Come se ne viene fuori ?

E' il luogo della libera circolazione delle idee "a ruota libera"
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camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

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Ad merlam merlorum in saecola saecolorum - 22
Forza merli - 22

La ripresa,……….per il c… - 21
Alegher, alegher,...............- 3



Modificato l'articolo 1 della Costituzione del 1948


Art. 1

L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sulle BALLE.

La sovranità appartiene al popolo DELLA CASTA, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

*****


Le balle spaziali di Enry Jo Condor.


Per Enry è un fatto gravissimo quello della Nocerina. Ma quello della corvetta Chimera è 1000 volte più grave. Ma Enry tace, ...da buon chierichetto democristiano.

Se dovessimo chiedere ad un novantenne che sta per passare dall'altra parte, avendo vissuto sempre in Italia, il significato filosofico della vita, non potrebbe che rispondere:

"UNA GRANDISSIMA PRESA PER IL KIULEN"


LA CRISI - IL PREMIER AL CONSIGLIO NAZIONALE DEL CONI
Il premier Letta: «La ripresa
è a portata di mano»

«Deve tornare la fiducia in noi stessi». Sul caso Nocerina: «Fatti gravissimi, serve tolleranza zero»


«Per far ripartire l’economia e i consumi l’elemento di fiducia è fondamentale». Lo dice il premier Enrico Letta al Consiglio nazionale del Coni. «Ci sono segnali macroeconomici che non si vedono né si toccano», ma osserva il presidente del Consiglio, i dati «ci dicono che la ripresa nel 2014 è a portata di mano». Il presidente del Consiglio non si nasconde comunque la difficoltà nel far quadrare i conti pubblici nel 2013. «La ripresa nel prossimo anno è alla nostra portata anche se i dati ancora non si vedono perché la disoccupazione è cresciuta - ha spiegato il premier -, ma il segnale dei dati sulla ripresa ci possono far invertite la tendenza». Il presidente del Consiglio, parlando del mondo dello sport, ha sottolineato che «il segnale di fiducia è fondamentale, attorno al vostro mondo gira la possibilità di far ripartire questa fiducia».

NOCERINA - Poi commentando il derby farsa tra Nocerina e Salernitana Letta è stato inequivocabile: «Domenica abbiamo assistito a fatti gravissimi, nei confronti dei quali serve la tolleranza zero. Sono episodi che hanno un effetto drammatico nei confronti dei valori che lo sport trasmette».

LO SPORT - «Non ci devono essere zone d’ombra circa l’impegno di tutti per trasmettere esempi positivi nello sport, lo stesso vale per la lotta al doping». Il premier ha invitato a «trasmettere valori fondamentali per l’educazione, perché il paese nel complesso sappia che lo sport è rispetto delle regole, impegno, merito». Quindi Letta ha ribadito: «Il tema che nello sport le scorciatoie non servono, credo sia uno dei grandi valori da tramettere a tutto tondo». «L’effetto negativo di quella vicenda è drammatico non solo per i valori che il mondo dello sport trasmette. In nostri figli - prosegue il premier - non sanno chi è il presidente del Consiglio ma sanno chi è il giocatore o l’allenatore ed ascoltano le sue parole che per loro sono un valore. Per questo a riguardo il nostro mondo deve essere durissimo».

LE OLIMPIADI - Letta, concludendo il suo intervento ha assicurato il sostegno del Governo al Coni per la candidatura dell’Italia per le Olimpiadi in programma nel 2024: «Le Olimpiadi da portare in Italia credo che sia un obiettivo alla nostra portata ed è una partita che dobbiamo giocare. Sono impegnato in prima persona». «Di questa legislatura iniziata un po’ zoppicante - ha aggiunto Letta - bisogna fare una legislatura costituente per lo sport italiano. È possibile se ci mettiamo tutti di impegno».

13 novembre 2013
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camillobenso
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Il premier Letta: «La ripresa
è a portata di mano»

«Deve tornare la fiducia in noi stessi»
Enry il chierichetto perfetto


IL GRANDE FARTELLO NON RIPORTA GLI ULTIMI 2 SUICIDI DI IMPRENDITORI DI DUE GIORNI FA.

*

«Troppi problemi, devo chiudere»
Poi l'imprenditore s'impicca /Foto
Tasse alle stelle e poco lavoro: 57enne annuncia il fallimento
ai dipendenti poi si toglie la vita con un cavo metallico
http://www.gazzettino.it/NORDEST/PADOVA ... 7345.shtml

*

LA RIFLESSIONE
Suicidi, la solitudine degli imprenditori
Individualismo. Legami sociali deboli. Dietro il dramma di chi si toglie la vita l'assenza dello Stato. E il silenzio della politica.
di Antonietta Demurtas

http://www.lettera43.it/economia/macro/ ... 591705.htm

*

Austerità, un report lancia l’allarme: “Suicidi per la crisi aumentati del 40%”
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 3 giugno 2013
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Tra il 2012 e i primi tre mesi del 2013 121 persone si sono tolte la vita per cause legate direttamente al deterioramento delle condizioni economiche personali o aziendali, il 40% in più rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente. E’ uno dei dati allarmanti riportati nel report “Il mondo al tempo dell’austerity – rapporto s
erding
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Re: Come se ne viene fuori ?

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Caro Uncle,
è dal 06/04/2012, ore19:00 e 4395 interventi che ci poniamo, e ci perseguita, la fatale domanda:
Come se ne viene fuori?

Finora non abbiamo trovato risposte esaurienti e decisive.
La crisi non è soltanto economica è sopratutto crisi morale.
Forse che, stando le cose come stanno, con i soliti mezzucci, con gli attori politici che sono attualmente in scena,
possiamo solo dire ...NON se ne viene fuori.

Per come tutto è degradato non ci si può affidare a piccoli espedienti, non basta una brezza ci vorrebbe un vento impetuoso.
Non bastano piccole manovre, occorrerebbero azioni forti e radicali.
Occorrerebbe una rivoluzione!

Il fatto è che la rivoluzione non è nel carattere dell'italiano medio,
le rivoluzioni hanno bisogno di uomini forti, generosi, liberi, risoluti, scevri da compromessi, ma purtroppo,
noi italiani siamo lontani da tutto questo.

E' amaro riconoscerlo ma saggezza vorrebbe che ci si rassegnasse.
Non avrei mai pensato, dopo una vita ormai per lo più spesa, ritrovarmi a ragionare così e cedere alla resa.

un saluto erding
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

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La lunga agonia italiana – 135
Un drammatico vuoto di potere - 126
I giorni della follia - 126
Sotto le macerie - 60
Implosion - 42
Cosa c'è dietro l'angolo - 26
Il tracollo prossimo venturo - 16

Scenari a breve - 1


Corriere 13.11.13
La scissione pidiellina che fa paura ai democratici
di Maria Teresa Meli


ROMA — Non c’è giorno che un dirigente del Pd, un deputato o un senatore, non si avvicini a un collega del Pdl per capire che cosa stia effettivamente accadendo da quelle parti.

Sarà o non sarà scissione?

Quasi superfluo dire che le risposte sono quanto mai confuse e contribuiscono ad alimentare dubbi e interrogativi nel Partito democratico.

Ieri su Europa il direttore Stefano Menichini ha posto la questione con molta chiarezza.

A suo giudizio sbaglia chi pensa che i gruppi parlamentari dei fuoriusciti guidati da Alfano renderebbero più solido il governo.

Anzi: «Dalla scissione del Pdl gli verrebbe un beneficio avvelenato».

Perché in questo modo Berlusconi salverebbe «capra e cavoli».

Ossia, potrebbe fare la sua campagna contro il governo delle tasse, senza però andare alle elezioni, perché i transfughi terrebbero su Letta il tempo necessario per logorare il Pd.

È una preoccupazione, questa, che nutrono in molti.

Paolo Gentiloni non fa mistero di pensarla così.

=============================================================
E lo dice da giorni: «Se Berlusconi e Grillo si mettono a fare campagna contro il governo, per il Pd saranno problemi».
=============================================================

Il segretario del Partito democratico Guglielmo Epifani ha già avuto modo di spiegare come la pensa: «Noi non accetteremo un bis del governo Monti».

Già, perché questo è il rischio: che il Pd porti la croce dell’esecutivo e al momento del voto ne paghi le conseguenze.

Più ottimista il renziano Yoram Gutgeld:
«Questo governo — osserva — non sta facendo niente. Nemmeno la legge di Stabilità che, diciamoci la verità, al momento non esiste, però Letta è bravissimo a galleggiare. Se ci fosse la scissione potrebbe tirarla per le lunghe meglio, è vero, ma non possiamo dimenticarci che l’otto dicembre verrà eletto il nuovo segretario del Pd: arriverà Renzi e il Partito democratico si farà sentire. Figuriamoci se Matteo gli fa fare la fine che ha fatto con il governo Monti».

Le opinioni nel Pd sono molteplici.

Passeggiando lungo il Transatlantico di Montecitorio un altro esponente renziano, Angelo Rughetti, chiacchiera con un collega di partito in questi termini:
«Tutto dipenderà dai numeri. Se Alfano avrà tanti parlamentari disposti ad andare con lui il governo procederà con maggiore facilità e la scissione diventerà molto più probabile. In caso contrario, non se ne andrà nessuno dal Pdl e allora per il governo vi saranno maggiori problemi».

Ufficialmente il sindaco di Firenze continua a ripetere sempre le stesse frasi:
«La durata del governo non dipenderà dalla scissione o meno del Pdl ma da quello che farà».

E a Letta lui ha fatto sapere per l’ennesima volta che «con me segretario il governo sarà più forte, non più debole, di questo non ti devi preoccupare».

Ma in realtà è Matteo Renzi che, forse, dovrebbe preoccuparsi.

Almeno stando a sentire quello che ormai Beppe Fioroni dice apertamente in Transatlantico, senza usare troppi giri di parole:
«Ma non avete visto che twittando il sindaco di Firenze ha fatto una sparata sulla legge elettorale. Ci credo, ha paura. Perché sa che potrebbe esserci un sistema che renderebbe più facile ad Alfano la scissione, perché lo garantirebbe evitando il bipolarismo secco. E allora il governo andrebbe avanti almeno fino al 2015 e per il povero Renzi sarebbero guai grossi. Del resto, a Letta per primo conviene puntare su questa scissione e sulla nascita di un nuovo soggetto politico».

Ma è veramente così come dice Fioroni?

Ufficialmente no, però i renziani sanno bene che una legge elettorale che consegni il Pd a percentuali intorno al 20 per cento sarebbe la fine per il loro leader.

E la notizia che Enrico Letta, oggi, dovrebbe partecipare con Bersani alla presentazione del libro «Giorni Bugiardi», dei due pasdaran dell’ex segretario, Stefano Di Traglia e Chiara Geloni, non è vista come un buon segnale.

Infatti lì la parte del cattivo la fa Renzi: come mai il premier avrebbe deciso di presenziare alla presentazione di quel pamphlet ?
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

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Scenari a breve - 2


TG3 - ore 19,00

Coppi annuncia : La richiesta grazia è tramontata


*

IL COMMENTO DELL’AVVOCATO
Berlusconi: Coppi, richiesta grazia è tramontata
Il legale del Cavaliere, condannato per il processo Mediaset
Il Pd avverte: «Sulla decadenza non ci sarà alcuno slittamento»




La richiesta di grazia per Silvio Berlusconi «è tramontata». Lo ha spiegato Franco Coppi, uno dei difensori del Cavaliere, al termine dell’udienza dell’appello `bis´, in corso a Milano, sulla tentata scalata da parte di Unipol avvenuta nel 2005. Berlusconi è stato condannato in via definitiva per frode fiscale a quattro anni di carcere - tre dei quali condonati dall’indulto - nell’ambito del processo Mediaset. I suoi legali hanno depositato la richiesta di affidamento in prova ai servizi sociali. Il dibattito sul tema della grazia all’ex-premier va avanti ormai da mesi e più volte i suoi legali hanno smentito che i figli di Berlusconi abbiano presentato una richiesta in tal senso al Quirinale.

IL PD: NO A SLITTAMENTI SULLA DECADENZA - Intanto, arriva la precisazione del Partito Democratico sulla ventilata possibilità di far slittare il voto sulla decadenza di Berlusconi: «La decadenza di Silvio Berlusconi da senatore sarà votata secondo il calendario previsto», lo ha ribadito Danila Leva, responsabile Giustizia dei democratici. «È impensabile uno slittamento voto», ha spiegato, «abbiamo sempre rispettato regolamenti e procedure, e continueremo a farlo. Tutto dovrà avvenire secondo il regolamento». «Il principio di legalità non può essere sacrificato su nessun altare», ha chiarito.

13 novembre 2013
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camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

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lucfig
Inviato: 11/10/2013, 13:05

Come se ne viene fuori?

Dopo 4.228 messaggi non sono riuscito a trovare una risposta.

E' solo colpa della classe politica?

E' solo colpa di Berlusconi?

Io credo che il punto centrale sia che non riusciamo più a parlare di futuro e stiamo sempre girati a guardare il passato. Per questo inciampiamo!

Inoltre questo egoismo che ci fa guardare solo e solamente il nostro orticello ha fatto si che adesso viviamo in un deserto.

Aggiungici la lobitizzazione fatta dai mass media ... e il gioco è fatto.

Ma come se ne viene fuori?

_________________


***


erding
Inviato: ieri, 13:12

Caro Uncle,
è dal 06/04/2012, ore19:00 e 4395 interventi che ci poniamo, e ci perseguita, la fatale domanda:
Come se ne viene fuori?

Finora non abbiamo trovato risposte esaurienti e decisive.
La crisi non è soltanto economica è sopratutto crisi morale.
Forse che, stando le cose come stanno, con i soliti mezzucci, con gli attori politici che sono attualmente in scena,
possiamo solo dire ...NON se ne viene fuori.

Per come tutto è degradato non ci si può affidare a piccoli espedienti, non basta una brezza ci vorrebbe un vento impetuoso.
Non bastano piccole manovre, occorrerebbero azioni forti e radicali.
Occorrerebbe una rivoluzione!

Il fatto è che la rivoluzione non è nel carattere dell'italiano medio,
le rivoluzioni hanno bisogno di uomini forti, generosi, liberi, risoluti, scevri da compromessi, ma purtroppo,
noi italiani siamo lontani da tutto questo.

E' amaro riconoscerlo ma saggezza vorrebbe che ci si rassegnasse.
Non avrei mai pensato, dopo una vita ormai per lo più spesa, ritrovarmi a ragionare così e cedere alla resa.

un saluto erding


********


Cari, lucfig ed erdig - 1

la prima riflessione in merito ai vostri interventi è:

“ Siamo in grado di calcolare il prezzo che ci costa e ci costerà cedere alla resa? E’ un costo sostenibile?”


Seconda riflessione

Le prospettive che abbiamo di fronte sono:

1) La via democratica
2) La via europea ( un direttorio europeo che sostituisca la classe dirigente italiana di primo livello)
3) La via rivoluzionaria
4) La via autoritaria
5) Il progressivo incedere nella debolezza più assoluta che non porta a soluzioni adeguate al contesto nazionale ed internazionale che prima o poi crea forti cedimenti strutturali tali da mettere parti della società una contro l’altra.
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

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La lunga agonia italiana – 138
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Il tracollo prossimo venturo - 19



Le soluzioni cazzute portano a conseguenze cazzute.

Tutto inizia nel giugno del 2008, ma prima occorre rifarsi all’antefatto.

Da Wikipedia
Governo Prodi II

Cronologia

• 24 gennaio 2008. Dopo il dibattito del Senato sulla fiducia, il governo è battuto con 156 sì e 161 no[21]. Hanno negato la fiducia al Governo i seguenti senatori eletti in liste dell'Unione: Tommaso Barbato (UDEUR), Clemente Mastella(UDEUR), Lamberto Dini (Liberaldemocratici, eletto nella Margherita), Domenico Fisichella (indipendente, eletto nella Margherita), Franco Turigliatto (Sinistra Critica, eletto in Rifondazione Comunista), Sergio De Gregorio (Italiani nel Mondo, eletto nell'Italia dei Valori), che era già passato nella Casa delle Libertà nel settembre 2007. Si è astenuto (ma l'astensione al Senato ha effetto di voto contrario) il senatore Giuseppe Scalera (Liberaldemocratici, eletto nella Margherita). A seguito del voto negativo Prodi si reca al Quirinale per rassegnare le dimissioni. Il Presidente Napolitano invita il Governo a restare in carica per il disbrigo degli affari correnti.



A parte il voto di sfiducia ideologico di quella testa di rapen di Turigliatto e forse anche di Fisichella, tutti gli altri sono voti strettamente interessati.

In modo particolare il voto di De Gregorio che solo negli ultimi tempi diventa chiara per tutti la sua motivazione essendosi autodenunciato di aver preso soldi da Berlu.

Gli uomini per tutte le stagioni, Dini e Mastella, torneranno all’ovile del Pdl. Mission compiuta.


Il lodo Alfano
Da Wikipedia

Il lodo Alfano è stata una legge dello Stato italiano (legge 124/2008)[1], in vigore dall'agosto 2008 al 7 ottobre 2009, intitolata "Disposizioni in materia di sospensione del processo penale nei confronti delle alte cariche dello Stato" (legge 124/2008).[2] La legge è stata dichiarata incostituzionale con pronuncia della Corte costituzionale del 7 ottobre 2009 per violazione degli articoli 3 e 138 della Costituzione (sentenza 262\2009).
Il termine lodo deriva dal gergo giornalistico, in quanto si tratta di una legge ordinaria e non del risultato di un arbitrato.

Genesi del provvedimento

Nel giugno 2008 il Governo Berlusconi IV ha espresso la volontà di riproporre un nuovo disegno di legge riguardante l'immunità alle alte cariche (stavolta solo le prime quattro, facendo cioè rientrare il Presidente del Consiglio ma escludendo quello della Corte Costituzionale): è stato denominato "lodo Alfano"[1] dal nome del proponente, il ministro della GiustiziaAngelino Alfano. A parere del ministro, il nuovo provvedimento si differenzierebbe dal lodo Schifani, che riprende in termini di contenuti, in quanto compatibile con quanto indicato nella sentenza della Corte che aveva in precedenza dichiarato l'illegittimità costituzionale della parte inerente tematiche simili a quelle trattate nella nuova legge. Il lodo Alfano prevede il termine di legislatura per la sospensione dei processi e la possibilità di proseguire con le azioni civili di risarcimento.
Il disegno di legge è stato presentato dal ministro della giustizia Angelino Alfano e approvato dal Consiglio dei ministri delGoverno Berlusconi IV in data 26 giugno 2008 «con l'obiettivo di tutelare l'esigenza assoluta della continuità e regolarità dell'esercizio delle più alte funzioni pubbliche»[3], prima di essere approvato dalle Camere in virtù della votazione conforme del Senato tenutasi in seconda lettura il 22 luglio 2008 con 171 sì, 128 no e 6 astenuti.
Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, all'atto della promulgazione, ha affidato ad una nota[4] le motivazioni che l'hanno spinto a firmare immediatamente tale legge, nonostante le accese polemiche da essa suscitate e una precedente sentenza della Corte Costituzionale che aveva annullato il precedente lodo Schifani.


**

Appello per la Costituzione. 100 costituzionalisti contro il lodo Alfano ...

redvince.wordpress.com/.../appello-per-la-costituzione-100-costi...‎
di Vincenzo De Angelis - in 70 cerchie di Google+
12/lug/2008 - Faccio mio l'appello dei 100 costituzinalisti contro il lodo-Alfano che sospende i processi ... di firme è stato Alessandro Pace, presidente dell'Associazione italiana costituzionalisti. ... Manifesto degli scenziati antirazzisti 2008.

Tra essi gli ex presidenti della Consulta Valerio Onida, Gustavo Zagrebelsky e Leopoldo Elia. A coordinare la raccolta di firme è stato Alessandro Pace, presidente dell’Associazione italiana costituzionalisti.


Continua
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

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Il tracollo prossimo venturo - 20



I cento costituzionalisti con a capo ex presidenti della Consulta Valerio Onida, Gustavo Zagrebelsky e Leopoldo Elia, chiariscono che il Lodo Alfano è anticostituzionale.

Invece, testardamente Re Giorgio I insiste nel sostenere che invece è costituzionale, e firma.

Il Lodo Alfano verrà bocciato dalla Consulta il 7 ottobre 2009. Tutti tacciono sulla figuraccia di King George, soprattutto le “cosiddette” opposizioni. Una figuraccia che varrebbe la pena segnalarla nella lingua napoletana.

Ma ormai il gioco è fatto. Silvio è salvo.

Cosa si rimprovera a Napolitano?

1) Di non aver salvato le istituzioni
2) Di aver screditato l’istituzione del presidente della Repubblica.
3) Di aver screditato sé stesso
4) Di aver screditato il partito di provenienza.

In che modo poteva evitarlo?

Bastava che rinviasse il Lodo Alfano alle Camere perché anche se le stesse non avessero modificato una sola virgola, la prassi impone al presidente di firmare quando la legge viene licenziata per la seconda volta dopo il rinvio presidenziale.

In questo caso, King George I, non avrebbe avuto nessuna responsabilità, nella bufala palese.

Ma qualcuno a cui premeva il Lodo, aveva una fretta terribile perché venisse firmato subito e malgrado il can can sollevato dagli antiberlusconiani in tutto il Paese, Napolitano si comportò come le tre scimmiette.

Antonio Di Pietro che seguì il caso da politico, fece sapere che Berlusconi si salvò dal processo Mills, per soli 4 giorni d’anticipo, perché grazie al Lodo, il capo del Governo fu tirato fuori per i capelli dal processo.

Infatti, nella motivazione della seconda sezione della Corte d’Appello di Milano, Berlusconi venne ritenuto come mandante della corruzione dell’avvocato inglese Mills.

L’avvocato Pecorella aveva visto giusto sull’orientamento dei giudici della Corte d’Appello milanese e aveva fatto pressioni sul Caimano affinché agisse rapidamente e con qualunque mezzo, per essere tolto dal processo.

Senza l’”aiutino” di Napolitano questo non sarebbe stato possibile.

Senza l’”aiutino” di Napolitano le vicende del Bel Paese avrebbero preso un altro corso e forse il sistema economico non si sarebbe aggravato come allo stato attuale.


continua
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

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Da una persona matura come Carlo De Benedetti, (79 anni domani), ci si aspetterebbe maggiore attenzione nella valutazione degli uomini della politica.

Soprattutto nella fase peggiore della storia repubblicana dove tutto può saltare da un momento all'altro come ha segnalato lunedì scorso l'economista Tito Boeri, perché stiamo camminando su di una polveriera.


Ho pertanto inviato una domanda al direttore di Repubblica sperando in una sollecita risposta.



Egregio direttore
Ezio Mauro

Dall’Huffington Post del 13/11/2013, possiamo leggere:

"Alle primarie Pd voterò Matteo Renzi" Carlo De Benedetti annuncia così, in un colloquio (estratto di una lunga intervista) con Alan Friedman sul Corriere, la sua scelta per le prossime primarie del Partito Democratico che l'8 dicembre eleggeranno il nuovo segretario. L'editore del gruppo l'Espresso, che alle precedenti elezioni interne al partito per la scelta del premier aveva appoggiato Bersani spiega così le sue ragioni: "Innanzitutto per l'età, lo devo dire francamente. Perché io penso sia necessario cambiare, saltare una generazione. Ormai - aggiunge - la nostra speranza è legata a chi oggi ha meno di 40 anni".
Elogi oggi: "È una spugna, un ragazzo intelligente, una persona empatica, se si candidasse alla premiership vincerebbe sicuramente" e critiche ieri. L'ingegnere ricorda anche quando su Renzi disse che di Berlusconi ne avevamo già uno: "Avevo un'opinione molto...non negativa ma di una persona superficiale".


I quotidiani concorrenti riportano in questi giorni notizie circa le due correnti emergenti di Repubblica. La prima corrente farebbe capo al corazziere capo della carta stampata Eugenio Scalfari, sostenitore di Letta Enrico, supportato a sua volta dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

La seconda corrente farebbe capo al suo editore Carlo De Benedetti e a Lei, direttore del quotidiano romano.

Personalmente non condivido molto l’entusiasmo di Carlo De Benedetti per Renzi, perché di soluzioni politiche, economiche e sociali, dal sindaco di Firenze se ne sentono veramente pochine.

Tanto che nel suo editoriale di domenica scorsa E. Scalfari sostiene:

1) “Renzi dal canto suo è un grande venditore di se stesso, a livello del primo Berlusconi;”

2) …….., ma non credo che lo voterò alle primarie del Pd per la semplice ragione che, avendo promesso tutto, la sua eventuale riuscita politica rappresenta un'imprevedibile avventura e in politica le avventure possono giovare all'avventuriero ma quasi mai al paese che rappresenta.


A chi mastica politica da oltre mezzo secolo queste osservazioni del fondatore di Repubblica, non potevano sfuggire già dalla prima Leopolda. Se arrivano con tre anni di ritardo, purtroppo, non ci rimane che affermare “ben vengano”.

La crisi attuale che ci sovrasta è decisamente più grave di quella del ’29, sia per la profondità che per l’estensione territoriale che interessa il pianeta.
Ha avuto pienamente ragione Tito Boeri, quando lunedì scorso 11 novembre ha segnalato sulla prima pagina di Repubblica: “
Camminiamo ormai nel mezzo di una polveriera. E molti, troppi, continuano imperterriti ad accendere fiammiferi.

I media hanno trattato e trattano la crisi facendo accenno sì all’emergenza, ma quando si riferiscono alla classe politica attuale, l’emergenza, quella vera, quella che raramente viene descritta, hanno un approccio dannatamente ordinario come se questa emergenza non esistesse.

Pensare che Renzi possa essere in grado di affrontare questa crisi, mi sembra alquanto risibile. Non per partito preso o prevenzione nei confronti del politico fiorentino, ma per via di dati oggettivi.
Franklin Delano Roosevelt, il miglior premier italiano Alcide De Gasperi e Luigi Einaudi, oggi sarebbero in grande difficoltà ad affrontare una crisi di queste dimensioni.

Pensare che Renzi possa essere superiore a quei tre mostri sacri, lascia alquanto perplessi per la modalità di approccio alla crisi.

Ma non è questa la domanda che le voglio porre, caro direttore. Noi siamo di fronte oltre alla più grande crisi del dopoguerra, una crisi economica, finanziaria, produttiva, occupazionale, ad una devastante crisi parallela di tipo etico-morale. Una crisi che ha inevitabilmente anche un riverbero profondo sull’economia del Paese.

Ora le chiedo:
“ Perché il suo campione Matteo Renzi che è già fortemente carente nelle soluzioni reali e praticabili circa le tematiche della crisi, tace completamente sulla crisi etico-morale?”

Il top dei top in materia, ce lo hanno fornito due notizie della scorsa settimana. La prima è quella in cui un politico si è abbassato a chiedere il rimborso di 50 centesimi per il ticket per l’uso della toilette. Se ci si attacca a recuperare importi di questo livello, è la fine.

Il secondo è quello della pratica bucaniera a bordo della corvetta Chimera della Marina militare italiana in zona di pattugliamento nelle acque del Mediterraneo.
I naufraghi siriani salvati e portati a bordo, sono stati depredati di denaro e oggetti di “valore” senza poter reagire ai soprusi, se non dopo con la denuncia alla magistratura una volta sbarcati. Questo fatto di cronaca segue l’arresto di agenti della Polfer di Milano Lambrate avvenuto qualche giorno fa perché depredavano gli immigrati senza il regolare permesso di soggiorno, contando sull’ipotesi che non sarebbe stata mai sporta denuncia.
Su questi temi, non basterebbero venti Treccani per descrivere la realtà del Bel Paese.

Perché il sindaco di Firenze sulla “Questione morale” tace e non ha soluzioni in merito?

Quando Enrico Berlinguer lancia la Questione morale nel gennaio del 1977, ben trentasei anni fa, erano altri tempi e dinanzi a noi potevano esserci ancora spazi per metterci mano.
Oggi quegli spazi non ci sono più e la speranza di quei giorni è morta e seppellita.

In attesa di una sua cortese risposta, cordialmente la saluto,
A.Hopkins
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

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Implosion - 47

Per chi suona la campana – 1


Occhio e croce la carriera politica di Nichi Vendola dovrebbe finire qui. “Una risata vi seppellirà” e questa volta è la stessa risata del presidente della Puglia ad auto seppellirlo.

Il danno però è molto più vasto di quello chi si può pensare. Non si limita al solo Vendola, ma investe il Sel e l’intera sinistra.

Quella che dal punto di vista sociologico viene messa in gioco è la credibilità.

Basta leggere gli ultimi interventi in ordine di tempo della vox populi in base all’articolo:

Ilva, la telefonata choc di Vendola: risate al telefono per le domande sui tumori
Nel luglio del 2010 il leader di Sel viene intercettato con Girolamo Archinà, il pr della famiglia Riva. "Dica che non mi sono defilato". E dà della 'faccia da provocatore' a chi chiedeva spiegazioni sui morti. Per tutta la giornata di ieri non ha risposto al Fatto
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 15 novembre 2013
Commenti (540)

per rendersi conto della gravità del fatto.


• Alessiox1
• 33 minuti fa
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Ecco l'ipocrisia di Vendola in pubblico è contro il petrolio , e tutto ambientalista ecc..m ma in privato parla con uno che corrompe i membri del ARPA , e deride chi parla di tumore.
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Rita Coltellese
• 33 minuti fa
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L'ILVA costituisce il maggior complesso industriale per la lavorazione dell'acciaio in Europa. Dunque per l'economia italiana è importantissima, per il lavoro che dà a Taranto anche. Per l'Italia e per i lavoratori di Taranto era un bene inestimabile. Ma bisognava imporle gli investimenti per preservare l'ambiente e la salute. Gli è stato permesso di evadere questi obblighi e questo è criminale, perché i soldi per farlo l'ILVA li aveva. Ha preferito pagare i politici: un esempio è stata la campagna elettorale di Bersani nel 2006: tutti i giornali hanno pubblicato che l'ILVA gli dette euro 98.000 (messi a bilancio, per carità!).
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ivo
• 34 minuti fa
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Questi non li vogliiono neanche allìinferno.

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Massimo Lafranconi
• 34 minuti fa
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Vendola è finito, così come è finito il suo partitucolo di falsi ed ipocriti che si chiama SEL

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taglione70
• 35 minuti fa
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Non mi scandalizzo.......in questo paese non mi scandalizza più nulla!! Tanta rassegnazione dentro di me.



Ieri mattina, l’edicolante di Via Rovani a SSG, mi raccontava che una forte corrente di pensiero montante in una delle città più antifasciste d’Italia come questa , medaglia d’oro della Resistenza, denominata la ex Stalingrado d’Italia, la città dove fino a primi anni ’80, nelle sue fabbriche venivano redatti i contratti nazionali del lavoro, la città che esprime ininterrottamente, senza soluzione di continuità, un sindaco e una giunta di sinistra, anche dopo il caso Penati,

1. Sesto San Giovanni (ex Stalingrado d'Italia) è pronta a - patrimonio ...
http://www.rivistasitiunesco.it/articol ... icolo=300‎
La ex Stalingrado d'Italia si candida a diventare patrimonio mondiale dell'UNESCO. Niente a che vedere con i panorami mozzafiato delle Dolomiti o con gli ...

2. La chiamavano Stalingrado d'Italia
bongat.altervista.org/sesto_stalingrado.html‎
Fine 1943 - i lavoratori della Breda di Sesto San Giovanni scioperano e manifestano contro il licenziamento di alcune donne. Gli scioperi proseguono nel ...

3. la "Stalingrado d'Italia" - Le blog de anpi-lissone
anpi-lissone.over-blog.com/article-22095053.html‎
la "Stalingrado d'Italia". Comune di SESTO SAN GIOVANNI (MI). Medaglia d'oro al valor militare Data del conferimento: 18-6-1971. motivo del conferimento:.

sta cedendo.

Sono in molti a non farcela più ad andare avanti con questa classe politica incapace, inetta, che se ne approfitta della rassegnazione degli italiani, …arrivando al punto di affermare:

AVVENGA QUEL AVVENGA,..BASTA CHE SI CAMBI PERCHE’ NON SE NE PUO’ PIU’”.


All’edicolante mi è rimasta solo la possibilità di osservare che queste affermazioni erano le stesse sentite anche da queste parti tra il 1919 e il 1922.

Il peso di queste affermazioni è maggiore qui che quelle fatte in altre parti d’Italia perché qui il fascismo è bandito.

Questo fatto di Vendola va inevitabilmente ad ingrossare le fila di questa corrente di pensiero.
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