Top News
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Re: Top News
Il grimaldello infallibile che mette ko ogni serratura
Un kit da scasso "autocodificante" apre porte e casseforti e clona anche le chiavi più elaborate. È l'arma segreta degli specialisti georgiani supertecnologici
Stefano Vladovich - Mar, 19/11/2013 - 09:02
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Entrano, svuotano appartamenti e casseforti e scompaiono nel nulla. Facendo bene attenzione nel riporre al proprio posto la serratura appena fatta saltare. Con che cosa? Si chiama «grimaldello bulgaro», uno strumento sofisticato in mano a pochi esperti, ma «letale» per le nostre porte.
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Il sequestro dei grimaldelli bulgari
I dati confermano: secondo una ricerca Confabitare, i furti in casa nell'ultimo anno sono aumentati del 28%.
I ladri più abili sono i georgiani, fabbri eccezionali come hanno scoperto, dopo due anni di indagini, i carabinieri del comando provinciale Roma, alle prese con una banda in grado di svaligiare case di lusso senza lasciare traccia. «Usano materiali costosissimi, macchinari sofisticati - spiegano i carabinieri - gli unici in grado di produrre il super grimaldello, a un costo di migliaia di euro».
La mappatura dei colpi
Da Milano a Bergamo, da Parma a Firenze, da Ancona a Trapani passando per la capitale: in meno di tre anni sono migliaia i furti in palazzine e ville eseguiti a regola d'arte. Ovvero con l'utilizzo del passepartout ad oggi infallibile.
Secondo una «leggenda» sarebbe stato inventato, appunto, dai servizi segreti bulgari. Gli «spioni» dell'Est lo avrebbero messo a punto per superare le nuove frontiere in fatto di sicurezza domestica: porte blindate e, soprattutto, le famigerate serrature a doppia mappa, da rimettere a posto al termine del «sopralluogo» come se nulla fosse.
I ferri del «mestiere»
Per violare ogni serratura, compreso il «cilindro europeo», basta procurarsi il kit giusto. Un'operazione nemmeno tanto difficile sul mercato tanto da esserci riuscito il responsabile modenese dell'Unione Nazionale Consumatori, Adalberto Biasiotti che ha spiegato alla Gazzetta di Modena: «È un chiavistello per aprire le serrature a doppia mappa, tra le più diffuse in Italia. Il kit è composto da una serie di grimaldelli e chiavi autocodificanti capaci di aprire serrature e casseforti senza lasciare segni di scasso». Secondo polizia e carabinieri in pochi minuti qualsiasi serratura di questo tipo può essere neutralizzata.
«Il proprietario può trovare la sorpresa della casa svaligiata al rientro dal lavoro o dalle vacanze - continua Biasiotti - e ancora peggio, con la serratura richiusa». Molte compagnie di assicurazione, difatti, potrebbero avanzare dubbi se sia realmente avvenuto o simulato, il furto. Il grimaldello bulgaro, una volta inserito all'interno della serratura, assume progressivamente il profilo di dentatura della chiave arrivando infine ad aprire. Volendo, con l'impronta ottenuta sul decodificatore, si possono creare anche i duplicati della chiave originaria.
I casi più recenti
In due distinte operazioni dei carabinieri di Roma Trionfale gli inquirenti hanno messo le mani (nonché le manette) su un'agguerrita organizzazione criminale composta, come detto, da cittadini georgiani. Ben 54 le persone arrestate fra il marzo del 2012 e lo scorso luglio su richiesta del sostituto procuratore Vincenzo Barba. Tutti con compiti precisi all'interno della gang.
Il modus operandi
Sempre lo stesso sistema tanto da permettere ai militari di capire in anticipo le loro mosse e di cogliere i banditi sul fatto. Nell'organigramma anche tre donne, incaricate di far visionare la refurtiva ai ricettatori. Nel gruppo agivano varie «squadre operative», ognuna composta al massimo da quattro soggetti.
Di questi, due avevano il compito di individuare, dopo un accurato sopralluogo, l'obiettivo: soprattutto abitazioni con porte dotate di serrature con cilindro di tipo europeo.
Successivamente ai primi due il compito di indicare ai complici l'appartamento da colpire attraverso segnali convenzionali, di solito lo zerbino posizionato in un certo modo. In rari casi segni a matita sul muro secondo la tecnica imparata dagli zingari. I due si preoccupavano, poi, di posizionare carta adesiva sugli spioncini delle abitazioni vicine. Infine a questi la funzione di vedetta, ovvero far da «palo» occupando posizioni strategiche (sul portone o in strada).
La tecnica
Agli altri due banditi veniva affidata l'apertura della porta utilizzando il metodo del key bumping, dall'inglese «bump key», chiave limata. Un grimaldello appositamente limato e utilizzato come tensore viene inserito nella serratura seguito da quello decodificatore, la «chiave morbida».
Questa ha denti mobili, regolati da una frizione che riesce a rilevare la posizione dei denti della chiave originale. «Con il tensore e la chiave morbida utilizzati in sincronia - precisa il responsabile modenese dell'Unc, Adalberto Biasiotti - attraverso colpetti i malviventi procedono al palpeggio grazie al quale la dentatura si adatta alla serratura. La particolarità è quella di aprire la porta senza lasciare segni. In alternativa vengono usate chiavi a bussola per agganciare l'intero cilindro strappandolo dalla serratura».
Un kit da scasso "autocodificante" apre porte e casseforti e clona anche le chiavi più elaborate. È l'arma segreta degli specialisti georgiani supertecnologici
Stefano Vladovich - Mar, 19/11/2013 - 09:02
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Entrano, svuotano appartamenti e casseforti e scompaiono nel nulla. Facendo bene attenzione nel riporre al proprio posto la serratura appena fatta saltare. Con che cosa? Si chiama «grimaldello bulgaro», uno strumento sofisticato in mano a pochi esperti, ma «letale» per le nostre porte.
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Il sequestro dei grimaldelli bulgari
I dati confermano: secondo una ricerca Confabitare, i furti in casa nell'ultimo anno sono aumentati del 28%.
I ladri più abili sono i georgiani, fabbri eccezionali come hanno scoperto, dopo due anni di indagini, i carabinieri del comando provinciale Roma, alle prese con una banda in grado di svaligiare case di lusso senza lasciare traccia. «Usano materiali costosissimi, macchinari sofisticati - spiegano i carabinieri - gli unici in grado di produrre il super grimaldello, a un costo di migliaia di euro».
La mappatura dei colpi
Da Milano a Bergamo, da Parma a Firenze, da Ancona a Trapani passando per la capitale: in meno di tre anni sono migliaia i furti in palazzine e ville eseguiti a regola d'arte. Ovvero con l'utilizzo del passepartout ad oggi infallibile.
Secondo una «leggenda» sarebbe stato inventato, appunto, dai servizi segreti bulgari. Gli «spioni» dell'Est lo avrebbero messo a punto per superare le nuove frontiere in fatto di sicurezza domestica: porte blindate e, soprattutto, le famigerate serrature a doppia mappa, da rimettere a posto al termine del «sopralluogo» come se nulla fosse.
I ferri del «mestiere»
Per violare ogni serratura, compreso il «cilindro europeo», basta procurarsi il kit giusto. Un'operazione nemmeno tanto difficile sul mercato tanto da esserci riuscito il responsabile modenese dell'Unione Nazionale Consumatori, Adalberto Biasiotti che ha spiegato alla Gazzetta di Modena: «È un chiavistello per aprire le serrature a doppia mappa, tra le più diffuse in Italia. Il kit è composto da una serie di grimaldelli e chiavi autocodificanti capaci di aprire serrature e casseforti senza lasciare segni di scasso». Secondo polizia e carabinieri in pochi minuti qualsiasi serratura di questo tipo può essere neutralizzata.
«Il proprietario può trovare la sorpresa della casa svaligiata al rientro dal lavoro o dalle vacanze - continua Biasiotti - e ancora peggio, con la serratura richiusa». Molte compagnie di assicurazione, difatti, potrebbero avanzare dubbi se sia realmente avvenuto o simulato, il furto. Il grimaldello bulgaro, una volta inserito all'interno della serratura, assume progressivamente il profilo di dentatura della chiave arrivando infine ad aprire. Volendo, con l'impronta ottenuta sul decodificatore, si possono creare anche i duplicati della chiave originaria.
I casi più recenti
In due distinte operazioni dei carabinieri di Roma Trionfale gli inquirenti hanno messo le mani (nonché le manette) su un'agguerrita organizzazione criminale composta, come detto, da cittadini georgiani. Ben 54 le persone arrestate fra il marzo del 2012 e lo scorso luglio su richiesta del sostituto procuratore Vincenzo Barba. Tutti con compiti precisi all'interno della gang.
Il modus operandi
Sempre lo stesso sistema tanto da permettere ai militari di capire in anticipo le loro mosse e di cogliere i banditi sul fatto. Nell'organigramma anche tre donne, incaricate di far visionare la refurtiva ai ricettatori. Nel gruppo agivano varie «squadre operative», ognuna composta al massimo da quattro soggetti.
Di questi, due avevano il compito di individuare, dopo un accurato sopralluogo, l'obiettivo: soprattutto abitazioni con porte dotate di serrature con cilindro di tipo europeo.
Successivamente ai primi due il compito di indicare ai complici l'appartamento da colpire attraverso segnali convenzionali, di solito lo zerbino posizionato in un certo modo. In rari casi segni a matita sul muro secondo la tecnica imparata dagli zingari. I due si preoccupavano, poi, di posizionare carta adesiva sugli spioncini delle abitazioni vicine. Infine a questi la funzione di vedetta, ovvero far da «palo» occupando posizioni strategiche (sul portone o in strada).
La tecnica
Agli altri due banditi veniva affidata l'apertura della porta utilizzando il metodo del key bumping, dall'inglese «bump key», chiave limata. Un grimaldello appositamente limato e utilizzato come tensore viene inserito nella serratura seguito da quello decodificatore, la «chiave morbida».
Questa ha denti mobili, regolati da una frizione che riesce a rilevare la posizione dei denti della chiave originale. «Con il tensore e la chiave morbida utilizzati in sincronia - precisa il responsabile modenese dell'Unc, Adalberto Biasiotti - attraverso colpetti i malviventi procedono al palpeggio grazie al quale la dentatura si adatta alla serratura. La particolarità è quella di aprire la porta senza lasciare segni. In alternativa vengono usate chiavi a bussola per agganciare l'intero cilindro strappandolo dalla serratura».
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Re: Top News
L'isola non è isolata col web
«Quante vite salvate dalla rete»di Alberto Urgu - Ecco come la Sardegna, la regione più cablata e connessa d'Italia, nelle ore terribili del ciclone, quando anche i telefoni hanno smesso di funzionare, ha usato il web per comunicare.
http://www.unita.it/
«Quante vite salvate dalla rete»di Alberto Urgu - Ecco come la Sardegna, la regione più cablata e connessa d'Italia, nelle ore terribili del ciclone, quando anche i telefoni hanno smesso di funzionare, ha usato il web per comunicare.
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Re: Top News
Non sempre vale “Italiani brava gente”.
Lo racconta telefonicamente al Tg7 ore 20,00, un uomo sardo che ieri sera si è attivato per cercare di salvare un ragazzo di trentasei anni e il figlio di tre riparato dentro il giubbotto del padre che si era arrampicato a ridosso di un muro mentre acqua e fango imperversavano.
L’uomo si è recato presso l’Anas per chiedere soccorso ma ha ricevuto un secco rifiuto, rischiando anche di essere malmenato.
Bastava un trattore o un camioncino - ha sostenuto l'uomo - ma anche chi transitava in zona non si è fermato.
Poi dopo circa un’ora, la piena ha travolto padre e figlio.
Oggi sono stati messi nella stessa bara.
C’è da chiedersi cosa avrà pensato in quell’ora quel padre, ma anche il suo piccolo di tre anni, che non può non aver avvertito il dramma che si stava consumando.
Il genere umano è questo. In certi frangenti c’é chi rischia tutto, anche la propria vita per salvare gli altri, molto spesso degli sconosciuti, e chi se ne frega.
Far fare la fine del topo ad un padre con il figlio al collo, ci degrada più di quanto siamo degradati in questi tempi infimi.
Lo racconta telefonicamente al Tg7 ore 20,00, un uomo sardo che ieri sera si è attivato per cercare di salvare un ragazzo di trentasei anni e il figlio di tre riparato dentro il giubbotto del padre che si era arrampicato a ridosso di un muro mentre acqua e fango imperversavano.
L’uomo si è recato presso l’Anas per chiedere soccorso ma ha ricevuto un secco rifiuto, rischiando anche di essere malmenato.
Bastava un trattore o un camioncino - ha sostenuto l'uomo - ma anche chi transitava in zona non si è fermato.
Poi dopo circa un’ora, la piena ha travolto padre e figlio.
Oggi sono stati messi nella stessa bara.
C’è da chiedersi cosa avrà pensato in quell’ora quel padre, ma anche il suo piccolo di tre anni, che non può non aver avvertito il dramma che si stava consumando.
Il genere umano è questo. In certi frangenti c’é chi rischia tutto, anche la propria vita per salvare gli altri, molto spesso degli sconosciuti, e chi se ne frega.
Far fare la fine del topo ad un padre con il figlio al collo, ci degrada più di quanto siamo degradati in questi tempi infimi.
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Re: Top News
06 DIC 2013 16:06
CRONACHE DA UN POST-PAESE - LA STORIA DELL’AUTISTA ATAC, CHE DOPO AVER LITIGATO AL TELEFONO CON LA EX MOGLIE, SI METTE A PIANGERE, INSULTA I PASSEGGERI, LI FA SCENDERE E PORTA IL BUS AL DEPOSITO
Gramellini: “In qualche altra parte di mondo un dipendente che interrompe il pubblico servizio per una faccenda privata e ne scarica le conseguenze sui cittadini verrebbe linciato. Ma nella patria del melodramma e delle fiction sbrodolone la fragilità emotiva, purché platealmente esibita, è un’attenuante formidabile”...
1 - SPETTATORI PAGANTI
Massimo Gramellini per "La Stampa"
L'autista del 44 accosta il bestione e scende in strada a telefonare. I passeggeri, una cinquantina tra studenti e impiegati, seguono il dramma con gli occhi collosi delle otto del mattino. Siamo su un autobus a Monteverde Vecchio, quartiere di Roma immortalato nei film di Nanni Moretti, anche se la scena raccontata dal Messaggero.it ricorda di più i Cesaroni.
Attraverso le porte aperte del 44 risuona la voce dell'autista, alle prese con l'autopsia del suo matrimonio già declinato in divorzio con contorno avvelenato di alimenti: «Mi hai distrutto la vita! Lo vuoi capire che non c'ho una lira?» Seguono insulti mescolati ai lamenti. L'uomo chiude la telefonata con l'ex moglie, risale a bordo e scoppia in lacrime. «Scendete subito, brutti stronzi», intima alla pregiata clientela.
Nessuno si ribella, scendono tutti. L'autista accende la scritta Deposito e si allontana col suo destriero di latta verso Trastevere, mentre i passeggeri disarcionati si mettono in attesa del bus successivo, augurandosi che sia guidato da un single. Qualcuno si consola al pensiero che il divorziato fuori di testa ha avuto quantomeno il buon senso di non usare il telefono mentre guidava.
In qualche altra parte di mondo un dipendente che interrompe il pubblico servizio per una faccenda privata e ne scarica le conseguenze sui cittadini verrebbe linciato. Ma nella patria del melodramma e delle fiction sbrodolone la fragilità emotiva, purché platealmente esibita, è un'attenuante formidabile. Davanti allo spettacolo del suo dolore, quei passeggeri non si sentivano contribuenti defraudati, ma spettatori paganti. Almeno quelli che avevano pagato il biglietto.
2 - E L'AUTISTA LITIGA E FA SCENDERE TUTTI
Ester Palma per il "Corriere della Sera - Roma"
Una separazione non voluta, problemi economici, chissà. Chissà cosa c'era nella mente e nel cuore dell'autista Atac che ieri mattina ha litigato furiosamente al cellulare con una donna, dopo avere fermato il mezzo ed essere sceso a via Dandolo, Monteverde Vecchio, mentre stava guidando un autobus della linea 44.
La lite è stata furiosa, poi il conducente è risalito a bordo per urlare ai passeggeri di scendere, insultandoli anche pesantemente. E ha inserito la scritta «deposito», lasciando gli attoniti e malcapitati passeggeri a terra.
È successo alle 8 di ieri, su un autobus strapieno, come (quasi) tutti quelli del primo mattino: gente che va al lavoro, studenti. Improvvisamente l'autista ha fermato il mezzo ed è sceso. «M'hai rovinato la vita, che altro vuoi? Lo vuoi capire che non c'ho una lira?", ha iniziato, secondo i testimoni sempre più perplessi.
E il tono di voce che continua a crescere, insulti e alla fine le lacrime, di rabbia e sconforto. Quando è risalito a bordo, l'uomo era, sempre secondo i passeggeri, evidentemente in preda alla più classica delle crisi di nervi. «Ci ha insultato pesantemente e ci ha urlato di scendere tutti».
Cosa che i passeggeri, ormai preoccupati e decisamente a disagio, non si sono fatti ripetere, nonostante sapessero di andare incontro a ritardi a scuola o sul lavoro. Hanno abbandonato il bus, qualcuno ha cercato un taxi, altri si sono messi pazientemente in attesa alla fermata di via Dandolo del 44 successivo. Mentre il conducente era già ripartito, con la scritta «deposito» sul display.
Intanto Atac annuncia di avere «già avviato un'indagine interna per identificare il responsabile dell'episodio segnalato. Una volta conclusa l'indagine, l'azienda attiverà le conseguenti procedure necessarie per l'avvio dell'azione disciplinare». Mentre Davide Bordoni, consigliere comunale di FI, chiede «un'interrogazione urgente al sindaco su un episodio tanto grave».
CRONACHE DA UN POST-PAESE - LA STORIA DELL’AUTISTA ATAC, CHE DOPO AVER LITIGATO AL TELEFONO CON LA EX MOGLIE, SI METTE A PIANGERE, INSULTA I PASSEGGERI, LI FA SCENDERE E PORTA IL BUS AL DEPOSITO
Gramellini: “In qualche altra parte di mondo un dipendente che interrompe il pubblico servizio per una faccenda privata e ne scarica le conseguenze sui cittadini verrebbe linciato. Ma nella patria del melodramma e delle fiction sbrodolone la fragilità emotiva, purché platealmente esibita, è un’attenuante formidabile”...
1 - SPETTATORI PAGANTI
Massimo Gramellini per "La Stampa"
L'autista del 44 accosta il bestione e scende in strada a telefonare. I passeggeri, una cinquantina tra studenti e impiegati, seguono il dramma con gli occhi collosi delle otto del mattino. Siamo su un autobus a Monteverde Vecchio, quartiere di Roma immortalato nei film di Nanni Moretti, anche se la scena raccontata dal Messaggero.it ricorda di più i Cesaroni.
Attraverso le porte aperte del 44 risuona la voce dell'autista, alle prese con l'autopsia del suo matrimonio già declinato in divorzio con contorno avvelenato di alimenti: «Mi hai distrutto la vita! Lo vuoi capire che non c'ho una lira?» Seguono insulti mescolati ai lamenti. L'uomo chiude la telefonata con l'ex moglie, risale a bordo e scoppia in lacrime. «Scendete subito, brutti stronzi», intima alla pregiata clientela.
Nessuno si ribella, scendono tutti. L'autista accende la scritta Deposito e si allontana col suo destriero di latta verso Trastevere, mentre i passeggeri disarcionati si mettono in attesa del bus successivo, augurandosi che sia guidato da un single. Qualcuno si consola al pensiero che il divorziato fuori di testa ha avuto quantomeno il buon senso di non usare il telefono mentre guidava.
In qualche altra parte di mondo un dipendente che interrompe il pubblico servizio per una faccenda privata e ne scarica le conseguenze sui cittadini verrebbe linciato. Ma nella patria del melodramma e delle fiction sbrodolone la fragilità emotiva, purché platealmente esibita, è un'attenuante formidabile. Davanti allo spettacolo del suo dolore, quei passeggeri non si sentivano contribuenti defraudati, ma spettatori paganti. Almeno quelli che avevano pagato il biglietto.
2 - E L'AUTISTA LITIGA E FA SCENDERE TUTTI
Ester Palma per il "Corriere della Sera - Roma"
Una separazione non voluta, problemi economici, chissà. Chissà cosa c'era nella mente e nel cuore dell'autista Atac che ieri mattina ha litigato furiosamente al cellulare con una donna, dopo avere fermato il mezzo ed essere sceso a via Dandolo, Monteverde Vecchio, mentre stava guidando un autobus della linea 44.
La lite è stata furiosa, poi il conducente è risalito a bordo per urlare ai passeggeri di scendere, insultandoli anche pesantemente. E ha inserito la scritta «deposito», lasciando gli attoniti e malcapitati passeggeri a terra.
È successo alle 8 di ieri, su un autobus strapieno, come (quasi) tutti quelli del primo mattino: gente che va al lavoro, studenti. Improvvisamente l'autista ha fermato il mezzo ed è sceso. «M'hai rovinato la vita, che altro vuoi? Lo vuoi capire che non c'ho una lira?", ha iniziato, secondo i testimoni sempre più perplessi.
E il tono di voce che continua a crescere, insulti e alla fine le lacrime, di rabbia e sconforto. Quando è risalito a bordo, l'uomo era, sempre secondo i passeggeri, evidentemente in preda alla più classica delle crisi di nervi. «Ci ha insultato pesantemente e ci ha urlato di scendere tutti».
Cosa che i passeggeri, ormai preoccupati e decisamente a disagio, non si sono fatti ripetere, nonostante sapessero di andare incontro a ritardi a scuola o sul lavoro. Hanno abbandonato il bus, qualcuno ha cercato un taxi, altri si sono messi pazientemente in attesa alla fermata di via Dandolo del 44 successivo. Mentre il conducente era già ripartito, con la scritta «deposito» sul display.
Intanto Atac annuncia di avere «già avviato un'indagine interna per identificare il responsabile dell'episodio segnalato. Una volta conclusa l'indagine, l'azienda attiverà le conseguenti procedure necessarie per l'avvio dell'azione disciplinare». Mentre Davide Bordoni, consigliere comunale di FI, chiede «un'interrogazione urgente al sindaco su un episodio tanto grave».
Re: Top News
Massimo D'Alema battuto da Ivan Scalfarotto alle primarie Pd di Foggia
L'Huffington Post | Pubblicato: 09/12/2013 08:08 CET | Aggiornato: 09/12/2013 08:09 CET
Non ce l'ha fatta nemmeno lui. La valanga di voti che ha portato Matteo Renzi a capo delle segreteria del Pd ha travolto anche Massimo D'Alema. L'ex premier, candidato nella lista di Gianni Cuperlo a Foggia, è stato sconfitto dal candidato renziano Ivan Scalfarotto. Le percentuali , se verranno confermate, parlano chiaro: Scalfarotto sotto poco sotto il 50%, mentre D'Alema non raggiungerebbe nemmeno il 30%.
L'Huffington Post | Pubblicato: 09/12/2013 08:08 CET | Aggiornato: 09/12/2013 08:09 CET
Non ce l'ha fatta nemmeno lui. La valanga di voti che ha portato Matteo Renzi a capo delle segreteria del Pd ha travolto anche Massimo D'Alema. L'ex premier, candidato nella lista di Gianni Cuperlo a Foggia, è stato sconfitto dal candidato renziano Ivan Scalfarotto. Le percentuali , se verranno confermate, parlano chiaro: Scalfarotto sotto poco sotto il 50%, mentre D'Alema non raggiungerebbe nemmeno il 30%.
Re: Top News
Baciò il poliziotto: attivista No Tav denunciata per violenza sessuale
Pubblicato il 13 dicembre 2013 da Redazione
Il suo bacio al poliziotto durante la marcia contro la Torino-Lione, tenutasi il 16 novembre da Susa a Bussoleno aveva fatto il giro del web. Ora per colpa di quel bacio Nina De Chiffre è stata denunciata per violenza sessuale e oltraggio a pubblico ufficiale. Ad annunciarlo il segretario generale del sindacato di Polizia (Coisp), Franco Maccari. “Ho denunciato la No Tav che ha baciato il casco del poliziotto” ha detto il sindacalista, intervistato durante la trasmissione di Radio24 “La Zanzara“. Ma perché violenza sessuale? “Se io la bacio sulla bocca, non é reato? – ha risposto Maccari – se fosse stato un poliziotto a baciare un manifestante a caso, sarebbe scoppiata la terza guerra mondiale”.
Il bacio dell’attivista No Tav in un primo momento era stato interpretato dalla blogosfera come un gesto di “pace” verso le forze dell’ordine fino ad allora bersagliate e attaccate dai manifestanti che protestano contro la realizzazione dell’alta velocità Torino Lione. Ma era la stessa protagonista a smentire l’interpretazione data dai media: “Il mio era solo un gesto di provocazione e di disprezzo contro le forze dell’ordine contro le forze dell’ordine” aveva scritto sul suo profilo Facebook. “Volevo che quel poliziotto si ricordasse quello che è successo a Marta di Pisa – aveva detto Nina a Repubblica - lo scorso luglio è stata molestata e picchiata senza nessuna conseguenza per gli agenti”.
Pubblicato il 13 dicembre 2013 da Redazione
Il suo bacio al poliziotto durante la marcia contro la Torino-Lione, tenutasi il 16 novembre da Susa a Bussoleno aveva fatto il giro del web. Ora per colpa di quel bacio Nina De Chiffre è stata denunciata per violenza sessuale e oltraggio a pubblico ufficiale. Ad annunciarlo il segretario generale del sindacato di Polizia (Coisp), Franco Maccari. “Ho denunciato la No Tav che ha baciato il casco del poliziotto” ha detto il sindacalista, intervistato durante la trasmissione di Radio24 “La Zanzara“. Ma perché violenza sessuale? “Se io la bacio sulla bocca, non é reato? – ha risposto Maccari – se fosse stato un poliziotto a baciare un manifestante a caso, sarebbe scoppiata la terza guerra mondiale”.
Il bacio dell’attivista No Tav in un primo momento era stato interpretato dalla blogosfera come un gesto di “pace” verso le forze dell’ordine fino ad allora bersagliate e attaccate dai manifestanti che protestano contro la realizzazione dell’alta velocità Torino Lione. Ma era la stessa protagonista a smentire l’interpretazione data dai media: “Il mio era solo un gesto di provocazione e di disprezzo contro le forze dell’ordine contro le forze dell’ordine” aveva scritto sul suo profilo Facebook. “Volevo che quel poliziotto si ricordasse quello che è successo a Marta di Pisa – aveva detto Nina a Repubblica - lo scorso luglio è stata molestata e picchiata senza nessuna conseguenza per gli agenti”.
Re: Top News
13 DIC 2013 16:53
A HOLLANDE È RIUSCITO IL MIRACOLO: RISANARE LA FRANCIA? NO, RILANCIARE SARKÒ – L’EX PRESIDENTE SI GODE LA POPOLARITA’ RITROVATA E TORNA A MOSTRARE I MUSCOLI: ‘NON POSSO NON TORNARE, È DESTINO’
Il presidente socialista ha sostituito Sarkozy non solo all’Eliseo ma anche nel ruolo di politico più impopolare di Francia – Tra tasse e austerity il primo anno e mezzo di Hollande è stato così infelice che Marine Le Pen vola nei sondaggi e si prepara a fare filotto tra municipali (marzo) ed europee (maggio)…
Stefano Montefiori per il "Corriere della Sera"
Se il 6 maggio 2012 François Hollande venne eletto soprattutto per il rifiuto dei francesi nei confronti di Nicolas Sarkozy, 19 mesi dopo Sarkozy pensa già di aggiudicarsi la rivincita contando sul rifiuto dei cittadini nei confronti di Hollande.
I problemi della Francia restano immutati - perdita di competitività, declino industriale, disoccupazione - ma in poco tempo la situazione politica si è capovolta: il presidente socialista è talmente in difficoltà da legittimare il ritorno alla politica di un uomo sconfitto, che si era dedicato alla remunerativa carriera di conferenziere internazionale, ovvero la classica attività degli ex capi di Stato rassegnati a lucrare sul passato.
L'ultimo anno di Sarkozy presidente fu pessimo: incapace di prendere misure decisive per contrastare la crisi, preoccupato dall'avanzare del populismo lepenista fino a riprenderne toni e proposte, ridotto a mostrare muscoli solo in politica estera, con la campagna militare di Libia.
Il primo anno e mezzo della presidenza Hollande è stato altrettanto infelice: gli indicatori economici non migliorano con la politica economica tutta tasse e austerity, Marine Le Pen vola nei sondaggi e si prepara a un'affermazione senza precedenti tra municipali (marzo) ed europee (maggio), l'autorità dell'Eliseo si vede solo quando c'è da mandare le truppe in Mali o Repubblica Centrafricana.
Sarkozy, personaggio nato per dividere, ha attirato su di sé l'odio dei francesi (tranne i suoi fedelissimi sostenitori); Hollande, campione del compromesso, è riuscito nell'impresa di sostituirlo: non solo all'Eliseo, ma anche nel ruolo di politico più impopolare. L'ultimo sondaggio del Figaro (peraltro non il più imparziale dei media francesi) fotografa il ribaltamento dando Sarkozy al 46% e Hollande fermo al 27% delle preferenze.
Le prossime elezioni presidenziali sono lontane (primavera 2017) ma Nicolas Sarkozy è già tornato quello di un tempo, anche nella retorica da piccolo Napoleone: «Il punto non è di sapere se voglio o non voglio tornare - ha detto ai collaboratori, secondo Le Point -. Io non posso non tornare. Non ho scelta. È il destino». Un destino che alcuni chiamano Hollande.
http://www.dagospia.com/rubrica-3/polit ... -68355.htm
A HOLLANDE È RIUSCITO IL MIRACOLO: RISANARE LA FRANCIA? NO, RILANCIARE SARKÒ – L’EX PRESIDENTE SI GODE LA POPOLARITA’ RITROVATA E TORNA A MOSTRARE I MUSCOLI: ‘NON POSSO NON TORNARE, È DESTINO’
Il presidente socialista ha sostituito Sarkozy non solo all’Eliseo ma anche nel ruolo di politico più impopolare di Francia – Tra tasse e austerity il primo anno e mezzo di Hollande è stato così infelice che Marine Le Pen vola nei sondaggi e si prepara a fare filotto tra municipali (marzo) ed europee (maggio)…
Stefano Montefiori per il "Corriere della Sera"
Se il 6 maggio 2012 François Hollande venne eletto soprattutto per il rifiuto dei francesi nei confronti di Nicolas Sarkozy, 19 mesi dopo Sarkozy pensa già di aggiudicarsi la rivincita contando sul rifiuto dei cittadini nei confronti di Hollande.
I problemi della Francia restano immutati - perdita di competitività, declino industriale, disoccupazione - ma in poco tempo la situazione politica si è capovolta: il presidente socialista è talmente in difficoltà da legittimare il ritorno alla politica di un uomo sconfitto, che si era dedicato alla remunerativa carriera di conferenziere internazionale, ovvero la classica attività degli ex capi di Stato rassegnati a lucrare sul passato.
L'ultimo anno di Sarkozy presidente fu pessimo: incapace di prendere misure decisive per contrastare la crisi, preoccupato dall'avanzare del populismo lepenista fino a riprenderne toni e proposte, ridotto a mostrare muscoli solo in politica estera, con la campagna militare di Libia.
Il primo anno e mezzo della presidenza Hollande è stato altrettanto infelice: gli indicatori economici non migliorano con la politica economica tutta tasse e austerity, Marine Le Pen vola nei sondaggi e si prepara a un'affermazione senza precedenti tra municipali (marzo) ed europee (maggio), l'autorità dell'Eliseo si vede solo quando c'è da mandare le truppe in Mali o Repubblica Centrafricana.
Sarkozy, personaggio nato per dividere, ha attirato su di sé l'odio dei francesi (tranne i suoi fedelissimi sostenitori); Hollande, campione del compromesso, è riuscito nell'impresa di sostituirlo: non solo all'Eliseo, ma anche nel ruolo di politico più impopolare. L'ultimo sondaggio del Figaro (peraltro non il più imparziale dei media francesi) fotografa il ribaltamento dando Sarkozy al 46% e Hollande fermo al 27% delle preferenze.
Le prossime elezioni presidenziali sono lontane (primavera 2017) ma Nicolas Sarkozy è già tornato quello di un tempo, anche nella retorica da piccolo Napoleone: «Il punto non è di sapere se voglio o non voglio tornare - ha detto ai collaboratori, secondo Le Point -. Io non posso non tornare. Non ho scelta. È il destino». Un destino che alcuni chiamano Hollande.
http://www.dagospia.com/rubrica-3/polit ... -68355.htm
Re: Top News
BUONGIORNO
14/12/2013
C Factor
MASSIMO GRAMELLINI
Il 22 ottobre scorso, il primo ministro delle lasche intese Enrico Letta annunciò in televisione a Lilli Gruber: «Abbiamo deciso di assumere cinquecento giovani per la digitalizzazione del patrimonio culturale italiano». Entusiasmo nelle case di migliaia di neolaureati: ma allora è vero che con la Cultura si mangia. In settimana è uscito il bando ufficiale e si è scoperto che non di assunzione si trattava, ma di tirocinio per dodici mesi (non rinnovabili). I fortunati vincitori di C Factor lavoreranno a tempo pieno per 416 euro lordi al mese, senza ferie né buoni pasto. Considerato che a Roma una stamberga in affitto ne costa almeno 400, netti e possibilmente in nero, il vero requisito per gli aspiranti digitalizzatori non è la laurea con il massimo dei voti né la buona conoscenza dell’inglese, come recita il bando, ma una famiglia benestante alle spalle che sia in grado di mantenerli per un anno nella Capitale. La famosa uguaglianza dei punti di partenza.
La globalizzazione che doveva esportare la democrazia occidentale in Asia ha importato lo sfruttamento asiatico in Occidente. Negli Usa le aziende tornano a investire in patria perché gli americani stremati dalla crisi accettano compensi indonesiani. Così diminuiscono i disoccupati, ma non i poveri. L’articolo 36 della Costituzione Italiana recita: «Il lavoratore ha diritto a una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa». Buona questa.
14/12/2013
C Factor
MASSIMO GRAMELLINI
Il 22 ottobre scorso, il primo ministro delle lasche intese Enrico Letta annunciò in televisione a Lilli Gruber: «Abbiamo deciso di assumere cinquecento giovani per la digitalizzazione del patrimonio culturale italiano». Entusiasmo nelle case di migliaia di neolaureati: ma allora è vero che con la Cultura si mangia. In settimana è uscito il bando ufficiale e si è scoperto che non di assunzione si trattava, ma di tirocinio per dodici mesi (non rinnovabili). I fortunati vincitori di C Factor lavoreranno a tempo pieno per 416 euro lordi al mese, senza ferie né buoni pasto. Considerato che a Roma una stamberga in affitto ne costa almeno 400, netti e possibilmente in nero, il vero requisito per gli aspiranti digitalizzatori non è la laurea con il massimo dei voti né la buona conoscenza dell’inglese, come recita il bando, ma una famiglia benestante alle spalle che sia in grado di mantenerli per un anno nella Capitale. La famosa uguaglianza dei punti di partenza.
La globalizzazione che doveva esportare la democrazia occidentale in Asia ha importato lo sfruttamento asiatico in Occidente. Negli Usa le aziende tornano a investire in patria perché gli americani stremati dalla crisi accettano compensi indonesiani. Così diminuiscono i disoccupati, ma non i poveri. L’articolo 36 della Costituzione Italiana recita: «Il lavoratore ha diritto a una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa». Buona questa.
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Re: Top News
AD ARONA, IN PROVINCIA DI NOVARA
Muore cadendo dal balcone Pedrizzetti
Scattò foto simbolo degli anni di piombo
Stava mettendo gli addobbi natalizi, quando ha perso l’equilibrio ed è precipitato dal settimo piano. Con lui deceduta anche la moglie che tentava di salvarlo
Muore cadendo dal balcone Pedrizzetti
Scattò foto simbolo degli anni di piombo
Stava mettendo gli addobbi natalizi, quando ha perso l’equilibrio ed è precipitato dal settimo piano. Con lui deceduta anche la moglie che tentava di salvarlo
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Re: Top News
RAPINE
Escalation di violenza in Veneto
Sei colpi armati in due giorni
Clienti e impiegati fatti sedere a terra a Conegliano. Banditi sparano sulla bussola della banca a Vigonza. Dipendenti sequestrati a Battaglia Terme
http://corrieredelveneto.corriere.it/ve ... 8904.shtml
Escalation di violenza in Veneto
Sei colpi armati in due giorni
Clienti e impiegati fatti sedere a terra a Conegliano. Banditi sparano sulla bussola della banca a Vigonza. Dipendenti sequestrati a Battaglia Terme
http://corrieredelveneto.corriere.it/ve ... 8904.shtml
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