Come se ne viene fuori ?

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camillobenso
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Sfascisti - 85

Assalto a Fort Apache - 14


Piuttosto lucido Aldo Cazzullo. Renzi alla prima tornata è al 68 %, ma dovrà dire ai suoi che l’hanno votato che per il momento non se ne fa nulla. E’ il primo cetriolone?

1. Governo, Renzi: "Se vinciamo e non si fa quello che diciamo...finish ...
www.ilfattoquotidiano.it › Politica & Palazzo‎
25/nov/2013 - "Se vinciamo noi e il governo non fa quello che diciamo... finish". L'ultimatum all'esecutivo delle larghe intese lo lancia Matteo Renzi, intervenuto con u. ...con esplicite minacce all'attuale Governo: o riforme istituzionali in ...

2. Renzi al governo: pazienza finita "O si fa cio' che dico o finish" - Agi
http://www.agi.it/.../201311252006-pol- ... enza_f...‎
26/nov/2013 - "Se vinciamo noi e il governo non fa quello che diciamo, finish!", ha chiarito. E che le primarie dell'Immacolata consegneranno a Renzi le chiavi ...

Cade Letta o si sottomette al governo Alfetta – Napolitano?
camillobenso
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Sfascisti - 86


Dal libro:
I PANNI SPORCHI DELLA SINISTRA.
Pag. 103


Veltroni, addio sinistra

Qualcuno era comunista per moda,
qualcuno per principio, qualcuno per
frustrazione.

Giorgio Gaber


Più a destra della destra

Da giovane il compagno Walter Veltroni piegava la schiena sui libri di Lenin e di Marx, scendeva in piazza per il Vietnam e parteggiava per Ho Chi Minh.

Nella <<seconda vita>> accantona i vecchi miti conservando Luther King e Pier Paolo Pasoliniin un presepe dove spiccavano don Lorenzo Milani e i Kennedy.

Veltroni omette di inserire il suo passato comunista nelle biografie e durante i convegni a cui partecipa negli Stati Uniti.

Nel 1995, in un libro intervista, sfiora lo spergiuro: <<Non ho mai partecipato a un corso delle Frattocchie, non sono mai stato in una scuola di partito, non sono neanche andato all’estero nei paesi socialisti (1).

Sarebbe bastato rileggersi l’agenzia Ansa del 7 giugno 1990 che riportava la cronaca del viaggio a Mosca di Veltroni come <<membro della direzione e responsabile del Pci per le comunicazione di massa>>.

L’abiura del comunismo scocca alla vigilia del primo congresso dei Ds: <<Lo stalinismo come il nazismo, i gulag e Auschwitz, il comunismo come tragedia del Novecento. Cosa si può dire di più chiaro?>>.(2)

In una lunga intervista a <<L’Espresso>> Veltroni ammette di essersi recato a Mosca ma su invito di Gorbaciov e solo per parlare di democrazia, e rievoca una gita a Berlino Est assieme ai compagni Ferdinando Adornato, Marco Magnani e Fabrizio Barca.

Quel che gli preme è insistere su un punto: <<Il Pci della metà degli anni Settanta era un partito nel quale si poteva stare senza essere comunisti>>. (3)

L’accelerazione coincide con l’agognata elezione a segretario dei Ds nel 1998, che sono un colpo al cerchio e un colpo alla botte, persino sulla <<manichea>> questione morale.

Lo spazio da colmare nell’area radicale è notevole per quanto concerne i diritti per il lavoro, il pacifismo, la laicità dello Stato.


1…Stefano Del Re. La bella politica, Rizzoli, Milano 1995
2…Lettera a <<La Stampa>> in risposta a Gianni Riotta, 16 ottobre 1999
3…Intervista di Antonio Padellaro, veltroni racconta il suo Pci e la sua Quercia, <<L’Espresso>> 22 ottobre 1999.



Continua
camillobenso
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Sfascisti - 87
Assalto a Fort Apache - 15


Ghe pensi mi 2.0, ciak si gira - 1
http://www.youtube.com/watch?v=LgM2ls2SW5g


«Ai teorici dell'inciucio è andata male, il bipolarismo è salvo»

http://video.corriere.it/ai-teorici-inc ... 474ab780a8


Chi sono e dove stanno i teorici dell’inciucio???

Certamente non più Berlusconi perché è uscito dalla maggioranza.

Rimangono quindi in campo Alfano, Letta, Napolitano, e i poteri forti.

Quindi, sulle ali di una vittoria che sfiora il 70 %, Ghe pensi mi 2.0 fa la sua dichiarazione di guerra ad Alfano, Letta, Napolitano, combattenti sul campo.

<<Ho vinto e comando io. Ora si fa quello che dico io>>.

Parole indigeste nel sistema italiano che è abituato da sempre alle trattative, agli scambi, e ai compromessi del retrobottega.

Dalla sacrestia di Palazzo Chigi, Lettanipote alza la cornetta e dichiara: “Lavoreremo insieme in modo fruttuoso”.

I democristiani non si smentiscono mai.

Il vecchio Re Giorgio II, questa notte, oltre ad aver tardato a prendere sonno, si è girato e rigirato nel letto tutta la notte come non mai.

Ma Ghe pensi mi 2.0 non si è fermato solo a dichiarare guerra ai teorici dell’inciucio, ha dichiarato guerra anche all’establishment del PPE. Si è rimesso i panni del rottam’attore.

Stiamo assistendo ai primi giri di manovella di un film di guerra che si svolge interamente sul teatro italiano.

Lettanipote con le balls of steel, questa notte ha dormito peggio di Sua Maestà.

Alle 23,00 circa il discorso della dichiarazione di guerra di Ghe pensi mi 2.0, a mezzanotte entrava in vigore la lotta dei “Fermiamo l’Italia”.

Angelino che telefona in continuazione per chiedere garanzie sulla tenuta del governo. Soprattutto ora che ha appena varato ufficialmente tra grandi sorrisi, baci e abbracci l’NCD.

Se cade il governo ad Angelino toccherà ripetere la scena di Totò che si fa il funerale da vivo andando direttamente al camposanto.

Tornare sotto l’ala del Caimano ora equivale a suicidarsi.

Maronn’ u’ carmn, continua a ripetersi Lettanipote, chi me l’ha fatto fà di mettermi in questo guaio?

Altro che la battaglia di Stalingrado.

Deve portare a termine la legge di stabilità.

La settimana scorsa gli è scoppiata tra le mani la bomba della Consulta che ha affettato il Porcellum.

Per alcuni deve varare subito la nuova legge elettorale prima dell’uscita della motivazione.

Sua Maestà Napolità, non vuole che si vada ad elezioni subito.

Oggi è cominciata la guerra che paralizzerà l’Italia.

Berlusconi si è unito a Grillo nell’assalto a Fort Apache, oltre a pretendere l’allontanamento dal Colle del Lord protettore.

Tutti e due poi vogliono andare ad elezioni subito.

Il Caimano che si è inventato il governo del “dentro tutti per fare la legge elettorale” ed andare subito a votare.

Adesso ci mancava solo la vittoria dai numeri non previsti di Ghe pensi mi 2.0, che si è subito autodefinito capitano della squadra e ha già cominciato a dare ordini.

Forse era meglio per Lettino non dare retta allo zio e continuare a vivere dietro le quinte. Almeno poteva ritagliarsi il tempo per giocare a Subbuteo e condurre una vita più tranquilla.

Ghe pensi mi 2.0, sta sfruttando la situazione.

Voglia di farsi impantanare alla guida del PPE, non ne ha nessuna. Il momento è propizio, la Consulta ha smosso i giochi. Berlusconi e Grillo attaccano Fort Apache da due lati. Il terzo lato lo occupo io così si va presto ad elezioni e quindi “mi sacrifico” per concorrere alla poltrona di Fort Apache.

Nel PPE a dargli una mano per andare ad elezioni subito c’è Civati.

A contrastarlo invece Cooperlo e tutto il vecchio apparato.

Si potrebbe dire, mettiamoci comodi in poltrona per assistere alla realizzazione del nuovo film.

Ma non è così, perché non si sta tanto comodi su quella poltrona, perché potrebbe venire giù il palazzo e ci si trova in strada con il televisore rotto senza poter vedere le riprese del nuovo film di guerra.

Al prossimo ciak.

Questa sarà una giornata effervescente, in preparazione del discorso di fiducia di Lettanipote alle Camere

Sua Maestà, Napolità, ha preteso poche ore fa che quello del suo aiutante di campo fosse un discorso duro.

“Prendere o lasciare”

Acchiappatella!!!!!
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Sfascisti - 88
Assalto a Fort Apache - 16


Ghe pensi mi 2.0, ciak si gira - 2
http://www.youtube.com/watch?v=LgM2ls2SW5g


E' con viva e vibrante soddisfazione che Il Giornale di famiglia annuncia:

Renzi rottama i compagni
e fa tremare il governo Letta

Il sindaco stravince le primarie del Pd e ora parte per la scalata al governo Letta: "Legge elettorale, basta inciuci"
camillobenso
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Sfascisti - 89
Assalto a Fort Apache - 17


Ghe pensi mi 2.0, ciak si gira - 3
http://www.youtube.com/watch?v=LgM2ls2SW5g


Agorà

Prima pagina de Il Tempo:

Renzi si é mangiato i comunisti

*

Ammazza, aho, prima li comunisti se magnavano li bambini,...meglio se tenerelli per alcuni e croccanti per altri. Adesso Renzi s'é magnato coloro che se magnavano li tenerelli.
camillobenso
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Sfascisti - 90
Assalto a Fort Apache - 18


Ghe pensi mi 2.0, ciak si gira - 4

http://www.youtube.com/watch?v=LgM2ls2SW5g



Prima battaglia
A favore di Ghe pensi mi 2.0

Oggi alle 12,00 il segretario del PPE incontra il premier del PPE

*

TRIONFA RENZI BATTUTI LETTA E IL COLLE
(Wanda Marra).
09/12/2013 di triskel182

Ha “smacchiato” tutto oltre il 69% vota Renzi.

Grazie, grazie di cuore a tutto e a tutti”. Quando Matteo Renzi (abito scuro e cravatta viola) arriva, la musica è assordante, l’entusiasmo è alle stelle. “Commovente è dire poco”, dice lui. “Non lo avremmo mai detto caro Pippo che in solo tre anni la Leopolda sarebbe stata maggioranza del Pd”. Poi, “un grazie particolare a Gianni Cuperlo. Se c’è uno con cui voglio dialogare è lui”. E un messaggio che sa di risposta: “Non è la fine della sinistra, è la fine di un gruppo dirigente della sinistra”. Quindi: “Grazie alla mia famiglia”. E “grazie al mio staff, siete davvero pazzi”. Il primo messaggio politico è all’indirizzo di Grillo: “Gli italiani hanno risposto al disgusto con la giornata dell’insulto domenica scorsa. Questa domenica hanno reagito allo stesso disgusto nel segno della proposta”. Renzi fa un discorso organico, compiuto, che mette insieme retorica e politica, nuove responsabilità e voglia di rottamazione. Legge, non parla a braccio. Punta sulle molle dell’“orgoglio” (quello più grande “dev’essere la dimostrazione di saper vincere”). Soprattutto, lo dice e lo ribadisce “tocca a noi”. E chiarisce: “Non ci tiriamo indietro”. “Non abbiamo più alibi, non possiamo più aspettare”. Perché “con il voto delle primarie, a voi teorici dell’inciucio vi è andata male”. E dunque, “il Pd metterà tutto il proprio onore” per fare una legge elettorale in nome del bipolarismo.
“GIORNATA difficile da dimenticare. Ci vediamo alle 22 all’ObiHall (Firenze Sud)”. Matteo Renzi sceglie twitter per dare un segno di vita a urne ancora aperte. Sono le 20 e 28 e si profila un trionfo, un trionfo oltre ogni aspettativa, in termini sia di affluenza (3 milioni di voti), che di consensi (il 69 per cento). Una valanga, che stacca Renzi da tutto quello che è stata la sinistra, il centrosinistra, il Pd fino ad oggi e gli dà una golden share indiscutibile sul governo. D’altra parte, Matteo in questo è un campione: alle 18, dopo aver acceso l’albero di Natale in piazza del Duomo, chiedendo ai giornalisti di fare spazio ai bambini, si è smarcato con un’unica mossa da telecamere e scorta, e poi ha staccato tutti, raggiungendo di corsa le porte del suo comitato a poche decine di metri. Imprendibile. Una metafora. La corsa di Renzi, iniziata dai tempi della vittoria alle primarie per Firenze contro tutto e contro tutti, è un’onda che sale via via che la giornata avanza si fa più lunga. Matteo è inarrestabile: ha preso i voti dei Democratici, ma anche quelli di grillini, pidiellini, delusi della politica. Troppo forte la voglia di cambiare, di voltare pagina rispetto allo spettacolo offerto in questi mesi dalla politica. In platea nel quartier generale della vittoria (lo stesso teatro dove l’anno scorso l’allora sconfitto Matteo salì sul palco con Bersani per sostenerlo nella campagna elettorale) questa volta le bandiere del Pd ci sono. Cominciano a sventolare già dalle 21, mentre il maxischermo trasmette l’aggiornamento dei dati. D’altra parte con questi risultati, oggi il Partito Democratico è Matteo Renzi. Sul palco, i cubi con le parole chiave. “Vincere”, soprattutto. E poi, “semplicità”, “ascolto”, “diritti”, “Italia”. Alle 21 e 45, mentre gli schermi trasmettono le immagini di Gianni Cuperlo, parte la discoteca. Musica assordante nella tradizione della Leopolda. Matteo va a votare prestissimo, a piazza dei Ciompi.
POI A CASA a vedere Roma-Fiorentina. Una giornata vissuta molto a casa, con qualche rapida incursione pubblica. Spacca il secondo quando arriva al Duomo per l’accensione dell’albero. Sono le 18 in punto e lui ci tiene a fare il sindaco nella consueta cerimonia dell’Immacolata. Al comitato, gioca col figlio di Luca Lotti e poi via a casa, da solo, a pensare. Il discorso è importante, è quello che darà la linea. Va modulato anche tenendo presenti i risultati altrui. “Il voto di opinione s’è mobilitato. E se Civati arriva bene, allora il segnale politico è chiaro”, commenta Dario Nardella. Ovvero, gli equilibri rispetto al governo cambiano. Se Letta vuole un patto col nuovo segretario deve dargli ciò che vuole, i commenti più gettonati tra i renziani. Che arrivano col sorriso dei vincenti all’ Obihall. “Con questi dati abbiamo un segretario molto forte”, commenta Maria Elena Boschi. Renzi è a questo punto il dominus indiscusso. E l’ha detto in tutti i modi: questo sarà un governo a guida Pd. Oltre alla legge elettorale, vuole l’abolizione del Senato, la riforma del lavoro. Quanto dura l’esecutivo? Se tutto va come deve andare, se Letta risponde alle richieste del neo segretario, può anche durare qualche mese. Il segretario vede Letta stasera e i rapporti di forza sono chiari. Da ora in poi qualsiasi cosa farà il premier, da presidente della Repubblica a commissario europeo dovrà avere l’appoggio del Pd. Dunque di Matteo Renzi.

Da Il Fatto Quotidiano del 09/12/2013.
camillobenso
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Sfascisti - 91
Assalto a Fort Apache - 19


Ghe pensi mi 2.0, ciak si gira - 5

http://www.youtube.com/watch?v=LgM2ls2SW5g


Il Muro del Quirinale per arginare lo “scout”
(Fabrizio D’esposito).
09/12/2013 di triskel182

NAPOLITANO CERCHERÀ DI COSTRINGERE AL PATTO IL NEO-SEGRETARIO E IL PREMIER PER FAR SOPRAVVIVERE IL GOVERNO FINO AL 2015.

In quarantott’ore è cambiato un mondo. Prima l’asse Berlusconi-Grillo, poi il trionfo di Renzi alle primarie dell’Immacolata. Per Giorgio Napolitano, sono giorni difficilissimi. Il suo Sistema vacilla e potrebbe ricevere il colpo di grazia dal quasi 70% del sindaco di Firenze. Anche perché il nuovo segretario del Pd farà di tutto per tenersi a distanza dal Quirinale e smarcare un partito da due anni, cioè dal novembre 2011 del governo Monti, sotto schiaffo dal capo dello Stato.
La fiducia di mercoledì, anche per ammissione dei renziani, non è in discussione ma adesso bisognerà capire quali contenuti e soprattutto quali scadenza conterrà il nuovo patto tra il premier Enrico Letta e il lanciatissimo sindaco.
Senza tanti giri di parole e ragionamenti in politichese, il nodo centrale per Quirinale e Palazzo Chigi è: Renzi, a questo punto, accetterà un patto fino al 2015? Oppure lavorerà per il voto nel 2014, come chiede anche l’asse “neopopulista” (per il Sistema) grillin-berlusconiano? Napolitano e Letta non reputano affidabili le promesse fatte sinora da Renzi, accompagnate comunque da una postilla non secondaria: “Il governo dura se fa le cose”. Ecco il secondo pilastro del patto che probabilmente i due, premier e segretario, inizieranno ad affrontare in un colloquio oggi pomeriggio, quando Letta ritornerà da Milano a Roma prima di ripartire in serata per il Sudafrica e le esequie di Mandela.
A spaventare il governo delle ex larghe intese è la forza con cui Renzi si è imposto alle primarie. Nelle ultime ore erano circolati sondaggi in cui il sindaco era dato al massimo al 55% e i più ottimisti hanno sperato addirittura in una cifra sotto il 50. Nulla di tutto ciò è successo e il bunker di Napolitano e Letta dovrà fare i conti anche con un altro dato: i numeri di Renzi e Civati dimostrano che più del-l’80% del Pd ha espresso insofferenza e mal di pancia per questo esecutivo. L’unico garante dello statu quo, nelle urne delle primarie, è stato Cuperlo, il candidato dell’Apparato franato senza pietà. Avrà dato a lui il voto Letta, quando ieri mattina ha votato nella sezione Pd di Testaccio, quartiere più rosso di Roma?
IL COMMENTO ufficiale del premier all’elezione di Renzi è arrivato nella tarda serata di ieri, due ore dopo la chiusura dei seggi. Proprio l’appello a fare “argine contro il populismo” è la chiave per tradurre le speranze lettiane sulla durata del governo: “Una partecipazione così alta al voto è fondamentale per fare del Pd un argine contro il populismo crescente. Complimenti ai candidati che hanno condotto battaglie all’altezza della sfida. Sono sicuro che ognuno di loro spenderà al meglio la legittimazione e il consenso ricevuti”. Spendere al meglio significa rispettare il crono-programma del Quirinale: mai al voto prima di un anno, tenendo conto che Renzi dovrà mettere la faccia sul risultato delle elezioni europee, test fondamentale per valutare la linea realista del Pd che ha ingoiato, per esempio, gli scandali Alfano-Shalabayeva e Cancellieri-Ligresti.
Contro il “populismo”, dunque, con uno “spirito di squadra”, altra parola d’ordine per sottoscrivere il patto che vuole Letta: “Con il nuovo segretario, Matteo Renzi, lavoreremo insieme con uno spirito di squadra che sarà fruttuoso, utile al Paese e al centrosinistra”.
Il premier riconosce la forza dell’insondabile “Matteo”: “L’ampia partecipazione dà forza alla sua leadership”. Il terreno dell’intesa si misurerà soprattutto sulla legge elettorale, dopo il terremoto provocato dalla Consulta sul Porcellum. Sabato scorso, anche a nome di Letta, Alfano ha frenato la sua nuova linea neoproporzionalista e ha aperto alla legge che piace di più a Renzi: quella del “sindaco d’Italia”, un doppio turno che al primo fotografa in maniera proporzionale i risultati dei partiti. Il punto è che a decidere dovrà essere il segretario. Per la prima volta dal 2007, il Pd ha un segretario che non intende allinearsi al culto nordcoreano del Colle. O almeno così dice.

Da Il Fatto Quotidiano del 09/12/2013.
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Sfascisti – 1

Il cetriolo star - 1
Cronaca di un periodo di guerra nel Paese delle Meraviglie.


09 DIC 2013 15:32
CHE ROTTURA DI FORCONI! LA PROTESTA DILAGA IN TUTTA ITALIA: SCONTRI E CAOS A TORINO: ASSALTATO IL PALAZZO DELLA REGIONE – A GENOVA OCCUPATA LA STAZIONE
Blocchi e presidi da nord a sud, la situazione più critica si registra a Torino: tafferugli tra manifestanti e polizia, negozi costretti a chiudere, tram fermi e traffico ferroviario bloccato - A Roma ci sono un centinaio di manifestanti a Piazzale dei Partigiani ma per il movimento ‘l’appuntamento importante’ è quello di domani…




Da "ansa.it"

L'onda lunga della protesta dei forconi contro le tasse e in generale contro il governo, sta arrivando in tutta Italia. Questa mattina il Paese si è svegliato con blocchi e presidi un po' ovunque, dal Veneto alla Campania, dalla zona di Milano fino a Palermo, dalle Marche alla Sardegna.

Circa un centinaio di manifestanti poco dopo le 14 ha occupato i binari della stazione di Genova Brignole. Si sono staccati dal corteo principale e si sono diretti allo scalo ferroviario. Binari occupati anche alla stazione di Imperia e tra Diano Marina e Arma di Taggia, con blocco della circolazione dei treni sulla Genova-Ventimiglia. Alla stazione di Genova Brignole i manifestanti, tutti di giovane età e qualcuno incappucciato, stanno scandendo slogan contro la classe politica. Il resto del corteo sta invece sfilando nel centro città e si è fermato davanti alla sede dell'Agenzia delle Entrate, in via Fiume, dove sono state lanciate monete contro i vetri e sul portone è stato affisso un cartello "Assassini".

Al momento la situazione più critica si registra a Torino dove i manifestanti, dopo aver occupato il centro della città, con tram fermi e negozi costretti a chiudere, hanno invaso i binari delle stazioni di Porta Nuova e Porta Susa, bloccando per circa un'ora anche il traffico ferroviario.

Sempre nel capoluogo del Piemonte tafferugli tra manifestanti e polizia nella centrale Piazza Castello con lanci di pietre dai primi e uso dei lacrimogeni dagli altri. Colpito anche la postazione mobile di Sky mentre un fotografo, che collabora con l'ANSA, è stato aggredito dai manifestanti nel corso dei tafferugli avvenuti nel centro di Torino in occasione dello sciopero dei forconi. Al fotografo è stata rubata la macchina fotografica con la quale stava documentando gli scontri avvenuti in centro.

Alcuni manifestanti protagonisti dei tafferugli avvenuti nella centrale piazza Castello hanno tentato di forzare l'ingresso della Giunta regionale del Piemonte, a Torino. Un gruppo di circa 500 persone ha dato vita a un fitto lancio di corpi contundenti di varia natura contro le forze dell'ordine, che hanno impedito ai manifestanti di accedere alla sede istituzionale.

Un po' ovunque picchetti e volantinaggi da parte degli autotrasportatori che cercano solidarietà per questa protesta che rischia di paralizzare nei prossimi giorni il Paese.

Maurizio Longo, segretario generale di Trasportounito, informa che ''la polizia sta attaccando tutti i principali presidi degli autotrasportatori. Lo Stato - accusa Longo - risponde con i manganelli a una protesta pacifica''. Mariano Ferro, tra i leader del movimento di protesta, invece lancia segnali di rassicurazione: ''Ha ragione il Viminale sulle infiltrazioni, ma noi saremo i primi poliziotti''.

A Roma ci sono un centinaio di manifestanti a Piazzale dei Partigiani ma per domani nella Capitale, alle 17, è previsto quello che il coordinatore del movimento, Danilo Calvani, definisce ''un appuntamento importante''. ''Ci riuniremo e daremo notizie di prim'ordine. Se mercoledì verrà data la fiducia al governo la nostra protesta rimarrà in piedi fino a che non se ne vanno. Sarà sciopero a oltranza, nelle forme pacifiche e democratiche che si conoscono'' ha annunciato Cavani in un'intervista al 'Corriere della Sera'.

Uno stop alle manifestazioni di protesta è stato intimato nella provincia di Bari. Il Prefetto di Bari, Mario Tafaro, ha disposto ''il divieto di assembramento degli automezzi lungo tutta la rete stradale ed autostradale della provincia dal 9 al 13 dicembre''. In Sardegna i camion stazionano davanti all'ingresso del porto storico di Cagliari; presidi sulla Statale 131 Cagliari-Sassari e davanti all'Agenzia delle Entrate. In Liguria traffico rallentato al Porto di Genova e volantinaggi al Casello autostradale di Genova Bolzaneto. Volantinaggi anche in Lombardia, al casello autostradale di Brescia Ovest.

A Bologna manifestazione davanti alla sede di Equitalia. A Catania, infine, sciopero con presidi ma per ora nessun blocco del traffico. Così in quello che negli anni scorsi è stata la sede 'simbolo' della protesta del movimento, il casello di San Gregorio dell'autostrada A18, la Messina-Catania, non ci sono stati blocchi.
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

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Sfascisti – 93

Il cetriolo star - 2
Cronaca di un periodo di guerra nel Paese delle Meraviglie.



Forconi, presidi in tutta Italia: “Fermiamo il Paese”. Stazione di Genova bloccata
Manifestazioni dal Veneto alla Campania, dalla periferia di Milano fino a Palermo, dalle Marche alla Sardegna. Al momento la situazione più critica si registra a Torino. Si temono infiltrazioni di gruppi di estrema destra, e non solo

di Redazione Il Fatto Quotidiano | 9 dicembre 2013Commenti (261)


L’onda lunga della protesta dei forconi, contro l’austerità e il governo Letta, si muove in tutta Italia. La protesta è organizzata dal movimento di agricoltori e pastori protagonisti delle manifestazioni in Sicilia dell’anno scorso e da alcune sigle minori dei camionisti, ma vede la partecipazione anche di semplici cittadini che chiedono le dimissioni dell’esecutivo e un referendum per l’abolizione dell’euro. Già dalla tarda serata di domenica sono sorti un centinaio di presidi dalla Sicilia al Veneto. Volantinaggi e manifestazioni in tante città, dove sono assenti sigle o bandiere di partito, ma sventolano i tricolori. Si temono infiltrazioni di gruppi di estrema destra, e non solo, come ha spiegato Mariano Ferro, leader del movimento dei forconi: “Saremo noi per primi a difenderci da eventuali infiltrati. Ho paura, io per primo ho paura perché le infiltrazioni mafiose, le infiltrazioni di estremisti di destra o di sinistra non ci fanno bene, fanno un favore al sistema. Purtroppo, però, ci sono. A questi penseranno le forze dell’ordine. Ha ragione il Viminale a dire stiamo attenti. Ma noi saremo i primi a punirli severamente allontanandoli dai presidi”.

Alta tensione a Torino, binari occupati anche a Genova - Nel capoluogo piemontese la situazione più difficile: sono state lanciate bombe carta contro il palazzo della Regione. La procura di Torino ha aperto un fascicolo di indagine sugli incidenti che si sono verificati oggi nel centro cittadino. La protesta ha causato la sospensione della circolazione ferroviaria alle 10. 30 ed è ripresa rispettivamente alle 11.30 a Porta Nuova e alle 11.45 a Porta Susa. Circa un centinaio di manifestanti poco dopo le 14 ha occupato i binari della stazione di Genova Brignole. Si sono staccati dal corteo principale e si sono diretti allo scalo ferroviario. Binari occupati anche alla stazione di Imperia e tra Diano Marina e Arma di Taggia, con conseguenti treni fermi sulla Genova-Ventimiglia. Un gruppo di 400 persone ha inoltre bloccato per circa un’ora il traffico sulla sopraelevata, una delle principali arterie della città.

Pochi blocchi del traffico - Al momento sono pochi i blocchi stradali lungo la Penisola: Anas ha chiuso provvisoriamente al traffico le rampe di ingresso e di uscita dello svincolo di Battipaglia dell’autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria. Gli automobilisti possono utilizzare gli svincoli di Pontecagnano sud oppure di Eboli. Il presidio dei manifestanti sta provocando rallentamenti in entrambe le direzioni anche sulla strada statale 18 “Tirrena Inferiore” tra Capaccio Paestum e l’innesto per l’autostrada A3. Sono stati registrati rallentamenti in altri punti della rete autostradale. I più significativi sono quelli agli svincoli autostradali di Carisio (Novara), sulla Torino-Milano, dove i manifestanti occupano simbolicamente la strada ogni cinque minuti per distribuire i volantini. In Veneto invece, le maggiori criticità al traffico regionale si registrano nel vicentino e nel veronese. Chiusi in entrata e uscita i caselli autostradali sulla A4 di Montecchio Maggiore e Soave; rallentamenti tra Mestre e il capoluogo per un presidio all’altezza di Fincantieri. Nel veronese è agibile il casello di Peschiera del Garda sulla A4. Difficoltà in centro a Verona dove un gruppo di manifestanti distribuisce volantini nella zona di corso Porta Nuova.

Anche a Milano un centinaio di persone si sono recate davanti alla sede di Equitalia, per poi spostarsi sotto il palazzo della Regione. I manifestanti, scortati dalle forze dell’ordine, si sono seduti in strada per qualche minuti per bloccare il traffico. Equitalia è stata presa di mira anche a Bologna, dove è stato organizzato un presidio di una cinquantina di persone. “Non c’è violenza – spiega Elisabetta Bianchi, una delle organizzatrici – Vogliamo che i dirigenti di Equitalia vengano fuori, siamo cittadini stanchi”. Il corteo, al cui interno ci sono infiltrati di estrema destra, si sta dirigendo verso la tangenziale. In Sardegna è stata bloccata la strada che collega Cagliari con la sede dell’Agenzia delle Entrate nel quartiere periferico di via Pintus. Proteste simili con autotrasportatori si stanno svolgendo sulla strada statale 130, poco distante da Elmas, e davanti al Porto Canale di Cagliari. Qualche momento di tensione fra manifestanti e automobilisti che cercano di raggiungere la sede dell’Agenzia. A Bari, il prefetto Mario Tafaro ha disposto“il divieto di assembramento degli automezzi lungo tutta la rete stradale ed autostradale della provincia dal 9 al 13 dicembre”. Mentre a Brindisi i manifestanti si sono radunati sotto il municipio.

Gli autotrasportatori – Al porto di Genova il traffico ha subito rallentamenti e nel centro della città ci sono disagi per la manifestazione. Volantinaggi sono in corso da parte di Trasportounito – che ha deciso il fermo dell’autotrasporto fino al 13 dicembre – ai varchi portuali di Voltri, San Benigno e Sampierdarena, oltre al casello autostradale di Genova Bolzaneto, per sensibilizzare i lavoratori sulla situazione critica del comparto. “Noi non abbiamo nulla a che fare con la protesta dei forconi – sottolineano gli autotrasportatori – il nostro fermo era deciso da tempo e non vogliamo strumentalizzazioni”. Nel centro città ci sono un migliaio di persone – lavoratori, studenti, disoccupati – che ha bloccato il traffico in piazza De Ferrari e alcuni bus Amt, acceso fumogeni, scandendo slogan contro partiti e sindacati. Una decina di carabinieri che presidiano l’ingresso della Prefettura a Genova ha acconsentito a una richiesta del movimento di protesta che sfila per Genova e si sono tolti i caschi. Dalla diretta radio sul canale ufficiale di Youtube, il movimento annuncia: “Abbiamo fermato anche il porto di Livorno, e si stanno muovendo anche a La Spezia e Viareggio”. Anche nella Capitale un centinaio manifestanti si sono radunati a Piazzale dei Partigiani, dove sono stati allestiti gazebo e un camper con presidio fisso. Tra gli striscioni, uno dalla scritta “9 dicembre, l’Italia si ferma”. Blocchi del traffico e presidi anche a Latina: “Pronti a invadere Roma, se voteranno la fiducia al governo”.

In piazza del Plebiscito a Napoli un centinaio di manifestanti del associazione “9 dicembre” e di “Forza sociale” ha causato forti disagi alla viabilità. Mentre a Palermo sono stati organizzati tre presidi, dove sono stati distribuiti volantini e provocato rallentamenti al traffico. Altri presidi sono in atto: CINQUE cinque nel trapanese e uno ad Agrigento. Anche a Catania l’agitazione è stata confermata, ma non ci sarà nessun blocco. I Forconi sono presenti con due presidi: al casello di San Gregorio, luogo simbolo della protesta, e sull’autostrada A18, la Messina-Catania. Hanno appoggiato la protesta anche l’Associazione Sicilia Risvegli onlus dei malati pro stamina, contro lo “Stato traditore e assassino” che “sta condannando a morte migliaia di persone, negando loro le cure compassionevoli”, il vice presidente Roberto Iovine ha invitato i disabili ad unirsi. La Questura del capoluogo siciliano, su richiesta del movimento, ha autorizzato manifestazioni e incontri a piazza Università.

Le ragioni della protesta - Il movimento che a gennaio 2012 paralizzò la Sicilia ha trovato nuovi alleati, dai Liberi imprenditori federalisti europei (Life) all’associazione italiana trasportatori (Aitra), dal Movimento autonomo autotrasportatori (Maa) ai Cobas del latte, dai Comitati runiti agricoli (Cra) ad Azione rurale Veneto. E l‘agitazione organizzata da agricoltori, camionisti, piccoli imprenditori, operai, disoccupati e semplici cittadini, sembra non arrestarsi. ”Se mercoledì verrà data la fiducia al governo la nostra protesta rimarrà in piedi fino a che non se ne vanno. Sarà sciopero a oltranza – dichiara Danilo Calvani, coordinatore del movimento dei forconi -, nelle forme pacifiche e democratiche che si conoscono. C’è grande euforia, penso che avremo tutto il popolo in piazza. Saremo milioni perché milioni sono le persone che non ce la fanno più. Non è un’iniziativa di settore, ma di popolo”. Per Calvani deve cadere tutto, “perché se qualcosa rimane in piedi poi ricresce e ci ruba di nuovo il pane di bocca. Il loro – dice in un’intervista al Corriere della Sera – è stato un lungo e imperdonabile tradimento, come se tua moglie ti mettesse le corna con cento uomini. Che la puoi perdonare?”. Ad sostenere l’iniziativa anche il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia che ha definito “sacrosanti” i temi sollevati dai manifestanti.

Video in:

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/12 ... se/806612/
Amadeus

Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da Amadeus »

A Catania, infine, sciopero con presidi ma per ora nessun blocco del traffico. Così in quello che negli anni scorsi è stata la sede 'simbolo' della protesta del movimento, il casello di San Gregorio dell'autostrada A18, la Messina-Catania, non ci sono stati blocchi.
ettecredo....
a parte la nota diramata dai prefetti
il blocco dell'anno scorso costò all'economia dell'isola 70 milioni di euro più i mancati introiti per le forniture alla GDO ( che si rifornì all'estero) ... sto giro "qualcuno" a Mariano Ferro gli avrà detto come muoversi.

i manifestanti vogliono che il governo vada a casa.
mm
e poi?
l'indomani?
chi ci mettiamo?
chi manda avanti la baracca?
IL POPOLO???
sotto quale forma?

boh... e chi lo sa.
intanto a casa.
un piano geniale.
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