quo vadis PD ????

E' il luogo della libera circolazione delle idee "a ruota libera"
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shiloh
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da shiloh »

L'arroganza di Calearo:
«Ma non mi dimetto da deputato»


Massimo Calearo lascerà vuoto il suo scranno alla Camera.
Non nel senso che si dimetterà da deputato,
ma che non metterà più piede a Montecitorio.
Ad annunciarlo è stato lo stesso parlamentare, ex Pd, ex Api,
ex consigliere di Silvio Berlusconi per il commercio estero e ora esponente di Popolo e territorio.

Fino a novembre,
ha detto ancora Calearo a quanto riferisce un comunicato,
«mi sono divertito a fare il consulente di Berlusconi sul commercio estero,
ora non servo più.
È usurante andare alla Camera solo a premere un pulsante».

Però non ha intenzione di dimettersi.
«No, perchè al posto mio entrerebbe uno del Pd molto di sinistra,
un filo-castrista (Andrea Colasio, ndr)»,
ha spiegato.
Ma non solo.

«Con lo stipendio da parlamentare pago il mutuo della casa che ho comprato, 12mila euro al mese di mutuo.
È una casa molto grande...»,
ha raccontato.
http://www.unita.it/italia/l-arroganza- ... o-1.397036

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se c'avessi davanti gli intelligentoni ,Pierazzuroni ,"oni-oni-oni" che l'hanno candidato...
shiloh
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da shiloh »

Walter Veltroni:
«Calearo persona orrenda.
Ma non mi scuso.
C'è molta gente che dovrebbe scusarsi per gli errori tragici che ha compiuto.
Io mi sono dimesso che è molto di più».

http://www.unita.it/italia/veltroni-cal ... o-1.397173

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manco mai avrebbero dovuto eleggerlo.
la sua segreteria , la sua ridicola vocazione maggioritaria,
prima ha fatto cadere il governo Prodi ,
e poi nel 2008 ha fatto ottenere a Berlusconi una vittoria talmente grande che rimarrà negli annali della storia...e nel suo corriculum.
eppoi cosa vuol dire se si è dimesso:
continua imperterrito a cercare di spaccare il PD un giorno si e l'altro anche.
ma vaff....o Uolter,
... e portati Calearo.
aaaa42
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da aaaa42 »

TUTTI A ROMA .
URGE MANIFESTAZIONE NAZIONALE CON PADRE ZANOTELLI PER IL TRASFERIMENTO COATTO DI VELTRONI WOLTER, blariano di CENTRO DESTRA
IN UNA COMUNITA' DI PADRI COMBINIANI IN AFRICA.
shiloh
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da shiloh »

Concerto per l'Unità, Bersani:
«Giornale per la Costituzione»


Di Giuliana Sais 3 aprile 2012 A - A Fallito il disegno marchiato Fiat di cacciare dalla Magneti Marelli di Crevalcore i delegati sindacali d’azienda della Fiom e sbullonare le bacheche dell’Unità dalle sue fabbriche, a impugnare la matita per rimettere i puntini sulle i sono Sergio Staino e il Partito Democratico. Il risultato è una serata di lotta, al Teatro Duse di Bologna, che dopo la sentenza del giudice che dà ragione ai lavoratori si trasforma in una festa. « Il cittadino lavoratore deve essere pienamente padrone dei propri diritti, non è un fatto simbolico ma di principio».

Intervista a Claudio Sardo

Così il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, poco prima dell’inizio della serata, aperta dal sindaco Virginio Merola con un richiamo all’Unità, «sia come giornale che come sentire comune», dando il là alla Bandabardò che, sulle note di Guccini, canta «Eskimo». Il colore predominante, manco a dirlo, è il rosso. La sala trabocca e la cornice la offre, in pieno centro storico, il Duse, luogo simbolo della cultura bolognese, già teatro di una dura battaglia sindacale portata avanti dalle maestranze per un lunghissimo anno.

Sul palco, Roberto Vecchioni, Moni Ovadia, Alessandro Benvenuti, Simone Cristicchi, Modena City Ramblers, Tetes de Bois, Bandabardò, Gualtiero Bertelli, Leo Brizzi, Maria Grazia Campus e Alessio Lega. Una serata in levare che avanza tutta d’un fiato, con gli interventi del compagno Tolomelli, delegato Fiom alla Ex Weber tra il 1969 e il 1984, «arrabbiato ma affatto sopreso rispetto alla prepotenza dei padroni», e di Daria Mariucci, una dei sette ex delegati delle tute blu della Cgil cacciati dalla Magneti Marelli, forte della sentenza bolognese che condanna l’azienda del gruppo del Lingotto per comportamento antisindacale. Presente, naturalmente, il direttore dell’Unità, Claudio Sardo. Tra gli assenti, ma si fa per dire, i rappresentanti d’azienda della Fiom di Crevalcore che inviano un messaggio virtuale di ringraziamento al giornale di Gramsci, attraverso la loro bacheca Facebook, quella che negli ultimi tre mesi si è fatta piazza ospitando la loro lotta: «Siamo dispiaciutissimi di annunciare che alla serata evento organizzata da l’Unità, non potrà partecipare nessuno», scrivono. «Purtroppo le regole impongono che solo due dei tre delegati originari siano riconosciuti alla luce della sentenza. Inoltre - prosegue il post - i permessi sindacali che potremo da oggi in poi prendere sono solo il numero minimo previsto, e cioè 8 ore al mese.

Questo fa sì che, facendo il pomeriggio, oggi dovremmo consumare tante ore di permesso per essere a Bologna in tempo utile».

BERSANI: L'UNITA' GIORNALE PER LA COSTITUZIONE
Il leader del Pd, Pierluigi Bersani: «Credo che l' Unità, a suo modo, con la sua linea e faziosità, sia un giornale per la Costituzione». Per Bersani il quotidiano diretto da Claudio Sardo è «un giornale che crede nelle istituzioni, nella libertà, nella dignità del lavoro, nell'uguaglianza dei cittadini e che crede nella politica come una possibilità di cambiare le condizioni della gente». E ha aggiunto: «la risposta alla cattiva politica non può essere l'antipolitica, ma una politica buona».

http://www.unita.it/italia/musica-liber ... a-1.397793
shiloh
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da shiloh »

Partiti, Bersani a Casini e Alfano:

"Subito legge su trasparenza e controlli dei bilanci"

l leader del PD ha scritto una lettera al segretario del Pdl Angelino Alfano e al leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini.
"Rispondere con rapidità ed efficacia alla forte domanda della pubblica opinione".

http://beta.partitodemocratico.it/doc/2 ... ilanci.htm

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ma si può pensare di fare una legge simile assieme a Pierazzurro in tangenti Caltagirone e al Pupazzo del maniaco di Hardcore,
cioè del più grande corruttore degli ultimi 150 anni ???
potrà mai uscirne qualcosa che non abbia la fregatura per i contribuenti al suo interno ???

:roll:
shiloh
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da shiloh »

Il PD in Europa un fronte più ampio dei progressisti
Il commento di Luciano Vecchi - l'Unità


Bene ha fatto il responsabile della politica estera del Partito democratico, Lapo Pistelli, a puntualizzare - su l’Unità del 5 aprile - come l’iniziativa internazionale ed europea del Partito democratico stia riscontrando un grande e generale apprezzamento da parte delle forze progressiste proprio perché si pone l’obiettivo di contribuire a costruire una agenda per il nuovo mondo, allargando il fronte delle forze che possono, se alleate e convergenti, disegnare un nuovo ordine internazionale. D’altronde è questo un elemento costitutivo e, persino, identitario del Partito democratico.

«Il processo di unificazione europeo è ancora frenato dalle forti resistenze degli egoismi nazionalistici, che il Partito democratico vuole contrastare per realizzare una compiuta integrazione politica e democratica: tale processo va accelerato, rafforzando la legittimazione e le basi democratiche dell’Unione. Il Partito democratico intende contribuire a costruire e consolidare, in Europa e nel mondo, un ampio campo riformista, europeista e di centrosinistra, operando in un rapporto organico con le principali forze socialiste, democratiche e progressiste e promuovendone l’azione comune». Si tratta di uno dei passaggi più significativi del "Manifesto dei valori del Partito democratico" che rappresenta sia il «patto costituente» tra coloro che hanno dato vita al Pd, che la definizione di alcuni degli obiettivi strategici della nostra azione.

La proiezione internazionale del Partito democratico - mi pare - si è sempre attenuta a questa sorta di «mandato» e, proprio in questi mesi di crisi europea, sta mostrando tutte le sue potenzialità. L’incontro dei leader progressisti a Parigi, la fitta rete di incontri bilaterali in Europa, la costruzione di un network a livello extracontinentale con i principali partiti progressisti dei «paesi-continente» (dai democratici statunitensi al Pt brasiliano, ecc.) sono la dimostrazione plastica di come il Partito democratico sia oggi al centro di un sistema di relazioni internazionali quanto mai ricco e articolato. L’urgenza «storica» di promuovere una nuova piattaforma ideale e programmatica dei progressisti europei e su scala globale è stata, giustamente e finalmente, collocata dal segretario del Pd al centro dell’iniziativa del partito, non solo - e questa è la vera novità - come «appendice esterna» del lavoro dei democratici ma come «elemento essenziale» della credibilità della nostra proposta politica.

Se questa è la sfida credo che la cosa peggiore che potremmo fare sarebbe quella di piegare riflessione e iniziativa internazionale del Pd alle esigenze della dialettica interna al partito.

Lo voglio dire con grande nettezza:
chi sostiene una delle due posizioni speculari «mai nel Pse» o «solo nel Pse» non contribuisce alla qualità della nostra proiezione esterna e rischia di condurci ad un cul de sac ideologico di cui certo non abbiamo bisogno.
Di tutto abbiamo bisogno fuorché di aut aut paralizzanti ed autoreferenziali.

Non vi è alcun dubbio che quando si parla, almeno in Europa, di «campo progressista» ci si riferisce innanzitutto ai partiti socialisti, socialdemocratici e laburisti, in gran parte rappresentati dal Pse. È sulla base di questa evidenza che il Pd - assieme al Pse - ha saputo costruire l’innovazione più significativa nello scenario politico delle istituzioni europee, con la costruzione del Gruppo dell’Alleanza progressista dei socialisti e dei democratici (S&D) al Parlamento europeo, che ha dimostrato di saper essere (pur in una situazione di rapporti di forza non favorevoli ai progressisti) il punto di riferimento per l’aggregazione di un’area di centro-sinistra che, al Parlamento europeo, è riuscita a creare convergenze, spesso vincenti, sulle principali politiche europee.

Il Pd ha, in questi anni, costruito un rapporto organico - nel rispetto delle reciproche autonomie ma anche nella costante ricerca di una positiva interazione - con il Pse anche in quanto partito politico europeo, nel reciproco riconoscimento che, in un quadro politico plurale ed in evoluzione in Europa e nel mondo, il Pse è il partito politico di rilevanza fondamentale per i progressisti in Europa e che il Pd (partito sorto dalla convergenza delle diverse culture riformiste italiane) è il riferimento fondamentale del campo progressista in Italia.
Oggi il Pd partecipa quindi a tutte le attività ed iniziative del Pse
- pur senza esserne membro effettivo così come, a livello internazionale, anche considerata la profonda crisi in cui versa l’Internazionale Socialista, opera, spesso in convergenza con i principali partiti europei, per la costruzione di un nuovo ed ampio quadro progressista.

In questo importante lavoro di costruzione di convergenze, in cui è impegnato il Pd, la definizione condivisa di un’idea democratica e progressista di Europa è il tema centrale.

Oggi spetta a noi - cioè a quell’ampio nucleo costituitosi nell’Alleanza S&D al Parlamento europeo costruire quel fronte che sappia dire con chiarezza che non ci serve un’Europa intergovernativa, mercantilista, che cerca il suo equilibrio finanziario nella riduzione del modello sociale ma che serve invece un’Europa federale, con istituzioni pienamente democratiche, orientate alla crescita, al lavoro e ai diritti, con un adeguato sviluppo del mercato interno. I Partiti socialisti e democratici europei devono comprendere che nel ripiegamento nazionale vince la destra e che le forze progressiste possono trovare una vera funzione solo portando i problemi e le soluzioni alla loro vera dimensione che è quella sovranazionale. Questa sfida troverà uno snodo importante attorno alle prossime elezioni europee del 2014 dove i nostri partiti dovranno saper mobilitare i cittadini sull’idea di un’Europa democratica e di progresso, anche indicando - per la prima volta - il candidato progressista alla Presidenza della Commissione europea, magari scelto attraverso meccanismi partecipativi, sul modello delle primarie italiane.

http://www.partitodemocratico.it/doc/23 ... ssisti.htm
shiloh
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da shiloh »

stanotte in sogno mi sono ritrovato in una riunione al loft...

del sogno mi sono rimasti 3 numeri:

31........il consenso che il PD aveva alla caduta del governo Berlusconi.

40........il numero "magico" e "intoccabile".

18.......l'articolo di fatto soppresso.

mi gioco il terno su Roma...Ladrona.
:mrgreen:
Amadeus

Re: quo vadis PD ????

Messaggio da Amadeus »

( tratto dal sito "ilpost.it" di Luca Sofri )

Pippo Civati. Contrastare l’«antipolitica» offrendole un argomento al giorno

Lo scrivo per l’ultima volta, promesso.
Leggo che l’alleanza ‘tecnica’ tra Pd e Pdl sta facendo acqua da tutte le parti. Che Fornero dice: o passa la riforma o si va al voto. Che qualcuno parla del voto ad ottobre.
Tutte cose che personalmente avevo previsto: dopo il forte abbrivo, il governo Monti avrebbe registrato parecchie difficoltà. E così i partiti che lo sostengono, in particolare il Pd, perché il Pdl, invece, aveva bisogno di tempo per rifarsi un profilo meno compromesso con i disastri degli ultimi anni.
Leggo anche che Bersani dice che bisogna «fermare» e «contrastare» l’antipolitica: un «vento cattivo che rischia di spazzarci via tutti».
Bene, con qualche ritardo, ci si pone il problema. È notevole che lo si faccia ora, quando è evidente da anni. Ed è un problema strutturale del nostro sistema politico.
Quello che mi chiedo è: come si pensa di contrastare e fermare la cosiddetta antipolitica? Perché finora il programma per recuperare i voti dall’astensionismo e dalla cosiddetta antipolitica sono è stato forte, non c’è che dire. Mi permetto di indicare i messaggi che sono ‘passati’ e alcuni miei brevissimi commenti.
1.
Avanzare la proposta di Sposetti, ex tesoriere Ds, di aumentare (!) il rimborso ai partiti (l’idea geniale è di qualche mese fa) e difenderne la ratio fino alla morte?

Il Pd avrebbe dovuto rinunciare a una quota di rimborso pubblico già in occasione della manovra di dicembre (sarebbe stata, oltretutto, una campagna da qualche milioni di dollari, in termini di marketing politico, ma sarebbe stato troppo facile): rinunciare a una quota proporzionale ai sacrifici che si chiedevano ai cittadini e agli enti locali. E magari a qualcosina in più. E, dopo i casi Lusi e Belsito, avrebbe dovuto presentare una serie di proposte per una profonda revisione non solo del sistema dei finanziamenti e dei suoi controlli, ma anche della loro entità, con l’indicazione di una loro progressiva diminuzione: ricorrere a formule diverse da quelle attuali non è impossibile (alcune ipotesi le trovate sui principali quotidiani).
2.
Ricandidare chi è in Parlamento dagli Anni Ottanta e affidare i compiti più importanti dell’elaborazione della nostra proposta politica (penso alla riforma elettorale) ai protagonisti della Seconda Repubblica che provengono dalla Prima?

Il Pd dovrebbe pretendere da tutti il rispetto del limite dei tre mandati previsto dallo Statuto, affermare fin d’ora che le liste saranno composte da metà donne (che saranno anche elette, piccolo particolare) e che i candidati saranno scelti con il sistema delle primarie per i parlamentari (il ‘nostro’, ad esempio, che nessuno si è ancora sognato di discutere, ovviamente). Assumere che il ricambio è un fatto naturale, e che la mossa del delfino non va bene: le figure nuove le scelgono gli elettori, non i dirigenti per cooptazione. Non in questo momento, soprattutto.
3.
Spiegare che Lusi era della Margherita, che noi siamo irreprensibili, e che c’è molta demagogia, che gli antipolitici vogliono solo il nostro male, che c’è un disegno contro la politica che coinvolge un po’ tutti.

Per prima cosa, lo sapevamo, che il governo tecnico avrebbe fatto risaltare le incertezze della politica. E i suoi ritardi. Ora non possiamo dircene sorpresi.
Il Pd dovrebbe optare per la cultura della legalità sempre. Aprendo una riflessione sui tanti ‘casi’ che hanno riguardato nostri esponenti: una riflessione politica, perché non ci interessa il dato giudiziario. Ma di fronte a vicende come quelle di Lusi e non solo, gli occhi vanno aperti. Ora o mai più.
Come scrissi in occasione del V-Day lanciato da Grillo un secolo fa, le tre richieste di quella piazza non erano sbagliate: chi è condannato o coinvolto in vicende giudiziarie gravi, non va candidato, nel primo caso «perché di sì», nel secondo per ovvi motivi di opportunità politica; i vitalizi per i parlamentari sono uno scandalo vero (e infatti, dopo un po’, ne hanno modificato il meccanismo); i parlamentari devono rimanere in Parlamento per un tempo determinato. Avessimo raccolto allora l’appello….
Da ultimo, ma per primo, il Pd dovrebbe aprire un confronto più serrato con i movimenti che provengono dalla società civilissima, che spesso hanno toni del caXXo (tecnicismo) ma che pongono problemi sentiti dal 99%.
Il Pd lo fa con la Lega, spiegando – in modo scivoloso, perché lì la questione è parecchio diversa – che gli elettori leghisti sono diversi dai leader leghisti, non si capisce perché non riesca a trovare modalità d’iniziativa politica presso elettori che spesso sono nostri elettori delusi (che infatti sono diversi dai leader democratici, scherzo).
Sono anni che chiedo un atteggiamento diverso, più aperto e rigoroso. Più concreto. «Contrastare l’antipolitica», con l’atteggiamento ingenuo di chi si considera ‘offeso’ da cittadini senza argomenti, offrendole un argomento al giorno, non mi sembra la strategia più sensata.
Ma sono sicuramente io a sbagliare.
P.S.: come già l’anno scorso, in virtù del meccanismo elettorale del doppio turno, la famosa antipolitica e l’astensionismo saranno ‘funzionali’ alle vittorie del centrosinistra. Che ovviamente, come già l’anno scorso, celebreremo come nostre, dimenticandoci che già l’anno scorso, l’antipolitica che si presenta alle elezioni, aveva fatto il botto. Era successo vent’anni fa con la Lega, che in alcuni casi aveva toni molto simili. Non vorrei portare sfortuna. Ma una riflessione ce la farei.
shiloh
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da shiloh »

ottimi argomenti.
bellissimo e mirato.
bravo Pippo,
chapeau.
...e grazie di averlo postato.
shiloh
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da shiloh »

Bersani: "L'intesa Abc non ha prospettiva"

…omissis…
il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, dice che il rapporto con Alfano, Bersani e Casini non è assolutamente una prospettiva politica.

"Abc è un atto di responsabilità e mi dispiace che venga descritto come una combriccola. Io a cena posso andarci con Casini e Alfano, certo, ma se devo scegliere, scelgo altrimenti e credo che la cosa sia reciproca".

Il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, fa il punto sui temi caldi della politica in un'intervista a Radio anch'io.

E nega che la maggioranza che sostiene Monti possa avere un futuro dopo il 2013.

"Noi - aggiunge - dobbiamo vivere in un sistema bipolare, con due polmoni.

Ma possono esserci forze centrali che fanno le loro scelte e le dichiarano agli elettori, dicono se vogliono mettersi con uno piuttosto che con l'altro, come nelle democrazie normali".

Sollecitato su cosa accadrà nel 2013, anno delle elezioni legislative, al governo tecnico ed ai partiti, Bersani ha detto che si deve tornare a una guida del Paese espressa dagli elettori:
"Se ci saranno dei tecnici che vogliono fare outing , sono benvenuti da ogni lato dello schieramento.
Non perderanno qualche competenza diventando politici.
Decideranno loro, ma certamente nel 2013 deve esserci un confronto tra soggetti politici come in tutte le democrazie".
Quanto al premier Mario Monti, Bersani ha detto di non sapere se
"dopo questi mesi di governo gli viene la voglia di immaginarsi fino al 2020. "Io mi trovo benissimo con lui, penso Che sia un democratico.
Ma non voglio certo tiragli la giacca.
Se scoprissi un bel mattino che Monti è appassionato alle prospettive politiche del pd, sarebbe una bella giornata".

Certo che il rapporto con il governo non sia facilissimo Bersani non lo nega.
Anche per lo scarso ascolto che, a volte, il Pd ottiene dal governo.
"Qualche volta diamo qualche buon consiglio e non siamo ascoltati".
Così è stato
"sugli esodati: noi l'abbiamo detto dal primo giorno" che c'era questo problema "e abbiamo suggerito un meccanismo flessibile in modo che non si perdevano quote di pensione. Non s'è fatto, adesso il problema c'è e bisogna risolverlo".

Nel pieno della bufera sul finanziamento pubblico ai partiti Bersani torna a chiedere la sospensione dell'erogazione dell'ultima tranche di rimborsi elettorali:
"La tranche da 100 milioni è riferita all'anno scorso.
Noi diciamo fermiamola e prima facciamo un controllo, un meccanismo di certificazione e di controllo per vedere se le cose sono a posto.
"Va bene ridurre i fondi, ma il punto principale dopo le cose scandalose è andare a vedere dove sono andati i soldi".
E sul tema lancia una frecciata a Beppe Grillo:
"Il Movimento 5 Stelle non pensi di aver inventato l'acqua calda.
E' da quando sono nato che faccio collette per il mio partito".

Meno soldi ai partiti e più controlli, su questo Bersani è d'accordo.
Ma il segretario del Pd non ci sta ad essere confuso nel calderone:
"Chiedo una riduzione dei finanziamenti e nuove regole, perchè devo prendermi gli insulti?
Non mi sto facendo casa.
Io al partito i soldi li do, non ne prendo.
Serve razionalità.
Non vorrei che si facesse di ogni erba un fascio.
Sto spendendo i soldi del partito per mettere in formazione 2000 giovani del Sud ai quali parlo di legalità e di lavoro.
Io non compro gioielli 3! E non voglio essere messo nel mucchio".
E tanto per non lasciare spazio al dubbio, Bersani attacca:
"Basterebbe la buonuscita di una decina di manager per corrispondere al finanziamento di tutti i partiti in Italia".

http://www.repubblica.it/politica/2012/ ... ef=HREC1-2
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