Con Tsipras contro l’Europa dell’austerità
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Re: Con Tsipras contro l’Europa dell’austerità
Da chi e come dovrebbe essere governata questa nuova Europa?
La popolazione totale dell'Unione Europea è stata stimata nel 2008 per essere di 499 milioni, escludendo quindi l'1/3 dei paesi europei che non ne fanno parte c'è un margine di distanza di 242 milioni di persone.
-Aumentano la disoccupazione, le retribuzioni a tempo parziale e gli squilibri di genere. Fondamentale il ruolo delle reti di sicurezza e del sussidio di disoccupazione per rientrare nel mercato del lavoro. Il Rapporto 2013 della Commissione Ue
-“Salvataggio” della Grecia: il 77 percento dei soldi sono finiti nel settore finanziario
La ricerca effettuata da Attac lo dimostra: la politica di crisi dell’Unione Europea salva le banche, non la popolazione.
- Aumenta la differenza tra ricchi e poveri
UN'europa federale o un sovrastato europeo deve riuscire a invertire i risultati negaTIVI esistenti
La popolazione totale dell'Unione Europea è stata stimata nel 2008 per essere di 499 milioni, escludendo quindi l'1/3 dei paesi europei che non ne fanno parte c'è un margine di distanza di 242 milioni di persone.
-Aumentano la disoccupazione, le retribuzioni a tempo parziale e gli squilibri di genere. Fondamentale il ruolo delle reti di sicurezza e del sussidio di disoccupazione per rientrare nel mercato del lavoro. Il Rapporto 2013 della Commissione Ue
-“Salvataggio” della Grecia: il 77 percento dei soldi sono finiti nel settore finanziario
La ricerca effettuata da Attac lo dimostra: la politica di crisi dell’Unione Europea salva le banche, non la popolazione.
- Aumenta la differenza tra ricchi e poveri
UN'europa federale o un sovrastato europeo deve riuscire a invertire i risultati negaTIVI esistenti
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Re: Con Tsipras contro l’Europa dell’austerità
se un partito come PSE è contro lo stato sovranazionale e perchè i tempi non sono maturi
questa da parte del PSE riflessione andava fatta prima della moneta euro.
adesso abbiamo una moneta comune e non possiamo avere uno stato comune perchè la germania non lo vuole per motivi politici ma anche culturali
e non lo vuole nemmeno la francia
in questo intervento guido viale lancia la lista 'apartitica'.
in questo momento il problema è il programma politico
io penso che lo scontro tra partitisti e movimentisti appartenga a 45 anni fa
allo scontro tra lotta continua e avanguardia operaia o peggio mls.
piu nuovisti siamo e piu vecchi siamo !!!
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Su “Il Manifesto” del 24 gennaio 2013 Guido Viale pubblica una replica alle mie perplessità sulla lista Tsipras-Spinelli alle prossime elezioni europee. Ci sarà tempo e modo di continuare la discussione. Intanto voglio rassicurare l’amico Guido: se non ho citato il suo nome fra i promotori dell’iniziativa, ahimé, ciò dipende solo da arteriosclerosi galoppante anzichè da chissà quali altri motivi.
Caro Gad,
vedo che nel criticare sul tuo blog del 22 scorso la proposta avanzata da Barbara Spinelli di una lista di cittadinanza apartitica in sostegno di Alezis Tsipras a Presidente della commissione alle prossime elezioni europee, hai omesso il mio nome tra quelli dei sei promotori (gli altri cinque li citi tutti per nome e cognome, e poi hai aggiunto «e altri»; che sono uno solo: io). Mi sembra strano imputare questa omissione a una dimenticanza, vista la nostra ormai antica militanza comune. Più probabile che non ti sentissi a tuo agio – vista la franchezza dei rapporti che ancora ci legano – nel rinfacciare anche a me quella scelta con argomentazioni che non stanno in piedi. Presenti quel nostro progetto come una ennesima riedizione di un proposta minoritaria di riaggregazione della sinistra radicale che già diverse volte ha fallito nei suoi intenti e non ha alcuna prospettiva davanti a sé. Ma la proposta di questa lista è tutt’altra cosa, e tu lo sai bene: perché è rigorosamente apartitica (e i sei promotori se ne sono fatti garanti e per lo meno di questo l’autorevolezza dei cinque che tu citi dovrebbe darti delle certezze); perché non si rivolge solo né in via prioritaria all’elettorato striminzito dei residui della sinistra radicale, ma guarda molto più in là: all’universo degli astenuti che non votano più perché schifati o delusi dalla politica ufficiale; a coloro che si sentono traditi dal Pd per le promesse non mantenute fatte nella scorsa campagna elettorale; a chi ha votato Pd o Sel (me compreso) turandosi – come si dice – il naso, perché in disaccordo con l’impegno preso dalla coalizione Italia Bene Comune di non mettere in forse i trattati europei che ci condannano all’austerità e alla rovina; a quella quota consistente di elettrici e di elettori che hanno votato 5Stelle non perché fossero d’accordo con la leadership autoritaria o la pratica politica di quel raggruppamento, ma perché non si sono trovati di fronte nessuna altra proposta credibile. E poi anche perché il riconoscersi nella figura di Alexis Tzipras, che ha costruito una forza elettorale maggioritaria non su tematiche e appelli demagogici antieuropeisti, ma su un impegno concreto a rinegoziare i trattati europei rende evidente la posta in gioco di queste elezioni nella contrapposizione plastica tra una Grecia vinta ma non doma e una Germania (Schulz) vincitrice ma decisa a non mettere la sua forza al servizio di un disegno autenticamente europeista. La nostra non è una proposta minoritaria anche perché, se Grillo è riuscito a raccogliere in poco tempo, tra un elettorato ormai fluido – liquido – una forza elettorale così grande (ma anche così fragile, e per molti versi così discutibile), a maggior ragione la proposta di Barbara Spinelli può interpretare e raccogliere una molteplicità di spinte, di aspirazioni e di impegni concreti di migliaia di organizzazioni e movimenti che operano e lottano giorno per giorno nella società e nei territori in cui vivono e lavorano, ma non trovano in nessuna delle forze politiche ufficiali una loro rappresentanza. Che è esattamente quello che ci proponiamo con questa iniziativa. Stupisce quindi che tu, vedendo precipitare il partito democratico in un gorgo senza prospettive e senza ritorno, riesca ancora a sostenere che quel socialismo europeo a cui il Pd fa capo -e che è uno dei due pilastri di quelle “larghe intese” di fatto che sono all’origine delle politiche di austerità imposte all’Europa – possa sottrarsi a quella che sempre più appare una strada disastrosa, già interamente tracciata, soprattutto in mancanza di una forza seria e costruttiva che lo incalzi sulle questioni dirimenti. Anche sotto questa luce, una scelta chiara a favore di Tzipras e di ciò che rappresenta per la Grecia e per l’Europa, una scelta non condizionata da interessi partitici di alcun genere, dovrebbe risultare anche a te l’unica praticabile per tenere realisticamente aperta la prospettiva di un’alternativa effettiva al disastro incombente.
Questo il link per aderire all’appello: bit.ly/lista
questa da parte del PSE riflessione andava fatta prima della moneta euro.
adesso abbiamo una moneta comune e non possiamo avere uno stato comune perchè la germania non lo vuole per motivi politici ma anche culturali
e non lo vuole nemmeno la francia
in questo intervento guido viale lancia la lista 'apartitica'.
in questo momento il problema è il programma politico
io penso che lo scontro tra partitisti e movimentisti appartenga a 45 anni fa
allo scontro tra lotta continua e avanguardia operaia o peggio mls.
piu nuovisti siamo e piu vecchi siamo !!!
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Su “Il Manifesto” del 24 gennaio 2013 Guido Viale pubblica una replica alle mie perplessità sulla lista Tsipras-Spinelli alle prossime elezioni europee. Ci sarà tempo e modo di continuare la discussione. Intanto voglio rassicurare l’amico Guido: se non ho citato il suo nome fra i promotori dell’iniziativa, ahimé, ciò dipende solo da arteriosclerosi galoppante anzichè da chissà quali altri motivi.
Caro Gad,
vedo che nel criticare sul tuo blog del 22 scorso la proposta avanzata da Barbara Spinelli di una lista di cittadinanza apartitica in sostegno di Alezis Tsipras a Presidente della commissione alle prossime elezioni europee, hai omesso il mio nome tra quelli dei sei promotori (gli altri cinque li citi tutti per nome e cognome, e poi hai aggiunto «e altri»; che sono uno solo: io). Mi sembra strano imputare questa omissione a una dimenticanza, vista la nostra ormai antica militanza comune. Più probabile che non ti sentissi a tuo agio – vista la franchezza dei rapporti che ancora ci legano – nel rinfacciare anche a me quella scelta con argomentazioni che non stanno in piedi. Presenti quel nostro progetto come una ennesima riedizione di un proposta minoritaria di riaggregazione della sinistra radicale che già diverse volte ha fallito nei suoi intenti e non ha alcuna prospettiva davanti a sé. Ma la proposta di questa lista è tutt’altra cosa, e tu lo sai bene: perché è rigorosamente apartitica (e i sei promotori se ne sono fatti garanti e per lo meno di questo l’autorevolezza dei cinque che tu citi dovrebbe darti delle certezze); perché non si rivolge solo né in via prioritaria all’elettorato striminzito dei residui della sinistra radicale, ma guarda molto più in là: all’universo degli astenuti che non votano più perché schifati o delusi dalla politica ufficiale; a coloro che si sentono traditi dal Pd per le promesse non mantenute fatte nella scorsa campagna elettorale; a chi ha votato Pd o Sel (me compreso) turandosi – come si dice – il naso, perché in disaccordo con l’impegno preso dalla coalizione Italia Bene Comune di non mettere in forse i trattati europei che ci condannano all’austerità e alla rovina; a quella quota consistente di elettrici e di elettori che hanno votato 5Stelle non perché fossero d’accordo con la leadership autoritaria o la pratica politica di quel raggruppamento, ma perché non si sono trovati di fronte nessuna altra proposta credibile. E poi anche perché il riconoscersi nella figura di Alexis Tzipras, che ha costruito una forza elettorale maggioritaria non su tematiche e appelli demagogici antieuropeisti, ma su un impegno concreto a rinegoziare i trattati europei rende evidente la posta in gioco di queste elezioni nella contrapposizione plastica tra una Grecia vinta ma non doma e una Germania (Schulz) vincitrice ma decisa a non mettere la sua forza al servizio di un disegno autenticamente europeista. La nostra non è una proposta minoritaria anche perché, se Grillo è riuscito a raccogliere in poco tempo, tra un elettorato ormai fluido – liquido – una forza elettorale così grande (ma anche così fragile, e per molti versi così discutibile), a maggior ragione la proposta di Barbara Spinelli può interpretare e raccogliere una molteplicità di spinte, di aspirazioni e di impegni concreti di migliaia di organizzazioni e movimenti che operano e lottano giorno per giorno nella società e nei territori in cui vivono e lavorano, ma non trovano in nessuna delle forze politiche ufficiali una loro rappresentanza. Che è esattamente quello che ci proponiamo con questa iniziativa. Stupisce quindi che tu, vedendo precipitare il partito democratico in un gorgo senza prospettive e senza ritorno, riesca ancora a sostenere che quel socialismo europeo a cui il Pd fa capo -e che è uno dei due pilastri di quelle “larghe intese” di fatto che sono all’origine delle politiche di austerità imposte all’Europa – possa sottrarsi a quella che sempre più appare una strada disastrosa, già interamente tracciata, soprattutto in mancanza di una forza seria e costruttiva che lo incalzi sulle questioni dirimenti. Anche sotto questa luce, una scelta chiara a favore di Tzipras e di ciò che rappresenta per la Grecia e per l’Europa, una scelta non condizionata da interessi partitici di alcun genere, dovrebbe risultare anche a te l’unica praticabile per tenere realisticamente aperta la prospettiva di un’alternativa effettiva al disastro incombente.
Questo il link per aderire all’appello: bit.ly/lista
Re: Con Tsipras contro l’Europa dell’austerità
Staremo a vedere.Come sceglierete i nomi della lista?
Terremo conto, immagino, della grandissima varietà di movimenti e opinioni che ho appena elencato.
Barbara Spinelli: «Sel da sola sarebbe un suicidio. Né può usare Tsipras come un tram» – Micaela Bongi/Daniela Preziosi (Il Manifesto)
26 gennaio 2014
Intervista. La figlia di Altiero Spinelli al manifesto: «Uniamo gli euroinsubordinati. C’è un’Italia che vuole restare in Europa cambiandola radicalmente. Serve un ordine nuovo»
Il suo cognome significa già, da solo, un’idea di Europa politica delle origini, molto lontana per la verità dall’Unione europea di oggi, quella della troika e delle due o più velocità. Significa l’Europa del manifesto di Ventotene immaginata dal confino fascista ma con un pensiero lungo, lunghissimo, da suo padre, Altiero. In questi anni, e con sempre più forza e frequenza in questi mesi, Barbara Spinelli, intellettuale ed editorialista di Repubblica, è stata l’ispiratrice di un movimento per un’Europa diversa da quella del rigore, che in queste settimane è precipitata nella proposta (insieme a Camilleri, Revelli, Gallino, Viale e Flores d’Arcais) di una lista unitaria per Tsipras, il leader della sinistra greca che oggi si mette alla testa di questo movimento. A questo appello l’altro ieri Alexis Tsipras ha risposto sì.
Il vostro appello «una lista per Tsipras» contiene una decisa richiesta di europeismo, ma antirigorista. In questi mesi invece in tutta Europa, e anche in Italia, nella società civile crescono pulsioni anti-euro, in contrapposizione al conformismo rigorista dei «riformisti». Cosa vi fa pensare che questa vostra lista possa raccogliere un vasto consenso?
Me lo fa pensare una certezza, innanzitutto: tra gli arrabbiati anti-euro e i conformisti dell’austerity non c’è il nulla; non regnano solo la rassegnazione e la rinuncia. È quello che vogliono far pensare i due gruppi – quello del no e quello del sì – ma ambedue mentono. Non è vero che «in tutta l’Europa» esistono solo loro, complici nell’immobilismo. E tra i complici metto anche il Pd. Tra il no e il sì c’è un’Italia che vuole restare in Europa, ma cambiandola radicalmente. Che soffre tremendamente la crisi, ma sa che solo in Europa la sormonterà. Sono gli «europeisti insubordinati», e in fondo i veri euroscettici sono loro. Lo scettico non si accontenta dell’apparenza, né dello status quo. Vuol creare un ordine nuovo. E un ordine nuovo in Europa significa una Federazione dove nessun Stato sia sacrificato, minacciato di espulsione se non si piega alle ricette, peraltro fallimentari, dei parametri di Maastricht e del Fiscal Compact. Anche se non lo dice chiaramente, l’europeista insubordinato intuisce che l’euro è un fallimento se non si costruisce attraverso una nuova Costituzione fatta dai rappresentanti dei popoli, un’Europa dove non conti più il rapporto di forze tra singoli Stati. Quando conta solo l’equilibrio fra potenze nazionali è inevitabile che sarà il più forte a dominare, come avveniva nel nostro continente fino al 1945.
Nel vostro appello indicate una collocazione nell’europarlamento, la Gue, il gruppo della sinistra europea. Vendola considera questo un limite di «asfissia», una riduzione della portata politica della candidatura di Tsipras, che può ambire a mobilitare anche forze e persone fuori del tradizionale recinto della sinistra radicale. Qual è il suo parere?
Come prima cosa, non mi pare ci sia unanimità sulle posizioni di Vendola: Sel è divisa, molti sono desiderosi di aderire alla nostra lista. Nell’appello si parla di collocazione nella Gue perché l’iniziativa, aggregandosi attorno alla figura emblematica di Tsipras, ha tenuto conto del fatto che il leader di Syriza è parte della Sinistra unitaria europea, ed è stato scelto come candidato da quest’ultima nel congresso di dicembre a Madrid. Ma invito a leggere attentamente la lettera in cui Tsipras appoggia l’iniziativa italiana. Viene a cadere ogni riferimento alla collocazione nel gruppo Gue. L’obiettivo è stare con Tsipras in Europa, aprire le porte a coalizioni inedite a Strasburgo, non condannarsi alle larghe intese anche lì. Lo strumento per raggiungere quest’obiettivo è chiaramente indicato, nella lettera: «Solo se facciamo tutti insieme un passo indietro, compiremo tutti insieme molti passi avanti». La parola chiave, che usa nel messaggio al Congresso Sel, è «umiltà». Questo apre nuovi spazi di adesione a tutti i movimenti, cittadini, partiti, individui, che non si riconoscono necessariamente in Gue. È la mia opinione personale: io, per esempio, non mi riconosco in Gue. Al tempo stesso, se scelgo Tsipras, non posso usare il suo nome come piace a me, per poi andare in gruppi parlamentari che saranno avversari del candidato che ho scelto.
E comunque per Sel sarebbe impraticabile, visto che ha chiesto non da oggi di entrare nel Pse e di portare li dentro la battaglia contro il rigore, in coerenza con la sua — per ora congelata — collocazione politica nel centrosinistra. C’è una possibilità di fare un passo di avvicinamento, fra voi e Sel?
Perché impraticabile? A mio parere Sel va a sbattere contro un muro se fa una sua lista separata dalla nostra, in favore di Schulz e sperando di entrare nel gruppo socialista al Parlamento europeo. Primo perché Schulz ha visioni non innovative sull’austerità, e punta a una Grosse Koalition – a Strasburgo – simile a quella conclusa in Germania. Secondo perché in Italia esiste una soglia di sbarramento abbastanza alta (4%), che purtroppo nessun partito intende mettere in questione. Questo significa che fallirà la lista Sel e anche la nostra, visto che su molti punti siamo concordi. Bel risultato sarebbe. La lista Sel alle europee è una forma di omicidio-suicidio.
All’opposto, lei non vede il rischio che la lista per Tsipras, per le personalità e le aree politiche che fin qui coinvolge, riproponga lo schema della Rivoluzione Civile, la lista per Antonio Ingroia, che ha raccolto un risultato ben al di sotto delle aspettative?
Non vedo questo pericolo se riusciamo a stare attenti, e se restiamo fedeli a quel che chiedono migliaia di firmatari. La lista è volutamente indipendente dai partiti, che non sono fra i soci cofondatori né siedono nella cabina di regia. Aderiscono al progetto e al manifesto, e la loro diversità è garanzia del fatto che l’esperienza di Rivoluzione Civile non si ripeterà. Noi ci rivolgiamo a tutti gli europeisti scontenti dello status quo: agli individui, ai movimenti e comitati di base, alla vasta cultura federalista, agli ecologisti, e anche alla sinistra radicale.
Ma dovrete anche affrontare la concorrenza seduttiva, in Italia, di un movimento anti europeo ma non di destra come quello dei 5 stelle.
Sono convinta che nel M5S ci siano ambedue le correnti: la corrente che vuol uscire dall’Europa e coltiva sogni del tutto illusori di ritorno alle sovranità nazionali assolute, e una corrente molto più simile alla nostra, fatta di europeisti insubordinati. Non posso pensare che 5 Stelle sia un monolite: cosa che Grillo sa perfettamente.
Come sceglierete i nomi della lista?
Terremo conto, immagino, della grandissima varietà di movimenti e opinioni che ho appena elencato.
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Re: Con Tsipras contro l’Europa dell’austerità
il Fatto 26.1.14
Lista Società Civile
Tsipras: la magnifica avventura della politica senza padroni
di Paolo Flores d’Arcais
Renzi, oppure Grillo, oppure restarsene a casa: a queste tre sole possibilità sembra ridursi nel prossimo futuro la libertà di scelta per un cittadino democratico. Libertà condizionata, libertà vigilata, che nel linguaggio giuridico è poco più degli arresti domiciliari.
Alle elezioni europee, per fortuna, ma forse solo per un’ultima volta, non sarà così. Il cittadino che abbia la sua bussola nella Costituzione repubblicana (la migliore d’Europa) e dunque voglia essere rappresentato per una politica di “giustizia e libertà” che quei valori realizzi, potrà votare per una lista autonoma della società civile. L’hanno promossa Andrea Camilleri, Luciano Gallino, Marco Revelli, Barbara Spinelli, Guido Viale (oltre chi scrive) e ha ottenuto in soli cinque giorni l’adesione di ben diecimila cittadini (lo si può fare tramite www.micromega.net).
UN’ENORMITÀ , SE SI PENSA che altrettanti sono i militanti della Lega che hanno partecipato alle primarie per il successore di Maroni, un partito che esiste da un quarto di secolo, governa due regioni ed è stato anni e anni al governo nazionale, ha stuoli di parlamentari, è onnipresente in tv, mentre l’iniziativa dei “sei” ha pochi giorni e circola col tam tam del web, nel silenzio assoluto delle tv e dei cosiddetti grandi giornali. Tra le adesioni più significative Michele Serra, scrittore e firma di punta di “Repubblica”, Adriano Prosperi, accademico dei Lincei, storico, editorialista di “Repubblica”, Giorgio Parisi, tra i maggiori fisici teorici italiani più volte in odore di Nobel, Furio Colombo, Moni Ovadia, Carlo Freccero, Ermanno Rea, Luciano Canfora, Massimo Carlotto, Roberta De Monticelli, l’ex segretario generale della Fiom Rinaldini...
Mi fermo qui ma potrei continuare a lungo. La legge elettorale europea stabilisce che ogni lista possa indicare, oltre ai candidati al parlamento, un nome per la presidenza della Commissione (il capo del governo, insomma). Andrea Camilleri e i suoi compagni avevano perciò scritto ad Alexis Tsipras, leader della coalizione di sinistra greca “Syriza”, per chiedergli di essere tale candidato, “pur sentendoci noi estranei alla logica dei piccoli partiti che in molti paesi faranno del suo nome la bandiera per riproporre forme minoritarie e obsolete di azione politica”. La lettera a Tsipras si apriva così: “Abbiamo più che mai bisogno di Europa, ma di un’altra Europa, una Europa “giustizia e libertà”.
Milioni di cittadini italiani si trovano anche in Europa senza rappresentanza. Non possono più cercarla nel Pd, neppure “turandosi il naso”, visto l’appoggio al governo Monti prima e Letta-Alfano poi, e l’azione dell’intero partito per scardinare i principi fondamentali della Costituzione repubblicana. Ma avranno crescenti difficoltà a provare a darsela con il M5S, che proprio sull’Europa ha politiche ondivaghe, e che più in generale troppo spesso è in balìa degli umori “padronali” di Grillo e Casaleggio, logica incompatibile con quella della rappresentanza democratica.
Per le elezioni europee è dunque necessaria una lista di cittadini della società civile, e dopo aver articolato cinque punti programmatici (rovesciamento della politica economica liberista, lotta alla corruzione e alle illegalità, politica di accoglienza, nuovo e più ampio welfare, efficace politica ambientale) concludeva con “la necessità che la politica sempre meno sia mestiere e carriera e sempre più un servizio civile”, per introdurre a livello europeo istituzioni finalmente democratiche. Tsipras ha risposto positivamente, prima ufficiosamente attraverso una delegazione di parlamentari di “Syriza” venuti a Roma (tra cui il suo vice), e infine qualche giorno fa con una lettera ufficiale.
Lista. Autonoma. Società civile. Le tre parole chiave sono queste. Norberto Bobbio nel 1990 salutava come “una magnifica avventura” un’altra iniziativa della società civile per rompere il monopolio dei partiti tradizionali, la “sinistra dei club”. Esperienza che il post-Pci (unanimi su questo Occhetto, D’Alema e Napolitano) riuscì a soffocare sul nascere. Non so se Bobbio definirebbe anche quella della lista per le europee “una magnifica avventura”, certo gli ideali di “giustizia e libertà” e di democrazia presa sul serio sono gli stessi. Credo che la vera differenza sia che questa nuova “magnifica avventura” ha la concreta possibilità di riuscire.
IN ITALIA NEGLI ULTIMI QUINDICI ANNI si sono succedute senza soluzione di continuità lotte di massa realizzate senza, e spesso contro, i partiti tradizionali. Portando in piazza, in forma auto-organizzata, milioni di persone. Facendo straripare più volte piazza san Giovanni. Girotondi, popolo viola, studenti, “se non ora quando”, lotte contro le leggi bavaglio, Fiom e società civile contro Marchionne … Questo autentico popolo della Costituzione, oggi senza rappresentanza, potrà finalmente costruirsela direttamente: migliaia di cittadini senza “appartenenze”, protagonisti della creazione di una lista di cui i sei promotori saranno solo catalizzatori e garanti.
Lista Società Civile
Tsipras: la magnifica avventura della politica senza padroni
di Paolo Flores d’Arcais
Renzi, oppure Grillo, oppure restarsene a casa: a queste tre sole possibilità sembra ridursi nel prossimo futuro la libertà di scelta per un cittadino democratico. Libertà condizionata, libertà vigilata, che nel linguaggio giuridico è poco più degli arresti domiciliari.
Alle elezioni europee, per fortuna, ma forse solo per un’ultima volta, non sarà così. Il cittadino che abbia la sua bussola nella Costituzione repubblicana (la migliore d’Europa) e dunque voglia essere rappresentato per una politica di “giustizia e libertà” che quei valori realizzi, potrà votare per una lista autonoma della società civile. L’hanno promossa Andrea Camilleri, Luciano Gallino, Marco Revelli, Barbara Spinelli, Guido Viale (oltre chi scrive) e ha ottenuto in soli cinque giorni l’adesione di ben diecimila cittadini (lo si può fare tramite www.micromega.net).
UN’ENORMITÀ , SE SI PENSA che altrettanti sono i militanti della Lega che hanno partecipato alle primarie per il successore di Maroni, un partito che esiste da un quarto di secolo, governa due regioni ed è stato anni e anni al governo nazionale, ha stuoli di parlamentari, è onnipresente in tv, mentre l’iniziativa dei “sei” ha pochi giorni e circola col tam tam del web, nel silenzio assoluto delle tv e dei cosiddetti grandi giornali. Tra le adesioni più significative Michele Serra, scrittore e firma di punta di “Repubblica”, Adriano Prosperi, accademico dei Lincei, storico, editorialista di “Repubblica”, Giorgio Parisi, tra i maggiori fisici teorici italiani più volte in odore di Nobel, Furio Colombo, Moni Ovadia, Carlo Freccero, Ermanno Rea, Luciano Canfora, Massimo Carlotto, Roberta De Monticelli, l’ex segretario generale della Fiom Rinaldini...
Mi fermo qui ma potrei continuare a lungo. La legge elettorale europea stabilisce che ogni lista possa indicare, oltre ai candidati al parlamento, un nome per la presidenza della Commissione (il capo del governo, insomma). Andrea Camilleri e i suoi compagni avevano perciò scritto ad Alexis Tsipras, leader della coalizione di sinistra greca “Syriza”, per chiedergli di essere tale candidato, “pur sentendoci noi estranei alla logica dei piccoli partiti che in molti paesi faranno del suo nome la bandiera per riproporre forme minoritarie e obsolete di azione politica”. La lettera a Tsipras si apriva così: “Abbiamo più che mai bisogno di Europa, ma di un’altra Europa, una Europa “giustizia e libertà”.
Milioni di cittadini italiani si trovano anche in Europa senza rappresentanza. Non possono più cercarla nel Pd, neppure “turandosi il naso”, visto l’appoggio al governo Monti prima e Letta-Alfano poi, e l’azione dell’intero partito per scardinare i principi fondamentali della Costituzione repubblicana. Ma avranno crescenti difficoltà a provare a darsela con il M5S, che proprio sull’Europa ha politiche ondivaghe, e che più in generale troppo spesso è in balìa degli umori “padronali” di Grillo e Casaleggio, logica incompatibile con quella della rappresentanza democratica.
Per le elezioni europee è dunque necessaria una lista di cittadini della società civile, e dopo aver articolato cinque punti programmatici (rovesciamento della politica economica liberista, lotta alla corruzione e alle illegalità, politica di accoglienza, nuovo e più ampio welfare, efficace politica ambientale) concludeva con “la necessità che la politica sempre meno sia mestiere e carriera e sempre più un servizio civile”, per introdurre a livello europeo istituzioni finalmente democratiche. Tsipras ha risposto positivamente, prima ufficiosamente attraverso una delegazione di parlamentari di “Syriza” venuti a Roma (tra cui il suo vice), e infine qualche giorno fa con una lettera ufficiale.
Lista. Autonoma. Società civile. Le tre parole chiave sono queste. Norberto Bobbio nel 1990 salutava come “una magnifica avventura” un’altra iniziativa della società civile per rompere il monopolio dei partiti tradizionali, la “sinistra dei club”. Esperienza che il post-Pci (unanimi su questo Occhetto, D’Alema e Napolitano) riuscì a soffocare sul nascere. Non so se Bobbio definirebbe anche quella della lista per le europee “una magnifica avventura”, certo gli ideali di “giustizia e libertà” e di democrazia presa sul serio sono gli stessi. Credo che la vera differenza sia che questa nuova “magnifica avventura” ha la concreta possibilità di riuscire.
IN ITALIA NEGLI ULTIMI QUINDICI ANNI si sono succedute senza soluzione di continuità lotte di massa realizzate senza, e spesso contro, i partiti tradizionali. Portando in piazza, in forma auto-organizzata, milioni di persone. Facendo straripare più volte piazza san Giovanni. Girotondi, popolo viola, studenti, “se non ora quando”, lotte contro le leggi bavaglio, Fiom e società civile contro Marchionne … Questo autentico popolo della Costituzione, oggi senza rappresentanza, potrà finalmente costruirsela direttamente: migliaia di cittadini senza “appartenenze”, protagonisti della creazione di una lista di cui i sei promotori saranno solo catalizzatori e garanti.
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Re: Con Tsipras contro l’Europa dell’austerità
LISTA A SOSTEGNO DI Tsipras
Il nome è un programma politico: Proposta.
PARTITO SOCIALISTA PER L' ALTERNATIVA- MOVIMENTO BENI COMUNI
1) perchè PARTITO SOCIALISTA PER L' ALTERNATIVA ?
STATO ED ECONOMIA POLITICA.
Centralità del motore dell' Accumulazione Capitalistica, controllo o gestione dei processi di gestione dell' accumulazione capitalistica,
Garanzia da parte dello Stato dei processi di circolarità del capitale all' interno delle imprese ( Produzione, Investimenti, Occupazione, Credito, Plusvalore).
CENTRALITA ' DELLA STATO COME SOGGETTO CHE HA IL MONOPOLIO DELLA POLITICA ECONOMICA.
a) Politica Economica come politica fiscale di REDISTRIBUZIONE DEL REDDITO.
b) Politica Economica come politica monetaria ( liquidità,tassi d' interesse, gestione debito pubblico )
c) Politica Economica come Politica Industriale, di sostegno e sviluppo settori industriali
d) Politica Economica come Politica del Lavoro di Piena Occupazione
e) Politica Economica come Politica del Welfare ( Reddito Minimo Garantito, scuola ed università pubblica, sanità diritto universale pubblico ).
LO STATO COMUNITA' , LO STATO SOCIALE e LO STATO SOCIALDEMOCRATICO.
2 Perchè MOVIMENTO BENI COMUNI ?
Il movimento degli INGEGNERI SOCIALI.
1) Il movimento degli Ingegneri sociali che gestiscono i tubi dell' acqua pubblica.
2) Il movimento degli Ingegneri sociali che gestiscono il bene comune costruendo case con riutilizzo di materiali a basso costo.
3) Il movimento degli Ingegneri sociali che gestiscono il bene comune, terreno agricolo, beni demaniali, pascolo ,pesca, irrigazione.
4) Il movimento degli Ingegneri sociali che autogestiscono cooperative sociali e di produzione.
Il movimento delle COMPETENZE per la gestione aziendale e compartecipata contro le lobby tecnocratiche di potere e contro la meritocrazia psicopatica .
Infine il MOVIMENTO DEGLI INTELLETTUALI, intellettuali non come estensori di generici appelli ma produttori di INCHIESTE SOCIALI secondo la prassi sociologica di Raniero Panzieri, intellettuali come ARCHITETTI di un SISTEMA DI BISOGNI, necessari, primari, complessi e culturali, senza una conoscenza struttura dei bisogni antica e nuova non è possibile organizzare una comunità società.
La Lista della sinistra italiana alle europee non deve essere un momento elettoralistico ne un momento di partecipazione democraticista ma un momento di ACCUMULAZIONE SOCIALE DI PRODUZIONE DEI BENI-COMUNI E DEL BENE-POLITICA, ognuno deve partecipare come GESTORE DELLA POLITICA ( dallo stato-comunità alla comunità locale).
Il nome è un programma politico: Proposta.
PARTITO SOCIALISTA PER L' ALTERNATIVA- MOVIMENTO BENI COMUNI
1) perchè PARTITO SOCIALISTA PER L' ALTERNATIVA ?
STATO ED ECONOMIA POLITICA.
Centralità del motore dell' Accumulazione Capitalistica, controllo o gestione dei processi di gestione dell' accumulazione capitalistica,
Garanzia da parte dello Stato dei processi di circolarità del capitale all' interno delle imprese ( Produzione, Investimenti, Occupazione, Credito, Plusvalore).
CENTRALITA ' DELLA STATO COME SOGGETTO CHE HA IL MONOPOLIO DELLA POLITICA ECONOMICA.
a) Politica Economica come politica fiscale di REDISTRIBUZIONE DEL REDDITO.
b) Politica Economica come politica monetaria ( liquidità,tassi d' interesse, gestione debito pubblico )
c) Politica Economica come Politica Industriale, di sostegno e sviluppo settori industriali
d) Politica Economica come Politica del Lavoro di Piena Occupazione
e) Politica Economica come Politica del Welfare ( Reddito Minimo Garantito, scuola ed università pubblica, sanità diritto universale pubblico ).
LO STATO COMUNITA' , LO STATO SOCIALE e LO STATO SOCIALDEMOCRATICO.
2 Perchè MOVIMENTO BENI COMUNI ?
Il movimento degli INGEGNERI SOCIALI.
1) Il movimento degli Ingegneri sociali che gestiscono i tubi dell' acqua pubblica.
2) Il movimento degli Ingegneri sociali che gestiscono il bene comune costruendo case con riutilizzo di materiali a basso costo.
3) Il movimento degli Ingegneri sociali che gestiscono il bene comune, terreno agricolo, beni demaniali, pascolo ,pesca, irrigazione.
4) Il movimento degli Ingegneri sociali che autogestiscono cooperative sociali e di produzione.
Il movimento delle COMPETENZE per la gestione aziendale e compartecipata contro le lobby tecnocratiche di potere e contro la meritocrazia psicopatica .
Infine il MOVIMENTO DEGLI INTELLETTUALI, intellettuali non come estensori di generici appelli ma produttori di INCHIESTE SOCIALI secondo la prassi sociologica di Raniero Panzieri, intellettuali come ARCHITETTI di un SISTEMA DI BISOGNI, necessari, primari, complessi e culturali, senza una conoscenza struttura dei bisogni antica e nuova non è possibile organizzare una comunità società.
La Lista della sinistra italiana alle europee non deve essere un momento elettoralistico ne un momento di partecipazione democraticista ma un momento di ACCUMULAZIONE SOCIALE DI PRODUZIONE DEI BENI-COMUNI E DEL BENE-POLITICA, ognuno deve partecipare come GESTORE DELLA POLITICA ( dallo stato-comunità alla comunità locale).
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Re: Con Tsipras contro l’Europa dell’austerità
Avete firmato per la LISTA A SOSTEGNO DI Tsipras ?
lo si può fare tramite www.micromega.net
Oggi sono state superate le 15.000 firme.
" diciamo no alla grande coalizione parlamentare che si prepara fra socialisti e democristiani europei, presentandoci alle elezioni di maggio con una piattaforma di sinistra alternativa e di rottura. Nostro scopo: un Parlamento costituente, che si divida fra immobilisti e innovatori. Siamo sicuri fin d’ora che gran parte dei cittadini voglia proprio questo: non l’Unione mal ricucita, non la fuga dall’Euro, ma un’altra Europa, rifatta alle radici. La chiediamo subito: il tempo è scaduto e la casa di tutti noi è in fiamme, anche se ognuno cercasse rifugio nella sua tana minuscola e illusoria."
L'anima sinistra del PD chiede le stesse cose, altrettanto vale sia per SEL che per Idv.
Cosa chiede di diverso il M5S.
C'è una maggioranza di cittadini italiani che concordano sulle richieste soprascritte che vogliono
cambiare gli equilibri in Europa a favore delle forze del lavoro contro le forze del capitale e dei mercati. Di difendere l’Europa dei popoli, di mettere freno all’austerità che distrugge la coesione sociale. Di rivendicare di nuovo la democrazia.
lo si può fare tramite www.micromega.net
Oggi sono state superate le 15.000 firme.
" diciamo no alla grande coalizione parlamentare che si prepara fra socialisti e democristiani europei, presentandoci alle elezioni di maggio con una piattaforma di sinistra alternativa e di rottura. Nostro scopo: un Parlamento costituente, che si divida fra immobilisti e innovatori. Siamo sicuri fin d’ora che gran parte dei cittadini voglia proprio questo: non l’Unione mal ricucita, non la fuga dall’Euro, ma un’altra Europa, rifatta alle radici. La chiediamo subito: il tempo è scaduto e la casa di tutti noi è in fiamme, anche se ognuno cercasse rifugio nella sua tana minuscola e illusoria."
L'anima sinistra del PD chiede le stesse cose, altrettanto vale sia per SEL che per Idv.
Cosa chiede di diverso il M5S.
C'è una maggioranza di cittadini italiani che concordano sulle richieste soprascritte che vogliono
cambiare gli equilibri in Europa a favore delle forze del lavoro contro le forze del capitale e dei mercati. Di difendere l’Europa dei popoli, di mettere freno all’austerità che distrugge la coesione sociale. Di rivendicare di nuovo la democrazia.
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Re: Con Tsipras contro l’Europa dell’austerità
io spero che questo forum riesca a seguire quello che sta succedendo e riesca a ' dettare la linea'
che l 'imperatore marius schieri tutti i suoi eserciti e il conte camillo benso l' armata dei savoia
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NON SOPPORTO L'IMBECILLITÀ
di Marigo Giandiego
“Contro la stupidità nulla possono, nemmeno gli Dei” è una frase di Schiller, ma sembra una tristissima profezia che voglia descrivere quel che la sinistra o presunta tale riesce a fare con se stessa.
Una lista europea con un candidato credibile … dopo anni.
Una idea ed uno sfondo finalmente coinvolgente, su di un progetto che premette una esigenza di unità.
Ma l'italiota resta tale anche se presume d'essere di sinistra.
Tafazziani, ma anche di più decisamente stupidi riusciamo ad annegare in un bicchiere a rendere impossibili persino le tappe obbligate.
Oggi il litigio, per quanto al momento nascosto e laterale, è su chi debba decidere come le liste saranno composte. I garanti abbondano! E con un'arroganza senza limiti nata da un'autoreferenza irrefrenabile qualcuno a deciso d'essere l'unico depositario possibile dell'onestà.
Certo i tempi stretti, addotti come scusa ... ed ognuno si erge a primogenito, ognuno reclama il diritto ad essere il conduttore morale ed il garante.
Persino di fronte al passo indietro importante fatto di propria spontanea volontà da quella stessa Sinistra Europea che pure, unica, avrebbe volendo, un diritto reale alla primogenitura.
La risposta è La stoltezza e stupisce che ad essere così poco lungimiranti, così ottusi siano degli autoproclamati intellettuali … garanti del nulla, ma questo tono potrebbe essere frainteso e confuso con un atteggiamento poco disponibile all'unità e non lo è. È solo un grido di dolore e di raccapriccio.
Io poi non sono nessuno, né un intellettuale né un uomo della sinistra europea … sono solo un uomo di sinistra affranto dall'umana miseria.
Inerme ed impotente di fronte ad un gruppo di auto-referenti che si proclamano da una parte e dall'altra “figli legittimi ed unigeniti”.
Intollerabiole e mostruosamente sciocco. Perdonate la ripetizione reiterata del termine ma davvero l'unica cosa che rimanga in mano dopo tutti questi anni con questa discussione senza senso rischiano di compromettere ancor prima che nasca questa traballante, fragile unità.
Ed era proprio quello che volevamo evitare quando con il nostro povero appello cercammo di formare un movimento di opinione che spingesse verso l'unità “SINISTRA UNITA- Area di Progresso e Civiltà” … già!
E siamo qui, come molti, a pregare che il protagonismo degli intelligenti o di quelli che si reputano tali non butti all'aria l'ultima speranza dopo dieci anni di vedere un Sinistra unitaria e reale ad una “consultazione elettorale”.
La speranza che sia un prima passo.
Noi stiamo impegnandoci in questo senso, ma non siamo nessuno, non siamo editorialisti di importanti giornali ,l, ne intellettuali consacrati e ben pagati, non segretari di fumose e ristrette segreterie, ed ancor meno leader di minoranze infinitesimali che parlano di unità e rispondono dividendosi … a raccontarlo ci si prende per dementi .
Ed il popolo della sinistra sembra in altre faccende affaccendato.
Quindi esordiamo in questo percorso con una polemica furiosa sulla composizione delle liste e un diktat premesso su chi ne debba esserne il garante … ed è sempre la stessa storia … girotondi, movimento viola, movimento arancione e via , via sino alle divisioni dei divisi, sino alla frantumazione millimetrica di Rifondazione passando per 24 – 25 - 26 (dipende dalla giornata e da come si svegliano) partiti comunisti da un fronte socialista inesistente, confuso, rarefatto.
Insomma da un arcipelago di isolette senza alcuna forza … senza costrutto che ripetono incessantemente la medesima canzone senza riuscire a parlarsi fra loro … demenziale? Assolutamente sì! Che altro?
Possibile che sia così difficile?
Ha chiesto qualcuno mentre portava a casa l'ennesima divisione ed una segreteria di minoranza.
Lo è … persino di più!
Eppure tutti fanno discorsi unitari mentre da dietro si tirano calci e preparano treppole … tutti cantano la stessa canzone dell'unità irrinunciabile ma ciascuno alle proprie condizioni.
E lo dirò per l'ultima volta, perché è un sogno ed un'utopia e sono stanco di essere preso per un illuso.
Pensate come sarebbe bello e giusto se il popolo della sinistra rispondesse finalmente unito, giustamente esasperato ed anche un tantinello incazzato:
“Bhe sapete la novità … da oggi decidiamo noi, voi eseguite e quel che dovete fare è cercare le ragioni dell'unità … niente altro solo quello, mettere a disposizione il vostro Know-Out e cercate le ragioni dell'unità … Le scelte le faremo noi d'ora in poi con strumenti di consultazione dal basso e sapete l'ulteriore novità? Sapete chi sono i garanti siamo ancora noi!”.
Chiedo scusa dell'emotività di questo articoletto, certamente inutile.
Perché nessun popolo di sinistra reagirà indignato, ma continueremo sparpagliati ognuno dietro alla propria bandierina … persi ciascuno nella propria specificazione … a precisare le nostre ragione convinti di averle … e la storia riderà di noi e ce lo saremo meritato.
Perdonate il disturbo
Pubblicato da giandiego marigo a 08:40
che l 'imperatore marius schieri tutti i suoi eserciti e il conte camillo benso l' armata dei savoia
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NON SOPPORTO L'IMBECILLITÀ
di Marigo Giandiego
“Contro la stupidità nulla possono, nemmeno gli Dei” è una frase di Schiller, ma sembra una tristissima profezia che voglia descrivere quel che la sinistra o presunta tale riesce a fare con se stessa.
Una lista europea con un candidato credibile … dopo anni.
Una idea ed uno sfondo finalmente coinvolgente, su di un progetto che premette una esigenza di unità.
Ma l'italiota resta tale anche se presume d'essere di sinistra.
Tafazziani, ma anche di più decisamente stupidi riusciamo ad annegare in un bicchiere a rendere impossibili persino le tappe obbligate.
Oggi il litigio, per quanto al momento nascosto e laterale, è su chi debba decidere come le liste saranno composte. I garanti abbondano! E con un'arroganza senza limiti nata da un'autoreferenza irrefrenabile qualcuno a deciso d'essere l'unico depositario possibile dell'onestà.
Certo i tempi stretti, addotti come scusa ... ed ognuno si erge a primogenito, ognuno reclama il diritto ad essere il conduttore morale ed il garante.
Persino di fronte al passo indietro importante fatto di propria spontanea volontà da quella stessa Sinistra Europea che pure, unica, avrebbe volendo, un diritto reale alla primogenitura.
La risposta è La stoltezza e stupisce che ad essere così poco lungimiranti, così ottusi siano degli autoproclamati intellettuali … garanti del nulla, ma questo tono potrebbe essere frainteso e confuso con un atteggiamento poco disponibile all'unità e non lo è. È solo un grido di dolore e di raccapriccio.
Io poi non sono nessuno, né un intellettuale né un uomo della sinistra europea … sono solo un uomo di sinistra affranto dall'umana miseria.
Inerme ed impotente di fronte ad un gruppo di auto-referenti che si proclamano da una parte e dall'altra “figli legittimi ed unigeniti”.
Intollerabiole e mostruosamente sciocco. Perdonate la ripetizione reiterata del termine ma davvero l'unica cosa che rimanga in mano dopo tutti questi anni con questa discussione senza senso rischiano di compromettere ancor prima che nasca questa traballante, fragile unità.
Ed era proprio quello che volevamo evitare quando con il nostro povero appello cercammo di formare un movimento di opinione che spingesse verso l'unità “SINISTRA UNITA- Area di Progresso e Civiltà” … già!
E siamo qui, come molti, a pregare che il protagonismo degli intelligenti o di quelli che si reputano tali non butti all'aria l'ultima speranza dopo dieci anni di vedere un Sinistra unitaria e reale ad una “consultazione elettorale”.
La speranza che sia un prima passo.
Noi stiamo impegnandoci in questo senso, ma non siamo nessuno, non siamo editorialisti di importanti giornali ,l, ne intellettuali consacrati e ben pagati, non segretari di fumose e ristrette segreterie, ed ancor meno leader di minoranze infinitesimali che parlano di unità e rispondono dividendosi … a raccontarlo ci si prende per dementi .
Ed il popolo della sinistra sembra in altre faccende affaccendato.
Quindi esordiamo in questo percorso con una polemica furiosa sulla composizione delle liste e un diktat premesso su chi ne debba esserne il garante … ed è sempre la stessa storia … girotondi, movimento viola, movimento arancione e via , via sino alle divisioni dei divisi, sino alla frantumazione millimetrica di Rifondazione passando per 24 – 25 - 26 (dipende dalla giornata e da come si svegliano) partiti comunisti da un fronte socialista inesistente, confuso, rarefatto.
Insomma da un arcipelago di isolette senza alcuna forza … senza costrutto che ripetono incessantemente la medesima canzone senza riuscire a parlarsi fra loro … demenziale? Assolutamente sì! Che altro?
Possibile che sia così difficile?
Ha chiesto qualcuno mentre portava a casa l'ennesima divisione ed una segreteria di minoranza.
Lo è … persino di più!
Eppure tutti fanno discorsi unitari mentre da dietro si tirano calci e preparano treppole … tutti cantano la stessa canzone dell'unità irrinunciabile ma ciascuno alle proprie condizioni.
E lo dirò per l'ultima volta, perché è un sogno ed un'utopia e sono stanco di essere preso per un illuso.
Pensate come sarebbe bello e giusto se il popolo della sinistra rispondesse finalmente unito, giustamente esasperato ed anche un tantinello incazzato:
“Bhe sapete la novità … da oggi decidiamo noi, voi eseguite e quel che dovete fare è cercare le ragioni dell'unità … niente altro solo quello, mettere a disposizione il vostro Know-Out e cercate le ragioni dell'unità … Le scelte le faremo noi d'ora in poi con strumenti di consultazione dal basso e sapete l'ulteriore novità? Sapete chi sono i garanti siamo ancora noi!”.
Chiedo scusa dell'emotività di questo articoletto, certamente inutile.
Perché nessun popolo di sinistra reagirà indignato, ma continueremo sparpagliati ognuno dietro alla propria bandierina … persi ciascuno nella propria specificazione … a precisare le nostre ragione convinti di averle … e la storia riderà di noi e ce lo saremo meritato.
Perdonate il disturbo
Pubblicato da giandiego marigo a 08:40
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Re: Con Tsipras contro l’Europa dell’austerità
il prof. Brancaccio ci spiega qual è la situazione economica dell' eurozona
fondamentale la sua analisi per le elezioni europee
n questa intervista il prof. Brancaccio ci spiega la linea politica.
spiega la linea politica a TUTTI i compagni,se qualcuno NON è d' accordo esiste la DEMOCRAZIA e puo spiegarci i motivi http://www.emilianobrancaccio.it/2014/0 ... #more-5124
fondamentale la sua analisi per le elezioni europee
n questa intervista il prof. Brancaccio ci spiega la linea politica.
spiega la linea politica a TUTTI i compagni,se qualcuno NON è d' accordo esiste la DEMOCRAZIA e puo spiegarci i motivi http://www.emilianobrancaccio.it/2014/0 ... #more-5124
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Re: Con Tsipras contro l’Europa dell’austerità
Io ho firmato un po' di giorni fa. Ritengo che sia utile un partito di sinistra che smuova anche i socialisti europei sull'esigenza di combattere gli effetti nefasti del liberismo mondiale impedendo che il voto vada all'estrema destra.iospero ha scritto:Avete firmato per la LISTA A SOSTEGNO DI Tsipras ?
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Oggi sono state superate le 15.000 firme.
" diciamo no alla grande coalizione parlamentare che si prepara fra socialisti e democristiani europei, presentandoci alle elezioni di maggio con una piattaforma di sinistra alternativa e di rottura. Nostro scopo: un Parlamento costituente, che si divida fra immobilisti e innovatori. Siamo sicuri fin d’ora che gran parte dei cittadini voglia proprio questo: non l’Unione mal ricucita, non la fuga dall’Euro, ma un’altra Europa, rifatta alle radici. La chiediamo subito: il tempo è scaduto e la casa di tutti noi è in fiamme, anche se ognuno cercasse rifugio nella sua tana minuscola e illusoria."
L'anima sinistra del PD chiede le stesse cose, altrettanto vale sia per SEL che per Idv.
Cosa chiede di diverso il M5S.
C'è una maggioranza di cittadini italiani che concordano sulle richieste soprascritte che vogliono
cambiare gli equilibri in Europa a favore delle forze del lavoro contro le forze del capitale e dei mercati. Di difendere l’Europa dei popoli, di mettere freno all’austerità che distrugge la coesione sociale. Di rivendicare di nuovo la democrazia.
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Re: Con Tsipras contro l’Europa dell’austerità
aaaa42 ha scritto:io spero che questo forum riesca a seguire quello che sta succedendo e riesca a ' dettare la linea'
che l 'imperatore marius schieri tutti i suoi eserciti e il conte camillo benso l' armata dei savoia
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NON SOPPORTO L'IMBECILLITÀ
di Marigo Giandiego
“Contro la stupidità nulla possono, nemmeno gli Dei” è una frase di Schiller, ma sembra una tristissima profezia che voglia descrivere quel che la sinistra o presunta tale riesce a fare con se stessa.
Una lista europea con un candidato credibile … dopo anni.
Una idea ed uno sfondo finalmente coinvolgente, su di un progetto che premette una esigenza di unità.
Ma l'italiota resta tale anche se presume d'essere di sinistra.
Tafazziani, ma anche di più decisamente stupidi riusciamo ad annegare in un bicchiere a rendere impossibili persino le tappe obbligate.
Oggi il litigio, per quanto al momento nascosto e laterale, è su chi debba decidere come le liste saranno composte. I garanti abbondano! E con un'arroganza senza limiti nata da un'autoreferenza irrefrenabile qualcuno a deciso d'essere l'unico depositario possibile dell'onestà.
Certo i tempi stretti, addotti come scusa ... ed ognuno si erge a primogenito, ognuno reclama il diritto ad essere il conduttore morale ed il garante.
Persino di fronte al passo indietro importante fatto di propria spontanea volontà da quella stessa Sinistra Europea che pure, unica, avrebbe volendo, un diritto reale alla primogenitura.
La risposta è La stoltezza e stupisce che ad essere così poco lungimiranti, così ottusi siano degli autoproclamati intellettuali … garanti del nulla, ma questo tono potrebbe essere frainteso e confuso con un atteggiamento poco disponibile all'unità e non lo è. È solo un grido di dolore e di raccapriccio.
Io poi non sono nessuno, né un intellettuale né un uomo della sinistra europea … sono solo un uomo di sinistra affranto dall'umana miseria.
Inerme ed impotente di fronte ad un gruppo di auto-referenti che si proclamano da una parte e dall'altra “figli legittimi ed unigeniti”.
Intollerabiole e mostruosamente sciocco. Perdonate la ripetizione reiterata del termine ma davvero l'unica cosa che rimanga in mano dopo tutti questi anni con questa discussione senza senso rischiano di compromettere ancor prima che nasca questa traballante, fragile unità.
Ed era proprio quello che volevamo evitare quando con il nostro povero appello cercammo di formare un movimento di opinione che spingesse verso l'unità “SINISTRA UNITA- Area di Progresso e Civiltà” … già!
E siamo qui, come molti, a pregare che il protagonismo degli intelligenti o di quelli che si reputano tali non butti all'aria l'ultima speranza dopo dieci anni di vedere un Sinistra unitaria e reale ad una “consultazione elettorale”.
La speranza che sia un prima passo.
Noi stiamo impegnandoci in questo senso, ma non siamo nessuno, non siamo editorialisti di importanti giornali ,l, ne intellettuali consacrati e ben pagati, non segretari di fumose e ristrette segreterie, ed ancor meno leader di minoranze infinitesimali che parlano di unità e rispondono dividendosi … a raccontarlo ci si prende per dementi .
Ed il popolo della sinistra sembra in altre faccende affaccendato.
Quindi esordiamo in questo percorso con una polemica furiosa sulla composizione delle liste e un diktat premesso su chi ne debba esserne il garante … ed è sempre la stessa storia … girotondi, movimento viola, movimento arancione e via , via sino alle divisioni dei divisi, sino alla frantumazione millimetrica di Rifondazione passando per 24 – 25 - 26 (dipende dalla giornata e da come si svegliano) partiti comunisti da un fronte socialista inesistente, confuso, rarefatto.
Insomma da un arcipelago di isolette senza alcuna forza … senza costrutto che ripetono incessantemente la medesima canzone senza riuscire a parlarsi fra loro … demenziale? Assolutamente sì! Che altro?
Possibile che sia così difficile?
Ha chiesto qualcuno mentre portava a casa l'ennesima divisione ed una segreteria di minoranza.
Lo è … persino di più!
Eppure tutti fanno discorsi unitari mentre da dietro si tirano calci e preparano treppole … tutti cantano la stessa canzone dell'unità irrinunciabile ma ciascuno alle proprie condizioni.
E lo dirò per l'ultima volta, perché è un sogno ed un'utopia e sono stanco di essere preso per un illuso.
Pensate come sarebbe bello e giusto se il popolo della sinistra rispondesse finalmente unito, giustamente esasperato ed anche un tantinello incazzato:
“Bhe sapete la novità … da oggi decidiamo noi, voi eseguite e quel che dovete fare è cercare le ragioni dell'unità … niente altro solo quello, mettere a disposizione il vostro Know-Out e cercate le ragioni dell'unità … Le scelte le faremo noi d'ora in poi con strumenti di consultazione dal basso e sapete l'ulteriore novità? Sapete chi sono i garanti siamo ancora noi!”.
Chiedo scusa dell'emotività di questo articoletto, certamente inutile.
Perché nessun popolo di sinistra reagirà indignato, ma continueremo sparpagliati ognuno dietro alla propria bandierina … persi ciascuno nella propria specificazione … a precisare le nostre ragione convinti di averle … e la storia riderà di noi e ce lo saremo meritato.
Perdonate il disturbo
Pubblicato da giandiego marigo a 08:40
Se non si ricercano le ragioni che portano alle divisioni non si può procedere in senso inverso.
Alla Biblioteca centrale di SSG, continuo a sentire questa riflessione :
<<Siamo qui in 6/10, tutti di sinistra e la pensiamo tutti in modo diverso>>
In effetti non è proprio così, dipende dal tipo di argomento.
Sull’antifascismo ad esempio sono sicuro che esiste l’unanimità.
Anche sulla mafia esiste l’unanimità.
Quando si parla di immigrazione allora cominciano già le divisioni.
Altrettanto se si parla di Pd. (In proposito. Sull’Espresso di questa settimana Piero Ignazi, editorialista dell’Unità titola nella sua rubrica Potere&Poteri:- Pd, ossia partito democristiano – Alla buonora, ce n’è voluto di tempo per capirlo).
In molte cose le divisioni sono derivate da pura ignoranza, nel senso etimologico del termine, ignorare fatti e pensieri.
Se ci fosse chi avesse la pazienza di spiegare le cose senza cercare di prevalere perché la voglia di comandare in alcuni è forte, molte divisioni verrebbero meno.
La storia insegna.
Un, due, tre, pronti via, nel gennaio del 1947, Giuseppe Saragat, socialista, da il via alla prima scissione di sinistra, denominata la scissione di Palazzo Barberini, che nel 1951 divenne il PSDI.
Questo perché non condivideva l’unione tra il Psi e il Pci.
Noi siamo fatti così.
Rimane un elemento psico sociologico di fondo, che riguarda gli esseri umani.
In prevalenza, in presenza di eventi negativi e drammatici, come una guerra o altro, l’uomo tende ad unirsi, a mettere da parte le scorie che li dividono.
In tempi “normali”, prevalgono gli egoismi personali.
Penso che queste esperienze le abbiano constatate, in prevalenza i maschietti, che ai tempi venivano chiamati a prestare il servizio militare.
Ma questo si è verificato anche durante il percorso scolastico, o nell’ambiente di lavoro.
Chi c’è in linea
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