movimento 9 dicembre 2013 e sindacato CGIL
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Re: movimento 9 dicembre 2013 e sindacato CGIL
LO RILEVA L’ISTAT IN UNA TABELLA SUI COSIDDETTI «NEET» AMPLIATA ALLA FASCIA DEI 30-34 ANNI
«Quasi 4 milioni di under 35
non studia né lavora»
http://www.corriere.it/
E' un bell'esercito da arruolare.
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non studia né lavora»
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E' un bell'esercito da arruolare.
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Re: movimento 9 dicembre 2013 e sindacato CGIL
Non e' proprio cosi' tanto sbagliata. Quello che posso dire seguendo questo movimento(almeno quelli dalle mie zone) la maggior parte sono dell'area lega, PDL,partite IVA (quelli che l'IVA non vorrebbero xniente pagarla) e molti anche di quelli che ingrossano l'astensionismo. Altri appartengono a quella moltitudine che non si sono mai interessati della politica. Non ora, ma da sempre e dal livello culturale molto ma molto molto basso. Certamente e' un popolo variegato la stragrande maggioranza appartiene appartiene a quest'elenco.aaaa42 ha scritto:questa analisi di casarini mi sembra sbagliata e pericola.
il movimento 9 dicembre non è alba dorata.
puo diventare alba dorata
dipende dalla cgil e dagli studenti dai disoccupati.
come ho scritto in un altro post senza una iniziatica programmatica e senza una azione pacifica di piazza rischiamo veramente …alba dorata.
questa è l' intervista a casarini
Sicuramente non e' da sottovalutare poiché e' un effetto della crisi ma dov'erano qualche tempo fa(non tanto tempo) quando al governo c'erano i vari berlusconiani e leghisti?
La maggior parte di questi qualche tempo fa dichiaravano furbi i disonesti che riuscivano a non fare fatture/ricevute o che in qualche modo riuscivano a sfuggire dalle tasse.
Ora e' venuta la volta loro poiche' visto che non girono soldi nelle mani di chi dovrebbe far girare il mercato, toccano la crisi con le proprie mani questa crisi e vorrebbero fare pure la rivoluzione dimenticando che qualche tempo fa quando gli operai cominciavano a sentire sulla loro pelle le prive avvisaglie della crisi erano pronti a scagliarsi contro i sindacati indicandoli come il male di tutto. Anzi son proprio quelli che sempre han predicato che se non ci fossero i sindacati le aziende andrebbero meglio.
Ripeto, io sono veneto e parlo soltanto per quello che conosco e dalle mie parti li potrei nominare uno x uno. Se poi le tue conoscenze son diverse dalle mie.... puo' darsi che in parte hai ragione anche te.
Eppoi chi sono i loro referenti? Espongano quali sono i punti da chiedere e poi casomai si potra' aprire un confronto.
La crisi? Troppo generico questo.
La crisi non e' solo di questi giorni. Dove erano prima? Mi fa ridere, per non piangere vederli solo ora, vederli chiedere di chiudere la porta della stalla quando le vacche son scappate tutte.
Con molta probabilità a quel tempo non avevano nessuna convenienza a venir fuori poiché facevano parte loro stessi a piene mani del sistema.
Ora il sistema crolla e loro che erano parte del sistema vorrebbero confondersi fra chi lo ha sempre subito.
Frai i piu' sfegatati ho notato alcuni immobiliaristi e/o agenti che non mi sarei mai aspettato di vederli. Mai avrei pensato che dalle loro bocche venisse fuori "rivoluzione". Mai.
Certo, fra di loro ci saranno pure parecchi ex operai, disoccupati ma quiesti sicuramente vengono strumentalizzati da questi soliti "furbetti, neo rivoluzionari che per l'occasione si mettono pure l'eskimo.
Stiamo attenti, aaaa42, a non farci infinocchiare da costoro senza ma detto questo non voglio sottovalutare questo momento molto critico che stiamo attraversando, con tutte le sue conseguenze che gia' sappiamo.
Costoro vorrebbero, da quel che sento, far diminuire le tasse ma proprio non si son mai chiesti il perché degli introiti di queste per l'80% avviene dai lavoratori a reddito fisso?
E il resto?
Allora come la mettiamo?
Costoro pensano che ci siamo dimenticati che molti di loro han sempre denunciato un reddito inferiore ad un semplice operaio di catena?
Certo, non sara' Alba Dorata poiché la storia e le situazioni sono diverse ma appunto perché sono diverse bisogna analizzarle attentamente.
Per avvalorare un movimento bisogna analizzarne bene i contenuti e gli obiettivi.
Chi sono?
Quali sono i loro obiettivi? Abbattere la crisi?
Quali sono le loro proposte?
Perché ora e non prima?
Chi sono costoro che si ergono a capi di questi movimenti?
Qual è la loro storia e situazione finanziaria e quant'altro?
L'analisi politica,. caro amico, ci aiuta sempre a comprendere meglio tutte le situazioni chi oggigiorno si presentano davanti senza la quale potremmo cadere nel qualunquismo/populismo e nei tranelli dei soliti furbetti "rivoluzionari" dall'eskimo sgualcito.
Per uno come me a suo tempo lo portava veramente (per fortuna o sfortuna)non e' difficile riconoscere se questo eskimo e sgualcito veramente e lo si e' fatto sgualcire industrialmente.
Mi fermo qui sapendo pero' che non finira' qui.
un salutone da Juan
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
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Re: movimento 9 dicembre 2013 e sindacato CGIL
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
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Re: movimento 9 dicembre 2013 e sindacato CGIL
Nel veneto prima avvisaglie "controrivoluzionarie".
Commercianti, piccoli imprenditori ed esercenti manifestano contro i "forconi" poiche non condividono questo modo di protestare.
Con il blocco delle merci son costretti a chiudere e mandare a casa i dipendenti. In queste periodo Natalizio in cui si poteva guadagnare qualcosa, non si possono accettare questi metodi di protesta. Continueranno a manifestare ancora.
Inoltre i gruppi "forconi" e "9 dicembre" del Veneto diserteranno la manifestazione di Roma.
I "forconi" rispondono che continueranno lo stesso con questi metodi di lotta. Quindi, muoia Sansone e tutti i filistei
un salutone da Juan
Commercianti, piccoli imprenditori ed esercenti manifestano contro i "forconi" poiche non condividono questo modo di protestare.
Con il blocco delle merci son costretti a chiudere e mandare a casa i dipendenti. In queste periodo Natalizio in cui si poteva guadagnare qualcosa, non si possono accettare questi metodi di protesta. Continueranno a manifestare ancora.
Inoltre i gruppi "forconi" e "9 dicembre" del Veneto diserteranno la manifestazione di Roma.
I "forconi" rispondono che continueranno lo stesso con questi metodi di lotta. Quindi, muoia Sansone e tutti i filistei
un salutone da Juan
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Re: movimento 9 dicembre 2013 e sindacato CGIL
Formidabile Ferro, non si è accorto di essere stato preso nella morsa.
Ferro: "Sediamoci con il governo". "Se il governo ha delle soluzioni ce le dia. Credo che non ce ne siano, ma non voglio dare adito a Letta per fargli dire che siamo solo dei facinorosi. Voglio sedermi col governo, poi si decide. E se non ha soluzioni, allora non c'è nessun motivo per restare", ha spiegato nel pomeriggio Mariano Ferro ribadendo che "sarà meglio evitare la manifestazione di mercoledì prossimo a Roma: c'è il rischio di infiltrazioni e l'aria che si respira nella capitale è diventata pesante"..
Ferro ha riferito anche di essere stato "contattato dal sottosegretario ai Lavori Pubblici, Rocco Girlanda. Ma finora non gli ho mai parlato. In merito alla spaccatura con Danilo Calvani, l'altro leader, Ferro ha commentato: "C'è divergenza. Se pensa che io voglia fondare un partito è fuori strada. Spero che dietro di lui non ci siano parti politiche non rassicuranti".
Da una parte Alba dorata che vuole mettere il cappello sulla protesta, e dall’altra Enrico Maria Antonietta Letta,
Ferro: "Sediamoci con il governo". "Se il governo ha delle soluzioni ce le dia. Credo che non ce ne siano, ma non voglio dare adito a Letta per fargli dire che siamo solo dei facinorosi. Voglio sedermi col governo, poi si decide. E se non ha soluzioni, allora non c'è nessun motivo per restare", ha spiegato nel pomeriggio Mariano Ferro ribadendo che "sarà meglio evitare la manifestazione di mercoledì prossimo a Roma: c'è il rischio di infiltrazioni e l'aria che si respira nella capitale è diventata pesante"..
Ferro ha riferito anche di essere stato "contattato dal sottosegretario ai Lavori Pubblici, Rocco Girlanda. Ma finora non gli ho mai parlato. In merito alla spaccatura con Danilo Calvani, l'altro leader, Ferro ha commentato: "C'è divergenza. Se pensa che io voglia fondare un partito è fuori strada. Spero che dietro di lui non ci siano parti politiche non rassicuranti".
Da una parte Alba dorata che vuole mettere il cappello sulla protesta, e dall’altra Enrico Maria Antonietta Letta,
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Re: movimento 9 dicembre 2013 e sindacato CGIL
il Fatto 15.12.13
L’analisi
La paralisi democratica che genera “forconi”
di Furio Colombo
Forconi, chi siete? In ogni momento potrei imbattermi in un vostro posto di blocco senza sapere se devo avere paura o capire, se siamo dalla stessa parte del mondo (difendersi o aggredire), se la vostra è rivendicazione o vendetta, se ci unisce il desiderio che questa brutta giornata finisca, o il desiderio di prolungarla dentro una notte di compensazione violenta del debito. So benissimo che la parola “Forconi” serve solo per la cronaca giornalistica, che un movimento con quel nome avventuroso è solo una piccola parte, che c’è una aggregazione “9 dicembre” che ha persino un portavoce di nome Zunino, che – sento alla radio – è molto professionale e molto espressivo (benché alcune cose che dice mi spaventino, non come cittadino che ha paura di andare in strada, ma come persona che ha visto il passato e ha già incontrato quelle frasi e ha già visto le paurose conseguenze).
C’è un’altra via d’uscita: tentare di buttare tutto sul ridicolo. Infatti un certo Galvani, che parla come un leader e dice di non esserlo, arriva sul posto in Jaguar. Può darsi che si tratti di una provocazione calcolata, come quelle dada o futuriste, che infatti si esibiscono un po’ prima delle vere rivoluzioni. Troppo facile, però, acciuffare pretesti e incongruenze, mentre intorno tutto è incongruo, illogico, presentato come logico e vero da tutti i potenti media, ma privo di riscontro nel reale. Non fa scandalo se qui o là ci sono i Casa Pound. Nessuno ha diramato inviti o messo barriere, e se ci sono i fascisti non è una ragione per dire subito che la loro presenza contamini tutto. Certo non è una bella compagnia, ma sento dire che voi non cercate nessuno, non vi fidate di nessuno e ripetete in un coro tempestoso, ma (finora) nonviolento “tutti a casa”. Le volte (non tante) che i media vi consentono di parlare, spiegate che fuori vuol dire fuori, via tutti dal palazzo. Le poche volte che vi domandano chi è il leader rispondete “Nessuno”, una buona idea, non so se, inconsapevolmente, tratta dallo scherzo giocato a Polifemo da Ulisse nel racconto di Omero. Quello scherzo come sapete, funziona. Vi immaginano disperati e sprovveduti e invece forse siete pronti al momento giusto. Ma pronti a che cosa? Mi arrampico in su, sospettando un grave pericolo. Poi scivolo giù, al livello del come stanno le cose, e mi rendo conto che non poteva andare diversamente. Il Paese è bloccato, il governo è fermo, ogni atto politico è una finta, c’è una grande sosta inspiegata e inspiegabile, da quando è stato interrotto il voto per il nuovo presidente della Repubblica.
TUTTO si è immobilizzato di colpo, come in uno strano presepio, tranne la perdita di lavoro, di case, di paghe, di partita Iva e la scomparsa di centinaia di migliaia di piccoli lavori e di aiuto dei meno poveri ai più poveri adesso altrettanto poveri. Un angoscioso spostarsi verso il basso che continua anche adesso. E allora, poiché è scomodo muoversi nel fango, che potrebbe essere – cominciate a temere – sabbia mobile, siete scesi in piazza da tante strade come dopo una inondazione. E noi ci domandiamo: chi sono? Vi siete accorti che sto parlando di “voi” e “noi”? È un discorso di classe, ma la classe non è sociale, alla vecchia maniera, è nella testa. Cioè alcuni (“noi”) continuiamo a vedere cose che non ci sono (organizzazioni, partiti, elezioni, leader) e ad aspettarne altre che forse non accadranno. Evidentemente abbiamo torto perché siamo redarguiti con durezza dal capo dello Stato perché parliamo – pensate – “dannatamente ” di elezioni. Voi vedete il vuoto. E per esorcizzare la paura, ci entrate dentro. Qui però accade qualcosa di strano e di inspiegabile. Marco Revelli, in un bell’articolo su il manifesto scrive “L’unico volantino che mi mostravano (in Piazza Castello, a Torino, ndr) diceva: siamo italiani, a caratteri cubitali”. Sì, però, subito dopo, ai vari microfoni uno con quel manifesto in mano diceva: “I soldi e le case non li date a noi italiani li date agli zingari”. Un altro: “Siamo qui perché siamo italiani e abbandonati. Tutti gli aiuti sono per gli immigrati, che ci portano via il lavoro”. Sono molte le voci che si distaccano dal vasto gridare della piazza, mentre gli agenti si tolgono i caschi, e sentite ripetere ancora e ancora la storia degli zingari. Siamo al livello un po’ animale di Borghezio il leghista, che di suo, molto prima dei forconi, incendiava i giacigli di immigrati che dormivano sotto i ponti a Torino.
COME in una strana fiaba, c’è il rischio di precipitare a un livello più basso di cattiveria contro gli ancora più poveri. Purtroppo non è tutto. Spiega Andrea Zunino, il portavoce (che poi nega, ma nega male) nell’intervista di Radio 3: “Siamo ridotti così perché l’Italia è schiava dei banchieri ebrei” E fa il nome di Rothschild, che avrà pescato in rete, negli angoli in cui sopravvivono i resti di un profondo antisemitismo sempre in agguato, di un vetero-fascismo che credevamo morto e sepolto. Queste povere e squallide dichiarazioni vanno messe sul conto di chi ha fermato la democrazia e tagliato fuori i cittadini da ogni partecipazione politica.
Ma quando il presidente delle Comunità ebraiche italiane Gattegna dice che “quelle parole appartengono a un periodo storico di morte, violenza, negazione di ogni diritto” lancia un grido di indignazione, condanna, dolore che devo condividere per illudermi di vivere in un mondo normale e civile. Mi rendo conto che c’è un solo modo per sapere chi siete e dove andate: con tanta rabbia e un buio profondo, movimenti 9 dicembre e forconi: rompere l’incantesimo della grande fermata e rimettere in moto la democrazia. Se Renzi fosse davvero nuovo, dopo il rito di famiglia detto “segreteria” alle 7 del mattino, sarebbe in strada alle 8, rompendo e rifiutando subito la gelida separazione fra cittadini e palazzo che spinge alla disperazione. O a brutte, umilianti allucinazioni.
L’analisi
La paralisi democratica che genera “forconi”
di Furio Colombo
Forconi, chi siete? In ogni momento potrei imbattermi in un vostro posto di blocco senza sapere se devo avere paura o capire, se siamo dalla stessa parte del mondo (difendersi o aggredire), se la vostra è rivendicazione o vendetta, se ci unisce il desiderio che questa brutta giornata finisca, o il desiderio di prolungarla dentro una notte di compensazione violenta del debito. So benissimo che la parola “Forconi” serve solo per la cronaca giornalistica, che un movimento con quel nome avventuroso è solo una piccola parte, che c’è una aggregazione “9 dicembre” che ha persino un portavoce di nome Zunino, che – sento alla radio – è molto professionale e molto espressivo (benché alcune cose che dice mi spaventino, non come cittadino che ha paura di andare in strada, ma come persona che ha visto il passato e ha già incontrato quelle frasi e ha già visto le paurose conseguenze).
C’è un’altra via d’uscita: tentare di buttare tutto sul ridicolo. Infatti un certo Galvani, che parla come un leader e dice di non esserlo, arriva sul posto in Jaguar. Può darsi che si tratti di una provocazione calcolata, come quelle dada o futuriste, che infatti si esibiscono un po’ prima delle vere rivoluzioni. Troppo facile, però, acciuffare pretesti e incongruenze, mentre intorno tutto è incongruo, illogico, presentato come logico e vero da tutti i potenti media, ma privo di riscontro nel reale. Non fa scandalo se qui o là ci sono i Casa Pound. Nessuno ha diramato inviti o messo barriere, e se ci sono i fascisti non è una ragione per dire subito che la loro presenza contamini tutto. Certo non è una bella compagnia, ma sento dire che voi non cercate nessuno, non vi fidate di nessuno e ripetete in un coro tempestoso, ma (finora) nonviolento “tutti a casa”. Le volte (non tante) che i media vi consentono di parlare, spiegate che fuori vuol dire fuori, via tutti dal palazzo. Le poche volte che vi domandano chi è il leader rispondete “Nessuno”, una buona idea, non so se, inconsapevolmente, tratta dallo scherzo giocato a Polifemo da Ulisse nel racconto di Omero. Quello scherzo come sapete, funziona. Vi immaginano disperati e sprovveduti e invece forse siete pronti al momento giusto. Ma pronti a che cosa? Mi arrampico in su, sospettando un grave pericolo. Poi scivolo giù, al livello del come stanno le cose, e mi rendo conto che non poteva andare diversamente. Il Paese è bloccato, il governo è fermo, ogni atto politico è una finta, c’è una grande sosta inspiegata e inspiegabile, da quando è stato interrotto il voto per il nuovo presidente della Repubblica.
TUTTO si è immobilizzato di colpo, come in uno strano presepio, tranne la perdita di lavoro, di case, di paghe, di partita Iva e la scomparsa di centinaia di migliaia di piccoli lavori e di aiuto dei meno poveri ai più poveri adesso altrettanto poveri. Un angoscioso spostarsi verso il basso che continua anche adesso. E allora, poiché è scomodo muoversi nel fango, che potrebbe essere – cominciate a temere – sabbia mobile, siete scesi in piazza da tante strade come dopo una inondazione. E noi ci domandiamo: chi sono? Vi siete accorti che sto parlando di “voi” e “noi”? È un discorso di classe, ma la classe non è sociale, alla vecchia maniera, è nella testa. Cioè alcuni (“noi”) continuiamo a vedere cose che non ci sono (organizzazioni, partiti, elezioni, leader) e ad aspettarne altre che forse non accadranno. Evidentemente abbiamo torto perché siamo redarguiti con durezza dal capo dello Stato perché parliamo – pensate – “dannatamente ” di elezioni. Voi vedete il vuoto. E per esorcizzare la paura, ci entrate dentro. Qui però accade qualcosa di strano e di inspiegabile. Marco Revelli, in un bell’articolo su il manifesto scrive “L’unico volantino che mi mostravano (in Piazza Castello, a Torino, ndr) diceva: siamo italiani, a caratteri cubitali”. Sì, però, subito dopo, ai vari microfoni uno con quel manifesto in mano diceva: “I soldi e le case non li date a noi italiani li date agli zingari”. Un altro: “Siamo qui perché siamo italiani e abbandonati. Tutti gli aiuti sono per gli immigrati, che ci portano via il lavoro”. Sono molte le voci che si distaccano dal vasto gridare della piazza, mentre gli agenti si tolgono i caschi, e sentite ripetere ancora e ancora la storia degli zingari. Siamo al livello un po’ animale di Borghezio il leghista, che di suo, molto prima dei forconi, incendiava i giacigli di immigrati che dormivano sotto i ponti a Torino.
COME in una strana fiaba, c’è il rischio di precipitare a un livello più basso di cattiveria contro gli ancora più poveri. Purtroppo non è tutto. Spiega Andrea Zunino, il portavoce (che poi nega, ma nega male) nell’intervista di Radio 3: “Siamo ridotti così perché l’Italia è schiava dei banchieri ebrei” E fa il nome di Rothschild, che avrà pescato in rete, negli angoli in cui sopravvivono i resti di un profondo antisemitismo sempre in agguato, di un vetero-fascismo che credevamo morto e sepolto. Queste povere e squallide dichiarazioni vanno messe sul conto di chi ha fermato la democrazia e tagliato fuori i cittadini da ogni partecipazione politica.
Ma quando il presidente delle Comunità ebraiche italiane Gattegna dice che “quelle parole appartengono a un periodo storico di morte, violenza, negazione di ogni diritto” lancia un grido di indignazione, condanna, dolore che devo condividere per illudermi di vivere in un mondo normale e civile. Mi rendo conto che c’è un solo modo per sapere chi siete e dove andate: con tanta rabbia e un buio profondo, movimenti 9 dicembre e forconi: rompere l’incantesimo della grande fermata e rimettere in moto la democrazia. Se Renzi fosse davvero nuovo, dopo il rito di famiglia detto “segreteria” alle 7 del mattino, sarebbe in strada alle 8, rompendo e rifiutando subito la gelida separazione fra cittadini e palazzo che spinge alla disperazione. O a brutte, umilianti allucinazioni.
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Re: movimento 9 dicembre 2013 e sindacato CGIL
Io, caro amico Conte, capisco tutte le critiche a questo governo che pure io non ho risparmiato, ma quello che dobbiamo avere in testa e' che in questa soluzione politica, in cui ci sono tre elementi con lo stesso risultato elettorale, quale avrebbe potuto essere la soluzionemigliore ?
Questa coalizione non e' vero che non l'ha voluta il popolo. Votando in questo modo ha proprio permesso che cio' avvenisse.
Fatto questa premessa quali potrebbero essere le prossime mosse del governo tenendo conto dell'anomalia della coalizione?
Fare subito una legge elettorale e poi subito alle urne o cos'altro?
Il nuovo centro destra e co. sanno pure che, qualora si trovasse un'accordo su questa legge, subito dopo cadrebbe il governo ed e' per questo che la vogliono tenere per le lunghe. Ora non hanno alcun interesse . Devono ancora organizzarsi come partiti e le elezioni fatte nel breve tempo li metterebbe fuori gioco.
E allora che fare?
Siamo in un cul di sac in cui tutte le ns. critiche valgono quel che valgono poiché e' molto difficile trovare accordi fra forze politiche cosi distanti fra di loro.
Eppure bisogna trovare accordi sapendo pero' che poi potranno essere modificati dalla coalizione che uscira' vincente dalle prossime elezioni.
Certo, questi provvedimenti sono assolutamente insufficienti e non ci faranno uscire da questa empasse ed e' giusto criticarli con forza ma dobbiamo chiederci: questo governo, data la sua conformazioni politica, poteva dare di piu' e quindi rischiare la rottura o e' il max che poteva dare?
Domande semplici semplici a cui dobbiamo dare risposta
un salutone da Juan
Questa coalizione non e' vero che non l'ha voluta il popolo. Votando in questo modo ha proprio permesso che cio' avvenisse.
Fatto questa premessa quali potrebbero essere le prossime mosse del governo tenendo conto dell'anomalia della coalizione?
Fare subito una legge elettorale e poi subito alle urne o cos'altro?
Il nuovo centro destra e co. sanno pure che, qualora si trovasse un'accordo su questa legge, subito dopo cadrebbe il governo ed e' per questo che la vogliono tenere per le lunghe. Ora non hanno alcun interesse . Devono ancora organizzarsi come partiti e le elezioni fatte nel breve tempo li metterebbe fuori gioco.
E allora che fare?
Siamo in un cul di sac in cui tutte le ns. critiche valgono quel che valgono poiché e' molto difficile trovare accordi fra forze politiche cosi distanti fra di loro.
Eppure bisogna trovare accordi sapendo pero' che poi potranno essere modificati dalla coalizione che uscira' vincente dalle prossime elezioni.
Certo, questi provvedimenti sono assolutamente insufficienti e non ci faranno uscire da questa empasse ed e' giusto criticarli con forza ma dobbiamo chiederci: questo governo, data la sua conformazioni politica, poteva dare di piu' e quindi rischiare la rottura o e' il max che poteva dare?
Domande semplici semplici a cui dobbiamo dare risposta
un salutone da Juan
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
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Re: movimento 9 dicembre 2013 e sindacato CGIL
Questa coalizione non e' vero che non l'ha voluta il popolo. Votando in questo modo ha proprio permesso che cio' avvenisse.
Se il Pd alle scorse elezioni perde 3,5 milioni di voti non dipende dagli elettori, ma dalla mala politica generata dai partiti.
Se Dalemoni a 5 ore dalla chiusura della campagna elettorale insiste nel dire (Tg3) che la legislatura prossima sarà caratterizzata da un'alleanza progressisti - moderati, quindi Bersani, Monti, Casini, dopo che hanno raso al suolo aziende e lavoratori e pensionati, oltre agli esodati con le larghe intese Napolitane, un'emoraggia di un terzo dell'elettorato non può essere classificato come fatto ordinario. Sono i politici che hanno creato quella condizione.
Altrettanto dicasi per il Pdl, che ha perso 6,5 milioni di voti.
Se fanno politiche scellerate queste sono le conseguenze.
Hanno fatto fessi gli italiani per un ventennio, a febbraio una parte si è ribellata.
Grillo cresce, non come ha detto Bersani per merito suo, ma per totale demerito di Pd, Pdl e Lega.
Se il Pd alle scorse elezioni perde 3,5 milioni di voti non dipende dagli elettori, ma dalla mala politica generata dai partiti.
Se Dalemoni a 5 ore dalla chiusura della campagna elettorale insiste nel dire (Tg3) che la legislatura prossima sarà caratterizzata da un'alleanza progressisti - moderati, quindi Bersani, Monti, Casini, dopo che hanno raso al suolo aziende e lavoratori e pensionati, oltre agli esodati con le larghe intese Napolitane, un'emoraggia di un terzo dell'elettorato non può essere classificato come fatto ordinario. Sono i politici che hanno creato quella condizione.
Altrettanto dicasi per il Pdl, che ha perso 6,5 milioni di voti.
Se fanno politiche scellerate queste sono le conseguenze.
Hanno fatto fessi gli italiani per un ventennio, a febbraio una parte si è ribellata.
Grillo cresce, non come ha detto Bersani per merito suo, ma per totale demerito di Pd, Pdl e Lega.
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Re: movimento 9 dicembre 2013 e sindacato CGIL
Eppure caro Zione avendo diviso in tre parti uguali l'esito elettorale il popolo deve prendersi le sue colpe.camillobenso ha scritto:Questa coalizione non e' vero che non l'ha voluta il popolo. Votando in questo modo ha proprio permesso che cio' avvenisse.
Se il Pd alle scorse elezioni perde 3,5 milioni di voti non dipende dagli elettori, ma dalla mala politica generata dai partiti.
Se Dalemoni a 5 ore dalla chiusura della campagna elettorale insiste nel dire (Tg3) che la legislatura prossima sarà caratterizzata da un'alleanza progressisti - moderati, quindi Bersani, Monti, Casini, dopo che hanno raso al suolo aziende e lavoratori e pensionati, oltre agli esodati con le larghe intese Napolitane, un'emoraggia di un terzo dell'elettorato non può essere classificato come fatto ordinario. Sono i politici che hanno creato quella condizione.
Altrettanto dicasi per il Pdl, che ha perso 6,5 milioni di voti.
Se fanno politiche scellerate queste sono le conseguenze.
Hanno fatto fessi gli italiani per un ventennio, a febbraio una parte si è ribellata.
Grillo cresce, non come ha detto Bersani per merito suo, ma per totale demerito di Pd, Pdl e Lega.
Non c'è niente da fare. Deve prendersi pure le conseguenze di questo voto.
Potremmo giudicare scellerate le decisioni dei singoli partiti o dei singoli personaggi ma questo h non toglie le responsabilità dell'elettorato.
Possiamo dire quello che vogliamo di questo governo inconcludente e non adatto a queste situazioni gravi ma resta sempre la domanda su cui mi sembra tu non abbia dato risposta: che ci si può aspettare da una coalizione di questo genere?
Quali altre soluzioni si sarebbero potute fare dopo questo esito elettorale visto che Grillo ha snobbato un po' tutti.
Adesso Zione mi devi rispondere per forza
Un salutone da Juan
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Re: movimento 9 dicembre 2013 e sindacato CGIL
Eppure caro Zione avendo diviso in tre parti uguali l'esito elettorale il popolo deve prendersi le sue colpe.
Non c'è niente da fare. Deve prendersi pure le conseguenze di questo voto.
Potremmo giudicare scellerate le decisioni dei singoli partiti o dei singoli personaggi ma questo h non toglie le responsabilità dell'elettorato.
****
Dividere in tre parti l’elettorato non è stata una precisa azione volontaria dei votanti.
La parte berlusconiana ha remato per rimanere in buona posizione. Sapeva di non poter vincere, aldilà della stucchevole propaganda mussulmana. Berlusconi è stato il motore del recupero dai 12 punti dei mesi precedenti a guida Angelino Jolie. Terminerà terzo con il 21, %
Il M5S il 6/8 febbraio veniva dato a 20 giorni dal voto al:
14,3 % Corriere/Mannheimer
15,8 % Il Sole 24 Ore/Ipsos
16,0 %Repubblica/Demos.
15,9 % Il Messaggero/Ipsos
Il M5S finirà primo alla Camera al 26 febbraio.
Infine, il Pd veniva dato vincente intorno al 30 %. Finirà secondo alla Camera al 24, %
L’elettore Pdl è andato alle urne per tenere le posizioni.
L’elettore M5S è andato alle urne per ottenere un buon piazzamento
L’elettore Pd è andato al voto, in parte convinto e in parte turandosi il naso. Comunque convinto di vincere.
Non me la sento, quindi, di dare delle responsabilità a chi si è recato alle urne determinando quella situazione del tutto casuale.
Il dato oggettivo da mettere sotto esame è il voto del Pd.
La perdita in valore assoluto è di 3,5 milioni di voti.
Una buona parte dei voti in uscita dal Pd ha salvato il Sel dal crollo totale.
Una parte sono andati ai partiti minori.
Il grosso è andato verso Grillo, tanto da farlo crescere di quasi 9 punti (hanno concorso anche altri partiti non solo il Pd)
Una parte non ha votato come il sottoscritto perché non sono democristiano (mai stato), nella mancanza totale di un riferimento politico. (Cacciari a Otto e mezzo la settimana scorsa: “Basta votare il meno peggio,…non serve a niente, meglio tardi che mai, ma alla fine lo ha capito perché la casta piddina su questo ci ha campato almeno 15 anni smettendo di fare politica e dedicandosi solo agli affari della ditta)
Dall’Huffingtonpost.it
Corriere/Mannheimer
Più ampio il margine rilevato invece dal sondaggio di Renato Mannheimer per il Corriere della Sera. Il Centrosinistra si attesterebbe al 37,2, il Centrodestra al29,7, Il Movimento 5 Stelle al 14,3, Scelta Civica al 12,9 e Rivoluzione Civileal 4,2
Il Sole 24 Ore/Ipsos
Sono 6,6 i punti percentuali che separano invece le due coalizioni principali nell'indagine condotta da Ipsos per Il Sole 24 Ore
Pd e Sel si attestano appena sotto la soglia critica del 35%, al 34,9% dei voti alla Camera mentre Pdl e alleati sono arrivati al 28,3%. Due settimane fa secondo l'Ipsos la distanza era di 10,8 punti.
Repubblica/Demos.
Nel sondaggio condotto dall'istituto Demos, il margine di vantaggio del Centrosinistra alla Camera è ancora più risicato: 5 punti e mezzo separerebbero oggi Berlusconi e Bersani, rispettivamente al 28,6 e al 34,1. Il Pd scenderebbe sotto il 30% (al 29,9%) dei consensi, il PdL sarebbe sopra il 20% (20,4). In crescita il Movimento 5 stelle, oggi al 16%.
Il Messaggero/Ipsos
Quasi sei punti percentuali dividono le due coalizioni nella rilevazione Ipsos per il Messaggero. Alla Camera il Centrosinistra viene dato al 35,2%, il Centrodestra al28,3%. Il Movimento 5 Stelle sarebbe al 15,9%, Scelta Civica 14,8%. Rischio di esclusione per Rivoluzione Civile, che si guadagna un risicato 3,7%, sotto la soglia di sbarramento per guadagnarsi seggi a Montecitorio.
http://www.huffingtonpost.it/2013/02/08 ... 43003.html
*
Il risultato che ne è scaturito il 26 febbraio non è stato predeterminato. Ognuno ha votato secondo la propria convinzione. Non certo per creare una condizione di stallo politico.
I piddini in buona fede si sono recati alle urne convinti di vincere. Poi si sono trovati la sorpresa di Pasqua in anticipo.
Stamani, ad Agorà, lo storico Franco Cardini, ci ha tenuto a sottolineare che gli italiani rispecchiano la classe politica, mutuando dal detto: “Gli italiani hanno la classe politica che si meritano”
Era vero (solo in parte) quando votava l’82 %.
Ora non è più così visto che quasi il 50 % non vota più. La caduta del 30 % dei votanti è dovuta alla non credibilità della classe politica.
Dal punto di vista dell’identità un terzo dei grandi parti si identifica in Berlusconi come i fasci si identificavano in Mussolini. Il duce che risolve tutto.
Un terzo si identifica nella protesta contro un sistema logoro non in grado di autoriformarsi.
L’ultimo terzo si identifica nel ritorno della Democrazia cristiana.
L’abbandono di 3,5 milioni di votanti del Pd rispetto al 2008, dipende esclusivamente dalla mala politica della sua casta.
Non credo affatto che sia responsabilità di chi lo ha votato in questa tornata.
Non c'è niente da fare. Deve prendersi pure le conseguenze di questo voto.
Potremmo giudicare scellerate le decisioni dei singoli partiti o dei singoli personaggi ma questo h non toglie le responsabilità dell'elettorato.
****
Dividere in tre parti l’elettorato non è stata una precisa azione volontaria dei votanti.
La parte berlusconiana ha remato per rimanere in buona posizione. Sapeva di non poter vincere, aldilà della stucchevole propaganda mussulmana. Berlusconi è stato il motore del recupero dai 12 punti dei mesi precedenti a guida Angelino Jolie. Terminerà terzo con il 21, %
Il M5S il 6/8 febbraio veniva dato a 20 giorni dal voto al:
14,3 % Corriere/Mannheimer
15,8 % Il Sole 24 Ore/Ipsos
16,0 %Repubblica/Demos.
15,9 % Il Messaggero/Ipsos
Il M5S finirà primo alla Camera al 26 febbraio.
Infine, il Pd veniva dato vincente intorno al 30 %. Finirà secondo alla Camera al 24, %
L’elettore Pdl è andato alle urne per tenere le posizioni.
L’elettore M5S è andato alle urne per ottenere un buon piazzamento
L’elettore Pd è andato al voto, in parte convinto e in parte turandosi il naso. Comunque convinto di vincere.
Non me la sento, quindi, di dare delle responsabilità a chi si è recato alle urne determinando quella situazione del tutto casuale.
Il dato oggettivo da mettere sotto esame è il voto del Pd.
La perdita in valore assoluto è di 3,5 milioni di voti.
Una buona parte dei voti in uscita dal Pd ha salvato il Sel dal crollo totale.
Una parte sono andati ai partiti minori.
Il grosso è andato verso Grillo, tanto da farlo crescere di quasi 9 punti (hanno concorso anche altri partiti non solo il Pd)
Una parte non ha votato come il sottoscritto perché non sono democristiano (mai stato), nella mancanza totale di un riferimento politico. (Cacciari a Otto e mezzo la settimana scorsa: “Basta votare il meno peggio,…non serve a niente, meglio tardi che mai, ma alla fine lo ha capito perché la casta piddina su questo ci ha campato almeno 15 anni smettendo di fare politica e dedicandosi solo agli affari della ditta)
Dall’Huffingtonpost.it
Corriere/Mannheimer
Più ampio il margine rilevato invece dal sondaggio di Renato Mannheimer per il Corriere della Sera. Il Centrosinistra si attesterebbe al 37,2, il Centrodestra al29,7, Il Movimento 5 Stelle al 14,3, Scelta Civica al 12,9 e Rivoluzione Civileal 4,2
Il Sole 24 Ore/Ipsos
Sono 6,6 i punti percentuali che separano invece le due coalizioni principali nell'indagine condotta da Ipsos per Il Sole 24 Ore
Pd e Sel si attestano appena sotto la soglia critica del 35%, al 34,9% dei voti alla Camera mentre Pdl e alleati sono arrivati al 28,3%. Due settimane fa secondo l'Ipsos la distanza era di 10,8 punti.
Repubblica/Demos.
Nel sondaggio condotto dall'istituto Demos, il margine di vantaggio del Centrosinistra alla Camera è ancora più risicato: 5 punti e mezzo separerebbero oggi Berlusconi e Bersani, rispettivamente al 28,6 e al 34,1. Il Pd scenderebbe sotto il 30% (al 29,9%) dei consensi, il PdL sarebbe sopra il 20% (20,4). In crescita il Movimento 5 stelle, oggi al 16%.
Il Messaggero/Ipsos
Quasi sei punti percentuali dividono le due coalizioni nella rilevazione Ipsos per il Messaggero. Alla Camera il Centrosinistra viene dato al 35,2%, il Centrodestra al28,3%. Il Movimento 5 Stelle sarebbe al 15,9%, Scelta Civica 14,8%. Rischio di esclusione per Rivoluzione Civile, che si guadagna un risicato 3,7%, sotto la soglia di sbarramento per guadagnarsi seggi a Montecitorio.
http://www.huffingtonpost.it/2013/02/08 ... 43003.html
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Il risultato che ne è scaturito il 26 febbraio non è stato predeterminato. Ognuno ha votato secondo la propria convinzione. Non certo per creare una condizione di stallo politico.
I piddini in buona fede si sono recati alle urne convinti di vincere. Poi si sono trovati la sorpresa di Pasqua in anticipo.
Stamani, ad Agorà, lo storico Franco Cardini, ci ha tenuto a sottolineare che gli italiani rispecchiano la classe politica, mutuando dal detto: “Gli italiani hanno la classe politica che si meritano”
Era vero (solo in parte) quando votava l’82 %.
Ora non è più così visto che quasi il 50 % non vota più. La caduta del 30 % dei votanti è dovuta alla non credibilità della classe politica.
Dal punto di vista dell’identità un terzo dei grandi parti si identifica in Berlusconi come i fasci si identificavano in Mussolini. Il duce che risolve tutto.
Un terzo si identifica nella protesta contro un sistema logoro non in grado di autoriformarsi.
L’ultimo terzo si identifica nel ritorno della Democrazia cristiana.
L’abbandono di 3,5 milioni di votanti del Pd rispetto al 2008, dipende esclusivamente dalla mala politica della sua casta.
Non credo affatto che sia responsabilità di chi lo ha votato in questa tornata.
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