quo vadis PD ????
Re: quo vadis PD ????
http://www.sandrazampa.it/media/vi-segn ... _7038.html
Non è questa la legge che il PD avrebbe voluto, ma ora dobbiamo restare uniti e non possiamo fallire
gen 28, 2014
Stiamo vivendo ore decisive e complesse. La riforma della legge elettorale, uno dei tre punti del pacchetto che contiene anche le riforme costituzionali, come il superamento del bicameralismo perfetto, è punto cruciale per consentire al Paese un nuovo passo e un nuovo respiro.
Il rischio che salti il tavolo è grande. Drammatiche sarebbero le conseguenze, non solo per il PD, ma per il Paese, che si troverebbe ad andare alle urne con la legge che ci ha consegnato la Corte Costituzionale, una legge peggiore del Porcellum, che ci ha riportato indietro di più di vent’anni, alla Prima Repubblica.
Una legge che priverà i cittadini del diritto di scegliersi il Governo, e che li farà vivere avvolti nella melassa delle grandi intese, come regola e non come eccezione.
Una legge incapace di rimuovere gli ostacoli che da troppo tempo attendono un reale superamento, per permettere all’Italia di cambiare. Il cosiddetto “Italicum”, frutto di un’intesa tra Renzi e Berlusconi, non è la legge che il Partito Democratico avrebbe voluto.
La carenza più grave resta quella relativa alla scelta del candidato da eleggere, che solo in parte sarà ovviata dalle Primarie annunciate da Renzi.
Ma la situazione politica e sociale ci impone di non fallire.
L’opinione pubblica non potrebbe comprendere. Si nutrirebbe il peggio di ciò che alberga nella società: il populismo, il disprezzo, lo scetticismo.
Sono dunque ore decisive e difficili.
Difficili, come lo sono le scelte che ci appartengono, ma non sono del tutto e appieno in sintonia, con il nostro modo e con il nostro ideale politico. Eppure necessarie.
E’ urgente che il cambiamento avvenga e che le forze del centrosinistra siedano al tavolo delle trattative e non si sottraggano al dovere di lottare per portare tutti i miglioramenti possibili.
Toccherà a noi difendere i valori nei quali crediamo, cercando di disegnare un Paese che corrisponda alle vere esigenze dei suoi cittadini: lavoro, casa, sanità, scuola e diritti. E su questi valori, noi e la destra siamo lontani e diversi. Su questi punti dovremo presentare ai nostri elettori e agli italiani le nostre proposte, diverse da quelle di questa destra che ha molto parlato in questi anni e che non ha risolto niente. Ma solo dopo che avremo dato ai cittadini la possibilità di tornare a votare con una legge elettorale riformata e che garantisca governabilità al Paese.
Se davvero le Primarie divenissero prassi di legge, come io stessa, assieme ad altri, ho proposto, se quindi fossero vere Primarie, molte delle nostre difficoltà sarebbero più superabili.
Su questo punto dirimente intendo impegnarmi, e auspico che tutto il Partito Democratico e tutte le forze del centrosinistra siano compatte.
S.Z
Non è questa la legge che il PD avrebbe voluto, ma ora dobbiamo restare uniti e non possiamo fallire
gen 28, 2014
Stiamo vivendo ore decisive e complesse. La riforma della legge elettorale, uno dei tre punti del pacchetto che contiene anche le riforme costituzionali, come il superamento del bicameralismo perfetto, è punto cruciale per consentire al Paese un nuovo passo e un nuovo respiro.
Il rischio che salti il tavolo è grande. Drammatiche sarebbero le conseguenze, non solo per il PD, ma per il Paese, che si troverebbe ad andare alle urne con la legge che ci ha consegnato la Corte Costituzionale, una legge peggiore del Porcellum, che ci ha riportato indietro di più di vent’anni, alla Prima Repubblica.
Una legge che priverà i cittadini del diritto di scegliersi il Governo, e che li farà vivere avvolti nella melassa delle grandi intese, come regola e non come eccezione.
Una legge incapace di rimuovere gli ostacoli che da troppo tempo attendono un reale superamento, per permettere all’Italia di cambiare. Il cosiddetto “Italicum”, frutto di un’intesa tra Renzi e Berlusconi, non è la legge che il Partito Democratico avrebbe voluto.
La carenza più grave resta quella relativa alla scelta del candidato da eleggere, che solo in parte sarà ovviata dalle Primarie annunciate da Renzi.
Ma la situazione politica e sociale ci impone di non fallire.
L’opinione pubblica non potrebbe comprendere. Si nutrirebbe il peggio di ciò che alberga nella società: il populismo, il disprezzo, lo scetticismo.
Sono dunque ore decisive e difficili.
Difficili, come lo sono le scelte che ci appartengono, ma non sono del tutto e appieno in sintonia, con il nostro modo e con il nostro ideale politico. Eppure necessarie.
E’ urgente che il cambiamento avvenga e che le forze del centrosinistra siedano al tavolo delle trattative e non si sottraggano al dovere di lottare per portare tutti i miglioramenti possibili.
Toccherà a noi difendere i valori nei quali crediamo, cercando di disegnare un Paese che corrisponda alle vere esigenze dei suoi cittadini: lavoro, casa, sanità, scuola e diritti. E su questi valori, noi e la destra siamo lontani e diversi. Su questi punti dovremo presentare ai nostri elettori e agli italiani le nostre proposte, diverse da quelle di questa destra che ha molto parlato in questi anni e che non ha risolto niente. Ma solo dopo che avremo dato ai cittadini la possibilità di tornare a votare con una legge elettorale riformata e che garantisca governabilità al Paese.
Se davvero le Primarie divenissero prassi di legge, come io stessa, assieme ad altri, ho proposto, se quindi fossero vere Primarie, molte delle nostre difficoltà sarebbero più superabili.
Su questo punto dirimente intendo impegnarmi, e auspico che tutto il Partito Democratico e tutte le forze del centrosinistra siano compatte.
S.Z
-
- Messaggi: 17353
- Iscritto il: 06/04/2012, 20:00
Re: quo vadis PD ????
La mamma dei cretini è sempre incinta
Perchè si dice che la madre dei cretini è sempre incinta?
• L'art est la vie chiesta 4 anni fa
Migliore risposta Scelta del richiedente
• Miri 95 con risposta 4 anni fa
Significa che i cretini nel mondo sono tanti, ne nascono in continuazione.
http://it.answers.yahoo.com/question/in ... 543AAvOjP1
Corriere 28.1.14
Tra i democratici torna il timore che spunti qualcuno «più a sinistra»
di Piero Ostellino
La sinistra del Partito democratico — che accusa Renzi di «aver resuscitato Berlusconi», aprendo con lui un dialogo sulle riforme — è fuori dalla realtà e dal tempo.
Primo. Si è rivelata illusoria la convinzione di aver eliminato politicamente il Cavaliere per via giudiziaria. Era nell’ordine delle cose, in un Paese libero, che Berlusconi avrebbe continuato a fare le stesse cose anche dopo essere stato condannato e espulso dal Senato. Nell’Urss degli anni Trenta, Stalin non aveva eliminato i propri avversari con le false accuse dei processi, ma con le fucilazioni e il Gulag che ne erano seguiti. La sinistra del Pd è fuori dalla realtà perché ha creduto che «la via giudiziaria» al potere, trasferita in democrazia, potesse funzionare senza Stalin.
Secondo. Renzi non ha «resuscitato» Berlusconi per la semplice ragione che Berlusconi non era morto. Anche ammesso che la condanna giudiziaria e l’espulsione dal Senato lo avessero politicamente indebolito, non avevano, però, cancellato i milioni di italiani che votano a destra e che il Cavaliere, bene o male, ha continuato a rappresentare facendo le stesse cose da palazzo Grazioli, invece che dal Parlamento.
Terzo. Non occorreva aver votato Popolo delle libertà e cantato «meno male che Silvio c’è» per capire che i tentativi di vincere le elezioni per via giudiziaria sono illusori in un Paese dove si vota, si fanno e si disfano i governi, non con la Ghepeu, l’Nkvd, il Kgb e affini, i processi e le fucilazioni, ma con le regole della democrazia.
Quarto. Anche ammesso, e non concesso, che siano legalmente fondate le accuse con le quali una certa magistratura crede di poter delegittimare Berlusconi, resta il fatto che, per chi vota a destra, esse sono percepite come un tentativo della sinistra — con la complicità di un sistema giudiziario, oltre tutto, in molti casi, non propriamente esemplare — di andare al governo in modo improprio.
Quinto. Stando così le cose, è ormai evidente che più lo si accusa e lo si processa, a torto o a ragione, maggiormente milioni di italiani votano Berlusconi non perché lo considerino esemplare, ma per paura di una tale sinistra. Una sinistra che pretenda di imporre una certa vocazione totalitaria, senza disporre dei mezzi repressivi, e di operare nei tempi dei quali aveva goduto Stalin, è un nonsenso logico e politico.
Sesto. Con Renzi — e la sua decisione di piantarla con la demonizzazione della destra conservatrice percepita e rappresentata come «fascista» — sono venuti al pettine i nodi che la sinistra massimalista ha accumulato, senza sapere come scioglierli una volta diventata riformista. Pesano, sul Pd, il mancato ripensamento, e la revisione critica, della politica del Partito comunista. È tuttora imperante la parola d’ordine cominformista «nessun nemico a sinistra» che aveva condizionato i partiti comunisti occidentali ancora nell’immediato secondo dopoguerra. Malgrado il fallimento e il crollo del comunismo nel mondo, si teme sempre spunti qualcuno «più a sinistra»...
Perchè si dice che la madre dei cretini è sempre incinta?
• L'art est la vie chiesta 4 anni fa
Migliore risposta Scelta del richiedente
• Miri 95 con risposta 4 anni fa
Significa che i cretini nel mondo sono tanti, ne nascono in continuazione.
http://it.answers.yahoo.com/question/in ... 543AAvOjP1
Corriere 28.1.14
Tra i democratici torna il timore che spunti qualcuno «più a sinistra»
di Piero Ostellino
La sinistra del Partito democratico — che accusa Renzi di «aver resuscitato Berlusconi», aprendo con lui un dialogo sulle riforme — è fuori dalla realtà e dal tempo.
Primo. Si è rivelata illusoria la convinzione di aver eliminato politicamente il Cavaliere per via giudiziaria. Era nell’ordine delle cose, in un Paese libero, che Berlusconi avrebbe continuato a fare le stesse cose anche dopo essere stato condannato e espulso dal Senato. Nell’Urss degli anni Trenta, Stalin non aveva eliminato i propri avversari con le false accuse dei processi, ma con le fucilazioni e il Gulag che ne erano seguiti. La sinistra del Pd è fuori dalla realtà perché ha creduto che «la via giudiziaria» al potere, trasferita in democrazia, potesse funzionare senza Stalin.
Secondo. Renzi non ha «resuscitato» Berlusconi per la semplice ragione che Berlusconi non era morto. Anche ammesso che la condanna giudiziaria e l’espulsione dal Senato lo avessero politicamente indebolito, non avevano, però, cancellato i milioni di italiani che votano a destra e che il Cavaliere, bene o male, ha continuato a rappresentare facendo le stesse cose da palazzo Grazioli, invece che dal Parlamento.
Terzo. Non occorreva aver votato Popolo delle libertà e cantato «meno male che Silvio c’è» per capire che i tentativi di vincere le elezioni per via giudiziaria sono illusori in un Paese dove si vota, si fanno e si disfano i governi, non con la Ghepeu, l’Nkvd, il Kgb e affini, i processi e le fucilazioni, ma con le regole della democrazia.
Quarto. Anche ammesso, e non concesso, che siano legalmente fondate le accuse con le quali una certa magistratura crede di poter delegittimare Berlusconi, resta il fatto che, per chi vota a destra, esse sono percepite come un tentativo della sinistra — con la complicità di un sistema giudiziario, oltre tutto, in molti casi, non propriamente esemplare — di andare al governo in modo improprio.
Quinto. Stando così le cose, è ormai evidente che più lo si accusa e lo si processa, a torto o a ragione, maggiormente milioni di italiani votano Berlusconi non perché lo considerino esemplare, ma per paura di una tale sinistra. Una sinistra che pretenda di imporre una certa vocazione totalitaria, senza disporre dei mezzi repressivi, e di operare nei tempi dei quali aveva goduto Stalin, è un nonsenso logico e politico.
Sesto. Con Renzi — e la sua decisione di piantarla con la demonizzazione della destra conservatrice percepita e rappresentata come «fascista» — sono venuti al pettine i nodi che la sinistra massimalista ha accumulato, senza sapere come scioglierli una volta diventata riformista. Pesano, sul Pd, il mancato ripensamento, e la revisione critica, della politica del Partito comunista. È tuttora imperante la parola d’ordine cominformista «nessun nemico a sinistra» che aveva condizionato i partiti comunisti occidentali ancora nell’immediato secondo dopoguerra. Malgrado il fallimento e il crollo del comunismo nel mondo, si teme sempre spunti qualcuno «più a sinistra»...
-
- Messaggi: 1188
- Iscritto il: 21/02/2012, 22:55
Re: quo vadis PD ????
Sulle “riforme”(legge elettorale soprattutto), almeno a me sembra, che ci sia un'ansia particolare da parte di Renzi & co. di cogliere in fretta un risultato purché sia.
Renzi crede davvero che può convicere tutti che lui è "il nuovo"?
Ieri sera per l'ennesima volta ho sentito da parte di un esponente del PD la frase:”Questa volta ci giochiamo la faccia”
Mah... pensano di averla ancora una faccia?
Renzi crede davvero che può convicere tutti che lui è "il nuovo"?
Ieri sera per l'ennesima volta ho sentito da parte di un esponente del PD la frase:”Questa volta ci giochiamo la faccia”
Mah... pensano di averla ancora una faccia?
-
- Messaggi: 1081
- Iscritto il: 15/05/2012, 9:38
Re: quo vadis PD ????
>> Il segretario del Pd deve rassegnare, seduta stante, le dimissioni.
Piace il cialtronellum?
Ecco a cosa porta la politica fatta a rutti e urli.
soloo42000
Piace il cialtronellum?
Ecco a cosa porta la politica fatta a rutti e urli.
soloo42000
-
- Messaggi: 17353
- Iscritto il: 06/04/2012, 20:00
Re: quo vadis PD ????
Repubblica 29.1.14
La trincea della minoranza dem “Pronti i nostri emendamenti se il testo non cambia davvero”
Cuperlo a Nardella: “Siete degli squadristi”
di Giovanna Casadio
ROMA — «Questo testo, se non viene modificato profondamente, presenta dubbi di costituzionalità ». Gianni Cuperlo morde il freno. Lo fa da lunedì sera, quando nella riunione in cui Renzi ha posto l’aut aut, il leader della minoranza democratica ha preso la parola per dire che «se il segretario chiede la fiducia, bisogna dargliela ». Ma ha anche aggiunto che il Pd di Renzi sta subendo una mutazione genetica, non lo riconosce più come il suo partito. E poco prima di entrare in commissione Affari costituzionali per ritirare materialmente gli emendamenti, Cuperlo si è sfogato con il renziano Dario Nardella: «Siete degli irresponsabili, usate metodi squadristi...». L’accusa di autoritarismo e di scarso rispetto per l’opposizione interna si trascinada quella battuta “Fassina chi?” del segretario, che portò alle dimissioni da vice ministro di Stefano Fassina. Scontro riacceso il giorno del dibattito in direzione proprio sulle preferenze nella nuova legge elettorale, che provocò le dimissioni di Cuperlo da presidente del Pd, dopo un’altra battuta di Renzi.
Il segretario prova a rabbonire, lodando il senso di responsabilità della sinistra dem per la prova di forza evitata sugli emendamenti. Ma cambia poco. Il “correntino” si prepara alla guerra dei nervi. O l’Italicum è trasformato oppure in aula - ripetono i cuperliani -sarà il momento della verità. E potrebbero esserci modifiche, ad esempio per le preferenze, che hanno un consenso trasversale e saldano un asse con gli alfaniani e i centristi. «Il dissenso politico resta - afferma Rosy Bindi - ci siamo riservati di ripresentare in aula gli emendamenti contro le liste bloccate, sulle soglie più basseper i piccoli partiti, sull’alternanza di genere». Una cosa infatti è evitare ora possibili appigli strumentali a Berlusconi per fare saltare tutto - ragiona la presidente della commissione Antimafia altra sono le obiezioni di merito: «Queste restano in piedi. E poi chi dice prendere o lasciare, non fa sul serio. Non vogliamo fare naufragare la riforma, sia chiaro».
L’accordo sulla soglia più alta dal 35 al 38 o 37% per avere il premio di maggioranza - è al centro della trattativa, tuttavia non basta per la minoranza che è pronta a dare battaglia. Si materializza lo spettro dei “franchi tiratori”. Tutti negano. Ma sono gli stessi che a Montecitorio mormorano: «Nonlo voteremo mai un testo blindato ». Alfredo D’Attore, bersaniano, invita Renzi a evitare gli ultimatum: «Non servono: nessuno di noi ha paura della minaccia del voto anticipato: il problema non è certo che qualche parlamentare non torni alla Camera. Piuttosto se si va a votare con il proporzionale consegnatoci dalla Consulta, finisce la vocazione maggioritaria del Pd e sarebbe un colpo letale anche alle ambizioni di governo di Renzi».
Il Pd che resiste ha varie anime. I “giovani turchi” sono cauti. Hanno siglato un patto con i renziani in Sicilia per la candidatura di Fausto Raciti contro Giuseppe Lupo, segretario regionale uscente, dato per favorito, di Areadem, la corrente di Franceschini: lotta in casa renziana, quindi. Ebbene i “turchi” escludono “giochetti”: «Bisogna trovare una soluzione per le liste bloccate, però si vota come dice il partito alla fine», assicura Matteo Orfini. Cesare Damiano, l’ex ministro del Lavoro, è per mantenere le obiezioni fino in fondo: «Se si tratta con Forza Italia, si tratta. Su tutto. Le preferenze sono una questione dirimente, non possono passare le liste bloccate e noi minoranza abbiamo offerte le alternative dei collegi uninominali, delle primarie per legge e per tutti ». Sul punto primarie, altra divaricazione: alcuni dem sono possibilisti sulle primarie per legge ma facoltative (decidono i partiti); altri le vogliono obbligatorie. Ironizza Sandra Zampa, vice presidente del Pd: «Siamo come willy il coyote, in bilico sul burrone, unariforma va fatta».
La trincea della minoranza dem “Pronti i nostri emendamenti se il testo non cambia davvero”
Cuperlo a Nardella: “Siete degli squadristi”
di Giovanna Casadio
ROMA — «Questo testo, se non viene modificato profondamente, presenta dubbi di costituzionalità ». Gianni Cuperlo morde il freno. Lo fa da lunedì sera, quando nella riunione in cui Renzi ha posto l’aut aut, il leader della minoranza democratica ha preso la parola per dire che «se il segretario chiede la fiducia, bisogna dargliela ». Ma ha anche aggiunto che il Pd di Renzi sta subendo una mutazione genetica, non lo riconosce più come il suo partito. E poco prima di entrare in commissione Affari costituzionali per ritirare materialmente gli emendamenti, Cuperlo si è sfogato con il renziano Dario Nardella: «Siete degli irresponsabili, usate metodi squadristi...». L’accusa di autoritarismo e di scarso rispetto per l’opposizione interna si trascinada quella battuta “Fassina chi?” del segretario, che portò alle dimissioni da vice ministro di Stefano Fassina. Scontro riacceso il giorno del dibattito in direzione proprio sulle preferenze nella nuova legge elettorale, che provocò le dimissioni di Cuperlo da presidente del Pd, dopo un’altra battuta di Renzi.
Il segretario prova a rabbonire, lodando il senso di responsabilità della sinistra dem per la prova di forza evitata sugli emendamenti. Ma cambia poco. Il “correntino” si prepara alla guerra dei nervi. O l’Italicum è trasformato oppure in aula - ripetono i cuperliani -sarà il momento della verità. E potrebbero esserci modifiche, ad esempio per le preferenze, che hanno un consenso trasversale e saldano un asse con gli alfaniani e i centristi. «Il dissenso politico resta - afferma Rosy Bindi - ci siamo riservati di ripresentare in aula gli emendamenti contro le liste bloccate, sulle soglie più basseper i piccoli partiti, sull’alternanza di genere». Una cosa infatti è evitare ora possibili appigli strumentali a Berlusconi per fare saltare tutto - ragiona la presidente della commissione Antimafia altra sono le obiezioni di merito: «Queste restano in piedi. E poi chi dice prendere o lasciare, non fa sul serio. Non vogliamo fare naufragare la riforma, sia chiaro».
L’accordo sulla soglia più alta dal 35 al 38 o 37% per avere il premio di maggioranza - è al centro della trattativa, tuttavia non basta per la minoranza che è pronta a dare battaglia. Si materializza lo spettro dei “franchi tiratori”. Tutti negano. Ma sono gli stessi che a Montecitorio mormorano: «Nonlo voteremo mai un testo blindato ». Alfredo D’Attore, bersaniano, invita Renzi a evitare gli ultimatum: «Non servono: nessuno di noi ha paura della minaccia del voto anticipato: il problema non è certo che qualche parlamentare non torni alla Camera. Piuttosto se si va a votare con il proporzionale consegnatoci dalla Consulta, finisce la vocazione maggioritaria del Pd e sarebbe un colpo letale anche alle ambizioni di governo di Renzi».
Il Pd che resiste ha varie anime. I “giovani turchi” sono cauti. Hanno siglato un patto con i renziani in Sicilia per la candidatura di Fausto Raciti contro Giuseppe Lupo, segretario regionale uscente, dato per favorito, di Areadem, la corrente di Franceschini: lotta in casa renziana, quindi. Ebbene i “turchi” escludono “giochetti”: «Bisogna trovare una soluzione per le liste bloccate, però si vota come dice il partito alla fine», assicura Matteo Orfini. Cesare Damiano, l’ex ministro del Lavoro, è per mantenere le obiezioni fino in fondo: «Se si tratta con Forza Italia, si tratta. Su tutto. Le preferenze sono una questione dirimente, non possono passare le liste bloccate e noi minoranza abbiamo offerte le alternative dei collegi uninominali, delle primarie per legge e per tutti ». Sul punto primarie, altra divaricazione: alcuni dem sono possibilisti sulle primarie per legge ma facoltative (decidono i partiti); altri le vogliono obbligatorie. Ironizza Sandra Zampa, vice presidente del Pd: «Siamo come willy il coyote, in bilico sul burrone, unariforma va fatta».
-
- Messaggi: 17353
- Iscritto il: 06/04/2012, 20:00
Re: quo vadis PD ????
Il nuovo che avanza
Farinetti sostiene che 8 euro all'ora per i suoi dipendenti sia una paga equa.
Davide Serra, fondatore e amministrazione del fondo speculativo Algebris e noto sostenitore di Matteo Renzo, ha invece difeso: «Electrolux prova a salvare lavoro e azienda con taglio salari — ha twittato — oppure chiude come altre 300 mila aziende e aggiunge disoccupazione. Realtà».
Farinetti sostiene che 8 euro all'ora per i suoi dipendenti sia una paga equa.
Davide Serra, fondatore e amministrazione del fondo speculativo Algebris e noto sostenitore di Matteo Renzo, ha invece difeso: «Electrolux prova a salvare lavoro e azienda con taglio salari — ha twittato — oppure chiude come altre 300 mila aziende e aggiunge disoccupazione. Realtà».
-
- Messaggi: 17353
- Iscritto il: 06/04/2012, 20:00
Re: quo vadis PD ????
Torna l'asse Roma - Berlino
La tribù renziana indigena, si sta prodigando all'inverosimile per cercare di dimostrare che il Caimano non è stato resuscitato da Renzi ma dallo Spirito Santo. Lo ha fatto ieri anche Ostellino (Articolo presente sul forum).
Negare, negare, negare.
Nei mesi scorsi Berlusconi ha tentato in tutti i modi di far cadere Letta.
E tutto era giusto così perché QUELLI ERANO GLI INTERESSI DEL CAIMANO.
Oggi la mettono così, PER VIA DEGLI INTERESSI DI BERLUSCONI E RENZI.
Adesso sono all'angolo, spiazzati dall'asse tra Berlusconi e Renzi, prima non previsto e poi, negli ultimi giorni, inutilmente attaccato. Adesso sono loro al bivio: prendere atto della sconfitta e rassegnarsi a essere marginali oppure suicidarsi del tutto e far saltare il governo bocciando la riforma elettorale in Parlamento.
Se questi signori fanno cadere Letta, anche loro sono finiti.
QUESTA E' LA POLITICA (MARCIA), BELLEZZA.
Perché piace così tanto ai destri?
29 GEN 2014 17:06
RENZUSCONI LA TRIONFERÀ – SALLUSTI INAUGURA “IL GIORNALE” DEL ROTTAM’ATTORE: “RENZI HA LE PALLE” (SIC!) – ‘‘SPIAZZATI DALL’ASSE TRA IL SINDACO E IL CAV, ALFANO E CUPERLO SONO ALL’ANGOLO”
In un prossimo governo, o peggio in caso di elezioni, i ‘traditori’ di Fi e i pezzi del Pd bersaniano non avrebbero gli spazi e le poltrone che hanno oggi – Per Sallusti l’intesa Berlusconi-Renzi reggerà: ‘Non caleranno le braghe: se mollano, sarebbero inghiottiti dalla palude della vecchia politica’…
Alessandro Sallusti per "il Giornale"
Forse ci siamo.
In politica il condizionale è d'obbligo, fino all'ultimo le cose potrebbero cambiare, addirittura saltare.
Ma questa volta Berlusconi e Renzi sono davvero a un passo dal chiudere la riforma elettorale. Anzi: loro l'hanno chiusa, con pochissime modifiche rispetto a quanto concordato nello storico incontro di dieci giorni fa nella sede del Pd.
Adesso il Parlamento deve metterci il timbro, resistendo alle isteriche pressioni e ai ricatti dei piccoli partiti, peraltro ben tutelati dal testo finale: niente preferenze (fonti di guai), soglia di sbarramento al cinque per cento, innalzamento della soglia sotto la quale servirà il ballottaggio dal 35 al 36 per cento. La vera buona notizia è però che sta per finire la dittatura delle minoranze, elettorali o parlamentari che siano. Da Alfano a Quagliariello, da Cuperlo a Civati: si sentivano padroni del mondo senza avere voti, in base a un potere di ricatto efficace solo se il sistema è debole o se la partita è truccata.
Adesso sono all'angolo, spiazzati dall'asse tra Berlusconi e Renzi, prima non previsto e poi, negli ultimi giorni, inutilmente attaccato. Adesso sono loro al bivio: prendere atto della sconfitta e rassegnarsi a essere marginali oppure suicidarsi del tutto e far saltare il governo bocciando la riforma elettorale in Parlamento.
I numeri li avrebbero, perché la maggioranza che sostiene Letta, voluta e coltivata da Napolitano (che certamente non è un boia come dicono i grillini ma neppure un arbitro imparziale), c'è, ma è solo sulla carta. Rappresenta il vecchio Pd bersaniano (uscito a pezzi dalle recenti primarie) e i traditori di Forza Italia che i sondaggi inchiodano a un misero tre per cento.
Se questi signori fanno cadere Letta, anche loro sono finiti.
In un prossimo governo o ancora peggio in caso di elezioni, non avrebbero alcuna possibilità di occupare gli spazi e le poltrone che oggi hanno, usurpate con giochini di palazzo. Che Berlusconi e Renzi all'ultimo calino le braghe lo vedo difficile. Non sono i tipi e soprattutto hanno solo da guadagnare ad andare avanti, qualsiasi cosa accada. Perché se mollano, a finire male saranno proprio loro due, risucchiati e inghiottiti dalla palude della vecchia politica.
La tribù renziana indigena, si sta prodigando all'inverosimile per cercare di dimostrare che il Caimano non è stato resuscitato da Renzi ma dallo Spirito Santo. Lo ha fatto ieri anche Ostellino (Articolo presente sul forum).
Negare, negare, negare.
Nei mesi scorsi Berlusconi ha tentato in tutti i modi di far cadere Letta.
E tutto era giusto così perché QUELLI ERANO GLI INTERESSI DEL CAIMANO.
Oggi la mettono così, PER VIA DEGLI INTERESSI DI BERLUSCONI E RENZI.
Adesso sono all'angolo, spiazzati dall'asse tra Berlusconi e Renzi, prima non previsto e poi, negli ultimi giorni, inutilmente attaccato. Adesso sono loro al bivio: prendere atto della sconfitta e rassegnarsi a essere marginali oppure suicidarsi del tutto e far saltare il governo bocciando la riforma elettorale in Parlamento.
Se questi signori fanno cadere Letta, anche loro sono finiti.
QUESTA E' LA POLITICA (MARCIA), BELLEZZA.
Perché piace così tanto ai destri?
29 GEN 2014 17:06
RENZUSCONI LA TRIONFERÀ – SALLUSTI INAUGURA “IL GIORNALE” DEL ROTTAM’ATTORE: “RENZI HA LE PALLE” (SIC!) – ‘‘SPIAZZATI DALL’ASSE TRA IL SINDACO E IL CAV, ALFANO E CUPERLO SONO ALL’ANGOLO”
In un prossimo governo, o peggio in caso di elezioni, i ‘traditori’ di Fi e i pezzi del Pd bersaniano non avrebbero gli spazi e le poltrone che hanno oggi – Per Sallusti l’intesa Berlusconi-Renzi reggerà: ‘Non caleranno le braghe: se mollano, sarebbero inghiottiti dalla palude della vecchia politica’…
Alessandro Sallusti per "il Giornale"
Forse ci siamo.
In politica il condizionale è d'obbligo, fino all'ultimo le cose potrebbero cambiare, addirittura saltare.
Ma questa volta Berlusconi e Renzi sono davvero a un passo dal chiudere la riforma elettorale. Anzi: loro l'hanno chiusa, con pochissime modifiche rispetto a quanto concordato nello storico incontro di dieci giorni fa nella sede del Pd.
Adesso il Parlamento deve metterci il timbro, resistendo alle isteriche pressioni e ai ricatti dei piccoli partiti, peraltro ben tutelati dal testo finale: niente preferenze (fonti di guai), soglia di sbarramento al cinque per cento, innalzamento della soglia sotto la quale servirà il ballottaggio dal 35 al 36 per cento. La vera buona notizia è però che sta per finire la dittatura delle minoranze, elettorali o parlamentari che siano. Da Alfano a Quagliariello, da Cuperlo a Civati: si sentivano padroni del mondo senza avere voti, in base a un potere di ricatto efficace solo se il sistema è debole o se la partita è truccata.
Adesso sono all'angolo, spiazzati dall'asse tra Berlusconi e Renzi, prima non previsto e poi, negli ultimi giorni, inutilmente attaccato. Adesso sono loro al bivio: prendere atto della sconfitta e rassegnarsi a essere marginali oppure suicidarsi del tutto e far saltare il governo bocciando la riforma elettorale in Parlamento.
I numeri li avrebbero, perché la maggioranza che sostiene Letta, voluta e coltivata da Napolitano (che certamente non è un boia come dicono i grillini ma neppure un arbitro imparziale), c'è, ma è solo sulla carta. Rappresenta il vecchio Pd bersaniano (uscito a pezzi dalle recenti primarie) e i traditori di Forza Italia che i sondaggi inchiodano a un misero tre per cento.
Se questi signori fanno cadere Letta, anche loro sono finiti.
In un prossimo governo o ancora peggio in caso di elezioni, non avrebbero alcuna possibilità di occupare gli spazi e le poltrone che oggi hanno, usurpate con giochini di palazzo. Che Berlusconi e Renzi all'ultimo calino le braghe lo vedo difficile. Non sono i tipi e soprattutto hanno solo da guadagnare ad andare avanti, qualsiasi cosa accada. Perché se mollano, a finire male saranno proprio loro due, risucchiati e inghiottiti dalla palude della vecchia politica.
-
- Messaggi: 17353
- Iscritto il: 06/04/2012, 20:00
Re: quo vadis PD ????
Olè!!!
30 GEN 2014 11:07
1. SÌ, CONGRATULIAMOCI TUTTI. CON IL PRIMO VERO ACCORDO HA VINTO RENZIE CHE HA DEMOLITO IL MURO DI BERLINO DEL PD. HA VINTO IL BANANA, CHE FINO ALLA VIGILIA DELL’INCONTRO DEL NAZARENO ERA UN PREGIUDICATO-DECADUTO IN ATTESA DELL’AFFIDAMENTO IN PROVA AI SERVIZI SOCIALI. HA VINTO SOPRATTUTTO RE GIORGIO, CHE HA FATTO CAMBIARE I NUMERI FINALI SECONDO OSCURE MA CERTAMENTE ACCORTE ALCHIMIE -
2. MA QUANDO (NEL 2015) SI SARÀ VOTATO CON QUESTO NAPORENZUSCONI, CI SARÀ ANCHE UN GRANDE SCONFITTO. UNO DEI DUE, TRA L’EX ROTTAM’ATTORE DI FIRENZE E L’EX SULTANO DI HARDCORE, AVRÀ L’AMAREZZA DI AVER ATTIVAMENTE CONTRIBUITO ALLA VITTORIA DELL’ALTRO SBAGLIANDO I CALCOLI SU SOGLIE, SBARRAMENTI E BALLOTTAGGI -
a cura di colinward@autistici.org (Special Guest: Pippo il Patriota)
1 - FUGA PER LA VITTORIA (DELL'ALTRO)
Ma sì, congratuliamoci tutti. Con il primo vero accordo ha vinto Renzie, che più di ogni altro l'ha cercato perché deve conquistare Palazzo Chigi prima che gli italiani si annoino anche di lui.
Ha vinto il Banana, che fino alla vigilia dell'incontro del Nazareno era un pregiudicato-decaduto in attesa dell'affidamento in prova ai servizi sociali.
Ha vinto soprattutto Re Giorgio, in silenzio da quasi un mese, che ha fatto cambiare i numeri finali secondo oscure ma certamente accorte alchimie. Godiamoci la festa "del-grande-treno-delle-riforme-che-si-rimette-in-moto-in-un-paese-bloccato".
Ma quando si sarà votato con questo Naporenzusconi, ci sarà anche un grande sconfitto. Uno dei due, tra Renzie e il Banana, avrà l'amarezza di aver attivamente contribuito alla vittoria dell'altro sbagliando i calcoli su soglie, sbarramenti e ballottaggi.
2 - NON HO L'ETA'
In attesa di scoprire chi dei due passerà alla storia per essersi scavato la fossa con le proprie mani, non resta che occuparsi del grande escluso di oggi. Si chiama Lettanipote e per lui ormai è un'enorme montagna da scalare perfino la sostituzione di Tonino Mastrapasqua, presidente multi-task dell'Inps.
3 - EMOZIONE ITALICUM
Dunque, sull'accordo siamo già stati tutti bombardati: soglia del 37% per il premio (del 15) e sbarramento al 4,5%, più salva-Lega e possibilità di candidature plurime. E ora che succede? Il Corriere anticipa: "Il vero bivio sarà la riforma del Senato. I timori del sindaco che il Cavaliere si tiri indietro. La nuova legge elettorale, da sola, resterebbe zoppa" (p. 2). Repubblica gonfia il giornale di particolari sull'eroismo di Renzie ("Berlusconi fino all'ultimo ci ha fatto impazzire. In mattinata ha anche proposto uno strano ballottaggio a tre") e s'illumina con i raggi di luce che arrivano dal Colle più alto: "Napolitano benedice il patto.
‘Finalmente qualcosa si muove'. Nonostante le incomprensioni iniziali, il Colle punta su Renzi. Che a sua volta si prepara a difenderlo" (p. 7). E il governino? "Letta e il rimpasto per blindarsi fino al 2015. ‘Ora entrino i renziani'. Matteo gli dice no" (p. 7). Il Messaggero riporta la strategia futura del segretario Pd: "Matteo teme agguati in aula e apre a piccole modifiche. Domani la prima prova di un voto segreto. Alfano: recuperare il miglior perdente" (p. 7). Angelino Jolie che parla di "miglior perdente" ha il suo perché.
ANGELINO ALFANO ENRICO LETTA GREAT GATSBY
ANGELINO ALFANO ENRICO LETTA GREAT GATSBY
4 - L'ISOLA DEI QUIRINALISTI
Il Corazziere della Sera certifica con ampio titolo "Il sollievo di Napolitano per l'avvio della partita" (p. 3). Bene, siamo tutti sollevati. Ma poi ecco il ditino alzato: "Non è neppure cominciato il percorso parlamentare e qualcuno già pretenderebbe di far scattare l'eterno giochino del ‘firmerà/non firmerà' per Giorgio Napolitano. Goffi tentativi per reclutarlo tra gli sponsor o, all'opposto, fra i censori dell'accordo siglato ieri tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi sull'impianto della riforma elettorale. Ma tentativi anche indeboliti, visto che il capo dello Stato non può entrare - e non entra - nel merito di un sistema di voto che sta alle Camere mettere in cantiere, perfezionare e approvare".
30 GEN 2014 11:07
1. SÌ, CONGRATULIAMOCI TUTTI. CON IL PRIMO VERO ACCORDO HA VINTO RENZIE CHE HA DEMOLITO IL MURO DI BERLINO DEL PD. HA VINTO IL BANANA, CHE FINO ALLA VIGILIA DELL’INCONTRO DEL NAZARENO ERA UN PREGIUDICATO-DECADUTO IN ATTESA DELL’AFFIDAMENTO IN PROVA AI SERVIZI SOCIALI. HA VINTO SOPRATTUTTO RE GIORGIO, CHE HA FATTO CAMBIARE I NUMERI FINALI SECONDO OSCURE MA CERTAMENTE ACCORTE ALCHIMIE -
2. MA QUANDO (NEL 2015) SI SARÀ VOTATO CON QUESTO NAPORENZUSCONI, CI SARÀ ANCHE UN GRANDE SCONFITTO. UNO DEI DUE, TRA L’EX ROTTAM’ATTORE DI FIRENZE E L’EX SULTANO DI HARDCORE, AVRÀ L’AMAREZZA DI AVER ATTIVAMENTE CONTRIBUITO ALLA VITTORIA DELL’ALTRO SBAGLIANDO I CALCOLI SU SOGLIE, SBARRAMENTI E BALLOTTAGGI -
a cura di colinward@autistici.org (Special Guest: Pippo il Patriota)
1 - FUGA PER LA VITTORIA (DELL'ALTRO)
Ma sì, congratuliamoci tutti. Con il primo vero accordo ha vinto Renzie, che più di ogni altro l'ha cercato perché deve conquistare Palazzo Chigi prima che gli italiani si annoino anche di lui.
Ha vinto il Banana, che fino alla vigilia dell'incontro del Nazareno era un pregiudicato-decaduto in attesa dell'affidamento in prova ai servizi sociali.
Ha vinto soprattutto Re Giorgio, in silenzio da quasi un mese, che ha fatto cambiare i numeri finali secondo oscure ma certamente accorte alchimie. Godiamoci la festa "del-grande-treno-delle-riforme-che-si-rimette-in-moto-in-un-paese-bloccato".
Ma quando si sarà votato con questo Naporenzusconi, ci sarà anche un grande sconfitto. Uno dei due, tra Renzie e il Banana, avrà l'amarezza di aver attivamente contribuito alla vittoria dell'altro sbagliando i calcoli su soglie, sbarramenti e ballottaggi.
2 - NON HO L'ETA'
In attesa di scoprire chi dei due passerà alla storia per essersi scavato la fossa con le proprie mani, non resta che occuparsi del grande escluso di oggi. Si chiama Lettanipote e per lui ormai è un'enorme montagna da scalare perfino la sostituzione di Tonino Mastrapasqua, presidente multi-task dell'Inps.
3 - EMOZIONE ITALICUM
Dunque, sull'accordo siamo già stati tutti bombardati: soglia del 37% per il premio (del 15) e sbarramento al 4,5%, più salva-Lega e possibilità di candidature plurime. E ora che succede? Il Corriere anticipa: "Il vero bivio sarà la riforma del Senato. I timori del sindaco che il Cavaliere si tiri indietro. La nuova legge elettorale, da sola, resterebbe zoppa" (p. 2). Repubblica gonfia il giornale di particolari sull'eroismo di Renzie ("Berlusconi fino all'ultimo ci ha fatto impazzire. In mattinata ha anche proposto uno strano ballottaggio a tre") e s'illumina con i raggi di luce che arrivano dal Colle più alto: "Napolitano benedice il patto.
‘Finalmente qualcosa si muove'. Nonostante le incomprensioni iniziali, il Colle punta su Renzi. Che a sua volta si prepara a difenderlo" (p. 7). E il governino? "Letta e il rimpasto per blindarsi fino al 2015. ‘Ora entrino i renziani'. Matteo gli dice no" (p. 7). Il Messaggero riporta la strategia futura del segretario Pd: "Matteo teme agguati in aula e apre a piccole modifiche. Domani la prima prova di un voto segreto. Alfano: recuperare il miglior perdente" (p. 7). Angelino Jolie che parla di "miglior perdente" ha il suo perché.
ANGELINO ALFANO ENRICO LETTA GREAT GATSBY
ANGELINO ALFANO ENRICO LETTA GREAT GATSBY
4 - L'ISOLA DEI QUIRINALISTI
Il Corazziere della Sera certifica con ampio titolo "Il sollievo di Napolitano per l'avvio della partita" (p. 3). Bene, siamo tutti sollevati. Ma poi ecco il ditino alzato: "Non è neppure cominciato il percorso parlamentare e qualcuno già pretenderebbe di far scattare l'eterno giochino del ‘firmerà/non firmerà' per Giorgio Napolitano. Goffi tentativi per reclutarlo tra gli sponsor o, all'opposto, fra i censori dell'accordo siglato ieri tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi sull'impianto della riforma elettorale. Ma tentativi anche indeboliti, visto che il capo dello Stato non può entrare - e non entra - nel merito di un sistema di voto che sta alle Camere mettere in cantiere, perfezionare e approvare".
-
- Messaggi: 3688
- Iscritto il: 22/02/2012, 14:30
Re: quo vadis PD ????
Mia opinione personale.Prossime elezioni il PD dovrà contare solamente sul suo elettorato,
IDV, Sel ecc... se non raggiungono il 4,5%andranno ad aggiungere i propri voti al M5S.
Molte cose hanno aperto gli occhi a molta gente.A partire dalla Cancellieri tenuta nel governo Letta.In altra situazione avrebbero votato sicuramente per le dimissioni.Poi mettere assieme Banca D'Italia ed IMU una cosa fatta intenzionalmente.Comunque se decadeva non pagavano i cittadini la rata IMU era pronto un decreto legge già dal M5S.
Ciao
Paolo11
IDV, Sel ecc... se non raggiungono il 4,5%andranno ad aggiungere i propri voti al M5S.
Molte cose hanno aperto gli occhi a molta gente.A partire dalla Cancellieri tenuta nel governo Letta.In altra situazione avrebbero votato sicuramente per le dimissioni.Poi mettere assieme Banca D'Italia ed IMU una cosa fatta intenzionalmente.Comunque se decadeva non pagavano i cittadini la rata IMU era pronto un decreto legge già dal M5S.
Ciao
Paolo11
Re: quo vadis PD ????
30/01/2014 - COLLOQUIO
L’attacco di Renzi ai grillini
“Ora hanno perso la testa
Squadristi da codice penale”
Il leader Pd contro Grillo: “L’attacco al Presidente è una vigliaccata”
FEDERICO GEREMICCA
ROMA
Il commento è secco, lapidario, privo di fronzoli e di retorica. Dice Matteo Renzi: «Non servono giri di parole per dire quel che il Movimento Cinque Stelle sta mettendo in scena alla Camera: roba da squadristi, al limite - se non oltre - del codice penale. E quanto all’atto d’accusa contro Napolitano, spero che nessuno si lasci ingannare: non c’entrano niente la voglia di cambiamento, la Costituzione e quelle balle lì.
Siamo di fronte ad una strategia lucida ma disperata: tutta studiata a tavolino».
Le voci degli altri passeggeri e il rumore di fondo del treno col quale Matteo Renzi sta tornando a Firenze, non ostacolano la comprensione né del ragionamento del leader democratico né il suo umore. È quasi ora di pranzo e il sindaco-segretario non ha difficoltà a spiegare quel che pensa intorno a ciò che sta accadendo. Al centro del suo ragionamento c’è Beppe Grillo. I due, infatti, ormai si considerano reciprocamente il «nemico numero uno»: e non è difficile ipotizzare che è proprio dall’esito del loro duello che dipenderanno tante cose...
«La verità è che gli stiamo tagliando l’erba sotto i piedi - dice Renzi - smontando uno a uno tutti i suoi soliti e triti argomenti. La riforma della legge elettorale, l’abolizione del Senato come Camera elettiva, la cancellazione delle Province, il taglio al finanziamento dei partiti e la revisione del Titolo V... Dalla politica arrivano finalmente risposte, Beppe Grillo non sa come reagire e perde la testa. È per questo che cerca la rissa, la butta in caciara e arriva addirittura a proporre l’impeachment di Napolitano, al quale siamo stati noi a chiedere di restare. Ma vedrete che quest’ultima mossa gli si ritorcerà contro e gli creerà problemi perfino nei suoi gruppi parlamentari».
Renzi contro Grillo, e viceversa. Nel corso del colloquio il leader democratico tornerà spesso sul punto, ma l’avvio non può che essere per Napolitano. «Una cosa senza senso, l’attacco al presidente - dice -. Una vigliaccata. Quando ha ceduto alle richieste di ricandidatura, la scommessa del Capo dello Stato era proprio sulle riforme: è per questo che ha accettato di restare. Parliamo delle stesse riforme che Grillo invoca a gran voce e che ora - invece - vuole fermare. Capisco bene che i primi mesi di questa legislatura siano stati comodi per lui, con la politica bloccata e incapace di dare risposte: ha potuto approfittarne. Ma credo che ora abbia capito che la musica è totalmente cambiata e che andare avanti con la propaganda non può pagare».
L’avvento di Renzi alla segreteria, da solo, non sarebbe bastato; c’è voluto quello che il leader Pd considera un atto di coerenza e di coraggio: l’intesa con Berlusconi per avviare le riforme. È questo che ha sbloccato la situazione; ed è questo che starebbe creando nervosismi e problemi al movimento del comico genovese. «Siamo a un passo da una legge che non è la migliore possibile, che abbiamo provato e proveremo a migliorare - annota Renzi - ma che comunque assicura quel che il Paese chiedeva: governabilità e difesa del bipolarismo. E non è questione solo di legge elettorale: la politica comincia a dare risposte anche sulle altre riforme e se continua così, se ce la facciamo, per Grillo si fa notte...».
L’attacco a Napolitano, dunque, sarebbe più o meno questo: un moltiplicatore di tensioni per sviare l’attenzione da quel che sta accadendo. «Vede, Napolitano va difeso anche per questo: per il fatto che la difesa della sua persona e del suo ruolo, oggi coincide con la difesa delle istituzioni. Impedire a deputati di accedere alle commissioni per votare e lavorare è squadrismo; insultare con volgarità inaccettabili le nostre deputate è una vergogna, e c’è da ricorrere al codice penale. I Cinque Stelle hanno capito che la musica è cambiata e reagiscono così. Del resto, non c’è chi non veda la differenza con un anno fa».
Già, l’anno trascorso. Di questi tempi, dodici mesi fa, si era nel pieno di una campagna elettorale che pareva scontata e che poi, invece, è andata com’è andata... «Lo ricorderete anche voi, no? Un anno fa - spiega Renzi - Beppe Grillo parlava di futuro e di cambiamento, di rinnovamento della Repubblica e di speranze per i giovani: con una campagna aggressiva ma allegra, con toni certo duri ma ancora speranzosi, ha quasi vinto le elezioni... E ascoltatelo ora, invece: solo discorsi rabbiosi, bui, minacciosi, disperati. Semina odio. Ma il Paese non ne può più di tutto questo: vuole voltare pagina e tornare, finalmente, a guardare avanti».
E può farlo - è il ragionamento nemmeno tanto sottinteso - perché qualcosa si è messo in movimento. «A quest’atteggiamento rabbioso fa da contraltare - insiste Renzi - l’idea che con un orizzonte serio e con la calma necessaria, quel che deve esser fatto sarà fatto. È per questo che, al di là dell’indignazione, non siamo preoccupati da quel che dice e dalle assurde iniziative che mette in campo. Noi abbiamo un’altra idea di quel che serve al Paese, dopo anni di paralisi e di risse: e quel che serve, noi lo faremo...».
Ci vorrà calma e tempo, Renzi lo sa. Ma si dice pronto: pronto a lavorare ed a smentire il sospetto che lo circonda, e cioè che voglia solo e semplicemente le elezioni anticipate. «Non so più cosa dire per cancellare questa sciocchezza - si lamenta mentre il treno entra in stazione -. Ma vorrei che almeno si riconoscesse che sto facendo solo e semplicemente quel che avevo sempre detto... Il governo ha i suoi problemi, certo, ma non me ne occupo perché a questo pensa Letta. Ai nostri deputati e ai nostri senatori, invece, vorrei mandare un messaggio chiaro: ci sono molte cose da fare, vanno fatte e le faremo. Occorrerà tempo: ed è per questo che dico che la legislatura può arrivare fino al 2018 e che non c’è nessun motivo perché loro si debbano sentire dei dead man walking...».
http://www.lastampa.it/2014/01/30/itali ... html?ult=1
L’attacco di Renzi ai grillini
“Ora hanno perso la testa
Squadristi da codice penale”
Il leader Pd contro Grillo: “L’attacco al Presidente è una vigliaccata”
FEDERICO GEREMICCA
ROMA
Il commento è secco, lapidario, privo di fronzoli e di retorica. Dice Matteo Renzi: «Non servono giri di parole per dire quel che il Movimento Cinque Stelle sta mettendo in scena alla Camera: roba da squadristi, al limite - se non oltre - del codice penale. E quanto all’atto d’accusa contro Napolitano, spero che nessuno si lasci ingannare: non c’entrano niente la voglia di cambiamento, la Costituzione e quelle balle lì.
Siamo di fronte ad una strategia lucida ma disperata: tutta studiata a tavolino».
Le voci degli altri passeggeri e il rumore di fondo del treno col quale Matteo Renzi sta tornando a Firenze, non ostacolano la comprensione né del ragionamento del leader democratico né il suo umore. È quasi ora di pranzo e il sindaco-segretario non ha difficoltà a spiegare quel che pensa intorno a ciò che sta accadendo. Al centro del suo ragionamento c’è Beppe Grillo. I due, infatti, ormai si considerano reciprocamente il «nemico numero uno»: e non è difficile ipotizzare che è proprio dall’esito del loro duello che dipenderanno tante cose...
«La verità è che gli stiamo tagliando l’erba sotto i piedi - dice Renzi - smontando uno a uno tutti i suoi soliti e triti argomenti. La riforma della legge elettorale, l’abolizione del Senato come Camera elettiva, la cancellazione delle Province, il taglio al finanziamento dei partiti e la revisione del Titolo V... Dalla politica arrivano finalmente risposte, Beppe Grillo non sa come reagire e perde la testa. È per questo che cerca la rissa, la butta in caciara e arriva addirittura a proporre l’impeachment di Napolitano, al quale siamo stati noi a chiedere di restare. Ma vedrete che quest’ultima mossa gli si ritorcerà contro e gli creerà problemi perfino nei suoi gruppi parlamentari».
Renzi contro Grillo, e viceversa. Nel corso del colloquio il leader democratico tornerà spesso sul punto, ma l’avvio non può che essere per Napolitano. «Una cosa senza senso, l’attacco al presidente - dice -. Una vigliaccata. Quando ha ceduto alle richieste di ricandidatura, la scommessa del Capo dello Stato era proprio sulle riforme: è per questo che ha accettato di restare. Parliamo delle stesse riforme che Grillo invoca a gran voce e che ora - invece - vuole fermare. Capisco bene che i primi mesi di questa legislatura siano stati comodi per lui, con la politica bloccata e incapace di dare risposte: ha potuto approfittarne. Ma credo che ora abbia capito che la musica è totalmente cambiata e che andare avanti con la propaganda non può pagare».
L’avvento di Renzi alla segreteria, da solo, non sarebbe bastato; c’è voluto quello che il leader Pd considera un atto di coerenza e di coraggio: l’intesa con Berlusconi per avviare le riforme. È questo che ha sbloccato la situazione; ed è questo che starebbe creando nervosismi e problemi al movimento del comico genovese. «Siamo a un passo da una legge che non è la migliore possibile, che abbiamo provato e proveremo a migliorare - annota Renzi - ma che comunque assicura quel che il Paese chiedeva: governabilità e difesa del bipolarismo. E non è questione solo di legge elettorale: la politica comincia a dare risposte anche sulle altre riforme e se continua così, se ce la facciamo, per Grillo si fa notte...».
L’attacco a Napolitano, dunque, sarebbe più o meno questo: un moltiplicatore di tensioni per sviare l’attenzione da quel che sta accadendo. «Vede, Napolitano va difeso anche per questo: per il fatto che la difesa della sua persona e del suo ruolo, oggi coincide con la difesa delle istituzioni. Impedire a deputati di accedere alle commissioni per votare e lavorare è squadrismo; insultare con volgarità inaccettabili le nostre deputate è una vergogna, e c’è da ricorrere al codice penale. I Cinque Stelle hanno capito che la musica è cambiata e reagiscono così. Del resto, non c’è chi non veda la differenza con un anno fa».
Già, l’anno trascorso. Di questi tempi, dodici mesi fa, si era nel pieno di una campagna elettorale che pareva scontata e che poi, invece, è andata com’è andata... «Lo ricorderete anche voi, no? Un anno fa - spiega Renzi - Beppe Grillo parlava di futuro e di cambiamento, di rinnovamento della Repubblica e di speranze per i giovani: con una campagna aggressiva ma allegra, con toni certo duri ma ancora speranzosi, ha quasi vinto le elezioni... E ascoltatelo ora, invece: solo discorsi rabbiosi, bui, minacciosi, disperati. Semina odio. Ma il Paese non ne può più di tutto questo: vuole voltare pagina e tornare, finalmente, a guardare avanti».
E può farlo - è il ragionamento nemmeno tanto sottinteso - perché qualcosa si è messo in movimento. «A quest’atteggiamento rabbioso fa da contraltare - insiste Renzi - l’idea che con un orizzonte serio e con la calma necessaria, quel che deve esser fatto sarà fatto. È per questo che, al di là dell’indignazione, non siamo preoccupati da quel che dice e dalle assurde iniziative che mette in campo. Noi abbiamo un’altra idea di quel che serve al Paese, dopo anni di paralisi e di risse: e quel che serve, noi lo faremo...».
Ci vorrà calma e tempo, Renzi lo sa. Ma si dice pronto: pronto a lavorare ed a smentire il sospetto che lo circonda, e cioè che voglia solo e semplicemente le elezioni anticipate. «Non so più cosa dire per cancellare questa sciocchezza - si lamenta mentre il treno entra in stazione -. Ma vorrei che almeno si riconoscesse che sto facendo solo e semplicemente quel che avevo sempre detto... Il governo ha i suoi problemi, certo, ma non me ne occupo perché a questo pensa Letta. Ai nostri deputati e ai nostri senatori, invece, vorrei mandare un messaggio chiaro: ci sono molte cose da fare, vanno fatte e le faremo. Occorrerà tempo: ed è per questo che dico che la legislatura può arrivare fino al 2018 e che non c’è nessun motivo perché loro si debbano sentire dei dead man walking...».
http://www.lastampa.it/2014/01/30/itali ... html?ult=1
Chi c’è in linea
Visitano il forum: Google [Bot], Semrush [Bot] e 2 ospiti