Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
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Re: Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
questo post di Grillo potrebbe essere molto importante
potrebbe segnare il passaggio da comico a ragioniere.
benvenuto rag. giuseppe grillo !!
rimangono alcuni problemi aperti .....
Lenin malato in punto di morte scriveva un intervento della durata di 45....minuti
Lenin inizia cosi, cito a memoria ' Scusate compagni per l' eccessiva ..sintesi il mio intervento durerà solo 45 minuti !!'
gli interventi del rag. Grillo sono ancora troppo sintetici ma questo intervento segna
un tentativo di affrontare problemi programmatici per la sinistra
ci sono cose condivisibili e cose non condivisibili tipo la contrapposizione tra la maggioranza e la minoranza..
ma il tentativo di Grillo sembra serio.. speriamo ora in ....approfondimenti.
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E' giusto occuparsi dei diritti delle minoranze, ma chi si occupa dei diritti della maggioranza? L'agenda politica è fitta come le maglie di un pescatore di gamberettti di interpellanze e leggi a favore delle minoranze, giustamente. Nulla da eccepire. La maggioranza del Paese è però assente da qualunque provvedimento che non sia castratorio, da ogni discussione, trattata come un intruso. I diritti delle famiglie, delle piccole medie imprese, degli studenti, di quelli che una volta si chiamavano, con una certa fierezza, "lavoratori" ridotti a precari e nuovi emigranti, non hanno voce. La maggioranza ha oggi meno rilievo delle minoranze spesso strumentalizzate per nascondere i problemi del Paese. L'opinione pubblica è trattata come un paria, come un minus habens da educare perché, evidentemente, se ha un parere nettamente contrario ai partiti e a chi si nasconde dietro di loro manovrandoli come marionette, allora "non ha capito bene". Quando, in modo miracoloso, la maggioranza riesce a esprimere il suo pensiero attraverso un referendum, come è avvenuto per l'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, viene ignorata, come un bambino capriccioso, come un parvenu che vuole essere invitato al gran ballo senza essere stato invitato. L'aspetto ridicolo e spaventoso di questa situazione è che nella nostra carta costituzionale il potere è attribuito al popolo ("La sovranità appartiene al popolo" articolo 1), una situazione simile alla Costituzione Sovietica del 1936, in cui sulla carta comandavano i lavoratori, dove decideva però solo Stalin. La maggioranza non può nulla. Non può votare per il proprio candidato, non può proporre leggi, non può neppure avere un referendum propositivo. Può solo stare a guardare il proprio Paese, la propria condizione sociale, spesso conquistata attraverso generazioni e decenni di sacrifici, scomparire come neve al sole. Può solo stare in silenzio. E' il salvadanaio del Potere senza avere alcun potere. L'aumento dell'IVA, avvenuto con destrezza nascondendolo con la crisi, il raddoppio della Tares, la Service Tax e l'IMU insieme a una miriade di tasse e balzelli stanno trasformando la maggioranza del Paese in una classe indifferenziata di senza diritti, non più media o piccola borghesia, ma neppure più classe operaia. Chi perde il lavoro è perduto. Lo Stato per lui, che ha pagato sempre tasse e contributi, magari per vent'anni, non muoverà un dito. Anzi, costui si ritenga fortunato se non busserà alla sua porta Equitalia con il redditometro a chiedergli come ha fatto a sopravvivere con un reddito così basso. Se si impicca, se emigra, se salta un pasto non interesserà mai a nessuno. Fa parte della maggioranza, quella senza diritti, senza voce, che tiene in piedi l'Italia, o almeno quello che ne resta. "La pubblica opinione è tutto" Abraham Lincoln
potrebbe segnare il passaggio da comico a ragioniere.
benvenuto rag. giuseppe grillo !!
rimangono alcuni problemi aperti .....
Lenin malato in punto di morte scriveva un intervento della durata di 45....minuti
Lenin inizia cosi, cito a memoria ' Scusate compagni per l' eccessiva ..sintesi il mio intervento durerà solo 45 minuti !!'
gli interventi del rag. Grillo sono ancora troppo sintetici ma questo intervento segna
un tentativo di affrontare problemi programmatici per la sinistra
ci sono cose condivisibili e cose non condivisibili tipo la contrapposizione tra la maggioranza e la minoranza..
ma il tentativo di Grillo sembra serio.. speriamo ora in ....approfondimenti.
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E' giusto occuparsi dei diritti delle minoranze, ma chi si occupa dei diritti della maggioranza? L'agenda politica è fitta come le maglie di un pescatore di gamberettti di interpellanze e leggi a favore delle minoranze, giustamente. Nulla da eccepire. La maggioranza del Paese è però assente da qualunque provvedimento che non sia castratorio, da ogni discussione, trattata come un intruso. I diritti delle famiglie, delle piccole medie imprese, degli studenti, di quelli che una volta si chiamavano, con una certa fierezza, "lavoratori" ridotti a precari e nuovi emigranti, non hanno voce. La maggioranza ha oggi meno rilievo delle minoranze spesso strumentalizzate per nascondere i problemi del Paese. L'opinione pubblica è trattata come un paria, come un minus habens da educare perché, evidentemente, se ha un parere nettamente contrario ai partiti e a chi si nasconde dietro di loro manovrandoli come marionette, allora "non ha capito bene". Quando, in modo miracoloso, la maggioranza riesce a esprimere il suo pensiero attraverso un referendum, come è avvenuto per l'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, viene ignorata, come un bambino capriccioso, come un parvenu che vuole essere invitato al gran ballo senza essere stato invitato. L'aspetto ridicolo e spaventoso di questa situazione è che nella nostra carta costituzionale il potere è attribuito al popolo ("La sovranità appartiene al popolo" articolo 1), una situazione simile alla Costituzione Sovietica del 1936, in cui sulla carta comandavano i lavoratori, dove decideva però solo Stalin. La maggioranza non può nulla. Non può votare per il proprio candidato, non può proporre leggi, non può neppure avere un referendum propositivo. Può solo stare a guardare il proprio Paese, la propria condizione sociale, spesso conquistata attraverso generazioni e decenni di sacrifici, scomparire come neve al sole. Può solo stare in silenzio. E' il salvadanaio del Potere senza avere alcun potere. L'aumento dell'IVA, avvenuto con destrezza nascondendolo con la crisi, il raddoppio della Tares, la Service Tax e l'IMU insieme a una miriade di tasse e balzelli stanno trasformando la maggioranza del Paese in una classe indifferenziata di senza diritti, non più media o piccola borghesia, ma neppure più classe operaia. Chi perde il lavoro è perduto. Lo Stato per lui, che ha pagato sempre tasse e contributi, magari per vent'anni, non muoverà un dito. Anzi, costui si ritenga fortunato se non busserà alla sua porta Equitalia con il redditometro a chiedergli come ha fatto a sopravvivere con un reddito così basso. Se si impicca, se emigra, se salta un pasto non interesserà mai a nessuno. Fa parte della maggioranza, quella senza diritti, senza voce, che tiene in piedi l'Italia, o almeno quello che ne resta. "La pubblica opinione è tutto" Abraham Lincoln
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Re: Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
Medaglie - 2
(Marco Travaglio).
13/10/2013 di triskel182
Poi c’è il mini-post del blog di Grillo, che non contesta una riga di quanto abbiamo scritto sul grave errore di Grillo e Casaleggio a proposito dell’emendamento dei 5Stelle che impone l’abrogazione del reato di clandestinità.
Però scrive che il Fatto “ha sostituito l’Unità come organo del Pd (menoelle, ndr)”, insomma è un giornale di “falsi amici”, da “non acquistare”, come fa l’estensore della pregiata prosa, che rivela di non leggere “nulla” (e si vede).
È la tipica abitudine partitocratica di classificare i giornali non per quello che scrivono, ma per il loro grado di “amicizia” a questa o quella forza politica.
Quindi confermiamo: noi non siamo “amici” né veri né falsi di nessuno: quando qualcuno sostiene le nostre battaglie, lo sosteniamo; quando qualcuno fa o dice cazzate, lo combattiamo.
Ora sarebbe divertente chiedere al Pd (meno elle) che cosa ne dica di avere come organo ufficiale il Fatto , che ha svelato per primo gli scandali del Montepaschi e dello strano conto aperto da Bersani e dalla sua segretaria ora indagata.
A proposito: sul (vero) organo ufficiale del Pd, il “filosofo” Adinolfi torna ad avventurarsi pericolosamente sul terreno a lui totalmente sconosciuto – quello del diritto – a proposito dell’indulto.
Fra citazioni di Catone, di Platone e – Dio lo perdoni – del Vangelo, ripete il ritornello “meglio un colpevole fuori che un innocente dentro”, purtroppo non attribuibile né a Catone, né a Platone, né al Vangelo.
Ma purtroppo è totalmente estraneo al tema dell’indulto, che è uno sconto sulle pene derivanti da condanne definitive, dunque non riguarda un solo innocente: solo colpevoli.
Adinolfi, povero tapino, ci era già cascato l’altro giorno, quando lacrimava sui “poveri cristi” in custodia cautelare: con l’indulto non ne uscirà neppure mezzo, visto che si applica solo ai condannati definitivi.
Lo sventurato conclude che “la proposta Manconi esclude la cumulabilità dell’indulto” e questa sarebbe la prova che Berlusconi non c’entra.
Ora, la proposta Manconi si avvale, al momento, di un solo voto (quello di Manconi), mentre i provvedimenti di clemenza richiedono la maggioranza parlamentare dei due terzi.
Ma soprattutto la non cumulabilità dell’indulto può al massimo escludere che Berlusconi possa usufruirne per la condanna Mediaset, già decurtata di tre anni dall’indulto del 2006; il Cavaliere potrà invece spendere il nuovo bonus per tutte le condanne che dovessero piovergli sul capo nei processi Ruby, Ruby-ter, De Gregorio, Tarantini e così via, visto che non risultano esclusi da alcuna proposta allo studio i reati di concussione, corruzione, corruzione giudiziaria e induzione alla falsa testimonianza.
Ma questi, forse, sono concetti troppi complicati per un filosofo. Il quale, fra l’altro, deve soffrire di uno sdoppiamento della personalità.
Ancora ieri, infatti, irrideva al principio del “chi sbaglia paga”, considerato “reazionario” oltreché contrario all’insegnamento di Platone, di Benjamin e del Vangelo, al punto da indurre l’Adinolfi a promettermi “in lettura qualche libro di dottrine morali per ampliar(mi) gli orizzonti”.
Chissà se è lo stesso Massimo Adinolfi che un mese fa, il 7 agosto 2013, prima di ricevere le nuove disposizioni di Napolitano e dunque del Pd su amnistia e indulto, scriveva sull’Unità: “Quanto poi alla funzione della pena, Beccaria spiegava che ‘il far vedere agli uomini che si possono perdonare i delitti, o che la pena non ne è la necessaria conseguenza, è un fomentare la lusinga dell’impunità, è un far credere che potendosi perdonare, le condanne non perdonate sian piuttosto violenze della forza, che emanazioni della giustizia’.
Il principio è chiaro, ed è un principio di giustizia: se le pene possono essere cancellate dopo che sono state comminate, allora è perché s’intende che provenivano non dalla fonte legittima del diritto, ma dall’esercizio discrezionale e violento di un potere”.
E ancora: “Ma nessuno è innocente per definizione; nessuno è al di sopra della legge.
E perfino nell’ipotesi che Silvio Berlusconi sia stato vittima di un terribile errore giudiziario, perfino in questo caso dovrebbero i maggiorenti del Pdl, dovrebbe il Cavaliere prima di tutti considerare più alto il valore dei principi liberali del nostro ordinamento che non la sua conclusa vicenda giudiziaria, dopo il vaglio di dozzine di magistrati”.
Ergo “bisogna difendere regole del diritto e certezza della pena prima di ogni altra cosa”.
Niente Benjamin, niente Platone, niente Vangelo, quella volta.
Poi è giunto il contrordine di scuderia e tutti gli Adinolfi si son messi sull’attenti.
Infatti l’altro giorno il poverino scriveva: “Travaglio sarebbe in grado di tirare in ballo Berlusconi anche in caso di collisione di un meteorite sulla Terra: tutti scappano, vuoi vedere che il meteorite è precipitato per consentire a Berlusconi di farla franca?”.
Ma c’è un equivoco: non siamo noi che, se cade un meteorite, pensiamo che sia caduto perché Berlusconi la faccia franca. Sono loro che la fanno fare franca a Berlusconi e poi dicono che è stato un meteorite.
Da Il Fatto Quotidiano del 13/10/2013.
(Marco Travaglio).
13/10/2013 di triskel182
Poi c’è il mini-post del blog di Grillo, che non contesta una riga di quanto abbiamo scritto sul grave errore di Grillo e Casaleggio a proposito dell’emendamento dei 5Stelle che impone l’abrogazione del reato di clandestinità.
Però scrive che il Fatto “ha sostituito l’Unità come organo del Pd (menoelle, ndr)”, insomma è un giornale di “falsi amici”, da “non acquistare”, come fa l’estensore della pregiata prosa, che rivela di non leggere “nulla” (e si vede).
È la tipica abitudine partitocratica di classificare i giornali non per quello che scrivono, ma per il loro grado di “amicizia” a questa o quella forza politica.
Quindi confermiamo: noi non siamo “amici” né veri né falsi di nessuno: quando qualcuno sostiene le nostre battaglie, lo sosteniamo; quando qualcuno fa o dice cazzate, lo combattiamo.
Ora sarebbe divertente chiedere al Pd (meno elle) che cosa ne dica di avere come organo ufficiale il Fatto , che ha svelato per primo gli scandali del Montepaschi e dello strano conto aperto da Bersani e dalla sua segretaria ora indagata.
A proposito: sul (vero) organo ufficiale del Pd, il “filosofo” Adinolfi torna ad avventurarsi pericolosamente sul terreno a lui totalmente sconosciuto – quello del diritto – a proposito dell’indulto.
Fra citazioni di Catone, di Platone e – Dio lo perdoni – del Vangelo, ripete il ritornello “meglio un colpevole fuori che un innocente dentro”, purtroppo non attribuibile né a Catone, né a Platone, né al Vangelo.
Ma purtroppo è totalmente estraneo al tema dell’indulto, che è uno sconto sulle pene derivanti da condanne definitive, dunque non riguarda un solo innocente: solo colpevoli.
Adinolfi, povero tapino, ci era già cascato l’altro giorno, quando lacrimava sui “poveri cristi” in custodia cautelare: con l’indulto non ne uscirà neppure mezzo, visto che si applica solo ai condannati definitivi.
Lo sventurato conclude che “la proposta Manconi esclude la cumulabilità dell’indulto” e questa sarebbe la prova che Berlusconi non c’entra.
Ora, la proposta Manconi si avvale, al momento, di un solo voto (quello di Manconi), mentre i provvedimenti di clemenza richiedono la maggioranza parlamentare dei due terzi.
Ma soprattutto la non cumulabilità dell’indulto può al massimo escludere che Berlusconi possa usufruirne per la condanna Mediaset, già decurtata di tre anni dall’indulto del 2006; il Cavaliere potrà invece spendere il nuovo bonus per tutte le condanne che dovessero piovergli sul capo nei processi Ruby, Ruby-ter, De Gregorio, Tarantini e così via, visto che non risultano esclusi da alcuna proposta allo studio i reati di concussione, corruzione, corruzione giudiziaria e induzione alla falsa testimonianza.
Ma questi, forse, sono concetti troppi complicati per un filosofo. Il quale, fra l’altro, deve soffrire di uno sdoppiamento della personalità.
Ancora ieri, infatti, irrideva al principio del “chi sbaglia paga”, considerato “reazionario” oltreché contrario all’insegnamento di Platone, di Benjamin e del Vangelo, al punto da indurre l’Adinolfi a promettermi “in lettura qualche libro di dottrine morali per ampliar(mi) gli orizzonti”.
Chissà se è lo stesso Massimo Adinolfi che un mese fa, il 7 agosto 2013, prima di ricevere le nuove disposizioni di Napolitano e dunque del Pd su amnistia e indulto, scriveva sull’Unità: “Quanto poi alla funzione della pena, Beccaria spiegava che ‘il far vedere agli uomini che si possono perdonare i delitti, o che la pena non ne è la necessaria conseguenza, è un fomentare la lusinga dell’impunità, è un far credere che potendosi perdonare, le condanne non perdonate sian piuttosto violenze della forza, che emanazioni della giustizia’.
Il principio è chiaro, ed è un principio di giustizia: se le pene possono essere cancellate dopo che sono state comminate, allora è perché s’intende che provenivano non dalla fonte legittima del diritto, ma dall’esercizio discrezionale e violento di un potere”.
E ancora: “Ma nessuno è innocente per definizione; nessuno è al di sopra della legge.
E perfino nell’ipotesi che Silvio Berlusconi sia stato vittima di un terribile errore giudiziario, perfino in questo caso dovrebbero i maggiorenti del Pdl, dovrebbe il Cavaliere prima di tutti considerare più alto il valore dei principi liberali del nostro ordinamento che non la sua conclusa vicenda giudiziaria, dopo il vaglio di dozzine di magistrati”.
Ergo “bisogna difendere regole del diritto e certezza della pena prima di ogni altra cosa”.
Niente Benjamin, niente Platone, niente Vangelo, quella volta.
Poi è giunto il contrordine di scuderia e tutti gli Adinolfi si son messi sull’attenti.
Infatti l’altro giorno il poverino scriveva: “Travaglio sarebbe in grado di tirare in ballo Berlusconi anche in caso di collisione di un meteorite sulla Terra: tutti scappano, vuoi vedere che il meteorite è precipitato per consentire a Berlusconi di farla franca?”.
Ma c’è un equivoco: non siamo noi che, se cade un meteorite, pensiamo che sia caduto perché Berlusconi la faccia franca. Sono loro che la fanno fare franca a Berlusconi e poi dicono che è stato un meteorite.
Da Il Fatto Quotidiano del 13/10/2013.
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Re: Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
Caro aaaa42.Mi sono reso conto che i partiti tradizionali hanno occupato tutte le istituzioni Rai Sanità Ospedali ecc........Vendono immobili , e poi vanno in affito pagando un mare di soldi ecc..........Con questi non si va da nessuna parte.Giletti oggi ha fatto vedere dei pensionati Italiani in Bulgaria :con le pensioni qui in Italia morivano di fame .Li vivono dignitosamente.Poi ha parlato Di questo.
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La carriera d'oro di un giudice: 5 milioni di euro per 6 ore al giorno
Fare la toga conviene: promozioni automatiche e guadagni ingenti. E i fannulloni? Rimangono impuniti
Giù le mani dai giudici (e soprattutto dai loro stipendi). Se sul governo Letta aleggia lo spettro della riforma della Giustizia, ecco ora arrivare il rinculo della notizia che galleggiava dalla Gazzetta Ufficiale. Mentre i politici annunciavano i tagli di stipendio, i magistrati -nonostante il blocco agli aumenti che la finanziaria 2010 aveva previsto per le buste paga - si sono visti aumentare del 5% la retribuzione. Aumento con effetto retroattivo dal 2012, dato che la Corte costituzionale (fatta da magistrati) aveva dichiarato illegittimo il blocco degli stipendi. Così, secondo uno studio del Sole 24 Ore, un magistrato della Corte dei Conti che - poniamo - nel 2011 guadagnava 174 mila euro all’anno, ora ne prenderà 182 mila. Il vento per le carriere dei magistrati in media ogni 4 anni e 3 scatti, spira impetuoso. Difficile tra voci varie determinare il netto dello stipendio di una toga nei suoi 40/45 anni medi di carriera; pure se alcune tabelle indicative sulla magistratura ordinaria girano tra siti ed addetti ai lavori (quella a lato è datata 2010: oggi un magistrato ordinario guadagna 2.870 netti). Si va dai 2040 euro circa degli ex «uditori» di prima nomina ai 16.700 di un Presidente di Cassazione. Con scatti automatici di carriera che variano da una media di 500- 1700 euro al mese. Più o meno un magistrato a carriera piena percepisce 5 milioni di euro. Il che, nonostante si tratti di retribuzioni tra le più alte d’Europa non sarebbe un male. Se non fosse che la carriera procede sia che la toga arrivi in quel ruolo grazie alle promozioni, sia che resti in provincia.
Non è raro. Il 67% dei magistrati italiani hanno una retribuzione superiore alla funzione che esercitano. Esistono - ovvio - tribunali che s’ammazzano di lavoro - Milano o Torino, ad esempio, sedi di prestigio per giudici rampanti - e altre che sfruttano appieno i loro 45/54 giorni di vacanza. La sezione disciplinare del Csm vibrò per un dato ineludibile: «6 ore lavorative al dì per un totale di 260 giorni l’anno». I numeri danzano spesso sul pressapochismo e l’inerzia delle toghe. Un paio d’anni fa il ministero della Giustizia si affidò all’Eurospes: la durata media di un’udienza penale era valutata di 18 minuti; e tre udienze su 10 si concludono con sentenza, mentre le altre vengono tutte rinviate, in media di 4 o 5 mesi. «Questo, una volta su quattro, accade per colpa di magistrati e giudici, per i loro ritardi, assenze ed errori. Ecco i motivi per cui si sono accumulate quasi 5,5 milioni di cause civili e nelle procure straripano 3,4 milioni di procedimenti penali, che nel 2012 si sono prescritti in 130 mila casi (356 al giorno)», scriveva Panorama. Il dato è aumentato. Ma la media di produttività delle corti d’appello -16 udienze annue nel civile e 28 nel penale - è la stessa. «Dirò di più: in tempo di crisi, noto, in primo grado, ormai una sentenza anomala su due. In appello viene di solito riformata, ma ciò è indice di faciloneria se va bene, o corruzione se va male», ci racconta un avvocato che ha costretto alla «richiesta di trasferimento» (non alle dimissioni) giudici in odore di corruzione. E qui sorge l’altro problema. La «supercasta» è più corporativa di un’assemblea rabbinica. Spesso si autoassolve.
Calcolava Giuseppe Di Federico, ex membro laico del Csm, che dal 1988 a oggi siano stati appena 4 i condannati in sede civile, su un totale di 406 cause avviate e 34 ammesse dal «filtro preventivo» dei tribunali. E a pagare è sempre l’erario. Dice Di Federico: «Lo status del magistrato non prevede orario di lavoro. È anche difficile fare controlli di professionalità e produttività; non ci si è mai messi d’accordo sugli standard medi. L’unico parametro, così, è quello della media dell’ufficio in cui ci si trova. Meno si lavora, più bassa è la media e meno viene richiesto di fare. Dopo il ’68 in sostanza la valutazione di professionalità per la carriera è scomparsa. Toghe tutte promosse». La lentezza della giustizia solo nel 2009 è costata alle aziende oltre 25 miliardi fra arbitrati e parcelle. Eppure, l’articolo 11 della riforma Mastella dell’ordinamento giudiziario statuisce 4 parametri per la valutazione di professionalità che ogni quattro anni (valutazione massima: 28 anni) deve stabilire se un magistrato può progredire in carriera: capacità, laboriosità, impegno e diligenza. Quest’ultima riguarda proprio «l’assiduità e puntualità di presenza in ufficio nelle udienze e nei giorni stabiliti» e anche il rispetto dei termini nella redazione dei provvedimenti e nel deposito delle sentenze. Non c’è orario di lavoro, ma la puntualità nelle occasioni stabilite è prescritta. E vige il cosiddetto «scalone» che vale il raddoppio dello stipendio: se ne beneficia dopo circa cinque anni, cioè a metà del quinquennio successivo all’assegnazione in ruolo (due anni). Tornando ai criteri di valutazione: se un magistrato non li passa (giudizio «negativo» o «non-positivo») si brucia, di fatto, un anno di anzianità. Ma, a detta dello studio di Daniela Cavallini Gli illeciti disciplinari dei magistrati ordinari prima e dopo la riforma (Cedam, 2006): «...Di regola il Csm promuove tutti i magistrati al maturare del livello minimo di anzianità. Le poche valutazioni negative sono quasi sempre erogate a giudici e pm che hanno subito già gravi sanzioni disciplinari. A differenza degli altri paesi d’Europa, da noi il sistema disciplinare finisce di fatto per essere l’unico strumento di valutazione negativa della professionalità dei magistrati». E le valutazioni generalizzate o laudative «attenuano il rigore delle stesse condanne». Non c’è molta differenza fra vecchia e nuova normativa. Tra il ’79 e l’81 il Csm promosse 4019 colleghi su 4.034; tra il 2008 e il 2009, con la nuova normativa, le 554 valutazione effettuate furono tutte positive. Nell’anno di bufere giudiziarie, in tutti i 1292 tribunali, nessuno sbagliò.
http://www.liberoquotidiano.it/news/ita ... iorno.html
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Questi potevano approvare la diminuzione dei stipendi.NO Motivo
Era un conflitto di interessi anche loro dovevano ridurselo.
Quindi :hanno detto che è anti costituzionale.
Non costituzionale invece per i pensionato 0 euro lodi al mese, bloccare l'indicizzazione.
Questa Italia è da rifare e questi non ci stanno.Troppe le caste da eliminare
Ciao
Paolo11
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La carriera d'oro di un giudice: 5 milioni di euro per 6 ore al giorno
Fare la toga conviene: promozioni automatiche e guadagni ingenti. E i fannulloni? Rimangono impuniti
Giù le mani dai giudici (e soprattutto dai loro stipendi). Se sul governo Letta aleggia lo spettro della riforma della Giustizia, ecco ora arrivare il rinculo della notizia che galleggiava dalla Gazzetta Ufficiale. Mentre i politici annunciavano i tagli di stipendio, i magistrati -nonostante il blocco agli aumenti che la finanziaria 2010 aveva previsto per le buste paga - si sono visti aumentare del 5% la retribuzione. Aumento con effetto retroattivo dal 2012, dato che la Corte costituzionale (fatta da magistrati) aveva dichiarato illegittimo il blocco degli stipendi. Così, secondo uno studio del Sole 24 Ore, un magistrato della Corte dei Conti che - poniamo - nel 2011 guadagnava 174 mila euro all’anno, ora ne prenderà 182 mila. Il vento per le carriere dei magistrati in media ogni 4 anni e 3 scatti, spira impetuoso. Difficile tra voci varie determinare il netto dello stipendio di una toga nei suoi 40/45 anni medi di carriera; pure se alcune tabelle indicative sulla magistratura ordinaria girano tra siti ed addetti ai lavori (quella a lato è datata 2010: oggi un magistrato ordinario guadagna 2.870 netti). Si va dai 2040 euro circa degli ex «uditori» di prima nomina ai 16.700 di un Presidente di Cassazione. Con scatti automatici di carriera che variano da una media di 500- 1700 euro al mese. Più o meno un magistrato a carriera piena percepisce 5 milioni di euro. Il che, nonostante si tratti di retribuzioni tra le più alte d’Europa non sarebbe un male. Se non fosse che la carriera procede sia che la toga arrivi in quel ruolo grazie alle promozioni, sia che resti in provincia.
Non è raro. Il 67% dei magistrati italiani hanno una retribuzione superiore alla funzione che esercitano. Esistono - ovvio - tribunali che s’ammazzano di lavoro - Milano o Torino, ad esempio, sedi di prestigio per giudici rampanti - e altre che sfruttano appieno i loro 45/54 giorni di vacanza. La sezione disciplinare del Csm vibrò per un dato ineludibile: «6 ore lavorative al dì per un totale di 260 giorni l’anno». I numeri danzano spesso sul pressapochismo e l’inerzia delle toghe. Un paio d’anni fa il ministero della Giustizia si affidò all’Eurospes: la durata media di un’udienza penale era valutata di 18 minuti; e tre udienze su 10 si concludono con sentenza, mentre le altre vengono tutte rinviate, in media di 4 o 5 mesi. «Questo, una volta su quattro, accade per colpa di magistrati e giudici, per i loro ritardi, assenze ed errori. Ecco i motivi per cui si sono accumulate quasi 5,5 milioni di cause civili e nelle procure straripano 3,4 milioni di procedimenti penali, che nel 2012 si sono prescritti in 130 mila casi (356 al giorno)», scriveva Panorama. Il dato è aumentato. Ma la media di produttività delle corti d’appello -16 udienze annue nel civile e 28 nel penale - è la stessa. «Dirò di più: in tempo di crisi, noto, in primo grado, ormai una sentenza anomala su due. In appello viene di solito riformata, ma ciò è indice di faciloneria se va bene, o corruzione se va male», ci racconta un avvocato che ha costretto alla «richiesta di trasferimento» (non alle dimissioni) giudici in odore di corruzione. E qui sorge l’altro problema. La «supercasta» è più corporativa di un’assemblea rabbinica. Spesso si autoassolve.
Calcolava Giuseppe Di Federico, ex membro laico del Csm, che dal 1988 a oggi siano stati appena 4 i condannati in sede civile, su un totale di 406 cause avviate e 34 ammesse dal «filtro preventivo» dei tribunali. E a pagare è sempre l’erario. Dice Di Federico: «Lo status del magistrato non prevede orario di lavoro. È anche difficile fare controlli di professionalità e produttività; non ci si è mai messi d’accordo sugli standard medi. L’unico parametro, così, è quello della media dell’ufficio in cui ci si trova. Meno si lavora, più bassa è la media e meno viene richiesto di fare. Dopo il ’68 in sostanza la valutazione di professionalità per la carriera è scomparsa. Toghe tutte promosse». La lentezza della giustizia solo nel 2009 è costata alle aziende oltre 25 miliardi fra arbitrati e parcelle. Eppure, l’articolo 11 della riforma Mastella dell’ordinamento giudiziario statuisce 4 parametri per la valutazione di professionalità che ogni quattro anni (valutazione massima: 28 anni) deve stabilire se un magistrato può progredire in carriera: capacità, laboriosità, impegno e diligenza. Quest’ultima riguarda proprio «l’assiduità e puntualità di presenza in ufficio nelle udienze e nei giorni stabiliti» e anche il rispetto dei termini nella redazione dei provvedimenti e nel deposito delle sentenze. Non c’è orario di lavoro, ma la puntualità nelle occasioni stabilite è prescritta. E vige il cosiddetto «scalone» che vale il raddoppio dello stipendio: se ne beneficia dopo circa cinque anni, cioè a metà del quinquennio successivo all’assegnazione in ruolo (due anni). Tornando ai criteri di valutazione: se un magistrato non li passa (giudizio «negativo» o «non-positivo») si brucia, di fatto, un anno di anzianità. Ma, a detta dello studio di Daniela Cavallini Gli illeciti disciplinari dei magistrati ordinari prima e dopo la riforma (Cedam, 2006): «...Di regola il Csm promuove tutti i magistrati al maturare del livello minimo di anzianità. Le poche valutazioni negative sono quasi sempre erogate a giudici e pm che hanno subito già gravi sanzioni disciplinari. A differenza degli altri paesi d’Europa, da noi il sistema disciplinare finisce di fatto per essere l’unico strumento di valutazione negativa della professionalità dei magistrati». E le valutazioni generalizzate o laudative «attenuano il rigore delle stesse condanne». Non c’è molta differenza fra vecchia e nuova normativa. Tra il ’79 e l’81 il Csm promosse 4019 colleghi su 4.034; tra il 2008 e il 2009, con la nuova normativa, le 554 valutazione effettuate furono tutte positive. Nell’anno di bufere giudiziarie, in tutti i 1292 tribunali, nessuno sbagliò.
http://www.liberoquotidiano.it/news/ita ... iorno.html
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Questi potevano approvare la diminuzione dei stipendi.NO Motivo
Era un conflitto di interessi anche loro dovevano ridurselo.
Quindi :hanno detto che è anti costituzionale.
Non costituzionale invece per i pensionato 0 euro lodi al mese, bloccare l'indicizzazione.
Questa Italia è da rifare e questi non ci stanno.Troppe le caste da eliminare
Ciao
Paolo11
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Re: Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
http://www.youtube.com/watch?v=O8p8bJAI ... ploademail
Acqua Pubblica: Federica Daga (M5S) Spegniamo la tv, accendiamo
http://www.youtube.com/watch?v=U7rGhHIM ... ploademail
Il Parlamento in Piazza con Stefano Vignaroli M5S: Non molliamo!
Ciao
Paolo11
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Paolo11
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Re: Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
scusa paolo
io non ho detto nulla di positivo o di negativo contro il movimento 5 stelle ho solo commentato un post di grillo in modo critico ma assolutamente non negativo.
a me sembra di vedere 2 grillo
uno il comico beppe grillo anche un po di destra sulle tasse e sull' immigrazione
uno contro tutti la vocazione maggioritaria tipo veltroni con il culo in africa e la testa a new york
un milionario che invita alla povertà assoluta i suoi deputati un san francesco all' incontrario.
un programma verdastro e la maggioranza assoluta in parlamento
se non la ottiene il condottiero si ritira a vita privata nella villa di berlusconi in sardegna .
un altro grillo molto piu interessante il rag. giuseppe grillo.
con la giacca con le toppe ai gomiti
che studia e conosce ad esempio i bilanci di telecom
che viene da una famiglia socialista
papa e mamma
il rag. giuseppe grillo è un genovese e vive da genovese
pensa e cerca di scrivere un senso comune delle cose di sinistra
il rag. giuseppe grillo deve essere una costola delle sinistre e un praticante del programma comune delle sinistre.
io non ho detto nulla di positivo o di negativo contro il movimento 5 stelle ho solo commentato un post di grillo in modo critico ma assolutamente non negativo.
a me sembra di vedere 2 grillo
uno il comico beppe grillo anche un po di destra sulle tasse e sull' immigrazione
uno contro tutti la vocazione maggioritaria tipo veltroni con il culo in africa e la testa a new york
un milionario che invita alla povertà assoluta i suoi deputati un san francesco all' incontrario.
un programma verdastro e la maggioranza assoluta in parlamento
se non la ottiene il condottiero si ritira a vita privata nella villa di berlusconi in sardegna .
un altro grillo molto piu interessante il rag. giuseppe grillo.
con la giacca con le toppe ai gomiti
che studia e conosce ad esempio i bilanci di telecom
che viene da una famiglia socialista
papa e mamma
il rag. giuseppe grillo è un genovese e vive da genovese
pensa e cerca di scrivere un senso comune delle cose di sinistra
il rag. giuseppe grillo deve essere una costola delle sinistre e un praticante del programma comune delle sinistre.
Ultima modifica di aaaa42 il 14/10/2013, 20:52, modificato 1 volta in totale.
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Re: Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
Ciao aaaa42 .Io ho solo postato dei fatti non ho niente nei tuoi confronti.
Riguardo ai parlamentari lo stipendio se lo sogno fatto loro, per far vedere al resto dei parlamentari che si può vivere dignitosamente anche con quel stipendio.
Ricordiamoci sempre che siamo noi cittadini che li paghiamo.Quindi se ci costano meno meglio per tutti.Riguardo ai soldi che si è fatto con il suo lavoro Grillo, non ho niente da obiettare.Secondo tè doveva essere un morto di fame ha prendere in mano un nuovo movimento.Ricordiamoci che Berlinguer veniva da una famiglia benestante, pure che Guevara veniva da una famiglia bene.In Parlamento si sono offesi quando il cittadino Stefano Vignaroli gli ha dato dei ladri.Ha detto solo la verità, questa brucia molto.Continuano i partiti a prendersi i rimborsi elettorali tutti. Loro hanno aiutato i terremotati e artigiani con quei soldi, adoperando anche quelli che hanno rinunciato come stipendio,pure IDV ha devoluto la loro quota ai terremotati.Sei a favore di abolire il voto segreto?.io SI.Se vogliono lo possono fare, almeno vediamo in viso i parlamentari e ognuno tira le proprie considerazioni.Secondo come la vedo io è un modo un po' vigliacco nascondersi nel voto segreto.Oltretutto mi viene da ridere quando li vedo passare nella cabina per il voto.Siamo rimasti al 1947 non è cambiato nulla.Come noi che votiamo con la matita.
Non capisco come si possa in questo momento tragico per il paese pensare ancora ai problemi di Berlusconi.Come non sono d'accordo per l'ammistia, su questo Renzi almeno ha le idee chiare come il M5S.Troppo comodo riempirle le carceri per poi svuotarle quando si riempiono di nuovo,governo Prodi L'ultima volta.
Sinceramente mi domando come si possono votare ancora questi partiti.
http://www.youtube.com/watch?v=gFAZ_T_b ... ploademail
Gli orari del commerco: Michele Dell'Orco pretende delle risposte
Ma
Ciao
Paolo11
Riguardo ai parlamentari lo stipendio se lo sogno fatto loro, per far vedere al resto dei parlamentari che si può vivere dignitosamente anche con quel stipendio.
Ricordiamoci sempre che siamo noi cittadini che li paghiamo.Quindi se ci costano meno meglio per tutti.Riguardo ai soldi che si è fatto con il suo lavoro Grillo, non ho niente da obiettare.Secondo tè doveva essere un morto di fame ha prendere in mano un nuovo movimento.Ricordiamoci che Berlinguer veniva da una famiglia benestante, pure che Guevara veniva da una famiglia bene.In Parlamento si sono offesi quando il cittadino Stefano Vignaroli gli ha dato dei ladri.Ha detto solo la verità, questa brucia molto.Continuano i partiti a prendersi i rimborsi elettorali tutti. Loro hanno aiutato i terremotati e artigiani con quei soldi, adoperando anche quelli che hanno rinunciato come stipendio,pure IDV ha devoluto la loro quota ai terremotati.Sei a favore di abolire il voto segreto?.io SI.Se vogliono lo possono fare, almeno vediamo in viso i parlamentari e ognuno tira le proprie considerazioni.Secondo come la vedo io è un modo un po' vigliacco nascondersi nel voto segreto.Oltretutto mi viene da ridere quando li vedo passare nella cabina per il voto.Siamo rimasti al 1947 non è cambiato nulla.Come noi che votiamo con la matita.
Non capisco come si possa in questo momento tragico per il paese pensare ancora ai problemi di Berlusconi.Come non sono d'accordo per l'ammistia, su questo Renzi almeno ha le idee chiare come il M5S.Troppo comodo riempirle le carceri per poi svuotarle quando si riempiono di nuovo,governo Prodi L'ultima volta.
Sinceramente mi domando come si possono votare ancora questi partiti.
http://www.youtube.com/watch?v=gFAZ_T_b ... ploademail
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Paolo11
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Re: Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
http://www.youtube.com/watch?v=32_qdNKnUGE
Beppe Grillo al Parlamento Europeo (completo
Questo lo diceva nel 2007.
Ciao
Paolo11
Beppe Grillo al Parlamento Europeo (completo
Questo lo diceva nel 2007.
Ciao
Paolo11
Re: Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
scampagnata o parlamento? ( ma il meteo che dice per venerdì? e i panini? da Giggetto? )
Peppe, stay tuned, stai connesso, ci mettiamo d'accordo sui dettagli e ti faremo sapere
http://www.huffingtonpost.it/2013/10/16 ... _ref=italy
In 55 hanno espresso preferenza per vedersi in Parlamento, solo 26 propendevano per replicare la scampagnata. E, anche qualora fosse prevalsa questa seconda ipotesi, niente autobus "da gita delle medie". Ben 50 deputati hanno optato per recarsi al luogo dell'eventuale appuntamento con mezzi propri, solo 26 hanno preferito l'opzione pullman.
Nel magma nel quale prendono corpo le decisioni del Movimento, è presto per dire quale potrebbe essere la soluzione definitiva. Qualche senatore si è lamentato: "Alla Camera stanno votando, per noi chi decide?"
qualcuno che si sveglia dall'incantesimo ogni tanto parla
Peppe, stay tuned, stai connesso, ci mettiamo d'accordo sui dettagli e ti faremo sapere
http://www.huffingtonpost.it/2013/10/16 ... _ref=italy
In 55 hanno espresso preferenza per vedersi in Parlamento, solo 26 propendevano per replicare la scampagnata. E, anche qualora fosse prevalsa questa seconda ipotesi, niente autobus "da gita delle medie". Ben 50 deputati hanno optato per recarsi al luogo dell'eventuale appuntamento con mezzi propri, solo 26 hanno preferito l'opzione pullman.
Nel magma nel quale prendono corpo le decisioni del Movimento, è presto per dire quale potrebbe essere la soluzione definitiva. Qualche senatore si è lamentato: "Alla Camera stanno votando, per noi chi decide?"
qualcuno che si sveglia dall'incantesimo ogni tanto parla
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Re: Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
http://www.youtube.com/watch?v=LIdm0L8C ... ploademail
#5giornia5stelle/14 - #bastaimbrogli 18/10/2013
Ciao
Paolo11
#5giornia5stelle/14 - #bastaimbrogli 18/10/2013
Ciao
Paolo11
Re: Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
Grillo l'avrà sentito il boooom di Trento? Dal 20% al 5,7%
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