quo vadis PD ????

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lucfig
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da lucfig »

Un mio amico di destra, ma destra destra, mi ha detto che se c'è Renzi, quasi quasi lo vota!

A questo punto ho capito perché non c'erano alla convention (Zia) Lepolda le insegne del PD.
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«Non si discute per aver ragione, ma per capire» (Peanuts)
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mariok

Re: quo vadis PD ????

Messaggio da mariok »

Il problema non è tanto che non c'erano le insegne del PD, ma che sul palco c'era il finanziere Davide Serra.
camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da camillobenso »

lucfig ha scritto:Un mio amico di destra, ma destra destra, mi ha detto che se c'è Renzi, quasi quasi lo vota!

A questo punto ho capito perché non c'erano alla convention (Zia) Lepolda le insegne del PD.

Con Renzi finisce il berlusconismo?
Renzi l'ha sostenuto esplicitamente. Ma, più che di fronte ad una fine, sembra di essere di fronte ad una rottamazione, e cioè, nel linguaggio di Renzi, la sostituzione della vecchia classe politica con una nuova. C'è discontinuità nei testimonial, più che nei programmi e nei contenuti.

Per questo Berlusconi teme Renzi
.

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|Come lui, è un comunicatore senza contenuti.
|
|E proprio questa mancanza di definizione, allarga il potenziale bacino
| elettorale

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Carlo Freccero
camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da camillobenso »

30 OTT 2013 18:04
COME TI ROTTAMO IL ROTTAM’ATTORE - FRECCERO: ‘‘RISPETTO ALLA STORIA DELLA SINISTRA RENZI È UN CORPO ESTRANEO - BERLUSCONI LO TEME PERCHÉ COME LUI È UN COMUNICATORE SENZA CONTENUTI”
‘’Ma anche gli avversari interni al partito stanno lentamente convergendo su di lui, perché Renzi è capace di fare le cose che il Pd non è riuscito fino ad ora a fare: comunicare e coagulare maggioranze”…





Carlo Freccero si autointervista per "Il Manifesto"

Per capire il fenomeno-Renzi, è utile seguire la comunicazione per slogan della sua campagna elettorale, l'uso accorto di alcune parole-chiave, la retorica della Leopolda. E la verità viene a galla.

Con Renzi finisce il berlusconismo?
Renzi l'ha sostenuto esplicitamente. Ma, più che di fronte ad una fine, sembra di essere di fronte ad una rottamazione, e cioè, nel linguaggio di Renzi, la sostituzione della vecchia classe politica con una nuova. C'è discontinuità nei testimonial, più che nei programmi e nei contenuti. Per questo Berlusconi teme Renzi.
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|Come lui, è un comunicatore senza contenuti.
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|E proprio questa mancanza di definizione, allarga il potenziale bacino
elettorale

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Come per l'audience l'insieme più ampio è quello meno definito.

Renzi è un comunicatore che, col linguaggio televisivo, potremmo definire generalista, per questo motivo è inclusivo, non esclusivo.

Ha una buona parola per tutti.

(Ergo, all'amico di destra destra di lucfig-ndt)

Che tipo di comunicazione è quella di Renzi?
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|L'ha detto lui stesso: una comunicazione semplice, basata sul contatto |diretto e sull'ovvietà condivisa. !/i]/b]
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(E' quanto ha già espresso Zanonato il 13 ottobre:
Flavio Zanonato, a margine dell’evento “La Repubblica delle Idee” di Mestre. Sul tema dell’amnistia e dell’indulto, il sindaco di Firenze ragionerebbe “in termini puramente propagandistici, in stile Grillo
: ‘mi conviene dire di più una cosa o l’altra sotto il profilo del consenso che poi alla fine ottengo?’. Non entra nel merito della questione”-ndt
)

Ma c'è un problema, la situazione in cui si trova oggi l'Italia, è la più complessa di sempre. C'è una crisi mondiale che coinvolge soprattutto il nostro paese. E le soluzioni sono tutt'altro che semplici.


Tanto che non le ha ancora trovate nessuno.

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|Una comunicazione semplice ed un programma "di consenso", |non hanno la funzione di risolvere i problemi, ma piuttosto di |allargare il potenziale elettorato, coagulare maggioranze di |destra e di sinistra, vincere le elezioni.
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Con Renzi si fa evidente il ruolo limitato giocato oggi dalla politica, nei confronti dell'economia che è il livello in cui si prendono le decisioni vere, decisioni che spesso esautorano i singoli stati.

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Compito della politica non è più guidare l'economia, sulla base di scelte, di principi, di valori. Scopo della politica è creare maggioranze e vincere i vari tipi di elezioni; primarie, amministrative, politiche.
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Pensiamo al Pd. Rispetto alla sua storia Renzi è un corpo estraneo.
Ma anche gli avversari interni al partito stanno lentamente convergendo su di lui, perché Renzi è capace di fare le cose che il Pd non è riuscito fino ad ora a fare: comunicare e coagulare maggioranze.

(Chi ha il pane non ha i denti, e chi ha i denti non ha il pane-ndt)

Renzi è ancora di sinistra?
A questo proposito alla Leopolda è stato fatto un bellissimo ragionamento. Se la sinistra (che rappresenta il cambiamento) non cambia, diventa destra. Quindi la sinistra deve cambiare. Ma, aggiungo io, per cambiare, la sinistra non può che spostarsi a destra. Quindi il destino della sinistra è segnato. O rimane di destra, o cambia per diventare destra.

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Niente più di questo bellissimo paradosso illustra la natura di quello che Ignacio Ramonet ha battezzato al suo tempo "pensiero unico", "panseu unique". Nell'epoca del pensiero unico non ci sono alternative: o così, o così.
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Renzi non fa mistero di essere un ammiratore di Blair, di quella "terza via" a suo tempo impersonata dai Blair e dai Clinton, che sono, in definitiva, quelli che hanno portato a termine l'architettura dell'attuale sistema economico perfino finanziario.

Perché i suoi seguaci sono imprenditori di successo?

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Vale per Renzi l'effetto Berlusconi delle origini.
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Come i vari Guerra, Farinetti, Baricco, Berlusconi era un imprenditore che si era fatto da sé come tale capace di Fare.


Ed il Fare, al di fuori delle ideologie e delle riflessioni che non possono che frenare l'operatività, è il grande mito della politica di oggi, ed è, in particolare, lo slogan di Renzi.


C'è crisi. Bisogna rimboccarsi le maniche. I suoi testimonial l'hanno fatto, nel concreto ed ognuno ha avuto successo nel suo campo. Ed arriviamo al nocciolo del problema.

Per Renzi la politica non è tanto riflettere sui bisogni della collettività.

Ma conferire agli imprenditori più capaci, la possibilità di esprimersi individualmente, senza limitazioni ed in piena libertà.

Un vero programma liberista.

Non a caso alla Leopolda si è parlato di ripristinare la giustizia sociale attraverso la meritocrazia.

Il concetto di meritocrazia non è di sinistra.



Dirò di più.

Il successo di pochi non si riverserà sul benessere di tutti.
(Ma a Renzi gliene pò ffregà de meno. L'importante è incantare i merli ora per incoronarlo Duce come è successo per Berlusconi. Tutto si tiene. Ma non era già sufficientemente chiaro alla prima Leopolda? Perché Civati e la serracchiani lo hanno abbandonato?
Perché si erano resi conto di persona con chi avevano a che fare-ndt)



Faccio un esempio concreto:

Berlusconi. Poiché era ricco, molti credevano che potesse arricchire il paese. In effetti ha moltiplicato il patrimonio personale, ma non mi sembra che abbia arricchito il paese.

Ma Renzi è la nuova Democrazia cristiana?
Direi che è la normale evoluzione di quella "fusione fredda" che ha costituito il Pd.

Ognuno voleva vederci quello in cui credeva.

La sinistra una forma moderna di sinistra, l'ex Dc il lato operativo dei valori cristiani come carità e solidarietà. Renzi ha un padre democristiano.

E ha ideato per Firenze (non so se è già operativo) un cimitero di feti. Oggi, dopo il vituperio del crollo della prima Repubblica, molti vorrebbero vedere rinascere una classe democristiana. Alla democrazia cristiana si riconosce di avere guidato per 50 anni il paese rendendolo economicamente prospero.


Anche se il rovescio della medaglia erano i grandi misteri del paese.

Apparentemente Renzi è per un'alternanza decisa tra partiti e chiede una legge elettorale uguale a quella per l'elezione a sindaco.

Chi sbaglia va casa.

Ma, ancora una volta, l'alternanza è tra persone e non tra programmi.

Il sindaco è sempre più un amministratore di condominio.

Ed anche la politica si avvicina sempre di più ad una grande assemblea condominiale.

Uno scenario in cui si invoca il cambiamento perché, come nel Gattopardo, niente deve cambiare.


Perché si è posta così la Leopolda?
La Leopolda è un meeting all'americana che serve a ricompattare un partito o una corrente politica. Ne ha fatto uso Berlusconi per Forza Italia. E ne hanno fatto uso uomini di sinistra.

Ma la Leopolda è più efficace perché è ormai un'istituzione che si ripete nel tempo, E nella psicologia sociale la ripetizione è fondamentale, per fissarsi nella memoria e conferire autorevolezza e credibilità.

Renzi, con la Leopolda, riprende uno stile da "presidenziali americane". E questo si riverbera, positivamente sulla sua immagine.
camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da camillobenso »

La Stampa 1.11.13
Congressi: Pd nel caos
E Renzi ammette “Sono esterrefatto”
Cuperlo scrive alla Commissione: stop alle degenerazioni
di Fe. Ge.

A chi gli chiede cosa ne pensi, Matteo Renzi risponde: «Sono esterrefatto». E a chi ipotizza che ci sia anche la sua mano dietro certi sconcertanti boom nel tesseramento pd, replica a brutto muso: «Ma che vogliono da me? Io qui a Firenze ho tranquillamente votato per la segreteria un sostenitore di Cuperlo, senza fare troppe storie... E visto che ci siamo, ripeto che a me di questa faccenda di piantare delle bandierine qui e lì non importa niente. Motivo per il quale se c’è qualcuno che fa il furbo va individuato e fermato, a qualunque area appartenga».
Matteo Renzi è arrabbiato, dunque. Ma Gianni Cuperlo non lo è da meno, perchè questa faccenda del «tesseramento gonfiato» dei presunti brogli, insomma oltre a gettare pessima luce sul Pd, rischia di esser poi pagata pesantemente da chiunque risulterà vincitore della accesissima sfida: e lo è a tal punto arrabbiato, intendiamo da chiedere a gran voce l’intervento della Commissione nazionale per il Congresso e delle Commissioni regionali affinchè si fermi «ogni degenerazione della vita democratica interna al partito».
C’è un punto, scrive Cuperlo nella lettera inviata alle Commissioni congresso, che dovrebbe veder d’accordo tutti i candidati alla segreteria pd: «Non possiamo accettare la moltiplicazione abnorme del numero degli iscritti a ridosso delle procedure di voto e, talvolta, durante le stesse... La soddisfazione per aver avviato un processo così importante non può farci tacere le distorsioni, le anomalie e le violazioni anche gravi che si stanno verificando in diverse parti d’Italia... Bisogna preservare la lealtà e l’onestà della competizione congressuale, certo. Ma qui c’è in gioco qualcosa di più importante... Qualcosa che ha a che fare con la dignità di migliaia di democratiche e democratici italiani». È così. Ma invocare il rispetto di principi democratici fondamentali e perfino l’onore dei militanti e degli iscritti non basta, di per sè, ad arrestare il deprimente fenomeno. Dopo i casi dei giorni scorsi, infatti, ieri in altre due province c’è stato il patatrac. A Frosinone i tre candidati alla segreteria provinciale si sono sospesi dalla competizione chiedendo l’annullamento del congresso: «Lo svolgimento ha subito gravissime scorrettezze che ne hanno inficiato la validità». E pasticcio simile deve esser accaduto in provincia di Avellino dove in qualche comune (a Teora, per esempio) schede già utilizzate sono state trovate nell’urna prima ancora che fosse aperto il seggio per l’elezione del segretario provinciale pd: e così, anche in Irpinia la richiesta è quella di annullare il Congresso.
E non è che nelle grandi città vada meglio. A Roma, per esempio, Lorenza Bonaccorsi (deputata e coordinatrice della mozione Renzi) denuncia episodi singolari: «I risultati di alcuni circoli, che eufemisticamente vengono chiamati congressi, fanno male al Pd e a Roma. Infatti, nei congressi di Osteria Nuova, Metalmeccanici, Regione Lazio, Policlinico e altri il risultato finale e al 100% per Cosentino e 0 agli altri tre candidati. Percentuali del genere fanno sorridere... Prendere il 100% dei voti in sette circoli diversi è forse la cartina di tornasole di qualcosa che non va».
Alcune cose non vanno, dunque (per continuare con gli eufemismi...). Altre invece vanno: e vanno in maniera perfino sorprendente rispetto a certe previsioni. Si prenda, ad esempio, il sondaggio on-line lanciato da Europa, quotidiano di area democratica, che ha chiesto ai lettori «chi voteresti dei candidati al Congresso Pd?». Pippo Civati batte anzi: doppia tutti: 861 voti contro i 443 di Cuperlo, i 441 di Renzi e i 27 di Pitella. Come a dire che tra brogli, annullamento dei congressi e baruffe varie, nulla è ancora deciso. Almeno per quel che riguarda il responso dei Circoli... [FE.GE.]

il Fatto 1.11.13
Boom delle tessere gonfiate, degenerazione democrat
Congresso Pd: allarme gazebo vuoti l’8 dicembre
di Wanda Marra

FROSINONE, I CANDIDATI CHIEDONO LA SOSPENSIONE DEL CONGRESSO COSENZA, LO SFIDANTE RENZIANO DENUNCIA: “IMPEDITO VOTO AI NUOVI ISCRITTI”

A Frosinone i tre candidati alla segreteria hanno chiesto la sospensione del congresso per anomalie nella gestione del tesseramento e scorrettezze nella convocazione e nelle modalità di svolgimento. A Cosenza, l'ex deputato Franco Laratta, candidato segretario provinciale per l’Area Renzi, ha presentato ricorso perché molti nuovi iscritti non hanno potuto neanche votare. I congressi di circolo sono in corso per eleggere i segretari provinciali. E questi sono solo i casi di ieri, ma la lista si allunga ogni giorno, e già può contare su una casistica imponente. A Caserta il congresso non s’è ancora svolto, ufficialmente per ritardi nelle “procedure” (ma molti esponenti della vecchia guardia lo vogliono bloccare), a Catania, dopo l’arrivo dell’“osservatore” Nico Stumpo, è stato sospeso, ad Avellino sono partiti i ricorsi, così come a Rovigo. Al centro di tutto, il boom sospetto delle tessere, che stanno crescendo esponenzialmente un po’ ovunque in Italia. In maniera quanto meno sospetta. Le denunce in genere partono a livello locale e poi arrivano a Roma, alla Commissione del congresso o a quella di garanzia. A Torino è stato Stefano Esposito a raccontare di aver visto due anziani ricevere i soldi per il tesseramento: da lì è partito il caso delle tessere pagate. Ad Asti la stragrande maggioranza degli iscritti è albanese. Vecchi trucchetti. Nelle primarie napoletane, quelle che finirono commissariate, in fila c’era una stragrande maggioranza di cinesi. A Lecce il boom delle tessere ha fatto mettere sotto osservazione l’intero svolgimento dei congressi di circoli, a Catanzaro si denunciano alternativamente il boom delle tessere e l’impossibilità di iscriversi.
IL MECCANISMO è impazzito. Qualche giorno fa era tutto un pullulare di accuse reciproche. Un bersaniano di chiara fede denunciava: “Al sud Renzi ha fatto iscrivere mafiosi, camorristi, ’ndranghetisti”. E i renziani a loro volta tiravano in ballo l’apparato come vero artefice del tesseramento gonfiato, tentativo di fermare la corsa del sindaco di Firenze, condizionandolo a livello locale. Ormai a mezza bocca ammettono un po’ tutti: “Le operazioni poco trasparenti sono state fatte da entrambe le parti”. Si racconta di perdita del controllo da parte dei due candidati favoriti, Cuperlo e Renzi, di emissari che sul territorio operano per loro e imbarcano chissà chi. Tant’è vero che si prova a gettare acqua sul fuoco. Se è per Nico Stumpo, che sta con Cuperlo, l’accusa è velata: “Si è parlato tanto di brogli, poi loro vogliono portare chiunque a votare per le primarie”. Se è per il renziano Guerini: “Il fenomeno non sarà così imponente. Per esempio a Milano, dove i congressi di circolo si sono conclusi, il tesseramento complessivo è stato inferiore a quello del 2012”. Tutto questo rischia di rivelarsi un boomerang imprevedibile. Anche perché poi che la politica conta poco si capisce dal fatto che nella maggior parte delle città i candidati provinciali sono frutto di accordo tra gli sfidanti a livello nazionale. A Bologna è stato eletto Raffaele Do-nini, ufficialmente cuperliano, ma con il sostegno di molti renziani. A Napoli e Firenze i candidati sono ufficialmente condivisi. I congressi di circolo finiscono il 6 novembre: per adesso il comitato Cuperlo canta vittoria. I segretari ottenuti sarebbero 49 a 25. Ma il dato è confuso. Dopo il 6 comincia il voto dei circoli per il leader nazionale e lì si vedrà davvero quanto contano le logiche di appartenenza. Intanto ieri Cuperlo è corso ai ripari, con una lettera ai garanti: “Non possiamo accettare la moltiplicazione abnorme del numero degli iscritti a ridosso delle procedure di voto. Ci sono, in tutta evidenza, regole da rivedere ma intanto va sanzionata la distorsione di gruppi organizzati che dimostrano scarso o nullo interesse per il confronto interno. Ogni degenerazione della vita democratica interna al partito va fermata”.
Perché poi il tema è anche un altro: quali entusiasmi può evocare un congresso combattuto così? Renzi stesso ha messo le mani avanti: altro che i tre o i 4 milioni del passato, ha fissato l’asticella della partecipazione a 2. Dove si sa che più si scende, più scendono i voti per lui.

il Fatto 1.11.13
Osservatore a Lecce Roberto Morassut
“È tutta una guerra tra cordate per il potere”
di wa. ma.

Siamo dentro un delirio parossistico delle cordate, pezzi di partito che lottano per conquistare spazio”. Così Roberto Morassut racconta quello che sta succedendo nei congressi di circolo, il primo atto delle assise del Pd. Parlamentare democratico, ex segretario del Lazio, membro della Commissione per il congresso, Morassut è stato mandato a Lecce come “osservatore”, dove il balzo in avanti delle tessere è quanto meno sospetto.
Onorevole, com’è andata la missione a Lecce?
Sono andato, ho riunito la commissione provinciale, dalla quale sono emersi dati piuttosto preoccupanti sulle procedure del congresso. In ogni circolo secondo regolamento bisognerebbe istituire un ufficio adesioni, un piccolo gruppo che verifica le iscrizioni e istituisce un'anagrafe. Invece in molti circoli questo non è stato fatto, e non si è tenuta neanche una riunione.
Quali anomalie ci sono state?
C’è stata una crescita della quantità di iscritti. Nella provincia di Lecce ci sono 96 comuni di piccola e media dimensione. Nel 2012 le tessere erano 4700, da marzo a oggi ne sono state distribuite ai segretari di circolo 15mila. Non sappiamo ancora quanti iscritti effettivi ci sono stati. A Lecce come in tante altre parti dell’Italia c’è stata una modalità d’afflusso molto discutibile: nessun dibattito, il seggio aperto alla fine, gente che si iscrive, vota e se ne va.
Il congresso è stato sospeso?
Io l’ho proposto, ma la Commissione nazionale ha deciso di aspettare questa settimana per vedere come va a finire.
Lecce non è un caso isolato.
No, è il sintomo di un andazzo, che ci impone di non girarci dall'altra parte. Le cose stanno andando in una direzione che per il Pd potrebbe essere assai dannosa. È un’infezione che può rischiare di riprodursi.
Ci sono contromisure da prendere?
Dieci giorni fa ho proposto una circolare, che poi è stata approvata, in cui si diceva che se il tesseramento superava del 20% quello dell’anno scorso, il congresso o si ferma o si sospende. Si devono studiare delle sanzioni. Questo schifo deve avere fine.
Chi sono i padroni delle tessere?
Siamo dentro un delirio parossistico delle cordate, neanche delle correnti, che avrebbero dignità politica. Sono pezzi di partito che lottano per ottenere prima spazio, poi postazioni istituzionali e che grazie a questi meccanismi saranno poi in grado di condizionare le preferenze alle comunali, alle regionali e casomai alle nazionali. Per questo, modificando la legge elettorale, sarebbe sbagliato reintrodurre le preferenze.
Dietro ci sono i cuperliani o i renziani?
Non sono Renzi e Cuperlo che orchestrano, ma le componenti ormai lanciate in maniera folle alla conquista del massimo consenso possibile, senza rendersi conto che andando avanti così si arriva solo al crollo. Io continuo a sentire militanti che rischiano di restituire la tessera schifati e veder entrare al loro posto persone che si iscrivono al Pd in cambio di qualcosa.
I congressi sono partecipati?
A me risulta che la politica sia totalmente assente, in alcuni circoli di Roma il dibattito è stato addirittura impedito. Nella maggior parte dei casi non ci sono neanche documenti da discutere. I candidati di circolo fanno un discorsetto e poi si apre il seggio
Dunque, bisogna dar ragione a Renzi, che dice che conta solo l’8 dicembre?
No, attenzione è un virus. Non si risolve solo con le primarie, ma con i padroni del partito, che sono in realtà fuori dal Pd, che rischiano di condizionarne la vita e condizionare anche lo stesso Renzi. Perché tanti circoli storici chiudono? Non hanno soldi per l’affitto, per i volantini, per niente. Ma poi durante i congressi i soldi arrivano. Quando il convento è povero e i frati sono ricchi la situazione è quantomeno malata.
camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da camillobenso »

Corriere 1.11.13
Caso tessere, Cuperlo attacca: «È in gioco la nostra dignità»
Accuse tra i candidati. Renzi: non le addebitino a noi
di Ernesto Menicucci

ROMA — Era partito come un fatto locale, episodico, di alcuni «signorotti» che gestiscono pacchetti di voti. Ma, dopo una serie di segnalazioni a macchia di leopardo, il caos sul tesseramento del Pd sale di livello. Ed arriva ad «investire», direttamente, i due principali sfidanti delle primarie dell’8 dicembre: Gianni Cuperlo da una parte, Matteo Renzi dall’altra. Il primo chiede «di mettere un argine: bisogna fermarsi, tutti». Il secondo ribatte: «Le tessere gonfiate? Non ce le addebitassero a noi...». Uno scontro in piena regola, fatto di accuse, veleni, sospetti, che coinvolge i rispettivi «schieramenti» sui territori. Con nuovi episodi: a Frosinone viene annullato il congresso, a Roma ci sono sette seggi «dove Lionello Cosentino prende il 100% dei voti», dice Lorenza Bonaccorsi, renziana.
Cuperlo esce allo scoperto e scrive alla Commissione di garanzia del Pd: «Non possiamo — si legge nella sua lettera — accettare la moltiplicazione abnorme del numero degli iscritti a ridosso del voto. Ci sono regole da rivedere ma va sanzionata la distorsione di gruppi organizzati che dimostrano scarso o nullo interesse per il confronto interno. Ogni degenerazione della vita democratica interna al partito va fermata».
Il rivale di Renzi parla di questa fase, riservata agli iscritti, come «di una straordinaria occasione per affermare la voglia di esserci e di contare dei nostri militanti», di «soddisfazione per un processo così importante», ma insiste: «Non possiamo tacere distorsioni, anomalie, violazioni anche gravi che, in alcune realtà, hanno condotto all’annullamento e al rinvio dei congressi locali. Episodi di assoluta gravità, intollerabili in una comunità, come la nostra, che si propone di unire, rinnovare, rilanciare il Paese. La moralità, il rigore, la serietà sono condizioni irrinunciabili del nostro agire personale e collettivo». Cuperlo chiede alla commissione di «valutare con massima cura ricorsi e denunce che pervengono: bisogna preservare la lealtà e l’onestà della competizione congressuale» anche perché «qui c’è in gioco qualcosa di più importante: la dignità di migliaia di democratiche e democratici italiani».
Ma con chi ce l’ha, Cuperlo? «Ah no, non voglio entrare nel merito, anche se è una situazione che parla da sé... Il problema è un altro: qui ci stiamo giocando la reputazione...». I suoi uomini, però, sono più espliciti: «In molti circoli i dati dei renziani sono schizzati in maniera incredibile...».
Ma anche Renzi, dall’altra parte, si sfoga coi suoi: «Il giochino delle bandierine, su chi vince i congressi locali, mi interessa talmente poco che a Firenze ho fatto votare uno che appoggia Cuperlo... (si tratta di Fabio Incatasciato, sindaco di Fiesole, ndr ). Se poi c’è qualcuno che fa il furbo in giro per l’Italia deve pagare e il partito deve vigilare». Renzi, però, in una giornata in cui interviene su tutto (dalla decadenza di Berlusconi sulla quale «i senatori devono metterci la faccia», alla «vergogna per qualche professionista dell’ideologia», fino alle banche «che non possono vincere sempre: se vogliamo ridurre il contante, bisogna abbassare le commissioni bancarie») non ci sta ad essere chiamato in causa: «Non ci rompessero le scatole a noi. Se ci sono problemi, leggendo i giornali, mi pare siano di più di là...». E aggiunge, il sindaco di Firenze: «Io ero per le primarie aperte anche al livello locale, e per fare i congressi provinciali dopo il nazionale. Non mi hanno detto retta... Che devo fare di più?». Nel suo comitato fanno anche notare «che per gonfiare le tessere serve che ci sia un segretario d’accordo. E noi, l’ultima volta, ne avevamo appena 2 su 108...».

Repubblica 1.11.13
Il Partito democratico
Tessere finte, appello di Cuperlo “Il partito fermi la degenerazione” Renzi: per me contano le primarie
Frosinone, stop al congresso. Caos a Avellino e Cosenza
di Annalisa Cuzzocrea

ROMA — Matteo Renzi si dice «esterrefatto». Pippo Civati raccoglie denunce sul suo blog. Gianni Cuperlo scrive ai garanti del partito per chiedere un intervento deciso contro una «degenerazione» che mette a rischio la dignità del Pd. Dopo il giorno dei casi eclatanti, e dei commissari mandati a verificare cosa stia accadendo - da nord a sud - tra liti nei circoli, tesseramenti gonfiati e file di stranieri in cerca di iscrizione, è venuto quello della presa di distanza da parte dei candidati alle primarie dell’8 dicembre. Perché molte di queste illecite battaglie sono fattein loro nome, ma non - ci tengono a dire - per conto loro.
La segreteria di Guglielmo Epifani non vuole prendere posizione: c’è la commissione congresso a lavoro, si stanno verificando i casi più gravi, i problemi vengono considerati fisiologici, vista la fretta con cui si sono dovuti organizzare i congressi dei circoli e la decisione di tenere le iscrizioni aperte fino all’ultimo. E però, è proprioGianni Cuperlo a chiedere un intervento al partito: «Non possiamo accettare la moltiplicazione abnorme del numero degli iscritti a ridosso delle procedure di voto scrive ai garanti - va sanzionata la distorsione di gruppi organizzati che dimostrano scarso o nullo interesse per il confronto interno». Parla di episodi «intollerabili» e «di assoluta gravità». Chiede tolleranza zero su ricorsi e denunce.
Così, mentre arrivano nuove segnalazioni da Frosinone - dove tre dei quattro candidati provinciali hanno chiesto di invalidare il congresso - e da Roma, dove la coordinatrice renziana lamenta strani plebisciti in alcuni circoli a favore del candidato cuperliano Cosentino, Pippo Civati fa un po’ di conti: «Le tessere in circolazione da marzo sono quasi un milione, di queste almeno la metà è inbianco. Sono in contestazione, o sospesi, o rinviati, congressi in federazioni del Piemonte (Asti e Torino), Veneto (Rovigo), Toscana (Livorno e Siena), Lazio, Campania (Caserta, Avellino e Napoli), Basso Molise, Puglia (Foggia e Lecce), Calabria (Cosenza), Sicilia (Catania, Ragusa e Trapani). In alcuni casi si tratta di singoli circoli o città, in altri dell’intera federazione». La corsa alle tessere serve a stabilire gli equilibri dei congressi di circolo (che si terranno dal 7 al 17 novembre): una sorta di prova di forza tra i candidati nazionali sul territorio, ma anche una guerra per stabilire piccoli potentati locali da far pesare al momento giusto. «È una cosa fuori dalla grazia di Dio», dice Matteo Renzi ai suoi. Nonostante qualche caso, come quello di Asti, sia attribuito anchea persone che lo sostengono, il sindaco ricorda di aver «votato e sostenuto a Firenze un segretario provinciale che vota Cuperlo». Non capisce questa «corsa sfrenata », perché «la conta si fa il giorno delle primarie, a noi non deve interessare mettere delle bandierine ». Il senso dei congressi di circolo, per il sindaco, dovrebbe essere quello di cercare il candidato giusto per il territorio. Non ha nulla a che fare con quello che avverrà nei gazebo l’8 dicembre. «Che localmente ci sia gente che vota Renzi, Cuperlo, Civati o Pittella che fa porcate può darsi, ma io non c’entro nulla, sto lontano mille miglia ». Quindi, «la vigilanza sia massima e se qualcuno tenta di inquinare i congressi paghi». Questi giochini - ragionano i suoi - ci sono sempre stati, anche alle primarie nazionali. Per questo è importante che siano in tanti a votare: perché su tre milioni di persone gli imbrogli di bassa lega sono ininfluenti.

Repubblica 1.11.30
L’amaca
di Michele Serra

“Se dove prendiamo 50 voti si iscrivono in 150 è chiaro che c’è qualcosa che non va”, dice il responsabile dell’organizzazione del Pd, Davide Zoggia. Effettivamente. Nel Pd, ogni volta che ci si avvicina alle primarie, le tessere girano a mazzi, come carte da poker. Difficile immaginare che a quei pingui pacchetti corrispondano scelte individuali non dico meditate, non dico sofferte, ma almeno somiglianti a una scelta politica importante come l’iscrizione a un partito.
Come è tipico della storia recente della sinistra, si è passati piuttosto repentinamente da un eccesso di solennità (la tessera del Pci te la facevano sudare, prima di averla dovevi appiccicare un bel po’ di manifesti ai muri, e in certe sezioni dovevi allegare anche una piccola biografia per far capire meglio chi eri e da dove venivi); da un eccesso di solennità, dicevo, a un eccesso di svacco. Era sbagliata – perché severa e occhiuta – la solennità, è umiliante lo svacco, che trasforma le tessere di un partito in fiches per giocarsi posti e posticini di comando. Si presume che almeno alcuni dei nuovi iscritti siano autorizzati a riflettere sulla celeberrima battuta di Groucho Marx: non mi iscriverei mai a un club che avesse tra i suoi iscritti uno come me.

Repubblica 1.11.13
L’ex Psi La Ganga si schiera per Matteo “Ha carisma, come Bettino Craxi”

ROMA — «Sostengo Renzi perché vuole aderire ai socialisti europei e perché il centrosinistra in questi vent'anni non ha dato grandi prove, bisogna voltare pagina. Renzi ha carisma come ne aveva Craxi». Lo afferma Giusy La Ganga, ex socialista e oggi consigliere comunale a Torino per il Pd. La Ganga durante Tangentopoli ha patteggiato una condanna a un anno e otto mesi per finanziamento illecito ai partiti.
camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

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Sentito Cuperlo a Otto e mezzo.

In milanese : "Che casciabal"
camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

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Repubblica 1.11.13
Civati a Repubblica Tv: né Cuperlo né Renzi hanno fatto davvero i conti con quel che è successo con i 101 anti-Prodi
“Io l’unico in campo contro le larghe intese”
intervista di Michela Scacchioli

ROMA — Sul voto palese Pippo Civati non cambia idea. Per il candidato alla segreteria del Pd quella votata in giunta al Senato è «una forzatura tecnica» che consente al Pdl di strepitare. Non cambia idea nemmeno sul governo delle larghe intese: «Un problema politico gigantesco». Intervistato daRepubblica Tv ne ha per gli sfidanti in corsa. Attacca Matteo Renzi, che è tutto proiettato sul futuro e dimentica quel che è accaduto dopo le elezioni. E punzecchia Gianni Cuperlo: «A differenza sua io non ho D’Alema come principale sponsor».
Civati, lei era in aula a Montecitorio mentre fuori i movimenti per il diritto alla casa hanno manifestato in pieno centro a Roma.
«Quello che è successo fuori dal Parlamento è un fatto di estrema gravità perché c’è un problema clamoroso di disagio sociale in questo Paese. Il governo dovrebbe aprire un confronto meno emotivo con i movimenti in lotta per la casa. Purtroppo una delle prime priorità è stata la questione dell’Imu, perché è stato Berlusconi a imporcela. Forse quando si parla di politiche per la casa bisogna andare in una direzione diversa».
Se alle primarie vince Renzi, lei dopo unisce la propria proposta politica a quella di Cuperlo?
«Al massimo sarà Cuperlo a unirsi alla mia. Il motivo per cui siamo lontani non è solo che io non ho D’Alema come principale sponsor, che mi sembra comunque decisivo, ma anche per una certa lettura acritica rispetto a quello che è successo, ad esempio a proposito dei 101… Comunque, andiamo fino in fondo, dopo collaboreremo».
Sulla decadenza da senatore di Berlusconi lei era per il voto segreto.
«Il voto palese dal punto di vista tecnico è una forzatura. Se qualcuno dall’altra parte strepita, qualche argomento ce l’ha. Per me, dal punto di vista sostanziale, Berlusconi è decaduto all’inizio di agosto. È stato condannato per frode fiscale. Punto. Eccepisco dal punto di vista tecnico. Questa è la stagione del decadentismo, come in letteratura. Sono quattro mesi che parliamo della decadenza di Berlusconi.Non se ne può più. Se andiamo avanti così, decadiamo prima noi».
Perché il 2 ottobre non ha votato la fiducia a Letta?
«Se non riusciamo nemmeno a fare la riforma elettorale, che senso hanno le larghe intese? La realtà è che il Pdl non vuole la riforma. Il Pd, invece, potrebbe trovare una mediazione e il congresso potrebbe essere utile anche per questo. Io voterò pure la fiducia al governo, se il mio partito me lo chiede. Ma il problema politico è gigantesco, perché stiamo facendo cose molto lontane da quelle che abbiamo promesso agli elettori. Noi siamo figli di quella notte, la notte dei 101, dopo la quale siamo piombati in un precipizio».
C’è chi le chiede di rivelare i nomi dei 101 che hanno fatto cadere Romano Prodi candidato al Quirinale.
«I nomi dei 101? Gli altri soprassiedono perché il tema è imbarazzante. Solo io ne parlo, nella mozione congressuale. Io non ne ho nessuno dei 101, e se vinco io nel gruppo dirigente non ce ne sarà neanche uno. Farò fare delle perizie calligrafiche, dovranno scrivereProdi».

Repubblica 1.11.13
La nebbia che circonda il Pd
di Guido Crainz

NON può esser sottovalutato il pessimo messaggio che viene dalle pratiche segnalate in alcuni congressi locali del Pd: tessere triplicate, risse, denunce, elezioni fantasma e così via.
Un danno vero per l’immagine stessa di una democrazia, non solo di un partito: di qui l’urgenza di prese di posizione concrete, drastiche ed esemplari da parte di tutti i candidati alla segreteria nazionale. L’urgenza di dissolvere ogni nebbia: senza se e senza ma, e senza accuse reciproche che malamente maschererebbero un problema collettivo. Non è lecita nessuna minimizzazione. Quegli episodi mostrano che siamo ben lontani dal rispondere alla crisi della politica con una vera inversione di tendenza, con un colpo d’ala in zona estrema: questa però doveva provare a fare un Pd giunto dopo il voto di febbraio al punto più basso della sua pur breve e tormentatastoria. In realtà col passar del tempo la speranza è diventata via via sempre più flebile, e dalla sua vita interna sono venuti segnali sempre più sconfortanti. Lo conferma l’andamento stesso delle iscrizioni, dimezzate in un anno, ed era difficile immaginare un rovesciamento così drastico rispetto alle primarie di appena un anno fa: rispetto alla vitalità che avevano messo in luce, alle passioni e alle speranze che avevano riacceso. Mancò certo dopo di esse la capacità di aprirsi realmente alla società, di muovere alla conquista di incerti e delusi: delusi anche dal funzionamento sempre più appannato della nostra democrazia. Mancò la capacità, se non la volontà, di prender atto del frastuono d’allarme che era venuto dal voto in Sicilia, con l’astensione oltre il 50% e il Movimento 5 Stelle primo partito dell’isola. Allarme presto rimosso: è sembrata prender cor-po semmai l’idea nefasta che possa esservi una “democrazia al 50%”: che si possa cioè governare un paese non conquistando nuovi consensi ma perdendone meno del proprio antagonista, e considerando irrilevante il tasso e la qualità della partecipazione. Già tempo fa Ilvo Diamanti segnalava che per una metà degli italiani era possibile anche una democrazia senza i partiti, e da allora questa convinzione si è ulteriormente diffusa. E si è diffusa ancor di più l’idea che non vi possa essere una vera democrazia con questi partiti: un giudizio terribile. Eppure non erano mancati in tempi relativamente recenti segnali di vitalità e di speranza, e si pensi solo alle elezioni amministrative o ai referendum di due anni fa. Sembra purtroppo un’immagine lontana la lunga fila di cittadini in coda a Milano per stringer la mano al neosindaco Pisapia: quei segnali non hanno trovato a livello nazionale una sinistra capace di accoglierli, capace di lasciarsene ispirare. Capace di frenare le derive che investono ormai in modo aperto il rapporto fra cittadini e istituzioni: ma non può esservi oggi nessuna sinistra se non pone al centro la riforma radicale della politica e l’inversione di quella sfiducia che sembra aver superato ogni argine.
Si legga in questa chiave quel che è avvenuto in questi mesi nel Pd, dal non dissolto mistero dei “101” che hanno affondato la candidatura di Romano Prodi al non eccelso livello dei suoi dibattiti, o dei suo scontri, interni: si capirà meglio allora quanto la situazione si sia aggravata. Essaè stata poi ulteriormente, e inevitabilmente, appesantita dallo scenario delle larghe intese e dalla scarsa chiarezza con cui ci si è mossi all’interno di esse: con cedimenti sui contenuti che hanno peggiorato la situazione concreta e offuscato gravemente la direzione di marcia, come è avvenuto sull’Imu; e con l’assenza di priorità capaci di identificare il centrosinistra e il suo progetto di futuro. Un panorama sconsolante, e anche per questo gli episodi di questi giorni, per limitati che possano essere (e non lo sembrano più di tanto), non fanno che ingrossare una valanga di sfiducia già avviata: una valanga che rischia di travolgere qualcosa di molto più importante di un “partito di micronotabili” (sembra difficile oggi dissentire da questa impietosa analisi). Ove le derive non fossero drasticamente e immediatamente frenate rimarrebbero davvero pochi argomenti a chi si oppone all’ipotesi di un “partito personale”: cioè a chi crede ancora ad un’organizzazione politica basata su modalità collettive e continue di progettazione e di azione. E gli stessi contorni di un “partito personale” verrebbero minati alla radice dal molteplice agire di tarli e termiti. Per molti versi dunque quel che è avvenuto in questi giorni sta mettendo preventivamente alla prova la reale idea di partito di ognuno dei candidati alla segreteria del Pd. Di qui l’urgenza di atti concreti, esemplari e drastici: in primo luogo nei confronti dei propri sostenitori che si fossero resi responsabili di quelle inaccettabili pratiche.
camillobenso
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Casotto - 1


06 NOV 2013 18:48
CHIUDERE IL RECINTO QUANDO I MILITANTI (FINTI) SONO ENTRATI! - EPIFANI: “FERMARE IL TESSERAMENTO PD” - RENZI: “FATE PURE, MA VI INTERESSA SOLO LITIGARE SULLE REGOLE”
Il segretario Pd propone (troppo tardi) di fermare il caos di tessere false, immigrati iscritti in massa, vecchi marpioni con pacchetti di voti: “Da lunedì verificheremo se ci sono le condizioni, con l’accordo dei candidati” - Renzi incazzato ma disponibile, Civati contrario…





Da http://www.corriere.it

Chiudere i tesseramenti al Pd nel momento in cui si aprono i congressi di circolo, a patto che su questo ci sia l'accordo di tutti i candidati alla segreteria. Ad avanzare la proposta in mattinata è Guglielmo Epifani, durante la riunione di segreteria. L'idea arriva direttamente dal candidato alla segreteria Gianni Cuperlo. Poche ore dopo, nel pomeriggio, arriva anche l'ok ufficiale dalla segreteria che «condivide» la proposta di Epifani. Alla presenza però, ha spiegato Davide Zoggia al termine della riunione, di determinate condizioni.

LE CONDIZIONI - «La prima condizione è che in questo fine settimana i circoli dovranno restare aperti -ha chiarito Zoggia-. La seconda è che tutti i candidati alla segreteria siano in accordo, e per questo in queste ore Epifani farà delle verifiche sulle adesioni dei candidati». Il responsabile organizzativo, tra l'altro, ha spiegato che sarà necessario «domani nella commissione Congresso trovare le modalità per realizzare concretamente la proposta». Con il mandato a Epifani di verificare se ci siano le condizioni per fermare i nuovi tesseramenti a partire da lunedì, la segreteria del Pd si pone l'obiettivo di «tutelare le primarie e il percorso congressuale che, fino ad ora, è stato molto partecipato», ha concluso Zoggia.

LA REPLICA DI RENZI - Il candidato alla segreteria Matteo Renzi, sfidante di Cuperlo, dice la sua a riguardo: parla di «conta fasulla» e sostiene che il partito è «piombato nella discussione sulle false tessere, spinto da un irrefrenabile desiderio di tornare a litigare sulle regole». Da qui la risposta diretta a Epifani: si blocchino pure i tesseramenti a patto che «finalmente il Pd torni a discutere di questioni concrete».

CONTRARIO CIVATI - Assolutamente contrario all'idea di bloccare il tesseramento è invece Pippo Civati. «Mi sorprende - dice il candidato alla guida del Pd - che Renzi abbia cambiato idea anche su questo». Civati ricorda di aver lanciato l'allarme sui tesseramenti mesi fa e sottolinea che Renzi e Cuperlo sarebbero dovuti intervenire prima sulla questione. «Bloccare tra 3 o 4 giorni» il tesseramento «blocca quelli col pullman ma blocca anche la gente normale. Mi sembra una misura limitata e pericolosa», dice Civati. «Quelli che han già fatto le tessere - aggiunge - hanno vinto. Domani ci sarà la commissione, io capisco l'appello di Epifani ma la soluzione mi sembra peggiore del danno». «Io una soluzione la vorrei trovare - ribadisce - ma questa cosa del blocco del tesseramento è controproducente. Una pezza peggiore del buco».
camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

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