E SUL BLOG DI BEPPE GRILLO: «O TUTTO O NIENTE. O GOVERNIAMO NOI OPPURE A CASA»
Il M5S presenta la sfiducia e attacca i suoi transfughi
Nel mirino la senatrice De Pin, che appoggia il governo: «Ha scelto il palazzo». In aula insulti e tensione tra i banchi. Poi Letta la difende
Le lacrime della senatrice ex M5S, Paola De Pin (Lapresse)
Ha annunciato il suo voto di fiducia, accusando i suoi ex colleghi del M5S di avere compiuto «un tradimento verso gli elettori che chiedevano il cambiamento» e di «classico cinismo partitocratico ed intollerante». Le parole di Paola De Pin hanno scatenato l’ira di alcuni senatori pentastellati che sono insorti contro di lei con urla ed epiteti («venduta!») e che hanno cercato di raggiungere il suo banco, fermati dai commessi dell’Aula e da alcuni parlamentari del Pd. La senatrice, una dei quattro «transfughi» del partito di Beppe Grillo, ha poi concluso il suo intervento tra le lacrime. L’episodio non è passato inosservato. Sia perché è stato necessario l’intervento del presidente Grasso per ristabilire la calma, sia perché vi ha fatto riferimento lo stesso premier Enrico Letta, nel suo intervento di replica: «Non ne posso più di lezione di morale da chi minaccia chi ha cambiato idea».
«HA SCELTO IL PALAZZO» - Gli ex M5S sono effettivamente nel mirino dei vertici del movimento. Claudio Messora , uno dei portavoce grillini, su Fb non usa mezze giri di parole: «Il Paese crolla, il tema è il rinnovo della fiducia al governo e gli ex 5 Stelle come Paola De Pin anziché argomentare sulle ragioni di una scelta che investe 60 milioni di italiani (la proroga a un modello di larghe intese ampiamente fallito), usano i minuti dell’intervento in aula a loro disposizione non per motivare la loro scontata adesione al governo Letta, ma per attaccare il Movimento 5 Stelle». Per Messora l’appoggio all’esecutivo «finisce così per evidenziare chiaramente solo una cosa: tra tornare a casa alle proprie occupazioni o disoccupazioni abituali e il restare ad abitare palazzi dalle pareti rivestite di drappi e di velluti rossi, sicuramente ci sono persone che non hanno mai neppure pensato che si possa operare una scelta». Sotto al post un’infinita sequela di insulti all’indirizzo dell’ex senatrice, da chi le augura la «morte sociale» a chi la apostrofa come «venduta» o «traditrice» e persino chi dice «bene hanno fatto a minacciare questa povera nullità».
Gli insulti su Facebook a De Pin
Gli insulti su Facebook a De Pin
GLI ATTACCHI SUI SOCIAL NETWORK - Sui social network non sono mancati attacchi ai dissidenti, con gli attivisti che hanno insultato la senatrice De Pin e la senatrice Gambaro, bersagliate da attacchi di ogni tipo. «Piccole statiste crescono», ha scritto qualcuno.
LA MOZIONE DI SFIDUCIA - Intanto, come annunciato martedì, il Movimento 5 Stelle ha presentato una mozione di sfiducia. Disponendo di più di 50 senatori, il gruppo dei grillini ha la possibilità di procedere autonomamente sulla richiesta che ora dovrà essere calendarizzata nell’ordine del giorno del Senato (e della Camera). Il M5S, si legge nel testo, «esprime la propria sfiducia al governo presieduto dall’onorevole Enrico Letta e lo impegna a rassegnare le proprie dimissioni nelle mani del capo dello Stato».
«O TUTTO O NIENTE» - Intanto il leader del movimento, Beppe Grillo, ribadisce che i pentastellati non sarebbero comunque disponibili ad un’intesa con altre forze politiche, neppure per un nuovo governo. «Non abbiamo passato anni a fare banchetti e ad essere i derisi della politica per poi conquistare una piccola percentuale di elettorato - ha sottolineato dal suo blog, rilanciando le parole del portavoce grillino in Sicilia, Giancarlo Cancellieri -. Ricordiamoci da dove veniamo, ricordiamoci le grandi imprese, i tour in camper e le piazze stracolme. Ricordiamoci le poche regole che ci siamo dati, e che soprattutto i soldi non valgono il prezzo dell’opportunità che adesso la storia ci offre». «O tutto o niente» è il grido di battaglia: «Qui o si governa o si va tutti a casa, non ci sono margini. Solo con un governo a 5 Stelle potremo davvero avviare il risanamento del Paese, non in altri modi». E ancora: «Se qualcuno, anche all’interno del movimento, si e’ adagiato sugli allori e vuole mantenere i privilegi acquisiti, può anche accomodarsi fuori dalla porta ed andare ad ingrossare le fila del gruppo Misto».
VENTIDUE MOTIVI PER NON VOTARE LETTA - Sul blog del M5S è comparsa la lista dei motivi per cui i parlamentari pentastellati non voteranno la fiducia al governo Letta. Tra questi la mancata introduzione del reddito di cittadinanza , la mancata abolizione del finanziamento pubblico ai partiti e della riduzione delle indennità ai parlamentari.
02 ottobre 2013
http://www.corriere.it/politica/13_otto ... 38ac.shtml