quo vadis PD ????

E' il luogo della libera circolazione delle idee "a ruota libera"
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peanuts
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da peanuts »

iospero ha scritto:Con questa affluenza e con quella percentuale Renzi dovrebbe imporre la linea al governo Letta e se Alfano non ci sta si faccia una nuova legge elettorale e si vada a votare.
- Letta fa il presidente del Consiglio senza una investitura democratica;
- Il Parlamento e lo stesso Presidente della Repubblica sono il risultato di una legge porcata, quindi con dubbi di leggittimità ;
- Renzi può vantare una investitura democratica che gli altri non hanno;
- Le condizioni del Paese richiedono interventi decisivi che diano uno scossone al sistema;
Alfano se vuole salvare il paese deve adattarsi, diversamente si va alle elezioni e lui non si trova ancora in condizioni di affrontarle.
Sicuro?
Secondo me alfano detterà condizioni ma promettendo anche al caimano la riforma della giustizia come vuole lui (con leggi ad personam per farlo rientrare del tutto), il caimano non potrà dire di no e vinceranno un'altra volta. alfano può recuperare un sacco di voti di "delusi". Anche perché dall'altra parte c'è il pd che al momento è a pezzi
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
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camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da camillobenso »

2) Ora, altrettanto, si usa spesso nel modo più inopportuno il termine “sinistra”.

Ma la “sinistra” è morta da anni. Morta e sepolta. Parlare di sinistra oggi è come parlare dei trapassati.

Bisogna fare sedute spiritiche per parlare ancora di sinistra.

La sinistra a Milano la trovi sepolta alla Certosa di Musocco, campo 8, terza fila a metà.

Un’altra parte è sepolta a Roma nel cimitero di Prima Porta, tomba numero 7, riquadro 12. La si riconosce perché sopra ci sta scritto Enrico Berlinguer.

Tra l’altro, fino ad un mese fa ero un convinto sostenitore che a morire fosse stata solo la sinistra rappresentativa. Mentre la sinistra al livello di base, come si diceva una volta, esistesse ancora.

Mi sbagliavo.

In questo ultimo mese, ascoltando in modo particolare anziani con il percorso Pci, Pds, Ds, Pd, PPE, in prevalenza over ’70, ma anche giovani 30- 40 anni, mi sono reso conto che anche in quei settori la sinistra è andata a farsi completamente benedire.

C’è chi convinto dei valori della sinistra, è andato a votare ieri Cuperlo, perché sa suonare bene il piffero con le note tradizionali della vecchia sinistra.

Cose da fachiri indiani che fanno uscire il serpente dalla cesta.

Ancora una volta di più, nei tempi dell’Ipad,con tecnica raffinata ha saputo incantare gente in buona fede, semplice nell’animo, che si pone poche domande su come funziona l’ambaradan, mentre in effetti stava solo difendendo a spada tratta il vecchio apparato ortofrutticolo che in quest’ultimo ventennio ha coltivato e venduto cetrioli e cetrioloni di tutte le dimensioni al suo affezionato elettorato, portando il Paese, in concorso con altri, completamente allo sfascio.

Solo che la cronaca, non riporta il suicidio di nessun ortofrutticolo della casta. Non sanno neppure cosa sia la crisi. Ma sono indottrinati così bene da suonarti e cantarti ad arte il demi demi della crisi e dei povecacci che devono sopportare la crisi. Su questo Cuperlo è stato un asso. Basta rivedere i filmati di tutte le sue apparizioni in tv.

Questo deve aver colpito un acuto osservatore come Crozza che venerdì scorso gli ha dedicato un’apposita gag.

Continua.
camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da camillobenso »

8) ti sei scordato Bilderberg, la massoneria, la mafia, lo ior , settembre nero e nonna papera.
Amadeus



Sei sicura??????

Dell'incontro clandestino di Hardcore tra il teorico Becchi e il Banana, e della successiva telefonata, non c'è notizia.

Tu invece hai intercettazioni di Bilderberg, la massoneria, la mafia, lo ior , settembre nero e nonna papera????

Faccele sapere, non lasciarci nell'ignoranza.
camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da camillobenso »

@ peanuts

Sei in rete?
camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da camillobenso »

RENZI: SFIDUCIA A GOVERNO LETTA NON E' IN AGENDA.
Amadeus

Quindi, il .


1. Da Renzi (Pd) un aut aut a Letta: o si fa come dico io o "finish” | L ...
http://www.inviatoquotidiano.it/.../da- ... ome-di...‎
26/nov/2013 - «Ho fatto il bravo, la pazienza è finita», ha chiarito il sindaco di Firenze riferendosi al Governo Letta. Se Matteo Renzi il 9 docembre sarà ...
2. Renzi a Letta: «Riforme o governo finish, io accelero sulla legge ...
http://www.ilmessaggero.it/primopiano/p ... 412.shtml‎
o


26/nov/2013 - ROMA O il governo fa come dice Renzi, o può già mettersi a fare le valigie. ... Massimo D'Alema, comunque, si dice «certo che Renzi non farà ...
3. Correlati: Renzi asfalta il governo: "O fa come dico io o finish" - Ultime
http://www.newsit24.com/notizie/renzi.. ... correlate‎
26/nov/2013 - Pd, Renzi attacca Letta: "O fai come dico o è finita" 13 ore fa ... E minaccia: "O Letta fa come diciamo noi o... finish" "Ho 'fatto il bravo' ma la pazienza è finita" . ... Renzi, si cambia: dal 9 dicembre nuova agenda per il governo



&


“Ai teorici dell'inciucio diciamo: vi e' andata male”


Era la solita bufala accchiappamerli???

Ne avevo sentore, ma adesso me l’hai confermato.


Passata la festa gabbatu lu santu.

Non si possono ritirare i voti.
pancho
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da pancho »

camillobenso ha scritto:
pancho ha scritto:
camillobenso ha scritto:Di positivo ora c'e che il PD esce dal guado e prende una linea politica precisa.

Quale?

http://www.youtube.com/watch?v=PQGkkskVgTo
Ma dai Zione! Vuoi prendermi per i fondelli?

Piu' chiara di cosi? Io ho i capelli bianchi e non ho ancora(spero) Alzheimer. Come non posso ricordarmi quella "sinistra" che pur sempre democristiana tentava approcci con il PCI.

Niente di male, allora, poiché si riusciva ad avere un rapporto che per un certo verso dava alcuni frutti visto la supremazia politica di questo partito.

Ora pero questa "sinistra" e' riuscita ad essere lei la parte preponderante di questo partito. Pian piano ci sono riusciti anche se dobbiamo dire che se non ci fosse stato il nano tutto sarebbe andato diversamente e si sarebbe potuto fare una politica non sull'anti nano ma sui programmi. Questo nano ha fatto da collante con gli ex DC e gli ex PCI.

Questi ex PCI che pian piano hanno cambiato corso e si son adagiati sulle poltrone e ci han preso gusto mentre gli altri che venivano dalle poltrone son stati piu' scaltri e si son fatti degli obiettivi a lungo termine. Questi obiettivi son stati raggiunti e non e' detto che pian piano non li mandino a cagher.

Vengono da scuole non di secondo ordine(Colombo,Zaccagnini,De Mita, Moro, Taviani e cioe quelli di Nuove Cronache,di iniziativa popolare, Rinnovamento democratico e cosi via) e si son sempre dati da fare nel loro campo mentre l'ultima generazione del PCI, ora dirigente, che veniva dalle Frattocchie, a loro la scuola di partito non ha servito a niente. Anzi, raccontano, che a suo tempo dormivano sui banchi. Ii loro obiettivo, come si e' dimostrato, era quello di raggiungere le poltrone. Difatti alcuni di loro onestamente han sempre detto che non sono mai stati comunisti. Che direbbe ora Berlinguer a questi uomini ignudi?

Se questa non e' una linea politica cosa potrebbe essere?



un salutone da Juan il compagno
Nessuna presa per i fondelli, caro pancho, penso solo che in tempi di caos evidente come questi, sia necessario comprendere i termini con cui cerchiamo di comunicare.

1) Ad esempio.

Ho chiesto ripetutamente anche su questo forum quale fosse la politica di centro. In che cosa si differenzia una politica di centro, in senso pratico tale che lo possa capire con estrema facilità anche la sciura Maria, e non solo fasce elitarie, la mitica casalinga di Voghera, da premio Nobel in economia domestica, ma aggravata dal termine del periodo scolastico limitato al conseguimento della licenza media.

In modo esagerato si parla continuamente di centro, nuovo centro, centrosinistra, centrodestra, ma cosa sia oggi il centro, nessuno lo sa. L’ultimo a parlare di centrosinistra, ad esempio, è stato Gennaro Migliore stamani ad Agorà.

Ma di cosa sta parlando?

Il centro, e la politica centrista, aveva ragion d’essere nella prima Repubblica, perché aveva una sua piena giustificazione storica.

Perché De Gasperi aveva alla sua sinistra, il Pci e il Psi e alla sua destra l’Msi. Allo statista trentino, per differenziarsi non rimaneva altro che praticare una politica di centro che fosse intermedia, equidistante dalla destra e dalla sinistra.

Con la caduta della prima Repubblica, e la caduta dell’Unione sovietica nel 1989, i due partiti di destra e di sinistra, per la prima volta dopo mezzo secolo vengono chiamati a partecipare a pieno titolo “”al governo”” del Paese.

La politica centrista automaticamente decade. Perché in via del tutto teorica, come in tutte le democrazie del pianeta, si confrontano progressisti e conservatori, anche se su queste definizioni c’è molto da discutere perché non rendono ancora chiara la realtà socio politica. Per fare casino e fottere gli elettori siamo degli specialisti.

Eppure, dopo vent’anni, si continua ancora a parlare di centrodestra e centrosinistra nel modo più inopportuno.

Continua a breve
I centristi caro amico Benso non son altro che dei cerchiobottisti.

Un colpo alla botte e un colpo al cerchio.

Costoro stanno bene sia a destra che a sinistra e sopravvivono piu' di ogni altro.

Si dividono gli obiettivi stando a sinistra che stando a destra . E' una regia messa a punto dallo stesso potere economico che sembra far finta di niente ma ti controlla ad ogni momento indirizzando la politica a loro piacere.

Questi, dopo averli raggiunti troveranno sempre un modo poi per rimettersi insieme e formare un loro partito nel quale. dopo, loro saranno parte predominante di questo partito e accetteranno che al suo interno si creino delle correnti di sinistre che destre le quali poi, che nei momenti del calo del loro consenso, saranno costoro a prendersi la responsabilita' di salvare i loro obiettivi alleandosi con chi si presentera' in quel momento sia esso di sinistra che di destra e la storia si ripetera' come sempre. E ci ritroveremo sempre da capo come al gioco dell'oca.
E cosi, caro amico Benso, continuera' la storia de Sior Intento che la dura molto tempo e che mai no la se distriga.Te vol che te la conto o te la diga?

...e come sempre la sinistra ricapitolerà poiché difronte ad un popolo di merli non c'e' niente da fare. Non c'e' politica che li possa svegliare da questo torpore mentale. Servi umili ubbidienti al loro despota di turno.

Caro Zione il potere crea crisi economiche nel suo momento piu' critico e queste crisi poi diventano anche politiche le quali poi si troveranno nell'impossibilita' di risolvere queste problematiche per il semplice fatto che la politica e' succube del potere economico. Non puo' farci nulla se non invertire le cose e quindi riprendersi il potere.

Il popolo di merli quindi non va oltre a quello che vede davanti. Non fa tante elucubrazioni mentali mentre, in questo momento, sarebbe obbligatorio farle.

Se non si capisce questo nulla potra' cambiare e saremo sempre costretti a ripetersi ancora una volta sempre che non sia ancora una minoranza a sconvolgere tutto questo. Ma potra' avere ancora questa forza?

Chi vivra' vedra?


un salutone da Juan il compagno
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da camillobenso »

Crozza a Cuperlo: «Il Bond del Pd: ha lo 007% di chance»
«Ha lo 007% di possibilità di vincere» - rcd


http://video.corriere.it/crozza-cuperlo ... 83485977a2
mariok

Re: quo vadis PD ????

Messaggio da mariok »

FRANCESCO MAESANO 09 DICEMBRE 2013

Taddei: «In Civati proposte forti, per questo Renzi mi ha chiamato»
Intervista con il nuovo "ministro dell'economia" del Nazareno, docente alla Johns Hopkins: «Tagli ai veri costi della politica»

Trentasette anni, laurea con lode a Bologna nel 2000 in economia, poi gli studi americani alla Columbia, quattro anni di ritorno al collegio Carlo Alberto e dal 2012 di nuovo dall’altra parte dell’Atlantico, come assistant professor alla school of advanced international studies della Johns Hopkins University. «Sono un macroeconomista, mi occupo del mercato del credito e di come le sue dinamiche abbiano effetto sull’economia reale» spiega Filippo Taddei a Europa, giornale per il quale ha scritto diversi articoli, pochi minuti dopo che il segretario eletto del Pd, Matteo Renzi, ha annunciato il suo nome quale responsabile per l’economia della sua segreteria.
Ed è autore del programma economico di Civati.
Esatto, ho collaborato alla stesura e ho sostenuto la candidatura di Pippo alle ormai passate primarie per la segreteria.
Se dovesse sintetizzare la sua ricetta economica in tre ingredienti quali sceglierebbe?
Il primo è senza dubbio il superamento della dualità del mercato del lavoro tra garantiti e non garantiti. Va riformata subito. Poi occorre un piano di riduzione delle tasse sul lavoro.
Ha già in mente come reperire le risorse? In campagna lei ha parlato di tagli alla spesa.
Sì ma ho fatto riferimento in particolare a quella degli organi legislatvi, esecutivi e degli affari esteri: sono quelli i veri costi della politica. Per capirlo basta fare un raffronto tra quanto spendiamo noi a quel livello e quanto si spende ad esempio in Gran Bretagna o in Spagna.
Il terzo punto?
L’universalizzazione del sostegno.
Qualcosa come un reddito minimo garantito?
Penso più che altro all’universalizzazione dell’assegno di disoccupazione. Molte persone che perdono il lavoro non ne hanno diritto.
Tornando alla cronaca, come si sente?
Sento una grossa responsabilità addosso. In un momento del genere per il nostro paese non sentirla sarebbe una follia.
Renzi l’ha chiamata o è stata una sorpresa?
Sì, per una cosa di questo tipo era ovvio che ci sentissimo subito dopo il risultato che ha ottenuto.
E Civati? Le ha parlato?
Certo, ci vogliamo un gran bene.
Pensa che la sua nomina rappresenti l’inizio di una collaborazione più stretta tra Renzi e Civati?
Posso solo dire che penso che nella candidatura di Pippo ci fossero proposte molto forti e che per questo Renzi abbia deciso di metterle nella sua agenda.
Per alcuni ha battuto Yoram Gutgeld, dato come favorito per il posto che è finito a lei.
Ma no, io e Gutgeld abbiamo un rapporto di assoluta stima e sono sicuro che sarà un protagonista del dibattito economico interno al Partito democratico.

@unodelosBuendia
http://www.europaquotidiano.it/2013/12/ ... 5292968750
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da camillobenso »

3) Ma Cuperlo ha rappresentato solo il 18 % dell’elettorato del PPE.

I conti tornano, perché percentualmente Renzi ha preso quasi il 70 %.

Ergo gli over 70 e i 30-40 enni, di queste parti erano a favore di Renzi.

Lasciamo perdere i giovani che hanno ancora tempo di capire, ma gli anziani sono tutti testimoni della storia della seconda Repubblica. Sanno cosa è successo.

Spesso molti di loro hanno pagato di propria tasca cosa significa lottare per qualche dollaro in più. O per qualche diritto in più.

Il denominatore comune nel caso Renzi era la convinzione – speranza che potesse cambiare tutto. Lui glielo ha fatto credere e loro hanno abboccato.

E qui ti rendi conto che non si tratta solo di persone che se ne fregano della politica e dei problemi sociali connessi, e si tuffano nella lettura della Gazzetta dello Sport, o seguono le fiction quotidiane.

Ti rendi conto che anche un numero cospicuo di persone che s’informano, che discutono di politica tutti i giorni, ma poi alla fine si fanno imbambolare da un Renzi qualsiasi, che fa promesse dello stesso standard di grillo e Berlusconi.

E qui ti rendi conto che questo Paese non ha più speranze.

Gli anziani si lamentano dei giovani che sono distanti dalla politica e dai problemi sociali ma poi loro si fanno incantare da suonate di piffero che colpiscono la panza.

Non si chiedono il minimo indispensabile. Ma quello che racconta come intende realizzarlo?

Niente da fare. Ci deve senz’altro una tecnica particolare per riuscire ad incantare i merli senza approfondire nulla.

Lo stesso vale per Grillo, e per lo sperimentatissimo Banana, incantatore principe di merli degli ultimi 20 anni.

E’ appena uscito il libro di Ferruccio Pinotti e Stefano Santachiara:

I PANNI
SPORCHI
DELLA
SINISTRA
------------
I SEGRETI DI NAPOLITANO
E GLI AFFARI DEL PD

Un’indagine su una sinistra che non esiste più.

C’era una volta una sinistra seria. Inattaccabile. Affidabile. “Comunista ma per bene”.

Il paradigma è saltato ed è ora di guardare in faccia alla realtà per quella che è veramente.

Anche a sinistra si ruba, inquina, specula, anche la sinistra fa affari sporchi e attacca la magistratura.

Banche, sanità, cooperative, fondazioni, amministrazioni locali e regionali: scandali e inchieste hanno travolto la classe dirigente che avrebbe dovuto trasformare l’Italia in un paese “normale”, persino roccaforti come l’Emilia sono crollate, investite di accuse di connivenza con mafia e ‘ndrangheta.

Al posto dell’ideologia il denaro, l’interesse individuale , il puro potere.

Ecco gli scandali del Monte dei Paschi, la scalata alla Bnl, la Bicamerale, la legge del comunista Sposetti che ha arricchito i partiti, la metamorfosi di Violante, i soldi dell’Ilva, le accuse di tangenti a Penati, le convergenze con la destra in materia di giustizia…..Non serve vincere le elezioni se la gestione del potere e le ricette economiche rimangono uguali a quelle degli avversari berlusconiani.

Fatti, non solo parole, dal nord al Sud, città per città, regione per regione.

Il quadro è inquietante, più che sufficiente a fotografare una malattia per la quale non sembra una terapia efficace.

E come un virus inarrestabile non risparmia nemmeno il nostro capo dello Stato, ultimo difensore di questo sistema, del quale qui si svela per la prima volta la complessa storia politica, ricca di retroscena inediti.
iospero
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da iospero »

Intervista a FILIPPO TADDEI
“L’aspetto più drammatico della situazione del nostro paese? Che il lavoro non basta più.” Parola di Filippo Taddei, bolognese, classe 1976, di professione macroeconomista. Filippo insegna alla Johns Hopkins University – School of Advanced International Studies (SAIS) di Bologna ed è research fellow del Collegio Carlo Alberto. Dice di essere “diventato adulto a New York“. Sulla situazione del nostro paese non usa mezzi termini: “da noi accade che quando qualcuno comincia a lavorare (se comincia a lavorare) questo paese non è più dalla sua parte. Non lo è come tassazione, non lo è come servizi. Questo perché l’Italia ha scelto di non essere dalla parte di chi produce, ma dalla parte di chi possiede“.

Ma la crisi internazionale – gli chiedo – è davvero, come dicono alcuni, Berlusconi su tutti, la maggiore responsabile del collasso del sistema Italia? “La crisi internazionale è stata per l’economia italiana solo l’effetto marginale. Dal 2001 al 2007 eravamo già l’economia che cresciuta meno, in termini di reddito medio reale, tra tutti i paesi dell’OCSE. Non è un iperbole ma un fatto. Eravamo un modello di crescita economica dopo la seconda guerra mondiale, oggi siamo l’economia più ferma tra tutte le economie sviluppate. Prima della grande recessione internazionale, malgrado un sistema fiscale sconsiderato, una pubblica amministrazione inefficiente e uno stato sociale inadeguato a rispondere alle nuove esigenze del lavoro, il nostro sistema produttivo riusciva a mantenere faticosamente le proprie posizione nei mercati internazionali. Vivevamo di piccoli margini, perché dovevano far fronte a deficienze strutturali che ci mettevano in svantaggio con gli altri paesi. La crisi ha solamente accelerato il processo di declino. Ha aumentato il costo del credito e la pressione fiscale e, contemporaneamente, ha ridotto i servizi. A quel punto il nostro differenziale di produttività rispetto ai nostri concorrenti non è più bastato. Aumentando i costi effettivi che gravano sul nostro sistema produttivo, si sono di fatto annullati i piccoli margini faticosamente conquistati. Eravamo in equilibrio precario e facevamo finta di nulla. Con la grande recessione, il nostro sistema produttivo, anche la sua parte sana e migliore, non è più riuscita a controbilanciare le deficienze strutturali del paese. La necessità di riformare questo paese non è stata forte come oggi da almeno 25 anni”.

E allora come si esce da questo pantano? Qual è la direzione da intraprendere? “Il problema fondamentale è che in questo paese il lavoro ha smesso di essere centrale. Non solo perché le persone non lo trovano, ma anche perché chi l’ha non riesce più a vedere il proprio lavoro come lo strumento per emergere. Lavorare non permette più di fare quel che permetteva un tempo. Comprare casa è forse l’esempio migliore: se nel 1980 l’appartamento medio valeva tra 3 e 4 volte il reddito medio annuo lordo di un trentenne, oggi vale più di 10 di queste annualità. Il reddito da lavoro ha semplicemente smesso di essere centrale. Abbiamo deciso di depotenziare il ruolo del lavoro organizzando un mercato del lavoro fortemente duale, lasciando un sistema fiscale penalizzante e trascurando di sviluppare i servizi – dagli asili nido alla riqualificazione professionale – che favoriscono chi lavora. La discussione sull’IMU è stata rivelatrice da questo punto di vista. In un paese in cui il problema è il lavoro, ci siamo fermati per 6 mesi a discutere di IMU sulla prima casa. Abbiamo alimentato l’angoscia di un paese spaventato che ha visto nella prima casa il suo solo appiglio. La repubblica fondata sulla prima casa ha sostituito quella fondata sul lavoro. Questo è il modello di società che dobbiamo scardinare. C’è bisogno piuttosto di un paese in cui le persone vogliano investire nel proprio lavoro invece che in rendite immobiliari. Ogni volta che abbiamo fatto questo, l’Italia ha dimostrato una capacità di mutare e innovare semplicemente unica.”

Mozione Civati: quali sono le novità che rilancerebbero il sistema paese? “Sono semplici proposte per ricostruire le basi della repubblica fondata sul lavoro. Parole di chiarezza sulla discriminazione in atto nel mercato del lavoro e su come ridurre le imposte sul lavoro in un sistema fiscale pensato per la rendita invece che per il lavoro stesso. Prendiamo il mercato: dal momento che volevamo cambiare il nostro sistema produttivo, abbiamo chiesto particolare flessibilità ad alcuni lavoratori. Non ci siamo però preoccupati di offrire un assegno di disoccupazione anche per loro o di predisporre un percorso predefinito e di durata certa di stabilizzazione lavorativa. La mozione Civati è l’unica che parla apertamente dell’introduzione di un contratto unico di inserimento lavorativo e di universalizzare la tutela della disoccupazione. Abbiamo letteralmente milioni di lavoratori che non ricevono alcun sostegno se perdono il lavoro. Possiamo cambiarlo se siamo ragionevoli.”

Cos’altro? “Beh, se passiamo alla tassazione del reddito da lavoro, le storture sono incredibili. Prendiamo un lavoratore che guadagna 30.000 Euro lordi all’anno, circa 1,600 Euro netti al mese. Nel 1975 l’aliquota marginale su un reddito equivalente era del 25%, oggi questa è al 38%. Questo significa che se il datore di lavoro di questo contribuente volesse offrirgli 100 Euro in più, meno di 30 finirebbero nello stipendio al lavoratore stesso. 38 Euro svanirebbero per l’imposta sul reddito delle persone fisiche, circa 2 Euro se ne andrebbero tra addizionali regionali e comunali e più di 30 Euro finirebbero in contributi sociali. Tutto questo, semplicemente, non ha senso. Non possiamo tenere in piedi un sistema fiscale così penalizzante per il lavoro. Civati non constata solo il problema ma offre una soluzione. Osserva come una parte della nostra spesa pubblica, quella per gli organi esecutivi, legislativi e affari esteri – il cuore dell’amministrazione statale che però non eroga servizi sociali – costa in Italia 1% di pil più della Gran Bretagna, 0,7 % più della Germania e 0,8 % più della Spagna. Se spendessimo come la più vecchia democrazia europea, la Gran Bretagna, potremmo tagliare le imposte sul lavoro per 1% del PIL. Sarebbe un taglio del 10% dell’IRPEF, un cambiamento epocale.”

Filippo ha le idee chiarissime. Lo scorso luglio, al Politicamp di Reggio Emilia, disse che c’era una frase di Civati che amava particolarmente: “Si può dire tutto, in politica, ma non tutti possono farlo“. E aggiunse: “Quando riguardo alla riduzione del reddito riponiamo speranze in una classe dirigente che ha avuto l’occasione di cambiare e non l’ha fatto, chiediamoci perché dovrebbe funzionare ora?”

10-cartolina-civoti-taddeiE dunque – gli chiedo – cosa offre Civati di alternativo? “Offre l’opportunità di affermare un PD incentrato sulle politiche da realizzare invece che sugli equivoci. Sono due in particolare. Il primo equivoco è sulla natura del governo. L’unico motivo per accettare un governo sostenuto da una maggioranza incoerente, senza alcun mandato elettorale specifico, consiste nel fatto che questo si assuma la responsabilità di compiere scelte impopolari per riformare il paese. Questo oggi significa due cose: una riforma fiscale dalla parte del lavoro e il cambiamento della legge elettorale. Nessuna di queste due cose sembra minimamente nelle disponibilità del Governo letta. Il secondo equivoco è la “stabilità”. Quel che serve a questo paese è la riduzione dell’incertezza attraverso scelte di Governo chiare e durature. Possiamo avere il governo più stabile del mondo senza ridurre in alcun modo l’incertezza. Quale stabilità è quella di un governo che la mattina deve rispondere all’On. Brunetta, nel pomeriggio affronta il dibattito di un PD senza strategia e poi, trova un compromesso solo dopo che Alfano e Berlusconi hanno finito di cenare insieme. Accettare la stabilità senza riforme è rinunciare a cambiare questo paese. Sostengo Civati perché, come lui, io non mi rassegno.”

Filippo, 38 anni, è padre di tre figlie. La mia ultima domanda è come vorrebbe il loro futuro. “Vorrei potessero scegliere questo paese perché le incoraggia a dare il proprio meglio. Un paese che le obblighi a credere in quel che fanno perché sostiene il loro lavoro, rimanendo pronto ad aiutarle quando inciamperanno nel cammino della vita. Sarei felice che un paese così fosse la loro casa”.

#Civoti 10: Filippo Taddei
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