedere gli anticipi del campionato di calcio, ma ad ascoltare l’indrottinamento del gerarchetto di turno.
Inoltre saremmo tutti degli specialisti delle adunate oceaniche, soprattutto notturne perché più suggestive.
Ma i suoi nipotini, che si professano “anti”, oggi usano le stesse tecniche del profeta della comunicazione e della propaganda.
Un adepto devoto di questa religione è Silvietto Berlusconi, oggi sempre più in versione mummia cinese strabolllita, che ha adottato in pieno uno degli aforismi cari a Herr Doktor.
“Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà una verità.”
Su questo aforisma Silvietto ci ha costruito il suo impero politico durato un ventennio.
Senza trascurare gli altri.
“
Non basta sottomettere più o meno pacificamente le masse al nostro regime, inducendole ad assumere una posizione di neutralità nei confronti del regime. Vogliamo operare affinché dipendano da noi come da una droga.”
“
Per la politica il carattere conta molto più dell'intelligenza: è il coraggio che conquista il mondo.”
“
La propaganda è un'arte, non importa se questa racconti la verità.”
Ma anche gli altri politici non scherzano.
Letta, Saccomani ed altri, per salvare il posto di lavoro da un mese insistono sulla “ripresa”.
Anche King George II, questa settimana si è affidato a questa balla.
I mercati sono di due tipi: Quello estero e quello interno.
I segnali di ripresa riguardano il mercato estero, che riportati al nostro sistema di produzione e vendita, riguarda una fetta minima perché le grandi aziende italiane non esistono più e quelle che sono rimaste in piedi passano di mano in continuazione.
Quel poco di estero che si muove, attiva anche l’indotto interno. Ma questo è un fenomeno limitato che non può essere definito “ripresa”.
Il mercato interno oltre a rimanere fermo continua progressivamente a morire per insipienza della classe governante.
In questo momento il tiolo di testa del sito del Corriere.it è questo.
LA CRISI POLITICA DOPO LA CONDANNA DEL CAVALIERE
Letta tornerà davanti alle Camere
Aumento dell'Iva ormai «inevitabile»
Se vera la notizia, è una notizia folle che và in direzione opposta della propaganda di Letta, di Saccomanni e Napolitano.
Gli italiani trattati come merli giganti e come cucù, a cui non si racconta la verità ma solo la verità della propaganda.
La notizia l’aveva anticipata ieri sera la Gruber a Otto e mezzo. Il FMI lancia l’allarme. Aumenta la disoccupazione si prevedono difficoltà nella produzione.
E’ certo questo un momento di caos, ma raccontare palle non giova a nessuno, anche perché poi la cittadinanza verifica subito il tutto sulla sua pelle.
I consumi sono in calo ed è logico che di conseguenza diminuisca la produzione.
Forza merli - 6
La ripresa,……….per il c… - 6
I nipotini del Dottor Goebbels
Il Dottor Joseph Goebbels (1897-1945) è stato il ministro della Propaganda del Terzo Reich tra il 1933 e il 1945. E’ stato anche l’artefice dell’ascesa al potere del Partito Nazional Socialista.
Per nostra fortuna, tra le tante intuizioni Herr Doktor non ha compreso la potenzialità della televisione, presente nella Germania del 1936, altrimenti oggi avremmo tutti gli occhi azzurri o le lenti a contatto azzurre e i capelli biondi.
Non andremmo al sabato allo stadio per vedere gli anticipi del campionato di calcio, ma ad ascoltare l’indrottinamento del gerarchetto di turno.
Inoltre saremmo tutti degli specialisti delle adunate oceaniche, soprattutto notturne perché più suggestive.
Ma i suoi nipotini, che si professano “anti”, oggi usano le stesse tecniche del profeta della comunicazione e della propaganda.
Un adepto devoto di questa religione è Silvietto Berlusconi, oggi sempre più in versione mummia cinese strabolllita, che ha adottato in pieno uno degli aforismi cari a Herr Doktor.
“Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà una verità.”
Su questo aforisma Silvietto ci ha costruito il suo impero politico durato un ventennio.
Senza trascurare gli altri.
“
Non basta sottomettere più o meno pacificamente le masse al nostro regime, inducendole ad assumere una posizione di neutralità nei confronti del regime. Vogliamo operare affinché dipendano da noi come da una droga.”
“
Per la politica il carattere conta molto più dell'intelligenza: è il coraggio che conquista il mondo.”
“
La propaganda è un'arte, non importa se questa racconti la verità.”
Ma anche gli altri politici non scherzano.
Letta, Saccomani ed altri, per salvare il posto di lavoro da un mese insistono sulla “ripresa”.
Anche King George II, questa settimana si è affidato a questa balla.
I mercati sono di due tipi: Quello estero e quello interno.
I segnali di ripresa riguardano il mercato estero, che riportati al nostro sistema di produzione e vendita, riguarda una fetta minima perché le grandi aziende italiane non esistono più e quelle che sono rimaste in piedi passano di mano in continuazione.
Quel poco di estero che si muove, attiva anche l’indotto interno. Ma questo è un fenomeno limitato che non può essere definito “ripresa”.
Il mercato interno oltre a rimanere fermo continua progressivamente a morire per insipienza della classe governante.
In questo momento il tiolo di testa del sito del Corriere.it è questo.
LA CRISI POLITICA DOPO LA CONDANNA DEL CAVALIERE
Letta tornerà davanti alle Camere
Aumento dell'Iva ormai «inevitabile»
Se vera la notizia, è una notizia folle che và in direzione opposta della propaganda di Letta, di Saccomanni e Napolitano.
Gli italiani trattati come merli giganti e come cucù, a cui non si racconta la verità ma solo la verità della propaganda.
La notizia l’aveva anticipata ieri sera la Gruber a Otto e mezzo. Il FMI lancia l’allarme. Aumenta la disoccupazione si prevedono difficoltà nella produzione.
E’ certo questo un momento di caos, ma raccontare palle non giova a nessuno, anche perché poi la cittadinanza verifica subito il tutto sulla sua pelle.
I consumi sono in calo ed è logico che di conseguenza diminuisca la produzione.
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Re: Come se ne viene fuori ?
La lunga agonia italiana – 38
Un drammatico vuoto di potere - 28
I giorni della follia - 27
Letta chiede la verifica.
Per che fare?
Per tirare a campare.
Il suo governo è morto. Lui si comporta come uno zombie che gira trascinandosi dietro il morto.
E’ inconcepibile che questo governo possa risolvere i problemi del Paese.
Il problema in agenda è sempre quello, il salvacondotto globale a Berlusconi.
E’ questo che ancora chiedono i suoi giannizzeri in queste ore.
La colpa in parte viene scaricata sul Colle, perché è venuto meno a quanto ha fatto intendere nei colloqui privati di questi mesi, soprattutto dopo il primo agosto.
I mussulmani si sono resi conto che il miglior presidente della Repubblica possibile (secondo i loro interessi), non intende sporcarsi la faccia per salvare il condannato.
In parte viene scaricata sul PDc, che come Il Colle è venuto meno alle promesse fatte.
Il PDl (chissà perché Bersani lo chiama “la PDL”, …la Partito della libertà al posto de : il Partito della libertà), ha aiutato il PDc per formare il governo, e oggi i reprobi non vogliono ricambiare il favore.
Il PDc, secondo i mussulmani ha fretta di scaricare Berlusconi.
Nessuno ha la forza di proporre una nuova legge elettorale, perché in una situazione come questa tutti hanno interesse a serrare le fila e a difendersi con questi uomini senza fare aperture strane.
Ogni tre per due, il tema viene riproposto ma solo a scopo propagandistico.
Ai piani bassi, dove vivono i sudditi il problema è sentito, perché come per i tre principali schieramenti del parlamento targato 2013, credono che la situazione richieda stabilità di governo e quindi pensano di trovarla nella soluzione che basta che vinca in modo sicuro una formazione per avere stabilità.
Del problema reale di avere a che fare con una classe dirigente di quarta categoria per di più fallita, non li preoccupa minimamente. Pensano che basti solo cambiare la legge elettorale e come per un tocco di bacchetta magica tutto va a posto da sè.
Se anche avessimo a disposizione la migliore legge elettorale di tutti i tempi non cambierebbe assolutamente nulla, perché quella da cambiare è la zucca di questi politici.
Ma tutti sappiamo che non è assolutamente possibile.
Ergo, se andassimo a votare non cambierebbe assolutamente nulla.
Ma anche con Letta e il suo governicchio morto non cambia nulla.
Il Fatto Quotidiano oggi titola in prima pagina:
NAPOLITANO HA PRONTO UN LETTA BIS
ORA L’OSTAGGIO E’ BERLUSCONI.
Una simile soluzione servirebbe solo per varare la legge di stabilità e non ricorrere all’esercizio provvisorio.
Questo si che ci costerebbe in termini di spread, ma non a risolvere i problemi fondamentali del Paese.
Bisogna poi cercare di capire cosa potrebbe succedere se viene fatto fuori Berlusconi.
Forza Italia è un partito padronale costruito sul nulla. In 20 anni tutto è stato fatto in funzione del capo.
Se viene eliminato il capo non ha più senso di esistere, crolla tutto.
Ma il crollo sarà senza conseguenze?
La Santanché e i compagni mussulmani sono solo cagnolini che abbaiano, abbaiano, ma poi non mordono?
Nel PDc se riparte il Letta bis, che non sappiamo con quali esiti, e quindi la durata temporale, sfumano tutte le speranze di Renzi e dei renziani.
I piddicini dichiarano che il congresso si farà comunque.
Che Renzi venga eletto segretario, numericamente è scontato.
Ma poi cominceranno i suoi guai.
Riuscirà ad asfaltare la vecchia guardia, o verrà asfaltato dalla vecchia guardia, secondo il principio andreottiano che il potere logora chi non ce là?
Il tutto prossimamente su questo schermo, per ora si naviga a vista.
Un drammatico vuoto di potere - 28
I giorni della follia - 27
Letta chiede la verifica.
Per che fare?
Per tirare a campare.
Il suo governo è morto. Lui si comporta come uno zombie che gira trascinandosi dietro il morto.
E’ inconcepibile che questo governo possa risolvere i problemi del Paese.
Il problema in agenda è sempre quello, il salvacondotto globale a Berlusconi.
E’ questo che ancora chiedono i suoi giannizzeri in queste ore.
La colpa in parte viene scaricata sul Colle, perché è venuto meno a quanto ha fatto intendere nei colloqui privati di questi mesi, soprattutto dopo il primo agosto.
I mussulmani si sono resi conto che il miglior presidente della Repubblica possibile (secondo i loro interessi), non intende sporcarsi la faccia per salvare il condannato.
In parte viene scaricata sul PDc, che come Il Colle è venuto meno alle promesse fatte.
Il PDl (chissà perché Bersani lo chiama “la PDL”, …la Partito della libertà al posto de : il Partito della libertà), ha aiutato il PDc per formare il governo, e oggi i reprobi non vogliono ricambiare il favore.
Il PDc, secondo i mussulmani ha fretta di scaricare Berlusconi.
Nessuno ha la forza di proporre una nuova legge elettorale, perché in una situazione come questa tutti hanno interesse a serrare le fila e a difendersi con questi uomini senza fare aperture strane.
Ogni tre per due, il tema viene riproposto ma solo a scopo propagandistico.
Ai piani bassi, dove vivono i sudditi il problema è sentito, perché come per i tre principali schieramenti del parlamento targato 2013, credono che la situazione richieda stabilità di governo e quindi pensano di trovarla nella soluzione che basta che vinca in modo sicuro una formazione per avere stabilità.
Del problema reale di avere a che fare con una classe dirigente di quarta categoria per di più fallita, non li preoccupa minimamente. Pensano che basti solo cambiare la legge elettorale e come per un tocco di bacchetta magica tutto va a posto da sè.
Se anche avessimo a disposizione la migliore legge elettorale di tutti i tempi non cambierebbe assolutamente nulla, perché quella da cambiare è la zucca di questi politici.
Ma tutti sappiamo che non è assolutamente possibile.
Ergo, se andassimo a votare non cambierebbe assolutamente nulla.
Ma anche con Letta e il suo governicchio morto non cambia nulla.
Il Fatto Quotidiano oggi titola in prima pagina:
NAPOLITANO HA PRONTO UN LETTA BIS
ORA L’OSTAGGIO E’ BERLUSCONI.
Una simile soluzione servirebbe solo per varare la legge di stabilità e non ricorrere all’esercizio provvisorio.
Questo si che ci costerebbe in termini di spread, ma non a risolvere i problemi fondamentali del Paese.
Bisogna poi cercare di capire cosa potrebbe succedere se viene fatto fuori Berlusconi.
Forza Italia è un partito padronale costruito sul nulla. In 20 anni tutto è stato fatto in funzione del capo.
Se viene eliminato il capo non ha più senso di esistere, crolla tutto.
Ma il crollo sarà senza conseguenze?
La Santanché e i compagni mussulmani sono solo cagnolini che abbaiano, abbaiano, ma poi non mordono?
Nel PDc se riparte il Letta bis, che non sappiamo con quali esiti, e quindi la durata temporale, sfumano tutte le speranze di Renzi e dei renziani.
I piddicini dichiarano che il congresso si farà comunque.
Che Renzi venga eletto segretario, numericamente è scontato.
Ma poi cominceranno i suoi guai.
Riuscirà ad asfaltare la vecchia guardia, o verrà asfaltato dalla vecchia guardia, secondo il principio andreottiano che il potere logora chi non ce là?
Il tutto prossimamente su questo schermo, per ora si naviga a vista.
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Re: Come se ne viene fuori ?
La lunga agonia italiana – 39
Un drammatico vuoto di potere - 29
I giorni della follia - 28
IL GOVERNO A UN PASSO DALLA CRISI
Scontro Pdl-Pd sulla verifica
Schifani attacca Letta sull'Iva
Il Pdl vorrebbe anticipare a lunedì la fiducia
«Se c'è la fiducia si fermi l'aumento dell'imposta»
All'indomani dell'ultimatum del premier Enrico Letta e dell'intervento del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, la tensione fra Pd e Pdl non accenna a calare. Si discute su tutto.
SCHIFANI: «LETTA RESPONSABILE DELL'AUMENTO IVA»-È scontro fra Luigi Zanda, presidente dei senatori del Partito Democratico e il capogruppo del Pdl al Senato Renato Schifani sulla data della fiducia fissata per martedì. Zanda ha respinto la richiesta del Pdl di anticipare di un giorno la data della verifica in Parlamento per poi passare - nel caso in cui l'esecutivo ottenga la fiducia- all'approvazione del decreto sull'Iva. Le date sono cruciali, visto che l'aumento dell'imposta scatterà automaticamente il primo ottobre. L'ex presidente di Palazzo Madama, dai microfoni di Sky Tg 24 lancia dure accuse a Letta «che si è assunto la responsabilità gravissima di non deliberare su provvedimenti economici per motivazioni politiche». Immediata la replica di Zanda: «Le accelerazioni di mezza giornata sono strumentali e mostrano la volontà di eludere le ferite istituzionali e perfino costituzionali che sono state inferte dalle dimissioni dei deputati e senatori del Pdl, peraltro sottoscritte mentre Letta era all'Onu per promuovere la credibilità dell'Italia». «La responsabilità dello stallo» - ha aggiunto Zanda- «è tutta del Pdl». Altra benzina sul fuoco arriva da Sandro Bondi con un duro attacco a Letta e Napolitano: «Il loro è un atto di sfida e di ricatto, l'iniziativa concordata insieme è un'ulteriore umiliazione del popolo dei moderati».
28 settembre 2013 | 12:21
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Redazione Online
http://www.corriere.it/politica/13_sett ... 4aa3.shtml
Un drammatico vuoto di potere - 29
I giorni della follia - 28
IL GOVERNO A UN PASSO DALLA CRISI
Scontro Pdl-Pd sulla verifica
Schifani attacca Letta sull'Iva
Il Pdl vorrebbe anticipare a lunedì la fiducia
«Se c'è la fiducia si fermi l'aumento dell'imposta»
All'indomani dell'ultimatum del premier Enrico Letta e dell'intervento del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, la tensione fra Pd e Pdl non accenna a calare. Si discute su tutto.
SCHIFANI: «LETTA RESPONSABILE DELL'AUMENTO IVA»-È scontro fra Luigi Zanda, presidente dei senatori del Partito Democratico e il capogruppo del Pdl al Senato Renato Schifani sulla data della fiducia fissata per martedì. Zanda ha respinto la richiesta del Pdl di anticipare di un giorno la data della verifica in Parlamento per poi passare - nel caso in cui l'esecutivo ottenga la fiducia- all'approvazione del decreto sull'Iva. Le date sono cruciali, visto che l'aumento dell'imposta scatterà automaticamente il primo ottobre. L'ex presidente di Palazzo Madama, dai microfoni di Sky Tg 24 lancia dure accuse a Letta «che si è assunto la responsabilità gravissima di non deliberare su provvedimenti economici per motivazioni politiche». Immediata la replica di Zanda: «Le accelerazioni di mezza giornata sono strumentali e mostrano la volontà di eludere le ferite istituzionali e perfino costituzionali che sono state inferte dalle dimissioni dei deputati e senatori del Pdl, peraltro sottoscritte mentre Letta era all'Onu per promuovere la credibilità dell'Italia». «La responsabilità dello stallo» - ha aggiunto Zanda- «è tutta del Pdl». Altra benzina sul fuoco arriva da Sandro Bondi con un duro attacco a Letta e Napolitano: «Il loro è un atto di sfida e di ricatto, l'iniziativa concordata insieme è un'ulteriore umiliazione del popolo dei moderati».
28 settembre 2013 | 12:21
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Redazione Online
http://www.corriere.it/politica/13_sett ... 4aa3.shtml
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Re: Come se ne viene fuori ?
Io mi sono rotto i ..........di questi due partiti, hanno stancato come molti altri cittadini.Si vada al voto per mandarli a ........... e questi due partiti perderanno ancora voti
Paolo11
Paolo11
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Re: Come se ne viene fuori ?
Ad merlam merlorum in saecola saecolorum - 8
Forza merli - 7
La ripresa,……….per il c… - 7
In Svizzera.
28/09/2013 di triskel182
Mentre ci si interroga sulla fine del governo Letta, e sulle probabili prossime elezioni (la bomba fine del mondo, scrive Gilioli), non dimentichiamoci del contesto con cui ci presenteremo a queste elezioni.
Quello in cui ci sono imprenditori che vanno in Svizzera, non per fare il nero (o per evadere il fisco con gli spalloni che portano il denaro fuori confine): ma per sfuggire alla burocrazia e alle tasse.
Sempre perché qualcuno aveva promesso la rivoluzione liberale e si è visto poi che era una balla, o quell’altro che aveva indicato nell’art 18 il centro del male, che bloccava imprese e investitori esteri.
Dopo tutto che hanno visto, da fuori, su questo paese (Alitalia, Telecom, il caso Mediaset, ..) quale imprenditore verrebbe qui ad investire?
Da unoenessuno.blogspot.it
Forza merli - 7
La ripresa,……….per il c… - 7
In Svizzera.
28/09/2013 di triskel182
Mentre ci si interroga sulla fine del governo Letta, e sulle probabili prossime elezioni (la bomba fine del mondo, scrive Gilioli), non dimentichiamoci del contesto con cui ci presenteremo a queste elezioni.
Quello in cui ci sono imprenditori che vanno in Svizzera, non per fare il nero (o per evadere il fisco con gli spalloni che portano il denaro fuori confine): ma per sfuggire alla burocrazia e alle tasse.
Sempre perché qualcuno aveva promesso la rivoluzione liberale e si è visto poi che era una balla, o quell’altro che aveva indicato nell’art 18 il centro del male, che bloccava imprese e investitori esteri.
Dopo tutto che hanno visto, da fuori, su questo paese (Alitalia, Telecom, il caso Mediaset, ..) quale imprenditore verrebbe qui ad investire?
Da unoenessuno.blogspot.it
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