quo vadis PD ????

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erding
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da erding »

Berlusconi: “Non sono riforme di Renzi, ma le nostre fin dalla discesa in campo

Il leader di Forza Italia alza i toni per riappropriarsi della paternità della riforma e tentare di dettare l'agenda, attraverso comunicazioni telefoniche al partito. E non risparmia le critiche ai magistrati: "Il Pd ha costruito con il suo braccio giudiziario, Magistratura democratica, un percorso record per costruire una sentenza infondata"
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 25 gennaio 2014


La “perfetta sintonia” tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi sulla riforma elettorale c’è, ma il leader di Forza Italia alza i toni per riappropriarsi della paternità della riforma: “Dopo venti anni di insulti forse abbiamo trovato l’interlocutore nel nuovo leader del partito principale che si oppone a noi. Con lui abbiamo avviato un processo di riforme che non sono le riforme di Renzi ma le nostre stesse riforme fin dalla nostra discesa in campo”. Berlusconi, intervenuto telefonicamente a un incontro del partito a Napoli, ha aggiunto: “Ora speriamo di poter andare avanti sulle riforme e faremo di tutto per non rimanere delusi anche questa volta. Troppe volte la generosità del centro destra è stata ripagata con l’odio politico e l’invidia degli avversari. Alcune delle riforme sono quelle che approvammo già in Parlamento e che la sinistra cancellò con un referendum sciagurato. Altrimenti, l’Italia sarebbe un Paese moderno già da anni”.

Il leader di Forza Italia, per il secondo giorno consecutivo, tenta di dettare l’agenda attraverso comunicazioni telefoniche al partito. Lo aveva fatto già ieri, durante l’assemblea provinciale a Potenza, per attaccare la magistratura. E proprio sull’attività delle toghe, è tornato oggi: ”In questi ultimi mesi pur di eliminare Silvio Berlusconi il Pd ha costruito con il suo braccio giudiziario, Magistratura democratica, un percorso record per costruire una sentenza infondata, ignobile, scandalosa, senza riguardo per la verità e il diritto alla difesa”.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/01 ... re/857223/

Con sommo disprezzo della ragione, della coerenza, della giustizia, un branco di spudorati difendono le loro posizioni privilegiate sulla pelle degli italiani.
pancho
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da pancho »

Amadeus ha scritto:pancho tu la gente di destra evidentemente non la frequenti o non la conosci .
un consistente blocco non voterà MAI PD, anche se c'è Renzi, non andrà mai a "sinistra"( e lascia stare che non c'è rimasto niente di sinistra, questo loro non lo percepiscono) .
i predellini probabilmente starebbero a casa ma l'elettorato di dx è vasto e vario.
siamo "noi" a vedere la tendenza di Renzi verso destra ma ti assicuro che da destra è, e rimane, un' evoluzione dei "comunisti".
Certo, la gente di destra non amo frequentarla. Casomai dovessi trovarsi nel mezzo, sara' solo per un caso fortuito.

Pero', cara amica, la conosco bene questa gente(almeno nella mia citta)ed e' per questo che subito dopo le votazioni primarie non mi son stupito piu' di tanto nel vederla ai seggi delle primarie. Questo, mi sembra gia' di averlo fatto notare subito dopo.

Se dalle tue parti succede al contrario, anche qui non mi stupisce piu' di tanto se per sinistra intendono il PD. Non son piu' i tempi di Li Causi de la Portella della Ginestra se incorrono in questo errore.
C'est la vie, mon ami. Purtroppo e' cosi'.


un salutone da Juan il companeros
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da camillobenso »

erding ha scritto:Berlusconi: “Non sono riforme di Renzi, ma le nostre fin dalla discesa in campo

Il leader di Forza Italia alza i toni per riappropriarsi della paternità della riforma e tentare di dettare l'agenda, attraverso comunicazioni telefoniche al partito. E non risparmia le critiche ai magistrati: "Il Pd ha costruito con il suo braccio giudiziario, Magistratura democratica, un percorso record per costruire una sentenza infondata"
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 25 gennaio 2014


La “perfetta sintonia” tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi sulla riforma elettorale c’è, ma il leader di Forza Italia alza i toni per riappropriarsi della paternità della riforma: “Dopo venti anni di insulti forse abbiamo trovato l’interlocutore nel nuovo leader del partito principale che si oppone a noi. Con lui abbiamo avviato un processo di riforme che non sono le riforme di Renzi ma le nostre stesse riforme fin dalla nostra discesa in campo”. Berlusconi, intervenuto telefonicamente a un incontro del partito a Napoli, ha aggiunto: “Ora speriamo di poter andare avanti sulle riforme e faremo di tutto per non rimanere delusi anche questa volta. Troppe volte la generosità del centro destra è stata ripagata con l’odio politico e l’invidia degli avversari. Alcune delle riforme sono quelle che approvammo già in Parlamento e che la sinistra cancellò con un referendum sciagurato. Altrimenti, l’Italia sarebbe un Paese moderno già da anni”.

Il leader di Forza Italia, per il secondo giorno consecutivo, tenta di dettare l’agenda attraverso comunicazioni telefoniche al partito. Lo aveva fatto già ieri, durante l’assemblea provinciale a Potenza, per attaccare la magistratura. E proprio sull’attività delle toghe, è tornato oggi: ”In questi ultimi mesi pur di eliminare Silvio Berlusconi il Pd ha costruito con il suo braccio giudiziario, Magistratura democratica, un percorso record per costruire una sentenza infondata, ignobile, scandalosa, senza riguardo per la verità e il diritto alla difesa”.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/01 ... re/857223/

Con sommo disprezzo della ragione, della coerenza, della giustizia, un branco di spudorati difendono le loro posizioni privilegiate sulla pelle degli italiani.

Il tastierista fulminante di Firenze è stato velocissimo a rispondere con Letta, Fassina, Cuperlo.

Non altrettanto con papà Silvio.

Vediamo se risponderà oggi, davanti all'appropriazione indebita di Silviolo.
camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

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Repubblica 26.1.14
Renzi fa muro sulle preferenze “Sono fuori dall’accordo votato”
Ma la minoranza pd dà battaglia
di Francesco Bei

LE PREFERENZE non fanno parte dell’accordo votato anche in direzione: nessuno spazio per iniziative non concordate », ammonisce il segretario nei suoi colloqui riservati in vista della riunione di oggi dei membri democrats della commissione affari costituzionali. Insomma, l’apertura di Enrico Letta sulle preferenze viene sonoramente bocciata. Ma su ventuno componenti i renziani sono soltanto otto, quindi l’esito del vertice — in cui si dovranno discutere eventuali emendamenti da presentare domani in commissione — non è affatto scontato. La minoranza è infatti sul piede di guerra e non intende mollare. «Noi — spiega Alfredo D’Attorre — faremo la nostra battaglia alla luce del sole. Se volessimo far fallire la riforma basterebbe un’imboscata con il voto segreto. Gli aut aut di Renzi non servono. Andare alle urne con la legge partorita dalla sentenza della Consulta sarebbe un disastro per la vocazione maggioritaria del Pd. Non conviene neanche a Matteo».
Convinti di farcela, grazie alla sponda con Ncd, Sel e Scelta Civica, i bersaniani stanno preparando tre emendamenti che puntano tutti a far saltare le liste bloccate: preferenze, collegi uninominali, primarie obbligatorie per legge.Ma il muro eretto da Renzi è per ora invalicabile. «I mal di pancia sono naturali — ha detto ieri ai suoi — ma il Pd ha deciso e non si torna indietro: chi vuole riportare tutto sempre a capo non sa quale occasione rischia di farci perdere. Sono le cose per le quali hanno votato milioni di italiani alle primarie del Pd». Il segretario, con una serie di tweet, ieri ha aperto soltanto alla possibilità di eliminare il divieto di candidature multiple. Per ora non ci sono, ma «non mi ci immolo (come ballottaggio, premio, sbarramenti)», cinguetta Renzi assicurando comunque che il Pd «non farà MAI candidature multiple». In effetti, parlando con gli sherpa che per il Pd e Forza Italia stanno seguendo la partita, questa piccola concessione per sbloccare un po’ le liste (e tutelare i leader a rischio) potrebbe passare. Come pure, alla fine del negoziato, non si esclude che lo sbarramento al 5% per chi si coalizza possa scendere al 4% o che la soglia per accedere al premio di maggioranza possa salire verso il 37-38 per cento. A patto però cheil resto marci in fretta. Un interesse questo anche del Quirinale. Nei suoi contatti con Renzi il capo dello Stato avrebbe infatti chiesto di approvare la riforma il prima possibile, possibilmente cercando di tenere unita la maggioranza.
Al segretario del Pd sta invece a cuore portare a casa tutto «il tris» di provvedimenti che fanno partedel pacchetto concordato con il Cavaliere. «La riforma storica — ha ribadito ieri istruendo il suo staff — non è la legge elettorale ma tutto il tris: Senato senza indennità, lotta alle disfunzioni regionali, garanzia del bipolarismo. Su questo dobbiamo battere, altrimenti la gente non capisce il valore straordinario di questo accordo ». Quanto ai tempi, «una settimana fa — ha ricordato il leader dem — eravamo all’incontro con Berlusconi. Oggi abbiamo approvato già un testo base. C’è voluto tempismo, energia, visione». Una visione condivisa nell’altro campo, quello dei berlusconiani. Come fa notare il presidente della commissione affari costituzionali, Francesco Paolo Sisto: «Se l’Italia vuole guarire deve prendere l’antibiotico di un vero bipolarismo. E deve prendere tutta la scatola, non si può scegliere una pasticca sì e un’altra no».
Certo, superare il FUP, il fronte unito delle preferenze, non sarà semplice. Gli alfaniani ad esempio, pur avendo firmato e votato iltesto base, lunedì depositeranno un emendamento “alla tedesca” che introduce il 50% di collegi uninominali e il restante 50% di liste proporzionali con due preferenze, un maschio e una femmina. Sperano su questa “mediazione” di tirarsi dietro tutti gli altri. Lo stesso emendamento potrebbe ricomparire a sorpresa in aula enon è detto che una parte di Forza Italia — con il voto segreto — non si lasci tentare. Nelle file dei deputati forzisti sta infatti crescendo il malcontento verso l’Italicum. L’hanno ribattezzata «la legge dei numeri primi», perché, se Forza Italia non dovesse vincere il premio di maggioranza, nei collegi passerebbero soltanto i 122 capilista. Per i numeri due della lista non ci sarebbe scampo, figuriamoci la sorte dei numeri tre e di quelli a scendere: semplici riempitivi. E non ha rassicurato i più la promessa (o minaccia) fatta da Denis Verdini ai parlamentari: «Cercheremo di mettere i migliori di voi come capilista». Oltretutto anche le donne, a cui è stata promessa l’alternanza di genere, sono sul piede di guerra per lo stesso motivo. «Con questo Porcellum camuffato — sbotta una forzista alla seconda legislatura — o ci mettono capolista o torniamo tutte a casa».
L’altro scoglio sulla riforma è un meccanismo che sta mettendo a punto la minoranza Pd, conl’accordo anche di socialisti e Sel. Sono le primarie o parlamentarie regolate per legge. Ma potrebbero anche essere facoltative, sul modello toscano. E in effetti proprio alla «legge toscana del 2005 sulle primarie» si è richiamato ieri il segretario socialista Nencini, ricevendo gli applausi del congresso di Sel. Insomma il “FUP” è più attivo che mai e sperimenta inediti assi trasversali. E tuttavia anche i sostenitori delle preferenze ammettono che fermare il treno della riforma non sarà semplice. Quando venerdì è stato approvato il testo base, nella barberia di Montecitorio l’udc Ferdinando Adornato confidava a un collega centrista: «Se abbassano lo sbarramento al 4% e alzano la soglia per il premio al 38% la riforma passa in un minuto, La battaglia di bandiera sulle preferenze la faremo, insieme ad Alfano e agli altri, ma dobbiamo dirci la verità: chi se la prende la responsabilità di far fallire questa riforma? Saremmo travolti tutti da Grillo. Tutti, nessuno escluso».
camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

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Corriere 26.1.14
Il ministro Del Rio e i rapporti premier-Renzi
«Letta non chieda la legge sul conflitto di interessi»
intervista di Monica Guerzoni

«Se Renzi chiede la Luna questo governo non gliela può dare... Ma se il premier chiede al Pd la Luna, o una legge sul conflitto di interessi, è chiaro che anche questo non si può ottenere»: Graziano Delrio, ministro per gli Affari regionali, in un’intervista al Corriere auspica che sia Letta sia il segretario del Pd si assumano «un pezzo delle responsabilità dell’altro» perché, altrimenti, «ci rimette il Paese». Intanto Renzi insiste: sulle riforme non si torna indietro.

ROMA —«Se Renzi chiede la luna questo governo non gliela può dare... Ma se il premier chiede al Pd la luna, o una legge sul conflitto di interessi, è chiaro che anche questo non si può ottenere». È la metafora con cui il ministro Graziano Delrio, Affari regionali, chiede a Renzi di lasciar lavorare Letta sul fronte economico e sociale e al capo del governo di star lontano dalla legge elettorale: «È un momento delicato, è importante che ognuno assuma un pezzo delle responsabilità dell’altro. Se non si conciliano le posizioni, ci rimette il Paese».
Tra Renzi e Letta è resa dei conti?
«No, io credo di no. Gli italiani ci chiedono due cose, un quadro politico solido e la soluzione di problemi molto seri come la disoccupazione. Il campo da gioco è molto largo e ognuno deve fare la sua parte. L’iniziativa di Renzi sulle riforme ha dato al Parlamento un’occasione d’oro per dimostrare che la politica è in grado di passare il guado e di ritrovare dignità. Non possiamo fallire ancora».
Letta ha detto no alle liste bloccate e Renzi ritiene «tecnicamente possibile» votare durante il semestre.
«Da ministro dello Sport ricordo che ci sono squadre che possono vincere anche quando i due calciatori più forti non si parlano negli spogliatoi. La cosa importante è giocare per il Paese, per battere la crisi e far ripartire l’occupazione».
Ci riusciranno? Letta sembra soffrire il «fattore Renzi».
«Le sue ambizioni personali non sono state mai così lontane, altrimenti Matteo avrebbe fatto altre scelte e aveva gli strumenti per farle. Sulla legge elettorale Renzi ci ha messo la faccia rischiando grosso, il passaggio con Berlusconi non è stato indolore».
È vero che quando non si parlano è lei che fa da ponte telefonico?
«Sono uno di quelli che parlano con tutti e due».
Avrà capito se Renzi vuole davvero votare durante il semestre...
«Così non è. Ma se non riusciamo ad approvare le riforme il rischio per la legislatura sarà molto alto. Se non si arriva in fondo al processo costituente, le elezioni anticipate si avvicinano. Grillo è rimasto fuori dal processo proprio con la speranza di assistere all’ennesimo fallimento della politica».
La sua ricetta per scongiurarlo?
«Credo che il governo dovrebbe tenere un atteggiamento molto prudente a entrare dentro la dinamica delle riforme. È un governo di larga coalizione, anche se adesso meno ampia, in Parlamento ci sono i partiti e il lavoro sulla legge elettorale spetta a loro».
Letta non doveva rompere il silenzio? Non doveva dire la sua contro le liste bloccate?
«La questione non è che Letta non può o non deve dire la sua, così come è impensabile che il Pd non si esprima sull’agenda di governo. Ma se il Pd e il governo chiedono la luna...».
La luna sono le preferenze?
«Le opinioni sono legittime, però ci vuole buon senso. Tutti sanno che qualsiasi avanzamento sulla legge elettorale va fatto d’intesa con coloro che hanno sottoscritto il testo».
E se Berlusconi fa muro?
«Chi vuole modificare il testo costruito con tanta abilità deve essere in grado di proporne uno migliore. Se la minoranza del Pd o i colleghi del governo trovano un punto di sintesi migliore se ne facciano carico. Cerchiamo di essere onesti dal punto di vista della memoria, Renzi ha tenuto fede al suo impegno di non compromettere la durata del governo. Il suo punto di sintesi non umilia il Nuovo centrodestra e l’argomento della legge elettorale come pericolo per il governo è stato tolto dal piatto».
Letta si fida di Renzi?
«Ho parlato con il premier, sa bene che il pacchetto delle riforme può consacrare Renzi come colui che ha dato il via alla Terza Repubblica, ma sa anche che non può metterlo in condizione di concorrere per il governo a breve scadenza. È chiaro che il capo dello Stato può sempre sciogliere le Camere se il premier ritiene di non avere più la fiducia, ma le riforme sono un antidoto al voto anticipato».
Il suo appello ai duellanti?
«Cerchiamo di essere ottimisti e facciamo un po’ di autocritica, senza nasconderci che abbiamo bassi indici di fiducia da parte degli italiani. Il governo dovrebbe imprimere uno scatto alla forza della sua azione e renderla più incisiva, come ha fatto Hollande».
Letta rivendica i risultati.
«I risultati sulla stabilizzazione finanziaria ci sono ed è stato faticoso raggiungerli, ma non vengono percepiti dalla popolazione. Come la politica ha fatto uno scatto in avanti con l’iniziativa di Renzi, così il governo deve cambiare passo sotto la regia del premier».
Per cambiare di passo serve il Letta bis, ma il premier non può farlo finché Renzi non ci mette la faccia».
«È ovvio che, nel momento in cui il Pd darà un contributo forte al programma, dovrà anche sostenere il governo in modo convinto. Il Pd deve fare nei suoi organi un ragionamento diretto e franco, lo deve al Paese. Non si può essere ambigui. Una volta approvata la legge elettorale il segretario metterà la faccia anche sul rilancio, ama l’Italia e capisce che vale più di ogni cosa».
Sulle preferenze si litiga...
«Se ne parla troppo, non sono il totem della democrazia. Il Pd ci sta mettendo un’enfasi enorme rispetto alla sua linea di sempre».
In commissione il Pd è diviso, c’è il rischio franchi tiratori in Aula?
«Dopo la vicenda penosa di Prodi c’è sempre questo rischio e porterebbe diritti al fallimento del progetto. A quel punto andare verso il voto anticipato, che per mesi abbiamo cercato di scongiurare, sarebbe molto facile».
Monica Guerzoni
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da camillobenso »

Se avanzo seguitemi,......se indietreggio copritemi...


http://www.youtube.com/watch?v=gvflllnNHV8
Goldrake non va a Riccione per evitare i fischi


TG7
http://tg.la7.it/cultura_e_societa/video-i793181
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Re: quo vadis PD ????

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Il segretario del Pd deve rassegnare, seduta stante, le dimissioni.
camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da camillobenso »

camillobenso ha scritto:Il segretario del Pd deve rassegnare, seduta stante, le dimissioni.

E’ di soli cinque giorni fa la notizia che la Procura di Milano iscrive nel registro degli indagati SB per l’indagine del Ruby Ter. Ed ecco subito la contromossa.

“Non l’ha messo in dubbio la Procura, non l’aveva messo in dubbio messo la difesa di Berlusconi, non l’avevano smentito i genitori, neppure la stessa Ruby di essere nata il primo novembre del 1992 a Feky Ben Salah. Ora il discusso e chiacchierato ministro Mohammed Mubdii <<rivela>> che la connazionale Karima El Mahroug era maggiorenne quando frequentava i balletti hard del bunga bunga nella residenza di Arcore dell’allora premier italiano.”

Inizia così l’articolo di Giuseppe Guastalla a pagina 6 del cartaceo del Corriere della Sera di oggi.

Dal Corriere.it
IL CONSOLATO A MILANO HA CHIESTO I DOCUMENTI PER VALIGIA DIPLOMATICA
«Ruby? Nel febbraio 2010 già maggiorenne»
Il ministro della Funzione pubblica del Marocco Mobdii: «Conservati i file della sua nascita. Temevamo furti»

http://www.corriere.it/cronache/14_genn ... 8f80.shtml


E questo signore, il gran corruttore di Hardcore dovrebbe essere uno dei padri della Patria della Terza Repubblica?

La seconda è nata male a causa della sua presenza sin dall’inizio.

E bisogna fare accordi con gente di questo genere???

Se sì, allora liberate anche don Totò u’ curtu, così con Verdini fa il quarto a scopa.
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Re: quo vadis PD ????

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IL RENZUSCONI I - 1



L’INTERVISTA ALL’EX DIRETTORE DI TG4 E STUDIO APERTO DOPO LA DISCESA IN POLITICA
Toti: Forza Italia ha bisogno di aria fresca. «Sì a un governo di scopo, può guidarlo anche Renzi»
L’investitura di Berlusconi in beauty farm: «Ho perso 4 cm di girovita. Io cooptato? Questo è un partito in cui sceglie Berlusconi»



ROMA - Per Berlusconi fu un ipermercato, per lui è stata una beauty farm di lusso. C’è sempre un luogo a segnare visivamente una discesa in campo, e 20 anni dopo a Giovanni Toti ne è toccato uno tanto comodo quando pericoloso. La sua foto accanto a Silvio Berlusconi sul balcone di Villa Paradiso - in all black il Cavaliere, in tuta candida del resort lui - simboleggia una consacrazione, ma rischia di fare del nuovo prediletto del Capo una figura con meno autorevolezza di quanto il ruolo di consigliere politico, magari di numero due, imporrebbe. Forse è per questo che l’ex direttore di Tg4 e Studio Aperto sceglie l’autoironia: «Stavo pensando che in tuta bianca potrei fare la campagna elettorale per le Europee, potrebbe essere un’idea: d’altronde, in questi giorni di dieta ho già perso 4 centimetri di girovita, ne vado fiero...».
È scherzandoci su che ci si prepara a diventare l’anti-Renzi?
«Non mettiamola così, io non sono l’anti-Renzi».
E chi è l’uomo che ha provocato un mezzo terremoto in Forza Italia?
«Sono un professionista che ha lasciato il lavoro che amava e che ha scelto la politica non per interesse o per avere un ruolo, ma per la constatazione che la grande richiesta di cambiamento che viene dal Paese spinge anche noi della società civile a metterci in gioco. Renzi da una parte, Berlusconi dall’altra, hanno capito questa esigenza. E quando il presidente ha chiamato i moderati, i professionisti, gli imprenditori ad un impegno, ho detto sì».

Berlusconi si rilassa sul lago
Berlusconi si rilassa sul lago Berlusconi si rilassa sul lago Berlusconi si rilassa sul lago Berlusconi si rilassa sul lago Berlusconi si rilassa sul lago
Quindi lei non aspira a galloni sul campo?
«Lo dico brutalmente: non me ne frega niente degli incarichi, di fare il segretario o il coordinatore unico: mi interessa esserci quando Berlusconi chiede di far entrare aria fresca in un partito che - con un allargamento a persone nuove senza alcuna rottamazione - deve competere con il Pd che il suo cammino di rinnovamento lo sta facendo a grandi passi».
Perché c’è tanta diffidenza in FI nei suoi confronti?
«Non so perché la nutrono, ma so che se lo fanno sbagliano. Non si può aver paura delle novità, si chiamino Toti, Cattaneo o Mario Rossi. E sbagliano alla grande a non aver capito la volontà profonda di Berlusconi, il suo entusiasmo che si concretizza nel ritorno allo spirito di FI e nel rinnovamento e allargamento della classe dirigente. Da temere c’è solo la chiusura, mai l’apertura a spinte nuove».

Dentro il resort di lusso dove Berlusconi si rimette in forma
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Lei fa un parallelo con il Pd, ma loro fanno primarie, coinvolgono milioni di elettori: lei appare come un uomo dell’azienda cooptato dal capo.
«Che io arrivi dall’azienda non è determinante, io sono un giornalista e in questo ruolo ho conosciuto Berlusconi. Poi, niente ipocrisie: ogni partito si rinnova con dinamiche proprie del suo Dna. Non è che la scelta attuale di Berlusconi di nuove personalità da affiancare alla classe dirigente sia diversa da quelle del passato... L’ultimo congresso di FI si è tenuto nel ‘98, i parlamentari sono stati eletti con il Porcellum, tutte le scelte in tutti i ruoli sono state di Berlusconi e solo sue ed è lui il motivo per cui il 95% degli elettori ha sempre scelto Pdl o FI. Ricordo infine che all’ultimo Consiglio nazionale a lui sono stati dati tutti i poteri: mettere le sue scelte in discussione oggi non mi sembra nè logico nè generoso».
Ma lei alla fine che farà? Guiderà questa sorta di Comitato-segreteria ristretto?
«Io vorrei contribuire al programma e al progetto, più importanti di qualsiasi organigramma. Comunque penso a una gestione collegiale di FI, magari un comitato ristretto con dentro capigruppo, responsabili delle principali aree organizzative, esponenti delle diverse sensibilità di un partito grande come il nostro. Io non voglio rapportarmi agli altri come vice Berlusconi, vorrei essere la persona che coagula una squadra che affiancherà Berlusconi nella costruzione della proposta politica da offrire al Paese».
Nel Comitato c’è posto anche per Verdini, per Fitto?
«Io ci vedo tutti quelli che il presidente vorrà metterci. È manicheo mettere in contrapposizione me a Verdini, a Fitto che è stato un bravissimo ministro, un dirigente molto amato e che deve continuare a esserlo».
Si è detto che la sua ascesa serve anche per ricucire i rapporti con Alfano e i suoi. Ed è vero che la De Girolamo sta tornando a casa?
«Il rientro della De Girolamo non mi sembra all’ordine del giorno, non vedo per quale motivo politico ad oggi dovrebbe avvenire. Nel Ncd hanno sbagliato moltissimo: umanamente, rompendo con Berlusconi in un momento drammatico dopo che lui aveva dato loro tutto; politicamente, perché hanno indebolito la posizione dei moderati nel governo; strategicamente, visto che con l’accordo Renzi-Berlusconi si va verso un inevitabile e forte bipolarismo».
Ma?
«Ma se guardo ai sondaggi vedo che il centrodestra vince solo se è unito. E se penso a Berlusconi, lo penso come il federatore dei moderati italiani, l’unificatore dell’unificabile, sempre. Perché l’obiettivo è vincere. Bisognerà ritrovare un dialogo con tutte le anime del centrodestra, Ncd ma anche Fratelli d’Italia, Lega».
Sinceramente, pensate ancora al voto subito?
«Secondo me, prima si va al voto e meglio è, perché questo governo non è in grado di dare risposte al Paese con una legge di Stabilità timida e inefficace, con un caso al giorno, con dimissioni di ministri, guerre intestine nel Pd e il dubbio se Renzi lo appoggi davvero. Ogni mese è un mese perso».
Ma non dovete fare la legge elettorale e le riforme?
«Per me la soluzione migliore sarebbe un governo di scopo per fare la legge elettorale: si vota e chi vince imposta e fa le riforme, a partire da quella del lavoro».
Un governo di scopo con chi, con Renzi premier?
«Abbiamo fatto un governo con un esponente del Pd una volta, non sarebbe un problema una formula di questo tipo, se l’obiettivo è chiaro».
E poi alle elezioni con chi andreste? Berlusconi è incandidabile. Marina forse?
«Bisognerebbe parlarne con lei, ma ha sempre detto che avrebbe voluto restare in azienda... Una cosa è certa. Berlusconi è e sarà il nostro leader, nessuno pensi di privare i moderati in campagna elettorale del proprio punto di riferimento. Quando vinceremo le elezioni, faremo una forte squadra di governo. E sarà il governo di Berlusconi».

28 gennaio 2014
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Paola Di Caro

http://www.corriere.it/politica/14_genn ... d399.shtml
paolo11
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da paolo11 »

camillobenso ha scritto:Il segretario del Pd deve rassegnare, seduta stante, le dimissioni.
...............
Caro camillobenso.Renzi ogni volta che andava in TV diceva che dovevano essere i cittadini a scegliere i propri candidati,non le segreterie.
A questo punto è credibile questa persona?
Ciao
Paolo11
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