Ucraina, 100mila europeisti sfidano il divieto a manifestare
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Re: Ucraina, 100mila europeisti sfidano il divieto a manifes
La situazione si fa pesante, le "false bandiere" come dicono gli anglofoni si stanno intensificando e non mi meraviglierei di un episodio alla Gleiwitz per cercare un pretesto per chiedere l'intervento della NATO. Il fatto che mi da fastidio è che nessun "media" faccia riferimento al modo illegale con cui il governo attuale ucraino abbia preso il potere e alla ormai inconfutabili ingerenze USA nelle manifestazioni di piazza Maidan...
Non so se a Washington "big money" abbia deciso che ci vuole solo una bella guerra per uscire veramente dalla crisi e soprattutto annullare il maxi debito yankee spero di no ma inizio a preoccuparmi.
Non so se a Washington "big money" abbia deciso che ci vuole solo una bella guerra per uscire veramente dalla crisi e soprattutto annullare il maxi debito yankee spero di no ma inizio a preoccuparmi.
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Re: Ucraina, 100mila europeisti sfidano il divieto a manifes
Per il momento la strategia politico-militare russa non fa una piega.
Riportare la Crimea sotto la Russia, significa sostanzialmente assicurarsi il porto strategico della marina da guerra russa per il controllo del Mar Nero, voluto dal principe G.A. Potëmkin. Il porto di Sebastoboli diventa strategico anche perché attraverso il canale di Istanbul, il mar di Marmara, e il successivo canale tra Gelibolu e Seddubahir, si accede al Mediterraneo.
La vittoria del referendum di oggi è scontata. Adesso si tratta di vedere cosa succederà nei prossimi giorni all'interno dell'Ucraina dove sostanzialmente ci sta la ciccia. Il gas.
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16 marzo 2014
MONDO
Referendum in Crimea, affluenza record
Da Mosca 22mila soldati per l'annessione
PROTESTE UCRAINA: PUTIN TEME CONTAGIO E CENSURA I MEDIA RUSSI
(di A. Lesnevskaya)
Referendum in Crimea, affluenza record. Da Mosca 22mila soldati per l'annessione
"Torniamo a casa", dicono molti elettori mostrando la scheda prima di inserirla nell’urna trasparente. Al voto in Crimea, per esprimersi sull'addio all'Ucraina e il ritorno con la Russia, sono chiamati oltre 1,5 milioni di aventi diritto. A metà giornata Sebastopoli aveva fatto già registrare un'affluenza oltre il 50%, mentre dagli altoparlanti della città veniva trasmesso l’inno russo
^^^^
Ucraina, referendum in Crimea: affluenza oltre il 50%. Russia manda 22mila soldati
Seggi aperti fino alle 21 per le consultazioni nella penisola che potrebbero portare all'annessione della regione a Mosca. Il ministro della Difesa: "Questa è la nostra terra e non andremo da nessun'altra parte". All'Onu bloccata la risoluzione che avrebbe dichiarato non valido il voto di oggi, ma la Cina si astiene: Putin è isolato
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 16 marzo 2014Commenti (37)
Seggi aperti in Crimea, fino alle 21 italiane, per il referendum sulla secessione dall’Ucraina e la conseguente adesione alla Russia che a poche dall’apertura dei seggi registra un’affluenza record a Sebastopoli. Due i quesiti, in tre lingue (russo, ucraino e tataro), posti nella consultazione: “siete a favore della riunificazione della Crimea con la Russia come entità costituente?” e “Siete a favore dell’applicazione della costituzione della repubblica di Crimea del 1992 e dello status della Crimea come parte dell’Ucraina?”. Al voto oltre 1,5 milioni di aventi diritto, in 1205 distretti elettorali, con 27 commissioni elettorali cittadine e distrettuali. A quattro ore dall’apertura dei seggi, Sebastopoli ha fatto già registrare un record di affluenza, oltre il 50%, mentre dagli altoparlanti della città è stato trasmesso per tutta la mattina l’inno della città e l’inno russo. Ovunque bandiere russe, manifesti contro la Nato, appelli a votare sì perché “il futuro dipende della vostra scelta” si legge nei poster elettorali affissi dappertutto. I militari russi controllano le strade: è una presenza massiccia e visibile. ”Torniamo a casa”, ha detto qualche elettrice mostrando la scheda prima di inserirla nell’urna trasparente. Al voto anche nella capitale della Crimea, Simferopoli, dove non si sono registrate code anche a causa della pioggia battente e del freddo. Affluenza sostenuta nel villaggio tataro Bakhcisarai, il principale della minoranza, teatro di manifestazioni pro-Kiev negli ultimi.
A monitorare il voto sono presenti una settantina di osservatori da 23 Paesi, compresa l’Italia: si tratta di deputati, eurodeputati ed esperti europei di diritto internazionale e attivisti per i diritti umani, invitati dalle autorità locali. Non sono presenti osservatori dell’Osce (l’organizzazione per la cooperazione in Europa) né della Csi (la Comunità degli stati indipendenti che federa 11 Repubbliche ex sovietiche). I risultati, scontati, si avranno tra questa sera e domani. Il parlamento ha annunciato che si riunirà già domani per approvare il risultato.
Esito che sarà accettato solo dalla Russia e da pochi suoi alleati (neanche la Cina), visto che l’Occidente ha già annunciato che non riconoscerà il referendum. “Non ha alcun valore legale” ha detto solo ieri il presidente della Repubblica francese François Hollande annunciando sanzioni già da lunedì 17. Tempistica confermata dal ministro della Difesa italiano Roberta Pinotti: “Ci sarà una riunione di tutti i ministri degli Esteri europei: è importante che la posizione dell’Europa sia unitaria. Violare l’integrità territoriale di un Paese non è possibile e già lunedì si ragionerà di sanzioni di possibili, ma auspico si tengano aperte le porte del dialogo”.
Ma le “minacce” diplomatiche degli Stati dell’Unione Europea e degli Stati Uniti non spaventano affatto né le autorità della Crimea e men che meno Mosca. Tanto che il ministro della Difesa ucraino ad interim Igor Teniukh ha denunciato che i soldati russi presenti nella penisola sono 22mila, quasi il doppio del limite di 12.500 consentito dagli accordi per la flotta sul Mar Nero. D’altra parte da settimane si fa sempre più opprimente la presenza delle truppe di Mosca nell’area a est del Paese.
“Questa è la nostra terra e non andremo da nessun’altra parte”. Dichiarazioni in risposta al messaggio lanciato dalle autorità pro Russia della Crimea che hanno affermato che, se i soldati ucraini che occupano i presidi della regione non si arrenderanno dopo l’esito del referendum di oggi, dovranno essere considerati illegali. La Russia ieri ha posto il suo veto in Consiglio di sicurezza dell’Onu bloccando l’approvazione di una risoluzione che avrebbe dichiarato non valido il referendum. Il rappresentante di Mosca è stato l’unico a votare no al documento; la Cina infatti si è astenuta, evidenziando la posizione di isolamento di Mosca.Mentre Londra – anticipa lo Spiegel – si sarebbe già candidata ad ospitare la riunione del G7, se Mosca dovesse essere espulsa dal G8 con conseguente cancellazione dell’appuntamento di Sochi.
Riportare la Crimea sotto la Russia, significa sostanzialmente assicurarsi il porto strategico della marina da guerra russa per il controllo del Mar Nero, voluto dal principe G.A. Potëmkin. Il porto di Sebastoboli diventa strategico anche perché attraverso il canale di Istanbul, il mar di Marmara, e il successivo canale tra Gelibolu e Seddubahir, si accede al Mediterraneo.
La vittoria del referendum di oggi è scontata. Adesso si tratta di vedere cosa succederà nei prossimi giorni all'interno dell'Ucraina dove sostanzialmente ci sta la ciccia. Il gas.
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16 marzo 2014
MONDO
Referendum in Crimea, affluenza record
Da Mosca 22mila soldati per l'annessione
PROTESTE UCRAINA: PUTIN TEME CONTAGIO E CENSURA I MEDIA RUSSI
(di A. Lesnevskaya)
Referendum in Crimea, affluenza record. Da Mosca 22mila soldati per l'annessione
"Torniamo a casa", dicono molti elettori mostrando la scheda prima di inserirla nell’urna trasparente. Al voto in Crimea, per esprimersi sull'addio all'Ucraina e il ritorno con la Russia, sono chiamati oltre 1,5 milioni di aventi diritto. A metà giornata Sebastopoli aveva fatto già registrare un'affluenza oltre il 50%, mentre dagli altoparlanti della città veniva trasmesso l’inno russo
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Ucraina, referendum in Crimea: affluenza oltre il 50%. Russia manda 22mila soldati
Seggi aperti fino alle 21 per le consultazioni nella penisola che potrebbero portare all'annessione della regione a Mosca. Il ministro della Difesa: "Questa è la nostra terra e non andremo da nessun'altra parte". All'Onu bloccata la risoluzione che avrebbe dichiarato non valido il voto di oggi, ma la Cina si astiene: Putin è isolato
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 16 marzo 2014Commenti (37)
Seggi aperti in Crimea, fino alle 21 italiane, per il referendum sulla secessione dall’Ucraina e la conseguente adesione alla Russia che a poche dall’apertura dei seggi registra un’affluenza record a Sebastopoli. Due i quesiti, in tre lingue (russo, ucraino e tataro), posti nella consultazione: “siete a favore della riunificazione della Crimea con la Russia come entità costituente?” e “Siete a favore dell’applicazione della costituzione della repubblica di Crimea del 1992 e dello status della Crimea come parte dell’Ucraina?”. Al voto oltre 1,5 milioni di aventi diritto, in 1205 distretti elettorali, con 27 commissioni elettorali cittadine e distrettuali. A quattro ore dall’apertura dei seggi, Sebastopoli ha fatto già registrare un record di affluenza, oltre il 50%, mentre dagli altoparlanti della città è stato trasmesso per tutta la mattina l’inno della città e l’inno russo. Ovunque bandiere russe, manifesti contro la Nato, appelli a votare sì perché “il futuro dipende della vostra scelta” si legge nei poster elettorali affissi dappertutto. I militari russi controllano le strade: è una presenza massiccia e visibile. ”Torniamo a casa”, ha detto qualche elettrice mostrando la scheda prima di inserirla nell’urna trasparente. Al voto anche nella capitale della Crimea, Simferopoli, dove non si sono registrate code anche a causa della pioggia battente e del freddo. Affluenza sostenuta nel villaggio tataro Bakhcisarai, il principale della minoranza, teatro di manifestazioni pro-Kiev negli ultimi.
A monitorare il voto sono presenti una settantina di osservatori da 23 Paesi, compresa l’Italia: si tratta di deputati, eurodeputati ed esperti europei di diritto internazionale e attivisti per i diritti umani, invitati dalle autorità locali. Non sono presenti osservatori dell’Osce (l’organizzazione per la cooperazione in Europa) né della Csi (la Comunità degli stati indipendenti che federa 11 Repubbliche ex sovietiche). I risultati, scontati, si avranno tra questa sera e domani. Il parlamento ha annunciato che si riunirà già domani per approvare il risultato.
Esito che sarà accettato solo dalla Russia e da pochi suoi alleati (neanche la Cina), visto che l’Occidente ha già annunciato che non riconoscerà il referendum. “Non ha alcun valore legale” ha detto solo ieri il presidente della Repubblica francese François Hollande annunciando sanzioni già da lunedì 17. Tempistica confermata dal ministro della Difesa italiano Roberta Pinotti: “Ci sarà una riunione di tutti i ministri degli Esteri europei: è importante che la posizione dell’Europa sia unitaria. Violare l’integrità territoriale di un Paese non è possibile e già lunedì si ragionerà di sanzioni di possibili, ma auspico si tengano aperte le porte del dialogo”.
Ma le “minacce” diplomatiche degli Stati dell’Unione Europea e degli Stati Uniti non spaventano affatto né le autorità della Crimea e men che meno Mosca. Tanto che il ministro della Difesa ucraino ad interim Igor Teniukh ha denunciato che i soldati russi presenti nella penisola sono 22mila, quasi il doppio del limite di 12.500 consentito dagli accordi per la flotta sul Mar Nero. D’altra parte da settimane si fa sempre più opprimente la presenza delle truppe di Mosca nell’area a est del Paese.
“Questa è la nostra terra e non andremo da nessun’altra parte”. Dichiarazioni in risposta al messaggio lanciato dalle autorità pro Russia della Crimea che hanno affermato che, se i soldati ucraini che occupano i presidi della regione non si arrenderanno dopo l’esito del referendum di oggi, dovranno essere considerati illegali. La Russia ieri ha posto il suo veto in Consiglio di sicurezza dell’Onu bloccando l’approvazione di una risoluzione che avrebbe dichiarato non valido il referendum. Il rappresentante di Mosca è stato l’unico a votare no al documento; la Cina infatti si è astenuta, evidenziando la posizione di isolamento di Mosca.Mentre Londra – anticipa lo Spiegel – si sarebbe già candidata ad ospitare la riunione del G7, se Mosca dovesse essere espulsa dal G8 con conseguente cancellazione dell’appuntamento di Sochi.
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Re: Ucraina, 100mila europeisti sfidano il divieto a manifes
Questo intervento di un blogger di Odessa è importante.
Odessa è una città di cultura russa , i cittadini di odessa sono russi e parlano ESCLUSIVAMENTE russo.
La citta di odessa è STRATEGICA per il futuro dell' Ucraina.
E' una citta importante per il suo porto, il piu grande del mar nero, porto con una imponente archittetura anni 50, per il suo turismo anche se un po anni 50, per i nuovi ricchi che sono un piccolo esercito e per essere una citta in cui c è ancora molto lavoro anche se meno con la crisi.
il contrasto tra citta ricca opulenta e filo occidentale e la maggioranza del 'popolo' di cultura russa rende Odessa , la citta della FRONTIERA.
In questo intervento viene descritto l' intervento dei filo occidentali nel comune di Odessa ( denominato casa bianca !!) per DESTITUIRE l' attuale sindaco Oleg Bryndaka filo russo.
TENTAVO FALLITO per assenze dei consiglieri comunali.
Il 25 maggio 2014 ci sarà l' elezione del nuovo sindaco è sarà un atto politico molto importante per il futuro dell' Ucraina.
L' inglese è un po filo ......russo !!!
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Assessing the strength of Party Regions – Odessa
APRIL 5, 2014 BY NIKOLAI HOLMOV
Today’s entry is late – and deliberately so. I have been awaiting the results of an attempted political coup to remove the Party Regions Secretary of the Odessa City Council, Oleg Bryndaka.
In fact, late into the evening yesterday I was with interested parties and on-lookers alike discussing the possibilities of this political move coming to pass.
This attempt widely interpreted by us all as an assessment to the remaining strength in depth of the Party Regions within Odessa.
Needless to say negotiations, shenanigans and threats were being made between – and toward – those with the power to vote “yea” or “nay” to this dethroning. All rather interesting and displayed a clear and evident split within the Party Regions and their respective business interests and camps.
odessa city hall
However, no such dethroning took place today as was expected. Enough levers were used to insure insufficient City Hall Deputies arrived to gather sufficient numbers for any such vote – the first time in a very long time a quorum number has not been present at any Odessa City Hall session.
The next political attempt to remove Oleg Bryndaka will now take on 15th April, just over a month before the elections for Mayor occur on 25th May. The mayoral elections are very likely to return Eduard Gurvitz – a current UDAR MP – to the mayoral position he vacated only a few years ago in a disputed election result.
Regardless of the failure to achieve the anticipated coup in City Hall today, having spent most of the previous evening watching the party internal shenanigans unfold before me, the split within the Party Regions deputy ranks is a veritable chasm that seems too large to heal – particularly under an old political hand like Mr Gurvitz who will identify the fault line and drive a wedge into the very heart of his political opponents.
Odessa è una città di cultura russa , i cittadini di odessa sono russi e parlano ESCLUSIVAMENTE russo.
La citta di odessa è STRATEGICA per il futuro dell' Ucraina.
E' una citta importante per il suo porto, il piu grande del mar nero, porto con una imponente archittetura anni 50, per il suo turismo anche se un po anni 50, per i nuovi ricchi che sono un piccolo esercito e per essere una citta in cui c è ancora molto lavoro anche se meno con la crisi.
il contrasto tra citta ricca opulenta e filo occidentale e la maggioranza del 'popolo' di cultura russa rende Odessa , la citta della FRONTIERA.
In questo intervento viene descritto l' intervento dei filo occidentali nel comune di Odessa ( denominato casa bianca !!) per DESTITUIRE l' attuale sindaco Oleg Bryndaka filo russo.
TENTAVO FALLITO per assenze dei consiglieri comunali.
Il 25 maggio 2014 ci sarà l' elezione del nuovo sindaco è sarà un atto politico molto importante per il futuro dell' Ucraina.
L' inglese è un po filo ......russo !!!
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Assessing the strength of Party Regions – Odessa
APRIL 5, 2014 BY NIKOLAI HOLMOV
Today’s entry is late – and deliberately so. I have been awaiting the results of an attempted political coup to remove the Party Regions Secretary of the Odessa City Council, Oleg Bryndaka.
In fact, late into the evening yesterday I was with interested parties and on-lookers alike discussing the possibilities of this political move coming to pass.
This attempt widely interpreted by us all as an assessment to the remaining strength in depth of the Party Regions within Odessa.
Needless to say negotiations, shenanigans and threats were being made between – and toward – those with the power to vote “yea” or “nay” to this dethroning. All rather interesting and displayed a clear and evident split within the Party Regions and their respective business interests and camps.
odessa city hall
However, no such dethroning took place today as was expected. Enough levers were used to insure insufficient City Hall Deputies arrived to gather sufficient numbers for any such vote – the first time in a very long time a quorum number has not been present at any Odessa City Hall session.
The next political attempt to remove Oleg Bryndaka will now take on 15th April, just over a month before the elections for Mayor occur on 25th May. The mayoral elections are very likely to return Eduard Gurvitz – a current UDAR MP – to the mayoral position he vacated only a few years ago in a disputed election result.
Regardless of the failure to achieve the anticipated coup in City Hall today, having spent most of the previous evening watching the party internal shenanigans unfold before me, the split within the Party Regions deputy ranks is a veritable chasm that seems too large to heal – particularly under an old political hand like Mr Gurvitz who will identify the fault line and drive a wedge into the very heart of his political opponents.
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Re: Ucraina, 100mila europeisti sfidano il divieto a manifes
Gli Investimenti italiani in Ucraina.
L’Ucraina ha adottato da anni una specifica e ampia regolamentazione sugli investimenti esteri
(L. U. 16/07/1999 - 997-XIV).
Le forme di investimento ammesse comprendono:
• partecipazioni in imprese miste costituite con entità giuridiche o persone fisiche ucraine;
• acquisizione di quote di imprese esistenti;
• creazione di imprese completamente appartenenti agli investitori esteri;
• creazione di filiali e rappresentanze;
• completa acquisizione di imprese esistenti;
• acquisizione, salvo quelle espressamente proibite dalla legge ucraina, di proprietà;
• acquisizione di diritti di usufrutto di terreni o concessioni di sfruttamento delle risorse naturali presenti
in territorio ucraino;
• altre forme di investimento quali quelle basate su accordi con partner commerciali ucraini, senza
costituzione di entità giuridiche.
Gli investimenti, per godere dei privilegi e delle garanzie stabilite dal testo della legge, devono essere registrati
presso le Amministrazioni Statali Regionali della città di Kiev e Sevastopol o presso il Governo della Repubblica
Autonoma di Crimea, entro tre giorni lavorativi dal loro inizio.
Gli investimenti diretti degli imprenditori italiani in Ucraina si distribuiscono per seguenti settori:
! costruzione di macchine
! industria leggera
! commercio allingrosso
! produzione di articoli
! operazioni immobiliari
[PDF]
Gli Investimenti italiani in Ucraina. - ItalyContact.com
----------------------------------------------
Ciao
Paolo11
! industria chimica
! industria del legno
! trasporto
! alberghi e ristoranti
! commercio al dettaglio
! industria alimentare
! industria forestale
! settore siderurgico
! settore delle costruzioni
L’Ucraina ha adottato da anni una specifica e ampia regolamentazione sugli investimenti esteri
(L. U. 16/07/1999 - 997-XIV).
Le forme di investimento ammesse comprendono:
• partecipazioni in imprese miste costituite con entità giuridiche o persone fisiche ucraine;
• acquisizione di quote di imprese esistenti;
• creazione di imprese completamente appartenenti agli investitori esteri;
• creazione di filiali e rappresentanze;
• completa acquisizione di imprese esistenti;
• acquisizione, salvo quelle espressamente proibite dalla legge ucraina, di proprietà;
• acquisizione di diritti di usufrutto di terreni o concessioni di sfruttamento delle risorse naturali presenti
in territorio ucraino;
• altre forme di investimento quali quelle basate su accordi con partner commerciali ucraini, senza
costituzione di entità giuridiche.
Gli investimenti, per godere dei privilegi e delle garanzie stabilite dal testo della legge, devono essere registrati
presso le Amministrazioni Statali Regionali della città di Kiev e Sevastopol o presso il Governo della Repubblica
Autonoma di Crimea, entro tre giorni lavorativi dal loro inizio.
Gli investimenti diretti degli imprenditori italiani in Ucraina si distribuiscono per seguenti settori:
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! commercio allingrosso
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Gli Investimenti italiani in Ucraina. - ItalyContact.com
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Re: Ucraina, 100mila europeisti sfidano il divieto a manifes
E anche Donetsk si dichiara indipendente dall ?ucraina e chiede il referendum per entrare nella Federazione Russa... e due. Dopo toccherà anche a Kharkov (e non Kharkiv come dicono gli ucraini) e a odessa poi l'Ucraine sarà tornata ai suoi confini originali.
Lo sbaglio nell'aver appoggiato i Nazistoidi golpisti di Piazza MAidan si rileva ogni giorno peggiore del previsto: ora la Russia controllerà preziose zone produttrici di risorse e cibo e tutta la costa ex-Ucraina del Mar Nero. Ma è possibile che a Washington (e anche Bruxelles) ci siano degli incapaci tali?
I 5 mlld che la Sig.ra Nuland disse furono spesi per aiutare gli Ucraini a rovesciare il legittimo Governo Ucraino hanno avuto conseguenze negative per non si sa quanti miliardi in più, solo gli USA possono forse molto parzialmente rifarsi con l'oro che si sono portati via da Kiev...
Lo sbaglio nell'aver appoggiato i Nazistoidi golpisti di Piazza MAidan si rileva ogni giorno peggiore del previsto: ora la Russia controllerà preziose zone produttrici di risorse e cibo e tutta la costa ex-Ucraina del Mar Nero. Ma è possibile che a Washington (e anche Bruxelles) ci siano degli incapaci tali?
I 5 mlld che la Sig.ra Nuland disse furono spesi per aiutare gli Ucraini a rovesciare il legittimo Governo Ucraino hanno avuto conseguenze negative per non si sa quanti miliardi in più, solo gli USA possono forse molto parzialmente rifarsi con l'oro che si sono portati via da Kiev...
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Re: Ucraina, 100mila europeisti sfidano il divieto a manifes
Putin: “Ucraina vicina a guerra civile”. Presidente Crimea: “Obama tra le scimmie”
Il presidente russo lo ha detto ad Angela Merkel nel corso di una telefonata. Tweet razzista del presidente della Crimea contro l'inquilino della Casa Bianca. Due militari ucraini rapiti da terroristi armati
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 16 aprile 2014Commenti (501)
Per Vladimir Putin non ci sono dubbi: l’Ucraina è “sull’orlo della guerra civile”. La “brutale escalation del conflitto”, dice il presidente russo in una telefonata con Angela Merkel, è da imputarsi al blitz militare di Kiev. Intanto i blindati governativi si spostano verso est, dove le truppe filorusse continuano l’occupazione. In mattinata hanno preso il municipio di Donetsk e sequestrato sei blindati a Kramatorsk. Le milizie, secondo i servizi segreti ucraini, hanno ricevuto l’ordine di “sparare per uccidere” sui militari di Kiev e due di loro, un ufficiale e di un soldato di leva, sono stati presi in ostaggio da terroristi armati nella regione di Lugansk, a Krasni Luch. All’orizzonte non si delineano scenari di pace, nonostante ci sia grande attesa per il vertice a quattro di giovedì a Ginevra, al quale parteciperanno Ucraina, Russia, Unione europea e Stati Uniti. L’obiettivo è sempre lo stesso: raggiungere accordi per trovare una soluzione alla crisi.
Una situazione in cui Mosca, secondo Kiev, ha forti responsabilità. Il vicepremier ucraino Vitali Iarema, a capo delle forze dell’ordine, ha infatti denunciato la presenza a Sloviansk e Kramatorsk, nella regione ucraina orientale di Donetsk, di paracadutisti del 45esimo reggimento delle truppe aviotrasportate russe di stanza vicino a Mosca. “Quindi tutte le parole di Putin e di Lavrov sull’assenza di truppe russe lì sono tutte bugie”, ha commentato Iarema, citato dall’agenzia ucraina Unian. Il premier Arseni Iatseniuk, durante una riunione del governo, ha inoltre aggiunto che “i vicini russi hanno deciso di costruire un nuovo muro di Berlino e vogliono tornare ai tempi della guerra fredda”.
A complicare i rapporti diplomatici si aggiunge il tweet razzista del presidente ad interim della Crimea Serghiei Aksionov contro Barack Obama. ”Arrivata la proposta affinché, durante l’adesione degli Usa alla Russia, Obama sia mandato allo zoo di Mosca. Che si sieda tra le scimmie. Approvato”, ha scritto sul suo account, subito ripreso dalle agenzie ucraine. Aksionov era già finito nella lista delle sanzioni Usa ed Ue.
La telefonata Putin-Merkel – Al telefono con Merkel, Putin ha comunque convenuto con la cancelliera tedesca (in vacanza in questi giorni a Ischia) nel “sottolineare l’importanza” dell’incontro a 4 Russia-Usa-Ue-Ucraina in programma a Ginevra giovedì. Iniziativa che il ministro degli esteri russo Serghiei Lavrov aveva messo in dubbio dopo le prime notizie sull’azione militare di Kiev nell’est, ma da cui Mosca non si è poi ritirata. Il presidente russo ha denunciato “il ricorso incostituzionale alla forza contro le manifestazioni pacifiche” dei russofoni da parte delle autorità salite al potere a Kiev sull’onda della recente rivolta di Maidan, prosegue il Cremlino, aggiungendo che, nel colloquio con la Cancelliera, Putin ha parlato anche della necessità di stabilizzare l’economia ucraina e della continuità delle forniture di gas russo all’Europa. Toni analoghi in una successiva conversazione con il premier israeliano Benyamin Netanyahu, nella quale il presidente russo è tornato a definire “inaccettabile” l’uso della forza contro le proteste in Ucraina sud-orientale e “ha messo l’accento sul fatto che questa escalation brutale è il frutto delle politiche irresponsabili di Kiev: che ha ignorato diritti e interessi legali degli abitanti russofoni del Paese”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/04 ... ue/953504/
Il presidente russo lo ha detto ad Angela Merkel nel corso di una telefonata. Tweet razzista del presidente della Crimea contro l'inquilino della Casa Bianca. Due militari ucraini rapiti da terroristi armati
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 16 aprile 2014Commenti (501)
Per Vladimir Putin non ci sono dubbi: l’Ucraina è “sull’orlo della guerra civile”. La “brutale escalation del conflitto”, dice il presidente russo in una telefonata con Angela Merkel, è da imputarsi al blitz militare di Kiev. Intanto i blindati governativi si spostano verso est, dove le truppe filorusse continuano l’occupazione. In mattinata hanno preso il municipio di Donetsk e sequestrato sei blindati a Kramatorsk. Le milizie, secondo i servizi segreti ucraini, hanno ricevuto l’ordine di “sparare per uccidere” sui militari di Kiev e due di loro, un ufficiale e di un soldato di leva, sono stati presi in ostaggio da terroristi armati nella regione di Lugansk, a Krasni Luch. All’orizzonte non si delineano scenari di pace, nonostante ci sia grande attesa per il vertice a quattro di giovedì a Ginevra, al quale parteciperanno Ucraina, Russia, Unione europea e Stati Uniti. L’obiettivo è sempre lo stesso: raggiungere accordi per trovare una soluzione alla crisi.
Una situazione in cui Mosca, secondo Kiev, ha forti responsabilità. Il vicepremier ucraino Vitali Iarema, a capo delle forze dell’ordine, ha infatti denunciato la presenza a Sloviansk e Kramatorsk, nella regione ucraina orientale di Donetsk, di paracadutisti del 45esimo reggimento delle truppe aviotrasportate russe di stanza vicino a Mosca. “Quindi tutte le parole di Putin e di Lavrov sull’assenza di truppe russe lì sono tutte bugie”, ha commentato Iarema, citato dall’agenzia ucraina Unian. Il premier Arseni Iatseniuk, durante una riunione del governo, ha inoltre aggiunto che “i vicini russi hanno deciso di costruire un nuovo muro di Berlino e vogliono tornare ai tempi della guerra fredda”.
A complicare i rapporti diplomatici si aggiunge il tweet razzista del presidente ad interim della Crimea Serghiei Aksionov contro Barack Obama. ”Arrivata la proposta affinché, durante l’adesione degli Usa alla Russia, Obama sia mandato allo zoo di Mosca. Che si sieda tra le scimmie. Approvato”, ha scritto sul suo account, subito ripreso dalle agenzie ucraine. Aksionov era già finito nella lista delle sanzioni Usa ed Ue.
La telefonata Putin-Merkel – Al telefono con Merkel, Putin ha comunque convenuto con la cancelliera tedesca (in vacanza in questi giorni a Ischia) nel “sottolineare l’importanza” dell’incontro a 4 Russia-Usa-Ue-Ucraina in programma a Ginevra giovedì. Iniziativa che il ministro degli esteri russo Serghiei Lavrov aveva messo in dubbio dopo le prime notizie sull’azione militare di Kiev nell’est, ma da cui Mosca non si è poi ritirata. Il presidente russo ha denunciato “il ricorso incostituzionale alla forza contro le manifestazioni pacifiche” dei russofoni da parte delle autorità salite al potere a Kiev sull’onda della recente rivolta di Maidan, prosegue il Cremlino, aggiungendo che, nel colloquio con la Cancelliera, Putin ha parlato anche della necessità di stabilizzare l’economia ucraina e della continuità delle forniture di gas russo all’Europa. Toni analoghi in una successiva conversazione con il premier israeliano Benyamin Netanyahu, nella quale il presidente russo è tornato a definire “inaccettabile” l’uso della forza contro le proteste in Ucraina sud-orientale e “ha messo l’accento sul fatto che questa escalation brutale è il frutto delle politiche irresponsabili di Kiev: che ha ignorato diritti e interessi legali degli abitanti russofoni del Paese”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/04 ... ue/953504/
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Re: Ucraina, 100mila europeisti sfidano il divieto a manifes
PROFONDA SINTONIA TRA TYMOSCHENKO , RENZI E BERLUSCONI.
ANCHE TYMOSCENKO VUOLE LE LISTE 'CHIUSE' CON I NOMINATI, NEL 2007 UNA SIGNORA SI E' PRESENTATA CON UNA VALIGIA CON 5.000.000 DI DOLLARI IN CONTANTI PER AVERE UN SEGGIO SICURO, HA DICHIARATO CHE IN 5 ANNI IL RITORNO DELL' INVESTIMENTO ERA DEL DOPPIO 10.000.000 DI DOLLARI.
Tymoshenko opposes open electoral lists
APRIL 9, 2014 BY NIKOLAI HOLMOV
Eventually there will be new RADA elections.
Although all those currently sitting in the RADA are there on the back of a 2012 public mandate until 2017, either via the 50% of seats won via the first past the post system, or via the 50% of seats filled via the party list system, due to recent events in Ukraine there is a loud call for new RADA elections and a renewing of MPs legitimacy – perhaps rightly in lieu of the absence of any law providing for an MPs recall after some actions or inactions of RADA members that have raised the public ire far beyond the usual over the past 6 months.
There is little to say about this electoral construct that I did not say prior to, and during the 2012 elections.
In summary, the first past the post system is open to bribery, threats and nefarious deeds by candidates, their supporters, within the CEC, regional and local electoral commissions - Not to mention well publicised deeds of inferred intent when influencing voters – such as the resurfacing of a road within an electoral district paid for by the MP (or their party) in order to curry favour with that specific constituency.
In short the issue is one of buying victory – or buying the defeat of a rival.
The closed party list system has been no less abused by the relevant party leaders either.
Almost without fail, if x% of the national vote has equaled y number of seats for a particular party, then the top y number of candidates from the party list fill them. The ranking of those candidates numerically, done by the party leadership alone. Hence it is called a closed list, as the voter has no say in the closed party list rankings.
This has caused financial bidding amongst candidates to sit high enough upon the closed party list to be assured of becoming an MP. This bidding for high position on the list runs into many millions of dollars for each RADA seat – that money going who knows where? (Rhetorical question.)
The going price today I have no idea – but in 2007 my good lady was approached by a major party inquiring if she would like to be placed on their party list – the fee then $5 million. The return on this investment – aside from absolute immunity with impunity regarding the law – was to at least double that investment during the 5 year term through illicit payments for her signature on documents relating to whatever governmental committee she ended up sitting upon, plus the occasional “thank you” for voting “the right way”.
The offer was politely refused as my good lady has no interest in politics or the “RADA business club”. Regardless, there was and would still be a price to pay for sitting high upon any closed party list unless you are deemed to be a necessity, truly exceptionally gifted, or favourite of the party leader.
(In case you are wondering why my good lady was selected, many moons ago, she was something of a Soviet sports star and then went on to help set up NTV in Moscow – only to be in the building when Mr Yeltsin had his tanks shell it. Thus she therefore holds some “recognition” amongst the 40 – 60 somethings who were sport fans/NTV viewers back in her day, and that is why she was approached – Life with me must seem somewhat sedate/dull for her I suspect.)
Anyway, the closed party list has hardly been a system where the brightest or the best flourish – but where the corrupt and nefarious do extremely well.
Historically there have been no end of calls from the electorate and some MPs alike to end the closed list system and swap to an open party list, whereby voters have some influence on who ranks where in that hierarchy. Somewhat more democratic most would agree.
Open party lists were a PACE recommendation for the Ukrainian electoral code back in 2010. 17 EU member states use open lists of one form or another. It seems to be generally an acceptable European thing to do.
And yet Ms Tymoshenko has now come out against the open party list – preferring the closed system.
Her reason given, an open party list will lead to the same bribery and nefarious acts that the first past the post system brings, and money must be separated from politics She makes no mention that the closed party list potentially – and has – put a lot of money at her disposal, as explained above.
She does give something of a democratic nod insomuch as to say the Batkivshchyna list would be open to civil society to make comment upon candidates – but civil society is not the electoral constituency and neither is civil society elected into the role it adopts in democracy by society either.
However – open or closed lists – as the leader of Batkivshchyna Party, is it not Ms Tymoshenko’s responsibility to purge her party of all and any strongly suspected or known corrupt or nefarious candidates? She has publicly promised to do it many times. Is she not responsible for insuring any contaminated candidate fails to get on the party list as a matter of principle (and internal party policy)?
Her argument to have closed lists at a time when large parts of Ukrainian society are demanding transparency, good governance and greater democracy does not seem to fit the mood of the moment – and a good deal of politics is about timing.
Why then has she declared herself against it? Is it a (party) financing issue? Is it a control issue? Does she fear that she herself would not make the list if left to public whim? Is it that it possibly refuses her closest allies guaranteed seats, thus making promised rewards potentially more difficult to fullfil?
It does seem a rather odd thing to state when public opinion already has her trailing other presidential candidates and the demand to stay well clear of the old system has not quietened.
We can be quite sure that other presidential candidates and party leaders will now support the opposing and more democratic view advocated by PACE in 2010 – even if they aren’t particularly keen for the same reasons as Ms Tymoshenko.
Normally I can see method in madness, but I have to admit I am struggling to see how this will help her garner the popular vote with presidential elections on the immediate horizon – or endear Batkivshchyna under her leadership to the Ukrainian constituency when RADA elections eventually come to pass.
( Odessatalk )
ANCHE TYMOSCENKO VUOLE LE LISTE 'CHIUSE' CON I NOMINATI, NEL 2007 UNA SIGNORA SI E' PRESENTATA CON UNA VALIGIA CON 5.000.000 DI DOLLARI IN CONTANTI PER AVERE UN SEGGIO SICURO, HA DICHIARATO CHE IN 5 ANNI IL RITORNO DELL' INVESTIMENTO ERA DEL DOPPIO 10.000.000 DI DOLLARI.
Tymoshenko opposes open electoral lists
APRIL 9, 2014 BY NIKOLAI HOLMOV
Eventually there will be new RADA elections.
Although all those currently sitting in the RADA are there on the back of a 2012 public mandate until 2017, either via the 50% of seats won via the first past the post system, or via the 50% of seats filled via the party list system, due to recent events in Ukraine there is a loud call for new RADA elections and a renewing of MPs legitimacy – perhaps rightly in lieu of the absence of any law providing for an MPs recall after some actions or inactions of RADA members that have raised the public ire far beyond the usual over the past 6 months.
There is little to say about this electoral construct that I did not say prior to, and during the 2012 elections.
In summary, the first past the post system is open to bribery, threats and nefarious deeds by candidates, their supporters, within the CEC, regional and local electoral commissions - Not to mention well publicised deeds of inferred intent when influencing voters – such as the resurfacing of a road within an electoral district paid for by the MP (or their party) in order to curry favour with that specific constituency.
In short the issue is one of buying victory – or buying the defeat of a rival.
The closed party list system has been no less abused by the relevant party leaders either.
Almost without fail, if x% of the national vote has equaled y number of seats for a particular party, then the top y number of candidates from the party list fill them. The ranking of those candidates numerically, done by the party leadership alone. Hence it is called a closed list, as the voter has no say in the closed party list rankings.
This has caused financial bidding amongst candidates to sit high enough upon the closed party list to be assured of becoming an MP. This bidding for high position on the list runs into many millions of dollars for each RADA seat – that money going who knows where? (Rhetorical question.)
The going price today I have no idea – but in 2007 my good lady was approached by a major party inquiring if she would like to be placed on their party list – the fee then $5 million. The return on this investment – aside from absolute immunity with impunity regarding the law – was to at least double that investment during the 5 year term through illicit payments for her signature on documents relating to whatever governmental committee she ended up sitting upon, plus the occasional “thank you” for voting “the right way”.
The offer was politely refused as my good lady has no interest in politics or the “RADA business club”. Regardless, there was and would still be a price to pay for sitting high upon any closed party list unless you are deemed to be a necessity, truly exceptionally gifted, or favourite of the party leader.
(In case you are wondering why my good lady was selected, many moons ago, she was something of a Soviet sports star and then went on to help set up NTV in Moscow – only to be in the building when Mr Yeltsin had his tanks shell it. Thus she therefore holds some “recognition” amongst the 40 – 60 somethings who were sport fans/NTV viewers back in her day, and that is why she was approached – Life with me must seem somewhat sedate/dull for her I suspect.)
Anyway, the closed party list has hardly been a system where the brightest or the best flourish – but where the corrupt and nefarious do extremely well.
Historically there have been no end of calls from the electorate and some MPs alike to end the closed list system and swap to an open party list, whereby voters have some influence on who ranks where in that hierarchy. Somewhat more democratic most would agree.
Open party lists were a PACE recommendation for the Ukrainian electoral code back in 2010. 17 EU member states use open lists of one form or another. It seems to be generally an acceptable European thing to do.
And yet Ms Tymoshenko has now come out against the open party list – preferring the closed system.
Her reason given, an open party list will lead to the same bribery and nefarious acts that the first past the post system brings, and money must be separated from politics She makes no mention that the closed party list potentially – and has – put a lot of money at her disposal, as explained above.
She does give something of a democratic nod insomuch as to say the Batkivshchyna list would be open to civil society to make comment upon candidates – but civil society is not the electoral constituency and neither is civil society elected into the role it adopts in democracy by society either.
However – open or closed lists – as the leader of Batkivshchyna Party, is it not Ms Tymoshenko’s responsibility to purge her party of all and any strongly suspected or known corrupt or nefarious candidates? She has publicly promised to do it many times. Is she not responsible for insuring any contaminated candidate fails to get on the party list as a matter of principle (and internal party policy)?
Her argument to have closed lists at a time when large parts of Ukrainian society are demanding transparency, good governance and greater democracy does not seem to fit the mood of the moment – and a good deal of politics is about timing.
Why then has she declared herself against it? Is it a (party) financing issue? Is it a control issue? Does she fear that she herself would not make the list if left to public whim? Is it that it possibly refuses her closest allies guaranteed seats, thus making promised rewards potentially more difficult to fullfil?
It does seem a rather odd thing to state when public opinion already has her trailing other presidential candidates and the demand to stay well clear of the old system has not quietened.
We can be quite sure that other presidential candidates and party leaders will now support the opposing and more democratic view advocated by PACE in 2010 – even if they aren’t particularly keen for the same reasons as Ms Tymoshenko.
Normally I can see method in madness, but I have to admit I am struggling to see how this will help her garner the popular vote with presidential elections on the immediate horizon – or endear Batkivshchyna under her leadership to the Ukrainian constituency when RADA elections eventually come to pass.
( Odessatalk )
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