QUALE LEGGE ELETTORALE

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soloo42000
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Re: QUALE LEGGE ELETTORALE

Messaggio da soloo42000 »

>>Ora se ne puo' uscire da questa situazione senza ritornare al punto di partenza?


Too late, my friend.
Bisognava pensarci il 24/25 febbraio 2013 (noi elettori).
E alla bocciatura di Prodi (tutto il PD).

Adesso Renzi ha vinto le primarie.
La Corte Costituzionale ci ha gentilmente riconsegnato un sistema proporzionale puro (ma con sbarramento
al 4/8%) con preferene.

E il buon Renzi, per non soccombere al proporzionale pure con larghe intese perenni fino al riformarsi della DC al centro, ha avuto l'idea geniale di farsi guidare dalle dinamiche politiche tipiche del centrodestra.
E del tipico ricatto del: o fai come dico io o cade il governo.

E così, come vedi, si torna al vecchio porcellum appena abbattuto dalla Corte Costituzionale.
Frutto per l'appunto di tali dinamiche di centrodestra.

La proposta di Renzi, infatti, contiene:
- liste bloccate (no preferenze), circoscrizioni non piccole, ripartizione seggi nazionale (chi vota non sa chi verrà eletto della lista scelta e con quale logica premiale rispetto ai voti ottenuti).
- megapremio di maggioranza con legittimazione mediante secondo turno se nessuna delle liste supera il 35%; invece col 35,1% il vincitore si piglia il 54% dei seggi in modo legittimo al primo turno.

Peggio di così, per essere Renzi il nuovo, non poteva andare.
In pratica ci sta riproponendo la vecchia legge.

Non posso credere che non se ne sia accorto.
Per cui deduco che gli vada bene.

Ma che sia chiaro che parliamo di megaporcellum.
Altro che legge del sindaco d'Italia.

C'è, tuttavia, ancora rimedio se sarà possibile "emendare".
Premio di maggioranza assegnato o al primo turno con almeno il 51%, o al secondo turno.
Reintroduzione delle preferenze.

Torno nel mio eremo.

Salut.


soloo42000
camillobenso
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Re: QUALE LEGGE ELETTORALE

Messaggio da camillobenso »

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La nave dei folli

La nave di folli toglie gli ormeggi alla fine di marzo del 1994. In plancia il nuovo comandante che arriva fresco fresco dalla società civile, ammiraglio, grand'Uff, gran farabutt, Ghe pensi mi 1.0.

Come al solito, Cazzonia (cioè l’Italia), non aveva capito minimamente con chi aveva a che fare. Eppure, senza essere premi Nobel contemporaneamente nelle discipline sociologiche, psicologiche e psichiatriche, si capiva benissimo chi fosse quel barlafus,

Lombardo[modifica]
Sostantivo
barlafüs m inv
1. oggetto inutile, ingombrante
• ghè chì dumo barlafüs: ci son qui solo cose inutili
2. (per estensione) persona incapace e incompetente, buono a nulla

piazzista di tappeti volanti taroccati di Hardcore.

Tra l’altro amico particolare di Bettino Craxi. Solo questa amicizia avrebbe dovuto insospettire chiunque.

Peppino avrebbe detto: “Ho detto Tutto….”
http://www.youtube.com/watch?v=MLABdlCqE4U

A Milano e dintorni lo sapevano anche i sassi chi fosse quel bauscione di presidente del Milan.

Non lo sapevano gli uomini????

Lascia quindi alquanto basiti che un personaggio che viene stimato Oltreoceano, che è stato preso in considerazione da Bildelberg, dalla Trilaterale, dalla Bce, dall’Ue, che è stato presidente del Consiglio dichiari tranquillamente, tomo tomo, cacchio cacchio, come bere facilmente un bicchiere di acqua fresca : <<Io l’ho votato perché credevo che realizzasse veramente la rivoluzione liberale…..>>. Parlo ovviamente dell’ex presidente della Bocconi, Prof. Dott. Mario Monti.

Ma allora è vero che anche da adulti c’è chi crede alle fiabe di Biancanave, Cerenentola, Il lupo e i sette caprettini, Il buon affare, Gentaglia, Raperonzolo, Hansel e Gretel, Pollicino, Cappuccetto rosso.

Già negli anni ’60 i due fratelli Grimm di Via Volturno, giravano la piazza lombarda ammollando grandissime bufale da far spavento.

Tanto che il dente avvelenato con Silvietto il bufaliere, il peggiore dei due fratelli Grimm, la mente vulcanica, ce l’avevano buona parte gli imprenditori della zona.

Racconta un’amico che all’epoca faceva il barbiere privato di uno dei maggiori imprenditori di questa città di essere stato obbligato a fine servizio, dall’imprenditore e possidente, ad assistere contro la sua volontà, ad un incontro con Silvio Berlusconi, di cui ignorava l’esistenza (Berlusconi chi?), in cui l’imprenditore sestese ha esordito con questa sequela d’improperi: << Sei un farabutto, un bandito, un delinquente, un criminale, un filibustiere,…….>> mentre Silvietto seduto sul divano del salotto se la rideva allegramente come se niente fudesse,……come se gli improperi fossero rivolti ad altri, non a lui(Notare che Silvietto aveva allora 50 anni di meno e una faccia di bronzo che i bronzi di Riace se la scordano).

Berlusconi Silvio sapeva bene che gli improperi caldi caldi appena sfornati erano tutti veri, perché lui era lì di nuovo in quell’occasione con la precisa determinatezza di fottere nuovamente il vecchio imprenditore sulla vendita di terreni edificabili nel centro città ,…………senza per altro quella volta riuscirci.

Silvietto è fatto così. Lui crede che la vita e lo scopo nella vita sia quello di fottere, fottere, fottere in continuazione tutti quanti.

In Paradiso morirebbe di noia.

Vent’anni dopo,dopo aver raso al suolo il Paese, cacciato a fatica a calci nel kulen dal Senato della Repubblica, la navigazione continua, rientra in scena trionfante dalla porta principale del Pd.

Si ricomincia da capo con il capitolo della settima resurrezione secondo il vangelo di Matteo.

Era finito nelle settimane scorse in settima e ottava pagina dei quotidiani.

Cose da Angelino senza quid, che aveva tra l’altro l’incarico di svegliarlo leccandogli i piedi. Incarico oggi passato a Dudù.

Oggi torna di nuovo trionfante in prima pagina, ed essendo stato ritenuto essenziale per il proseguimento della legislatura dovremo perdere tempo ad occuparci nuovamente di lui.

Sono vent’anni che partecipiamo al gioco dell’Oca, e per la settima volta siamo tornati al via.

****

il Fatto 20.1.14
Gianfranco Pasquino
“Non è spagnolo, lì la gente sceglie chi viene eletto”

di Eduardo Di Blasi

Ma lei, se fosse il segretario di un partito, non si vorrebbe scegliere tutti quelli da portare in Parlamento? ”.
La domanda arriva a metà dell’intervista, quando il professor Gianfranco Pasquino, politologo e senatore per tre legislature consecutive dal 1983 al 1996, ha già chiarito che il sistema “spagnoleggiante” (così lo definisce) che fa capolino nel nuovo inizio Renzi-Berlusconi non risponde alle prescrizioni che la Corte Costituzionale ha messo nero su bianco con la sentenza ammazzaporcellum.

Spiega: “Quello spagnolo è un sistema proporzionale, con piccoli collegi, non un sistema maggioritario. Da noi aggiungiamo un premio di governabilità e una soglia di sbarramento all’ingresso. È un sistema ‘spagnoleggiante’, ancora in via di definizione, ma per ciò che è emerso fino ad ora ha come limite che non fa scegliere ai cittadini chi mandare in Parlamento”.

Un altro Porcellum?
Un porcellinum. Con liste più corte e un maggior numero di collegi, 118. Non so se riuscirà a garantire una governabilità. Peraltro ancora non sappiamo se il premio di maggioranza aggiungerà cinquanta, ottanta o novanta seggi alla coalizione vincente. Quel che è certo è che lascerà all’elettore solo la possibilità di decidere “contro chi” votare, non chi mandare in Parlamento.

Le liste corte non sono state cancellate dalla sentenza della Consulta...

Le liste corte no, ma se poi alle liste aggiungi ancora un premio di maggioranza, semmai non ripartito sul singolo collegio, allora il problema si pone...

La Corte segnala la necessità di prevedere un tetto entro cui far scattare l’eventuale premio di maggioranza...
Sì. Ho visto che l’ipotesi attuale è che scatti una volta superato il 35%. Mi pare un po’ poco.

Ma perchè, anche dopo la sentenza della Consulta, i partiti dovrebbero riproporre un sistema che li espone a nuove bocciature?
Ma perchè per i partiti scegliere per intero i gruppi parlamentari è una manna. Lo è stato per il Pd, per Berlusconi, ma anche per Bossi e Di Pietro. Avendo la possibilità di scegliere, metti fuori gioco le opposizioni interne. Non è un caso che Renzi incontri le maggiori difficoltà all’interno del proprio partito.

Lei preferisce il Mattarellum...
Se non altro ha il pregio di far eleggere un parlamentare per collegio. Anche se io sono per un Mattarellum “modificato” come quello proposto da Pippo Civati. Mi va bene eleggere il 75% dei parlamentari con il sistema uninominale, ma sull’altro 25% preferirei che il riparto fosse fatto al livello di collegio elettorale, di modo da premiare chi ha fatto campagna elettorale ed è finito dietro, semmai di poco.
cielo 70
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Re: QUALE LEGGE ELETTORALE

Messaggio da cielo 70 »

soloo42000 ha scritto: C'è, tuttavia, ancora rimedio se sarà possibile "emendare".
Premio di maggioranza assegnato o al primo turno con almeno il 51%, o al secondo turno.
Reintroduzione delle preferenze.
soloo42000
O fare una legge più simile a quella francese dove si mantiene il sistema uninominale.
camillobenso
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Re: QUALE LEGGE ELETTORALE

Messaggio da camillobenso »

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Legge elettorale, la sintonia di Renzi e Berlusconi: un Parlamento di nominati

Il cosiddetto "Italicum" rischia di diventare un "Maialinum": liste corte, con pochi nomi, ma pur sempre bloccate. Il rischio è di avere un altro Parlamento di nominati. Eppure Renzi diceva: "Non sono innamorato di una legge elettorale, ma di alcuni concetti: il primo è che bisogna scegliere il proprio candidato leader ma anche il proprio parlamentare"

di Diego Pretini | 19 gennaio 2014Commenti (4276)


Chi vuole dargli una certa nobiltà lo chiama Italicum. Chi va giù duro con i tecnicismi lo definisce “ispanico-tedesco“. Chi vuole bombardarlo in culla chiama il sistema elettorale sul quale si basa l’intesa tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi “Maialinum“. Un Porcellum in formato mignon. Perché il segretario del Pd dice che c’è una “sintonia profonda” con il Cavaliere praticamente su tutta la linea e tra l’altro questo basta per sentire già scricchiolare il mega-consenso raccolto a dicembre nei circoli. Se c’è “sintonia profonda” c’è anche su un punto, scavallando i meccanismi complicati su distribuzione dei seggi, soglie di sbarramento e ipotesi su sistemi francesi, tedeschi, austriaci, turchi, giapponesi. E quel punto è che ancora una volta non ci saranno le preferenze e che il Parlamento sarà di nuovo costituito da nominati dalle segreterie di partito. Le liste di nomi saranno molto più corte (5-6 e non trenta e oltre come nella Porcata fatta a fette dalla Consulta), ma il concetto non cambia di un millimetro.

Certo, le preferenze dilaniano spesso i partiti al loro interno (per effetto della concorrenza tra candidati). Certo, le preferenze non garantiscono granché sotto il profilo di una selezione della classe dirigente (Franco Fiorito arrivò nel consiglio regionale del Lazio con una vagonata di voti personali). Certo, le preferenze sono state spesso il piatto ricco con il quale la criminalità organizzata ha potuto spesso fare affari, anche per le carenze della legge sullo scambio elettorale politico-mafioso. Anche alcuni costituzionalisti sono dell’idea che la preferenza non sia affatto la panacea. “Ricordiamo Tangentopoli – diceva Augusto Barbera alcuni giorni fa in commissione Affari costituzionali alla Camera – causata dalla ricerca di ingenti risorse finanziarie necessarie per cercare voti in concorrenza agli altri candidati presenti nella stesso partito”. In più, aggiungeva nella stessa occasione la collega Ida Nicotra “aumenta i costi della politica, si piega alla logica clientelare o peggio alla malavita, espropria i partiti del compito di selezionare, e introduce una conflittualità all’interno dei partiti”.

Fin qui i difetti del sistema delle preferenze. In più c’è il parere della stessa Corte Costituzionale che, nelle motivazioni della sentenza con cui ha spogliato il sistema elettorale ideato da Roberto Calderoli riducendolo a un proporzionale, ha sostenuto che i listini bloccati con pochi nomi non sono incostituzionali perché permettono di garantire “l’effettiva conoscibilità” dei candidati “e con essa l’effettività della scelta e la libertà del voto (al pari di quanto accade nel caso dei collegi uninominali)”.

Ma poi resta la storia degli ultimi 8 anni con tre Parlamenti composti dai capi di partito, che in alcuni casi hanno dovuto scegliere i più fedeli (da Cosentino e Dell’Utri fino a Razzi e Scilipoti) e in qualche altro caso hanno dovuto scegliere con il manuale Cencelli per non far esplodere la faida delle correnti (teodem, modem, renziani, bersaniani, franceschiniani, Giovani Turchi…). Solo alle ultime politiche questo effetto è stato moderato dalle “Parlamentarie” organizzate dal Movimento Cinque Stelle, dal Pd e da Sel. Ma il risultato resta: l’elettore non può scegliere di dare forza al proprio voto, spingere il “proprio” candidato e poi controllarlo e eventualmente “sanzionarlo” (non votandolo più).

La nuova formula sulla quale partirà il confronto finale in Parlamento non c’entra più nulla con la legge elettorale di Madrid: il sistema spagnolo dovrebbe querelare, se qualcuno ancora lo accostasse alla bozza d’accordo tra i leader di Pd e Forza Italia. Si tratta di un sistema proporzionale con soglie di sbarramento nazionali: 5% per cento per chi fa parte di una coalizione, 8 per chi corre da solo. E questa è l’unica sicurezza. Sugli altri aspetti le ipotesi di tutti i giornali concordano. La governabilità è garantita da un premio di maggioranza per la coalizione che raggiunge il 35% dei voti su base nazionale: chi raggiunge quella cifra ha diritto al 20% dei seggi in più (e già qui i Cinque Stelle annunceranno probabilmente fuoco e fiamme). Se nessuno arriva al 35%, invece, i voti vengono ridistribuiti tra i partiti che sono riusciti a entrare alla Camera (unica perché il Senato si presume abolito). Infine i candidati. Il sistema Verdini-D’Alimonte prevede liste bloccate, ma corte: 4-5-6 nomi per circoscrizione (che saranno 114). Maggiore riconoscibilità degli eletti, forse, ma sempre nominati saranno.

Qualcuno nel Pd forse lo ha già capito. Ieri si era sentito Cesare Damiano, oggi ecco Gianni Cuperlo e Stefano Fassina. Certo, non proprio opinioni disinteressate nella guerra post-congressuale e nemmeno si può dire che il centrosinistra si sia scapicollato (dal 2006 a oggi) per modificare il sistema elettorale. “Non mi convince – dice Fassina – è un Porcellum truccato con tutti i difetti del Porcellum, le liste restano bloccate, è inaccettabile per i cittadini. Noi vogliamo legge elettorale con le preferenze e il doppio turno”. E allora l’ex viceministro, che studia da capocorrente e dice di essersi vergognato a vedere Berlusconi nella sede del suo partito, chiede maggiore partecipazione: “Ascoltiamo i circoli, gli iscritti del Pd. Lo Statuto prevede questa possibilità. Con internet lo possiamo fare nel giro di qualche giorno”.

Eppure Renzi diceva: “C’è un solo meccanismo di legge elettorale che funziona in Italia, quello per eleggere i sindaci. Magari un elettore di Firenze che ha votato contro di me è dispiaciuto che abbia vinto, però ha un punto di forza: un’ora dopo la chiusura dei seggi sappiamo chi è il sindaco. Ci sono dei consiglieri comunali eletti con le preferenze, che non fanno ‘inciucetti‘ di Palazzo per cambiare il sindaco. E’ l’unica legge che funziona. Non capisco perché questi scienziati continuino ad inventare dei meccanismi assurdi dal porcellum al provincellum. Giochiamola semplice. Comunque non sono innamorato di una legge elettorale piuttosto che di un’altra, sono innamorato di alcuni concetti: il primo è che bisogna scegliere il proprio candidato leader, ma anche il proprio parlamentare”. Era il luglio 2012. E’ chiaro che il segretario del Pd, per intavolare un confronto, ha dovuto presentare tre opzioni diverse (spagnolo, “sindaco d’Italia” e Mattarellum da rivisitare). Ma non è necessario innamorarsi di una legge elettorale o di un’altra. Basterebbe innamorarsi di alcuni concetti.
camillobenso
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Re: QUALE LEGGE ELETTORALE

Messaggio da camillobenso »

Domanda:

Che relazione esiste tra quanto sopra (si badi bene, se ne stanno occupando intensamente i media, stamani Agorà gli ha dedicato uno spazio notevole, immagino anche Omnibus) con tutto questo???

In quale misura abbiamo perso la dimensione umana???





ITALIA – Un’epifania non proprio ricca e un Natale triste quello dei giovani italiani. A testimoniarlo è un nuovo incremento dei suicidi nella fascia che va dai 25 ai 30 anni. Gli ultimi suicidi avvenuti a Villorba e a Varese in cui si sono suicidati rispettivamente una ragazza di 28 anni e un ragazzo di 29.

Il suicidio avvenuto avvenuto a Varese invece è stato raccontato questa mattina dal quotidiano Il Giorno. Il protagonista è un giovane perito elettronico di 29 anni che, ormai da due anni, cercava di trovare un lavoro che gli potesse assicurare un minimo di indipendenza. Centinaia i curriculum spediti, ma nessuna risposta.
Ormai questi due suicidi si vanno a sommare a quelli avvenuti anche nei giorni scorsi in tutta Italia e che hanno visto come protagonisti giovani e imprenditori strozzati dalla crisi.
Sebbene non tutti i suicidi sembrino avere una chiara connessione con la crisi, per tutti sembra ormai ovvio la causa sia legata alla crisi economica e alla disgregazione dell’individuo che ne consegue. In una società in cui lo Stato riesce a dare risposte alle aspettative dei cittadini appartenenti a tutte le fasce sociali, i suicidi diminuiscono matematicamente.

*****


IL CASO
Imprenditore edile si toglie la vita
Aveva problemi economici legati al lavoro

Aveva 55 anni, prima di spararsi ha chiamato la polizia

FIESOLE - Si è tolto la vita con un colpo di fucile. Un imprenditore edile di 55 anni si è ucciso oggi pomeriggio (sabato 18 gennaio) davanti alla sua casa a Fiesole (Firenze).

Secondo gli investigatori potrebbero essere state le difficoltà economiche legate al lavoro a spingerlo a un simile gesto.

L'uomo, secondo la prima ricostruzione, avrebbe chiamato il 113 per avvertire delle sue intenzioni. Avrebbe parlato a lungo con gli agenti, poi ha riattaccato il telefono.

E ha preso il fucile sparandosi davanti alla porta d'ingresso.

I carabinieri sono intervenuti sul posto. Sembra che l'imprenditore abbia lasciato anche un biglietto con le «accuse» a chi avrebbero «portato» al fallimento la sua ditta: parla di crediti e debiti, e di alcune banche con cui l'impresa lavorava.

*****

Notizie relative a 3,3 milioni di italiani non cercano più lavoro



Quotidiano.net


1. Eurostat: più di tre milioni di italiani non hanno unlavoro e non lo cercano
TGCOM ‎- 4 ore fa
Eurostat: più di tre milioni di italiani non hanno un lavoro e non locercano - Il ... 20:06 - Sono 3,3 milioni gli italiani che sarebbero disponibili a ...
iospero
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Re: QUALE LEGGE ELETTORALE

Messaggio da iospero »

L'art. 49 della nostra Costituzione afferma: " Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale"
Quindi si potrebbe mettere in Costituzione che i partiti devono fare le PARLAMENTARIE (ecco il metodo democratico da definire) per poi presentare le liste bloccate alle elezioni.
Non solo , consultare gli iscritti prima di prendere le decisioni di politica nazionale dovrebbe essere un normale netodo democratico.
camillobenso
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Re: QUALE LEGGE ELETTORALE

Messaggio da camillobenso »

iospero ha scritto:L'art. 49 della nostra Costituzione afferma: " Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale"
Quindi si potrebbe mettere in Costituzione che i partiti devono fare le PARLAMENTARIE (ecco il metodo democratico da definire) per poi presentare le liste bloccate alle elezioni.
Non solo , consultare gli iscritti prima di prendere le decisioni di politica nazionale dovrebbe essere un normale netodo democratico.
Sono almeno più di 50 anni che tutto questo è stato disatteso, anche se nella prima Repubblica Dc e Pci erano un poco più attenti ai problemi dei governati.

Con la fuga in massa dall'Area 51, e il successivo asilo politico nello Stivalone, tutto è stato disatteso.
aaaa42
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Re: QUALE LEGGE ELETTORALE

Messaggio da aaaa42 »

premesso che mi capita di occuparmi in verità molto poco di diritto pubblico , non mi occupo di diritto costituzionale.
busso alla porta , permesso, c è qualcuno che segue diritto costituzionale ?
a mio avviso il problema di partenza è l' equilibrio tra
REPUBBLICA PARLAMENTARE, RAPPRESENTANZA e GOVERNABILITA'.
il disegno legislativo mi sembra valido innovativo e sicuramente altra cosa rispetto alla volgarità del porcellum.
ma la validità della legge, molti hanno detto mi sembra anche il prof. rodotà dipende dai PARTICOLARI.
con questa legge il PARLAMENTO è luogo di produzioni delle leggi ?
( democrazia parlamentare ).
i partiti ANTISISTEMA sono rappresentati da questa legge con lo sbarramento all' 8% ?
( rappresentatività) ?
se ho capito i partiti in coalizioni hanno lo sbarramento 5% ?
prima era 4% , potrebbe escludere alcuni partiti vista l' esperienza pregressa.
il premio di maggioranza è sempre ANTICOSTITUZIONALE ???
se il principio costituzionale è la RAPPRESENTANZA probabilmente SI il premio è anticostituzionale, per questo si era inventato un sistema elettorale misto il Matarellum per evitare il premio di maggioranza.
inoltre il premio di maggioranza sembra molto elevato sembra 50 deputati.
nel doppio turno manca l' apparentamento, è un problema politico o costituzionale ? se è costituzionale comunque la costituzione va modificata ( titolo 5) quindi ………
in questo articolato e non banale sistema elettorale abbiamo le primarie fai da te,,… QUESTO E' BANALE MA ANCHE , MA ANCHE …STUPIDO.
ultimo questione con il sistema dei resti a livello nazionale a cuneo o a pordenone eleggo un deputato di...pantelleria...
camillobenso
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Re: QUALE LEGGE ELETTORALE

Messaggio da camillobenso »

Senza via di scampo

Alla fine non ci si deve lamentare più di tanto se rispetto ad altri Paesi della Ue siamo all’interno di una grandissima crisi irreversibile di tipo economico, finanziaria, produttiva, occupazionale, sociale, giudiziaria, etica e morale.

Da anni, siamo stati prede CONSENZIENTI, ripeto CONSENZIENTI, dell’uso dell’imbecillità gratuita come strumento primario per sottomettere e sgovernare un popolo.

Non possiamo fare come di solito si fa, dare la colpa ad altri. Non è colpa né degli spagnoli, né degli svizzeri, né degli irlandesi,…. ma è solo colpa nostra per aver accettato l’uso continuato ed indiscriminato da parte della casta dell’imbecillità per dominarci.

Spesso direi anche per annientarci, se devo fare riferimento alla sequenza di suicidi degli ultimi anni. Da parte di chi è stato spinto in un vicolo cieco senza via di scampo.

Una data cruciale per l’uso diffuso dell’imbecillità è l’anno 1994, quando si affacciano sulla scena politica personaggi come Berlusconi e i nipotini di Togliatti. Quella data è cruciale perché viene siglato un patto segreto tra Pds e FI 1.0, per la spartizione del potere.

Qualche dubbio su di un inevitabile patto scellerato emerge quando la “sinistra” dell’epoca balbetta sulle motivazioni della mancata promulgazione della legge sul conflitto d’interesse.

Più in là negli anni, verremo a conoscenza di un accordo tra i due maggiori partiti della seconda Repubblica, attraverso il discorso alla Camera di Luciano Violante nel 2003.

Nell’aprile scorso, da un’intervista sul Manifesto abbiamo appreso :

Vent'anni fa un ordine salvò Berlusconi

ANDREA FABOZZI - 03.04.2013

Intervista a Luigi Saraceni: ecco come andò il voto in giunta nel '94, dal Pds-Progressisti l'input a ignorare la legge. Il verbale integrale della seduta decisiva è ancora off-limits. Appello alla presidente Boldrini: lo renda pubblico

Una legge già vecchia, all'epoca, di quasi quarant'anni, scritta nell'anno di nascita di Carosello quando la Rai tv aveva un solo programma, nemmeno diffuso su tutto il territorio nazionale. Ma pur sempre una legge valida e in vigore - il Dpr 30 marzo 1957 n° 361 - che i deputati di centrosinistra e centrodestra decisero.

Imprenditore proprietario di tre televisioni e dunque certamente «vincolato con lo Stato per contratti di opere o di somministrazioni, oppure per concessioni o autorizzazioni amministrative di notevole entità economica» cioè nella condizione prevista dalla legge per essere dichiarato ineleggibile. Salvare Berlusconi, racconta oggi Luigi Saraceni che nel '94 era capogruppo dei Progressisti (Pds e alleati) nella Giunta per le elezioni, fu una decisione politica presa contro il dettato della legge. Una decisione che il centrosinistra condivise con Forza Italia malgrado non ci potessero essere dubbi che l'effettivo titolare della concessione pubblica, e dunque l'ineleggibile, fosse proprio Berlusconi.consapevolmente di ignorare quel famoso 20 luglio 1994 quando per la prima volta alla camera ratificarono l'elezione di Silvio Berlusconi.


Per dominare 60 milioni di persone in questo ventennio si è fatto largo uso dell’impiego dell’imbecillità.

Inutile negarlo, perché ancora in queste ore sta trionfando.

Ha scritto ieri Diego Pretini per Il Fatto:

Chi vuole dargli una certa nobiltà lo chiama Italicum. Chi va giù duro con i tecnicismi lo definisce “ispanico-tedesco“. Chi vuole bombardarlo in culla chiama il sistema elettorale sul quale si basa l’intesa tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi “Maialinum“. Un Porcellum in formato mignon. Perché il segretario del Pd dice che c’è una “sintonia profonda” con il Cavaliere praticamente su tutta la linea e tra l’altro questo basta per sentire già scricchiolare il mega-consenso raccolto a dicembre nei circoli. Se c’è “sintonia profonda” c’è anche su un punto, scavallando i meccanismi complicati su distribuzione dei seggi, soglie di sbarramento e ipotesi su sistemi francesi, tedeschi, austriaci, turchi, giapponesi. E quel punto è che ancora una volta non ci saranno le preferenze e che il Parlamento sarà di nuovo costituito da nominati dalle segreterie di partito. Le liste di nomi saranno molto più corte (5-6 e non trenta e oltre come nella Porcata fatta a fette dalla Consulta), ma il concetto non cambia di un millimetro.

Certo, le preferenze dilaniano spesso i partiti al loro interno (per effetto della concorrenza tra candidati).

Certo, le preferenze non garantiscono granché sotto il profilo di una selezione della classe dirigente (Franco Fiorito arrivò nel consiglio regionale del Lazio con una vagonata di voti personali).

Certo, le preferenze sono state spesso il piatto ricco con il quale la criminalità organizzata ha potuto spesso fare affari, anche per le carenze della legge sullo scambio elettorale politico-mafioso.

Anche alcuni costituzionalisti sono dell’idea che la preferenza non sia affatto la panacea.

“Ricordiamo Tangentopoli – diceva Augusto Barbera alcuni giorni fa in commissione Affari costituzionali alla Camera – causata dalla ricerca di ingenti risorse finanziarie necessarie per cercare voti in concorrenza agli altri candidati presenti nella stesso partito”.

In più, aggiungeva nella stessa occasione la collega Ida Nicotra “aumenta i costi della politica, si piega alla logica clientelare o peggio alla malavita, espropria i partiti del compito di selezionare, e introduce una conflittualità all’interno dei partiti”.


Ma compito di chi si atteggia a nuovo padre della Patria è di andare a ricercare soluzioni opportune ed obbligate per tentare di incrementare il consenso dei partiti, che Pagnoncelli ha stabilito nel 2 % mentre Ilvo Diamanti al 5 %.

Lasciare nuovamente la scelta dei candidati in mano ai partiti, lascerà il segno, quando gli italiani se ne renderanno conto.

Mentre in un’intervista il Prof. Pasquino, politologo, ex senatore Ds ha dichiarato:

…..certo è che lascerà all’elettore solo la possibilità di decidere “contro chi” votare, non chi mandare in Parlamento

Che non ci sia più niente da fare, che non possa esistere la minima speranza di cambiamento, ce l’ha confermato ieri sera la parlamentare renziana Simona Bonafè, ex portavoce di Renzi nelle passate primarie, quando ha confermato l’eterna predisposizione alla truffa, dichiarando che l’Italicum serve AI CITTADINI ITALIANI.

La spudoratezza di questi quarantenni nel raccontare balle megagalattiche è la stessa dei cinquantenni e dei sessantenni, come Formigoni anch’egli presente a Piazzapulita.

L’imbecillità regna e domina sovrana, ma quello che è più grave è che in un momento come questo non ci sia la minima capacità e volontà di uno scatto d’orgoglio.

Ti raccontano idiozie conclamate e và bene così.

E se non è la Bonafè, è Giachetti di prima mattina, poi Renzi nel pomeriggio, e infine Nardella dalla Gruber in serata.

Se questo è il nuovo, significa che siamo tutti clinicamente impazziti.

Il blocco delle preferenze è una precisa volontà/vittoria del solito Berlusconi, che ha una fortissima necessità di nominare personaggi di un certo tipo.

Ergo, và bene così, AVANTI SAVOIA.
lucfig
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Iscritto il: 22/02/2012, 10:21

Re: QUALE LEGGE ELETTORALE

Messaggio da lucfig »

Non cambia nulla.
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