Come se ne viene fuori ?

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camillobenso
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Sfascisti - 78

Assalto a Fort Apache - 10


Visti dagli Altri – Primarie Pd: Renzi, un favorito dai molti volti
di Giampiero Gramaglia | 7 dicembre 2013Commenti (39)


C’è chi – Die Welt – lo annuncia come “il Tony Blair italiano”, destinato a battere “Gianni il rosso” (ma chi, Cuperlo?). C’è chi – il Financial Times – lo preannuncia come “un terremoto”. E c’è chi, come El Pais, è fermo a “renzisconi”. Pochi hanno dubbi che Matteo Renzi, sindaco di Firenze, vincerà le primarie del Pd; e quasi tutti pensano che, dopo averle vinte, darà l’assalto al governo. E l’Ft consiglia Letta di guardarsi le spalle: “Renzi è ansioso di mostrare le credenziali da premier”.

Delle primarie del Pd, i media esteri parlano molto, ma forse meno di quanto noi ci aspetteremmo. Die Welt ripropone l’equivalenza un po’ intellettuale e di presa modesta tra Renzi – Cuperlo e Mozart – Salieri: il genio contro l’artigiano (una sortita di Cuperlo a settembre, una sorta d’autogol perché nessuno la capisce e chi la capisce non ha nessuna simpatia per l’intrigante Salieri).

Il giornale tedesco, però, ci aggiunge un pizzico di banalità del suo, paragonando Renzi a due leader innovatori di partiti della sinistra europea, il premier britannico Tony Blair, laburista, e il cancelliere tedesco Gerhard Schroeder, socialdemocratico – né l’uno né l’altro hanno un’immagine limpida. Invece, un quotidiano tedesco meno noto, il Potsdamer Neueste Nachrichten, s’interroga su Renzi come fanno molti italiani: “È giovane, è vivace… ma che cosa davvero vuole?”, delle tante cose, spesso contraddittorie, che dice.

Per il Financial Times la marcia verso la vittoria del sindaco sta già scuotendo “come un terremoto” il “confuso paesaggio politico italiano”. Il quotidiano della City attribuisce, al favorito alle primarie, l’intenzione di trascinare il Partito democratico “lontano dalle sue radici di sinistra”: Renzi “non piace particolarmente” al popolo dei vecchi partiti della sinistra italiana; “lo si guarda con sospetto, ma ottiene voti”, lui “che vuole, letteralmente, rottamare le vecchie strutture e l’apparato, personale brizzolato incluso”. Alcune frasi del candidato segretario appaiono “un ultimatum” a Letta, anche se il campionario delle affermazioni di Renzi è ad ampio spettro.

El Pais spiega l’ascesa del sindaco con una somma di fattori ben combinati: “l’assoluta mancanza di peli sulla lingua… la capacità di levarsi di torno il nemico, una volta individuatolo… e, infine, la giovane età”. E in lui, per i modi schietti e l’abbigliamento disinvolto, “molti vedono un infiltrato del centrodestra, qualcuno un impostore”.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/12 ... ti/804522/
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Sfascisti - 79

Assalto a Fort Apache - 11


Renzi, il Berluschino di riserva contro i lavoratori
di Fabio Marcelli | 7 dicembre 2013Commenti (77)


Una cosa giusta e puntuale, su Matteo Renzi, l’hanno detta i lavoratori del trasporto pubblico di Firenze in sciopero contro la privatizzazione, che ben lo conoscono. Anzi due. La prima “Renzi, nemico dei lavoratori”. La seconda “Renzi bugiardo”. Entrambe si possono leggere sugli striscioni inalberati durante la manifestazione che i lavoratori hanno organizzato per opporsi ai piani scellerati di colui che si accinge a divenire il leader del Partito democratico.

Non credo che i lavoratori fiorentini abbiano espresso tali giudizi a cuor leggero.

Essi, se, come ritengo, vanno presi sul serio, delineano una figura dai caratteri inquietanti e, da entrambi i punti di vista, pericolosamente vicina al Berlusconi appena estromesso dal Senato.

Col quale del resto erano già risaltate notevoli affinità, dalla richiesta di colloquio privato formulata quando Silvio era ancora all’apice del potere, alla comune passione per i finanzieri, alla capacità, di cui entrambi senza dubbio dispongono, di accattivare, con eloquio superficiale ma a tale fine efficace, l’attenzione e il consenso di un popolo, quello italiano, oramai in gran parte abbrutito da anni di televisione di pessima qualità e dal degrado infinito dell’istruzione pubblica e del tessuto sociale.

Una sorta di Tony Blair in salsa fiorentina, con qualche annetto di ritardo sull’originale, come del resto si conviene a un Paese oramai arretrato e sempre più periferico come il nostro. Del resto, siamo giusti. La privatizzazione dei trasporti pubblici non è certo, purtroppo, un’iniziativa esclusiva del sindaco di Firenze, ma la carta, apparentemente obbligata ma certamente perdente, cui quasi tutti gli amministratori locali, vessati dal governo e dalla finanza, stanno facendo ricorso.

Certamente, tuttavia, Matteo Renzi è in prima fila nella svendita del patrimonio pubblico e dei diritti sociali e dei lavoratori. Coerentemente del resto con le sue radici ideologiche e culturali persone, che sono quelle della Democrazia Cristiana, e non certo della corrente progressista di un Dossetti e nemmeno di un La Pira.

Non è del resto casuale che il Pd, partito oramai asservito al cento per cento ai bisogni del potere, abbia oggi un gruppo dirigente nel quale le persone di estrazione democristiana, come Renzi e Letta, costituiscono la vera élite dominante. Come evidenziato correttamente dal Censis nel suo ultimo rapporto, l’inetta classe dirigente italiana, lungi dal poter risolvere la crisi in atto, che pure provoca tante vittime e tanti danni, cerca di approfittarne per rilegittimare il proprio potere. E maestri in questo sono ovviamente i democristiani, dovunque collocati.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/12 ... ri/804249/
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Sfascisti - 80

Assalto a Fort Apache - 12



Le manovre del Colle e di Letta per blindare la maggioranza
(Sara Nicoli).
07/12/2013 di triskel182

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NAPOLITANO CHIEDE UN DISCORSO DI FIDUCIA MOLTO DURO SU LEGGE ELETTORALE E RIFORME PER SPAVENTARE GLI ALLEATI.

È una strada sempre più in salita. Più giorni passano dalla sonora bocciatura del Porcellum più appare evidente che i partiti non sono affatto intenzionati a dare alla riforma della legge elettorale quell’accelerazione promessa sull’onda dell’emozione dello “schiaffo” subìto dalla Corte costituzionale. L’accordo tra i partiti è lontano, ma il nodo da sciogliere è a un livello più alto di quello parlamentare; la maggioranza di governo è a rischio. A svelarlo, ieri, Anna Finocchiaro, chiamata in causa nei giorni scorsi come responsabile del tentativo del Senato di voler tenere per sé la riforma per non lasciarla nelle mani dei renziani, con uno scippo del ddl da parte della Camera. “Non è solo una questione di lotta tra Camera e Senato – ha sottolineato la presidente della Commissione Affari costituzionali – quanto il fatto che, allo stato, gli altri due partiti che sostengono il governo, Ncd e parte consistente della formazione di centro che fa riferimento al presidente Casini, sono contrari a un sistema maggioritario, a turno unico o a doppio turno. La questione, dunque, sta dentro la maggioranza di governo, e dubito che spostare la legge elettorale alla Camera risolverebbe il problema, poiché la tentazione della ‘autosufficienza’ potrebbe risolversi in una rottura traumatica del vincolo di maggioranza con inevitabili conseguenze sulla vita del governo”.

La partita si muove su un crinale molto delicato che solo la prossima settimana, quando sarà noto il vincitore delle primarie, potrà entrare nel vivo. Anche se in Parlamento nessuno ha realmente fretta. E Giorgio Napolitano, che ieri ha ricevuto il premier Enrico Letta, non vuole un intervento dell’esecutivo con un disegno di leggo perché la riforma della legge compete al Parlamento. Certo, va corretta anche la Costituzione per eliminare il bicameralismo perfetto. Napolitano ha consigliato a Letta di andare in aula e chiedere una fiducia su tutto per un patto sino al 2014. Dal tono: prendere o lasciare.

NELLE STANZE della politica non si respira affatto l’aria di un’emergenza da risolvere, anzi. Perché l’approvazione di una nuova legge elettorale porterebbe inevitabilmente a chiusura anticipata la legislatura. E la maggioranza degli attuali parlamentari si troverebbero non solo senza l’ombrello del Porcellum su cui contare per la rielezione certa, ma anche senza pensione per non aver portato a compimento i 5 anni di mandato. Per molti, una vera iattura. Di qui la nascita di una fronda che sta mietendo consensi nelle due Camere. Di chi, cioè (e sono soprattutto gli uomini di Forza Italia a fare pressione) punta a fare la legge elettorale solo dopo aver approvato alcune riforme istituzionali di riforma sulla forma dello Stato e sul superamento del bicameralismo perfetto. Quanto basta per arrivare almeno al 2017. Ma è anche – questa – una strategia che non dispiace per niente al governo. Che si appresta a cambiare marcia su questi temi in vista del voto di fiducia di mercoledì. L’idea è quella di proporre due disegni di legge da mettere in campo “nei primi mesi del 2014”. “Uno costituzionale – ha spiegato il ministro Franceschini – per far diventare il nostro un sistema monocamerale con annessa riduzione del numero dei parlamentari” e l’altro “ordinario, per introdurre un nuovo meccanismo elettorale per la Camera che resta l’unica elettiva”. Le idee di Franceschini incontrano le forti resistenze di Alfano. Il leader di Ncd, “non ha aperto al doppio turno di collegio – ha ammesso il ministro dei Rapporti con il Parlamento
- ma con il ragionamento penso che converrà che una forza che ha il 10%, con il doppio turno diventa determinante”. Certo. Ma la realtà svela anche un altro retroscena. E cioè che il vero progetto del governo sulla legge non sarebbe solo quello manifestato da Franceschini. L’accordo, che sarà proposto dal governo probabilmente in una fase successiva, prevederà una rivisitazione del Mattarellum diviso equamente in 50% maggioritario e nell’altro 50% proporzionale, anche se questo obbligherebbe a disegnare collegi molto grandi che favorirebbero inevitabilmente Grillo, uccidendo la salvaguardia del maggioritario caldeggiata in modo pesante anche dal capo dello Stato. Di qui la necessità di forzare sul doppio turno, uno scoglio che al momento pare davvero impossibile da superare.

Da Il Fatto Quotidiano del 07/12/2013.
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

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Sfascisti - 81

Caos - 4



La puntata di Omnibus di ieri mattina evidenzia la forte crisi istituzionale in corso


http://www.la7.tv/richplayer/index.html ... d=50379188
Ultima modifica di camillobenso il 08/12/2013, 21:51, modificato 1 volta in totale.
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

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Sfascisti - 82

Caos - 5


I tommasiani stanno lentamente, molto, molto, molto lentamente comprendendo il significato della vittoria dei 101/150 del PPE che hanno sbarrato la strada a Prodi, & Rodotà, Zagrebelsky nella corsa verso il Colle.

Per una serie di interessi multipli e composti, non ci doveva essere nessun rinnovamento nel Bel Paese.

La supercasta marcia legata ai poteri marci doveva mantenere a qualunque costo lo status quo. E Prodi, Rodotà, Zagrebelsky, rappresentavano un forte ostacolo a questo disegno.

Meglio tornare a Napolitano garante del vecchio establishment facendo anche uno strappo alla tradizione.

Diversamente da Papa Giovanni XXIII che era stato eletto come Papa di transizione che invece si è dimostrato un forte innovatore sino al punto tale da convocare il Concilio Vaticano II, Napolitano si crogiola nel mantenere lo status quo a tutti i costi.

Da questo immobilismo nel voler tenere in vita con ogni mezzo e mezzuccio una classe politica marcia e corrotta, derivano i guai di questi giorni e di questi anni che ci ha portato all’interno di una tragedia senza precedenti senza via di scampo.

Evidentemente la storia come materia scolastica non serve a nessuno, se gli errori si ripetono a catena con puntualità impressionante.

In tutto questo caos voluto e procurato ha buon gioco il decaduto che arriva al punto di allearsi con chi più di altri in Parlamento ha spinto per la sua decadenza.

Cose da chiodi.

Solo 20 giorni fa il M5S mostrava tutta la sua intransigenza nel pretendere la fuoriuscita di Berlusconi dal Senato, mentre oggi a causa della sentenza della Corte Costituzionale che ha bocciato un paio di punti cruciali del Porcellum, gli interessi sono diventati all’improvviso convergenti.

Un assist che complica non poco la situazione attuale.

Entrambi gli strani alleati intendono lucrare dal voto subito.

Così il vaso di Pandora aperto dalla Consulta, emana i suoi primi miasmi.

Ieri Il Giornale di famiglia pubblica in prima pagina l’elenco dei 148 parlamentari decaduti.

Bel colpo davvero non aver risolto da subito il problema del Porcellum. Bastava dare ragione a Giachetti e il Paese si sarebbe evitato l’aggiunta della crisi istituzionale.

Purtroppo, dal punto di vista strettamente giuridico i mussulmani questa volta hanno ragione a reclamare la decadenza dei 148 parlamentari, mentre nel campo opposto, anche affermati giuristi si giocano la faccia per appoggiare le pratiche decisamente berlusconiane nel voler far credere che gli asini volano.

Napolitano in testa a tutti.

Questo atteggiamento genera ulteriore disagio e sconforto tra gli italiani, che si accorgono che alla fine i politicanti sono tutti berlusconiani.

Questo genere di cose apre la strada a qualsiasi tipo di avventura. La prima parte questa sera con il movimento “Fermiamo l’Italia”.

Come al solito gli italiani che sono dei giochelleroni non vedono che potranno rimanere fermi con i loro mezzi a causa della mancanza di carburante e di conseguenza degli alimentari.

Vedremo l’assalto a negozi e supermercati? E’ possibile di sì.

****

L'ordine di Grillo ai suoi:
"Non fate entrare
i parlamentari abusivi"
Franco Grilli

L'ex comico dal suo blog scrive: "In parlamento siedono 150 abusivi eletti grazie al premio di maggioranza del Porcellum. Gi abusivi sono di Pd, Sel, Centro democratico e Svp"

http://www.ilgiornale.it/?refresh_cens
Ultima modifica di camillobenso il 08/12/2013, 21:53, modificato 2 volte in totale.
Amadeus

Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da Amadeus »

ma dai ...ma quale ragione e ragione....
ma che vai appresso alle contorsioni mentali di grillo o di qualche giurista che altrimenti come ci può finire in prima pagina !!

il tuo desiderio di azzeramento , palingenesi, big bang, rivoluzione armata , guerra termonucleare globale .....esonda
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Amadeus ha scritto:ma dai ...ma quale ragione e ragione....
ma che vai appresso alle contorsioni mentali di grillo o di qualche giurista che altrimenti come ci può finire in prima pagina !!

Il tifo è il tifo e purtroppo non c'è nulla da fare.

Il diritto è un'altra cosa.

Tifo e diritto in politica non si conciliano mai.
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Amadeus ha scritto:
il tuo desiderio di azzeramento , palingenesi, big bang, rivoluzione armata , guerra termonucleare globale .....esonda


Questa osservazione dovresti inviarla contemporaneamente agli altri esondati :


1) Casa editrice Chiarelettere
http://www.chiarelettere.it/php/contattaci.php

perché ha pubblicato il libro:

I PANNI
SPORCHI
DELLA
SINISTRA
------------
I SEGRETI DI NAPOLITANO
E GLI AFFARI DEL PD



Chiedere poi la e mail di :

Ferruccio Pinotti e,
Stefano Santachiara

Autori del libro, che inizia così:

C’era una volta una sinistra seria. Inattaccabile. Affidabile. “Comunista ma per bene”.

Il paradigma è saltato ed è ora di guardare in faccia alla realtà per quella che è veramente.

Anche a sinistra si ruba, inquina, specula, anche la sinistra fa affari sporchi e attacca la magistratura.

Banche, sanità, cooperative, fondazioni, amministrazioni locali e regionali: scandali e inchieste hanno travolto la classe dirigente che avrebbe dovuto trasformare l’Italia in un paese “normale”, persino roccaforti come l’Emilia sono crollate, investite di accuse di connivenza con mafia e ‘ndrangheta.

Al posto dell’ideologia il denaro, l’interesse individuale , il puro potere.

Ecco gli scandali del Monte dei Paschi, la scalata alla Bnl, la Bicamerale, la legge del comunista Sposettiche ha arricchito i partiti, la metamorfosi di Violante, i soldi dell’Ilva, le accuse di tangenti a Penati, le convergenze con la destra in materia di giustizia…..Non serve vincere le elezioni se la gestione del potere e le ricette economiche rimangono uguali a quelle degli avversari berlusconiani.

Fatti, non solo parole, dal nord al Sud, città per città, regione per regione.

Il quadro è inquietante, più che sufficiente a fotografare una malattia per la quale non sembra una terapia efficace.

E come un virus inarrestabile non risparmia nemmeno il nostro capo dello Stato, ultimo difensore di questo sistema, del quale qui si svela per la prima volta la complessa storia politica, ricca di retroscena inediti.

^

PRETESTO 1
->pag. 96

"Io sto dalla parte
di Marchionne"
Matteo Renzi, gennaio 2011.

^

PRETESTO 2
->pag. 81


"Penso che per me essere di sinistra
e non più comunista significa
che non esistono tracciati già costruiti
e che non esistono idee che vengono prima
della realtà [....]
Ci sono dei problemi e poi si agisce...
La parola "liberalizzazioni, per esempio
è diventata davvero una roba di sinistra"
Pier Luigi Bersani

^

PRETESTO 3
->pagine 52, 67

L'ex segretario di Stato
lo saluta così:
'My favourite communist'
ossia 'il mio comunista
preferito'. Ma Napolitano
lo corregge ridendo:
'Il mio ex comunista
preferito'
Henry Kissinger in occasione dell'incontro con Napolitano,
avvenuto a Cernobbio nel 2001.


"Enrico Letta dichiara di aver
individuato 'gente in gamba'
nella squadra di Berlusconi,
magari da chiamare a
collaborare in futuro: 'Gianni
Letta, innanzitutto, poi Casini,
Tabacci e Vietti (Udc) e, più
a sorpresa . Giulio Tremonti"'.
Primarie Pd 2007


PRETESTO 4
->pagine 50, 120-21

"Nel luglio del 1980 Duane
Clarridge, capostazione
della Cia a Roma, dà inizio,
per sua stessa ammissione,
a una delle operazioni più
azzardate della sua carriera:
un accordo segreto tra
Cia e il Pci"

"Dopo Tangentopoli il potere politico tutto,
di centrodestra e centrosinistra, [....]
non si è affatto preoccupato di prendere
provvedimenti per contenere la corruzione
ma semplicemente di contrastare
e rendere più difficili i processi.
Il centrodestra lo ha fatto in modo talmente
spudorato da risultare vergognoso [....].
Ma il centrosinistra ha dimostrato abilità
più sottili [....]: cose passate in silenzio,
senza il clamore delle leggi ad personam,
ma che hanno reso più difficile contrastare
i fenomeni."
Piercamillo Davigo, magistrato, Consigliere della Corte di cassazione.

PRETESTO 5
->pagine 142-176

"Con il senatore Dell'Utri esiste
un rapporto di grande cordialità
e di stima reciproca.
La mia impressione su di lui
è estremamente positiva:
penso sia una persona pacata,
sensibile e di spessore.
Dichiarazione del senatore del Pd Nicola Latorre, marzo 2007. Tre anni dopo,
con la conferma in Appello della condanna di Dell'Utri quale tramite tra
Cosa Nostra e Berlusconi, Latorre ne chiederà le dimissioni
.


"Voi ci avete accusato di regime
nonostante, ripeto, non avessimo
fatto il conflitto d'interessi, avessimo
dichiarato eleggibile Berlusconi
nonostante le concessioni,
v'avessimo aumentato........durante
il centrosinistra il fatturato di Mediaset
è aumentato di 25 volte."
Luciano Violante, Camera dei deputati, 2002.

^

Ed inviare anche agli autori del libro la nota sopra riportata.

*

Ma anche alla redazione de Il Fatto Quotidiano, per la pubblicazione dell’articolo:

Forconi, blocchi stradali in tutta Italia. “Siamo disposti a farci arrestare”
Dalle 22 dell'8 dicembre scattano manifestazioni in 96 presidi su tutto il territorio nazionale.

*

Al direttore di La Repubblica per aver autorizzato questo articolo:

Tir e forconi, la protesta che fa tremare l’Italia
(ALBERTO CUSTODERO).
08/12/2013 di triskel182


Immagine

Code ai benzinai, picchettaggi ai supermercati: allarme del Viminale, da stasera rischio paralisi.

ROMA— La protesta del “popolo dei forconi”, che partirà dalle 22 di questa sera fino alla mezzanotte di venerdì 13, rischia di paralizzare il Paese. All’invito diffuso sui siti a «fermare l’Italia» hanno risposto anche movimenti stranieri, come ad esempio quello dei “berretti rossi” bretoni che hanno protestato con violenza, in Francia, contro l’ecotassa.
In Sicilia, la situazione è tesa. Il consorzio di autotrasportatori Fita- Cna a Campobello di Licata, nell’Agrigentino è stato oggetto di pesanti minacce. «Non fate uscire i vostri mezzi, se sarà il caso vi ammazzeremo » è scritto in un volantino firmato «viva la mafia via i forconi ». A Catania, il leader della protesta, Mariano Ferro, rilascia dichiarazioni tutt’altro che rassicuranti. «Siamo pronti a tutto — ha detto — potremmo anche decidere di darci fuoco, mettendo la benzina davanti alle prefetture e stiamo riflettendo sul da farsi. Siamo in tanti, più di mille». Ecco le modalità della manifestazione, secondo Ferro: «Inizieremo con presidi di solidarietà. Poi con volantinaggi. E alla fine deciderà la rabbia della gente».
In tutta Italia è panico. Le scene di psicosi non mancano. A Siracusa è stata sospesa la chiusura delle pompe di benzina per consentire alla gente di fare rifornimento. In provincia di Napoli, due comuni, Ottaviano e San Giuseppe Vesuviano, hanno deciso di chiudere le scuole. Una preoccupazione non infondata, quella dei due sindaci, visto che un “gruppo vesuviano” di protesta ha minacciosamente invitato la popolazione e «fare
scorte di cibo e generi di prima necessità». Ma è soprattutto confusione. Il Viminale è allertato dalle informative delle Digos e dell’intelligence sul rischio che movimenti di estrema destra (come Forza Nuova e Casa Pound), possano infiltrarsi nella protesta del settore trasporto e «incanalare le reazioni dei manifestanti verso forme di esasperata conflittualità ». Il capo della Polizia, Alessandro Pansa, è per la “tolleranza zero” contro i blocchi stradali (fatti anche usando i Tir), o delle ferrovie o degli aeroporti. Il suo ordine è usare la linea dura contro manifestazioni non autorizzate che provochino lo stop dei trasporti e quindi difficoltà negli «approvvigionamenti ». Ma il rischio che la situazione degeneri nel caos, e che sfugga di mano alle forze dell’ordine, è altissimo. Le prove generali, del resto, sono già cominciate: ieri mattina, a Torino, sono stati organizzati picchetti per impedire nei più grandi supermercati l’ingresso ai
cittadini.
Da La Repubblica del 08/12/2013.


Ma anche ad Alberto Custodero, autore dell’articolo.

Oltre a triskel182 che ne ha curato la rassegna stampa.

*

Al direttore del Corriere della Sera e alla redazione on line per questo articolo:


DOPO LA DECISIONE DELLA CONSULTA
Grillo: «Fermare i deputati “abusivi”»

Si rafforza l’asse con FI Foto 1-Foto 2

http://www.corriere.it/politica/13_dice ... d995.shtml

*

Ancora a Repubblica per :

http://www.repstatic.it/content/naziona ... 8fc3ef.jpg

Sciopero dei tir, il
garante richiama i
Forconi: “Pronti a
sanzioni e no a
blocchi stradali”


Oggi dalle 22 (anche se l'Autorità dice le 24) scatterà la protesta di alcune sigle dell'autotrasporto. Si teme una situazione come quella del gennaio 2012, quando un fermo analogo mise in ginocchio i trasporti. Salvini (Lega): "E' peggio chi blocca il lavoro"

http://www.repubblica.it/cronaca/2013/1 ... ef=HREC1-3

*

A La Stampa e a Massimo Numa e Guido Ruotolo per l’articolo:

CRONACHE
Il Viminale: “Pronti a intervenire contro i blocchi”
Palermo- “Solo scioperi”/ Torino- Crescono i timori

MASSIMO NUMA, GUIDO RUOTOLO

Oggi e domani la protesta dei “forconi”: Piemonte, Sicilia e il Triveneto le zone
più a rischio. Gli organizzatori: «Al Sud
non ci saranno presidi». Ma il ministero
dell’Interno mantiene il livello d’allerta.
VIDEO Psicosi a Palermo, lunghe code davanti ai distributori
+ I commercianti di Torino: “Ora abbiamo paura” MASSIMO NUMA
IL CASO Chi c’è dietro la rivolta / MAPPA Le piazze della protesta

http://www.lastampa.it/
http://www.lastampa.it/2013/12/08/crona ... agina.html

ed anche a Massimo Gramellini per l’articolo sull’incostituzionalità tricolore dopo il pronunciamento della Consulta. (Presente sul forum – pubblicato da erding)

*

A Piazzapulita e Formigli per :

http://www.la7.it/piazzapulita/pvideo-stream?id=i777829
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Re: Come se ne viene fuori ?

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Sfascisti - 83


In occasione della fuoriuscita dell'intercettazione della telefonata di Vendola ad Archinà del Gruppo Riva, Alberto Crepaldi si è esercitato in queste riflessioni sul rapporto tra la sinistra post-comunista e i poteri forti.

La conclusione:

La sinistra, invece, all’autonomia dai poteri forti, preferisce la commistione.

http://st.ilfattoquotidiano.it/wp-conte ... jpg?47e3a5

Corrisponde nei fatti con quanto scrivono Ferruccio Pinotti e Stefano Montichiari nel libro fresco di stampa: I PANNI SPORCHI DELLA SINISTRA.

Se la ex sinistra, compresa quella di Sel è identica agli ex democristiani, ai berlusconiani, alla destra forchettona, che senso ha votare la sinistra?




Caso Vendola, la sinistra e la subalternità psicologica ai poteri forti
di Alberto Crepaldi | 16 novembre 2013
Commenti (38)


Nella conversazione telefonica tra il portavoce dell’Ilva e Nichi Vendola ed in particolare nei toni così genuflessi, confidenziali, nonché nelle parole così stucchevolmente rassicuranti del leader di Sel, io ho ritrovato uno dei grandi mali della sinistra: la sua subalternità psicologica, oltreché culturale, ai cosiddetti poteri forti.

Una subalternità derivante dal fatto che la sinistra, quella post-ideologica, non è ancora stata in grado di chiarire su quali basi vada impostata la relazione tra il capitalismo, per lo più straccione, di questo paese, e la politica.

Preferendo, ad una spremitura collettiva di meningi capace di produrre idee forti su economia e finanza, la tessitura di un rapporto di convenienza reciproca, complicità, furbizie.


Fondato pure su posti da assegnare, poltrone da occupare, gare da assegnare, privatizzazioni da pilotare, leggi ad hoc da far approvare.

E, appunto, su telefonate del tenore di quella tra Vendola e il portavoce dell’Ilva.

Il tutto, però, condito dentro un misto di attrazione fatale e fascino irresistibile che la sinistra “moderna” prova sempre più verso il capitale e chi lo detiene.

E così, da Prodi a D’Alema, passando per Veltroni, Fassino e Bersani ed arrivando fino a Letta ed allo stesso Vendola, assistiamo ad un reiterarsi di quello che potremmo definire il corteggiamento della “razza padrona”.

Che nel caso di Vendola, così come, ad esempio, in quello di Piero Fassino ai tempi della tentata scalata Unipol a Bnl e della sua commovente e commossa affermazione “abbiamo una banca!”, appare finanche goffo.

Ma nella sua goffaggine, questo strusciarsi perpetuo all’industria ed alla finanza che contano, descrive bene il dramma vero della sinistra: l’incapacità di elaborare, con autorevolezza, una propria, indipendente visione sull’economia.

Che sia frutto, innanzitutto, di una consapevolezza dell’opportunità di demarcare la linea di confine tra politica ed economia (Linea, peraltro, che semmai fosse esistita nella sua dimensione labilissima, è stata spazzata via con l’affidamento ad un personaggio come Matteo Colaninno delle politiche economiche del Pd!).

La sinistra, invece, all’autonomia dai poteri forti, preferisce la commistione.

Rappresentata anche da cose fatue, peraltro.

Che lasciano senza parole ed evidenziano debolezza umana, prima ancora che pochezza politica.

Una commistione, si diceva, fatta di viaggi su lussuosi yacht, come dimostra la vicenda di Piero Fassino ospite sulla barca di un noto industriale.

Di corse ad essere in prima fila ai convegni di Confindustria.

Di aspirazioni a vedersi recapitare l’invito per eventi organizzati da qualche circolo elitario.

Di capi chinati, atteggiamenti visibilmente remissivi e toni di voce connotati da una deferenza timorosa, quando si è al cospetto del potente, economicamente parlando, di turno.

Qui insomma non è in discussione il fatto che la politica e dunque anche la sinistra debba necessariamente rapportarsi con l’economia.

Per carità.

Bensì le modalità con cui ci si relaziona. Che continueranno ad essere improntate alla subalternità psicologica e culturale fino a quando Vendola, Renzi e soci non saranno in grado di elaborare un proprio pensiero forte sul mercato.

Twitter @albcrepaldi

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C’era una volta una sinistra seria. Inattaccabile. Affidabile. “Comunista ma per bene”.

Il paradigma è saltato ed è ora di guardare in faccia alla realtà per quella che è veramente.

Anche a sinistra si ruba, inquina, specula, anche la sinistra fa affari sporchi e attacca la magistratura.

Banche, sanità, cooperative, fondazioni, amministrazioni locali e regionali: scandali e inchieste hanno travolto la classe dirigente che avrebbe dovuto trasformare l’Italia in un paese “normale”, persino roccaforti come l’Emilia sono crollate, investite di accuse di connivenza con mafia e ‘ndrangheta.

Al posto dell’ideologia il denaro, l’interesse individuale , il puro potere.

Ecco gli scandali del Monte dei Paschi, la scalata alla Bnl, la Bicamerale, la legge del comunista Sposetti che ha arricchito i partiti, la metamorfosi di Violante, i soldi dell’Ilva, le accuse di tangenti a Penati, le convergenze con la destra in materia di giustizia…..Non serve vincere le elezioni se la gestione del potere e le ricette economiche rimangono uguali a quelle degli avversari berlusconiani.

Fatti, non solo parole, dal nord al Sud, città per città, regione per regione.

Il quadro è inquietante, più che sufficiente a fotografare una malattia per la quale non sembra una terapia efficace.

E come un virus inarrestabile non risparmia nemmeno il nostro capo dello Stato, ultimo difensore di questo sistema, del quale qui si svela per la prima volta la complessa storia politica, ricca di retroscena inediti.
camillobenso
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Iscritto il: 06/04/2012, 20:00

Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Sfascisti - 84

Assalto a Fort Apache - 13


Adesso che ne farà Dalemoni di Gary Cooperlo. Lo rimetterà nel freezer?

Un discorso d'addio alla Gianni Cervetti. Come fa a vedere la sinistra se la sinistra non esiste più da tempo?

Cooperlo è forse un medium che parla con i trapassati?
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