Resa dei conti nella CGIL?
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Resa dei conti nella CGIL?
Blitz Cremaschi dalla Camusso
Milano, volano calci e spintoni
Che succede tra Cgil e Fiom? camusso landini pignone Tutti gli articoli della sezione 14 febbraio 2014 listen this page A - A Momenti di alta tensione questa mattina all'attivo regionale dei delegati della Cgil, in vista del congresso, alla presenza del segretario generale, Susanna Camusso.
Sono volati anche qualche schiaffo e spintone quando una decina di esponenti della Fiom, guidati dallo storico esponente Giorgio Cremaschi, hanno fatto «irruzione» all'incontro dal titolo «Estendere gli accordi su democrazia e rappresentanza a tutti i luoghi di lavoro», chiedendo di poter parlare. «L'accordo sulla rappresentanza sta distruggendo la Cgil - ha spiegato Cremaschi - oggi è San Valentino ma è anche il trentesimo anniversario del decreto Craxi che abolì la scala mobile e questo accordo è altrettanto grave come quello di 30 anni fa». «A questa assemblea non è stata invitata la Fiom, chi non ha firmato l'accordo - ha proseguito Cremaschi - è un'assemblea assurda per coloro che sono per il sì, volevamo che un nostro rappresentante potesse intervenire e loro hanno reagito con violenza fisica per impedire anche solo la nostra richiesta di intervento. Per cui noi presenteremo una denuncia alla Procura della Repubblica - ha aggiunto - perché siamo stati estromessi».
«Anche la Camusso è responsabile, le abbiamo chiesto di potere intervenire e non ha fatto nulla», ha concluso Cremaschi.
Urla e spintoni sono andati in scena sotto gli occhi di giornalisti e telecamere, mentre in sala proseguono i lavori di uno degli incontri in vista del congresso; Franco Stasi, segretario organizzativo della Cgil Lombardia, è stato accompagnato fuori dalla sala in braccio, denunciando di essere stato colpito a una gamba («non ho mai dato uno schiaffo a nessuno», ha replicato Cremaschi). Lo storico esponente Fiom e i suoi, con cartelli al collo per denunciare 'gli accordi bavagliò, hanno duramente contestato l'accordo sulla rappresentanza.
«Abbiamo presentato un volantino - ha detto ancora - che ricorda che oggi è il trentesimo anniversario del decreto Craxi, che abolì la scala mobile. Riteniamo che l'accordo del 10 gennaio sia altrettanto grave, sta distruggendo la Cgil».
CGIL. LANDINI:GESTIONE AUTORITARIA MA A MILANO NON È NOSTRO BLITZ
«Poco serio non invitare la Fiom, ma noi a Milano non c'eravamo. Cremaschi è stato un autorevole dirigente Fiom, ora è dirigente Cgil». Lo dice il segretario della Fiom, Maurizio Landini, parlando al Fatto.it del blitz all'attivo milanese della Cgil sull'estensione del testo unico alle categorie non afferenti a Confindustria. «Gli spintoni sono sbagliati- aggiunge- ma lo è anche una gestione autoritaria della Cgil. Cremaschi è un dirigente nazionale della confederazione, perchè non farlo parlare?», conclude Landini. In una nota della Fiom di Milano si legge poi che al Teatro Parenti «quando a Giorgio Cremaschi è stato impedito l'intervento la Fiom non era presente. Abbiamo criticato pubblicamente la decisione di Cgil Lombardia di non coinvolgere la categoria dei metalmeccanici in una assemblea confederale dei delegati con all'ordine del giorno il testo unico sulla rappresentanza, ma non essendo stati invitati non c'eravamo proprio. Nessun blitz, quindi, nessuna irruzione: respingiamo una ricostruzione dei fatti che non si basa su alcun dato di realtà». Detto questo i metalmeccanici lombardi considerano «grave e preoccupante che ad un componente del direttivo nazionale della Cgil e primo firmatario della mozione congressuale 'Il sindacato è un'altra cosà sia stata negata la parola. L'esclusione dei metalmeccanici ad un attivo della Cgil e quanto è accaduto questa mattina confermano l'esigenza di una discussione all'interno della confederazione: la democrazia è una cosa seria, non un optional».
http://www.unita.it/economia/fiom-blitz ... i-1.551489
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Qualche correlazione su quanto sta succedendo nel PD?
un salutone
Milano, volano calci e spintoni
Che succede tra Cgil e Fiom? camusso landini pignone Tutti gli articoli della sezione 14 febbraio 2014 listen this page A - A Momenti di alta tensione questa mattina all'attivo regionale dei delegati della Cgil, in vista del congresso, alla presenza del segretario generale, Susanna Camusso.
Sono volati anche qualche schiaffo e spintone quando una decina di esponenti della Fiom, guidati dallo storico esponente Giorgio Cremaschi, hanno fatto «irruzione» all'incontro dal titolo «Estendere gli accordi su democrazia e rappresentanza a tutti i luoghi di lavoro», chiedendo di poter parlare. «L'accordo sulla rappresentanza sta distruggendo la Cgil - ha spiegato Cremaschi - oggi è San Valentino ma è anche il trentesimo anniversario del decreto Craxi che abolì la scala mobile e questo accordo è altrettanto grave come quello di 30 anni fa». «A questa assemblea non è stata invitata la Fiom, chi non ha firmato l'accordo - ha proseguito Cremaschi - è un'assemblea assurda per coloro che sono per il sì, volevamo che un nostro rappresentante potesse intervenire e loro hanno reagito con violenza fisica per impedire anche solo la nostra richiesta di intervento. Per cui noi presenteremo una denuncia alla Procura della Repubblica - ha aggiunto - perché siamo stati estromessi».
«Anche la Camusso è responsabile, le abbiamo chiesto di potere intervenire e non ha fatto nulla», ha concluso Cremaschi.
Urla e spintoni sono andati in scena sotto gli occhi di giornalisti e telecamere, mentre in sala proseguono i lavori di uno degli incontri in vista del congresso; Franco Stasi, segretario organizzativo della Cgil Lombardia, è stato accompagnato fuori dalla sala in braccio, denunciando di essere stato colpito a una gamba («non ho mai dato uno schiaffo a nessuno», ha replicato Cremaschi). Lo storico esponente Fiom e i suoi, con cartelli al collo per denunciare 'gli accordi bavagliò, hanno duramente contestato l'accordo sulla rappresentanza.
«Abbiamo presentato un volantino - ha detto ancora - che ricorda che oggi è il trentesimo anniversario del decreto Craxi, che abolì la scala mobile. Riteniamo che l'accordo del 10 gennaio sia altrettanto grave, sta distruggendo la Cgil».
CGIL. LANDINI:GESTIONE AUTORITARIA MA A MILANO NON È NOSTRO BLITZ
«Poco serio non invitare la Fiom, ma noi a Milano non c'eravamo. Cremaschi è stato un autorevole dirigente Fiom, ora è dirigente Cgil». Lo dice il segretario della Fiom, Maurizio Landini, parlando al Fatto.it del blitz all'attivo milanese della Cgil sull'estensione del testo unico alle categorie non afferenti a Confindustria. «Gli spintoni sono sbagliati- aggiunge- ma lo è anche una gestione autoritaria della Cgil. Cremaschi è un dirigente nazionale della confederazione, perchè non farlo parlare?», conclude Landini. In una nota della Fiom di Milano si legge poi che al Teatro Parenti «quando a Giorgio Cremaschi è stato impedito l'intervento la Fiom non era presente. Abbiamo criticato pubblicamente la decisione di Cgil Lombardia di non coinvolgere la categoria dei metalmeccanici in una assemblea confederale dei delegati con all'ordine del giorno il testo unico sulla rappresentanza, ma non essendo stati invitati non c'eravamo proprio. Nessun blitz, quindi, nessuna irruzione: respingiamo una ricostruzione dei fatti che non si basa su alcun dato di realtà». Detto questo i metalmeccanici lombardi considerano «grave e preoccupante che ad un componente del direttivo nazionale della Cgil e primo firmatario della mozione congressuale 'Il sindacato è un'altra cosà sia stata negata la parola. L'esclusione dei metalmeccanici ad un attivo della Cgil e quanto è accaduto questa mattina confermano l'esigenza di una discussione all'interno della confederazione: la democrazia è una cosa seria, non un optional».
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un salutone
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
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Re: Resa dei conti nella CGIL?
Anche in questo settore si registra la fine di un ciclo.
Di Vittorio è lontano nel tempo.
Di Vittorio è lontano nel tempo.
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Re: Resa dei conti nella CGIL?
Amico Camillo, non la fine di un ciclo ma le contraddizioni di un sindacato che sta' perdendo il contatto con la base.camillobenso ha scritto:Anche in questo settore si registra la fine di un ciclo.
Di Vittorio è lontano nel tempo.
CISL e UIL l'hanno gia perso del tutto mentre ora il pericolo e' che pure la CGIL prenda questa strada.
La federazione metalmeccanica, FIOM, e' l'unica a resistere e speriamo che resista ancora altrimenti sarò costretto a non farmi piu' trattenere la quota sindacale.
Stanno cercando di metterci alle corde. Tutto dipenderà dai ns. comportamenti se questo succedera'
un salutone dal compagno Juan
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
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Re: Resa dei conti nella CGIL?
Landini: “No alla violenza ma questa non è democrazia c’è una deriva autoritaria” (ROBERTO MANIA).
15/02/2014 di triskel182
ROMA— Maurizio Landini, segretario generale della Fiom, parla di «deriva autoritaria della Cgil». Ha appena inviato a Susanna Camusso l’ultima lettera, dai toni aspri, di un lungo carteggio per provare a fissare un incontro, che invece non ci sarà, per discutere del contestato accordo sulla rappresentanza sindacale. È un muro contro muro senza precedenti. La Fiom da una parte, il resto della Cgil dall’altra.
Landini, ma cosa sta succedendo nella Cgil? Ora si arriva addirittura alle mani durante una riunione tra dirigenti. Perché?
«Premesso che qualsiasi forma di violenza non appartiene né alla cultura né alla storia della Fiom, penso che siamo dentro una evidente crisi democratica della Cgil. Bisogna uscire da questa idea di una gestione autoritaria dell’organizzazione. La Cgil, come ha sempre fatto nella sua storia, deve affrontare senza nascondersi la questione del dissenso, e come questo abbia diritto a manifestarsi all’interno del sindacato. Ciascuno deve poter esprimere il proprio punto di vista e i lavoratori il diritto di dire la loro sugli accordi che li riguardano direttamente. Bisogna farlo in maniera trasparente perché la democrazia è l’unico sistema che consente di contare le teste senza romperle».
A Milano si è scatenata una rissa con contusi e esposti alla magistratura. Il rischio è che prima o poi qualche testa si rompa.
«Bisogna dirla tutta: a Milano è stata promossa una iniziativa dalla confederazione e dalle altre categorie con un vizio d’origine, cioè l’esclusione della Fiom».
Lo hanno fatto — almeno così hanno spiegato — perché sarebbe stato «irrispettoso» nei vostri confronti, unici ad essere contrari all’intesa sulla rappresentanza firmata con la Confindustria, perché l’obiettivo dell’iniziativa era quello di estendere l’accordo a tutti i settori. Non è una giustificazione sufficiente?
«A parte il fatto che in Cgil è ancora aperta la discussione sulla validità di quell’accordo, vorrei far notare che la controparte della Fiom non è solo la Confindustria: c’è la Confapi, gli artigiani, le cooperative. È davvero la prima volta che accade un fatto del genere. Non si possono escludere le categorie da una iniziativa in base a quello che pensano. Questo è fuori
dalla storia della Cgil».
Lei, insomma, dà ragione a Giorgio Cremaschi?
«Vorrei intanto dire che Cremaschi non è più un dirigente della Fiom, è iscritto ai pensionati. È però un dirigente nazionale della Cgil, membro del Comitato direttivo. In più è il primo firmatario del documento congressuale alternativo. Dunque trovo non comprensibile che a un dirigente nazionale venga impedito di parlare».
La Camusso ha detto che Cremaschi non aveva alcuna intenzione di ascoltare gli altri. E che aveva come obiettivo quello di apparire in televisione.
«Credo, tanto più che la Camusso era presente, che l’abc della democrazia sia quello di consentire a tutti di esprimersi. Questo non vuol dire che giustifico eventuali strumentalizzazioni o atti di violenza. Io e la Fiom lì non c’eravamo ».
Lo scontro è scoppiato a causa dell’accordo sulla rappresentanza. La Camusso ha annunciato che proporrà al direttivo di consultare gli iscritti alla Cgil. Non è questo ciò che chiedeva la Fiom? Perché continua la polemica?
«Da quel che si capisce si profila questa situazione: si svolgeranno le assemblee unitarie Cgil, Cisl e Uil nei luoghi di lavoro. In questi casi è previsto che illustri l’accordo un delegato per le tre sigle. Ma non è prevista l’illustrazione delle ragioni contrarie. Poi a votare saranno solo gli iscritti della Cgil. Perché, allora, le assemblee unitarie? E poi: perché su un accordo che riguarda essenzialmente noi metalmeccanici devono votare i pensionati, i dipendenti pubblici, quelli della scuola e del commercio? Questa non è democrazia».
Da La Repubblica del 15/02/2014.
15/02/2014 di triskel182
ROMA— Maurizio Landini, segretario generale della Fiom, parla di «deriva autoritaria della Cgil». Ha appena inviato a Susanna Camusso l’ultima lettera, dai toni aspri, di un lungo carteggio per provare a fissare un incontro, che invece non ci sarà, per discutere del contestato accordo sulla rappresentanza sindacale. È un muro contro muro senza precedenti. La Fiom da una parte, il resto della Cgil dall’altra.
Landini, ma cosa sta succedendo nella Cgil? Ora si arriva addirittura alle mani durante una riunione tra dirigenti. Perché?
«Premesso che qualsiasi forma di violenza non appartiene né alla cultura né alla storia della Fiom, penso che siamo dentro una evidente crisi democratica della Cgil. Bisogna uscire da questa idea di una gestione autoritaria dell’organizzazione. La Cgil, come ha sempre fatto nella sua storia, deve affrontare senza nascondersi la questione del dissenso, e come questo abbia diritto a manifestarsi all’interno del sindacato. Ciascuno deve poter esprimere il proprio punto di vista e i lavoratori il diritto di dire la loro sugli accordi che li riguardano direttamente. Bisogna farlo in maniera trasparente perché la democrazia è l’unico sistema che consente di contare le teste senza romperle».
A Milano si è scatenata una rissa con contusi e esposti alla magistratura. Il rischio è che prima o poi qualche testa si rompa.
«Bisogna dirla tutta: a Milano è stata promossa una iniziativa dalla confederazione e dalle altre categorie con un vizio d’origine, cioè l’esclusione della Fiom».
Lo hanno fatto — almeno così hanno spiegato — perché sarebbe stato «irrispettoso» nei vostri confronti, unici ad essere contrari all’intesa sulla rappresentanza firmata con la Confindustria, perché l’obiettivo dell’iniziativa era quello di estendere l’accordo a tutti i settori. Non è una giustificazione sufficiente?
«A parte il fatto che in Cgil è ancora aperta la discussione sulla validità di quell’accordo, vorrei far notare che la controparte della Fiom non è solo la Confindustria: c’è la Confapi, gli artigiani, le cooperative. È davvero la prima volta che accade un fatto del genere. Non si possono escludere le categorie da una iniziativa in base a quello che pensano. Questo è fuori
dalla storia della Cgil».
Lei, insomma, dà ragione a Giorgio Cremaschi?
«Vorrei intanto dire che Cremaschi non è più un dirigente della Fiom, è iscritto ai pensionati. È però un dirigente nazionale della Cgil, membro del Comitato direttivo. In più è il primo firmatario del documento congressuale alternativo. Dunque trovo non comprensibile che a un dirigente nazionale venga impedito di parlare».
La Camusso ha detto che Cremaschi non aveva alcuna intenzione di ascoltare gli altri. E che aveva come obiettivo quello di apparire in televisione.
«Credo, tanto più che la Camusso era presente, che l’abc della democrazia sia quello di consentire a tutti di esprimersi. Questo non vuol dire che giustifico eventuali strumentalizzazioni o atti di violenza. Io e la Fiom lì non c’eravamo ».
Lo scontro è scoppiato a causa dell’accordo sulla rappresentanza. La Camusso ha annunciato che proporrà al direttivo di consultare gli iscritti alla Cgil. Non è questo ciò che chiedeva la Fiom? Perché continua la polemica?
«Da quel che si capisce si profila questa situazione: si svolgeranno le assemblee unitarie Cgil, Cisl e Uil nei luoghi di lavoro. In questi casi è previsto che illustri l’accordo un delegato per le tre sigle. Ma non è prevista l’illustrazione delle ragioni contrarie. Poi a votare saranno solo gli iscritti della Cgil. Perché, allora, le assemblee unitarie? E poi: perché su un accordo che riguarda essenzialmente noi metalmeccanici devono votare i pensionati, i dipendenti pubblici, quelli della scuola e del commercio? Questa non è democrazia».
Da La Repubblica del 15/02/2014.
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Re: Resa dei conti nella CGIL?
Tensione in Cgil, calci e urla davanti alla Camusso
(RODOLFO SALA).
15/02/2014 di triskel182
« Berlusconi respinge le colombe “Al Colle ci vado anch’io non ho nulla di cui vergognarmi” (CARMELO LOPAPA).Landini: “No alla violenza ma questa non è democrazia c’è una deriva autoritaria” (ROBERTO MANIA). »
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Tensione in Cgil, calci e urla davanti alla Camusso
(RODOLFO SALA).
15/02/2014 di triskel182
Fiom non invitata all’assemblea dei delegati lombardi, l’ex Cremaschi scatena la baruffa.
MILANO — Fuori programma carico di tensione, ieri mattina, all’assemblea dei delegati lombardi della Cgil: urla e spintoni sotto il palco, nel parapiglia il responsabile dell’organizzazione si prende un calcio e finisce all’ospedale (lo dimettono in serata). Tutto sotto gli occhi di Susanna Camusso, sbarcata a Milano per presiedere l’attivo delle categorie finora escluse dall’accordo sulle rappresentanze sindacali. Assente la Fiom, non invitata, ed è una scelta della Cgil: le tute blu rientrano in questa intesa, che tra l’altro viene criticata duramente dalla federazione guidata da Maurizio Landini, quindi motivano i dirigenti della confederazione – la loro presenza è inutile.
I metalmeccanici della Cgil contestano il mancato invito, ma non si fanno vedere al teatro Franco Parenti. Dove però, in un clima già carico di tensione, arriva in grande spolvero un ex big della Fiom in rotta con la Camusso. Si tratta di Giorgio Cremaschi, ora dirigente del sindacato pensionati, che dopo l’introduzione del segretario della Filcams
(commercio), chiede di intervenire. Gli rispondono picche, «prima devono parlare i delegati», e allora lui, spalleggiato da una decina di sostenitori, tenta lo stesso di raggiungere il palco per impossessarsi del microfono. L’atmosfera si scalda, i contestatori urlano «non potete toglierci la parola, questa non è democrazia», e a quel punto interviene il servizio d’ordine della Cgil. Franco Stasi, della segreteria della confederazione lombarda,
viene colpito alla schiena, e poi ricoverato per qualche ora al Policlinico.
Le polemiche divampano subito. Cremaschi accusa la Cgil: «Assurdo non invitare la Fiom a questa assemblea, riservata solo a quelli che sono
per il sì all’accordo; volevamo che un nostro delegato potesse intervenire, hanno reagito con la violenza fisica per impedircelo, e anche la Camusso è responsabile perché di fronte alla nostra richiesta non ha fatto nulla». Ma Cremaschi smentisce ogni voce di scissione: «Ci devono cacciare loro ». Replica della segretaria generale: «Cremaschi ha mancato di rispetto ai rappresentanti del mondo del lavoro che dovevano parlare, questa
scena l’abbiamo già vista a Roma il 30 aprile, quando fece la stessa cosa per avere trenta secondi di televisione; ma non c’è alcuna scissione, né vicina né lontana». E suona la stessa musica Nino Baseotto, segretario lombardo della Cgil: «Sarebbe meglio evitare di alzare i toni per un po’ di notorietà; sarebbe stato carino, da parte di chi ha fatto questa buriana, lasciare la parola ai rappresentanti dei luoghi di lavoro».
Interviene anche la Fiom di Milano, che si barcamena così: «Noi dissentiamo, rivendichiamo, ma non provochiamo; non permetteremo a nessuno di strumentalizzare le nostre posizioni trascinandoci su un terreno che non ci appartiene; detto questo, consideriamo grave e preoccupante che a un membro del direttivo nazionale della Cgil sia stata negata la parola».
Da La Repubblica del 15/02/2014.
(RODOLFO SALA).
15/02/2014 di triskel182
« Berlusconi respinge le colombe “Al Colle ci vado anch’io non ho nulla di cui vergognarmi” (CARMELO LOPAPA).Landini: “No alla violenza ma questa non è democrazia c’è una deriva autoritaria” (ROBERTO MANIA). »
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Tensione in Cgil, calci e urla davanti alla Camusso
(RODOLFO SALA).
15/02/2014 di triskel182
Fiom non invitata all’assemblea dei delegati lombardi, l’ex Cremaschi scatena la baruffa.
MILANO — Fuori programma carico di tensione, ieri mattina, all’assemblea dei delegati lombardi della Cgil: urla e spintoni sotto il palco, nel parapiglia il responsabile dell’organizzazione si prende un calcio e finisce all’ospedale (lo dimettono in serata). Tutto sotto gli occhi di Susanna Camusso, sbarcata a Milano per presiedere l’attivo delle categorie finora escluse dall’accordo sulle rappresentanze sindacali. Assente la Fiom, non invitata, ed è una scelta della Cgil: le tute blu rientrano in questa intesa, che tra l’altro viene criticata duramente dalla federazione guidata da Maurizio Landini, quindi motivano i dirigenti della confederazione – la loro presenza è inutile.
I metalmeccanici della Cgil contestano il mancato invito, ma non si fanno vedere al teatro Franco Parenti. Dove però, in un clima già carico di tensione, arriva in grande spolvero un ex big della Fiom in rotta con la Camusso. Si tratta di Giorgio Cremaschi, ora dirigente del sindacato pensionati, che dopo l’introduzione del segretario della Filcams
(commercio), chiede di intervenire. Gli rispondono picche, «prima devono parlare i delegati», e allora lui, spalleggiato da una decina di sostenitori, tenta lo stesso di raggiungere il palco per impossessarsi del microfono. L’atmosfera si scalda, i contestatori urlano «non potete toglierci la parola, questa non è democrazia», e a quel punto interviene il servizio d’ordine della Cgil. Franco Stasi, della segreteria della confederazione lombarda,
viene colpito alla schiena, e poi ricoverato per qualche ora al Policlinico.
Le polemiche divampano subito. Cremaschi accusa la Cgil: «Assurdo non invitare la Fiom a questa assemblea, riservata solo a quelli che sono
per il sì all’accordo; volevamo che un nostro delegato potesse intervenire, hanno reagito con la violenza fisica per impedircelo, e anche la Camusso è responsabile perché di fronte alla nostra richiesta non ha fatto nulla». Ma Cremaschi smentisce ogni voce di scissione: «Ci devono cacciare loro ». Replica della segretaria generale: «Cremaschi ha mancato di rispetto ai rappresentanti del mondo del lavoro che dovevano parlare, questa
scena l’abbiamo già vista a Roma il 30 aprile, quando fece la stessa cosa per avere trenta secondi di televisione; ma non c’è alcuna scissione, né vicina né lontana». E suona la stessa musica Nino Baseotto, segretario lombardo della Cgil: «Sarebbe meglio evitare di alzare i toni per un po’ di notorietà; sarebbe stato carino, da parte di chi ha fatto questa buriana, lasciare la parola ai rappresentanti dei luoghi di lavoro».
Interviene anche la Fiom di Milano, che si barcamena così: «Noi dissentiamo, rivendichiamo, ma non provochiamo; non permetteremo a nessuno di strumentalizzare le nostre posizioni trascinandoci su un terreno che non ci appartiene; detto questo, consideriamo grave e preoccupante che a un membro del direttivo nazionale della Cgil sia stata negata la parola».
Da La Repubblica del 15/02/2014.
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