Sfascisti 187
2014 a schede
Scheda – 8 – Ciak si gira – Girlfiend in a coma – Atto finale
8 – 5 – 6 gennaio 2014
Questa fase politica che dura da un ventennio è stata caratterizzata interamente dal berlusconismo.
Uno dei motivi del successo e del dominio del berlusconismo è dovuto, alla carenza di veri leader nella sinistra post comunista, alla presa di coscienza degli ex comunisti di chi veramente comanda in Italia, i poteri forti, ed al fatto che quell’Italia, questa Italia, è legata da più di mezzo secolo agli Usa e alla Nato,
Gli ex comunisti non sono ben visti alla guida del governo, a meno che non abbiano rinnegato completamente i principi della sinistra, non solo quelli del comunismo (che sono una bufala).
Gli italiani sono abituati a credere alle favole, come quella della democrazia, che etimologicamente significa "governo del popolo", ovvero il sistema di governo in cui la sovranità è esercitata, direttamente o indirettamente, dall'insieme dei cittadini.
In effetti l’Italia non è mai stata una democrazia nel senso etimologico della parola. In modo particolare negli ultimi trent’anni. E’ stata solo e soltanto un Paese dominato da una ristretta oligarchia. Ma agli italiani andava bene così, la scambiavano per una democrazia. E tantissimi la scambiano ancora oggi per una democrazia.
Ovvio quindi che la casta politica, la fascia intermedia tra il vero potere dei poteri forti, e la massa dei cittadini elettori, ne ha approfittato in tutti i sensi e non intende mollare ancora oggi la presa.
Che potessero avere la possibilità di scegliere il partito e gli uomini che li governassero, ogni cinque anni, i tricolori hanno ritenuto che fosse sufficiente. La democrazia però non è questa.
In modo particolare, dal 2006 gli hanno anche tolto la possibilità di scegliere i candidati, ma alla fine, gli italiani brontolano, brontolano, brontolano, ma non hanno mai fatto nulla di concreto per voler cambiare.
Hanno delegato per otto anni i partiti affinché si decidessero a cambiarla. Ma visto che per i partiti non è nel loro interesse cambiare l’albero della cuccagna, non hanno mai fatto di conseguenza nulla in proposito.
Enrico Letta – La Qualunque, nel mese di agosto del 2013, ha promesso che per la fine di ottobre ci sarebbe stata la nuova legge elettorale. Oggi è il 5 gennaio 2014 e siamo sempre al punto di partenza.
Il giochino del “faremo” va avanti con grande successo da un sacco d’anni perché la casta è perfettamente consapevole che gli italiani abbaiano ma non mordono.
Questo modo degenerativo di amministrare una nazione funziona senza soluzione di continuità dal 1953, anno in cui Alcide De Gasperi ha abbandonato la politica.
L’Italia ha potuto reggere nella curva della crescita fino a metà degli anni ’70, perché la spinta propulsiva dovuta all’impostazione dei governi del dopoguerra è stata tale che l’Italia potesse continuare a crescere fino a quel tempo.
Poi è iniziato il declino perché al posto dei costruttori sono arrivati gli sfascisti, in modo particolare all’interno della Dc, oramai completamente logorata dalle lotte di potere tra autentici squali.
Aldo Moro non riuscirà a metterci rimedio chiamando in causa forze fresche lontane dalle lotte di potere come il Pci di Berlinguer.
Oltre Atlantico, al centro dell’impero, questa necessità non era ben vista. Gli americani se ne fregavano delle necessità interne italiane, a loro interessava solo poter controllare attivamente un Paese ai confini con il nemico. Non volevano una commistione governativa con i comunisti italiani, in parte legati ancora all’Unione sovietica.
Neppure l’Urss vedeva di buon occhio che il Pci andasse al potere senza la rivoluzione classica.
Il risultato di questa rigida duplice impostazione fu che Moro doveva essere eliminato lasciando che l’Italia continuasse a sfasciarsi come regolarmente avvenne secondo le previsioni dello statista di Maglie, nel ’92 – ’93, gli anni della fine della Prima Repubblica.
Il Pci, diventato Pds, rischiava di vincere le elezioni nel 1994 in quanto il partito meno colpito dalla bufera di Tangentopoli.
I poteri forti non potevano permetterselo. Quindi presero la palla al balzo quando Silvio Berlusconi decise per motivi giudiziari e per salvare le sue aziende di scendere in politica.
La Mafia SpA fu costretta a venire allo scoperto fondando un nuovo partito, Forza Italia 1.0, con l’ausilio di Marcello Dell’Utri, il plenipotenziario che da anni reggeva gli interessi della Mafia SpA al Nord.
Questa soluzione piacque anche agli altri poteri forti del momento. Il Vaticano SpA, il sistema bancario, il sistema finanziario, la Massoneria e la Massoneria deviata di Licio Gelli. Oltre alla Confindustria dell’epoca, naturalmente.
Berlusconi giocò subito le sue carte, stabilendo un patto con la dirigenza dell’epoca del Pds, come denunciò Violante alla Camera nel febbraio 2003, e fece altrettanto nell’aprile scorso il senatore Luigi Saraceni, quando confermò l’ordine dall’alto per permettere a Berlusconi di candidarsi malgrado una legge del 1957 lo proibisse.
Quella scellerata combinazione è stata la causa della degenerazione finale del sistema Italia.
Ha scritto pancho nei post precedenti:
Alternative non ci sono se non quelle di adagiarsi a questa situazione ed aspettare che siano gli altri a trovare delle soluzioni e.... succeda quel che succeda aspettando che i piccoli Berlusconi crescano.
I piccoli Berlusconi sono già cresciuti e sono tra noi.
Il primo è Beppe Grillo che ha dato vita con Casaleggio ad un partito padronale in perfetto stile berlusconiano.
Sfruttando il malcontento popolare ha potuto raggiungere quasi un anno fa il 25 % dei consensi alla Camera.
Quello di Grillo è un Movimento dai difficili contorni.
Non è un partito classico che possa allearsi con altri per formare alleanze perché ritiene inaffidabili e corrotti i due maggiori partiti italiani. E su questo fatto che siano corrotti e inaffidabili ha perfettamente ragione.
Ha impostato di conseguenza il tutto in modo che sia solo lui a poter andare a governare da solo a furor di popolo.
In realtà questo è di difficile realizzazione perché il principale nemico del M5S è Grillo stesso.
A fatica, i suoi ragazzi, completamente digiuni di parlamentarismo, in questi otto mesi hanno cominciato a produrre.
Il battutista Renzie – Fonzie, ha più volte evidenziato che non devono andare sui tetti per protestare, ma rimanere nelle aule sottostanti per “fare”.
Le battute sceme rimangono tali qualunque le pronunci. Sul tetto i 5S ci erano saliti per protestare contro la modifica della Costituzione, e se questo non è avvenuto lo si deve in prevalenza a loro.
Se Berlusconi è fuori dal Parlamento dipende dalle loro iniziative. Come d’altra parte la marcia indietro di Enrico La Qualunque sugli affitti d’oro delle Camere.
Ma mentre i suoi cercano di darsi da fare, Beppe Grillo si comporta come Penelope. Disfa la tela che i suoi tessono in Parlamento.
In questo modo non potrà mai pretendere di avere la maggioranza dei voti anche in un’ipotetica Rivoluzione democratica.
Il secondo berluschino già cresciuto è Renzi.
Stamani, il Prof. Amadori ne ha tracciato un profilo preciso a Omnibus, da persona neutrale che legge i fatti.
Assolutamente da ascoltare per capire la situazione.
Punto
00:15:45
http://www.la7.tv/richplayer/index.html ... d=50384441
Tanto da far dire alla matura Alessandra Longo “……io spero che secondo lui(Amadori) non abbia ragione se no siamo messi male…….”
E si, siamo veramente messi male se un/a giornalista non riesce a capire queste cose elementari.
Renzi basa tutta la sua politica sulla contrapposizione, non un programma politico.
In pratica è l’avventuriero innamorato del potere fine a se stesso descritto di recente dal Prof. Sartori.
“A da passà a nuttata”, direbbe Eduardo.
Questa fase storica dell’ultimo ventennio prosegue con un nuovo tipo di berlusconismo.
Per una strana combinazione della storia a dominare la scena dopo l’8 dicembre sono tre diversamente berlusconiani.
Assistiamo alla lotta tra il progenitore del berlusconismo, l’unico il vero inconfondibile Berlusconi con due brutte copie.
Fino a quando non sarà finita questa fase storica non si potrà tornare alla “normalità.
Se dovessimo andare al voto si scontreranno sulla scena politica tre berluschini.
L’aspetto altamente drammatico, è che non ci sia una classe politica di riserva come si è verificato nel 1945.
Qui è come se tre Mussolini combattessero per il potere senza avere un ricambio della classe politica.
L’assoluta mancanza di una nuova classe dirigente di sinistra, che possa contrapporsi a questa lotta tra ducetti, rende tragica la situazione italiana ancora di più di quella greca.