Come se ne viene fuori ?

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pancho
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da pancho »

peanuts ha scritto:Qua si passano ore con dibattiti sulla fiducia ma ai problemi chi ci pensa?
I governi che abbiamo votato noi popolo italiano, caro mio. Se poi costoro non ci pensano, siamo sempre da capo. Siamo sempre ed esclusivamente noi!
Costoro hanno fatto alleanze che noi non avremmo mai voluto fare? Beh anche qui la colpa e' del popolo italiano che ha permesso questa unica possibilita' per avere un governo.


un salutone da Juan
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
erding
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da erding »

IL VIZIO DELL’8 SETTEMBRE
(Barbara Spinelli)

È probabile che gran parte degli elettori, votando Renzi e anche Civati (82%, insieme),
più che un nuovo capopopolo abbia cercato precisamente questo: uscire dal ventre,
chiudere l’era fetale, e fatale, cara a Napolitano.


Prima ancora che Matteo Renzi vincesse le primarie, era chiaro che la stabilità intesa come valore assoluto era una cornice vuota, senz’alcun dipinto dentro. Giaceva a terra, come il potere dei vecchi regimi che i rivoluzionari raccattano facilmente. Il nuovo segretario del Pd gli ha assestato il colpo di grazia, domenica a Firenze («ai teorici dell’inciucio diciamo: v’è andata male») e in un baleno il mondo di ieri è apparso ingrigito, obsoleto. È così anche se Renzi non sarà che schiuma delle cose.

Già da tempo in Europa son fallite le strategie anticrisi che come fondamento hanno scelto la sospensione della democrazia e dell’idea stessa di conflitto, sociale o politico. Anziché spegnersi, la crisi s’è acuita. Perfino il Wall Street Journal, in nome dei mercati, ha scritto il 24 novembre che i toni sempre bassi, i compromessi tra oligarchi, la pacificazione come dogma, prefigurano la «stabilità dei cimiteri». Continueranno a prefigurarla se Renzi non oserà un’autentica resa dei conti con Letta, e si consumerà in trattative, rinvii presto sgualciti, fiducie concesse avaramente, ma pur sempre concesse.

Il suo tempo è brevissimo, perché enorme è la forza d’inerzia dei vecchi regimi, anche se incartapecoriti. Possiedono l’energia del corpo che non cessa di gorgogliare anche dopo morto, come nell’Illustre Estinto di Pirandello: sottosegretari deputati e curiosi s’affollano nella camera ardente, e nel silenzio quasi sacro della scena può accadere l’inatteso: «Un improvviso borboglìo lugubre, squacquerato, nel ventre del cadavere, che intronò e atterrì tutti gli astanti. Che era stato? — Digestio post mortem, — sospirò, dignitosamente in latino, uno di essi, ch’era medico, appena poté rimettersi un po’ di fiato in corpo».

Il che vuol dire: nel ventre d’Italia tutto è ancora possibile, anche il borboglìo squacquerato che inneggia alla stabilità degli inciuci, e questo per il semplice fatto che il Paese vi sta rannicchiato da anni. Dante avrebbe detto, con i suoi magnifici neologismi: s’è inventrato nella stabilità oligarchica. Con linguaggio più moderno l’ultimo rapporto del Censis — presentato il 6 dicembre — usa metafore identiche. Narra un’Italia imbozzolata, senza «sale alchemico»: «sciapa, infelice», cerca riparo nella Reinfetazione. Reinfetazione è quando ti rifai feto: torni nella pancia, il cordone ombelicale ti tiene al guinzaglio.

Finché non nasci, resti stabile tu e anche chi comanda: «Con annunci drammatici, decreti salvifici, complicate manovre, la classe dirigente si presenta come l’unica legittima titolare della gestione della crisi» (Censis). È il dispositivo, al tempo stesso disciplinatore e rasserenante, che il pacificatore Napolitano coltiva da anni. Nella reinfetazione, scrive De Rita nel suo 47° rapporto, tutti i soggetti politici, i rappresentanti, le forze sociali, vivono «in stato di sospensione nelle responsabilità del Presidente della Repubblica». Vogliose, ma incapaci di «tornare a respirare».

Questo teorema avvizzisce d’un colpo: in realtà la reinfetazione «riduce la liberazione delle energie vitali. Implica il sottrarsi alle proprie responsabilità dei soggetti». Usa crisi e paure per salvaguardare il potere di poche, chiuse cerchie. Riduce e demonizza il conflitto, quando dovrebbe invece considerarlo sale della rinascita. Tradisce le speranze in Rodotà o Prodi. È probabile che gran parte degli elettori, votando Renzi e anche Civati (82%, insieme), più che un nuovo capopopolo abbia cercato precisamente questo: uscire dal ventre, chiudere l’era fetale, e fatale, cara a Napolitano. Riabilitare il conflitto, a cominciare da quello contro le larghe, strette, o larvate intese. Non sappiamo fino a che punto Renzi ne sia conscio. Se non lo è non gli basterà la veduta lunga consigliata da Fabrizio Barca. Entro un anno sarà sfinito.

Il rapporto del Censis non è stato il solo segno precursore. Non avremmo i sussulti odierni, senza la scossa di 5 Stelle. E anche la Corte costituzionale ci ha messo del suo, il 4 dicembre, abolendo un Porcellum carezzato per 8 anni dalla classe politica. È vero, nel gennaio 2012 proprio la Consulta bocciò il referendum col ritorno al Mattarellum chiesto da 1,2 milioni di cittadini. È innegabile, essa ci restituisce il grado zero della democrazia (la proporzionale). Ma mette i politici davanti alla verità e dice: volutamente avete preferito regole che hanno promosso i rappresentanti dei partiti anziché dei cittadini, allargando la faglia tra voi e loro, e questo lo dichiariamo illegittimo. Se non vi date da fare, avrete il proporzionale come nella Repubblica di Weimar. Una iattura? La questione è controversa, tra gli storici tedeschi: se Hitler vinse, sostengono molti, la colpa non fu solo del proporzionale.

Zagrebelsky ricorda giustamente che lo Stato continua, dopo la sentenza. (clicca qui se non hai letto l’articolo di Zagrebelsky) Ma Stato non è sinonimo di governo. E il Parlamento attuale, pur non annullato, di fatto è «delegittimato dal punto di vista democratico». Si è delegittimato lasciando che il gong, ogni volta, venisse suonato da fuori: da outsider come Grillo, i magistrati della Consulta, gli elettori dei referendum. Anche qui il Censis parla chiaro: la salvezza, anche economica, verrà dagli esterni. Dagli immigrati che si fanno imprenditori con più lena degli italiani, dalle donne che fondano aziende, persino dai giovani che fuggono all’estero e si riveleranno una risorsa. Tutti costoro, e tutti i movimenti cittadini di protesta, sono come un esercito straniero di liberazione: pronti ad approdare in Italia come le truppe anglo-americane in Sicilia e Calabria nel luglio e settembre ’43.

È uno sbarco generalizzato — Grillo ha dato il via, poi son venute la Consulta, le parole del Censis, le euforiche primarie — e per forza il popolo è «allo sbando», come l’8 settembre ’43 all’armistizio. Colpisce che l’espressione — Paese sbandato — appaia in tanti commenti di questi giorni. L’aveva usata Elena Aga Rossi, nel bel libro sulla fine della guerra (Una nazione allo sbando, 2003). Furono anni di viltà, doppiezze furbesche: così affini agli anni presenti. Il governo Badoglio ordinò la resa agli alleati, ma senza rompere l’inciucio col socio nazista. Il giorno dopo fuggì col Re consegnando ai tedeschi due terzi dell’Italia, Roma compresa.

Seguì una reazione disperata del Paese, caotica. I più tornarono a casa senza battersi, e però la patria non morì: il 9 settembre nacque il Comitato di liberazione, e furono tanti i militari che rifiutando la doppiezza combatterono Hitler. Tuttavia il caos poteva esser risparmiato, se la rottura con il fascismo fosse stata netta. Se non fosse perdurata l’abitudine a restare nel suo ventre, a reinfetarsi. Ne nacquero film come Tutti a casa di Luigi Comencini, o ancor più Vita difficile di Dino Risi. Il protagonista di quest’ultimo — impersonato da Sordi — senza fine narra il nostro sperare e disperare, credere e sbandare. I suoi urli d’ira sulla litoranea di Viareggio, contro il Paese che ha tradito lui e la Resistenza, esplodono tali e quali in questi anni, questi giorni. Il voto a Renzi è l’ultimo della serie.

È una vittoria che molti (Renzi stesso, magari) vorrebbero usare a piacimento: per emarginare e silenziare le grida di cui è figlia. Troppo presto forse Enrico Letta ha detto: «Non è un voto contro di noi. È un argine contro il populismo e la deriva distruttiva, estremista» di Grillo, più che di Berlusconi. Il senso del voto è in mano a Renzi. Non mente quando dice: l’urlo dei Vday è altro dalle primarie. Ma nella sostanza è simile quel che muove ambedue: la rabbia, la sete di rigenerazione. Ignorarlo è rischioso, non solo per lui. È rischioso anche per l’Europa, bisognosa di scosse simili. Non per scaricarla (lo Stato del tutto sovrano è imbroglio) ma per edificare, questo sì, una vera Comunità.

http://giacomosalerno.com/2013/12/11/il ... -spinelli/
iospero
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da iospero »

Legge elettorale, Renzi: "Va tolta al Senato e approvata entro maggio"

ma , se li ascolti nelle varie trasmissioni, sembra si possa fare domattina.-

C'è qualcosa che non quadra.
mariok

Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da mariok »

EDITORIALI
11/12/2013

Ma troppi ricevono già soldi pubblici

STEFANO LEPRI

E’ difficile guardare dentro a una protesta caotica, somma di rabbie disparate. Ma alcuni focolai da dove si grida contro «i politici che rubano i soldi delle nostre tasse» hanno una sorprendente caratteristica in comune: nascono dentro categorie ben assuefatte a ricevere denaro pubblico.

Una frangia ribelle di autotrasportatori anima la protesta dei «forconi»: nell’ultimo decennio il settore ha ricevuto a vario titolo sussidi per circa 500 milioni di euro l’anno. Due settimane fa, Genova era stata bloccata dagli autoferrotranvieri contrari a una inesistente «privatizzazione», quando nel trasporto locale fino a tre quarti dei costi sono coperti con denaro del contribuente.

La crisi esaspera; la rabbia spinge a schierarsi dietro i più determinati a battersi. Il guaio è che, nel crescente dissesto del sistema italiano, i più determinati spesso hanno esperienza nello sfruttarne i benefici. Poi per ricucire tutto si inveisce contro Equitalia, che ha vessato a torto parecchie persone perbene, ma tra i cui nemici gli evasori è probabile siano in maggioranza.

E’ una protesta che guarda al passato, già tenta di riassumere il Censis; anzi è un passato che si rivolta contro sé stesso. Nelle sessioni di bilancio parlamentari come di fronte ai consigli comunali da anni prevalgono, a svantaggio degli elettori, gruppi di interesse piccoli e compatti, capaci non soltanto di gestire pacchetti di voti ma di bloccare il Paese con le loro agitazioni.

Ora scontenti di ogni tipo sono tentati di mettersi al loro traino nelle piazze, con effetti paradossali. Possono alcuni autotrasportatori, insoddisfatti dei 330 milioni di specifiche agevolazioni tributarie per il 2014 già ottenuti dalle associazioni di categoria, ergersi a simbolo del malcontento antifisco di tutti? Forse si tratta solo della speranza che almeno loro riescano ad ottenere qualcosa.

Nel trasporto cittadino invece è normale che si spenda denaro pubblico, perché il mezzo collettivo è un risparmio per tutti; ma in altri Paesi lo Stato copre una parte inferiore dei costi, circa metà, e i servizi funzionano meglio. La «privatizzazione» sarebbe in realtà l’ingresso di altri operatori pubblici, come Trenitalia, Deutsche Bahn (Stato tedesco), Ratp (Stato francese), non legati – a differenza dei sindaci – all’immediato tornaconto elettorale.

Insomma il Paese per non poterne più rischia rimedi peggiori del male: ulteriori aumenti della spesa pubblica oppure delle agevolazioni fiscali mirate qui o là, in un do ut des imbarbarito tra piazza e politica. Mentre, ad esempio, la vita del camionista migliorerebbe facendo rispettare la legge sulle strade, limiti di velocità, carichi, orari, reprimendo le intermediazioni più o meno malavitose, evitando che il lavoro nero prevalga sull’impresa in regola.

Vediamo l’esito estremo di una politica che ha cercato di immischiarsi in tutto, mancando invece al dovere di far funzionare le strutture basilari dello Stato. Il sospetto della corruzione, in più casi fondato, dilaga fino a diventare un pretesto invocando il quale chiunque può sottrarsi alla legge (quanti romani salgono ora in autobus senza pagare giustificandosi con lo scandalo dei biglietti falsi?).

L’unica via è ritracciare in modo trasparente il confine tra ciò che lo Stato fa e non fa. Una parte della responsabilità deve ritornare ai cittadini: se un servizio comunale è gestito male, perché non lasciarlo organizzare in proprio a associazioni di luogo o di categoria? Ridurre i costi della politica e revisionare la spesa pubblica da cima a fondo sono le due parti inseparabili di un compito urgentissimo: ridurre l’uso clientelare dello Stato. Purché non sia troppo tardi.

http://www.lastampa.it/2013/12/11/cultu ... agina.html
paolo11
Messaggi: 3688
Iscritto il: 22/02/2012, 14:30

Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da paolo11 »

iospero ha scritto:Legge elettorale, Renzi: "Va tolta al Senato e approvata entro maggio"

ma , se li ascolti nelle varie trasmissioni, sembra si possa fare domattina.-

C'è qualcosa che non quadra.
Caro iospero.Formigoni adirittura vuole abolire una camera quella del senato.E sinceramente sono d'accordo.
Non voglio che venga sostituita con la camera delle regioni.
Dobbiamo poi pagare le trasferte che faranno ogni tanto i presidenti di regione.Tenere in piedi una camera solo per questo!
Sai cosa ci costerebbe.
Ciao
Paolo11
pancho
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da pancho »

paolo11 ha scritto:
iospero ha scritto:Legge elettorale, Renzi: "Va tolta al Senato e approvata entro maggio"

ma , se li ascolti nelle varie trasmissioni, sembra si possa fare domattina.-

C'è qualcosa che non quadra.
Caro iospero.Formigoni adirittura vuole abolire una camera quella del senato.E sinceramente sono d'accordo.
Non voglio che venga sostituita con la camera delle regioni.
Dobbiamo poi pagare le trasferte che faranno ogni tanto i presidenti di regione.Tenere in piedi una camera solo per questo!
Sai cosa ci costerebbe.
Ciao
Paolo11
Caro Paolo, non soffermarti a leggere solo il sito di Grillo. Il web e' bello xche' ti puoi approfondire su qualsiasi tema e soprattutto anche sulla questione del Senato delle Regioni. Grillo non e' il Vangelo. Sara' pure la casa degli incazzati ma dopo l'incazzatura bisogna trovare le idee e decidere.

A tal proposito del Senato, ti(Vi)invito <aa leggere quanto allegato sotto. Ma ce ne sono altri anche interessanti. Smanetta

http://www.thefederalist.eu/site/index. ... 40&lang=it

un salutone da JUan
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Sfascisti – 97

Uomini contro - 2


La vita suddivisa per decenni:

- A 10 anni pensi a giocare e a non sfigurare a scuola
- A 20 anni corri a dietro a tutte le ragazze/i
- A 30 anni se non sei sposato pensi di farlo e mettere su famiglia.
- A 40 anni subentra la nostalgia di fare cose che facevi in gioventù e non puoi rifarle
- A 50 anni cominci a pensare alla pensione
- A 60 anni sei in pensione
- A 70 anni nel recinto dei pensionati ti accorgi di starci stretto
- A 80 anni cominci a contare i giorni che ti rimangono da vivere.

Comunque sia, nessuno ti ha mai insegnato veramente cosa sia la vita e come la si vive.

Nessuno ti ha mai spiegato che la vita viene sempre scandita alla stesso modo da migliaia d’anni. le vicende si ripetono all'infinito.

L’unica cosa che cambia sono gli strumenti tecnologici a disposizione dell’uomo e della società.

Per quanto riguarda lo schema generale, cambia pochissimo dalla società dell'uomo delle caverne. Siamo dei cavernicoli senza caverne.

Uno di questi strumenti è la televisione e il modo di utilizzarla.

Ce ne ha dato un saggio stamani Corrado Greco che conduce Agorà. Greco tiene sempre una finestra aperta sugli eventi sociali, in particolar modo quelli del mondo del lavoro.

Questa mattina però avvertendo il livello di tensione ha dedicato un’intera puntata a questa settimana di passione.

Siamo stati quindi testimoni dello scontro verbale tra manifestanti, quattro gatti nel vero senso della parola e il vice ministro degli Interni Bubbico.

http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/me ... refresh_ce
camillobenso
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Iscritto il: 06/04/2012, 20:00

Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Sfascisti – 98

Uomini contro - 3


http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/me ... 5209f.html

Commenti alla puntata.


1) Ieri monito di Napolitano. Non sono previste elezioni a breve. Sua Maestà King George II, è uno dei più strenui difensori della classe esistente. Marcia e responsabile del tracollo italiano.

Potrebbe avere anche ragione se stesse provvedendo a promuovere un ricambio degno di questo nome che non necessariamente prevede il giovanilismo.

Il giovanilismo non vuol dire proprio niente, anche se oggi è un convincimento diffuso in gran parte dell’elettorato.

Ci può essere un giovane capace e un vecchio stupido e corrotto, oppure,

ci può essere un giovane stupido e corrotto e un vecchio capace.

Se guardiamo poco distante, nell’Oltretevere Mario Jose Bergoglio ha 77 anni e avercene di vecchi di quella taglia.


2) Oramai, da mezz’ora la segreteria di Matteo Renzi si è riunita per la prima seduta. E qui viene da ridere, per via dei cetrioloni che Ghe pensi mi 2.0 dispensa ai tricolori in quantità industriale, e che i tricolori di religione BUNGA BUNGA danno segno di gradire.


3) Greco, rivolto a Filippo Bubbico: <<Prima leggevo l’Unità,…”Berlusconi e Grillo col forcone”, mentre dall’altra parte, a destra, Il Giornale “ più “Forconi per tutti”.


4) Bubbico: << Da parte della polizia, esercitare atti di distensione costituisce una solida tradizione democratica, perché non sono mai stati la controparte dei manifestasti>>.

Già, abbiamo visto al G8 di Genova.

Se si raccontano queste favole ai bambini di 7 anni è possibile che ci credano.


5) Felice Romano (Siulp): <<…..i poliziotti si sono tolti il casco perché solidali con le motivazioni della protesta, nulla a che vedere con i movimenti che l’hanno organizzata,………………………….il grido di allarme del 19 scorso in una manifestazione nazionale, DOVE NESSUNO CI HA ASCOLTATO, DICEVAMO ESATTAMENTE LE STESSE COSE……………



Continua in:
Uomini contro - 4
paolo11
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da paolo11 »

Letta nel suo insediamento del nuovo governo, ha detto diverse cose.Riduzione dei parlamentari OK.Una camera solaOK.Il senato delle regioni NO questo non mi piace.Dobbiamo tenere aperta una camera per qualche riunione di presidenti di regione che si incontreranno ogni tanto..Oltre al costo di mantenimento del senato dobbiamo mantenere poi in seguito la diaria di trasferta dei presidenti di regione! e quello che ne consegue personale uscieri ecc....Letta hai pensato a Questo o parli a vanvera.
http://www.youtube.com/watch?v=TTv6qJXB ... ploademail
Ciao
Paolo11
pancho
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da pancho »

paolo11 ha scritto:Letta nel suo insediamento del nuovo governo, ha detto diverse cose.Riduzione dei parlamentari OK.Una camera solaOK.Il senato delle regioni NO questo non mi piace.Dobbiamo tenere aperta una camera per qualche riunione di presidenti di regione che si incontreranno ogni tanto..Oltre al costo di mantenimento del senato dobbiamo mantenere poi in seguito la diaria di trasferta dei presidenti di regione! e quello che ne consegue personale uscieri ecc....Letta hai pensato a Questo o parli a vanvera.
http://www.youtube.com/watch?v=TTv6qJXB ... ploademail
Ciao
Paolo11
Paolo su Senato ti ripeti continuamente. Allargati un po' e leggi anche altro sul web. Non c'è solo il blog di Grillo. Ascoltami ;)
Un salutone
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
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