quo vadis PD ????

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camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da camillobenso »

Pd, è alta tensione sulla manovra Fassina pronto alle dimissioni Epifani con lui: manca collegialità

(GIOVANNA CASADIO).
18/10/2013 di triskel182



E prepara gli emendamenti. Il viceministro aspetta Letta
Il Partito democratico.

ROMA— In sei mesi di governo le cose non sono mai andate come Stefano Fassina avrebbe voluto. Il vice di Saccomanni si era battuto per evitare l’aumento dell’Iva; per impedire la cancellazione dell’Imu per tutti; per aumentare la tassazione delle rendite dal 20 al 22% allineando così l’Italia agli standard europei; per segnare una discontinuità rispetto all’Agenda Monti; per avere un abbattimento consistente delle tasse sul lavoro. Inascoltato. Neppure coinvolto dal ministro di riferimento, Fabrizio Saccomanni appunto. Perciò Fassina, che ha la delega al Tesoro, ha preparato una lettera di dimissioni. Il motivo è «la mancata collegialità, il metodo, più che il merito, utilizzato per la legge di stabilità». Praticamente l’ultima goccia ha fatto traboccare il vaso.
E pensando di rassegnare le dimissioni nelle mani di Enrico Letta (ma l’ha già sentito al telefono dagli Usa e si sono dati appuntamento per un chiarimento a Palazzo Chigi), affida al segretario del partito, Guglielmo Epifani la sua difesa. «Le dimissioni di Fassina? Non credo sia a causa del merito della manovra. Stefano lamenta la mancanza di collegialità. Credo abbia ragione». È la stoccata del segretario del Pd al MEF, il ministero di via XX Settembre, e al suo capo. Saccomanni getta acqua sul fuoco e assicura: «Con Stefano il confronto c’è sempre stato». Dario Franceschini, il ministro per i Rapporti con il Parlamento, è certo che si tratti di una burrasca che rientrerà subito. Ma il Pd sta per scendere sulle barricate contro una legge di stabilità che piace poco e rischia di peggiorare sotto i colpi del Pdl e le pretese dei “falchi” berlusconiani.
Epifani alza la voce: «Serve più attenzione a chi sta peggio – avverte in tv, al
Tg5
- non va tutta la parte relativa al sociale, indicizzazione delle pensioni, fondi per i non autosufficienti, intervento sulla disabilità». Il Pd si prepara a un pacchetto di emendamenti che vuole portare a casa a tutti i costi. E sulla sua pagina Facebook, il segretario entra nei dettagli. Sul cuneo fiscale, ad esempio: va spalmato l’abbattimento non in modo indistinto ma concentrandolo sulle fasce deboli. Elenca le altre modifiche. Dopo i complimenti di Obama per il premier Letta la strada imboccata è quella giusta, sulla quale ha intenzione di continuare. Tuttavia
al suo ritorno in Italia sarà accolto dallo scontro politico sulla manovra, e in particolare dalle fibrillazioni nel suo partito, il Pd. I renziani vanno all’attacco come i bersaniani e la sinistra.
Ileana Argentin, deputata democratica e responsabile dei diritti dei disabili, annuncia lo sciopero della fame se saranno confermati i tagli alla disabilità: «Non sono qui a scaldare una poltrona, né a tenere il gioco al governo delle larghe intese…». Inoltre tutto il fronte pro Cuperlo – candidato segretario della sinistra, di D’Alema e di Bersani non vuole essere schiacciato sul lealismo al governo Letta, lasciando
a Renzi, il superfavorito nelle primarie dell’8 dicembre, una prateria di consensi. «In Italia, i soggetti più forti continuano a interpretare i loro legittimi interessi secondo un paradigma insostenibile…», denuncia Fassina sul suo blog sull’Huffington Post. E ai dissensi sulla legge di stabilità si sommano quelli sulla riforma elettorale. Epifani vedrà i quattro candidati alla segreteria nella settimana prossima per vedere se c’è una posizione comune. Si va verso il doppio turno, abbandonando ipotesi di “modello spagnolo”. I renziani esultano. D’Alema invita a darsi da fare: basterebbero 3 righe per il ritorno al Mattarellum. Ieri sera al partito iniziativa contro il Porcellum organizzata da Roberto Giachetti (che digiuna da settimane) con molti altri renziani, ma non solo. È al via il digiuno a staffetta. La sala era gremita, presente anche Arturo Parisi.

Da La Repubblica del 18/10/2013.
camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da camillobenso »

il Fatto 18.10.13
Cuperlo trova lo slogan: ”Bello e democratico”

“MATTEO RENZI? È solo un visitor”. Massimo D'Alema definisce così il candidato alle prossime primarie del Pd. “Non credo che avrà la maggioranza assoluta tra gli iscritti”, continua, “e se ha intenzione di fare anche il sindaco di Firenze e di venire a Roma due giorni alla settimana stiamo freschi. I problemi che ha il nostro partito sono complessi". La speranza di D’Alema è che Renzi e il suo avversario Gianni Cuperlo possano trovare un accordo dopo il congresso. “Sarebbe un bene per il partito e non per me che ormai sono un simpatizzante e non un dirigente del Pd. Loro hanno caratteristiche complementari”. Intanto, la sfida entra nel vivo. Cuperlo ha scelto per la sua corsa alla segreteria del Pd lo slogan: “Bello e democratico”.

il Fatto 18.10.13
Rodotà premier
Guerra a colpi di libri (democratici)

Le polemiche tra Massimo D’Alema e e Pier Luigi Bersani hanno ormai un passo narrativo. Posato. Lento. Retrospettivo. Nel degno rispetto della tradizione comunista. Accade che il primo, D’Alema, conferma a Marco Damilano per il volume Chi ha sbagliato più forte quanto anticipato dal Fatto nel maggio scorso, a proposito del pre-incarico a Bersani: “Era poco lucido e gli suggerii di fare un passo indietro e proporre al Colle Rodotà premier”. Obiettivo: stanare il M5S. La risposta da un altro libro, quello dei bersaniani Di Traglia e Geloni, Giorni Bugiardi: “Nessuno mi ha mai suggerito altri nomi l’incarico”.

Corriere 18.10.13
La guerra delle ricostruzioni
Elezioni e l’idea di Rodotà premier D’Alema contro Bersani. E viceversa
di M.T.M.

ROMA — In altri tempi uno scontro tra D’Alema e Bersani avrebbe suscitato un profluvio di commenti, un’inondazione di flash di agenzia e paginate di giornali. Ora non è più così. Segno dei mesi che in politica trascorrono con sempre maggior crudele velocità: basta poco a relegare nel passato, seppur recente, certi personaggi, lanciando sulla ribalta nuovi e più giovani protagonisti.
Il dissidio tra ex va in scena su due libri. Nel primo, quello del giornalista dell’Espresso Marco Damilano, intitolato «Chi ha sbagliato più forte», D’Alema critica Bersani. Fondamentalmente, per due ragioni. La prima è che alle ultime elezioni politiche «ha sbagliato un rigore a porta vuota»: «C’è stata un’eccessiva continuità con il passato, uno scarso contenuto innovativo, scarsa capacità di comunicazione» e chi più ne ha più ne metta. Poi l’aggiunta, perfidamente affettuosa: «Voglio bene a Bersani, ma dopo il voto ha perso lucidità. Era dominato dall’idea che senza avere la maggioranza avrebbe potuto comunque fare il governo, cosa palesemente infondata. Ne parlammo e gli dissi di stare attento. Gli consigliai di fare un gesto, di cambiare lo scenario, di candidare Rodotà alla guida del governo. Il Movimento 5 stelle sarebbe stato messo in difficoltà e forse la legislatura sarebbe cominciata diversamente».
Rivelazione, quest’ultima, che peraltro non è nuova. La scrisse nel maggio scorso Fabrizio D’Esposito sul Fatto , attribuendo a D’Alema questo suggerimento e a Bersani una risposta negativa così congeniata: «Io me la voglio giocare fino in fondo». All’epoca l’allora segretario smentì tutto. Assai più sfumata la presa di posizione dell’ex premier che si limitò a precisare di non aver parlato con il Fatto .
Adesso la notizia rimbalza di nuovo, grazie al libro di Damilano. E Bersani si arrabbia e smentisce: «Nessuno mi ha mai suggerito altri nomi per l’incarico». Mentre gli ultrà bersaniani Chiara Geloni e Stefano Di Traglia nel libro «Giorni Bugiardi», che uscirà il 6 novembre, ricordano che l’ex segretario ha ribadito anche a loro «che non è mai accaduto niente di simile».
La polemica finisce qui, con pochi irridenti commenti dei neoparlamentari del Pd e con l’ex premier che a sera cambia bersaglio e se la prende con Renzi, definendolo un «visitor»: a suo avviso solo un accordo tra lui e Cuperlo può salvare la situazione.

Repubblica 18.10.13
L’ex premier contro l’ex segretario: “Dopo il voto perse lucidità, Prodi fu imposto, un grave errore”
Scoppia la guerra tra D’Alema e Bersani “Non volle Rodotà premier”. “Una bugia”
di Silvio Buzzanca

ROMA — «Pier Luigi Bersani dopo il voto ha perso lucidità. Io gli avevo consigliato di candidare Rodotà alla guida del governo », rivela Massimo D’Alema. «Ho già smentito più volte: nessuno mi ha mai suggerito altri nomi per l’incarico. Tutti sanno che non avrei mai impedito nascita governo se l’ostacolo ero io», replica Bersani. Un confronto, uno scontro, tra i due big del Partito democratico, che questa volta, strano di questi tempi, si consuma nelle pagine dei libri. L’ex premier, parla infatti nel volume “Chi ha sbagliato più forte. Le vittorie, le cadute, i duelli dall’Ulivo al Pd” scritto da Marco Damilano. Libro di cui l’Espresso in edicola oggi pubblica delle anticipazioni. Il pensiero dell’ex segretario è invece immortalato in “Giorni bugiardi”, scritto a quattro mani da Stefano Di Traglia e Chiara Geloni che è stato anticipato ieri e che uscirà in libreria nelle prossime settimane.
I ricordi di D’Alema sull’ultimo spezzone di vita politica e sul ruolo di Bersani sono agrodolci. L’ex premier dice a Damilano: «Voglio bene a Bersani, l’ho sostenuto in ogni modo. Anche il gesto della rinuncia alla candidatura al Parlamento lo ha certamente aiutato nel fuoco delle primarie. Cosa potevo fare di più?», ma continua D’Alema, «dopo il voto Bersani ha perso lucidità, era dominato dall’ideache senza avere la maggioranza avrebbe comunque potuto fare il governo, cosa palesemente infondata».
In questo contesto D’Alema sostiene di avere consigliato a Bersani il passo indietro a favore di Rodotà. Scelta che avrebbe prodotto un rapporto diverso con i grillini. Perché, spiega, «il Movimento 5 Stelle sarebbe stato messo in difficoltà. E forse la legislatura sarebbe cominciata diversamente». E D’Alema rivela di avere anche parlato con Romano Prodi e di averlo avvertito che la sua candidaturaal Quirinale rischiava «di esporlo a una vera e propria trappola ». «Trovo grave» - spiega D’Alema - che sulla candidatura Prodi «la segreteria non abbia sentito il dovere di aprire una discussione politica» Lui, l’ex segretario, replica dalle pagine dell’altro libro. Ma in serata, D’Alema, ad una iniziativa di Italiani Europei conferma tutto. «Bersani — dice — rispose che avrebbe riflettuto dopo la valutazione che facemmo. Ma evidentemente la proposta a Napolitano non fu fatta ».
L’ex premier però non risparmia critiche eanche a Renzi. D’Alema dice: «Io parlo da militante e più che altro da osservatore visto che sono un dirigente del Pse ma non del Pd e penso che le primarie per il segretario hanno innescato un elemento plebiscitario che è stato foriero di una serie di guasti e infatti non ha funzionato perché la nostra cultura politica è refrattaria a una cultura plebiscitaria».
La figura del sindaco di Firenze aleggia sullo sfondo. Ma D’Alema non ha certo timore di tirarlo in ballo. «Renzi — dice — è fuori dal tempo e sta facendo una campagna completamente personale. Io ho l’impressione che lui si sia imbarcato su una strada rischiosa». Secondo l’ex premier, se restasse sindaco e venisse eletto segretario, «avremo una sorta di visitors che viene a Roma quando ha tempo».

La Stampa 18.10.13
Ex compagni
di Francesca Schianchi

Le ultime elezioni, quelle «non vinte»? «Abbiamo subito uno shock, c’è stato un rigore a porta vuota sbagliato». Pier Luigi Bersani? «Gli voglio bene, l’ho sostenuto in ogni modo», ma «dopo il voto ha perso lucidità, era dominato dall’idea che senza avere la maggioranza avrebbe comunque potuto fare il governo». Tanto che, racconta Massimo D’Alema, «gli consigliai di fare un gesto, di cambiare lo scenario, di candidare Stefano Rodotà alla guida del governo. Il M5s sarebbe stato messo in difficoltà e forse la legislatura sarebbe cominciata diversamente». E, ancora, «trovo grave che dopo il disastro che era accaduto con Marini la segreteria non abbia sentito il dovere di aprire una discussione politica».
Fino a ieri, la voce che tra l’ex segretario del Pd Bersani e l’ex premier D’Alema fosse sceso un certo freddo, si iscriveva nel genere del retroscena. Da ieri con il libro del giornalista dell’Espresso Marco Damilano «Chi ha sbagliato più forte» (Laterza), qualche elemento in più irrompe sulla scena. In una curiosa sfida tra volumi in uscita. Perché per dire la sua versione, che no, nessuno gli ha mai proposto un cambio di cavallo, Bersani si affida al libro «Giorni bugiardi» di due dei suoi più fedeli collaboratori, Stefano Di Traglia e Chiara Geloni, in uscita il 6 novembre (Editori internazionali riuniti). Con un’anticipazione diffusa ad hoc ieri: «Quelle di D’Alema sono ricostruzioni che non mi sento di condividere. Ho già smentito più volte: nessuno mi ha mai suggerito altri nomi per l’incarico. Tutti sanno che non avrei mai impedito la nascita del governo se l’ostacolo ero io».
camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da camillobenso »

QUANDO LA POLITICA E' SOLO MERA PROPAGANDA

LE CARCERI COSTRUITE NEGLI ULTIMI 20 ANNI SONO 38.

QUELLE ENTRATE IN SERVIZIO SOLO 2.

Le altre 36 sono in stato di abbandono.




Renzi: "No amnistia, costruiamo più carceri"


"Amnistia? Inaccettabile”: Matteo Renzi torna a battere sul tema scomodo del sovraffollamento delle carceri.

”Se serve – ha detto il sindaco di Firenze – costruiamone di più, come è accaduto in tutto il resto d’Europa”.

Dire ”sono piene, le svuotiamo per la seconda volta in 7 anni con un indulto è inaccettabile".

Da "0" a "100" quanto sei d'accordo?


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iospero
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da iospero »

A Mariok
Giusto per la precisione: per me i fascisti non sono quelli del M5S in genere, ma Grillo e Casaleggio.

Così va bene , ma Grillo non sa di essere fascista.
mariok

Re: quo vadis PD ????

Messaggio da mariok »

Fascista a sua insaputa :mrgreen: Mi piace! :lol:
iospero
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da iospero »

Pippo Civati, ecco il vero anti-Renzi al Congresso Pd

Intervista di Formiche.net all’outsider del Congresso Pd Pippo Civati che rischia di far arrivare terzo il vecchio gruppo dirigente targato Ds. Ecco le sue idee a ruota libera su larghe intese, Napolitano e Renzi.

“I bambini ci guardano”. È questo lo slogan scelto da Pippo Civati per la sua corsa alla segreteria del Pd. Da venerdì, termine ultimo per la presentazione delle candidature, il Congresso entra ufficialmente nel vivo. Il giovane candidato lombardo del Pd è pronto e racconta a Formiche.net gli ultimi preparativi: “Questo primo slogan per la mia campagna è legato al futuro, alla freschezza, al rigore che lo sguardo dei bambini ci impone. Punterò molto sul sud del Paese visto che al nord ho un radicamento più diretto e poi sono curioso di conoscere meglio quella realtà”.

Civati, la stampa ha privilegiato la contrapposizione Renzi-Cuperlo per la sfida congressuale. In realtà i numeri sembrano dire che l’anti-Renzi è lei, non il candidato dalemian-bersaniano…
Ai sondaggi credo fino a un certo punto. Sono molto cauto per ora ma è vero che per oltre un mese ho sopportato il silenzio stampa sulla mia candidatura. Addirittura sono circolate voci sulla mia rinuncia alla corsa, c’è stato un codice da Vinci sulla vicenda che non esiste. La realtà è che c’è bisogno di rappresentanza di un’area che è in grande sofferenza, di una posizione radicale e scettica sulle larghe intese.

A proposito di larghe intese, lei è l’unico parlamentare Pd che ha votato il no alla fiducia al governo Letta. Crede ancora che un’altra maggioranza sia possibile?

Non più, non lo è da tempo. Bisogna essere in due e oltre a un Pd che non l’ha mai voluta, c’è stato dall’altra parte un rifiuto. Io dico che è stato sbagliato non provarci. Ora però fatta la legge di stabilità e la riforma elettorale, si può tornare al voto.

Un altro bersaglio delle sue critiche è stato spesso il presidente Giorgio Napolitano. Che ne pensa del suo messaggio sulla situazione carceraria?
Sono stato spesso non vicino alle posizioni del capo dello Stato ma questa volta non mi permetto di fare confusione. L’affollamento carcerario è una questione che viene da lontano e confonderla o immiserirla è sbagliato. Capisco che gli elettori abbiano la pelle sottile riguardo alla giustizia ad personam e la vicenda si presta a interpretazioni maliziose. Ma per risolvere mali estremi come questo si ricorre a rimedi estremi. Ciò che conta è fare bene le cose e sono il primo a garantire che sarà così. Più che altro mi chiedo come sarà possibile trovare una maggioranza su un tema così delicato.

Veniamo al Congresso. Giudica credibile la virata a sinistra di Matteo Renzi?
Mi sembra un po’ di scuola questa virata a sinistra, più tattica che vera rivoluzione. Credo che fino a quando ci sarà lo schema delle larghe intese, virare a sinistra sia difficile. La maggioranza condiziona ciò che si fa, bisogna sempre confrontarsi e si rischia di non potere fare al governo ciò che si dice agli elettori.

Renzi ha detto che “i poteri forti non sono con lui”. Che ne è stato allora di Davide Serra e Diego Della Valle?
Non lo so, io dichiarerò i poteri che sono ancora più forti, gli elettori del Pd. Trovo stucchevole la discussione su chi sostiene chi. Lobby, corporazioni, finanziatori… alla fine se non c’è la spinta popolare, non funziona.

A proposito di spinta popolare, la sua sul web va fortissimo…
Internet è una parte importante dell’attività politica, lo sarà anche nel mio programma. Ma va coniugata sul territorio, “di persona personalmente”, come dice Camilleri.


Sorpresa a Reggio: Civati è in testa
pancho
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da pancho »

Civati:
Voglio un PD in cui ci sia SEL(da l'intervista su l'Unita)[/b]

Credo che sia una proposta molto interessante. sarebbe l'unica possibilita' per spostare un po' il PD verso sinistra(quella vera).
Questa e' una proposta non di oggi ma viene da molto lontano fin da quando alcuni di noi prospettavano di entrare nel PD per dare forza a quell'ala di sinistra che avrebbe potuto essere isolata all'interno del partito. Questo e' successo e lo si poteva gia' prevedere allora come si poteva prevedere pure che SEL non sarebbe andata oltre la % di oggi(1+1 meno)
Civati ritorna giustamente su questo sapendo di dare inizio all'interno di SEL un dibattito serio e serrato.

Attualmente son d'accordo su questa proposta anche se ritengo che questa debba assolutamente essere discussa molto attentamente e in tutte le spigolature sapendo pure che ci saranno molti mal di pancia.

Credo pure che i mal di pancia sarebbero molti di piu' all'interno dell'attuale PD che in SEL.

Che fare altrimenti? Annichilire la parte buona all'interno del PD o rafforzarla entrando?
Le risposte non sono facili da dare ma visto la situazione attuale.....lo stesso PD potrebbe sparire nel prossimo futuro se non riesce a darsi una linea politica chiara e distinta dall'attuale avversario politico?

Norberto Bobbio diceva:

Fra tutte le lezioni che si possono trarre dalla storia, nessuna è più istruttiva di quella delle svolte mancate (o, se si vuole, nessuna più crudele di quella degli entusiasmi ricaduti su se stessi). La furia del vento squassa il bosco; ma dopo, ci si accorge che solo qualche tronco è stato abbattuto, solo qualche ramo spezzato”.

È un po’ la storia della sinistra italiana negli ultimi vent’anni e se ora non si interviene massicciamente non ci sara' definitivamente alcuna rinascita se non dopo un altro '68 dalle conseguenze mooolto diverse.

Berlinguer disse ai giovani di allora:
Venite dentro e cambiateci!”.

Perché la sinistra non riesce piu' a parlare ai giovani?

Perché questo PD non riesce ad aprire pure le porte, oltre che a SEL, anche tutti questi giovani in cerca di riferimenti e pieni di idee?

Come sicuramente vi sarete resi conto, siamo arrivati al fine corsa e dobbiamo decidere quale delle due strade prendere. Quella del conservatorismo che fin'ora ha fallitoo quella di apertura alle giovani generazioni e dar loro speranze?

Dove sto' sbagliando?


un salutone dal compagno Juan
Ultima modifica di pancho il 23/10/2013, 0:07, modificato 1 volta in totale.
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da camillobenso »

pancho ha scritto:Civati:
Voglio un PD in cui ci sia SEL(da l'intervista su l'Unita)[/b]

Credo che sia una proposta molto interessante. sarebbe l'unica possibilita' per spostare un po' il PD verso sinistra(quella vera).
Questa e' una proposta non di oggi ma viene da molto lontano fin da quando alcuni di noi prospettavano di entrare nel PD per dare forza a quell'ala di sinistra che avrebbe potuto essere isolata all'interno del partito. Questo e' successo e lo si poteva gia' prevedere allora come si poteva prevedere pure che SEL non sarebbe andata oltre la % di oggi(1+1 meno)
Civati ritorna giustamente su questo sapendo di dare inizio all'interno di SEL un dibattito serio e serrato.

Attualmente son d'accordo su questa proposta anche se ritengo che questa debba assolutamente essere discussa molto attentamente e in tutte le spigolature sapendo pure che ci saranno molti mal di pancia.

Credo pure che i mal di pancia sarebbero molti di piu' all'interno dell'attuale PD che in SEL.

Che fare altrimenti? Annichilire la parte buona all'interno del PD o rafforzarla entrando?
Le risposte non sono facili da dare ma visto la situazione attuale.....lo stesso PD potrebbe sparire nel prossimo futuro se non riesce a darsi una linea politica chiara e distinta dall'attuale avversario politico?

Norberto Bobbio diceva:
Fra tutte le lezioni che si possono trarre dalla storia, nessuna è più istruttiva di quella delle svolte mancate (o, se si vuole, nessuna più crudele di quella degli entusiasmi ricaduti su se stessi). La furia del vento squassa il bosco; ma dopo, ci si accorge che solo qualche tronco è stato abbattuto, solo qualche ramo spezzato”.

È un po’ la storia della sinistra italiana negli ultimi vent’anni e se ora non si interviene massicciamente non ci sara' definitivamente alcuna rinascita se non dopo un altro '68 dalle conseguenze mooolto diverse.

Berlinguer disse ai giovani di allora:
Venite dentro e cambiateci!”. [/b

]Perché la sinistra non riesce piu' a parlare ai giovani?

Perché questo PD non riesce ad aprire pure le porte, oltre che a SEL, anche tutti questi giovani in cerca di riferimenti e pieni di idee?

Come sicuramente vi sarete resi conto, siamo arrivati al fine corsa e dobbiamo decidere quale delle due strade prendere. Quella del conservatorismo che fin'ora ha fallitoo quella di apertura alle giovani generazioni e dar loro speranze?

Dove sto' sbagliando?


un salutone dal compagno Juan




La nuova settimana di dibattiti politici è iniziata stamani alla biblioteca centrale di SSG.

Sempre convinti di votare Renzi, gli ex Pci, Psi, Dc, over 70.

Ho fatto loro presente la sparata a vanvera, fresca, fresca, fatta dal sindaco di Firenze per giustificare la copertura dei 100 euro in più in busta paga al mese, che lui avrebbe elargito se fosse stato premier, al posto dei 14 promessi dal suo avversario Letta.

Vendere le case popolari agli inquilini oggi per fare cassa, non sta né in cielo né in terra.

Per il semplice motivo che per il 90 % degli inquilini delle case popolari in questo momento non sa come tirare a campare e in buona parte sono extracomunitari spesso senza lavoro.

Quelli anziani poi devono impegnare la pensione per sostenere figli e nipoti disoccupati.

Quindi dovrebbero scegliere, tra il dare da mangiare a figli e nipoti o l’essere costretti a comprarsi la casa con fondi che non hanno.

Una scelta bislacca buttata la senza riflettere solo per parlare al pancino di suoi potenziali elettori applicando una propaganda berluscogrillina senza remore.

Senza contare poi che i 12 miliardi di presunti ricavi, sarebbero serviti solo per un anno.

Tra un anno saremmo di nuovo daccapo. Bisogna di nuovo ricercare di nuovo i fondi, con le case popolari teoricamente già vendute.

Inoltre, all’aspirante premier non avrebbe dovuto sfuggirgli che per via dell’accordo del Fiscal compact, che include questa clausola:

• l'obbligo per i Paesi con un debito pubblico superiore al 60% del PIL, di rientrare entro tale soglia nel giro di 20 anni, ad un ritmo pari ad un ventesimo dell'eccedenza in ciascuna annualità;

dal prossimo anno si devono assolutamente trovare 50 miliardi, a causa dell’accordo capestro firmato in precedenza.

Gli anziani “nuovi” renziani, hanno capito al volo di che si tratta, perché sono tutt’altro che sprovveduti, ma sono certo che continueranno con la convinzione che tutto possa cambiare.

Ho fatto loro presente la sparata di Renzi, perché sono tutti sostenitori del teorema Zanicchi.

“Li abbiamo provati tutti, proviamo anche questo, e se non va bene lo cambiamo”.

Non riescono ad intuire che si tratta di vecchio riverniciato e spacciato per nuovo.

Nello stesso tempo sono consapevoli dell’alto grado di pericolosità che è stato raggiunto dal sistema Italia.

Li posso comprendere sotto il profilo della disperazione. Hanno sempre votato i partiti della prima Repubblica, Pci, Psi > poi Pci con l’avvento di Craxi, oppure Dc.

Non sono dell’idea di non votare perché è da una vita che votano anche turandosi il naso.

Non vedono alternative e quindi si affidano alla sirena Renzi.

Come sempre in questi casi la cura migliore è che tocchino loro stessi con mano, perché le parole per i devoti del Santo Tommaso, non servono.

E’una cura rischiosissima per la fase che stiamo attraversando, una cura che potremmo pagare ad alto prezzo come è a già accaduto prima con Monti e poi con Letta.

Ma la “democrazia” è questa.


A questo punto, caro pancho, il lungo preambolo serve per convalidare l’ipotesi fatta la scorsa settimana da ‘o ministro, Cirino Pomicino”.

Ha sostenuto ‘o ministro:

Annalisa Cuzzocrea per "la Repubblica"

«La politica ci mette un po' di tempo, ma si vendica di chi l'offende». Non solo crede che la balena bianca stia tornando, Paolo Cirino Pomicino, ma è convinto che pian piano - dopo un ventennio di leaderismi e oligarchie - riemergeranno tutte «le grandi famiglie politiche europee »: il socialismo democratico, l'ambientalismo, i liberali.
«Quelle che negli altri Paesi continuavano a operare, mentre da noi il pensiero politico scompariva e prendeva piede una classe dirigente di stampo cortigiano».

Col leader al centro, e i seguaci pronti ad appendere al chiodo la loro storia pur di seguirlo, nel caso del centrodestra di Silvio Berlusconi.

O con un'oligarchia egemone e sorda dalla parte opposta. «Siamo davanti a un processo di scomposizione e ricomposizione del sistema», dice colui che negli anni ‘80 veniva chiamato semplicemente O' ministro, uno degli esponenti più importanti e ascoltati della fu Democrazia Cristiana.

«La crepa aperta nel Pdl non potrà che divaricarsi. Ci vorranno sei mesi o due anni, ma la rottura è inevitabile.

Così come quando Renzi vincerà la segreteria del Pd sarà difficile per la tradizione socialista di stampo europeo restarci dentro». Il sindaco di Firenze, sostiene, «non è stato democristiano per una mera questione d'età, ma è figlio del cattolicesimo democratico». Quindi sarà così il prossimo futuro, «con Renzi, Letta, Alfano e Tabacci da una parte; Cuperlo, Bersani e Vendola dall'altra». Certo, potranno collaborare.



Ha ragione ‘o ministro:
«La crepa aperta nel Pdl non potrà che divaricarsi. Ci vorranno sei mesi o due anni, ma la rottura è inevitabile>>.

Silviuzzo ha tentato di ricompattare il Pdl, facendo presente che:

1) I soldi li ha lui per fare e disfare tutto quanto.
2) Che il Pdl ha 88 milioni di debiti, che solo lui può ripianare visto anche che si sono lanciati nella campagna di togliere il finanziamento pubblico.
3) Che le televisioni le ha lui.
4) Che come sostiene Briatore Silviuzzo da solo vale 15 punti, mentre tutti gli altri messi insieme non arriverebbero a 3.

La tregua però non regge per quanto apprendiamo in queste ore.

Ma ha anche ragione quando afferma che con la caduta di Berlusconi riappariranno le vecchie famiglie politiche che in Europa non sono mai sparite. Ppe, socialisti, liberali, ambientalisti.

Renzi dovrebbe vincere in carrozza la corsa a segretario. Ma poi dovrà operare ed inevitabilmente, la vecchia famiglia socialista (ex Pci) si renderà conto toccando con mano che le promesse di Renzi, per quanto riguarda il popolo di sinistra, erano solo promesse da marinaio.

Ergo, come sostiene ‘o ministro, ma anche molti altri in questo ultimo anno, in tv, come Greganti di recente, sarà difficile per la tradizione socialista di stampo europeo restarci dentro.

Il Pd si spaccherà e nascerà un nuovo partito di sinistra, a base socialista, che farà la felicità dell’amico aaaa42.


PS. Non funziona l'evidenziatore.

Ho selezionato la parte centrale della dichiarazione di Pomicino che compare in colore
azzurro-grassetto, ed è comparsa in grassetto anche la parte superiore non selezionata.
iospero
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da iospero »

I documenti dei 4 a confronto

Ho provato a fare una veloce analisi su alcuni temi :

Riduzione Tassazione lavoro: tutti sì, Renzi dice "riduzione tasse a tutte le imprese"
Patrimoniale: Pittella e Renzi nessun accenno, Cuperlo accenna 1 volta a una "rimodulazione", Civati 5 volte menziona di "colpire le rendite"
Reddito Minino: Renzi nessun accenno, Pittella ne accenna, Cuperlo accenna a un reddito minimo di inserimento, Civati calcola delle cifre per reddito minimo e sussidio disoccupazione
Riduzione parlamentari: tutti sì, tranne Renzi che non fa alcun accenno
Legge Elettorale: Renzi e Pittella non dicono come, Cuperlo maggioritario doppio turno, Civati subito ritorno mattarellum poi uninomilae
Lotta a Corruzione: Renzi e Cuperlo nessun accenno, Pittella ne fa un accenno, Civati ci dedica un capitolo
Lotta all'evasione: REnzi e Pittella fanno un accenno, Cuperlo ne accenna, Civati ci dedica un capitolo
Ius Soli: Civati per il sì, gli altri nessun accenno
Uguaglianza/Disuguaglianza: menzionata 4 volte da Renzi, 8 da Cuperlo, 12 da Pittella, 31 da Civati
Fiducia al governo Letta: solo Civati si esprime chiaramente, gli altri ci girano attorno
Partito: in Civati la partecipazione degli iscritti e simpatizzanti e il dialogo base-vertici e viceversa è fondamentale per la vita del partito- Cuperlo è per la partecipazione,ma non si esprime chiaramente, Renzi non ha approfondito il tema ?

E' solo una bozza e fatta velocemente, ma se qualcun altro vuole prendere spunto per approfondirla, sarò ben contento
camillobenso
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Iscritto il: 06/04/2012, 20:00

Re: quo vadis PD ????

Messaggio da camillobenso »

Da IFQ

CATTIVERIA
Letta: "Obama ha i miei
stessi problemi". Ah, Renzi
si candida anche là?
www.spinoza.it
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