Ti devi dimettere e BASTA
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Re: Ti devi dimettere e BASTA
Da queste parti, lettiani e renziani di matrice ex Pci, da quando è scoppiato il caso Cancellieri, sono tutti unanimemente schierati per le dimissioni del ministro.
Costoro hanno ceduto su molte cose in questo ultimo ventennio. Per questo motivo, come per i drogati, sono diventati Alka Seltzer e Citrosodina dipendenti.
Ne usano a vagonate ogni settimana perché il Pd-PPE offre loro ampi motivi per far ricorso a quel tipo di farmaco.
Le rane, una volta ogni dieci giorni riescono ancora a mangiarle. Ma i rospi proprio no, neppure i rospetti piccoli piccoli e tenerelli vanno giù. Anzi, vanno giù ma poi ritornano regolarmente su.
Devono per forza ricorrere all’uso sfrenato di questi analgesici-antipiretici, o al sodio bicarbonato effervescente granulare.
Poi capita che se Enry balls of steel, ti obbliga ad ingerire rosponi giganti e stagionati come quello di questa sera con nonna Pina, allora non ci sono Alka Seltzer che tengano. Devono ricorrere per forza“all’idrulico liquido”, la sostanza che si usa per le tubazioni intasate.
Ma questo rospone l’è un po’ troppo duro da digerire.
C’è da perdere la faccia a sostenere per quindici giorni filati accanitamente una tesi, è poi sentirsela smentire da Letta solo per i giochi della politica.
I sondaggi di Pagnoncelli devono essere decisamente truccati, tanto che già al 26 di febbraio scorso, ha fatto incazzare moltissimi sostenitori piddini e di Bersani perché ha sempre dato il Piddì con un vantaggio rassicurante. Poi alla Camera si è fatto sorpassare dal M5S.
La storia si sta ripetendo.
C’è invece la possibilità, se Letta salva la Cancellieri, che venerdì prossimo ci si ritrovi con il M5S primo partito.
Senza che il guru genovese abbia fatto nulla per crescere.
Costoro hanno ceduto su molte cose in questo ultimo ventennio. Per questo motivo, come per i drogati, sono diventati Alka Seltzer e Citrosodina dipendenti.
Ne usano a vagonate ogni settimana perché il Pd-PPE offre loro ampi motivi per far ricorso a quel tipo di farmaco.
Le rane, una volta ogni dieci giorni riescono ancora a mangiarle. Ma i rospi proprio no, neppure i rospetti piccoli piccoli e tenerelli vanno giù. Anzi, vanno giù ma poi ritornano regolarmente su.
Devono per forza ricorrere all’uso sfrenato di questi analgesici-antipiretici, o al sodio bicarbonato effervescente granulare.
Poi capita che se Enry balls of steel, ti obbliga ad ingerire rosponi giganti e stagionati come quello di questa sera con nonna Pina, allora non ci sono Alka Seltzer che tengano. Devono ricorrere per forza“all’idrulico liquido”, la sostanza che si usa per le tubazioni intasate.
Ma questo rospone l’è un po’ troppo duro da digerire.
C’è da perdere la faccia a sostenere per quindici giorni filati accanitamente una tesi, è poi sentirsela smentire da Letta solo per i giochi della politica.
I sondaggi di Pagnoncelli devono essere decisamente truccati, tanto che già al 26 di febbraio scorso, ha fatto incazzare moltissimi sostenitori piddini e di Bersani perché ha sempre dato il Piddì con un vantaggio rassicurante. Poi alla Camera si è fatto sorpassare dal M5S.
La storia si sta ripetendo.
C’è invece la possibilità, se Letta salva la Cancellieri, che venerdì prossimo ci si ritrovi con il M5S primo partito.
Senza che il guru genovese abbia fatto nulla per crescere.
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Re: Ti devi dimettere e BASTA
20 NOV 2013 12:06
FLASH! - GRANDE NONNA PINA, GRANDISSIMA:
“SE AVESSI AVUTO DUBBI AVREI LASCIATO”, LA MINISTRONA NEL SUO INTERVENTO ALLA CAMERA
- NONNE’, SVEJATE!
I DUBBI CE LI HANNO GLI ALTRI. A COMINCIARE DAI GIUDICI.
COMUNQUE GRAZIE PERCHÉ CI HAI FATTO RIDERE...
FLASH! - GRANDE NONNA PINA, GRANDISSIMA:
“SE AVESSI AVUTO DUBBI AVREI LASCIATO”, LA MINISTRONA NEL SUO INTERVENTO ALLA CAMERA
- NONNE’, SVEJATE!
I DUBBI CE LI HANNO GLI ALTRI. A COMINCIARE DAI GIUDICI.
COMUNQUE GRAZIE PERCHÉ CI HAI FATTO RIDERE...
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Re: Ti devi dimettere e BASTA
1. E CON IL SUO LEGGENDARIO AUTOLESIONISMO, IL PIDDI SI TROVA ADESSO CON IN MANO IL CERINO DELLE DIMISSIONI DI UN MINISTRO CHE MANCO È SUO, BECCATO PER ALTRO AD AIUTARE I LIGRESTOS, CHE SONO AMICI DEL CAINANO E DEGLI ALFANOIDI.
INSOMMA, UN CAPOLAVORO TOTALE.
LA VITTORIA DI RENZIE AL CONGRESSO DEI NON VOTANTI VIENE OFFUSCATA DALL’INCAPACITÀ DI GOVERNARE “LA BASE” SULLA SFIDUCIA A NONNA PINA -
2. TARTUFI A TORINO, STRUZZI SUL COLLE: LA MINISTRA CANCELLIERI NON FINISCE SUL REGISTRO DEGLI INDAGATI, MA NEPPURE VIENE ARCHIVIATA. A QUESTO PUNTO L’ARTICOLO 87 DELLA COSTITUZIONE VA COSÌ INNOVATO NELLA SUA ULTIMA PARTE: “IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA PRESIEDE IL CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA. PUÒ CONCEDERE GRAZIA E COMMUTARE PENE. ESPRIME IL PROPRIO GRADIMENTO SULLE INCHIESTE IN CORSO E NE ORIENTA LE SCELTE E LE SOLUZIONI GIURIDICHE A SUO INSINDACABILE GIUDIZIO, NEL SUPERIORE INTERESSE DELLA RAGION DI STATO”. AMEN -
a cura di COLIN WARD (Special Guest: Pippo il Patriota)
1. MONITO ERGO SUM
La Procura fasciocomunista di Torino, retta dal duo Law & Order Maddalena-Caselli, si lava bellamente le mani sulla cocchina di Re Giorgio e manda l'incartamento ai cuor di leone della Capitale. Tanto per capirsi, quelli che non hanno ancora interrogato i due capi del Dap, Francesco Cascini e Luigi Pagano, per chiedere loro se hanno subito pressioni della ministrona per la scarcerazione di Giulia Ligresti.
Tecnicamente siamo di fronte a un pareggio con rinvio alla prossima partita, visto che per ora Nonna Pinna non finisce sul registro degli indagati, ma neppure viene archiviata. Nulla da stupirsi, per chi conosce come funziona la giustizia di classe di rito italiota. Ma è davvero stupefacente quello che ha combinato Re Giorgio appena la Procura sabauda ha comunicato la sua tartufissima decisione: ha fatto filtrare la piena approvazione del Quirinale per una scelta "chiara e rigorosa". Il tutto alla vigilia del voto parlamentare di sfiducia e di una decisiva riunione del partito di maggioranza relativa sul caso Cancellieri.
A questo punto l'articolo 87 della Costituzione va così innovato nella sua ultima parte: "Il Presidente della Repubblica presiede il Consiglio superiore della magistratura. Può concedere grazia e commutare pene. Esprime il proprio gradimento sulle inchieste in corso e ne orienta le scelte e le soluzioni giuridiche a suo insindacabile giudizio, nel superiore interesse della Ragion di Stato".
Ma ogni regno ha i suoi banditori e i nostri li trovi in edicola. C'è da salvare un Guardasigilli che si mette "a disposizione" del Clan Ligrestos? Non c'è problema. Ecco qui il Corriere della Sera a denunciare sulla richiesta di dimissioni "una pesante pressione mediatica". "Il tritacarne politico è in moto", lamenta il corazziere Marzio Breda.
"Ed è quindi logico che al Quirinale guardino quasi interdetti a una simile deriva. Con i timori di chi considera quest'accelerazione non soltanto come l'ennesima tappa di un progressivo imbarbarimento della vita pubblica, ma come una mossa studiata ad arte per attaccare da un altro versante Palazzo Chigi e destabilizzare l'esecutivo. Magari fino ad affondarlo" (p. 5). Deriva! Imbarbarimento! Destabilizzazione! E "stupro della democrazia" no?
Ovviamente, come sempre accade quando si tratta di Napo Orso capo, la Repubblica si volta dall'altra parte e fa finta di niente. Anzi, dedica un'intera pagina a questo nuovo e fondamentale monito di Re Giorgio: "Napolitano e il corpo delle donne. ‘Tv e spot, più dignità e sobrietà'. E sui femminicidi: ‘Provo indignazione e dolore, basta violenza" (p. 18).
In realtà, pare che il vero titolo del monito fosse: "Il corpo delle donne: quanti ricordi!"
La Stampa, nell'ansia di rimediare a quel micidiale attacco di sabato contro i giudici di Torino, oggi mette una toppa che è peggio del buco. Ed ecco la velina di giornata da via Arenula: "E' vero che formalmente toccherà alla Procura di Roma archiviare il fascicolo, non senza aver fatto un'istruttoria preliminare, ma la decisione di Torino per lei (la Cancellieri, ndr) è più di un'assoluzione, visto che sugli atti si è celebrato in queste settimane un processo virtuale con condanna mediatica senza appello" (p. 2).
"Più di un'assoluzione" è davvero memorabile. Schizofrenia andante sul Cetriolo Quotidiano, che in prima pagina parla di un Napolitano che entra "a gamba tesa". Poi fa le pulci alla Stampa con due giorni di ritardo, parlando di "velina avvelenata da via Arenula" e citando Re Giorgio che "ha chiarito l'assoluta correttezza della Procura torinese, chiara e rigorosa" (p. 4). Cosa non si fa per l'amicuccio Caselli, nevvero?
Di rara perfezione, infine il titolino ino ino sulla prima pagina del Messaggero: "I pm: Cancellieri non è indagata. Blitz democrat sulle dimissioni". Insomma, tutta una congiura dei cattivi piddini.
2. NONNA PINA E IL CERINO DEL PIDDINO
E con il suo leggendario autolesionismo, il Piddimenoelle si trova adesso con in mano il cerino delle dimissioni di un ministro che manco è suo, beccato per altro ad aiutare i Ligrestos, che sono amici del Cainano e degli alfanoidi. Insomma, un capolavoro totale. La vittoria di Renzie al congresso dei non votanti viene offuscata dall'incapacità di governare "la base" sulla sfiducia a Nonna Pina.
Repubblica, organo ufficiale del partito, rende bene la situazione: "Il pressing del Pd per le dimissioni del ministro. ‘Letta deve sapere che così non reggiamo'. I renziani pronti a dare battaglia. Il rischio di uno scontro con il Quirinale. Spuntano i nomi di Mirabelli, Vietti e D'Ambruoso per la eventuale successione. Epifani: non esiste che ora chiedano a me di metterci la faccia facendo infuriare i deputati" (p. 3).
Gli mancano due settimane, ed Epifanio altre figure di merda non ne vuol fare.
3. NON SONO STATO, IO
Il Cetriolo Quotidiano intervista un certo Enrico Sbreglia, capo delle carceri piemontesi, che all'ultima domanda offre una risposta di rara sincerità: "Sarebbe bello se nel fascicolo dei magistrati ci fossero le intercettazioni. Non i tabulati, ma proprio gli audio. Io non ricordo di avere sentito nulla del genere. Mi creda, davvero il sistema stavolta ha funzionato bene. Giulia Ligresti non ha avuto un trattamento preferenziale rispetto alla generalità dei detenuti.
La logica è quella che le dicevo prima: pensi quanto avrebbe dovuto pagare l'amministrazione come danni alla famiglia se fosse successo qualcosa. Con quei soldi è meglio costruire un carcere" (p. 5). Buoni avvocati e discreto patrimonio familiare spaventano l'amministrazione carceraria?
INSOMMA, UN CAPOLAVORO TOTALE.
LA VITTORIA DI RENZIE AL CONGRESSO DEI NON VOTANTI VIENE OFFUSCATA DALL’INCAPACITÀ DI GOVERNARE “LA BASE” SULLA SFIDUCIA A NONNA PINA -
2. TARTUFI A TORINO, STRUZZI SUL COLLE: LA MINISTRA CANCELLIERI NON FINISCE SUL REGISTRO DEGLI INDAGATI, MA NEPPURE VIENE ARCHIVIATA. A QUESTO PUNTO L’ARTICOLO 87 DELLA COSTITUZIONE VA COSÌ INNOVATO NELLA SUA ULTIMA PARTE: “IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA PRESIEDE IL CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA. PUÒ CONCEDERE GRAZIA E COMMUTARE PENE. ESPRIME IL PROPRIO GRADIMENTO SULLE INCHIESTE IN CORSO E NE ORIENTA LE SCELTE E LE SOLUZIONI GIURIDICHE A SUO INSINDACABILE GIUDIZIO, NEL SUPERIORE INTERESSE DELLA RAGION DI STATO”. AMEN -
a cura di COLIN WARD (Special Guest: Pippo il Patriota)
1. MONITO ERGO SUM
La Procura fasciocomunista di Torino, retta dal duo Law & Order Maddalena-Caselli, si lava bellamente le mani sulla cocchina di Re Giorgio e manda l'incartamento ai cuor di leone della Capitale. Tanto per capirsi, quelli che non hanno ancora interrogato i due capi del Dap, Francesco Cascini e Luigi Pagano, per chiedere loro se hanno subito pressioni della ministrona per la scarcerazione di Giulia Ligresti.
Tecnicamente siamo di fronte a un pareggio con rinvio alla prossima partita, visto che per ora Nonna Pinna non finisce sul registro degli indagati, ma neppure viene archiviata. Nulla da stupirsi, per chi conosce come funziona la giustizia di classe di rito italiota. Ma è davvero stupefacente quello che ha combinato Re Giorgio appena la Procura sabauda ha comunicato la sua tartufissima decisione: ha fatto filtrare la piena approvazione del Quirinale per una scelta "chiara e rigorosa". Il tutto alla vigilia del voto parlamentare di sfiducia e di una decisiva riunione del partito di maggioranza relativa sul caso Cancellieri.
A questo punto l'articolo 87 della Costituzione va così innovato nella sua ultima parte: "Il Presidente della Repubblica presiede il Consiglio superiore della magistratura. Può concedere grazia e commutare pene. Esprime il proprio gradimento sulle inchieste in corso e ne orienta le scelte e le soluzioni giuridiche a suo insindacabile giudizio, nel superiore interesse della Ragion di Stato".
Ma ogni regno ha i suoi banditori e i nostri li trovi in edicola. C'è da salvare un Guardasigilli che si mette "a disposizione" del Clan Ligrestos? Non c'è problema. Ecco qui il Corriere della Sera a denunciare sulla richiesta di dimissioni "una pesante pressione mediatica". "Il tritacarne politico è in moto", lamenta il corazziere Marzio Breda.
"Ed è quindi logico che al Quirinale guardino quasi interdetti a una simile deriva. Con i timori di chi considera quest'accelerazione non soltanto come l'ennesima tappa di un progressivo imbarbarimento della vita pubblica, ma come una mossa studiata ad arte per attaccare da un altro versante Palazzo Chigi e destabilizzare l'esecutivo. Magari fino ad affondarlo" (p. 5). Deriva! Imbarbarimento! Destabilizzazione! E "stupro della democrazia" no?
Ovviamente, come sempre accade quando si tratta di Napo Orso capo, la Repubblica si volta dall'altra parte e fa finta di niente. Anzi, dedica un'intera pagina a questo nuovo e fondamentale monito di Re Giorgio: "Napolitano e il corpo delle donne. ‘Tv e spot, più dignità e sobrietà'. E sui femminicidi: ‘Provo indignazione e dolore, basta violenza" (p. 18).
In realtà, pare che il vero titolo del monito fosse: "Il corpo delle donne: quanti ricordi!"
La Stampa, nell'ansia di rimediare a quel micidiale attacco di sabato contro i giudici di Torino, oggi mette una toppa che è peggio del buco. Ed ecco la velina di giornata da via Arenula: "E' vero che formalmente toccherà alla Procura di Roma archiviare il fascicolo, non senza aver fatto un'istruttoria preliminare, ma la decisione di Torino per lei (la Cancellieri, ndr) è più di un'assoluzione, visto che sugli atti si è celebrato in queste settimane un processo virtuale con condanna mediatica senza appello" (p. 2).
"Più di un'assoluzione" è davvero memorabile. Schizofrenia andante sul Cetriolo Quotidiano, che in prima pagina parla di un Napolitano che entra "a gamba tesa". Poi fa le pulci alla Stampa con due giorni di ritardo, parlando di "velina avvelenata da via Arenula" e citando Re Giorgio che "ha chiarito l'assoluta correttezza della Procura torinese, chiara e rigorosa" (p. 4). Cosa non si fa per l'amicuccio Caselli, nevvero?
Di rara perfezione, infine il titolino ino ino sulla prima pagina del Messaggero: "I pm: Cancellieri non è indagata. Blitz democrat sulle dimissioni". Insomma, tutta una congiura dei cattivi piddini.
2. NONNA PINA E IL CERINO DEL PIDDINO
E con il suo leggendario autolesionismo, il Piddimenoelle si trova adesso con in mano il cerino delle dimissioni di un ministro che manco è suo, beccato per altro ad aiutare i Ligrestos, che sono amici del Cainano e degli alfanoidi. Insomma, un capolavoro totale. La vittoria di Renzie al congresso dei non votanti viene offuscata dall'incapacità di governare "la base" sulla sfiducia a Nonna Pina.
Repubblica, organo ufficiale del partito, rende bene la situazione: "Il pressing del Pd per le dimissioni del ministro. ‘Letta deve sapere che così non reggiamo'. I renziani pronti a dare battaglia. Il rischio di uno scontro con il Quirinale. Spuntano i nomi di Mirabelli, Vietti e D'Ambruoso per la eventuale successione. Epifani: non esiste che ora chiedano a me di metterci la faccia facendo infuriare i deputati" (p. 3).
Gli mancano due settimane, ed Epifanio altre figure di merda non ne vuol fare.
3. NON SONO STATO, IO
Il Cetriolo Quotidiano intervista un certo Enrico Sbreglia, capo delle carceri piemontesi, che all'ultima domanda offre una risposta di rara sincerità: "Sarebbe bello se nel fascicolo dei magistrati ci fossero le intercettazioni. Non i tabulati, ma proprio gli audio. Io non ricordo di avere sentito nulla del genere. Mi creda, davvero il sistema stavolta ha funzionato bene. Giulia Ligresti non ha avuto un trattamento preferenziale rispetto alla generalità dei detenuti.
La logica è quella che le dicevo prima: pensi quanto avrebbe dovuto pagare l'amministrazione come danni alla famiglia se fosse successo qualcosa. Con quei soldi è meglio costruire un carcere" (p. 5). Buoni avvocati e discreto patrimonio familiare spaventano l'amministrazione carceraria?
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Re: Ti devi dimettere e BASTA
1. E CON IL SUO LEGGENDARIO AUTOLESIONISMO, IL PIDDI SI TROVA ADESSO CON IN MANO IL CERINO DELLE DIMISSIONI DI UN MINISTRO CHE MANCO È SUO, BECCATO PER ALTRO AD AIUTARE I LIGRESTOS, CHE SONO AMICI DEL CAINANO E DEGLI ALFANOIDI.
INSOMMA, UN CAPOLAVORO TOTALE.
LA VITTORIA DI RENZIE AL CONGRESSO DEI NON VOTANTI VIENE OFFUSCATA DALL’INCAPACITÀ DI GOVERNARE “LA BASE” SULLA SFIDUCIA A NONNA PINA -
2. TARTUFI A TORINO, STRUZZI SUL COLLE: LA MINISTRA CANCELLIERI NON FINISCE SUL REGISTRO DEGLI INDAGATI, MA NEPPURE VIENE ARCHIVIATA. A QUESTO PUNTO L’ARTICOLO 87 DELLA COSTITUZIONE VA COSÌ INNOVATO NELLA SUA ULTIMA PARTE: “IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA PRESIEDE IL CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA. PUÒ CONCEDERE GRAZIA E COMMUTARE PENE. ESPRIME IL PROPRIO GRADIMENTO SULLE INCHIESTE IN CORSO E NE ORIENTA LE SCELTE E LE SOLUZIONI GIURIDICHE A SUO INSINDACABILE GIUDIZIO, NEL SUPERIORE INTERESSE DELLA RAGION DI STATO”. AMEN -
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1. MONITO ERGO SUM
La Procura fasciocomunista di Torino, retta dal duo Law & Order Maddalena-Caselli, si lava bellamente le mani sulla cocchina di Re Giorgio e manda l'incartamento ai cuor di leone della Capitale. Tanto per capirsi, quelli che non hanno ancora interrogato i due capi del Dap, Francesco Cascini e Luigi Pagano, per chiedere loro se hanno subito pressioni della ministrona per la scarcerazione di Giulia Ligresti.
Tecnicamente siamo di fronte a un pareggio con rinvio alla prossima partita, visto che per ora Nonna Pinna non finisce sul registro degli indagati, ma neppure viene archiviata. Nulla da stupirsi, per chi conosce come funziona la giustizia di classe di rito italiota. Ma è davvero stupefacente quello che ha combinato Re Giorgio appena la Procura sabauda ha comunicato la sua tartufissima decisione: ha fatto filtrare la piena approvazione del Quirinale per una scelta "chiara e rigorosa". Il tutto alla vigilia del voto parlamentare di sfiducia e di una decisiva riunione del partito di maggioranza relativa sul caso Cancellieri.
A questo punto l'articolo 87 della Costituzione va così innovato nella sua ultima parte: "Il Presidente della Repubblica presiede il Consiglio superiore della magistratura. Può concedere grazia e commutare pene. Esprime il proprio gradimento sulle inchieste in corso e ne orienta le scelte e le soluzioni giuridiche a suo insindacabile giudizio, nel superiore interesse della Ragion di Stato".
Ma ogni regno ha i suoi banditori e i nostri li trovi in edicola. C'è da salvare un Guardasigilli che si mette "a disposizione" del Clan Ligrestos? Non c'è problema. Ecco qui il Corriere della Sera a denunciare sulla richiesta di dimissioni "una pesante pressione mediatica". "Il tritacarne politico è in moto", lamenta il corazziere Marzio Breda.
"Ed è quindi logico che al Quirinale guardino quasi interdetti a una simile deriva. Con i timori di chi considera quest'accelerazione non soltanto come l'ennesima tappa di un progressivo imbarbarimento della vita pubblica, ma come una mossa studiata ad arte per attaccare da un altro versante Palazzo Chigi e destabilizzare l'esecutivo. Magari fino ad affondarlo" (p. 5). Deriva! Imbarbarimento! Destabilizzazione! E "stupro della democrazia" no?
Ovviamente, come sempre accade quando si tratta di Napo Orso capo, la Repubblica si volta dall'altra parte e fa finta di niente. Anzi, dedica un'intera pagina a questo nuovo e fondamentale monito di Re Giorgio: "Napolitano e il corpo delle donne. ‘Tv e spot, più dignità e sobrietà'. E sui femminicidi: ‘Provo indignazione e dolore, basta violenza" (p. 18).
In realtà, pare che il vero titolo del monito fosse: "Il corpo delle donne: quanti ricordi!"
La Stampa, nell'ansia di rimediare a quel micidiale attacco di sabato contro i giudici di Torino, oggi mette una toppa che è peggio del buco. Ed ecco la velina di giornata da via Arenula: "E' vero che formalmente toccherà alla Procura di Roma archiviare il fascicolo, non senza aver fatto un'istruttoria preliminare, ma la decisione di Torino per lei (la Cancellieri, ndr) è più di un'assoluzione, visto che sugli atti si è celebrato in queste settimane un processo virtuale con condanna mediatica senza appello" (p. 2).
"Più di un'assoluzione" è davvero memorabile. Schizofrenia andante sul Cetriolo Quotidiano, che in prima pagina parla di un Napolitano che entra "a gamba tesa". Poi fa le pulci alla Stampa con due giorni di ritardo, parlando di "velina avvelenata da via Arenula" e citando Re Giorgio che "ha chiarito l'assoluta correttezza della Procura torinese, chiara e rigorosa" (p. 4). Cosa non si fa per l'amicuccio Caselli, nevvero?
Di rara perfezione, infine il titolino ino ino sulla prima pagina del Messaggero: "I pm: Cancellieri non è indagata. Blitz democrat sulle dimissioni". Insomma, tutta una congiura dei cattivi piddini.
2. NONNA PINA E IL CERINO DEL PIDDINO
E con il suo leggendario autolesionismo, il Piddimenoelle si trova adesso con in mano il cerino delle dimissioni di un ministro che manco è suo, beccato per altro ad aiutare i Ligrestos, che sono amici del Cainano e degli alfanoidi. Insomma, un capolavoro totale. La vittoria di Renzie al congresso dei non votanti viene offuscata dall'incapacità di governare "la base" sulla sfiducia a Nonna Pina.
Repubblica, organo ufficiale del partito, rende bene la situazione: "Il pressing del Pd per le dimissioni del ministro. ‘Letta deve sapere che così non reggiamo'. I renziani pronti a dare battaglia. Il rischio di uno scontro con il Quirinale. Spuntano i nomi di Mirabelli, Vietti e D'Ambruoso per la eventuale successione. Epifani: non esiste che ora chiedano a me di metterci la faccia facendo infuriare i deputati" (p. 3).
Gli mancano due settimane, ed Epifanio altre figure di merda non ne vuol fare.
3. NON SONO STATO, IO
Il Cetriolo Quotidiano intervista un certo Enrico Sbreglia, capo delle carceri piemontesi, che all'ultima domanda offre una risposta di rara sincerità: "Sarebbe bello se nel fascicolo dei magistrati ci fossero le intercettazioni. Non i tabulati, ma proprio gli audio. Io non ricordo di avere sentito nulla del genere. Mi creda, davvero il sistema stavolta ha funzionato bene. Giulia Ligresti non ha avuto un trattamento preferenziale rispetto alla generalità dei detenuti.
La logica è quella che le dicevo prima: pensi quanto avrebbe dovuto pagare l'amministrazione come danni alla famiglia se fosse successo qualcosa. Con quei soldi è meglio costruire un carcere" (p. 5). Buoni avvocati e discreto patrimonio familiare spaventano l'amministrazione carceraria?
INSOMMA, UN CAPOLAVORO TOTALE.
LA VITTORIA DI RENZIE AL CONGRESSO DEI NON VOTANTI VIENE OFFUSCATA DALL’INCAPACITÀ DI GOVERNARE “LA BASE” SULLA SFIDUCIA A NONNA PINA -
2. TARTUFI A TORINO, STRUZZI SUL COLLE: LA MINISTRA CANCELLIERI NON FINISCE SUL REGISTRO DEGLI INDAGATI, MA NEPPURE VIENE ARCHIVIATA. A QUESTO PUNTO L’ARTICOLO 87 DELLA COSTITUZIONE VA COSÌ INNOVATO NELLA SUA ULTIMA PARTE: “IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA PRESIEDE IL CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA. PUÒ CONCEDERE GRAZIA E COMMUTARE PENE. ESPRIME IL PROPRIO GRADIMENTO SULLE INCHIESTE IN CORSO E NE ORIENTA LE SCELTE E LE SOLUZIONI GIURIDICHE A SUO INSINDACABILE GIUDIZIO, NEL SUPERIORE INTERESSE DELLA RAGION DI STATO”. AMEN -
a cura di COLIN WARD (Special Guest: Pippo il Patriota)
1. MONITO ERGO SUM
La Procura fasciocomunista di Torino, retta dal duo Law & Order Maddalena-Caselli, si lava bellamente le mani sulla cocchina di Re Giorgio e manda l'incartamento ai cuor di leone della Capitale. Tanto per capirsi, quelli che non hanno ancora interrogato i due capi del Dap, Francesco Cascini e Luigi Pagano, per chiedere loro se hanno subito pressioni della ministrona per la scarcerazione di Giulia Ligresti.
Tecnicamente siamo di fronte a un pareggio con rinvio alla prossima partita, visto che per ora Nonna Pinna non finisce sul registro degli indagati, ma neppure viene archiviata. Nulla da stupirsi, per chi conosce come funziona la giustizia di classe di rito italiota. Ma è davvero stupefacente quello che ha combinato Re Giorgio appena la Procura sabauda ha comunicato la sua tartufissima decisione: ha fatto filtrare la piena approvazione del Quirinale per una scelta "chiara e rigorosa". Il tutto alla vigilia del voto parlamentare di sfiducia e di una decisiva riunione del partito di maggioranza relativa sul caso Cancellieri.
A questo punto l'articolo 87 della Costituzione va così innovato nella sua ultima parte: "Il Presidente della Repubblica presiede il Consiglio superiore della magistratura. Può concedere grazia e commutare pene. Esprime il proprio gradimento sulle inchieste in corso e ne orienta le scelte e le soluzioni giuridiche a suo insindacabile giudizio, nel superiore interesse della Ragion di Stato".
Ma ogni regno ha i suoi banditori e i nostri li trovi in edicola. C'è da salvare un Guardasigilli che si mette "a disposizione" del Clan Ligrestos? Non c'è problema. Ecco qui il Corriere della Sera a denunciare sulla richiesta di dimissioni "una pesante pressione mediatica". "Il tritacarne politico è in moto", lamenta il corazziere Marzio Breda.
"Ed è quindi logico che al Quirinale guardino quasi interdetti a una simile deriva. Con i timori di chi considera quest'accelerazione non soltanto come l'ennesima tappa di un progressivo imbarbarimento della vita pubblica, ma come una mossa studiata ad arte per attaccare da un altro versante Palazzo Chigi e destabilizzare l'esecutivo. Magari fino ad affondarlo" (p. 5). Deriva! Imbarbarimento! Destabilizzazione! E "stupro della democrazia" no?
Ovviamente, come sempre accade quando si tratta di Napo Orso capo, la Repubblica si volta dall'altra parte e fa finta di niente. Anzi, dedica un'intera pagina a questo nuovo e fondamentale monito di Re Giorgio: "Napolitano e il corpo delle donne. ‘Tv e spot, più dignità e sobrietà'. E sui femminicidi: ‘Provo indignazione e dolore, basta violenza" (p. 18).
In realtà, pare che il vero titolo del monito fosse: "Il corpo delle donne: quanti ricordi!"
La Stampa, nell'ansia di rimediare a quel micidiale attacco di sabato contro i giudici di Torino, oggi mette una toppa che è peggio del buco. Ed ecco la velina di giornata da via Arenula: "E' vero che formalmente toccherà alla Procura di Roma archiviare il fascicolo, non senza aver fatto un'istruttoria preliminare, ma la decisione di Torino per lei (la Cancellieri, ndr) è più di un'assoluzione, visto che sugli atti si è celebrato in queste settimane un processo virtuale con condanna mediatica senza appello" (p. 2).
"Più di un'assoluzione" è davvero memorabile. Schizofrenia andante sul Cetriolo Quotidiano, che in prima pagina parla di un Napolitano che entra "a gamba tesa". Poi fa le pulci alla Stampa con due giorni di ritardo, parlando di "velina avvelenata da via Arenula" e citando Re Giorgio che "ha chiarito l'assoluta correttezza della Procura torinese, chiara e rigorosa" (p. 4). Cosa non si fa per l'amicuccio Caselli, nevvero?
Di rara perfezione, infine il titolino ino ino sulla prima pagina del Messaggero: "I pm: Cancellieri non è indagata. Blitz democrat sulle dimissioni". Insomma, tutta una congiura dei cattivi piddini.
2. NONNA PINA E IL CERINO DEL PIDDINO
E con il suo leggendario autolesionismo, il Piddimenoelle si trova adesso con in mano il cerino delle dimissioni di un ministro che manco è suo, beccato per altro ad aiutare i Ligrestos, che sono amici del Cainano e degli alfanoidi. Insomma, un capolavoro totale. La vittoria di Renzie al congresso dei non votanti viene offuscata dall'incapacità di governare "la base" sulla sfiducia a Nonna Pina.
Repubblica, organo ufficiale del partito, rende bene la situazione: "Il pressing del Pd per le dimissioni del ministro. ‘Letta deve sapere che così non reggiamo'. I renziani pronti a dare battaglia. Il rischio di uno scontro con il Quirinale. Spuntano i nomi di Mirabelli, Vietti e D'Ambruoso per la eventuale successione. Epifani: non esiste che ora chiedano a me di metterci la faccia facendo infuriare i deputati" (p. 3).
Gli mancano due settimane, ed Epifanio altre figure di merda non ne vuol fare.
3. NON SONO STATO, IO
Il Cetriolo Quotidiano intervista un certo Enrico Sbreglia, capo delle carceri piemontesi, che all'ultima domanda offre una risposta di rara sincerità: "Sarebbe bello se nel fascicolo dei magistrati ci fossero le intercettazioni. Non i tabulati, ma proprio gli audio. Io non ricordo di avere sentito nulla del genere. Mi creda, davvero il sistema stavolta ha funzionato bene. Giulia Ligresti non ha avuto un trattamento preferenziale rispetto alla generalità dei detenuti.
La logica è quella che le dicevo prima: pensi quanto avrebbe dovuto pagare l'amministrazione come danni alla famiglia se fosse successo qualcosa. Con quei soldi è meglio costruire un carcere" (p. 5). Buoni avvocati e discreto patrimonio familiare spaventano l'amministrazione carceraria?
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Re: Ti devi dimettere e BASTA
La vicenda Cancellieri alla luce delle ultime rivelazioni del come prolungò la sua permanenza a Parma come prefetto, travolgerà ciò che resta del PD a meno chè Renzi non riesca a resistere alle pressioni di Napolitaner/Letta e tolga la fiducia alla "ministra" una volta diventato segretario del PD.
L'ostinazione del PdR a difendere la "ministra" inizia a far sospettare cose molto poco lusinghiere e penso porterà anche il PdR sull'orlo di una crisi che potrebbe sfociare anche nelle dimissioni...
La situazione politica italiana si sta incancrenendo sempre di più ogni volta che sembra di aver toccato il fondo ci si accorge che c'è ancora una voragine al di sotto...
In tutto questo chi ci guadagnerà qualcosa sarà sempre lui, il Cainano... è incredibile come il PD e il PdR riescano sempre a salvarlo dal disastro pochi istanti prima della fine...
Tutto questo disastro per l'Italia potrebbe essere almeno in parte evitato con una semplice lettera di dimissioni della "ministra" ma si sa che tali lettere i politici italiani non le sappiano scrivere...
L'ostinazione del PdR a difendere la "ministra" inizia a far sospettare cose molto poco lusinghiere e penso porterà anche il PdR sull'orlo di una crisi che potrebbe sfociare anche nelle dimissioni...
La situazione politica italiana si sta incancrenendo sempre di più ogni volta che sembra di aver toccato il fondo ci si accorge che c'è ancora una voragine al di sotto...
In tutto questo chi ci guadagnerà qualcosa sarà sempre lui, il Cainano... è incredibile come il PD e il PdR riescano sempre a salvarlo dal disastro pochi istanti prima della fine...
Tutto questo disastro per l'Italia potrebbe essere almeno in parte evitato con una semplice lettera di dimissioni della "ministra" ma si sa che tali lettere i politici italiani non le sappiano scrivere...
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Re: Ti devi dimettere e BASTA
Cancellieri .La base del PD era d'accordo con questa presa di Letta.
Manda già anche questo rospo.Epifani può andare ...........
Ciao
Paolo11
Manda già anche questo rospo.Epifani può andare ...........
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Paolo11
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Re: Ti devi dimettere e BASTA
I votanti del PD nel forum.La vostra opinione sulla Cancellieri.
Ciao
Paolo11
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Paolo11
Re: Ti devi dimettere e BASTA
E' una donna di potere che si è comportata come credo si comporti la stragrande maggioranza degli uomini e delle donne di potere (politici e non solo) in questo paese.paolo11 ha scritto:I votanti del PD nel forum.La vostra opinione sulla Cancellieri.
Ciao
Paolo11
Di esempi ne abbiamo a centinaia: come, giusto per citare i più recenti, quella professoressa dell’Ateneo perugino che ha raccomandato al Rettore uno studente su richiesta della ex-Governatrice dell’Umbria e che esclama “A noi chi ci ammazza?” compiaciuta del buon esito dell’operazione. O le risate di Vendola sul malcapitato giornalista che si era permesso di chieder conto al potente Riva dei tumori in quel di Taranto.
Scagli la prima pietra chi non si è mai rivolto ad un "amico" per avere un occhio di riguardo per sé o un suo familiare o per ottenere semplicemente un diritto.
Ciò non giustifica niente e nessuno (della serie "così fan tutti"), ma evidenzia il fatto che siamo di fronte ad un problema culturale prima ancora che politico.
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Re: Ti devi dimettere e BASTA
Che vergogna. Pd senza palle e dignità. Ma arriveranno le elezioni
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
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Re: Ti devi dimettere e BASTA
20 NOV 2013 15:23
1. RE GIORGIO HA IMPOSTO IL SALVATAGGIO DI NONNA PINA, MA L’INSOFFERENZA PER IL QUIRINALE MONTA A DESTRA E SINISTRA: QUANTO PUÒ DURARE ANCORA IL NAPOLITANISTAN? -
2. LETTA GALOPPINO DEL COLLE PER DUE VOLTE CHIAMA RENZI: “CARO MATTEO È IL PRESIDENTE CHE LO CHIEDE, SULLA CANCELLIERI FATE UN PASSO INDIETRO”. IL PD CHE HA AFFONDATO PRODI PER IL QUIRINALE SI RITROVA COMPATTO PER SALVARE LA CANCELLIERI -
3. IL ROTTAMATORE INCASSA GLI ATTACCHI DEI GIORNALI CONTRO LETTA E PREPARA IL LOGORAMENTO DI PALAZZO CHIGI, UNA FRECCIATA DOPO L’ALTRA: “PER ME NAPOLITANO PUÒ FARE ANCHE IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, MA IL SEGRETARIO DEL PD SARÒ IO” - 4. OGGI È SALVA, MA IL DESTINO DELLA TELEFONISTA DEI LIGRESTI È SEGNATO: DOPO LA DECADENZA DI BERLUSCONI E IL PASSAGIO ALL’OPPOSIZIONE DI FORZA ITALIA, ARRIVERÀ UN NUOVO GIURISTA-CORAZZIERE AL MINISTERO DI GIUSTIZIA DI VIA ARENULA (ONIDA O MIRABELLI) -
1. IL COLLE ORDINA, IL PD ESEGUE: LA CANCELLIERI NON SI TOCCA
Fabrizio d`Esposito per "Il Fatto Quotidiano"
La monarchia del Napolitanistan salva la ministra della Famiglia Ligresti. Tutto accade molto prima della fatidica assemblea dei deputati del Pd, ieri sera alle nove. Vietato toccare Annamaria Cancellieri. Lei rimane rinchiusa al ministero della Giustizia, per limare il discorso di oggi alla Camera, quando si discuterà la mozione di sfiducia dei grillini. Il lavoro sporco, per la serie "mi chiamo Wolf e risolvo problemi", lo fanno il presidente della Repubblica e il presidente del Consiglio. Stavolta, però, per Giorgio Napolitano, "commissario" del Pd da un biennio dopo una vita trascorsa in minoranza nel Pci, lo sforzo è più impegnativo del solito.
Dall`altra parte non ci sono Bersani o Epifani. C`è Matteo Renzi, vincitore del primo round per la leadership del partito. A lui, segretario in pectore del Pd, il premier Enrico Letta fa due telefonate. E tutte e due le volte fa la stessa premessa: "Caro Matteo è il presidente che lo chiede, sulla Cancellieri fate un passo indietro". Lo scudo di Napolitano serve a Letta per fare a sua volta lo scudo della Cancellieri. Renzi obietta, resiste. Il premier, anche a nome del Colle, diventa giustizialista a sua insaputa: "Ma anche per la procura di Torino è innocente".
Per Renzi è l`ammissione, ennesima, che la politica è subordinata alla magistratura. Ribatte: "Enrico ma che c`entra? La questione è politica, io non aspetto i giudici per avere una linea". Ed è in queste telefonate che matura l`esito del match. Renzi, che poi lo scriverà su Twitter, rilancia: "Caro Enrico allora mettici la faccia. Vai all`assemblea e spiega che questo è un voto di sfiducia contro dite. Fossi in te non lo farei, ma non vedo altre uscite".
Renzi chiede di poter partecipare all`assemblea, ma si sente rispondere che non è deputato. Su un fronte, il premier che supera un altro scoglio e richiude una falla che ha rischiato di far affondare tutto il governo, almeno secondo l`analisi del Colle. Sull`altro, Renzi si intesta la questione morale sulla ministra dei Ligresti e si piega solo di fronte ai numeri del gruppo a Montecitorio, in cui i renziani sono "appena" una cinquantina. Forza cospicua ma non sufficiente a ribaltare gli equilibri.
Ma la lezione Cancellieri fa capire a Renzi quale sarà il principale problema nei prossimi mesi, quando guiderà il Pd da segretario con pieni poteri: l`interventismo di Napolitano, a tutto campo e ormai quotidiano, con telefonate a getto continuo. Si lascia scappare anche una battuta, il sindaco di Renzi, che dal Colle è già stato ripreso, in un passato recentissimo, su amnistia e legge elettorale: "Per me Napolitano può fare anche il presidente del Consiglio (qui la perfidia è rivolta soprattutto a Letta, ndr), ma il segretario del Pd sarò io".
La tregua tra Letta e Renzi per salvare governo e partito si percepisce a Montecitorio che non è ancora buio. La fine è nota. Dopo il caos e le minacce di lunedì, il Pd viene asfaltato ancora una volta dalla dittatura delle larghe intese di Re Giorgio. I renziani, per bocca di Paolo Gentiloni, ex ministro, promettono un ordine del giorno anti-Cancellieri. La mozione di sfiducia di Civati, invece, non sfonda. Il senso di marcia è chiaro. Se anche si dovesse votare, nell`assemblea, oggi tutti si uniformeranno alla linea maggioritaria di Letta e Bersani e Franceschini e D`Alema: no alla sfiducia.
Il premier arriva all`assemblea direttamente dalla Sardegna. L`orario d`inizio viene posticipato, alle ventuno. È lui ad aprire la riunione. La salvezza della Cancellieri è una questione politica: "Questo è un passaggio politico a tutto tondo. Quello che viene chiesto è un voto di sfiducia al governo. Al Pd chiedo un atto di responsabilità". Il problema non sono le telefonate. Anzi: "La mozione è frutto di una campagna aggressiva molto forte e slegata dal merito. Vi chiedo di considerare la cosa per quello che è: un attacco politico al governo. Mi appello al senso di responsabilità collettivo che è parte di noi. La nostra condivisione unitaria della responsabilità è il punto di tenuta del sistema politico".
La responsabilità rimbalza di intervento in intervento. Parla Cuperlo. "La Cancellieri avrebbe fatto meglio a dimettersi però noi siamo responsabili". Gentiloni, renziano, prende atto "con rammarico" e responsabilità. Perfino Civati, il movimentista filogrillino, si arrende nel segno della responsabilità: "Sono in disaccordo, ma mi atterrò alla linea". Il Pd che ha affondato Prodi per il Quirinale si ritrova compatto per salvare la Cancellieri. Contrappasso da unità.
1. RE GIORGIO HA IMPOSTO IL SALVATAGGIO DI NONNA PINA, MA L’INSOFFERENZA PER IL QUIRINALE MONTA A DESTRA E SINISTRA: QUANTO PUÒ DURARE ANCORA IL NAPOLITANISTAN? -
2. LETTA GALOPPINO DEL COLLE PER DUE VOLTE CHIAMA RENZI: “CARO MATTEO È IL PRESIDENTE CHE LO CHIEDE, SULLA CANCELLIERI FATE UN PASSO INDIETRO”. IL PD CHE HA AFFONDATO PRODI PER IL QUIRINALE SI RITROVA COMPATTO PER SALVARE LA CANCELLIERI -
3. IL ROTTAMATORE INCASSA GLI ATTACCHI DEI GIORNALI CONTRO LETTA E PREPARA IL LOGORAMENTO DI PALAZZO CHIGI, UNA FRECCIATA DOPO L’ALTRA: “PER ME NAPOLITANO PUÒ FARE ANCHE IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, MA IL SEGRETARIO DEL PD SARÒ IO” - 4. OGGI È SALVA, MA IL DESTINO DELLA TELEFONISTA DEI LIGRESTI È SEGNATO: DOPO LA DECADENZA DI BERLUSCONI E IL PASSAGIO ALL’OPPOSIZIONE DI FORZA ITALIA, ARRIVERÀ UN NUOVO GIURISTA-CORAZZIERE AL MINISTERO DI GIUSTIZIA DI VIA ARENULA (ONIDA O MIRABELLI) -
1. IL COLLE ORDINA, IL PD ESEGUE: LA CANCELLIERI NON SI TOCCA
Fabrizio d`Esposito per "Il Fatto Quotidiano"
La monarchia del Napolitanistan salva la ministra della Famiglia Ligresti. Tutto accade molto prima della fatidica assemblea dei deputati del Pd, ieri sera alle nove. Vietato toccare Annamaria Cancellieri. Lei rimane rinchiusa al ministero della Giustizia, per limare il discorso di oggi alla Camera, quando si discuterà la mozione di sfiducia dei grillini. Il lavoro sporco, per la serie "mi chiamo Wolf e risolvo problemi", lo fanno il presidente della Repubblica e il presidente del Consiglio. Stavolta, però, per Giorgio Napolitano, "commissario" del Pd da un biennio dopo una vita trascorsa in minoranza nel Pci, lo sforzo è più impegnativo del solito.
Dall`altra parte non ci sono Bersani o Epifani. C`è Matteo Renzi, vincitore del primo round per la leadership del partito. A lui, segretario in pectore del Pd, il premier Enrico Letta fa due telefonate. E tutte e due le volte fa la stessa premessa: "Caro Matteo è il presidente che lo chiede, sulla Cancellieri fate un passo indietro". Lo scudo di Napolitano serve a Letta per fare a sua volta lo scudo della Cancellieri. Renzi obietta, resiste. Il premier, anche a nome del Colle, diventa giustizialista a sua insaputa: "Ma anche per la procura di Torino è innocente".
Per Renzi è l`ammissione, ennesima, che la politica è subordinata alla magistratura. Ribatte: "Enrico ma che c`entra? La questione è politica, io non aspetto i giudici per avere una linea". Ed è in queste telefonate che matura l`esito del match. Renzi, che poi lo scriverà su Twitter, rilancia: "Caro Enrico allora mettici la faccia. Vai all`assemblea e spiega che questo è un voto di sfiducia contro dite. Fossi in te non lo farei, ma non vedo altre uscite".
Renzi chiede di poter partecipare all`assemblea, ma si sente rispondere che non è deputato. Su un fronte, il premier che supera un altro scoglio e richiude una falla che ha rischiato di far affondare tutto il governo, almeno secondo l`analisi del Colle. Sull`altro, Renzi si intesta la questione morale sulla ministra dei Ligresti e si piega solo di fronte ai numeri del gruppo a Montecitorio, in cui i renziani sono "appena" una cinquantina. Forza cospicua ma non sufficiente a ribaltare gli equilibri.
Ma la lezione Cancellieri fa capire a Renzi quale sarà il principale problema nei prossimi mesi, quando guiderà il Pd da segretario con pieni poteri: l`interventismo di Napolitano, a tutto campo e ormai quotidiano, con telefonate a getto continuo. Si lascia scappare anche una battuta, il sindaco di Renzi, che dal Colle è già stato ripreso, in un passato recentissimo, su amnistia e legge elettorale: "Per me Napolitano può fare anche il presidente del Consiglio (qui la perfidia è rivolta soprattutto a Letta, ndr), ma il segretario del Pd sarò io".
La tregua tra Letta e Renzi per salvare governo e partito si percepisce a Montecitorio che non è ancora buio. La fine è nota. Dopo il caos e le minacce di lunedì, il Pd viene asfaltato ancora una volta dalla dittatura delle larghe intese di Re Giorgio. I renziani, per bocca di Paolo Gentiloni, ex ministro, promettono un ordine del giorno anti-Cancellieri. La mozione di sfiducia di Civati, invece, non sfonda. Il senso di marcia è chiaro. Se anche si dovesse votare, nell`assemblea, oggi tutti si uniformeranno alla linea maggioritaria di Letta e Bersani e Franceschini e D`Alema: no alla sfiducia.
Il premier arriva all`assemblea direttamente dalla Sardegna. L`orario d`inizio viene posticipato, alle ventuno. È lui ad aprire la riunione. La salvezza della Cancellieri è una questione politica: "Questo è un passaggio politico a tutto tondo. Quello che viene chiesto è un voto di sfiducia al governo. Al Pd chiedo un atto di responsabilità". Il problema non sono le telefonate. Anzi: "La mozione è frutto di una campagna aggressiva molto forte e slegata dal merito. Vi chiedo di considerare la cosa per quello che è: un attacco politico al governo. Mi appello al senso di responsabilità collettivo che è parte di noi. La nostra condivisione unitaria della responsabilità è il punto di tenuta del sistema politico".
La responsabilità rimbalza di intervento in intervento. Parla Cuperlo. "La Cancellieri avrebbe fatto meglio a dimettersi però noi siamo responsabili". Gentiloni, renziano, prende atto "con rammarico" e responsabilità. Perfino Civati, il movimentista filogrillino, si arrende nel segno della responsabilità: "Sono in disaccordo, ma mi atterrò alla linea". Il Pd che ha affondato Prodi per il Quirinale si ritrova compatto per salvare la Cancellieri. Contrappasso da unità.
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