Come se ne viene fuori ?

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camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

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Sfascisti - 31
I giorni della confusione - 17

Nel Paese delle Meraviglie - 8


Berlusconi: «Resistiamo 6 mesi
Con Renzi, il Pd non reggerà»

IL RETROSCENA Berlusconi vuole far fibrillare il governo: «Facciamoli ballare, Renzi finirà il lavoro», ripete ai suoi. Ma Forza Italia perde pezzi: non si dimette il sottosegretario Girlanda.

Di Federica Fantozzi 29 novembre 2013


Silvio Berlusconi si toglie il giubbotto antiproiettile che indossava al comizio sotto il maglioncino di cashmere, e trascorre nella quiete di Arcore il primo giorno da ex senatore. Con i figli, la fidanzata Francesca Pascale volata con lui da Roma, e una processione di amici tra cui Fedele Confalonieri ed Ennio Doris.

Il Cavaliere accusa il down emotivo rispetto alla giornata di mercoledì, alterna momenti grintosi a cupe lamentazioni. Con gli uomini-azienda c’è da decidere il futuro del gruppo, nella prospettiva di cominciare a scontare i servizi sociali a primavera. Le procure ai figli, le carte da firmare, gli assetti da blindare il più possibile. Mentre l’Anm protesta per l’«inaccettabile accostamento» tra Md e le Br.

PROTESTA L'ANM
Ma c’è anche la politica. L’obiettivo resta quello di far partire alla grande la campagna elettorale per le Europee che lancerà l’8 dicembre con il varo dei primi mille club Forza Silvio. Ne vuole 8mila, uno per ogni Comune: un modo per tenersi ancorato alla realtà. «Non voglio fare la fine della Timoshenko», si è sfogato..
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

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Sfascisti - 32
I giorni della confusione - 18
Nel Paese delle Meraviglie - 9

Due settimane di fuoco,…..come minimo - 1


Fa freddo, molto freddo, ma la politica è diventata bollente.

1) I mussulmani di FI, il 28 di novembre chiedono un incontro al Colle. A Sua Maestà Re Giorgio II, i capigruppo Romani e Brunetta fanno sapere che la fiducia non basta. Essendo cambiati gli assetti della maggioranza con la fuoriuscita mussulmana ci vuole un passaggio parlamentare. Inoltre, Letta si deve presentare dimissionario.

2) Sua Maestà concede il passaggio parlamentare.

3) Il 29 novembre, da buon democristiano, Letta prende tempo. Con la scusa che l’8 di dicembre si terranno le primarie del PPE, Enry cerca di guadagnare una settimana di sopravvivenza. “Meglio tirare a campare che tirare le quoia” (Giulio Andreotti)

I sondaggi, tutti quanti, danno vittorioso senza storia Gianburrasca RenziE. Di conseguenza non ci sarebbe bisogno di ritardare il passaggio parlamentare. A meno che Letta tra la notte dell’8 dicembre e la prima mattinata del 9, non si aspetti le condizioni di Gianburrasca.

4) Roberto Weber, tra i sondaggisti più attendibili del mercato dell’effimero, ad Agorà tra le 9 e le 10 di ieri, 29 novembre, conferma il vantaggio irraggiungibile di Gianburrasca RenziE.
Gianburrasca RenziE.= 56 %
Gary Cooperlo………...= 23 %
Pippo CHEvati………….= 13 %

5) Questi dati pressoché simili a quelli a disposizione nei giorni precedenti nel campo avverso, hanno smosso Angelino con il quid in affitto. Il capo della colonia degli abitanti del pianeta Alfa Centauri,

1. Alfa Centauri B b, il pianeta extrasolare più vicino a noi: 4,3 anni ...
http://www.astroperinaldo.it/.../alpha- ... piu-vi...‎
16/ott/2012 - E' stato scoperto un pianeta con massa similare a quella della nostra Terra attorno al sistema stellare più vicino al nostro Sole, Alfa Centauri ...

Alfa Centauri
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
http://it.wikipedia.org/wiki/Alfa_Centauri

sbarcato da un’astronave di provenienza dal suddetto pianeta 35 anni fa, quando era ancora un ragazzetto, nella Trinacria. (Noi il pianeta Alfa Centauri lo abbiamo scoperto solo un anno fa, mentre loro ci avevano già fatto visita più volte. Neppure la NASA era al corrente dei ripetuti sbarchi degli alfaniani nel terminal siciliano)

Il capo degli alfaniani che si trova a prendere obbligatoriamente decisioni autonome per la prima volta (forse su suggerimento della vecchia tessera P2, 2232), dopo un lungo periodo di apprendistato come cameriere tuttofare alla corte del Caimano, è intenzionato a chiedere un patto di legislatura con Gianburrasca.

Angelino teme le frasi intimidatorie di Giamburrasca pronunciate verso Letta. “Se vinco io, dal 9 dicembre si cambia musica”.

La paura di diventare una ruota di scorta del “””Cs””” ha obbligato Angelino a venire allo scoperto.

Deciso a sostenere il governo per salvare la poltrona, fino al punto di distaccarsi dal padre padrone, sarebbe assurdo che tutto andasse a carte quarantotto solo per la volontà del nuovo intruso.

Meglio addivenire ad un accordo subito con il disturbatore delle piccole intese.

Continua
iospero
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da iospero »

Il Nuovo CD per bocca di Alfano-Formiogoni fa sapere che sarà possibile confluire in una coalizione solo a certe condizioni: una di queste è che F.I. elegga i suoi rappresentanti con le primarie

Quindi andare divisi per colpire uniti è ancora presto per dirlo.
iospero
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da iospero »

Il Nuovo CD per bocca di Alfano-Formiogoni fa sapere che sarà possibile confluire in una coalizione solo a certe condizioni: una di queste è che F.I. elegga i suoi rappresentanti con le primarie

Quindi andare divisi per colpire uniti è ancora presto per dirlo.
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

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Sfascisti - 33
I giorni della confusione - 19
Nel Paese delle Meraviglie - 10

Due settimane di fuoco,…..come minimo - 2



6) Alfano va all’attacco:

1. Napolitano: Letta vada in Parlamento - Pagina Nazionale - Il Piccolo
ilpiccolo.gelocal.it › Italia e Mondo‎
1 giorno fa - Alfano: il governo dipende da noi, patto con Renzi per il 2014. ... chevuole dettare l'agenda al governo e auspica un rimpasto nella squadra di ... un punto d'intesa non sarà facile perché Renzi, con una intervista al Corriere ...


Alfano: "Governo dipende da noi". Scontro sui Sottosegretari FI VIDEO: Siamo l'ago della bilancia

http://qn.quotidiano.net/politica/2013/ ... tari.shtml



In pratica è cambiato solo il ricattatore. Certamente più domestico Angelino del Caimano che era oberato da problemi personali, ma certo non meno pericoloso agli effetti pratici.

Si offendono sia i politicanti della casta che i tifosi dei partiti falliti, quando si fa loro presente che oramai per il 90 % sono tutti uguali.

Le larghe intese iniziate nel novembre del 2011 e prorogate fino ad oggi e secondo Letta fino al 2015, li smentiscono.

Ma non può essere diversamente, perché quando si tratta di fare fessi i sudditi merli tricolori, sono tutti uguali. Non c’è casacca che tenga.

Sono tutti cresciuti sotto la guida di Mary Poppins, e si vede.
http://www.youtube.com/watch?v=mrDOc7DaBJk

Enry balls of stell, ha regalato ai sudditi tricolori, subito dopo la caduta del Caimano, una perla delle sue.

Adesso siamo più forti


Ci vorrebbe che fosse in vita ancora l’Albertone nazionale per rispondere degnamente alle palle di Letta nipote del conte zio.
http://www.youtube.com/watch?v=RCUYgl7QLCk

In primis, Alfano e gli alfaniani devono prendere voti nello stesso bacino elettorale del Caimano.

Paolo Pagliaro ha spiegato ieri sera a Otto e mezzo la provenienza dei voti di Ncd,
http://www.la7.it/ottoemezzo/pvideo-stream?id=i776972

il 54 % proviene dal Pdl
Il 27 % da Scelta civica
Il ..9 % da altri partiti
Il 10 % proviene dal recupero degli astenuti

Anche per la signora Maria, la mitica casalinga di Voghera, e le sue amiche romane, la sora Ggina, la sora Pina, la sora Cesira, è chiaro che se gli alfaniani, oltre a far venire conterranei dal pianeta Alfa Centauri, devono andare a pescare nel grande mare di FI.

In vena di grandi sparate, due giorni fa, Angelino ha raccontato ai sudditi italiani che loro intendono diventare il primo partito del centrodestra. :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen: Così fan tutti,….spararla grossa tanto non costa niente.

Te saluto core, con li campioni della comunicazione che te ritrovi, ma ando vai se il cavallo non ce l’hai?

Un, due, tre pronti via e Schifani:

1. Mafia, Schifani e il concorso esterno: due mesi in più per le indagini ...
http://www.ilfattoquotidiano.it › Giustizia & impunità‎
3 giorni fa - Due ore e mezzo di colloqui e analisi in procura sulle minacce lanciate dagli anonimi e da Riina, e una certezza: “Oggi il clima è preoccupante, ...


Forchettoni si è buttato a pesce nel Ncd per salvare la legislatura perché non vuole fare la fine di Silvio.
http://www.youtube.com/watch?v=vEBJ4Y-cjy4

Con quei due mostri della comunicazione, poi, due mister simpatia come Giovanardi e Cicchitto, quanti voti aggiunti potranno portare al Ncd?

E Quagliariello, il Re dei gatti di marmo?

Tocca a loro questa volta ad andare a prendere i voti, perché Silvio è dall’altra parte che gli fa la guerra.

Ieri, Weber per Agorà ha fornito questi dati:

Forza Italia.............…20,6 %….+ 3,3 %
Nuovo Centrodestra ..5,2 %....- 1,0 %

Scelta civica è al 2,2 % ed è già stata munta per quanto era possibile e da lì si porta a casa ben poco.

Vedi punto:
01:03:38
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/me ... 5048c.html

Diventa quindi evidente che gli alfaniani se vogliono crescere devono andare a pescare nel mare di Silvio.

Come può pensare Angelino che se soccombe a Letta, soprattutto dopo l’8 dicembre, possa incrementare i voti? Anzi rischia di perdere quelli che ha.

Ergo Angelino deve cominciare a ricattare Letta come faceva Brunetta.

Questi inconvenienti sono normalmente di casa nelle coalizioni della stessa area. Figuriamoci in caso di inciucio tra PPE che viene considerato impropriamente a destra come un partito di sinistra e il Ncd.

Continua
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

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Sfascisti - 34



Voglio ritornare su queste due riflessioni di lucfig Inviato: 11/10/2013, 13:05 e di erding Inviato: 13/11/2013, 13:12


lucfig
Inviato: 11/10/2013, 13:05

Come se ne viene fuori?

Dopo 4.228 messaggi non sono riuscito a trovare una risposta.

E' solo colpa della classe politica?

E' solo colpa di Berlusconi?

Io credo che il punto centrale sia che non riusciamo più a parlare di futuro e stiamo sempre girati a guardare il passato. Per questo inciampiamo!

Inoltre questo egoismo che ci fa guardare solo e solamente il nostro orticello ha fatto si che adesso viviamo in un deserto.

Aggiungici la lobitizzazione fatta dai mass media ... e il gioco è fatto.

Ma come se ne viene fuori?

_________________


***


erding
Inviato: ieri, 13:12

Caro Uncle,
è dal 06/04/2012, ore19:00 e 4395 interventi che ci poniamo, e ci perseguita, la fatale domanda:
Come se ne viene fuori?

Finora non abbiamo trovato risposte esaurienti e decisive.
La crisi non è soltanto economica è sopratutto crisi morale.
Forse che, stando le cose come stanno, con i soliti mezzucci, con gli attori politici che sono attualmente in scena,
possiamo solo dire ...NON se ne viene fuori.

Per come tutto è degradato non ci si può affidare a piccoli espedienti, non basta una brezza ci vorrebbe un vento impetuoso.
Non bastano piccole manovre, occorrerebbero azioni forti e radicali.
Occorrerebbe una rivoluzione!

Il fatto è che la rivoluzione non è nel carattere dell'italiano medio,
le rivoluzioni hanno bisogno di uomini forti, generosi, liberi, risoluti, scevri da compromessi, ma purtroppo,
noi italiani siamo lontani da tutto questo.

E' amaro riconoscerlo ma saggezza vorrebbe che ci si rassegnasse.
Non avrei mai pensato, dopo una vita ormai per lo più spesa, ritrovarmi a ragionare così e cedere alla resa.

un saluto erding



per portare all’attenzione del forum, che alla domanda :

Come se ne viene fuori?

bisogna cominciare a dare una risposta perché qui sta per saltare tutto.

Continua
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

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Sfascisti - 34



Sfascisti - 35



In questo articolo è presente una grave omissione da parte del Prof. Zagrebelsky (o forse da parte del caporedattore, o dell direttore del giornale, o forse anche da parte del proprietario del quotidiano romano che per l’occasione sedeva in prima fila. Forse certe cose è meglio che la stampa non le divulghi).

Gustavo Zagrebelsky, per la prima volta in Italia, in forma ufficiale davanti ad un pubblico del Teatro Smeraldo di Milano, definito “gremito”, ha dichiarato che i partiti, tutti quanti, erano falliti.

Una dichiarazione piuttosto tardiva, perché i partiti della seconda Repubblica erano falliti già mesi prima. Ma come diciamo noi rassegnati sudditi tricolori, “MEGLIO TARDI CHE MAI”.

Quella di Zagrebelski rimane però successivamente una voce solitaria nella tempesta.

Nessuno ha mai ripreso questo tema, malgrado l’autore dell’articolo concluda così:

In chiusura, Sandra Bonsanti ha elencato alcune proposte concrete su cui stanno lavorando i comitati di Libertà e giustizia: liste degli elettori per le primarie; no al cumulo delle cariche per chi ha ruoli pubblici; stop al finanziamento di partiti morti. Ma la riflessione, c'è da giurarci, è appena cominciata.


Non è stato così, la voragine del disastro si è allargata sistematicamente senza la minima volontà di porre rimedio, come è in uso nelle società che stanno per crollare.

Io che sono un super masochista che si ascolta tutti i talk politici, nei limiti del possibile e dell’umano ( non perché siano interessanti, tutt’altro è l’esatto contrario, sono noiosissimi e mortalmente ripetitivi, salvo rarissime occasioni quando ci sono determinati personaggi e necessariamente non politici. I politicanti degli ultimi 20 anni ripetono all’infinito sempre noiosamente le stesse promesse in un teatrino dell’assurdo senza mai risolvere nulla. Se questa manfrina succedesse una seconda volta in un’azienda privata, i dirigenti, prima di fallire verrebbero messi regolarmente alla porta. Noi invece ci scanniamo per difenderli e corriamo sempre a votarli), …..ma solo per capire quando ci sarà il cedimento strutturale finale.

Sandra Bonsanti aveva annunciato che LeG avrebbe portato in tutte le sedi di partito il Manifesto elaborato dal Prof. Zagrebelsky, “Dipende da noi” sollecitando tutti i partiti, proprio tutti, a rinnovarsi.

Non che fosse un’iniziativa non meritoria ed anche obbligata per fare i conti con la propria coscienza, ma conoscendo i polli come erano strutturati e su quali valori si fondavano, l’annuncio della presidente di LeG mi ha strappato un sorriso più che ironico e sardonico.

Infatti, non se ne è fatto nulla malgrado l’avvertimento, e la casta continua pervicacemente a rimanere aggrappata alla poltrona cercando di spolpare quello che è rimasto intorno all’osso.

Per chi se ne fosse dimenticato, quella sera successe:


Libertà e giustizia ai partiti
"Riformare la politica per salvare l'Italia"

LeG ha presentato il documento "Dipende da noi" contro l'autoreferenzialità e il malcostume dei partiti che ha raccolto 35mila firme. Saviano: "Fondamentale fare subito la legge contro la corruzione". Zagrebelsky: "Le primarie una grande risorsa"
Gustavo Zagrebelsky


MILANO - Entra nel vivo la campagna per rifondare l'Italia spingendo i partiti a decontaminarsi da autoreferenzialità e corruzione. A Milano, in un Teatro Smeraldo gremito di persone, Libertà e Giustizia ha spiegato il senso di "Dipende da noi", il manifestopromosso dall'associazione che ha già superato le 35mila firme.

Ad aprire la serata è stata l'attrice Lella Costa, leggendo il manifesto, interrotta da continui applausi, punto per punto. La parola è passata quindi a Concita De Gregorio, che ha introdotto gli interventi. I più attesi, quelli di Gustavo Zagrebelsky e Roberto Saviano, che nei giorni scorsi ha infiammato con il suo appello la discussione sulla necessità di combattere la corruzione. Insieme a loro, anche Sandra Bonsanti, il sindaco di Milano Giuliano Pisapia e Umberto Eco.

"La riforma della classe politica è prioritaria, insieme alle riforme istituzionali. Ma questa è un'esigenza che non sembra avvertita e anzi accantonata", ha detto Zagrebelsky. "Non siamo apolitici o antipolitici, come sostengono alcuni, siamo ultrapolitici", ha proseguito. "Identificare chi critica i partiti come nemico della politica - ha sottolineato - è una strumentalizzazione. Noi non facciamo di tutta un'erba un fascio, non siamo qualunquisti". Parlando del atteggiamento di riconoscenza verso il governo Monti, il costituzionalista ha chiarito che ciò "non deve e non può significare censura nel dibattito politico", in quanto questo governo "è chiamato a operare scelte gravose per tutti, soprattutto per i ceti deboli" e "dove ci sono scelte ci sono opinioni, non verità". Citando poi uno dei primi atti del governo Monti, il decreto "salva Italia", Zagrebelsky ha spiegato che "riformare la politica è salvare l'Italia". Quanto al rapporto tra tecnici e politici, secondo il presidente emerito della Consulta, il rischio è che alla fine "la balia piaccia più dei bambini".

E poi un passaggio sulle primarie: "Nessuna riforma si fa dall'alto le primarie possono essere una grande risorsa e noi chiediamo a tutti i partiti che questo metodo trovi una disciplina, una estensione e una generalizzazione".

Dopo Zagrebelsky e Pisapia, sul palco è salito Saviano. "La legge sulla corruzione è fondamentale, si è atteso fino troppo, questo governo deve farla, questo governo è prezioso perché porta via il berlusconismo e ci salva dal default, ma per questo è fondamentale che faccia la legge anti corruzione", ha esordito. "Le leggi antimafia sono declinate sulle persone più che sui capitali e quando c'è crisi le mafie vincono perché hanno liquidità", ha aggiunto Saviano ribadendo l'urgenza di rivedere la normativa contro il riciclaggio di denaro sporco. "Questo governo ha un'occasione incredibile, ma deve considereare il problema mafioso non UN problema, ma IL problema", ha proseguito.

"Le mafie non si contrastano solo con i maxi blitz, l'organizzazione è molto più vasta di chi spara", ha detto ancora. "Masse di denaro date senza possibilità di controllo" e "la possibilità di infiltrare le primarie" sono stati quindi due degli aspetti citati da Saviano per ribadire la necessità di una riforma della legge sul finanziamento dei partiti. "L'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro, non sul privilegio", ha detto lo scrittore citando il presidente Sandro Pertini.

Ma Saviano ha parlato anche, più in generale, del governo Monti: "C'è una grande ansia che il governo sia sotto ricatto del Pdl e che possa fare tutto, tranne toccare giustizia e Rai". E di un eventuale ritorno in politica di Silvio Berlusconi: "Se i processi non si chiuderanno con condanne saranno trampolini per il ritorno politico". "Il paese nuovo non ha cacciato Berlusconi: deve ancora cominciare il percorso che romperà con la vecchia Repubblica per iniziare la nuova". Un percorso che, a suo giudizio, "dovrà passare per la riforma del finanziamento pubblico ai partiti".

Umberto Eco, conversando con i giornalisti prima dell'inizio del dibattito, ha commentato: "I partiti imbarazzati nel fare la politica hanno chiesto la supplenza", a Monti. "La gente - ha aggiunto - si è messa in testa che gli intellettuali hanno risposte per ogni cosa mentre hanno solo domande".

In platea, ad ascoltare la discussione, anche l'ingegner Carlo De Benedetti. "Nel 2013 speriamo ritorni la politica, i partiti e la democrazia che è stata messa di lato per l'emergenza", ha affermato prima dell'inizio di 'Dipende da noi'. "Credo che il presidente della Repubblica abbia fatto un capolavoro politico nel riuscire a mettere il miglior primo ministro che ci sia", ha proseguito De Benedetti che si è poi augurato che Mario Monti arrivi "fino al 2013 nonostante la destra vorrebbe fosse un ragioniere e che si occupasse solo di conti, ma si deve occupare anche di politica".

La formazione del governo tecnico sarebbe poi per i partiti "un'occasione, circa 15 mesi per riaccreditarsi agli occhi dell'opinione pubblica - ha proseguito l'ingegnere - perché ora non sono più accettati da nessuno. Ora dovrebbero ridare un orizzonte a questo paese in cui si riducano le disuguaglianze e si metta al centro il lavoro".

In chiusura, Sandra Bonsanti ha elencato alcune proposte concrete su cui stanno lavorando i comitati di Libertà e giustizia: liste degli elettori per le primarie; no al cumulo delle cariche per chi ha ruoli pubblici; stop al finanziamento di partiti morti. Ma la riflessione, c'è da giurarci, è appena cominciata.
(12 marzo 2012)© RIPRODUZIONE RISERVATA


http://www.repubblica.it/politica/2012/ ... -31424229/

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Sfascisti - 36
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

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Sfascisti - 36


Il manifesto di LeG
Dipende da noi. Dissociarsi per riconciliarci

23 febbraio 2012 -
Gustavo Zagrebelsky


Immagine


Nell’anno in corso (2012-ndt), Libertà e Giustizia festeggerà i suoi dieci anni di vita. Faremo il bilancio del passato. Ma ora è urgente progettare l’avvenire e chiarire i nostri compiti, in continuità con l’impostazione originaria dell’Associazione. Si annunciano tempi nuovi e incerti per il nostro Paese. Speranza e preoccupazione s’intrecciano. Il nostro compito è capire le ragioni dell’una e dell’altra e agire di conseguenza, sapendo che la posta in gioco è alta.


1. Il “governo tecnico” è un segno dei tempi: tempi di debolezza della politica e d’inettitudine dei partiti politici. Tra di loro si deve distinguere ma certo, nell’insieme, in Italia il sistema politico e la sua “classe dirigente” hanno fallito, arretrando di fronte alle loro responsabilità. Il governo che oggi abbiamo è frutto dell’iniziativa del Presidente della Repubblica che ha esercitato una difficile supplenza in stato di necessità. LeG ha salutato con sollievo la svolta, anche perché non si dimentica il timore che le forzature costituzionali accumulate negli anni potessero, nel momento decisivo, fare massa e indurre qualcuno a tentare una forzatura finale.

2. Nello stallo della politica, l’ascesa della tecnica al governo è apparsa l’unica alternativa al disastro finanziario, economico e sociale. La dobbiamo accettare come pharmakon. Ma la medicina che guarisce può diventare il veleno che uccide. Dobbiamo sapere che un governo può essere tecnico nelle premesse, ma non nelle conseguenze delle sue azioni. Il nostro è tecnico-esecutivo per le decisioni rese necessarie dal malgoverno del passato e dalla pressione di eventi maturati altrove, in sedi democraticamente incontrollabili, ma è altamente politico per l’incidenza delle sue misure sulla vita dei cittadini. Dire “tecnico”, significa privare la politica della libertà. LeG, che ha in passato denunciato i pericoli del populismo, cioè della neutralizzazione e dell’occultamento della politica dietro pratiche di seduzione demagogica, non può ignorare che la tecnica esercita anch’essa una forza ideologica che può diventare anti-politica. Allora, quello che inizialmente è farmaco diventa veleno: senza politica, non ci può essere libertà e democrazia; senza democrazia, alla fine ci aspettano soluzioni basate non sul libero consenso ma sull’imposizione.

3. Che si tratti di medicina o di veleno, non sappiamo. Sappiamo invece che dipende da noi. LeG, associazione di cultura politica, ha sempre operato per la difesa della dignità della politica e, proprio per questo, ha denunciato i casi di svilimento, di corruzione e di asservimento a interessi privati, di chiusura corporativa e autodifesa di casta. Oggi, quando la distanza tra i cittadini e i partiti non è mai stata così grande, proprio oggi è urgente un’opera di riconciliazione nazionale con la politica. Forse, il maggiore tradimento perpetrato dalla nostra “classe dirigente” nei confronti della democrazia, è consistito nell’aver reso la politica un’attività non solo non attrattiva ma addirittura repulsiva e di aver respinto nell’apatia soprattutto le generazioni più giovani, proprio quelle dove si trova la riserva potenziale di moralità e impegno politico di cui il nostro stanco Paese ha bisogno.

4. Siamo persuasi che la rifondazione della politica debba partire dalla sua decontaminazione dalla corruzione che, tra tutte le cause, è quella che più ha contribuito a imbrattarne la figura. Ormai, non si fanno più differenze, in una generale chiamata in correità. Gli scandali e le ruberie in un partito si riverberano in colpe di tutti i partiti. La percezione è che nel tempo si sia creato un sistema di connivenze e omertà, rotto occasionalmente solo dall’esterno, dalle inchieste giudiziarie o giornalistiche (da qui, la diffusa insofferenza per l’indipendenza della giustizia e dell’informazione). Questo sistema, prima che con le riforme legislative, può essere incrinato solo dall’interno. La connivenza può rompersi solo con la dissociazione e la denuncia. Le tante persone che, nei partiti e nella pubblica amministrazione avvertono la nobiltà della loro attività, escano allo scoperto, ripuliscano le loro stanze, si rifiutino di avallare, anche solo col silenzio, il degrado della politica. Acquisterebbero meriti e ne sarebbero ricompensati. LeG è convinta che questa sia la premessa e la condizione d’ogni riforma credibile della politica e della grande riconciliazione di cui abbiamo parlato. La legge sui partiti è una necessità di cui si parla da troppo tempo. Oggi, gli scandali quotidiani, l’hanno resa urgente. “Subito la legge ecc.”, si è detto. Ma possiamo crederci, se prima non cambiano coloro che la legge dovrebbero farla?

5. L’anno che ci separa dalle elezioni si annuncia ricco di propositi riformatori delle istituzioni. Non è una novità, ma l’auto-riforma si è dimostrata finora un’auto-illusione. Può essere che sia la volta buona per contrastare la caduta di consenso ed evitare lo “sciopero elettorale” che da diverse parti si minaccia. Ma si vorrebbe sapere con chiarezza che cosa ci viene promesso. Chiusura o apertura? L’alternativa è nelle cose, anzi nelle azioni. Non si può nasconderla con le parole. LeG ritiene di rappresentare un’elementare esigenza democratica, chiedendo di conoscere, in pubblico dibattito, se i contatti e gli accordi preliminari che si vanno stringendo tra partiti mirano a corazzare il sistema politico esistente, chiudendolo su se stesso, oppure se finalmente si avverte l’esigenza di aprirlo alle istanze diffuse dei cittadini, d’ogni ceto e d’ogni orientamento politico; se la “società politica” ritiene di fare a meno della tanto disprezzata “società civile”, oppure se ritiene di dover mettersi in discussione; se pensa che sia legittima la sua pretesa di difendersi dai controlli, oppure se sia disposta alla trasparenza e alla responsabilità; se il governo sia un problema di mera efficienza decisionale, oppure se la questione sia come, che cosa decidere e con quale consenso; se si vuole una democrazia decidente a scapito d’una democrazia partecipativa. Sono tante le domande che, finora, restano senza risposta.

6. Sulla riforma della legge elettorale: quale che sia il meccanismo prescelto, esso non deve essere pensato come strumento dei maggiori partiti e della loro dirigenza per “dividersi le spoglie”. Se c’è una legge nell’interesse primario dei cittadini, non dei politici, questa è proprio la legge elettorale. Finora, tutte le riforme, e forse anche quella in cantiere, hanno in comune l’essere concepite nell’interesse dei partiti che la fanno. LeG chiede che si ragioni di “giustizia elettorale” e non di “interessi elettorali”: si scelga dunque una formula chiara e coerente che metta i cittadini in condizione di controllare com’è utilizzato il loro voto e di entrare in rapporto con i loro rappresentanti, senza interessate distorsioni.

7. La riforma elettorale, anzi le elezioni con la nuova legge elettorale devono precedere ogni altra riforma. Come possiamo accettare che un parlamento tanto screditato qual è quello scaturito dalla legge elettorale attuale possa mettere mano alla Costituzione? I frutti sono il prodotto dell’albero. Nessuna speranza può esserci che i frutti siano buoni se l’albero è malato. In ogni caso, LeG chiede, come elementare esigenza, che le eventuali riforme possano essere sottoposte al controllo del corpo elettorale in un referendum di particolare significato: come difesa d’una democrazia aperta contro i possibili tentativi d’ulteriore involuzione autoreferenziale dell’attuale sistema politico.

8. LeG è un’associazione di cultura politica, ma non un’associazione politica, fiancheggiatrice di questo o quel partito. Essa si rivolge ai cittadini che vorrebbero amare la politica e, per questo, la desiderano più dignitosa e rispettata. Poiché in questo momento la società italiana è ricca di energie che chiedono rinnovamento e desiderano essere rappresentate, l’invito a tutti è a non disperdersi nella sterile protesta e a non dividersi nell’infecondo protagonismo, geloso di se stesso, ma a unire le forze perché il difficile momento che vive il nostro Paese possa essere superato nel segno della democrazia, della libertà e della giustizia.



SAPPIAMO COME E' ANDATA A FINIRE.

I 101/150 DEL PD, IL PROF. ZAGREBELSKY NON LI AVEVA PREVISTI.



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Sfascisti - 37
Amadeus

Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da Amadeus »

bla bla bla ....
10 anni di chiacchiere .... tutte cose sacrosante .... ma ? risultati?
quante coscienze hanno risvegliato dai loro sofà ? in 10 anni è cresciuta solo la voglia di santa inquisizione del m5s.
come fai a dire "non disperderti nella protesta ma unisci le forze" se poi non ti schieri con qualcosa/ qualcuno , "unisci le forze "con chi ? mia nonna in carriola? è una presa per il kulen peggio dei partiti...
in uno dei commenti postato qualche tempo fa nella vox populi un tizio diceva ( sintetizzo)
"renzi mi fa schifo ma spero che venga votato per spazzare via tutti gli altri".
votato da chi? da gente che poi consideri imbecille?
il lavoro sporco lo deve fare sempre quello che ci sta accanto, noi no, noi siamo troppo fighi, non ci gabba più nessuno, abbiamo capito tutto.
altro che come se ne viene fuori.
camillobenso
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Iscritto il: 06/04/2012, 20:00

Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Amadeus ha scritto:bla bla bla ....
10 anni di chiacchiere .... tutte cose sacrosante .... ma ? risultati?
quante coscienze hanno risvegliato dai loro sofà ? in 10 anni è cresciuta solo la voglia di santa inquisizione del m5s.
come fai a dire "non disperderti nella protesta ma unisci le forze" se poi non ti schieri con qualcosa/ qualcuno , "unisci le forze "con chi ? mia nonna in carriola? è una presa per il kulen peggio dei partiti...
in uno dei commenti postato qualche tempo fa nella vox populi un tizio diceva ( sintetizzo)
"renzi mi fa schifo ma spero che venga votato per spazzare via tutti gli altri".
votato da chi? da gente che poi consideri imbecille?
il lavoro sporco lo deve fare sempre quello che ci sta accanto, noi no, noi siamo troppo fighi, non ci gabba più nessuno, abbiamo capito tutto.
altro che come se ne viene fuori.



1) bla bla bla ....
10 anni di chiacchiere .... tutte cose sacrosante .... ma ? risultati?
quante coscienze hanno risvegliato dai loro sofà ? in 10 anni è cresciuta solo la voglia di santa inquisizione del m5s.


***

Per fortuna esiste il nero su bianco. Come dice un proverbio italiano “CARTA CANTA”.

Per carta canta intendo quanto scritto sul forum, ed in modo particolare in questo thread.

Mesi addietro ho segnalato, più volte, il mio personale fallimento nel cercare di “risvegliare le coscienze”.

Un fallimento che dura da ben 11 anni e 9 mesi.

Quando mister B. si affaccia sulla scena della politica italiana nel 1994, è nato in me un convincimento, osservando il personaggio tipico del “bauscia milanese” tutto fumo e niente arrosto, che se questo elemento da sbarco fosse durato nel tempo, tutti noi saremmo finiti male.

Ma vallo a spiegare agli altri.

Questo Paese è fortemente ancorato al rito “tommasiano”, derivante da San Tommaso.

“DEVO TOCCARE CON MANO PER CREDERE”

Questo ai tempi valeva anche per alcuni della sinistra locale che volevano vedere all’opera il cavaliere nero prima di giudicare.

Anche questi “tommasiani” di complemento qualche anno dopo si sono ricreduti.

Contro il tommasianesimo non c’è niente da fare, anche perché in questi casi le strade da percorrere sono universalmente due:

1) O si convincono con le parole, ma spesso per esperienza sò che non ci sono parole che tengano con i tommasiani. Soprattutto se radicali ed intransigenti massimalisti come lo sono stati a suo tempo i devoti della chiesa rossa di Mosca oppure gli oltranzisti ancora oggi presenti nella chiesa nera dell’Oltretevere.

2) Il secondo metodo è quello usato dalle camice nere della rivoluzione fascista. O così, o pomì. O ti convinci con le buone oppure ti convinciamo noi con il santo manganello e l’olio di ricino.

Io non amo la violenza e sono un naturale antifascista. Di tutti i fascismi. Pertanto devo ripiegare obbligatoriamente sul primo metodo della parola.

Solo che in questo caso i tempi di comprensione sono maledettamente lunghi perché i tommasiani sono la grandissima maggioranza. Quindi ti tocca aspettare che molti fatti accadano perché si possa capire quanto si stava dicendo anni e anni prima.

Io non faccio parte di LeG, ma conoscendo i promotori mi sembra di capire che anche loro adottano il primo metodo.

E se io ho fallito in 11 anni e mezzo all’interno di forum politici a partire da quello dell’Ulivo.it, poi gestito da Gianni, ed infine in questo, dove chi lo frequenta mastica politica ed è fortemente interessato alla politica, figuriamoci quando si va all’esterno, nella società italiana dove esiste una varia stratificazione di pensiero, dove quello che va per la maggiore è quello della lettura della Gazzetta dello Sport. Senza poi parlare dei devoti alle telenovela, dei talk di gossip, del puttanificio in generale.

Pensare che Sandra Bonsanti, Gustavo Zagrebelsky, ed altri, possano smuovere le coscienze di una massa di questo tipo, è decisamente impensabile, se non ridicolo.

Bisogna aspettare che i fatti accadano.

D’altra parte la poesia di Martin Niemöller ritengo sia molto, molto, molto significativa circa i comportamenti umani in genere.

Quando i nazisti sono venuti a prendere gli zingari

ho taciuto
anzi, ero contento
perchè rubacchiavano
Quando sono venuti a prendere gli ebrei
ho taciuto
perché non ero ebreo
e mi stavano anche antipatici
Quando sono venuti a prendere gli omosessuali
ho taciuto
e ne fui sollevato...
perché mi erano fastidiosi
Quando sono venuti a prendere i comunisti
ho taciuto
non ero certo un comunista!
E quando sono venuti a prendere...
me
non c'era rimasto
nessuno
che potesse protestare...

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