Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la SX?
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
mi sembra molto interessante e coraggiosa la posizione di mineo
la nascita finalmente di una forza politica di sinistra in parlamento è un fatto nuovo.
anche se le forze politiche di sinistra dovrebbero nascere tra il popolo e non tra i ..parlamentari.
si tratta di capire e sviluppare programmi non basta la topografia sinistra
e poi non deve essere a somma zero con movimento 5 stelle , si deve aggiungere al mov5stelle.
creare una area politica di ALTERNATIVA al potere finanziario europeo.
la nascita finalmente di una forza politica di sinistra in parlamento è un fatto nuovo.
anche se le forze politiche di sinistra dovrebbero nascere tra il popolo e non tra i ..parlamentari.
si tratta di capire e sviluppare programmi non basta la topografia sinistra
e poi non deve essere a somma zero con movimento 5 stelle , si deve aggiungere al mov5stelle.
creare una area politica di ALTERNATIVA al potere finanziario europeo.
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
Renzi, giro di boa per il Pd
26 febbraio 2014
Affermare – come ha fatto Matteo Renzi nell’introduzione alla nuova edizione di “Destra e sinistra” di Norberto Bobbio – che il Pd non intende più collocarsi a sinistra conclude l’ultimo giro di boa del partito democratico. Simbolico, ma fa impressione che questo arrivi proprio quando in Italia si superano i 4 milioni di senza lavoro. Si conclude, con il nuovo governo e la sua carta di identità allegata su Repubblica da Matteo Renzi, l’ultimo giro di boa simbolico del Pd. Simbolico, perché nelle scelte concrete era già consumato da un pezzo, ma dare il vero nome ai fatti non è cosa da poco (non è passatempo da giorni festivi, come verseggia Eliot a proposito del nome da dare al proprio gatto). Che il Pd precisi come la sua immagine non debba più essere a sinistra, o di sinistra, riconoscendo come sola discriminante culturale e sociale “il nuovo e il vecchio” non è una gran novità, il concetto ci svolazza attorno da un bel pezzo, ma affermare che il Pd non intende più collocarsi a sinistra resta uno scatto simbolico rilevante. Non solo infatti, come taluni vagheggiavano, non è più in grado di compiere scelte di sinistra, poniamo, da Monti, ma neppure mira più a farle e a questo scopo ha scelto come proprio leader “Matteo” per chiarirlo una volta per tutte. Non in parlamento – nessuno, a cominciare da Giorgio Napolitano ha tempo da perdere – ma su un giornale amico e a governo varato. Lo fa prendendosi qualche licenza culturale, come citare Norberto Bobbio contro Bobbio esempio di chi, se aveva ragione in passato, non l’avrebbe più oggi, quando la distinzione tra destra e sinistra non avrebbe più senso. Pazienza, oggi ne vediamo di ben altre. Fra le innovazioni trionfanti c’è che ciascuno riveste o spoglia dei panni che più gli aggrada il defunto scelto come ispiratore. Più significativo è che il concetto archiviato indicava il peso assegnato da ogni partito alla questione sociale e dichiararla superata proprio mentre si sfiorano e forse si superano i quattro milioni di senza lavoro, fa impressione. Forse per questo l’ex sindaco di Firenze si era scordato di informarci su quel job act che doveva presentare entro gennaio; ma in primo luogo non risulta che durante le consultazioni qualcuno glielo abbia ricordato, in secondo luogo nel governo se ne occuperà la ministra Guidi, donna imprenditrice esperta in quanto allevata dal padre confindustriale. Sappiamo dunque che dobbiamo attenderci con il nuovo esecutivo e dobbiamo al Pd tutto il peso, visto che né la sua presidenza né la sua minoranza gli hanno opposto il proprio corpo, al contrario hanno sgombrato il campo sussurrando come il melvilliano Bartleby “preferirei di no”. Della stessa pasta la stampa, affaccendata dal sottolineare lo storico approdo delle donne a metà del governo sottolineando il colore delle giacche e il livello dei tacchi, cosa che dovrebbe far riflettere le leader di “Se non ora quando”. Eccola qui l’Ora, ragazze, non si vede dove stia la differenza. Il nuovo che avanza ha rilanciato anche Berlusconi, primo interpellato da Renzi per incardinare tutta l’operazione. Condannato da mesi per squallidi reati contro la cosa pubblica ad astenersi dalla politica è stato ricevuto non già dai giudici di sorveglianza, bensì dal capo dello stato per illustrargli quello che pensa e intende fare sul futuro del paese. Per ora appoggia Renzi, rassicurando i suoi che non è un comunista. -
See more at: http://www.manifestosardo.org/renzi-gir ... pCHSv.dpuf
26 febbraio 2014
Affermare – come ha fatto Matteo Renzi nell’introduzione alla nuova edizione di “Destra e sinistra” di Norberto Bobbio – che il Pd non intende più collocarsi a sinistra conclude l’ultimo giro di boa del partito democratico. Simbolico, ma fa impressione che questo arrivi proprio quando in Italia si superano i 4 milioni di senza lavoro. Si conclude, con il nuovo governo e la sua carta di identità allegata su Repubblica da Matteo Renzi, l’ultimo giro di boa simbolico del Pd. Simbolico, perché nelle scelte concrete era già consumato da un pezzo, ma dare il vero nome ai fatti non è cosa da poco (non è passatempo da giorni festivi, come verseggia Eliot a proposito del nome da dare al proprio gatto). Che il Pd precisi come la sua immagine non debba più essere a sinistra, o di sinistra, riconoscendo come sola discriminante culturale e sociale “il nuovo e il vecchio” non è una gran novità, il concetto ci svolazza attorno da un bel pezzo, ma affermare che il Pd non intende più collocarsi a sinistra resta uno scatto simbolico rilevante. Non solo infatti, come taluni vagheggiavano, non è più in grado di compiere scelte di sinistra, poniamo, da Monti, ma neppure mira più a farle e a questo scopo ha scelto come proprio leader “Matteo” per chiarirlo una volta per tutte. Non in parlamento – nessuno, a cominciare da Giorgio Napolitano ha tempo da perdere – ma su un giornale amico e a governo varato. Lo fa prendendosi qualche licenza culturale, come citare Norberto Bobbio contro Bobbio esempio di chi, se aveva ragione in passato, non l’avrebbe più oggi, quando la distinzione tra destra e sinistra non avrebbe più senso. Pazienza, oggi ne vediamo di ben altre. Fra le innovazioni trionfanti c’è che ciascuno riveste o spoglia dei panni che più gli aggrada il defunto scelto come ispiratore. Più significativo è che il concetto archiviato indicava il peso assegnato da ogni partito alla questione sociale e dichiararla superata proprio mentre si sfiorano e forse si superano i quattro milioni di senza lavoro, fa impressione. Forse per questo l’ex sindaco di Firenze si era scordato di informarci su quel job act che doveva presentare entro gennaio; ma in primo luogo non risulta che durante le consultazioni qualcuno glielo abbia ricordato, in secondo luogo nel governo se ne occuperà la ministra Guidi, donna imprenditrice esperta in quanto allevata dal padre confindustriale. Sappiamo dunque che dobbiamo attenderci con il nuovo esecutivo e dobbiamo al Pd tutto il peso, visto che né la sua presidenza né la sua minoranza gli hanno opposto il proprio corpo, al contrario hanno sgombrato il campo sussurrando come il melvilliano Bartleby “preferirei di no”. Della stessa pasta la stampa, affaccendata dal sottolineare lo storico approdo delle donne a metà del governo sottolineando il colore delle giacche e il livello dei tacchi, cosa che dovrebbe far riflettere le leader di “Se non ora quando”. Eccola qui l’Ora, ragazze, non si vede dove stia la differenza. Il nuovo che avanza ha rilanciato anche Berlusconi, primo interpellato da Renzi per incardinare tutta l’operazione. Condannato da mesi per squallidi reati contro la cosa pubblica ad astenersi dalla politica è stato ricevuto non già dai giudici di sorveglianza, bensì dal capo dello stato per illustrargli quello che pensa e intende fare sul futuro del paese. Per ora appoggia Renzi, rassicurando i suoi che non è un comunista. -
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
Dall'altro erding riporta dal Manifesto Renzi, giro di boa per il PdDa un lato come scrive aaaa42
mi sembra molto interessante e coraggiosa la posizione di mineo
la nascita finalmente di una forza politica di sinistra in parlamento è un fatto nuovo.
La situazione è alquanto in movimento
non so se Renzi abbia molto più da guadagnare restando col Ncd piuttosto che con il probabile Ncs
Certo col Ncs IMU, conflitto di interessi, ius soli, droghe leggere, patrimoniale, diritti civili, F 35,
TAV, riforma della Giustizia ( quella vera) e molto altro potrebbero andare in porto.
Le riforme costituzionali e la legge elettorale potrebbe mettere in difficoltà Berlusconi perchè nulla vieterebbe di portare al 40% l'asticella per arrivare al premio di maggioranza e altro ancora.
Minneo parla di gruppo parlamentare, Civati pensa invece a Ncs , ristrutturando il partito secondo il pensiero di F. Barca (Sperimentalismo democratico) e raccogliendo molto delle idee del M5S
Vediamo un po' come si volverà la situazione, perchè fra l'altro c'è pure il problema del Ncd .
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
E' un tema che farà discutere quello evidenziato da erding. Anche Il Fatto se ne è occupato.
Destra e sinistra? Renzi “supera” Bobbio: il confine è tra conservatori e innovatori
Nel commento alla nuova edizione del saggio dell'intellettuale torinese, il neopremier manda in soffitta l'asse disuguaglianza/uguaglianza come distinzione tra i due opposti della politica. Ora che i vecchi blocchi sociali sono superati, scrive il segretario Pd, "si possono recuperare idee come merito e ambizione?"
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 27 febbraio 2014Commenti
Matteo Renzi manda in soffitta (parzialmente) il paradigma di Norberto Bobbio, che giusto vent’anni fa, nel celebre saggio “Destra e sinistra“, individuava la demarcazione tra i due opposti della politica sulla linea disuguaglianza-uguaglianza. Per il neopremier, la sinistra del 2000 deve muoversi su un asse diverso, quello segnato da conservazione/innovazione. O anche “stagnazione/movimento“. Appropriandosi, naturalmente, del secondo termine. La casa editrice
Donzelli, che nel 1994 pubblicò il libro dell’intellettuale torinese, oggi ne propone una nuova edizione, con un’introduzione di Massimo L. Salvadori e due commenti di Daniel Cohn-Benedit e, appunto, Matteo Renzi. Per gentile concessione della casa editrice Donzelli, pubblichiamo il testo del segretario Pd -scritto naturalmente prima dei due discorsi per ottenere la fiducia al Senato e alla Camera – dallo stile decisamente diverso dall’oratoria renziana a cui siamo abituati. (leggi i commenti dei blogger di ilfattoquotidiano.it: Paolo Hutter, Maso Notarianni, Pierfranco Pellizzetti, Flavia Perina, Laura Puppato, Amalia Signorelli, Marco Venturini).
Renzi parte dal presupposto che, finita l’epoca del Pci (peraltro mai nominato), la parola “sinistra” è diventata quasi una “parolaccia, sacrificata al galateo della coalizione di centrosinistra, tanto da giustificare dibattiti estenuanti e buffi sul trattino, ricordate? Centro-sinistra o centrosinistra…”. Era l’epoca della “terza via”, dell’Ulivo di Prodi, post comunista e post democristiano, nonché dell’Ulivo mondiale di Clinton e Blair, quando si pensava “che la sinistra fosse ormai uno strumento inservibile”. A quel punto, ragiona il neopremier, Norberto Bobbio pensò fosse necessario segnare la nuova linea di demarcazione tra destra e sinistra, sul confine tra disuguaglianza e uguaglianza.
“Oggi che la seduzione della ‘terza via’ si è sublimata perdendo slancio, mi chiedo se la coppia eguaglianza/diseguaglianza non riesca a riassorbire integralmente la distinzione destra/sinistra”, scrive Renzi. “Basti pensare, a livello europeo, all’insorgere dei populismi e dei movimenti xenofobi contro i quali è chiamato a ridefinirsi il progetto dell’Unione europea, così in crisi.
Un magma impossibile da ridurre alla vecchia contraddizione eguali/diseguali a lungo così nitida”. Ed ecco allora la visione alternativa: “Riflettendo sulla teoria, sui principi fondamentali, non so se, invece, non sia più utile oggi declinare quella diade nei termini temporali di conservazione/innovazione”. Del resto lo stesso Bobbio, ricorda il segretario Pd, in “Destra e sinistra” giudicava ancora rilevante ciò che distigue “gli innovatori dai conservatori, i progressisti dai tradizionalisti, coloro che guardano al sole dell’avvenire da coloro che procedono guidati dalla inestinguibile luce che vien dal passato”. Certo, continua Renzi, “l’eguaglianza – non l’egualitarismo – resta la frontiera per i democratici, in un mondo interdipendente, dilaniato da disparità di diritti, reddito, cittadinanza”. Ma si possono recuperare “anche tra i progressisti, idee come ‘merito‘ e ‘ambizione‘?”.
Lo spazio della sinistra – Matteo Renzi from ilfattoquotidiano
I blocchi sociali di una volta sono oggi superati da “dinamiche irrequiete”, e i confini nazionali hanno perso la loro forza, conclude il leader democratico. “La capacità della politica di saper distinguere le dinamiche sociali che interessano gli ultimi e gli esclusi, di saperle intrecciare per dare loro rappresentanza e, infine, di saperne governare il costante movimento per costruire per loro, e per tutti, un paese migliore – conclude Renzi – è il compito del Partito democratico. È la missione storica della sinistra”.
“Lo spazio della sinistra, il tempo dell’innovazione” è tratto da “Destra e sinistra” di Norberto Bobbio, Donzelli 2014.
Destra e sinistra? Renzi “supera” Bobbio: il confine è tra conservatori e innovatori
Nel commento alla nuova edizione del saggio dell'intellettuale torinese, il neopremier manda in soffitta l'asse disuguaglianza/uguaglianza come distinzione tra i due opposti della politica. Ora che i vecchi blocchi sociali sono superati, scrive il segretario Pd, "si possono recuperare idee come merito e ambizione?"
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 27 febbraio 2014Commenti
Matteo Renzi manda in soffitta (parzialmente) il paradigma di Norberto Bobbio, che giusto vent’anni fa, nel celebre saggio “Destra e sinistra“, individuava la demarcazione tra i due opposti della politica sulla linea disuguaglianza-uguaglianza. Per il neopremier, la sinistra del 2000 deve muoversi su un asse diverso, quello segnato da conservazione/innovazione. O anche “stagnazione/movimento“. Appropriandosi, naturalmente, del secondo termine. La casa editrice
Donzelli, che nel 1994 pubblicò il libro dell’intellettuale torinese, oggi ne propone una nuova edizione, con un’introduzione di Massimo L. Salvadori e due commenti di Daniel Cohn-Benedit e, appunto, Matteo Renzi. Per gentile concessione della casa editrice Donzelli, pubblichiamo il testo del segretario Pd -scritto naturalmente prima dei due discorsi per ottenere la fiducia al Senato e alla Camera – dallo stile decisamente diverso dall’oratoria renziana a cui siamo abituati. (leggi i commenti dei blogger di ilfattoquotidiano.it: Paolo Hutter, Maso Notarianni, Pierfranco Pellizzetti, Flavia Perina, Laura Puppato, Amalia Signorelli, Marco Venturini).
Renzi parte dal presupposto che, finita l’epoca del Pci (peraltro mai nominato), la parola “sinistra” è diventata quasi una “parolaccia, sacrificata al galateo della coalizione di centrosinistra, tanto da giustificare dibattiti estenuanti e buffi sul trattino, ricordate? Centro-sinistra o centrosinistra…”. Era l’epoca della “terza via”, dell’Ulivo di Prodi, post comunista e post democristiano, nonché dell’Ulivo mondiale di Clinton e Blair, quando si pensava “che la sinistra fosse ormai uno strumento inservibile”. A quel punto, ragiona il neopremier, Norberto Bobbio pensò fosse necessario segnare la nuova linea di demarcazione tra destra e sinistra, sul confine tra disuguaglianza e uguaglianza.
“Oggi che la seduzione della ‘terza via’ si è sublimata perdendo slancio, mi chiedo se la coppia eguaglianza/diseguaglianza non riesca a riassorbire integralmente la distinzione destra/sinistra”, scrive Renzi. “Basti pensare, a livello europeo, all’insorgere dei populismi e dei movimenti xenofobi contro i quali è chiamato a ridefinirsi il progetto dell’Unione europea, così in crisi.
Un magma impossibile da ridurre alla vecchia contraddizione eguali/diseguali a lungo così nitida”. Ed ecco allora la visione alternativa: “Riflettendo sulla teoria, sui principi fondamentali, non so se, invece, non sia più utile oggi declinare quella diade nei termini temporali di conservazione/innovazione”. Del resto lo stesso Bobbio, ricorda il segretario Pd, in “Destra e sinistra” giudicava ancora rilevante ciò che distigue “gli innovatori dai conservatori, i progressisti dai tradizionalisti, coloro che guardano al sole dell’avvenire da coloro che procedono guidati dalla inestinguibile luce che vien dal passato”. Certo, continua Renzi, “l’eguaglianza – non l’egualitarismo – resta la frontiera per i democratici, in un mondo interdipendente, dilaniato da disparità di diritti, reddito, cittadinanza”. Ma si possono recuperare “anche tra i progressisti, idee come ‘merito‘ e ‘ambizione‘?”.
Lo spazio della sinistra – Matteo Renzi from ilfattoquotidiano
I blocchi sociali di una volta sono oggi superati da “dinamiche irrequiete”, e i confini nazionali hanno perso la loro forza, conclude il leader democratico. “La capacità della politica di saper distinguere le dinamiche sociali che interessano gli ultimi e gli esclusi, di saperle intrecciare per dare loro rappresentanza e, infine, di saperne governare il costante movimento per costruire per loro, e per tutti, un paese migliore – conclude Renzi – è il compito del Partito democratico. È la missione storica della sinistra”.
“Lo spazio della sinistra, il tempo dell’innovazione” è tratto da “Destra e sinistra” di Norberto Bobbio, Donzelli 2014.
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
Manifesto Renzi: il vero bipolarismo è tra innovazione e conservazione
di Paolo Hutter | 27 febbraio 2014Commenti (5)
Il testo firmato da Renzi (sicuramente l’hanno aiutato a scriverlo) io l’ho inteso così: non lascio ad altri lo spazio di rappresentare il bipolarismo tra destra e sinistra, ma il mio punto di vista è quello di valorizzare il bipolarismo tra innovazione e conservazione sostenendo che questa è la frontiera della sinistra del 21esimo secolo. Con le tradizionali ricette socialdemocratiche non si difendono gli ultimi (i precari, ecc.) che possono essere meglio difesi da processi innovativi meritocratici.
Fin qui quello che ho capito. Potrebbe essere condivisibile se nei processi innovativi e meritocratici ci fossero l’efficienza ecologica, nuovi diritti di benessere sociale minimo garantito, una tassazione progressiva anche spietata, riconversione verde….
Ma questo è il punto. Si mette in discussione la presunta vecchiezza dell’idea di sinistra in nome del superamento del sindacalismo e della socialdemocrazia a favore di una non meglio definita società aperta e meritocratica.
E invece non si accenna neanche di sfuggita al più importante, storico e strategico nuovo parametro da assumere: quello dei limiti dello sviluppo, quello della finitezza delle risorse, quello dell’impegno sempre più essenziale, quasi disperato, a mitigare il cambiamento climatico. Finito e fallito il comunismo dei regimi dell’est, la sinistra è generalmente oggi nel mondo un mix di diritti civili, diritti sociali e tentativi più o meno parziali di limitare il privato economico a favore del pubblico e/o di diritti sociali.
Sociologicamente l’ecologia e gli ecologisti trovano in genere migliore accoglienza da parte della sinistra.
Ma nel 21esimo secolo l’antinomia sinistra-destra avrà un senso pieno solo se la sinistra si ridefinisce anche ecologica, se saprà coniugare – all’origine di ogni idea e ogni progetto – la giustizia sociale con l’ambiente.
È significativo, purtroppo, che il testo firmato da Renzi non citi neanche la questione. O non l’ho letto bene?
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/02 ... ne/891915/
di Paolo Hutter | 27 febbraio 2014Commenti (5)
Il testo firmato da Renzi (sicuramente l’hanno aiutato a scriverlo) io l’ho inteso così: non lascio ad altri lo spazio di rappresentare il bipolarismo tra destra e sinistra, ma il mio punto di vista è quello di valorizzare il bipolarismo tra innovazione e conservazione sostenendo che questa è la frontiera della sinistra del 21esimo secolo. Con le tradizionali ricette socialdemocratiche non si difendono gli ultimi (i precari, ecc.) che possono essere meglio difesi da processi innovativi meritocratici.
Fin qui quello che ho capito. Potrebbe essere condivisibile se nei processi innovativi e meritocratici ci fossero l’efficienza ecologica, nuovi diritti di benessere sociale minimo garantito, una tassazione progressiva anche spietata, riconversione verde….
Ma questo è il punto. Si mette in discussione la presunta vecchiezza dell’idea di sinistra in nome del superamento del sindacalismo e della socialdemocrazia a favore di una non meglio definita società aperta e meritocratica.
E invece non si accenna neanche di sfuggita al più importante, storico e strategico nuovo parametro da assumere: quello dei limiti dello sviluppo, quello della finitezza delle risorse, quello dell’impegno sempre più essenziale, quasi disperato, a mitigare il cambiamento climatico. Finito e fallito il comunismo dei regimi dell’est, la sinistra è generalmente oggi nel mondo un mix di diritti civili, diritti sociali e tentativi più o meno parziali di limitare il privato economico a favore del pubblico e/o di diritti sociali.
Sociologicamente l’ecologia e gli ecologisti trovano in genere migliore accoglienza da parte della sinistra.
Ma nel 21esimo secolo l’antinomia sinistra-destra avrà un senso pieno solo se la sinistra si ridefinisce anche ecologica, se saprà coniugare – all’origine di ogni idea e ogni progetto – la giustizia sociale con l’ambiente.
È significativo, purtroppo, che il testo firmato da Renzi non citi neanche la questione. O non l’ho letto bene?
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/02 ... ne/891915/
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
A Renzi potrei dire semplicemente:
" vediamo se con la tua politica sei capace di aumentare il PIL e fare in modo che la ricchezza prodotta sia equamente distribuita", se non riesci a soddisfare la seconda parte hai fallito.
" vediamo se con la tua politica sei capace di aumentare il PIL e fare in modo che la ricchezza prodotta sia equamente distribuita", se non riesci a soddisfare la seconda parte hai fallito.
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
http://attivistaa5stelle.blogspot.it/20 ... tiamo.html
Deputato SEL contro M5S "Non accettiamo lezioni da chi rifiuta i finanziamenti pubblici!"
...................................
Ma............
Ciao
Paolo11
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Paolo11
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
Vox populi dell'articolo precedente di Paolo Hutter.
camillobenso • 6 minuti fa
non lascio ad altri lo spazio di rappresentare il bipolarismo tra destra e sinistra, ma
il mio punto di vista è quello di valorizzare il bipolarismo tra
innovazione e conservazione sostenendo che questa è la frontiera della sinistra
del 21esimo secolo. Con le tradizionali ricette socialdemocratiche non si difendono gli ultimi (i precari, ecc.) che possono essere meglio difesi da processi innovativi meritocratici.
Diciamo che come al solito, il bebè paraguru, straparla di cose che non sa. A parte poi la stramaledetta abitudine di tutti i politicanti dell’ultimo mezzo secolo di
parlare per titoli e slogan. I contenuti vengono sempre opportunamente occultati.
Eppure, sembra che agli italiani piaccia così.
Accennare alla “conservazione“ in generale non significa assolutamente nulla. Conservare i privilegi della casta è un valore negativo. Conservare i diritti acquisiti
nel mondo del lavoro, sudati in tutti i sensi dalle generazioni precedenti è un
valore positivo. Contrariamente a quanto vorrebbero il mondo della troika, di
Bildelberg e della Trilaterale in cui il ritorno allo stato di schiavi del mondo del lavoro è fortemente auspicabile.
Con il ritorno di mister B., nel 2001, si allarga il divario tra le classi ricche che
diventano sempre più ricche e le classi povere che diventano sempre più povere.
Tanto che, come faceva osservare Ilvo Diamanti su La Repubblica di circa un mese fa, oggi si riscontra che è stata fatta fuori anche la media borghesia.
I dati della Banca d’Italia ci permettono di conoscere che il 10 % degli italiani detiene il 47 % della ricchezza privata nazionale. La cronaca ha forse riportato che tra i
143 suicidi del 2013 a causa della crisi in atto, che qualcuno di quel 10 % di
super ricchi si è suicidato perché non arrivava alla terza settimana del mese?
Poi, cosa ne può sapere il bebè paraguru degli effetti della terza rivoluzione industriale a 40 anni dal suo inizio?
Elettronica, telematica, informatica, stanno mietendo posti di lavoro. E’ materia di chi ci sta dentro o di studiosi come il Prof. De Masi, che 15 giorni fa ad Omnibus,
faceva notare che se arrivano soldi alle imprese, per un imprenditore è più
conveniente acquistare un robot che assumere un dipendente. Quindi c'è un problema di disoccupazione da approfondire. (Anche per i colletti bianchi).
In forma diversa, in un contesto diverso, in un teatro diverso, i problemi sociali di
oggi sono quelli di 5.000 anni fa. E non si vuole parlare di destra e sinistra?
Gli alfanoidi di Alfano, arrivano dal pianeta Alfa, ma i renzini di Renzi, da quale
pianeta arrivano?
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HectorBelascoaran • 5 ore fa
Chi definisce i criteri della meritocrazia, chi stabilisce cosa è innovativo ?
La nuova società innovativa e meritocratica ha troppo i lineamenti di monti e il ghigno della fornero. E non basta un twitter #staisereno a cancellarne la spietatezza classista (Warren Buffet docet)
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Gianfranco • 8 ore fa
io parlerei di disturbo bipolare. E poi sono convinto che il cosiddetto bipolarismo non garantisce la stabilità, i franchi tiratori sono una invenzione antica.
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Ivan • 9 ore fa
Renzie, sei OLTRE ahahah. A Renzie dell'ambiente non gli puó fregare di meno, come dell'articolo 18 e degli esodati
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Luisa Loffredo • 9 ore fa
Quella di "limitare il privato economico a favore del pubblico" è bellissima! Dinne un'altra, dai!
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Luisa Loffredo • 9 ore fa
renzi rappresenta benissimo il bipolarismo, nel senso che è bipolare!
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camillobenso • 6 minuti fa
non lascio ad altri lo spazio di rappresentare il bipolarismo tra destra e sinistra, ma
il mio punto di vista è quello di valorizzare il bipolarismo tra
innovazione e conservazione sostenendo che questa è la frontiera della sinistra
del 21esimo secolo. Con le tradizionali ricette socialdemocratiche non si difendono gli ultimi (i precari, ecc.) che possono essere meglio difesi da processi innovativi meritocratici.
Diciamo che come al solito, il bebè paraguru, straparla di cose che non sa. A parte poi la stramaledetta abitudine di tutti i politicanti dell’ultimo mezzo secolo di
parlare per titoli e slogan. I contenuti vengono sempre opportunamente occultati.
Eppure, sembra che agli italiani piaccia così.
Accennare alla “conservazione“ in generale non significa assolutamente nulla. Conservare i privilegi della casta è un valore negativo. Conservare i diritti acquisiti
nel mondo del lavoro, sudati in tutti i sensi dalle generazioni precedenti è un
valore positivo. Contrariamente a quanto vorrebbero il mondo della troika, di
Bildelberg e della Trilaterale in cui il ritorno allo stato di schiavi del mondo del lavoro è fortemente auspicabile.
Con il ritorno di mister B., nel 2001, si allarga il divario tra le classi ricche che
diventano sempre più ricche e le classi povere che diventano sempre più povere.
Tanto che, come faceva osservare Ilvo Diamanti su La Repubblica di circa un mese fa, oggi si riscontra che è stata fatta fuori anche la media borghesia.
I dati della Banca d’Italia ci permettono di conoscere che il 10 % degli italiani detiene il 47 % della ricchezza privata nazionale. La cronaca ha forse riportato che tra i
143 suicidi del 2013 a causa della crisi in atto, che qualcuno di quel 10 % di
super ricchi si è suicidato perché non arrivava alla terza settimana del mese?
Poi, cosa ne può sapere il bebè paraguru degli effetti della terza rivoluzione industriale a 40 anni dal suo inizio?
Elettronica, telematica, informatica, stanno mietendo posti di lavoro. E’ materia di chi ci sta dentro o di studiosi come il Prof. De Masi, che 15 giorni fa ad Omnibus,
faceva notare che se arrivano soldi alle imprese, per un imprenditore è più
conveniente acquistare un robot che assumere un dipendente. Quindi c'è un problema di disoccupazione da approfondire. (Anche per i colletti bianchi).
In forma diversa, in un contesto diverso, in un teatro diverso, i problemi sociali di
oggi sono quelli di 5.000 anni fa. E non si vuole parlare di destra e sinistra?
Gli alfanoidi di Alfano, arrivano dal pianeta Alfa, ma i renzini di Renzi, da quale
pianeta arrivano?
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HectorBelascoaran • 5 ore fa
Chi definisce i criteri della meritocrazia, chi stabilisce cosa è innovativo ?
La nuova società innovativa e meritocratica ha troppo i lineamenti di monti e il ghigno della fornero. E non basta un twitter #staisereno a cancellarne la spietatezza classista (Warren Buffet docet)
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Gianfranco • 8 ore fa
io parlerei di disturbo bipolare. E poi sono convinto che il cosiddetto bipolarismo non garantisce la stabilità, i franchi tiratori sono una invenzione antica.
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Ivan • 9 ore fa
Renzie, sei OLTRE ahahah. A Renzie dell'ambiente non gli puó fregare di meno, come dell'articolo 18 e degli esodati
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Luisa Loffredo • 9 ore fa
Quella di "limitare il privato economico a favore del pubblico" è bellissima! Dinne un'altra, dai!
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Luisa Loffredo • 9 ore fa
renzi rappresenta benissimo il bipolarismo, nel senso che è bipolare!
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
iospero ha scritto:A Renzi potrei dire semplicemente:
" vediamo se con la tua politica sei capace di aumentare il PIL e fare in modo che la ricchezza prodotta sia equamente distribuita", se non riesci a soddisfare la seconda parte hai fallito.
La lobby delle aziende Usa che sostiene Matteo Renzi
di Camilla Conti - 19/02/2014
A differenza di gran parte dell’establishment americano riunito nella AmCham che invece è affascinato dal new deal renziano. Soprattutto da quando ha appoggiato la battaglia contro la Web Tax voluta invece da Letta.
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Quando Ubs tifava per Renzi: “Senza di lui poco spazio di manovra con l’Ue”
Un mese e mezzo prima di diventare premier, Matteo Renzi incassava l’endorsement di una delle più grandi banche private del mondo. Un documento pubblicato il 7 gennaio scorso dall’istituto svizzero Ubs, riproposto oggi sul blog di Beppe Grillo, spingeva infatti la candidatura dell’attuale segretario del Pd, sostenendo che era l’uomo giusto per riportare l’Italia sulla retta via.
Gli analisti di Ubs scommettevano su Renzi anche per quanto riguarda il “deprezzamento del costo del lavoro, necessario per risolvere il problema della competitività”.
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
Zione da dove prendi questa "vox populi?"
un salutone
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Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
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