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camillobenso
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8) Il secondo esercito che attacca Fort Apache è quello di Grillo


2 dicembre 2013
POLEMICHE
Grillo attacca i partiti e Napolitano

L'affondo contro i politici che sono "vigliacchi ai quali daremo l'estrema unzione", la sparata contro Napolitano per il quale "chiederemo l'impeachment", l' arruolamento di papa Francesco perchè "siamo nati il 4 ottobre,
il giorno di san Francesco, anche lui è un grillino". L' annuncio, infine, che "in Europa vinceremo e saremo il primo movimento", salvo poi annunciare un referendum sull'euro. Beppe Grillo celebra il terzo V-Day del Movimento 5 Stelle nella sua Genova, scatenato e senza freni, come sempre. Ne ha per tutti, ma il pronunciamento della Corte dei Conti sui rimborsi ai partiti sembra dargli più forza per scagliare anatemi
contro la politica e per rilanciare i temi a lui cari: l'acqua pubblica, l'energia pulita, il lavoro, il reddito di
cittadinanza, l'uscita dall'euro.

"I politici devono rendere 2,7 miliardi di finanziamenti pubblici presi - tuona dal palco di Piazza della Vittoria -.
Curioso che la Corte ci abbia messo venti anni a scoprire che sono incostituzionali come dicevamo noi. È una truffa fatta cambiando le parole, da finanziamento pubblico a rimborso. Ora devono rendere quei miliardi alle famiglie e alle imprese". Ce n'è anche per "Capitan Findus-Letta che sta portando la nave contro gli scogli e intanto ha fatto un tweet dicendo che ha risolto il problema dei rimborsi - dice Grillo -. Voglio
vedere ora se Equitalia gli va a chiedere quei soldi" dice Grillo, che poi alza la mira fino al presidente Napolitano: "È pronto l'impeachment per Napolitano. Rimarrai da solo, la tradirai da solo l'Italia, dobbiamo rifare il Paese". Giù dal palco spiega alle televisioni che "ci saranno passaggi formali in Parlamento per la messa in stato di accusa di questo signore, sicuramente non lo voteranno, lo bocceranno ma noi lo
presenteremo, perché ha una valenza politica per noi: vogliamo mandarlo via". Il V-Day - durante il quale Grillo solo una volta pronuncia un mezzo "vaffa..." -, è anche il primo passo verso le elezioni europee per le quali il comico annuncia "un programma in sette punti per vincere" e diventare "il primo movimento in Europa". Pensa in grande Grillo: "Da qui - annuncia citando anche l'ex presidente Sandro Pertini, "che a Genova tuonò contro il governo Tambroni" - deve partire una rivoluzione culturale e politica.

Qui a Genova abbiamo inventato tutto. Non è più un sogno, siamo oltre. Dobbiamo andare a scoprire un mondo che c'è già,un mondo diverso fatto di solidarietà. Abbiamo 8 milioni di poveri. Dobbiamo fare pulizia, dobbiamo mandare a casa i politici". Alla piazza rinnova la proposta di un referendum sull'euro perché "i Paesi che sono fuori vanno abbastanza bene e non sono a rischio default", ne chiede uno anche contro le Regioni, poi, alla faccia di tutte le polemiche, ha un pensiero per i suoi eletti, capaci di "rompere la falsa sacralità del Parlamento": "li ringrazio per tutto quello che fanno, ormai mi hanno superato. Io non ho più l'età. Abbiamo mandato in Parlamento donne senza silicone o culi di plastica, donne che sanno cosa vuol dire lavorare".

© riproduzione riservata

http://www.avvenire.it/Politica/Pagine/ ... letta.aspx

*

Beppe Grillo attacca Letta: "Cancelleremo questa classe politica"
www.polisblog.it › Enrico Letta‎
di Daniele Particelli - in 37 cerchie di Google+
24/nov/2013 - Il leader di M5S torna all'attacco di Letta e risponde direttamente al messaggio inviato stamattina dal Premier al Partito Democratico.



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9)
V Day Genova, voci dalla piazza: “Grillo ci emoziona. Ma la rivoluzione siamo noi”
Sono tanti in piazza Vittoria a Genova. Ci sono parlamentari ed elettori. Dicono: “Chiediamo solo ancora più trasparenza e partecipazione dal basso"

di Martina Castigliani | 1 dicembre 2013Commenti (298)


La giornata di ghiaccio l’hanno affrontata fino in fondo come fosse una gara di resistenza: “Perché adesso tocca a noi e questi nove mesi in Parlamento ne sono la prova”. Gli attivisti del Movimento 5 Stelle arrivati a Genova per il 3° V Day credono nel cambiamento raccontato da Beppe Grillo, ma ci sono fino alla fine in piazza della Vittoria, dalle 11 alle 7 di sera, per dire al leader che ora tocca a loro. “Il Movimento crescerà ancora”, dice Michele Iori da Reggio Emilia, “chiediamo solo ancora più trasparenza e partecipazione dal basso. Con il sistema operativo reso disponibile qualche settimana fa, abbiamo fatto un passo avanti per la democrazia diretta. Speriamo di proseguire così”. Il messaggio lo hanno scritto sui cartelli e i manifesti: “Noi ci siamo”. La base grida al leader sul palco che non se ne è andata. E’ pronta a ridere ed emozionarsi alle sue parole, ma non ha intenzione di cedere sulla partecipazione. E nel futuro c’è meno Grillo e più democrazia dal basso. “I detrattori del Movimento criticano qualche opacità al nostro interno? La soluzione è essere ancora più limpidi e coinvolgere sempre più persone”. Anche se la piazza di Grillo è contenta dei suoi in Parlamento: “Abbiamo sentito discorsi in questi nove mesi”, continua Fabio Caliceti, “che abbiamo sempre sognato di sentir pronunciare in quelle Aule. Lobby e poteri nascosti. Finalmente qualcuno libero di dire le cose come stano”.

C’è l’entusiasmo delle migliori occasioni, anche perché i critici a Genova hanno deciso di non venire nemmeno. La politica ascolta sotto il palco con il cappuccio alzato per proteggersi dal vento. Nella piazza del 3° V Day le persone, la “gente ” si stringe nei cappotti lunghi per affrontare la domenica più fredda. Sul palco Beppe Grillo, Gianroberto Casaleggio e gli ospiti internazionali. Tra la folla sindaci, consiglieri comunali e parlamentari. Nessuno gli porge il microfono, al massimo un megafono prima di cominciare, ma per loro, dicono, “è giusto così”.

“Il futuro è nostro. La rivoluzione parte da noi, ed è una rivoluzione culturale”. Alvise Maniero, il sindaco di Mira, in provincia di Venezia, è tra i più giovani mai eletti. Dice di sentire pochissimo Grillo e Casaleggio e che la linea la dettano gli elettori. “Oggi ho ascoltato un discorso di grande politica. Siamo qui per festeggiare. Beppe parla di vita vera, ascolta le persone questa è la rivoluzione”. Al suo fianco c’è Michele Pieran, consigliere comunale che la politica ha imparato a farla e votarla con il Movimento: “Ho vent’anni. Sono eletto nelle mia amministrazione e ho sempre votato M5S. Grillo è il nostro garante. L’informazione venduta ci danneggia, ma noi sappiamo bene che nel futuro ci sono la nostra normalità e onestà”.

Hanno dormito poche ore, attraversato l’Italia da nord a sud per essere nella piazza più fredda d’Italia. “Lo volevamo solo un po’ più aggressivo”, dice Michele Monio, ferroviere da Bari, “qualche parola di più contro i politici di oggi. Renzi, Berlusconi. Voi giornalisti lo criticate per questo, ma noi lo vogliamo aggressivo. Altrimenti diventa troppo buono”. Ha fatto più di 1000 km per essere a Genova anche Giuseppe Lepore: “Io sono felicissimo. Mi vengono i brividi ogni volta che partecipo a eventi come questo. Nessun politico mi è mai venuto a chiedere come la penso. I deputati e senatori del Movimento 5 Stelle invece, ci coinvolgono e chiedono il nostro parere su leggi e decreti. E’ una rivoluzione. Chi mai ci ha chiesto di partecipare prima?”.

I deputati e senatori, i portavoce, sono rimasti tutto il tempo sotto il palco. Grillo ha esposto i sette punti per le elezioni europee. Qualcuno si è chiesto chi li avesse decisi, ma nella festa le polemiche vengono spente. “Ne parleremo nei prossimi giorni”, dicono gli attivisti, “abbiamo tante sfide davanti, ora era importante rivedersi. Quando veniamo ad eventi come questo ci ricordiamo dove tutto è cominciato”.


http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/12 ... oi/797502/

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10) Il terzo esercito rivoluzionario è quello di Renzi che intende rivoltare l'Italia come un calzino.

Nell'ultima settimana a disposizione prima delle primarie, Renzi deve alzare il tono e sparare contro il governicchio di Letta.


Ma la guardia pretoria di Letta che sta tentando di contrastare l'esercito rivoluzionario renziano apre il fuoco.

*

Il vescovo di Viterbo attacca:


Governo, Beppe Fioroni (Pd): “Renzi destabilizza più di Grillo e Berlusconi”
Il capocorrente cattolico del Partito democratico: "Da lui ogni giorno c'è un attacco al governo. Così potrebbe passare alla storia come quello che farà risorgere Berlusconi con il voto anticipato". Anche Alfano contro il candidato alle primarie: "Tira troppo la corda, dica se vuol fare cadere il governo". Oggi incontro tra Letta e Napolitano

di Redazione Il Fatto Quotidiano | 2 dicembre 2013


“Da Renzi ogni giorno arriva un attacco al governo.

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E’ più destabilizzante Renzi di quanto non lo siano Grillo e Berlusconi“.
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Beppe Fioroni, il capocorrente cattolico del Partito democratico, inaugura così la settimana che porterà alle primarie dell’8 dicembre per la scelta del segretario.

“La cosa più drammatica è che mentre Berlusconi esce dalla scena politica, Renzi, che ha sempre detto ‘non siete stati in grado di segnare un rigore a porta vuota’, passerà alla storia come quello che farà risorgere Berlusconi col voto anticipato facendogli il più grande regalo – spiega Fioroni a Radio Radicale – Se lo fa inconsapevolmente speriamo se ne renda conto, se lo fa consapevolmente allora è il primo caso di autogol che fa perdere il centrosinistra”. Un attacco frontale all’ex rottamatore da parte di un esponente del partito che fa idealmente riferimento proprio all’area centrista di cui Renzi è rappresentante.

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Fioroni prosegue: “Con i dati che abbiamo sulla disoccupazione, l’economia che non cresce come dovrebbe, una crisi che ci morde tutti e due i polpacci, è veramente da irresponsabili pensare di lavorare per la crisi e le elezioni anticipate - spiega ancora –
Questo fa parte di un percorso che era stato già tracciato e individuato: l’obiettivo legittimo di Renzi è fare il presidente del consiglio della Repubblica Italiana. La carica di segretario del Pd è un ingombrante fardello di cui Renzi si deve caricare e l’unico modo per renderlo meno pesante per lui è far sì che si possa votare a marzo, questo al di là delle dichiarazioni di bontà lo dimostrano i fatti”.

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Contro il sindaco fiorentino si era già espresso in mattinata il vicepremier Angelino Alfano che, con un’intervista a Repubblica, ribadiva il concetto già espresso ieri sempre in risposta al candidato segretario del Pd: ”Renzi dica se vuole la poltrona di Letta. Non gli conviene tirare troppo la corda”.

Il sindaco fiorentino ironizza: ”Non siamo noi a tirare la corda, sono gli italiani che stanno tirando la cinghia“.

E rilancia le sue priorità per il 2014: taglio dei costi della politica per un miliardo di euro, piano per il lavoro e per l’Europa. Un programma che Renzi intende imporre come programmatico nel caso in cui le primarie lo incoronino segretario del partito. E che potrà diventare quel “contenuto” imprescindibile sul quale il sindaco misurerà la tenuta del governo Letta. A chiedere un patto per il 2014 è anche il ministro ai Trasporti Maurizio Lupi: ”A Renzi e al Pd ricordiamo che questo non è un esecutivo di sinistra o del Partito democratico, ma un governo eccezionale. Serve un patto chiaro, decidendo insieme le priorità per i prossimi 14 mesi”.

Nel frattempo è Pippo Civati ad incoraggiare Renzi a un eventuale strappo: ”Il destino del governo Letta lo sceglieranno gli elettori – dice – Io ho una posizione molto precisa. Mi sembra che Renzi a volte converga a volte no, se converge siamo in due a dire che si va a votare in primavera”. Per Civati, peraltro, ”vinceremo noi, siamo in crescita straordinaria. I pronostici del Pd sono sempre sbagliati; dovevamo vincere le elezioni di febbraio e, infatti, non le abbiamo vinte. C’è sempre un vincitore designato che non é mai quello che vince davvero”.

Anche il segretario della Lega Nord si lancia in una previsione sul futuro del governo dopo l’8 dicembre. “Penso che Renzi voglia vincere il congresso del Pd, far cadere Letta e prendere il suo posto: è scritto”, è l’dea di Roberto Maroni, parlando del futuro del governo dopo il congresso del Pd. “Penso dunque che Letta dovrebbe guardarsi da lui più che da altri della sua maggioranza”. E sulla durata dell’esecutivo, prevede la possibilità di una caduta nei prossimi mesi: “Dipende dalla manovra, dipende da quello che succederà nei prossimi 15 giorni e non escludo che possa cadere e si possa andare ad elezioni anticipate a marzo”.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/12 ... co/797661/


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Vox populi


alran • 16 minuti fa −
Renzi, il commediante. Renzi il saltimbanco. Poveri noi.
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PRIDEMAN • 28 minuti fa
Uno dei capi dei 101 contro prodi.
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Joseph holl • 40 minuti fa
Dato che il nuovo fa paura eccoli tutti insieme, Fioroni - Alfano - Lupi - Maroni ecc. a prevedere tempi funesti.
Se non ricordo male fu proprio Alfano all'indomani della cacciata del B. a dire che il governo dipende dai voti del suo nuovo cd.
A Fioroni e gli altri vorrei raccomandare di cercarsi un posto di lavoro perché per vari motivi fra non molto ( dal 9 dicembre) cominceranno le rottamazioni.
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newpirate • un'ora fa
al suffisso issimo anteponete ciò che vi pare
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asmara2741 • un'ora fa
Renzi sembra (ripeto: sembra) voglia fare sul serio....
per certi politicanti sarebbe un grosso problema......
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NeroBlack asmara2741 • un'ora fa
ma è una speranza o una illusione? perchè Renzi di cose ne ha dette talmente tante che non riesco a capire come possa ricordarsele tutte.
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Porico • un'ora fa
Il potere sa quando il giocattolo inventato per affascinare gli sciocchi ha esaurito le pile. Provede quindi per tempo a fabbricarne degli altri. Fermo restando il fatto che i peones ,i pupi parlamentari, siano null'altro che figuranti in una tragica recita ove i registi continuano indisturbati il saccheggio di ciò che rimane dell'ex nazione Italia.
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peppe • un'ora fa
Trovare due PDOKKI che vanno d'accordo è un'impresa!
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camillobenso
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11) Dice il proverbio: "Tra i due litiganti il terzo gode"


Renzi e Alfano ai ferri corti: ora Letta è appeso a un filo
Botta e risposta dalle pagine di Repubblica. Renzi mette dà il benservito ad Alfano. Il vicepremier replica: "Non tiri troppo la corda". A farne le spese è Letta

Andrea Indini - Lun, 02/12/2013 - 18:35


Il governo è sull'orlo di una crisi di nervi. L'acido botta e risposta a distanza tra Angelino Alfano e Matteo Renzi si consuma tutto sulle pagine di Repubblica.

E a farne le spese è il premier Enrico Letta che oggi salirà al Colle per fare il punto con Giorgio Napolitano sull'iter parlamentare della fiducia che andrà a pietire alle Camere.

All'indomani dell'attacco a muso duro del sindaco di Firenze, che ha dato il benservito al vicepremier, Alfano prova a mostrare i muscoli e concede una contro-intervista al quotidiano diretto da Ezio Mauro per avvertire il futuro segretario del Pd. "Non tiri troppo la corda", è l'avvertimento. Ma la corda, a cui è appeso l'esecutivo, si sta filacciando. E la rottura è prossima.

Renzi ha cambiato verso, per dirla con Pippo Civati. E da "amico" del governo, come si era presentato nel match televisivo su Sky, è tornato su posizioni belligeranti. Una giravolta repentina registrata ieri dalla Repubblica in una intervista aggressiva e dai toni infuocati: "Con me il Pd volta pagina, la mia forza mi consente di porre tre condizioni al governo, se le accoglie bene, altrimenti dico addio alla maggioranza". Un allarmante ultimatum per Letta alla vigilia del faccia-a-faccia con Napolitano, ma soprattutto uno schiaffo in faccia ad Alfano che ai suoi occhi aveva alzato un po' troppo la cresta dicendo di avere potere di vita o di morte sul governo.

"Ricordi che io ho 300 deputati, lui solo 30 - gli ha ricordato senza mezzi termini - se si va al voto, io non ho paura, lui sì perché Berlusconi lo asfalta". Insomma, dal "patto a tre" (Letta-Renzi-Alfano) il Paese è tornato, nel giro di poche ore, sul baratro della crisi. "Nulla di tutto questo", ha rassicurato il mediatore Dario Franceschini a conoscenza di una fantomatica "intesa" tra il premier e il sindaco per puntellare l'esecutivo. Tuttavia, ad Alfano i modi di Renzi devono essere apparsi un tantino bruschi. Così, dopo una lunga giornata di punzecchiature e battibecchi a distanza, il vicepremier è andato a rilasciare una contro-intervista a Repubblica per far sentire la sua voce. "Renzi non tiri troppo la corda perché noi non abbiamo paura di andare a votare - è l'avvertimento - decida lui se assumersi la responsabilità di far cadere il premier del suo partito".

In realtà, i toni di Alfano sono tutt'altro che intimidatori. Anziché far pesare il proprio ruolo all'interno del centrodestra, prova a elemosinare un patto per il 2014 per poi tornare alle urne nel 2015. Il ragionamento è che Renzi attacchi il vicepremier per colpire Palazzo Chgi. "Certo, è un modo per far fibrillare il governo - ha spiegato - tra una settimana, però, ci sarà il nuovo segretario del Pd e finalmente avranno altro cui pensare". Da mesi il governo è condizionato dallo scontro interno al Partito democratico che, dopo il flop di Pier Luigi Bersani, ha vissuto lo psicodramma del cambio al vertice. "Magari adesso riusciranno a pensare anche ai problemi del Paese...", ha commentato Alfano proponendo una sorta di "contratto di governo". Un patto che difficilmente verrà mantenuto tra i tre sottoscrittori, tutti in campo per una battaglia personalistica che poco ha a che vedere col bene del Paese. Tanto che alla proposta di Alfano Renzi ha risposto facendo la linguaccia: "Se Alfano vuole fare polemica sappia che non ci troverà perchè siamo impegnati a parlare con gli italiani".

http://www.ilgiornale.it/news/interni/r ... 72667.html

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camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

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12) In guerra succede.



02 DIC 2013 18:49
GUARDATE CHE TESTO GIRA PER LE EMAIL DEGLI ALFANIANI: “SE RENZI HA UN DISEGNO EGEMONICO SUL GOVERNO, MEGLIO TORNARE IN FORZA ITALIA” (UNA POLPETTA AVVELENATA LANCIATA DAI FORZISTI?)
“Abbiamo costituito un nuovo gruppo politico con sofferenza, nonostante l’odioso voto sulla decadenza di Berlusconi. Ma se il partito di cui siamo alleato cambia equilibri con l’arrivo di Renzi, dovremo ricostituire l’unità del centrodestra intorno a Forza Italia, unico baluardo dei moderati italiani” - Il documento è senza firma…


Email che gira tra deputati e senatori di NCD - Nuovo Centro Destra, senza firma...

La decisione di costituire un nuovo gruppo politico era motivata dalla volontà di far prevalere gli interessi dell'Italia su quelli di una parte. Riconfermiamo questa sofferta decisione anche dopo il voto sulla decadenza del Presidente Berlusconi che continuiamo a considerare una odiosa forzatura, ingiusta e illegittima.

E tuttavia, esprimiamo profonda preoccupazione di fronte alle posizioni espresse da molti esponenti del Pd, primo tra tutti il candidato più accreditato alla Segreteria, Matteo Renzi, che rivelano il disegno egemonico di una parte della sinistra sulla natura stessa del governo e sulle prospettive politiche future.

Riteniamo sia giunto il momento di una riflessione sul valore e lo scopo di questa alleanza. Non possiamo infatti non costatare quanto il mutato equilibrio di forze stia influenzando fortemente scelte e indirizzi della politica economica e le priorità dell'azione di governo.

Alla luce di queste considerazioni, se non interverrà un immediato chiarimento da parte della dirigenza del Partito Democratico sulle ragioni del nostro stare insieme, e se non verrà riconfermata la pari dignità di tutte le anime della coalizione, il nostro movimento politico si troverà costretto a riconsiderare la propria scelta di responsabilità per non tradire il mandato ricevuto dai nostri elettori e ricostruire intorno a Forza Italia l'unita' delle forze politiche di centro destra, unico e insostituibile baluardo a difesa dei moderati italiani.



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mariok

Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da mariok »

Otto e mezzo con Crocetta.

Quasi patetico il suo affanno per dimostrare che ha tagliato alcuni milioni in quelle fogne che sono in Sicilia la sanità e la formazione. Magari è in buona fede.

Troppo facile il gioco di Scanzi nel buttargli addosso tutto il marciume della corruzione siciliana.

Mi viene da chiedermi: ma abbiamo la più pallida idea di cosa significhi governare una regione come la Sicilia (o la Calabria o la Campania)?

Quanti sarebbero capaci di fare realmente meglio o più semplicemente di sopravvivere?
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Re: Come se ne viene fuori ?

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13)
Lara Comi
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Lara Comi (Garbagnate Milanese, 18 febbraio 1983) è una politicaitaliana, europarlamentare, vice-coordinatore PdL della Lombardia e coordinatore PdL della provincia di Varese.

Biografia
Lara Comi è laureata con lode in scienze economiche all'Università Cattolica e nel 2007 ha conseguito la laurea magistrale in economia dei mercati internazionali e delle nuove tecnologie all'Università Bocconi diMilano. Dopo aver effettuato un tirocinio presso il consolato dell'Uruguay in Italia, dopo la laurea ha svolto uno stage pressoBeiersdorf Italia ed è stata brand manager per Giochi Preziosi[1].
Portavoce di Forza Italia a Saronno dal 2002 al 2005, diviene assistente di Mariastella Gelmini e nel 2004 a 21 anni coordinatore nella regione Lombardia di Forza Italia Giovani[2]. Alle elezioni politiche italiane del 2008 è candidata alla Camera dei Deputati nel collegioLombardia 1, risultando terza non eletta. Alle elezioni europee del 2009è eletta nella circoscrizione Nord-Ovest per il Popolo della Libertà con 63.158 preferenze.


********


Lara Comi, prezzemolina berlusconiana, è sempre in tutti i talk e non si capisce il perché.

Questa sera era a Piazzapulita, e nell’ultima parte della trasmissione ha dato vita ad una sua performance standard.

Anni 30, laureata con lode in economia alla Cattolica di Milano, Lara Comi rimane permanentemente un vero enigma.

Solitamente a 30 anni una donna raggiunge la maturità piena, avendo percorso quasi un terzo del cammino della vita. Se a questa condizione, si aggiunge l’acquisizione di un livello culturale da scuola superiore, ne dovrebbe scaturire un mix tale che quando si presenta come politico in tv dovrebbe catturare l’attenzione.
Ma ancora una volta la europarlamentare di FI lascia di stucco.

Ha voluto, non richiesto, rispondere alla presentazione fatta in precedenza da una ex imprenditrice veneta ridotta sul lastrico e senza occupazione da due anni che parteciperà alla protesta che scatterà il 9 dicembre, volendo portare la solita partecipazione di solidarietà pelosa cara a tutti i politicanti in cerca di consenso. Ma da maestrina dalla penna rossa che non ha regolarmente capito un ca..volo, di quanto sta accadendo, ha voluto insegnare all’imprenditrice (nonna) che i suoi problemi si risolvono con LA BUONA POLITICA.

E’ più che presumibile che l’imprenditrice veneta abbia reso noto ai suoi compagni/e di lotta, che questa sera avrebbe preso la parola a Piazzapulita dopo che Formigli ha mandato in onda il servizio registrato a Bovolone. In questi casi è facile pensare che chi sta lottando con lei dalla Sicilia al Veneto, questa sera fosse davanti al televisore per ascoltare la propaganda che veniva fatta al movimento.

Alle parole della Comi, che i loro problemi si risolvono con la buona politica, avranno fatto un salto sulla sedia tale da toccare il soffitto, per la bestialità della giovane donna.

I casi sono due:

1) O Lara Comi è una scemetta integrale che malgrado l’età e la laurea con lode non capisce una mazza, oppure,
2) E’ una furbona forza italiota convertita alla religione del BUNGA BUNGA.

Già stamani la Polverini ad Agorà ha dato prova certa e disinvolta di essere una praticante della religione del BUNGA BUNGA.

Dopo la rivoluzione sessuale degli anni ’70 il mercato dell’oggettistica sessuale si è approvvigionato di imbragature con dildo usato in prevalenza da donne dello stesso sesso o con sesso diverso da usarsi nelle loro pratiche sessuali.

In modo particolare, con l’avvento del berlusconismo nell’ultimo ventennio, con grande naturalezza politicanti maschi e femmine sono diventati ferventi praticanti della religione del BUNGA BUNGA da esercitarsi esclusivamente sui 45 milioni di sudditi tricolori votanti.

*

Impaurita anche la Serracchiani alle parole dell’imprenditrice veneta, ai quali anche lei è voluta intervenire in dissenso a causa delle parole forti pronunciate dall’imprenditrice esasperata. Cercando di giustificare la sua produttività da sottoporsi a giudizio a fine mandato.

Anche lei, avvocato, di anni 43, ha dimostrato di non capire un emerito ca..volo di quanto sta succedendo e di essere fortemente imbrigliata nelle maglie strette della casta tanto da smarrire il senso della realtà.

Sembrava una giovane promessa quel sabato mattina di tanti anni fa quando aveva presentato davanti a Franceschini un forte dissenso. Al punto tale che sul vecchio forum i soliti esagerati reclamavano “Serracchiani segretario subito”.

Poi Franceschini se l’è presa sottobraccio, e come Franco Evangelisti, gli ha chiesto:” A frà che te serve?” (In questo caso: “A sorè che te serve?), secondo l’uso sperimentato e proficuo del braccio destro di Andreotti.

Anche la Serracchiani si è subito persa, diventando funzionale alla casta.

Da questi giovani rampanti non c’è da aspettarsi nulla. Sono fatti della stessa pasta dei rampanti della prima e della seconda Repubblica.

Con la lingua ci sanno fare ad incantare i merli. Ma sotto la lingua niente.

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Ultima modifica di camillobenso il 03/12/2013, 1:46, modificato 1 volta in totale.
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Sfascisti - 47



14) Il senso del perché stiamo per saltare.


Chi non ha avuto la possibilità di ascoltare Padellaro questa sera a Piazzapulita, lo potrà fare domani quando La7 metterà in rete la registrazione della puntata di ieri 2 dicembre 2013.

Anche il direttore del Fatto Quotidiano ha avvertito che qualcosa sta per succedere.


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camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Sfascisti - 48


15)
La gravità della situazione si vede anche da questo. La casta si salva ancora una volta ma aumenta il distacco incolmabile verso i sudditi.

La rabbia da domani aumenta.



Legge elettorale, rimane il Porcellum
per salvare stabilità di governo e partiti

Il Senato rinvia discussione sul ritorno al Mattarellum. Zanda (Pd): "Dibattito costruttivo impossibile
a causa della formazione di nuovi gruppi nel centrodestra e dell'imminente congresso democratico"


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