il diktat Fiat ...un chiaro segno dei tempi(?)

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erding
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il diktat Fiat ...un chiaro segno dei tempi(?)

Messaggio da erding »

l'Unità e il diktat Fiat, Guccini:
«Se è audace mostrare il giornale»


Di Toni Jop
25 febbraio 2012

«Butta male, mi sembra, e non solo perché si rivede una ideologia di potere che avremmo giurato d’aver salutato decenni fa. Come la chiudi una vicenda del genere? Tutto cambia? Forse, ma lo stile con cui si è buttata la bacheca dell’Unità alla Magneti Marelli odora d’antico, mah!». Perplesso, Francesco Guccini ascolta le voci allarmate che salgono dalla sua Bologna: notizia d’emergenza, in fabbrica, il padrone ha “cancellato” l’Unità.

Francesco, tanto tempo fa in “Eskimo” hai raccontato che mentre la classe operaia conquistava diritti, noi avevamo “L’incoscienza dentro al basso ventre e alcuni audaci in tasca l’Unità”. Te lo saresti aspettato che a distanza di parecchie ere sarebbe tornato ad essere un gesto audace mostrare in pubblico questo giornale?

«Può darsi. Siamo di fronte ad un chiaro segno dei tempi».

Che dicono cosa?

«Che la Fiat può fare le sue leggi e pretendere che siano leggi rispettate nonostante siano in conflitto con la Costituzione..».

Bene, allargando le spettro si riesce a chiarire il concetto su cui questi tempi pretendono di fondarsi?

«Direi di sì: il padrone comanda e tu obbedisci, tu devi fare come il padrone ti ordina di fare. Però...».

Però che?

«Però, non è più quel tempo e neppure l’Unità è più quella di una volta. Allora si affermava un’alternativa in netto antagonismo con l’ordine costituito sulle esigenze del sistema di potere; oggi, franate le ideologie, questa storica testata si è assestata su posizioni certamente “dure” ma non antagoniste. Direi che la Fiat, Marchionne, ha deciso di giocare una partita sui simboli».

Quando questo accade, in genere si può concludere che hanno deciso di alzare il livello dello scontro...

«E li capisco, dal punto di vista strategico. Anzi, mi sa che stanno vincendo la mano: avessero toccato l’Unità quarant’anni fa sarebbe venuto giù il cielo, non solo a Botteghe Oscure. Ti risulta che il mondo culturale e politico italiano stia ribollendo di rabbia per quella bacheca? Se il cielo non vien giù nemmeno quando un padrone cancella un sindacato dalla fabbrica e strappa dai muri della fabbrica l’Unità, vuol dire che il paese non è in grado di reagire».

Dici “paese” per dire “sinistra”...

«Sì e no, mi riferisco, qui, alla gente, agli italiani. Sono stanchi della politica che conoscono, la vedono occupata a conservarsi così com’è mentre la crisi li fa a pezzi, ed ecco che un caso clamoroso di discriminazione politica non fa notizia».

Non ti pare che quel che è accaduto in fabbrica, quel brusco irrigidimento dei rapporti di potere, stia modificando, in modo più strisciante, anche gli assetti sociali nel nostro paese, dentro e fuori i luoghi di lavoro?

«Mi pare evidente. E non è che la sinistra riesca ad offrire una via d’uscita comprensibile per tutti, condivisa. Perfino sul caso dell’articolo 18 mi sembra che nel Pd non siano tutti d’accordo».

Tu sì? Cioè, per te l’articolo 18 non deve essere messo in discussione?

«Credo di no, come fai a svendere dei diritti? Tra l’altro, a sentire Confindustria, par che se si fa saltare quell’articolo, in Italia spunterà il sole e l’inverno della crisi sarà finito. Giocano pesante su un chiavistello che non ha mai impedito ad un padrone di licenziare, se non quando lo faceva in manifesta violazione delle leggi. Eppure insistono, si accaniscono»...

O mangi questa minestra o salti dalla finestra: già sentita?

«Tutto funziona così: o si stringe la cinghia soprattutto nei piani bassi della società oppure si va in default. Va bene, stringiamo la cinghia. E per fortuna che questo governo non si può nemmeno paragonare a quello di Berlusconi. Ma mica lo so se questo fardello di misure economiche è tutto giusto e buono».

“Una guida non sicura, poco allegra è l’avventura”, cantava Pietrangeli...

«Infatti, lo si capisce anche da quel che ha detto Celentano l’altra sera: a lui piace Grillo, si cercano leader al di fuori dei territori conosciuti. E a Napoli, Genova, Milano: qui è il Pd che ne ha fatto le spese con i suoi candidati».

Anche tu cerchi fuori? Anche tu hai un Grillo per la testa?

« No, no. Sono costruttivo, non disperdo il mio voto, l’ho dato e lo darò al Pd, benché non mi soddisfi del tutto. Ma o si passa col Pd o i Marchionne d’Italia assumeranno l’Italia come colf e le vieteranno di leggere l’Unità...».

http://www.unita.it/italia/francesco-gu ... e-1.385545
pancho
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Re: il diktat Fiat ...un chiaro segno dei tempi(?)

Messaggio da pancho »

@Erding

su questa questione non ho visto una grande risposta compatta del PD a parte bersani e qualcun altro. Tanto tanto meno di quello che e' successo dopo le dichiarazioni di Celentano su famiglia cristiana.

Inutile....siamo sempre li. E' stata una fusione a freddo e basta, Questi sono i risultati. Inutile ripetermi sempre.

un salutone
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
Joblack
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Re: il diktat Fiat ...un chiaro segno dei tempi(?)

Messaggio da Joblack »

gi.bo. ha scritto:@Erding

su questa questione non ho visto una grande risposta compatta del PD a parte bersani e qualcun altro. Tanto tanto meno di quello che e' successo dopo le dichiarazioni di Celentano su famiglia cristiana.

Inutile....siamo sempre li. E' stata una fusione a freddo e basta, Questi sono i risultati. Inutile ripetermi sempre.

un salutone
@gi.bo.

certamente è stata come dici tu "una fusione a freddo" ma con l'aggravante che approfittando della legge elettorale dei "nominati" si è fissata a tavolino la percentuale degli eletti dei 2 ex partiti.

Io sono stato tra quelli che non hanno potuto votare PD alle ultime elezioni politiche perchè il mio capolista era un ex Margherita (peraltro coinvolto con mani pulite).

Il massimo disprezzo della democrazia interna ad un partito.

Bye

Jo
Toro Seduto (Ta-Tanka I-Yo-Tanka)

‘‘Lo Stato perirà nel momento in cui il potere legislativo sarà più corrotto dell’esecutivo’’. C.L. Montesquieu
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