Come se ne viene fuori ?
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Re: Come se ne viene fuori ?
http://notizie.virgilio.it/politica/mon ... rante.html
Pdl spaccato. E scende in campo Marina Berlusconi. Foto e video
La figlia del Cavaliere pronta a guidare Forza Italia. Alfano: "Votiamo fiducia"; Bondi: "Solo se lo chiede Berlusconi"
Ore febbrili per il Pdl, ma anche per il governo. Dopo un faccia a faccia durato più di tre ore tra Silvio Berlusconi e Angelino Alfano e l'intensificarsi delle voci su una imminente scissione delle "colombe", pronte a votare la fiducia domani a Letta, l'ambasciatore Gianni Letta si reca a palazzo Chigi. Nella sede del Governo, anche Fabrizio Cicchitto e lo stesso Alfano. Sul tavolo, viene spiegato, l'ultima mediazione offerta dal Cavaliere, sotto pressione del segretario Alfano e dei ministri dimissionari: il tentativo di salvare il governo, evitando il voto di fiducia domani al Senato. Un modo, viene ancora spiegato, per evitare allo stesso tempo la spaccatura del Pdl. Questa mattina diversi big del Popolo delle Libertà si erano recati a palazzo Grazioli per avvertire l'ex premier che una trentina di senatori era pronta allo strappo.
E il senatore del Pdl, Carlo Giovanardi, schierato fra le "colombe", avverte: "Abbiamo i numeri, siamo anche più di 40 e siamo fermi nel voler mantenere l'equilibrio di governo: Per questo voteremo la fiducia". E osserva che "la situazione è in evoluzione e può anche darsi che, alla fine, non solo noi ma tutto il gruppo voti la fiducia", ma Giovanardi ha molto chiaro un concetto: "La linea dei falchi è del tutto minoritaria nel partito". In altre parole, quei 40 senatori Pdl pronti a votare la fiducia a Letta non sono "scissionisti": "Scissionisti - puntualizza l'esponente cattolico - sono quelli che si pongono fuori dalla linea del partito, esce dai gruppi e vuole fondare Forza Italia, non - rivendica - chi rimane fermo sulle nostre posizioni fondatrici". E conclude: "Allora è molto semplice: c'è chi vuole che rinasca Forza Italia ma tanti, tantissimi, vogliono restare dove sono, nel Pdl".
Gli fa eco Angelino Alfano, pure schierato sulla stessa posizione: "Rimango fermamente convinto che tutto il nostro partito domani debba votare la fiducia al governo. Non ci sono gruppi o gruppetti", dice il segretario del Pdl. Il nodo da sciogliere, però, resta quello della decadenza di Silvio Berlusconi da senatore: il Cavaliere insiste affinché perlomeno si rinvii la partita al Senato. Pronta la replica del "fedelissimo" del Cavaliere, Sandro Bondi, coordinatore del Pdl: "A questo punto, pur essendo convinto che la cosa migliore sia sfiduciare questo governo, voterò la fiducia solo se me lo chiedesse il Presidente Silvio Berlusconi. Nessun altro".
MARINA BERLUSCONI PRONTA A SCENDERE IN CAMPO - Dopo mesi di indiscrezioni puntualmente smentite, Marina Berlusconi sarebbe ora pronta a scendere in campo per guidare la rinata Forza Italia. Fonti del Pdl, che chiedono il più stretto anonimato, riferiscono che la primogenita del Cavaliere avrebbe manifestato in queste ore tutta la sua rabbia e indignazione nei confronti di quella parte del Pdl pronta a girare le spalle all'ex premier e votare la fiducia al governo Letta. Le stesse fonti riferiscono che l'epiteto utilizzato da Marina Berlusconi per definire i pidiellini pronti alla scissione è di "traditori". Nessuna decisione definitiva sarebbe stata presa al momento, ma la tentazione della presidente Mondadori sarebbe molto forte. Un'ipotesi, secondo le stesse fonti, sulla quale Marina starebbe ragionando, ma non ne avrebbe ancora discusso in termini definitivi nemmeno con il padre.
SANTANCHE' - "Mi risulta che il segretario Alfano ha chiesto la mia testa come condizione per mantenere l'unità del Pdl-Forza Italia. Detto che ciò dimostra la strumentalità della protesta in corso da parte dei nostri ministri dimissionari, non voglio offrire alibi a manovre oscure e pericolose", afferma Daniela Santanché. "Pertanto la mia testa la offro spontaneamente al segretario Alfano, su un vassoio d'argento, perchè l'unica cosa che mi interessa per il bene dei nostri elettori e dell'Italia è che su quel vassoio non ci finisca quella del presidente Berlusconi", conclude la 'Pitonessa'.
BERLUSCONI: "LETTA E NAPOLITANO INAFFIDABILI" - "Enrico Letta e Giorgio Napolitano avrebbero dovuto rendersi conto che, non ponendo la questione della tutela dei diritti politici del leader del centrodestra nazionale, distruggevano un elemento essenziale della loro credibilità e minavano le basi della democrazia parlamentare". E' un passaggio della lunga lettera, inviata al direttore di Tempi, che sarà pubblicata nel prossimo numero del settimanale, in cui Silvio Berlusconi spiega i motivi della decisione di "porre un termine al governo Letta". "Come può essere affidabile - prosegue l'ex premier - chi non riesce a garantire l'agibilità politica neanche al proprio fondamentale partner di governo e lascia che si proceda al suo assassinio politico per via giudiziaria?".
"Ho scelto la via del ritorno al giudizio del popolo non per i 'miei guai giudiziari' ma perché si è nettamente evidenziata la realtà di un governo radicalmente ostile al suo stesso compagno di cosiddette 'larghe intese'". Anzi, di "un governo che non vuole una forza organizzata di centrodestra in grado di riequilibrarne la sua linea ondivaga e subalterna ai soliti poteri interni e internazionali", aggiunge Berlusconi in uno dei passaggi della lettera. L'ex premier dice poi di voler recuperare "quanto di positivo è stato fatto ed elaborato, per esempio in tema di riforme istituzionali, da questo governo che, ripeto, io per primo ho voluto per il bene dell'Italia e che io per primo - avverte - non avrei abbandonato se soltanto ci fosse stato modo di proseguire su una linea di fattiva, di giusta, di leale collaborazione". Ma spiega anche di non averlo più voluto sostenere "quando Letta ha usato l'aumento dell'Iva come arma di ricatto nei confronti del mio schieramento ho capito che non c'era più margine di trattativa".
"Non solo - aggiunge Berlusconi - quando capisci che l'Italia è un Paese dove la libera iniziativa e la libera impresa del cittadino diventano oggetto di aggressione da ogni parte, dal fisco ai magistrati; quando addirittura - afferma - grandi imprenditori vengono ideologicamente e pubblicamente linciati per l'espressione di un libero pensiero, quando persone che dovrebbero incarnare con neutralità e prudenza il ruolo di rappresentanti delle istituzioni pretendono di insegnarci come si debba essere uomini e come si debba essere donne, come - incalza - si debbano educare i figli e quale tipo di famiglia devono avere gli italiani, insomma, quando lo Stato si fa padrone illiberale e arrogante mentre - accusa ancora - il governo tace e non ha né la forza né la volontà di difendere la libertà e le tasche dei suoi cittadini, allora è bene che la parola ritorni al nostro unico padrone: il popolo italiano".
"Alla fine, però, i settori politicizzati della magistratura sono pervenuti a un'incredibile, ingiusta perché infondata, condanna di ultima istanza nei miei confronti", dice Silvio Berlusconi nella lettera a Tempi, rivendicando la propria linea di responsabilità nei confronti del governo. Quanto alle proprie vicende giudiziarie, il leader Pdl aggiunge che "altre manovre persecutrici procedono in ogni parte d'Italia".
Poi parla di sé in terza persona e spiega che "Berlusconi non è uno di quegli imprenditori fasulli che ha chiuso fabbriche o ha fatto spezzatini di aziende per darsi alla speculazione finanziaria. Berlusconi non è uno di quelli che hanno spolpato Telecom o hanno fatto impresa con gli aiuti di Stato". Il leader Pdl rivendica a suo merito che "Berlusconi è uno dei tanti grandi e piccoli imprenditori che al loro Paese hanno dato lavoro e ricchezza". "Per questo, l'esempio e l'eccellenza di questa Italia che lavora dovevano essere invidiati, perseguitati e annientati dalle forze della conservazione", recrimina con una digressione sul sempre delicatissimo tasto del lodo De Benedetti: "Questo era l'obbiettivo di sentenze come quella che ci ha estorto - così dice il leader Pdl -500 milioni di euro e, pensavano loro, ci avrebbe ridotto sul lastrico".
LO SCONTRO BERLUSCONI-NAPOLITANO - L'incontro tra Berlusconi e Alfano arriva all'indomani dello scontro aperto tra il Cavaliere e il Presidente della Repubblica. La trasmissione Piazza Pulita ha mandato in onda una telefonata in cui Berlusconi dice a proposito della sentenza della Cassazione per il Lodo Mondadori: "Il Capo dello Stato avrebbe telefonato per avere la sentenza prima che venisse pubblicata". immediata la replica di Napolitano: "Invenzione volgarmente diffamatoria nei confronti del Capo dello Stato".
Ecco la trascrizione della telefonata:
Berlusconi: No guarda, non riesco piu' a dormire. X: Dice che son cinquanta giorni che non dormi eh! B: Cinquanta cinque giorni X: Come cavolo fai a reggere? B: Mi metto alla scrivania eh niente, non riesco a dormire. Poi vado a letto e rimango con gli occhi sbarrati B: Tu non riesci ad avere nessuna informazione su quello che e' successo alla...sezione civile della Cassazione per il lodo De Benedetti?! Perche' mi e' stato detto che il Capo dello Stato avrebbe telefonato per avere la sentenza prima che venisse pubblicata. Dopodiche' ha ritelefonato da capo, ha fatto ritelefonare da Lupo al Presidente della Cassazione che ha chiamato il Presidente di Sezione costringendolo a riaprire la camera di consiglio. Cosa che non succede mai! Perche' la sentenza era gia' pronta il 27 di giugno. E riaprendo la camera di consiglio hanno tolto circa duecento milioni di quelli da che De Benedetti doveva avere in meno
LA REPLICA DI NAPOLITANO - E' una cosa gravissima. Quel che sarebbe stato riferito al Senatore Berlusconi circa le vicende della sentenza sul Lodo Mondadori e' semplicemente un'altra delirante invenzione volgarmente diffamatoria nei confronti del Capo dello Stato. E' quanto si apprende dall'ufficio stampa della Presidenza della Repubblica. "E' pura fantascienza. E' evidente che non c'e' mai stata una cosa di questo genere". Cosi' il primo presidente di Cassazione, Giorgio Santacroce, risponde a chi gli chiede un commento sul fuori onda di Berlusconi in cui l'ex premier parla di pressioni fatte dal capo dello Stato Giorgio Napolitano sui giudici della Suprema Corte in relazione alla recente sentenza sul Lodo Mondadori.
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Paolo11
Pdl spaccato. E scende in campo Marina Berlusconi. Foto e video
La figlia del Cavaliere pronta a guidare Forza Italia. Alfano: "Votiamo fiducia"; Bondi: "Solo se lo chiede Berlusconi"
Ore febbrili per il Pdl, ma anche per il governo. Dopo un faccia a faccia durato più di tre ore tra Silvio Berlusconi e Angelino Alfano e l'intensificarsi delle voci su una imminente scissione delle "colombe", pronte a votare la fiducia domani a Letta, l'ambasciatore Gianni Letta si reca a palazzo Chigi. Nella sede del Governo, anche Fabrizio Cicchitto e lo stesso Alfano. Sul tavolo, viene spiegato, l'ultima mediazione offerta dal Cavaliere, sotto pressione del segretario Alfano e dei ministri dimissionari: il tentativo di salvare il governo, evitando il voto di fiducia domani al Senato. Un modo, viene ancora spiegato, per evitare allo stesso tempo la spaccatura del Pdl. Questa mattina diversi big del Popolo delle Libertà si erano recati a palazzo Grazioli per avvertire l'ex premier che una trentina di senatori era pronta allo strappo.
E il senatore del Pdl, Carlo Giovanardi, schierato fra le "colombe", avverte: "Abbiamo i numeri, siamo anche più di 40 e siamo fermi nel voler mantenere l'equilibrio di governo: Per questo voteremo la fiducia". E osserva che "la situazione è in evoluzione e può anche darsi che, alla fine, non solo noi ma tutto il gruppo voti la fiducia", ma Giovanardi ha molto chiaro un concetto: "La linea dei falchi è del tutto minoritaria nel partito". In altre parole, quei 40 senatori Pdl pronti a votare la fiducia a Letta non sono "scissionisti": "Scissionisti - puntualizza l'esponente cattolico - sono quelli che si pongono fuori dalla linea del partito, esce dai gruppi e vuole fondare Forza Italia, non - rivendica - chi rimane fermo sulle nostre posizioni fondatrici". E conclude: "Allora è molto semplice: c'è chi vuole che rinasca Forza Italia ma tanti, tantissimi, vogliono restare dove sono, nel Pdl".
Gli fa eco Angelino Alfano, pure schierato sulla stessa posizione: "Rimango fermamente convinto che tutto il nostro partito domani debba votare la fiducia al governo. Non ci sono gruppi o gruppetti", dice il segretario del Pdl. Il nodo da sciogliere, però, resta quello della decadenza di Silvio Berlusconi da senatore: il Cavaliere insiste affinché perlomeno si rinvii la partita al Senato. Pronta la replica del "fedelissimo" del Cavaliere, Sandro Bondi, coordinatore del Pdl: "A questo punto, pur essendo convinto che la cosa migliore sia sfiduciare questo governo, voterò la fiducia solo se me lo chiedesse il Presidente Silvio Berlusconi. Nessun altro".
MARINA BERLUSCONI PRONTA A SCENDERE IN CAMPO - Dopo mesi di indiscrezioni puntualmente smentite, Marina Berlusconi sarebbe ora pronta a scendere in campo per guidare la rinata Forza Italia. Fonti del Pdl, che chiedono il più stretto anonimato, riferiscono che la primogenita del Cavaliere avrebbe manifestato in queste ore tutta la sua rabbia e indignazione nei confronti di quella parte del Pdl pronta a girare le spalle all'ex premier e votare la fiducia al governo Letta. Le stesse fonti riferiscono che l'epiteto utilizzato da Marina Berlusconi per definire i pidiellini pronti alla scissione è di "traditori". Nessuna decisione definitiva sarebbe stata presa al momento, ma la tentazione della presidente Mondadori sarebbe molto forte. Un'ipotesi, secondo le stesse fonti, sulla quale Marina starebbe ragionando, ma non ne avrebbe ancora discusso in termini definitivi nemmeno con il padre.
SANTANCHE' - "Mi risulta che il segretario Alfano ha chiesto la mia testa come condizione per mantenere l'unità del Pdl-Forza Italia. Detto che ciò dimostra la strumentalità della protesta in corso da parte dei nostri ministri dimissionari, non voglio offrire alibi a manovre oscure e pericolose", afferma Daniela Santanché. "Pertanto la mia testa la offro spontaneamente al segretario Alfano, su un vassoio d'argento, perchè l'unica cosa che mi interessa per il bene dei nostri elettori e dell'Italia è che su quel vassoio non ci finisca quella del presidente Berlusconi", conclude la 'Pitonessa'.
BERLUSCONI: "LETTA E NAPOLITANO INAFFIDABILI" - "Enrico Letta e Giorgio Napolitano avrebbero dovuto rendersi conto che, non ponendo la questione della tutela dei diritti politici del leader del centrodestra nazionale, distruggevano un elemento essenziale della loro credibilità e minavano le basi della democrazia parlamentare". E' un passaggio della lunga lettera, inviata al direttore di Tempi, che sarà pubblicata nel prossimo numero del settimanale, in cui Silvio Berlusconi spiega i motivi della decisione di "porre un termine al governo Letta". "Come può essere affidabile - prosegue l'ex premier - chi non riesce a garantire l'agibilità politica neanche al proprio fondamentale partner di governo e lascia che si proceda al suo assassinio politico per via giudiziaria?".
"Ho scelto la via del ritorno al giudizio del popolo non per i 'miei guai giudiziari' ma perché si è nettamente evidenziata la realtà di un governo radicalmente ostile al suo stesso compagno di cosiddette 'larghe intese'". Anzi, di "un governo che non vuole una forza organizzata di centrodestra in grado di riequilibrarne la sua linea ondivaga e subalterna ai soliti poteri interni e internazionali", aggiunge Berlusconi in uno dei passaggi della lettera. L'ex premier dice poi di voler recuperare "quanto di positivo è stato fatto ed elaborato, per esempio in tema di riforme istituzionali, da questo governo che, ripeto, io per primo ho voluto per il bene dell'Italia e che io per primo - avverte - non avrei abbandonato se soltanto ci fosse stato modo di proseguire su una linea di fattiva, di giusta, di leale collaborazione". Ma spiega anche di non averlo più voluto sostenere "quando Letta ha usato l'aumento dell'Iva come arma di ricatto nei confronti del mio schieramento ho capito che non c'era più margine di trattativa".
"Non solo - aggiunge Berlusconi - quando capisci che l'Italia è un Paese dove la libera iniziativa e la libera impresa del cittadino diventano oggetto di aggressione da ogni parte, dal fisco ai magistrati; quando addirittura - afferma - grandi imprenditori vengono ideologicamente e pubblicamente linciati per l'espressione di un libero pensiero, quando persone che dovrebbero incarnare con neutralità e prudenza il ruolo di rappresentanti delle istituzioni pretendono di insegnarci come si debba essere uomini e come si debba essere donne, come - incalza - si debbano educare i figli e quale tipo di famiglia devono avere gli italiani, insomma, quando lo Stato si fa padrone illiberale e arrogante mentre - accusa ancora - il governo tace e non ha né la forza né la volontà di difendere la libertà e le tasche dei suoi cittadini, allora è bene che la parola ritorni al nostro unico padrone: il popolo italiano".
"Alla fine, però, i settori politicizzati della magistratura sono pervenuti a un'incredibile, ingiusta perché infondata, condanna di ultima istanza nei miei confronti", dice Silvio Berlusconi nella lettera a Tempi, rivendicando la propria linea di responsabilità nei confronti del governo. Quanto alle proprie vicende giudiziarie, il leader Pdl aggiunge che "altre manovre persecutrici procedono in ogni parte d'Italia".
Poi parla di sé in terza persona e spiega che "Berlusconi non è uno di quegli imprenditori fasulli che ha chiuso fabbriche o ha fatto spezzatini di aziende per darsi alla speculazione finanziaria. Berlusconi non è uno di quelli che hanno spolpato Telecom o hanno fatto impresa con gli aiuti di Stato". Il leader Pdl rivendica a suo merito che "Berlusconi è uno dei tanti grandi e piccoli imprenditori che al loro Paese hanno dato lavoro e ricchezza". "Per questo, l'esempio e l'eccellenza di questa Italia che lavora dovevano essere invidiati, perseguitati e annientati dalle forze della conservazione", recrimina con una digressione sul sempre delicatissimo tasto del lodo De Benedetti: "Questo era l'obbiettivo di sentenze come quella che ci ha estorto - così dice il leader Pdl -500 milioni di euro e, pensavano loro, ci avrebbe ridotto sul lastrico".
LO SCONTRO BERLUSCONI-NAPOLITANO - L'incontro tra Berlusconi e Alfano arriva all'indomani dello scontro aperto tra il Cavaliere e il Presidente della Repubblica. La trasmissione Piazza Pulita ha mandato in onda una telefonata in cui Berlusconi dice a proposito della sentenza della Cassazione per il Lodo Mondadori: "Il Capo dello Stato avrebbe telefonato per avere la sentenza prima che venisse pubblicata". immediata la replica di Napolitano: "Invenzione volgarmente diffamatoria nei confronti del Capo dello Stato".
Ecco la trascrizione della telefonata:
Berlusconi: No guarda, non riesco piu' a dormire. X: Dice che son cinquanta giorni che non dormi eh! B: Cinquanta cinque giorni X: Come cavolo fai a reggere? B: Mi metto alla scrivania eh niente, non riesco a dormire. Poi vado a letto e rimango con gli occhi sbarrati B: Tu non riesci ad avere nessuna informazione su quello che e' successo alla...sezione civile della Cassazione per il lodo De Benedetti?! Perche' mi e' stato detto che il Capo dello Stato avrebbe telefonato per avere la sentenza prima che venisse pubblicata. Dopodiche' ha ritelefonato da capo, ha fatto ritelefonare da Lupo al Presidente della Cassazione che ha chiamato il Presidente di Sezione costringendolo a riaprire la camera di consiglio. Cosa che non succede mai! Perche' la sentenza era gia' pronta il 27 di giugno. E riaprendo la camera di consiglio hanno tolto circa duecento milioni di quelli da che De Benedetti doveva avere in meno
LA REPLICA DI NAPOLITANO - E' una cosa gravissima. Quel che sarebbe stato riferito al Senatore Berlusconi circa le vicende della sentenza sul Lodo Mondadori e' semplicemente un'altra delirante invenzione volgarmente diffamatoria nei confronti del Capo dello Stato. E' quanto si apprende dall'ufficio stampa della Presidenza della Repubblica. "E' pura fantascienza. E' evidente che non c'e' mai stata una cosa di questo genere". Cosi' il primo presidente di Cassazione, Giorgio Santacroce, risponde a chi gli chiede un commento sul fuori onda di Berlusconi in cui l'ex premier parla di pressioni fatte dal capo dello Stato Giorgio Napolitano sui giudici della Suprema Corte in relazione alla recente sentenza sul Lodo Mondadori.
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Paolo11
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Re: Come se ne viene fuori ?
La lunga agonia italiana – 54
Un drammatico vuoto di potere - 44
I giorni della follia - 41
"L'ultimo ad arrivar fu gamba storta....."
(Vecchio detto ferrarese)
La Dc è già risorta il 16 novembre 2011.
L'inciucione a guida Monti era già la nuova Dc.
Poi i 101/120/150 incappucciati hanno manovrato per la nuova versione a guida E. Letta.
L'obiettivo era spaccare il Pdl per dare una dimensione maggiore.
La sinistra Dc, (PDc), che non ha niente a che vedere con la sinistra classica di antica memoria, era chiara dopo 16 settembre 2011, dopo che Bersani era stato a Vasto.
I 101, fanno presente a Bersani che l'alleanza futura era con l'Udc di Casini.
L'ex ragazzo di Bettola si adegua.
Questo orientamento lo ribadirà a 5 ore dalla chiusura della campagna elettorale del febbraio scorso il duca conte Max.
Anche dopo che i poteri forti avevano scelto Monti alla guida della destra moderata.
Questa formula segnerà un fallimento davanti all'elettorato. Crollano Monti, Casini e Bersani.
Ma la colpa verrà data interamente a Bersani.
Quando si perdono 3,5 milioni di elettori non si può attribuire la responsabilità totale a Bersani, ma alla politica della nuova Dc iniziata nel 2011 con Monti.
Una politica che ha scaricato sui ceti più deboli una buona parte della crisi.
Non potevano i piddicini aspettarsi che la fuga che è avvenuta.
Pensavano di avere a che fare con merli conclamati ma in 3,5 milioni hanno risposto, NIET.
Tutto però è continuato come prima accelerando il processo della riunificazione spaccando la nidificazione DC del Pdl.
Domani Letta potrebbe festeggiare la mission che non è riuscita a Casini prima e a Monti poi.
1OTT2013
Risorge la Dc
Ancora 24 ore e sapremo se rinascerà la Dc del Terzo Millennio.
O Berlusconi finisce all’angolo oppure si va alle elezioni, e lui rischia di vincere ancora.
Tertium non datur. Nessuno si faccia illusioni. Sarà durissima.
Il Cavaliere venne già dato per morto alla fine del 2010, quando la mozione di sfiducia di Fini fu vanificata dalla compravendita degli Scilipoti; nel 2011 quando in un gelido sabato sera di novembre migliaia di persone si radunarono davanti al Quirinale convinti di dare l’estrema unzione al berlusconismo; nell’autunno del 2012, con i sondaggi a picco (il Pdl era stimato al 15%) e Alfano e Schifani tramavano per fargli le scarpe; poi in primavera Silvio risorge sempre, dà uno scappellotto ai suo ragazzi, usa blandizie, velate minacce, piccoli ricatti (“so tutto di voi, ma dove credete di andare”) e torna padre-padrone.
Andrà così anche stavolta? Dipende da quel che Alfano potrà garantire a Letta, e viceversa.
E’ verosimile che il diversamente berlusconiano abbia fatto questo discorso a Letta: “Enrico, io ti porto 30-40 parlamentari, ti garantiamo di andare avanti, ma tu devi consentirci di arrivare al 2015, per darci tempo nel rifare la nuova Dc. Anche tu potresti essere della partita, anche Franceschini e Fioroni, Casini e Monti, tanto Renzi è più popolare di te, ti batte, nemmeno tu hai più tante chance nel Pd”.
Questo dunque è lo scenario in queste ore.
Riuscirà? Lo sapremo domani dopo il voto di fiducia al Senato.
http://vecchio.blogautore.repubblica.it/?ref=HREA-1
Un drammatico vuoto di potere - 44
I giorni della follia - 41
"L'ultimo ad arrivar fu gamba storta....."
(Vecchio detto ferrarese)
La Dc è già risorta il 16 novembre 2011.
L'inciucione a guida Monti era già la nuova Dc.
Poi i 101/120/150 incappucciati hanno manovrato per la nuova versione a guida E. Letta.
L'obiettivo era spaccare il Pdl per dare una dimensione maggiore.
La sinistra Dc, (PDc), che non ha niente a che vedere con la sinistra classica di antica memoria, era chiara dopo 16 settembre 2011, dopo che Bersani era stato a Vasto.
I 101, fanno presente a Bersani che l'alleanza futura era con l'Udc di Casini.
L'ex ragazzo di Bettola si adegua.
Questo orientamento lo ribadirà a 5 ore dalla chiusura della campagna elettorale del febbraio scorso il duca conte Max.
Anche dopo che i poteri forti avevano scelto Monti alla guida della destra moderata.
Questa formula segnerà un fallimento davanti all'elettorato. Crollano Monti, Casini e Bersani.
Ma la colpa verrà data interamente a Bersani.
Quando si perdono 3,5 milioni di elettori non si può attribuire la responsabilità totale a Bersani, ma alla politica della nuova Dc iniziata nel 2011 con Monti.
Una politica che ha scaricato sui ceti più deboli una buona parte della crisi.
Non potevano i piddicini aspettarsi che la fuga che è avvenuta.
Pensavano di avere a che fare con merli conclamati ma in 3,5 milioni hanno risposto, NIET.
Tutto però è continuato come prima accelerando il processo della riunificazione spaccando la nidificazione DC del Pdl.
Domani Letta potrebbe festeggiare la mission che non è riuscita a Casini prima e a Monti poi.
1OTT2013
Risorge la Dc
Ancora 24 ore e sapremo se rinascerà la Dc del Terzo Millennio.
O Berlusconi finisce all’angolo oppure si va alle elezioni, e lui rischia di vincere ancora.
Tertium non datur. Nessuno si faccia illusioni. Sarà durissima.
Il Cavaliere venne già dato per morto alla fine del 2010, quando la mozione di sfiducia di Fini fu vanificata dalla compravendita degli Scilipoti; nel 2011 quando in un gelido sabato sera di novembre migliaia di persone si radunarono davanti al Quirinale convinti di dare l’estrema unzione al berlusconismo; nell’autunno del 2012, con i sondaggi a picco (il Pdl era stimato al 15%) e Alfano e Schifani tramavano per fargli le scarpe; poi in primavera Silvio risorge sempre, dà uno scappellotto ai suo ragazzi, usa blandizie, velate minacce, piccoli ricatti (“so tutto di voi, ma dove credete di andare”) e torna padre-padrone.
Andrà così anche stavolta? Dipende da quel che Alfano potrà garantire a Letta, e viceversa.
E’ verosimile che il diversamente berlusconiano abbia fatto questo discorso a Letta: “Enrico, io ti porto 30-40 parlamentari, ti garantiamo di andare avanti, ma tu devi consentirci di arrivare al 2015, per darci tempo nel rifare la nuova Dc. Anche tu potresti essere della partita, anche Franceschini e Fioroni, Casini e Monti, tanto Renzi è più popolare di te, ti batte, nemmeno tu hai più tante chance nel Pd”.
Questo dunque è lo scenario in queste ore.
Riuscirà? Lo sapremo domani dopo il voto di fiducia al Senato.
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Ultima modifica di camillobenso il 05/10/2013, 0:44, modificato 1 volta in totale.
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Re: Come se ne viene fuori ?
Perché c'è Alessia Mosca una figura di secondo/terzo piano a Ballarò questa sera e non una figura di peso in una vigilia storica per il Paese?
Re: Come se ne viene fuori ?
pensato la stessa cosacamillobenso ha scritto:Perché c'è Alessia Mosca una figura di secondo/terzo piano a Ballarò questa sera e non una figura di peso in una vigilia storica per il Paese?
forse è una strategia per non logorare i "big" , porli a distanza dai big del titanic ( PDL) per sancire la differenza
Re: Come se ne viene fuori ?
considerato che Floris sta indugiando sulla lite sallusti - cicchitto
( godimento)
al Pd sta andando di lussissimo a non esserci.
( godimento)
al Pd sta andando di lussissimo a non esserci.
Re: Come se ne viene fuori ?
speriamo che la ragazza non rovini tutto e non li ricompatti.
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Re: Come se ne viene fuori ?
La politica italiana è morta e sepolta.
A 38 anni, Alessia Mosca è ritenuta una “giovane”. Eppure spara palle come i veterani di lungo corso.
La sua comunicazione è stata quella di insistere nel sostenere che la mission dei pidiccini è quella di soddisfare le volontà dei cittadini.
Balla più grossa di questa non poteva dire. Il virus berlusconiano è peggio della peste.
Sono quasi trent’anni che la politica si è dimenticata degli elettori.
Gli elettori sono allo stremo nell’ascoltare queste balle siderali.
Non è affatto un caso che gli imprenditori di Carugo (Co), ieri sera a Piazzapulita hanno osato quello che non era mia stato osato nella storia della politica repubblicana.
Urlando per via della incontenibile rabbia, hanno preannunciato ai politici, tutti quanti senza distinzione di casacca, che andranno a prenderli……
Non era mai accaduto che venisse espressa una minaccia così esplicita nei confronti della classe politica.
I marziani e le marziane della politica continuano a sparare balle gigantesche dando prova di non aver capito cosa sta succedendo.
A 38 anni, Alessia Mosca è ritenuta una “giovane”. Eppure spara palle come i veterani di lungo corso.
La sua comunicazione è stata quella di insistere nel sostenere che la mission dei pidiccini è quella di soddisfare le volontà dei cittadini.
Balla più grossa di questa non poteva dire. Il virus berlusconiano è peggio della peste.
Sono quasi trent’anni che la politica si è dimenticata degli elettori.
Gli elettori sono allo stremo nell’ascoltare queste balle siderali.
Non è affatto un caso che gli imprenditori di Carugo (Co), ieri sera a Piazzapulita hanno osato quello che non era mia stato osato nella storia della politica repubblicana.
Urlando per via della incontenibile rabbia, hanno preannunciato ai politici, tutti quanti senza distinzione di casacca, che andranno a prenderli……
Non era mai accaduto che venisse espressa una minaccia così esplicita nei confronti della classe politica.
I marziani e le marziane della politica continuano a sparare balle gigantesche dando prova di non aver capito cosa sta succedendo.
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Re: Come se ne viene fuori ?
1 OTTOBRE 2013
RNews, Rampini: ''L'ultimatum di Obama, per gli Usa incubo default''
''Il presidente ha intimato ai repubblicani di non tenere più in ostaggio l'economia nel nome di una guerra ideologica. Una gruppo ristretto di oltranzisti alla Camera ha bloccato di fatto il bilancio dello Stato''. Federico Rampini
http://video.repubblica.it/rubriche/rne ... ef=HREC1-7
RNews, Rampini: ''L'ultimatum di Obama, per gli Usa incubo default''
''Il presidente ha intimato ai repubblicani di non tenere più in ostaggio l'economia nel nome di una guerra ideologica. Una gruppo ristretto di oltranzisti alla Camera ha bloccato di fatto il bilancio dello Stato''. Federico Rampini
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Re: Come se ne viene fuori ?
Settembre, mercato auto ancora in calo: -2,9%
Vendite in Francia, crescono Fiat e Renault
L'Anfia: "Siamo tornati ai livelli di 37 anni fa"
Le immatricolazioni in Italia continuano a scendere, confermando la crisi del settore. Le vetture italiane a meno 11,7 %; quota mercato scende al 27,5%. Segnali di ripresa invece Oltralpe, dove anche il Lingotto registra una leggera crescita
Vendite in Francia, crescono Fiat e Renault
L'Anfia: "Siamo tornati ai livelli di 37 anni fa"
Le immatricolazioni in Italia continuano a scendere, confermando la crisi del settore. Le vetture italiane a meno 11,7 %; quota mercato scende al 27,5%. Segnali di ripresa invece Oltralpe, dove anche il Lingotto registra una leggera crescita
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