Come se ne viene fuori ?

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Amadeus

Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da Amadeus »

L'attesissimo incontro tra Silvio Berlusconi e Matteo Renzi avverrà sabato pomeriggio al Nazareno. "

http://www.ilmessaggero.it/PRIMOPIANO/P ... 8357.shtml


...spero che Renzi gli faccia fare almeno mezz'ora di anticamera.
8-)
peanuts
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da peanuts »

Oggi il caimano (ma la condanna quando cavolo diventa operativa? Mai? Che è successo?) entrerà nella sede pd.
Già che ci sono potrebbero andare ad Arcore dopo a far festa (...)

Poi dite che uno non vi vota più. Buffoni e venduti
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Sfascisti 197
(Allarmi siam (s)fascisti, terrore degli acquisti)

2014 a schede


Scheda – 5 – I conflitti interni al Bel Paese

5 -7 – 18 Gennaio 2014


Dopo due mesi di balle democristian-doroteo, stiamo arrivando al dunque. Per due mesi i media ci hanno raccontato la fiction nostrana, “Bacini & Bacini”, recitata dalla nuova coppia dorotea al maschile Letta – LoRenzi il magnifico. Colonna sonora:

http://www.youtube.com/watch?v=IJuhQ5aUDpM
http://www.youtube.com/watch?v=GevPMERdHTo

Ecco,
la musica è finita,
gli amici se ne vanno,
che inutile serata….



****

Via col vento (Gone with the Wind) 1.0 - 1939
Immagine
http://www.youtube.com/watch?v=2POxv78p4I0

Via col vento (Gone with the Wind) 2.0 - 2014
Immagine



http://www.youtube.com/watch?v=EiNbz2oVm0k
18 GEN 2014 11:16
1.L’INCONTRO DI OGGI TRA MATTEO E IL BANANA PUÒ ESSERE IL COLPO DI GRAZIA AL GOVERNO –

2.LETTA HA GIÀ FATTO CAPIRE CHE POTREBBE DIMETTERSI SE RENZIE FONZIE, A BRIGLIE SCIOLTE, VA AVANTI DA SOLO NELL’ACCORDO CON IL SIRE DI HARDCORE SUL SISTEMA SPAGNOLO –

3. IL SINDACO NON LE MANDA A DIRE: “CHI HA GOVERNATO CON LUI PER VENTI ANNI ORA MI DICE DI NON PARLARGLI. VOGLIO FARE LE REGOLE CON LUI PER NON GOVERNARE PIÙ CON LUI” –

4. ALFANO, VISTO L’ASSE TRA BERLUSCONI E RENZI, POTREBBE FAR SALTARE TUTTO E ANDARE A VOTARE CON IL PROPORZIONALE PER GARANTIRE LA SOPRAVVIVENZA AL SUO NCD - 5. ORMAI RENZI SI GIOCA TUTTO: SE FA L’ACCORDO CON BERLUSCONI, IL GOVERNO MUORE (E FORSE ANCHE IL PD) SE LO FA SOLO CON LA MAGGIORANZA, MUORE LUI. SE TROVA UN MODELLO CHE TIENE DENTRO TUTTI, FA IL “MIRACOLO” E NE ESCE VINCITORE -


Goffredo De Marchis per "la Repubblica"

Matteo Renzi vedrà oggi Silvio Berlusconi nella sede del Pd per un patto sulla riforma elettorale.

Contro l'iniziativa monta la fronda interna dei bersaniani che avvertono: se c'è l'accordo con il Cavaliere, rompiamo.

Ad avvertire Renzi è anche il premier Enrico Letta infastidito dall'attivismo del leader democratico.

E l'iniziativa di una riforma condivisa con Forza Italia scatena l'ira di centristi e Nuovo centrodestra.

Ma Renzi ribadisce: vado avanti.

UNA minaccia non tattica, se è vero che negli incontri avuti al Quirinale, Giorgio Napolitano ha cominciato ad appuntare le opinioni di chi paventa la crisi.

Succederà tutto oggi pomeriggio, quando alle 4 il segretario del Pd incontrerà il leader di Forza Italia Berlusconi nella sede del Partito democratico a Largo del Nazareno.

Nel corso della giornata di ieri si è cercata una mediazione che potesse salvare l'esecutivo, la maggioranza e un accordo più ampio intorno alla riforma elettorale.

Ma il punto di non ritorno sembra già superato, perlomeno nei rapporti personali.

È stato chiaro, lampante giovedì notte nella stanza del premier al primo piano di Palazzo Chigi. I testimoni Angelino Alfano e Dario Franceschini hanno assistito quasi a bocca aperta alla rivelazione di una guerra, di un odio che si sta radicando.

Il sindaco di Firenze ha cominciato aggredendo: «Ho già in tasca un accordo con Berlusconi sul sistema spagnolo. Voi che volete fare?».

«Fattelo da solo», gli ha risposto Letta furibondo.


«Pensavo di essere io nel mirino. Ma mi sbagliavo - ha raccontato il capo del Nuovo centrodestra ai colleghi di partito - . La sfida è stata solo tra Matteo e Enrico».

Una sfida che si trasferisce dentro al Pd.

Con i bersaniani sul piede di guerra: «Renzi sta facendo un regalo gigante a Berlusconi. Tira via il doppio turno e le preferenze, quello che non vuole il Cavaliere. È un suicidio», attacca Alfredo D'Attore, l'uomo più vicino all'ex segretario.

Poi, le coincidenze della politica portano faccia a faccia gli amici di sempre, gli alleati Letta e Bersani, nella stanza dell'ospedale di Parma, dove proprio ieri i medici hanno dato il via libera alle visite. Siccome "Pierluigi" sta molto meglio, il colloquio è durato un'ora e mezza. Non solo auguri e scherzi, dunque.

Suicidio è una parola risuonata anche nell'intervista del segretario alle Invasioni Barbariche e nella stanza di Letta.

«Ti rendi conto Matteo che se salta tutto, vai a votare con il proporzionale e non fai il governo», è stato il ragionamento dei tre governisti.

«E voi vi rendete conto che se non si fa la legge elettorale io vi sputtano davanti al Paese? Siete voi a suicidarvi non io».

Quell'incontro a quattro è stato tanto violento e teso che nella mattina di ieri gli ambasciatori hanno dovuto riprendere il filo.


Dal sindaco sono sfilati prima Franceschini, poi Maurizio Lupi, numero due dell'Ncd.

Per ricucire, per trovare un compromesso. «Tanto lo so - dice Renzi nel suo stile - che quelli sono attaccati alle poltrone. E se faccio l'accordo con Forza Italia, si accodano tutti, compresi gli alfaniani. A loro basta resistere al governo ».

I toni alti rientrano forse nella logica della fase finale.

Tutti giocano all in, ovvero l'intera posta come al Texas Holdem, il poker televisivo. Ma Alfano ha le idee chiare e non esclude affatto la rottura. «Il mio obiettivo è che questo governo duri un anno. Ma se Matteo mantiene le liste bloccate, lo sbarramento alto, è chiaro che vuole buttare giù il governo ». L'affondo contro i "partitini" ha come bersaglio soprattutto il vicepremier.

«Matteo non mi può mettere nelle condizioni di tornare con Berlusconi - spiegava Alfano ai suoi colleghi - .

Perché io con Berlusconi non voglio tornare, chiaro?».


Dunque, l'Ncd, sacrificando Letta per salvare se stesso, ha la tentazione di far saltare il banco.

Andrebbe a votare con una legge proporzionale, con una soglia di sbarramento minima. È l'istinto di sopravvivenza. Del resto, un bersaniano di ferro come Miguel Gotor ammette: «La sentenza della Corte costituzionale ha creato una legge fatta su misura per Alfano. Non si capisce perché non dovrebbe sfruttarla».

Cresce così il fronte dei proporzionalisti. Paradossalmente composto dai filo governativi che però hanno bisogno di far cadere l'esecutivo per cogliere al volo il treno di un ritorno alla Prima repubblica. Cancellando qualsiasi ipotesi di riforma. Lupi ha provato ieri a trovare una mediazione. Lavorando con Renzi a un sistema spagnolo con soglia di sbarramento bassa. Nell'originale è intorno al 12-14 per cento, cifra irraggiungibile per Ncd, Scelta civica, Popolari di Casini, Sel. Nel testo di compromesso verrebbe abbassata al 5 per cento alla Camera e all'8 per cento al Senato.

«Ma resta il punto chiave delle liste bloccate - ragiona Alfano - . Noi vogliamo le preferenze. Le liste bloccate fanno comodo solo a Berlusconi e a Renzi». Il sindaco però non sembra fare dietrofront. È tornato ad attaccare i partiti piccoli in televisione, i loro veti, l'impossibilità di governare con i ricatti quotidiani. Non li vuole tra i piedi. Tra i piedi però ora c'è un fronte ampio del Pd. «Mai vista tanta rabbia in un gruppo dirigente», è la sfida che il segretario lancia contro bersaniani e dalemiani. Lunedì comunque si vota il modello elettorale e «in direzione non hanno i numeri, non vanno da nessuna parte». Ma la rottura nel Pd sta diventando reale. E la scissione non è più da escludere.

Ecco la partita. Renzi non può perderla. Ormai ha un folto gruppo di nemici, gliela farebbero pagare. «Solo un miracolo può salvare la legislatura», diceva ieri un ministro. Se il sindaco fa l'accordo con Berlusconi, il governo muore. Se lo fa solo con la maggioranza, muore lui il segretario e accetta un sistema che non gli piace, il doppio turno. Se trova un modello che tiene dentro Forza Italia, la maggioranza e Sel, fa il «miracolo», il capolavoro e ne esce vincitore. La vera medaglia sarebbe costruire in tre settimane un'intesa mai raggiunta in otto anni.

«Sarebbe il segno di novità della politica, di credibilità, la vera risposta alla speranza delle primarie - spiega Renzi - . Lo so bene. Ma so anche che non voglio perdere tempo». Se si troverà contro Letta e una parte del Pd, è pronto a denunciare il loro "ostruzionismo" dappertutto, a metterli all'indice. Con la forza mediatica del suo personaggio.

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SURSUM CORDA - PICCOLE SFUMATURE
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1) Da giovedì scorso, passando per Cacciari e Travaglio, i renzini indigeni, hanno opposto all'ultimatum della """"sinistra"""" Pd, il fatto che con Berlusconi ci avevano fatto due governi insieme malgrado fosse un farabutto.

Travaglio ha fatto notare che è stato il Cav a divincolarsi dall'abbraccio piddino dopo la condanna, perché se fosse stato per loro sarebbero ancora abbracciati a tutt'oggi.

Immagine


Tutto vero,.....ma:

L'8 dicembre 2013 non doveva iniziare l'era renziana?

E il primo accordo doveva proprio farlo con il sfascista number one?

Alla faccia del bicarbonato di sodio sul rinnovamento.


2) Il renzino direttore di Europa, stamani ad Omnibus ha fatto notare che la rete è stata silenziosa in queste ore nei confronti dell'annuncio dell'incontro odierno del Nazareno.

Non ha aggiunto di più,.......come a sottolineare che la rete approva.

Ci è voluta l'acutezza di una donna, Maria Latella,

http://3.bp.blogspot.com/-RtHr1szq-90/U ... 50x435.jpg

per far venire giù dal pero Menichini.

"La rete è silente perché è scoppiata. Ancora Lui!!!!!!!!!!!!!!!!"


Nata vota. Eppure questo non è il sabato di Pasqua e di Resurrezione.
Amadeus

Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da Amadeus »

Pippo Civati
il tentativo di Renzi è giusto



Leggo sui giornali che la sinistra del Pd, che sarebbe rappresentata da chi sostiene con maggiore convinzione le larghe intese e il governo Letta-Alfano (incredibile ma vero), ha deciso di mettersi di traverso al percorso avviato da Renzi per la legge elettorale.
Dopo anni di Violante e Quagliariello, che quella presunta sinistra aveva seguito senza mai distinguersi, andando dietro a ogni bozza (anche lo spagnolo, che nel 2012 era misto al tedesco, e non mancò nemmeno chi professava il proprio sostegno all’ungherese), ora a questi esponenti della minoranza non va bene niente: addirittura sono disposti a fare cadere il governo che amano per bloccare tutto quanto.
A me sembra semplicemente assurdo
: Renzi ha vinto il congresso, ha deciso di incontrare Berlusconi (cosa che aveva già fatto, anche in primavera quando si trattava di eleggere il Presidente della Repubblica), e di provare il tutto per tutto sulla legge elettorale.
Personalmente, non sono d’accordo su tutto, anzi, ma credo che il tentativo sia giusto, e al di là del metodo, delle parole e delle modalità, penso che si debba andare fino in fondo: la legge elettorale è una priorità, lo si sente ripetere da un secolo, e ora che lo è davvero, cerchiamo di portarla a casa.
Una sinistra vera fa così, secondo me. Riservandosi il diritto di critica non per fermare i processi, ma per migliorarli, renderli più trasparenti e convincenti. E fare quello per cui gli elettori ci hanno votato, non il contrario, che invece per qualcuno sembra essere l’unico criterio. E non è bastato nemmeno l’anno che abbiamo passato per rendersene conto.
pancho
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Iscritto il: 21/02/2012, 19:25

Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da pancho »

Amadeus ha scritto:Pippo Civati
il tentativo di Renzi è giusto



Leggo sui giornali che la sinistra del Pd, che sarebbe rappresentata da chi sostiene con maggiore convinzione le larghe intese e il governo Letta-Alfano (incredibile ma vero), ha deciso di mettersi di traverso al percorso avviato da Renzi per la legge elettorale.
Dopo anni di Violante e Quagliariello, che quella presunta sinistra aveva seguito senza mai distinguersi, andando dietro a ogni bozza (anche lo spagnolo, che nel 2012 era misto al tedesco, e non mancò nemmeno chi professava il proprio sostegno all’ungherese), ora a questi esponenti della minoranza non va bene niente: addirittura sono disposti a fare cadere il governo che amano per bloccare tutto quanto.
A me sembra semplicemente assurdo
: Renzi ha vinto il congresso, ha deciso di incontrare Berlusconi (cosa che aveva già fatto, anche in primavera quando si trattava di eleggere il Presidente della Repubblica), e di provare il tutto per tutto sulla legge elettorale.
Personalmente, non sono d’accordo su tutto, anzi, ma credo che il tentativo sia giusto, e al di là del metodo, delle parole e delle modalità, penso che si debba andare fino in fondo: la legge elettorale è una priorità, lo si sente ripetere da un secolo, e ora che lo è davvero, cerchiamo di portarla a casa.
Una sinistra vera fa così, secondo me. Riservandosi il diritto di critica non per fermare i processi, ma per migliorarli, renderli più trasparenti e convincenti. E fare quello per cui gli elettori ci hanno votato, non il contrario, che invece per qualcuno sembra essere l’unico criterio. E non è bastato nemmeno l’anno che abbiamo passato per rendersene conto.
.Civati ha ragione.....secondo me.

Scriveva Xavier Wheel:
Dubitate di chi ha solo grandi certezze e riponete fede in chi ha anche dei seri dubbi, in quanto la vera saggezza sta anche nel saper riconoscere la propria ignoranza, ne fu un classico esempio il grande filosofo greco Socrate, alla base della cui sapienza stava la consapevolezza di "sapere di non sapere nulla".


un salutone da Juan
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
aaaa42
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da aaaa42 »

sul metodo ha ragione Renzi, io lo sostenuto 2 o 3 giorni fa nel blog di civati scatenando una rissa
ma poi ho visto che si sono tranquilizzanti e si sono calmati.

il problema sono i CONTENUTI

ci vuole un EQUILIBRIO TRA RAPPRESENTANZA e GOVERNABILITA'.

la costituzione nostra RIGIDA e una costituzione basata su una testa un voto.
quindi proporzionale.

inserire ELEMENTI DI MAGGIORITARIO ( quindi verso la GOVERNABILITA' ) è giusto ma va fatto con
dei ragionamenti, e fonzi non so se sta ragionando o facendo un po di marketing.

inserire il premio di maggioranza nel matterellum è folle !!!
in quanto il maggioritario è molto difficile da...pareggiare !!
comunque è molto difficile se non impossibile per il maggiortario
se si pareggia con il maggioritario vuol dire che bisogna ritornare a votare perchè questo dice il voto.
a mio avviso per i collegi uninominali ci deve essere il doppio turno altrimenti si vince anche con il 20 %

il proporzionale deve rimanere proporzionale per un giusto e costituzionale sistema dei partiti 'veri'.

rimane il problema delle preferenze, è giusto la preferenza ma il problema è la CORRUZIONE insita nella preferenza.

un costituzionalista dice che il matterellum potrebbe essere anticostituzionale,
se modificato pesantemente in senso maggioritario si
ma se rimane un sistema complesso e di equilibrio secondo me no
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Sfascisti 198
(Allarmi siam (s)fascisti, terrore degli acquisti)

2014 a schede



Scheda – 5 – I conflitti interni al Bel Paese

5 -8 – 18 Gennaio 2014



Il fatto singolare che fotografa l'italians people nelle ultime 48 ore è che è sempre pronto a rimangiarsi tutto quanto ha sostenuto per anni, in nome del tifo del momento.

Il fattore sociologico rilevante è che negli ultimi 70 anni, dal punto di vista socio - politico gli italians sono rimasti sempre quelli di allora, debitamente sintetizzato da un soldato americano nella settimana seguente il 25 aprile 1945.

"Una settimana fa eravate tutti fascisti ed ora siete tutti nelle strade a festeggiare contro il fascismo"



Forza Italia, Il ritorno in scena del leader
Il Cavaliere incassa: «Bravo Matteo,
va contro i suoi per incontrarmi»

Legge elettorale, tra le alternative proposte da Renzi la preferenza di Forza Italia va al modello spagnolo

ROMA - Il primo risultato è incassato: tornare al centro della scena, mettere piede nella sede del Pd da leader del suo partito, oggi quando alle 16 incontrerà Matteo Renzi per discutere di legge elettorale. Silvio Berlusconi se lo gode il momento atteso e preparato nelle scorse settimane, si fa vedere allegro e spensierato nel centro di Roma a cena con le «sue» donne (come giovedì con la fidanzata Pascale, la Biancofiore, la Gelmini, la Calabria, la Rossi insieme a Giovanni Toti), riceve vecchi e fidati amici per avere consigli - Scajola, Miccichè - e nel pomeriggio fa il punto della situazione con Denis Verdini e Gianni Letta, che oggi lo accompagnerà all’incontro con il segretario del Pd. In Forza Italia, almeno fino a ieri pomeriggio, l’aria era quella di chi è a un passo dal vincere alla lotteria: «L’accordo è fatto, l’intesa c’è. Se la vedrà Renzi con i suoi, a noi non importa quello che farà con i suoi compagni del Pd o con il governo», l’opinione dei più ottimisti, convinti che su un sistema «che parte dallo spagnolo, con listini bloccati, piccoli collegi e un premio di maggioranza» la soddisfazione reciproca degli azzurri come dei renziani sarebbe ottima e abbondante.

Lo stesso Berlusconi è apparso molto ben disposto nei confronti del sindaco di Firenze, nei giorni scorsi come ieri: «È stato coraggioso, ha sfidato il suo partito per incontrarmi, si è mosso veramente bene», ha ripetuto ai suoi, fiducioso che «queste sono cose che contano in politica, il suo è un approccio molto positivo». Ma nello stesso tempo la giornata di ieri, le voci di un riavvicinamento di Renzi a Scelta civica, ad Alfano, hanno cambiato un po’ l’aria: «Ha davanti una strada difficilissima, vedremo se saprà percorrerla. Certo, sia chiaro che per noi non tutto è accettabile. Discutere e mediare va bene, ma se ci trovassimo di fronte a un voltafaccia, non potremmo accettarlo», l’avvertimento del Cavaliere, che pure vede aperte davanti a sé molte strade, anche interessanti.
Se Renzi rompe con i suoi e cade il governo, secondo il Cavaliere e i suoi si potrebbe sia votare che andare a un governo «di scopo» per fare la legge elettorale, con il sostegno di Forza Italia, e poi giocarsi la partita sulle spaccature interne della maggioranza e sperando nell’effetto logoramento del segretario del Pd: «Forse non sarebbe male aspettare un annetto ancora: oggi Renzi è in grande spolvero, più avanti le cose potrebbero cambiare. E io potrei tornare in gioco, perché credo davvero che la Corte europea possa annullare la sentenza contro di me, ci credo sul serio». Anche se il governo andasse avanti nonostante tutto - ferito, azzoppato - i giochi potrebbero riaprirsi: «È un esecutivo morto, più vanno avanti e più si logorano...». Se invece l’accordo si siglasse davvero con la mortificazione di Alfano e dei suoi, Berlusconi non verserebbe una lacrima: lo descrivono ancora amareggiato e ferito per lo strappo del suo ex delfino e degli altri ministri: «Voi non sapete cosa ho fatto per loro, e loro mi hanno trattato così...».
In ogni caso, a chi gli ha parlato, Berlusconi è sembrato molto collaborativo rispetto all’ipotesi di portare a termine almeno alcune riforme fondamentali: «Quella del Senato è una riforma giusta, non possiamo dire di no. Se si può fare qualcosa per il bene del Paese, noi ci siamo». Insomma, rientrare in gioco, per lui, è a questo punto essenziale e necessario. Così come portare a termine l’operazione «nuovo partito». Senza umiliazioni per nessuno, se è vero che ieri Daniela Santanchè è stata riconfermata nel suo ruolo di capo del settore fund raising . Poi, la prossima settimana, si penserà a tutti gli altri: sarà nominato l’ufficio di presidenza con una quarantina di membri, e dopo nascerà l’ufficio politico a 10 membri, con i big forzisti dentro. E con Toti nel ruolo di coordinatore dell’organismo o segretario. Una mediazione che metterebbe d’accordo tutti, o quasi.
18 gennaio 2014
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Paola Di Caro

http://www.corriere.it/politica/14_genn ... 7234.shtml
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

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Sfascisti 199
(Allarmi siam (s)fascisti, terrore degli acquisti)

2014 a schede



Scheda – 5 – I conflitti interni al Bel Paese

5 -9 – 18 Gennaio 2014




18 gennaio 2014
POLITICA & PALAZZO

Legge elettorale e riforme costituzionali Renzi: "Con Berlusconi sintonia profonda"

L'incontro tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi nella sede del Partito democratico è durata oltre due ore. Al termine, il segretario del Pd ha tenuto una brevissima conferenza stampa ("se no - ha detto - perdo il treno"). dove ha espresso "una profonda sintonia con Forza Italia" in particolare su "tre temi": la riforma del titolo quinto della Costituzione, la trasformazione del Senato in camera delle autonomie e la legge elettorale. Il Cavaliere, invece, si è riservato di commentare l'incontro attraverso una nota o un video-messaggio



Legge elettorale, Renzi: “Con Berlusconi sintonia su riforme e legge elettorale”
Oltre due ore di faccia a faccia sulla legge elettorale nella sede Pd, contestazioni al Nazareno. Ottimismo del segretario: "Siamo d'accordo anche sulla trasformazione del bicameralismo". Ma Alfano protesta: "Non faranno niente senza di noi"

di Redazione Il Fatto Quotidiano | 18 gennaio 2014Commenti (4296)


Renzi e Berlusconi vanno d’accordo su tutto. Ma la differenza, questa volta, è che – almeno apparentemente – il gioco lo fa il segretario del Pd e non il Cavaliere. L’agenda la detta lui, il sindaco di Firenze. La “profonda sintonia” con la quale il leader democratico descrive l’esito dell’incontro fiume con Berlusconi (oltre due ore e mezza) nella sede del Nazareno si concretizza in verità su tutte le proposte di Renzi: una riforma elettorale “che favorisca la governabilità, il bipolarismo ed elimini il potere di ricatto dei partiti più piccoli”, la riforma del Titolo V della Costituzione (con tanto di riduzione delle indennità nelle Regioni) e abolizione del Senato e trasformazione in Camera delle Autonomie, anche qui senza indennità, senza elezione diretta dei suoi componenti e si modifichi il bicameralismo perfetto con l’intesa che il Senato non voti la fiducia al governo.


La linea Renzi passa integralmente, insomma. Almeno con Berlusconi che a questo punto è parso l’ostacolo meno difficile. E quello che è più importante è che ora anche gli alleati di governo – che tanto can can hanno fatto negli ultimi giorni, minacciando più volte la crisi di governo – siano pronti a rivedere le proprie opinioni e inizino a discutere proprio sulla piattaforma tra i due principali partiti che hanno scelto il dialogo sulle riforme istituzionali e dell’architettura dello Stato (il terzo, il Movimento Cinque Stelle, si è tirato fuori da tempo dalla partita). Scelta Civica, tanto per fare un esempio, già dice che il sistema “spagnolo” potrebbe andare bene. E fonti delle agenzie di stampa raccontano che anche Alfano e i suoi potrebbero discuterne. Il tempo delle barricate era ieri e oggi pare lontano secoli. E il resto del Pd? Renzi si fa forte con la decisione che arriverà con il voto di lunedì 20 nella direzione che già a pieni voti (oltre 140 su circa 180) gli ha dato il mandato per le consultazioni con gli altri partiti (Forza Italia compresa) in modo da organizzare un dialogo che sia il più ampio possibile.

Molti lo vivevano come il timbro sulla fine del governo. C’era chi diceva che il presidente del Consiglio Enrico Letta fosse già sui blocchi di partenza, pronto a partire verso il Quirinale dove rassegnare le dimissioni. Stefano Fassina e Fabrizio Cicchitto sembravano andare d’accordo (per l’unica volta nella loro vita). Invece ora l’unico dubbio che resta è se davvero Renzi abbia vinto 3-0 o se sia l’ennesima trappola del Caimano. O, peggio, se l’imboscata arrivi in Parlamento. Ma non da Forza Italia o dai Cinque Stelle. Piuttosto dagli stessi parlamentari del Pd. I 101 sono tutti ancora al proprio posto.


Vox populi:

Colonnello Valerio • 4 minuti fa −
Con renzi il berlusconismo ha trionfato nel pd
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Re: Come se ne viene fuori ?

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pancho ha scritto:
Amadeus ha scritto:Pippo Civati
il tentativo di Renzi è giusto



Leggo sui giornali che la sinistra del Pd, che sarebbe rappresentata da chi sostiene con maggiore convinzione le larghe intese e il governo Letta-Alfano (incredibile ma vero), ha deciso di mettersi di traverso al percorso avviato da Renzi per la legge elettorale.
Dopo anni di Violante e Quagliariello, che quella presunta sinistra aveva seguito senza mai distinguersi, andando dietro a ogni bozza (anche lo spagnolo, che nel 2012 era misto al tedesco, e non mancò nemmeno chi professava il proprio sostegno all’ungherese), ora a questi esponenti della minoranza non va bene niente: addirittura sono disposti a fare cadere il governo che amano per bloccare tutto quanto.
A me sembra semplicemente assurdo
: Renzi ha vinto il congresso, ha deciso di incontrare Berlusconi (cosa che aveva già fatto, anche in primavera quando si trattava di eleggere il Presidente della Repubblica), e di provare il tutto per tutto sulla legge elettorale.
Personalmente, non sono d’accordo su tutto, anzi, ma credo che il tentativo sia giusto, e al di là del metodo, delle parole e delle modalità, penso che si debba andare fino in fondo: la legge elettorale è una priorità, lo si sente ripetere da un secolo, e ora che lo è davvero, cerchiamo di portarla a casa.
Una sinistra vera fa così, secondo me. Riservandosi il diritto di critica non per fermare i processi, ma per migliorarli, renderli più trasparenti e convincenti. E fare quello per cui gli elettori ci hanno votato, non il contrario, che invece per qualcuno sembra essere l’unico criterio. E non è bastato nemmeno l’anno che abbiamo passato per rendersene conto.
.Civati ha ragione.....secondo me.

Scriveva Xavier Wheel:
Dubitate di chi ha solo grandi certezze e riponete fede in chi ha anche dei seri dubbi, in quanto la vera saggezza sta anche nel saper riconoscere la propria ignoranza, ne fu un classico esempio il grande filosofo greco Socrate, alla base della cui sapienza stava la consapevolezza di "sapere di non sapere nulla".


un salutone da Juan


Domanda :


Caro phanco,

tu credi veramente che valga la pena impegnarsi politicamente, come sostieni ultimamente, quando nella pratica di tutti i giorni si assiste al fenomeno inconfutabile che i politicanti, grazie ai modelli sperimentati della comunicazione di massa si portano tranquillamente a spasso il gregge tricolore come e quando vogliono?
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

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Sfascisti 200
(Allarmi siam (s)fascisti, terrore degli acquisti)

2014 a schede



Scheda – 5 – I conflitti interni al Bel Paese

5 - 10 – 18 Gennaio 2014




Immagine


18 GEN 2014 19:24
1. DUE ORE DI FACCIA A FACCIA PER TROVARSI D’ACCORDO SUL MODELLO ELETTORALE SPAGNOLO. HANNO LAVORATO BENE GLI “SHERPA” VERDINI E D’ALIMONTE SE AL CAINANO E A RENZI È BASTATO COSÌ POCO PER DECIDERE COME SI VOTERÀ ALLE PROSSIME POLITICHE -

2. A PARTE GRILLO, IL MODELLO SPAGNOLO, CON UN MICIDIALE TETTO DI COALIZIONE ALL’8%, “AMMAZZERÀ” L’NCD DI ALFANO E SCELTA CIVICA DI MONTI. COME FUNZIONA? SE AD ESEMPIO ALFANO SI COALIZZA CON FORZA ITALIA DEVE COMUNQUE PRENDERE L’8%. SE PRENDONO ANCHE SOLO IL 7,9%, SUBISCONO LA BEFFA DI NON ESPRIMERE NEPPURE UN PARLAMENTARE -

3. PARE CHE L’UNICO DISSIDIO TRA I DUE È CHE IL ROTTAM’ATTORE VUOLE INTRODURRE IL BALLOTTAGGIO AL SECONDO TURNO. IL BALLOTTAGGIO PERÒ AL CAVALIERE RESUSCITATO NON PIACE PERCHÉ RITIENE CHE IN ITALIA, STORICAMENTE, L’ELETTORATO DI SINISTRA SIA PIÙ DISCIPLINATO E COMPATTO NEL TORNARE ALLE URNE DOPO DUE DOMENICHE -

4. LA RIVINCITA DEL PREGIUDICATO DI ARCORE: IL SENATO MI HA CACCIATO? E IO VI CHIUDO! -




DAGOREPORT


L’accordo siglato tra Renzie e il Banana è micidiale per tutti gli altri, Grillo escluso. I due leader hanno deciso di puntare sul modello spagnolo, con un micidiale tetto di coalizione all’8%. Come funziona? Se ad esempio Angelino Alfano si coalizza con Forza Italia e Nichi Vendola con il Pd, Ncd e Sel devono comunque prendere l’8%.

Se prendono anche solo il 7,9%, subiscono la beffa di non esprimere neppure un parlamentare. Con un sistema del genere, gli alfanoidi sarebbero in ginocchio e Scelta Civica dovrebbe andare a Lourdes. E Vendola? Vendola no perché pare che abbia già stretto un accordo per entrare direttamente nel pd renziano.

Il modello spagnolo prevede circoscrizioni abbastanza ampie, più o meno su base provinciale e con liste bloccate. La versione all'"italiana" lo correggerebbe con un robusto premio di maggioranza intorno al 15%, in modo da assicurare la piena governabilità.

Il modello spagnolo calato in un contesto tripolare (Pd-Forza Italia-M5S), ha bisogno di un premio di maggioranza, sul quale le trattative saranno durissime, anzi perché con i collegi plurinominali con tre seggi o più, ciascuno dei tre schieramenti principali prenderebbe un seggio a testa in ogni circoscrizione e perfino un premio del 15% potrebbe non essere quasi sufficiente a indicare un vincitore.

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Renzi sapeva che a Berlusconi piace il sistema spagnolo e da questo è partito, ma ha provato a mettere sul tavolo anche il ballottaggio al secondo turno. Il ballottaggio però al Cavaliere non piace perché ritiene che in Italia, storicamente, l'elettorato di sinistra sia più disciplinato e compatto nel tornare alle urne dopo due domeniche.
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Gli altri argomenti trattati nel vertice del Grande Disgelo sono la riforma del Titolo V della Costituzione e la trasformazione del Senato in “camera delle autonomie”. La prima riguarda la messa a punto della ripartizione dei poteri tra Stato e Regioni, visto che il federalismo fiscale introdotto negli anni scorsi è stato sostanzialmente svuotato dal continuo taglio dei trasferimenti dal centro alla periferia. Inoltre, alcune materie come l’energia dovrebbero tornare di esclusiva pertinenza statale.

La riforma di Palazzo Madama prevede invece l’addio al bicameralismo perfetto (in cui le due Camere fanno sostanzialmente le stesse cose) e della doppia approvazione di ogni legge. Al nuovo Senato si vorrebbero assegnare solo le materie che riguardano Regioni e Comuni, chiamandone a far parte rappresentanti delle amministrazioni locali.

Tutto ciò permetterebbe di trasformarlo in una Camera a “costo zero” – non ci sarebbe la doppia indennità – e darebbe un notevole segnale alla pubblica opinione di taglio ai costi della politica. Sono due riforme che Renzi vuole intestarsi a tutti i costi già prima delle elezioni Europee per dare un segnale all’elettorato che con la sua segreteria il vento è cambiato.
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