Berlusconi è ancora armato e pericoloso
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Re: Berlusconi è ancora armato e pericoloso
29 APR 2014 11:13
1. SE APRITE I GIORNALI DI OGGI, SCOPRITE CHE LA NOTIZIA DEL GIORNO È CHE BERLUSCONI È SEMPRE BERLUSCONI (CI SI CASCA TUTTI DA VENT’ANNI, COME FOSSE LA PRIMA VOLTA) -
2. CHE IL BANANA, IN EUROPA, SIA ORMAI CONSIDERATO UN ANZIANO MACCHIETTISTA IN DISARMO È UN FATTO PIÙ CHE RISAPUTO: BASTA LEGGERE I GIORNALI E I SITI WEB STRANIERI -
3. ORA DEVE CONQUISTARE IL CENTRO DELLA SCENA PER NON FINIRE TERZO ALLE SPALLE DI GRILLOMAO E ANCHE QUESTA VOLTA MINACCIA DI RIUSCIRCI. GRAZIE A UN TALENTO NATURALE A COSTRUIRSI DEI FANTA-NEMICI (IERI I “COMUNISTI”, OGGI LA GERMANIA) CONTRO I QUALI LANCIARE CROCIATE CHE HANNO IL SOLO SCOPO DI DISTRARRE IL PUBBLICO -
4. E I PALAZZI DEL POTERE CHE HANNO TRAFFICATO PER “L’AGIBILITÀ POLITICA” DI UN BERLUSCONI MAI SAZIO SI MERITANO FINO IN FONDO QUESTO ETERNO RITORNO DEL CAIMANO -
a cura di colinward@autistici.org (Special Guest: Pippo il Patriota)
1 - SORPRESA! BERLUSCONI E' SEMPRE BERLUSCONI
Ha un talento naturale per le gaffe internazionali, si ritiene al di sopra delle leggi (specie quando non gli riesce di farsele su misura), ha scarso senso delle istituzioni, vive la separazione dei poteri dello Stato come una tassa incomprensibile, tende a occupare ogni spazio mediatico possibile e immaginabile, si costruisce da vent'anni dei fanta-nemici (ieri i "comunisti", oggi la Germania) contro i quali lanciare crociate che hanno il solo scopo di distrarre il pubblico. Se aprite i giornali di oggi, scoprite che la notizia del giorno è che Berlusconi è sempre Berlusconi.
Il proprietario di Farsa Italia ha provocato la "viva indignazione" dei politici di Berlino perché l'altro giorno ha detto che i tedeschi negavano perfino l'esistenza dei lager. E nonostante sia libero per gentile concessione del "sistema", ha anche attaccato Re Giorgio perché non gli ha concesso autonomamente la grazia. Ma chi l'avrebbe mai detto, eh?
Che il Banana, in Europa, sia ormai considerato da anni un anziano macchiettista in disarmo è un fatto più che risaputo: basta leggere i giornali e i siti internet stranieri. Oggi i popolari tedeschi scoprono che il Caimano è un personaggio imbarazzante, capace di sparare puttanate "inqualificabili", ma si tengono ben stretti Forza Italia nel Ppe perché anche quei venti deputati berlusconiani possono essere decisivi nel derby con i socialisti europei.
E' il trionfo dell'ipocrisia su scala continentale e nazionale. Anche il Berlusca, maxi-evasore con truffa conclamato che non riconosce le sentenze, pretende la grazia dal Quirinale e "sfida" il Tribunale di sorveglianza in ogni modo, nella speranza di ottenere quegli arresti che ne sancirebbero un martirio ideale per la rimonta elettorale, è in tutto e per tutto, solo e unicamente se stesso.
Deve conquistare il centro della scena e anche questa volta minaccia di riuscirci. Ci si casca tutti da vent'anni, ma è sempre come fosse la prima volta. E i palazzi del potere che hanno trafficato per "l'agibilità politica" di un Berlusconi mai sazio si meritano fino in fondo questo eterno ritorno del Caimano.
2 - QUELLI CHE "ALLORA SILVIO NON E' UNO STATISTA"
Il Berlusconi che grida al complotto mondiale della magistratura, ovviamente azionata dai "poteri forti", ha quasi vent'anni di vita. Si proclama vittima dai tempi dell'"avviso di garanzia ricevuto mentre presiedevo il G8 di Napoli", nel novembre del 1994. Che poi era un invito a comparire del quale diede notizia il Corriere mentre era in corso un vertice internazionale sulla criminalità. Ma sono dettagli, per carità. Ciò non di meno, oggi, 29 aprile 2014, Repubblica titola il suo editoriale "Se questo è uno statista".
E dà conto con toni seri e gravi del nuovo "scontro istituzionale" innescato dal Banana: "Berlusconi spara sul Colle. ‘Concedermi la grazia un dovere di Napolitano'. ‘Sentenza mostruosa'. E difende Dell'Utri: ‘Torturato'". Nella provocazione, ci cascano tutti: "Palazzo Chigi: contro il Presidente accuse inaccettabili. Il gelo del Quirinale e l'incontro del 2 aprile. ‘Condizioni non cambiate, non c'è una mia iniziativa. In agosto Napolitano fu chiarissimo: solo con una domanda poteva valutare se c'erano le condizioni" (pp. 2-3).
Indignazione anche sugli altri principali giornali, ma il Cetriolo Quotidiano ci aggiunge una notizia: "Silvio a Cesano Boscone? L'ha deciso il cardinale Scola. Consultato dall'Uepe, l'arcivescovo di Milano ha indicato la struttura servita dalla Caritas ambrosiana come luogo ideale per la rieducazione" (p.3).
La fiera dell'ipocrisia va in scena anche su scala europea. La Stampa titola a tutta prima: "Merkel contro Berlusconi. Le battute sui lager irritano la Cancelliera: affermazioni assurde". Ma poi passa Repubblica e ammette: "Il fronte anti-Silvio nel Ppe. ‘Dopo il 25 maggio procedura di espulsione'. Prima delle elezioni lo strappo è impossibile: i voti di Fi servono per fare maggioranza alla Ue" (p. 6).
3 - IN CAMPAGNA DA CAIMANO
Dopo essersi fatti le pippe per settimane sul concetto di "agibilità politica" da confezionare su misura per il Cavaliere condannato, il possesso delle televisioni riporta tutti sul pianeta Terra. Scoop della Stampa: "Pascale e Rossi stoppano il Renzi-show ad Amici. Il cerchio magico di Silvio fa saltare tutto. De Filippi, lunga telefonata col premier" (p. 4). Maria Corbi racconta che la Badante e la Fidanzatina hanno convinto il Banana a mettere il veto, perché il pubblico della De Filippi sarebbe troppo giovane e facilmente conquistabile dal seduttore Renzie.
Sul Corriere, Massimo Franco parla giustamente di "mito della rimonta per sconfiggere l'ombra del declino" (p. 2). Ci siamo già passati, ma ogni volta è come se fosse la prima volta.
1. SE APRITE I GIORNALI DI OGGI, SCOPRITE CHE LA NOTIZIA DEL GIORNO È CHE BERLUSCONI È SEMPRE BERLUSCONI (CI SI CASCA TUTTI DA VENT’ANNI, COME FOSSE LA PRIMA VOLTA) -
2. CHE IL BANANA, IN EUROPA, SIA ORMAI CONSIDERATO UN ANZIANO MACCHIETTISTA IN DISARMO È UN FATTO PIÙ CHE RISAPUTO: BASTA LEGGERE I GIORNALI E I SITI WEB STRANIERI -
3. ORA DEVE CONQUISTARE IL CENTRO DELLA SCENA PER NON FINIRE TERZO ALLE SPALLE DI GRILLOMAO E ANCHE QUESTA VOLTA MINACCIA DI RIUSCIRCI. GRAZIE A UN TALENTO NATURALE A COSTRUIRSI DEI FANTA-NEMICI (IERI I “COMUNISTI”, OGGI LA GERMANIA) CONTRO I QUALI LANCIARE CROCIATE CHE HANNO IL SOLO SCOPO DI DISTRARRE IL PUBBLICO -
4. E I PALAZZI DEL POTERE CHE HANNO TRAFFICATO PER “L’AGIBILITÀ POLITICA” DI UN BERLUSCONI MAI SAZIO SI MERITANO FINO IN FONDO QUESTO ETERNO RITORNO DEL CAIMANO -
a cura di colinward@autistici.org (Special Guest: Pippo il Patriota)
1 - SORPRESA! BERLUSCONI E' SEMPRE BERLUSCONI
Ha un talento naturale per le gaffe internazionali, si ritiene al di sopra delle leggi (specie quando non gli riesce di farsele su misura), ha scarso senso delle istituzioni, vive la separazione dei poteri dello Stato come una tassa incomprensibile, tende a occupare ogni spazio mediatico possibile e immaginabile, si costruisce da vent'anni dei fanta-nemici (ieri i "comunisti", oggi la Germania) contro i quali lanciare crociate che hanno il solo scopo di distrarre il pubblico. Se aprite i giornali di oggi, scoprite che la notizia del giorno è che Berlusconi è sempre Berlusconi.
Il proprietario di Farsa Italia ha provocato la "viva indignazione" dei politici di Berlino perché l'altro giorno ha detto che i tedeschi negavano perfino l'esistenza dei lager. E nonostante sia libero per gentile concessione del "sistema", ha anche attaccato Re Giorgio perché non gli ha concesso autonomamente la grazia. Ma chi l'avrebbe mai detto, eh?
Che il Banana, in Europa, sia ormai considerato da anni un anziano macchiettista in disarmo è un fatto più che risaputo: basta leggere i giornali e i siti internet stranieri. Oggi i popolari tedeschi scoprono che il Caimano è un personaggio imbarazzante, capace di sparare puttanate "inqualificabili", ma si tengono ben stretti Forza Italia nel Ppe perché anche quei venti deputati berlusconiani possono essere decisivi nel derby con i socialisti europei.
E' il trionfo dell'ipocrisia su scala continentale e nazionale. Anche il Berlusca, maxi-evasore con truffa conclamato che non riconosce le sentenze, pretende la grazia dal Quirinale e "sfida" il Tribunale di sorveglianza in ogni modo, nella speranza di ottenere quegli arresti che ne sancirebbero un martirio ideale per la rimonta elettorale, è in tutto e per tutto, solo e unicamente se stesso.
Deve conquistare il centro della scena e anche questa volta minaccia di riuscirci. Ci si casca tutti da vent'anni, ma è sempre come fosse la prima volta. E i palazzi del potere che hanno trafficato per "l'agibilità politica" di un Berlusconi mai sazio si meritano fino in fondo questo eterno ritorno del Caimano.
2 - QUELLI CHE "ALLORA SILVIO NON E' UNO STATISTA"
Il Berlusconi che grida al complotto mondiale della magistratura, ovviamente azionata dai "poteri forti", ha quasi vent'anni di vita. Si proclama vittima dai tempi dell'"avviso di garanzia ricevuto mentre presiedevo il G8 di Napoli", nel novembre del 1994. Che poi era un invito a comparire del quale diede notizia il Corriere mentre era in corso un vertice internazionale sulla criminalità. Ma sono dettagli, per carità. Ciò non di meno, oggi, 29 aprile 2014, Repubblica titola il suo editoriale "Se questo è uno statista".
E dà conto con toni seri e gravi del nuovo "scontro istituzionale" innescato dal Banana: "Berlusconi spara sul Colle. ‘Concedermi la grazia un dovere di Napolitano'. ‘Sentenza mostruosa'. E difende Dell'Utri: ‘Torturato'". Nella provocazione, ci cascano tutti: "Palazzo Chigi: contro il Presidente accuse inaccettabili. Il gelo del Quirinale e l'incontro del 2 aprile. ‘Condizioni non cambiate, non c'è una mia iniziativa. In agosto Napolitano fu chiarissimo: solo con una domanda poteva valutare se c'erano le condizioni" (pp. 2-3).
Indignazione anche sugli altri principali giornali, ma il Cetriolo Quotidiano ci aggiunge una notizia: "Silvio a Cesano Boscone? L'ha deciso il cardinale Scola. Consultato dall'Uepe, l'arcivescovo di Milano ha indicato la struttura servita dalla Caritas ambrosiana come luogo ideale per la rieducazione" (p.3).
La fiera dell'ipocrisia va in scena anche su scala europea. La Stampa titola a tutta prima: "Merkel contro Berlusconi. Le battute sui lager irritano la Cancelliera: affermazioni assurde". Ma poi passa Repubblica e ammette: "Il fronte anti-Silvio nel Ppe. ‘Dopo il 25 maggio procedura di espulsione'. Prima delle elezioni lo strappo è impossibile: i voti di Fi servono per fare maggioranza alla Ue" (p. 6).
3 - IN CAMPAGNA DA CAIMANO
Dopo essersi fatti le pippe per settimane sul concetto di "agibilità politica" da confezionare su misura per il Cavaliere condannato, il possesso delle televisioni riporta tutti sul pianeta Terra. Scoop della Stampa: "Pascale e Rossi stoppano il Renzi-show ad Amici. Il cerchio magico di Silvio fa saltare tutto. De Filippi, lunga telefonata col premier" (p. 4). Maria Corbi racconta che la Badante e la Fidanzatina hanno convinto il Banana a mettere il veto, perché il pubblico della De Filippi sarebbe troppo giovane e facilmente conquistabile dal seduttore Renzie.
Sul Corriere, Massimo Franco parla giustamente di "mito della rimonta per sconfiggere l'ombra del declino" (p. 2). Ci siamo già passati, ma ogni volta è come se fosse la prima volta.
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Re: Berlusconi è ancora armato e pericoloso
LA NOTA
Il mito della rimonta per sconfiggere l’ombra del declino
Berlusconi prova a contrastare Grillo e l’astensionismo
di Massimo Franco
L’obiettivo, non proprio scontato, è la rimonta: quella che dovrebbe portare FI oltre il venti per cento e scongiurare l’umiliazione di diventare il terzo partito italiano, almeno alle elezioni europee.
Ma per ottenerlo, si ha l’impressione che Silvio Berlusconi proceda a tentoni. Sparacchiando sul capo dello Stato, Giorgio Napolitano, al quale, rivela, chiese la grazia senza ottenerla.
Attaccando il premier Matteo Renzi, e insieme dichiarando che potrebbe stare tranquillamente dentro Forza Italia, perché non ha radici comuniste.
Facendo gaffe (studiate ad arte, perché ha rubato la scena a Renzi da vecchia volpe del marketing-ndt) contro i tedeschi sullo sterminio degli ebrei, e poi gridando alla strumentalizzazione.
Insomma, il suo inizio di campagna elettorale ha toni e contenuti aggressivi quanto caotici. È come se l’ex premier stesse cercando la chiave giusta per riportare alle urne un mondo deluso dalle convulsioni e dagli errori di quello che fino a pochi anni fa era il referente dei moderati; e che, Berlusconi teme, adesso potrebbe essere risucchiato o dall’astensione, o dalle parole d’ordine anti-sistema di Beppe Grillo, o addirittura dalle promesse del Pd renziano. Comunque la si metta, per Forza Italia sarebbe un incubo.
I rischi
L’asse istituzionale con il governo Renzi è nato dall’esigenza di arginare il movimento 5 stelle e di restituire un ruolo da protagonista al capo del centrodestra: tanto più dopo le condanne che l’hanno reso incandidabile e l’affidamento ai servizi sociali. Riemergere da pochi mesi di collaborazione con un partito ridimensionato nettamente, percorso da tensioni crescenti e a rischio di essere cannibalizzato, significherebbe sancire il fallimento di una strategia. E, qualora fossero questi i rapporti di forza dopo le europee del 25 maggio, c’è da chiedersi se l’asse reggerebbe; e che fine farebbero le riforme.
Per il momento, la preoccupazione principale è la sopravvivenza. E lo strumento per garantirsela è un’incursione quotidiana ora sul fronte europeo, ora su quello della magistratura.
L’importante è dimostrare che il leader c’è ancora, nonostante tutto, e fa parlare di sé, comunque: anche solo per ricevere le parole sprezzanti del cancelliere tedesco Angela Merkel o del Esplora il significato del termine: ricevere le parole sprezzanti del cancelliere tedesco Angela Merkel o del candidato del Ppe alla presidenza della Commissione, Jean-Claude Junker. Il Berlusconi che accusa i socialdemocratici di speculare sulle sue parole, cerca di rinverdire vecchie polemiche.
Deve farlo per imporre un’agenda polemica, più che sgualcita, piuttosto scolorita; e per alimentare il mito della rimonta, che questa volta fatica di più a prendere corpo. I toni esasperati contro il Quirinale e l’Ue nascono dalla paura della concorrenza di Grillo. E lo scontro che si sta delineando con quanti chiedono la sua espulsione dal Ppe dopo le sue frasi sulla Germania, potrebbe tornargli utile: Berlusconi vittima dei campioni di un’austerità economica che le forze populiste usano come bandiera elettorale. Il problema è se gli basterà.
29 aprile 2014 | 07:17
© RIPRODUZIONE RISERVATA
http://www.corriere.it/politica/14_apri ... 5359.shtml
Il mito della rimonta per sconfiggere l’ombra del declino
Berlusconi prova a contrastare Grillo e l’astensionismo
di Massimo Franco
L’obiettivo, non proprio scontato, è la rimonta: quella che dovrebbe portare FI oltre il venti per cento e scongiurare l’umiliazione di diventare il terzo partito italiano, almeno alle elezioni europee.
Ma per ottenerlo, si ha l’impressione che Silvio Berlusconi proceda a tentoni. Sparacchiando sul capo dello Stato, Giorgio Napolitano, al quale, rivela, chiese la grazia senza ottenerla.
Attaccando il premier Matteo Renzi, e insieme dichiarando che potrebbe stare tranquillamente dentro Forza Italia, perché non ha radici comuniste.
Facendo gaffe (studiate ad arte, perché ha rubato la scena a Renzi da vecchia volpe del marketing-ndt) contro i tedeschi sullo sterminio degli ebrei, e poi gridando alla strumentalizzazione.
Insomma, il suo inizio di campagna elettorale ha toni e contenuti aggressivi quanto caotici. È come se l’ex premier stesse cercando la chiave giusta per riportare alle urne un mondo deluso dalle convulsioni e dagli errori di quello che fino a pochi anni fa era il referente dei moderati; e che, Berlusconi teme, adesso potrebbe essere risucchiato o dall’astensione, o dalle parole d’ordine anti-sistema di Beppe Grillo, o addirittura dalle promesse del Pd renziano. Comunque la si metta, per Forza Italia sarebbe un incubo.
I rischi
L’asse istituzionale con il governo Renzi è nato dall’esigenza di arginare il movimento 5 stelle e di restituire un ruolo da protagonista al capo del centrodestra: tanto più dopo le condanne che l’hanno reso incandidabile e l’affidamento ai servizi sociali. Riemergere da pochi mesi di collaborazione con un partito ridimensionato nettamente, percorso da tensioni crescenti e a rischio di essere cannibalizzato, significherebbe sancire il fallimento di una strategia. E, qualora fossero questi i rapporti di forza dopo le europee del 25 maggio, c’è da chiedersi se l’asse reggerebbe; e che fine farebbero le riforme.
Per il momento, la preoccupazione principale è la sopravvivenza. E lo strumento per garantirsela è un’incursione quotidiana ora sul fronte europeo, ora su quello della magistratura.
L’importante è dimostrare che il leader c’è ancora, nonostante tutto, e fa parlare di sé, comunque: anche solo per ricevere le parole sprezzanti del cancelliere tedesco Angela Merkel o del Esplora il significato del termine: ricevere le parole sprezzanti del cancelliere tedesco Angela Merkel o del candidato del Ppe alla presidenza della Commissione, Jean-Claude Junker. Il Berlusconi che accusa i socialdemocratici di speculare sulle sue parole, cerca di rinverdire vecchie polemiche.
Deve farlo per imporre un’agenda polemica, più che sgualcita, piuttosto scolorita; e per alimentare il mito della rimonta, che questa volta fatica di più a prendere corpo. I toni esasperati contro il Quirinale e l’Ue nascono dalla paura della concorrenza di Grillo. E lo scontro che si sta delineando con quanti chiedono la sua espulsione dal Ppe dopo le sue frasi sulla Germania, potrebbe tornargli utile: Berlusconi vittima dei campioni di un’austerità economica che le forze populiste usano come bandiera elettorale. Il problema è se gli basterà.
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Re: Berlusconi è ancora armato e pericoloso
LA NOTA
Il mito della rimonta per sconfiggere l’ombra del declino
Berlusconi prova a contrastare Grillo e l’astensionismo
di Massimo Franco
L’obiettivo, non proprio scontato, è la rimonta: quella che dovrebbe portare FI oltre il venti per cento e scongiurare l’umiliazione di diventare il terzo partito italiano, almeno alle elezioni europee.
Ma per ottenerlo, si ha l’impressione che Silvio Berlusconi proceda a tentoni. Sparacchiando sul capo dello Stato, Giorgio Napolitano, al quale, rivela, chiese la grazia senza ottenerla.
Attaccando il premier Matteo Renzi, e insieme dichiarando che potrebbe stare tranquillamente dentro Forza Italia, perché non ha radici comuniste.
Facendo gaffe (studiate ad arte, perché ha rubato la scena a Renzi da vecchia volpe del marketing-ndt) contro i tedeschi sullo sterminio degli ebrei, e poi gridando alla strumentalizzazione.
Insomma, il suo inizio di campagna elettorale ha toni e contenuti aggressivi quanto caotici. È come se l’ex premier stesse cercando la chiave giusta per riportare alle urne un mondo deluso dalle convulsioni e dagli errori di quello che fino a pochi anni fa era il referente dei moderati; e che, Berlusconi teme, adesso potrebbe essere risucchiato o dall’astensione, o dalle parole d’ordine anti-sistema di Beppe Grillo, o addirittura dalle promesse del Pd renziano. Comunque la si metta, per Forza Italia sarebbe un incubo.
I rischi
L’asse istituzionale con il governo Renzi è nato dall’esigenza di arginare il movimento 5 stelle e di restituire un ruolo da protagonista al capo del centrodestra: tanto più dopo le condanne che l’hanno reso incandidabile e l’affidamento ai servizi sociali. Riemergere da pochi mesi di collaborazione con un partito ridimensionato nettamente, percorso da tensioni crescenti e a rischio di essere cannibalizzato, significherebbe sancire il fallimento di una strategia. E, qualora fossero questi i rapporti di forza dopo le europee del 25 maggio, c’è da chiedersi se l’asse reggerebbe; e che fine farebbero le riforme.
Per il momento, la preoccupazione principale è la sopravvivenza. E lo strumento per garantirsela è un’incursione quotidiana ora sul fronte europeo, ora su quello della magistratura.
L’importante è dimostrare che il leader c’è ancora, nonostante tutto, e fa parlare di sé, comunque: anche solo per ricevere le parole sprezzanti del cancelliere tedesco Angela Merkel o del Esplora il significato del termine: ricevere le parole sprezzanti del cancelliere tedesco Angela Merkel o del candidato del Ppe alla presidenza della Commissione, Jean-Claude Junker. Il Berlusconi che accusa i socialdemocratici di speculare sulle sue parole, cerca di rinverdire vecchie polemiche.
Deve farlo per imporre un’agenda polemica, più che sgualcita, piuttosto scolorita; e per alimentare il mito della rimonta, che questa volta fatica di più a prendere corpo. I toni esasperati contro il Quirinale e l’Ue nascono dalla paura della concorrenza di Grillo. E lo scontro che si sta delineando con quanti chiedono la sua espulsione dal Ppe dopo le sue frasi sulla Germania, potrebbe tornargli utile: Berlusconi vittima dei campioni di un’austerità economica che le forze populiste usano come bandiera elettorale. Il problema è se gli basterà.
29 aprile 2014 | 07:17
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Il mito della rimonta per sconfiggere l’ombra del declino
Berlusconi prova a contrastare Grillo e l’astensionismo
di Massimo Franco
L’obiettivo, non proprio scontato, è la rimonta: quella che dovrebbe portare FI oltre il venti per cento e scongiurare l’umiliazione di diventare il terzo partito italiano, almeno alle elezioni europee.
Ma per ottenerlo, si ha l’impressione che Silvio Berlusconi proceda a tentoni. Sparacchiando sul capo dello Stato, Giorgio Napolitano, al quale, rivela, chiese la grazia senza ottenerla.
Attaccando il premier Matteo Renzi, e insieme dichiarando che potrebbe stare tranquillamente dentro Forza Italia, perché non ha radici comuniste.
Facendo gaffe (studiate ad arte, perché ha rubato la scena a Renzi da vecchia volpe del marketing-ndt) contro i tedeschi sullo sterminio degli ebrei, e poi gridando alla strumentalizzazione.
Insomma, il suo inizio di campagna elettorale ha toni e contenuti aggressivi quanto caotici. È come se l’ex premier stesse cercando la chiave giusta per riportare alle urne un mondo deluso dalle convulsioni e dagli errori di quello che fino a pochi anni fa era il referente dei moderati; e che, Berlusconi teme, adesso potrebbe essere risucchiato o dall’astensione, o dalle parole d’ordine anti-sistema di Beppe Grillo, o addirittura dalle promesse del Pd renziano. Comunque la si metta, per Forza Italia sarebbe un incubo.
I rischi
L’asse istituzionale con il governo Renzi è nato dall’esigenza di arginare il movimento 5 stelle e di restituire un ruolo da protagonista al capo del centrodestra: tanto più dopo le condanne che l’hanno reso incandidabile e l’affidamento ai servizi sociali. Riemergere da pochi mesi di collaborazione con un partito ridimensionato nettamente, percorso da tensioni crescenti e a rischio di essere cannibalizzato, significherebbe sancire il fallimento di una strategia. E, qualora fossero questi i rapporti di forza dopo le europee del 25 maggio, c’è da chiedersi se l’asse reggerebbe; e che fine farebbero le riforme.
Per il momento, la preoccupazione principale è la sopravvivenza. E lo strumento per garantirsela è un’incursione quotidiana ora sul fronte europeo, ora su quello della magistratura.
L’importante è dimostrare che il leader c’è ancora, nonostante tutto, e fa parlare di sé, comunque: anche solo per ricevere le parole sprezzanti del cancelliere tedesco Angela Merkel o del Esplora il significato del termine: ricevere le parole sprezzanti del cancelliere tedesco Angela Merkel o del candidato del Ppe alla presidenza della Commissione, Jean-Claude Junker. Il Berlusconi che accusa i socialdemocratici di speculare sulle sue parole, cerca di rinverdire vecchie polemiche.
Deve farlo per imporre un’agenda polemica, più che sgualcita, piuttosto scolorita; e per alimentare il mito della rimonta, che questa volta fatica di più a prendere corpo. I toni esasperati contro il Quirinale e l’Ue nascono dalla paura della concorrenza di Grillo. E lo scontro che si sta delineando con quanti chiedono la sua espulsione dal Ppe dopo le sue frasi sulla Germania, potrebbe tornargli utile: Berlusconi vittima dei campioni di un’austerità economica che le forze populiste usano come bandiera elettorale. Il problema è se gli basterà.
29 aprile 2014 | 07:17
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Re: Berlusconi è ancora armato e pericoloso
Le ultime esternazioni di Berlusconi : " sentenza su mediset Un colpo di Stato". I giudici : " Valuteremo le sue parole".
Non so cosa ci sia da valutare
Provoca per essere messo ai domiciliari.
Bisognerebbe metterlo in carcere, e sfidare le reazioni degli ultimissimi fedeli.
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Provoca per essere messo ai domiciliari.
Bisognerebbe metterlo in carcere, e sfidare le reazioni degli ultimissimi fedeli.
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Re: Berlusconi è ancora armato e pericoloso
Paolo Soldini sull'Unità.it
Il Ppe e l’amico imbarazzante
Perché Renzi ed il Pd non sono imbarazzati per l'amico Silvio?????
Il Ppe e l’amico imbarazzante
Perché Renzi ed il Pd non sono imbarazzati per l'amico Silvio?????
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Re: Berlusconi è ancora armato e pericoloso
Berlusconi, frasi su affidamento ai servizi sociali al vaglio dei giudici
In una intervista a Piazzapulita l'ex premier ha affermato che il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano "aveva il dovere morale di assegnarmi la grazia". E la decisione dei giudici sul processo Mediaset è stata bollata come una "sentenza politica e inventata". Vietti (Csm): "Chi pensa di far campagna elettorale utilizzando il presidente della Repubblica scherza col fuoco". L'ex premier a colloquio con vertici struttura di Cesano Boscone
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 29 aprile 2014Commenti (479)
L’avvertimento del giudici del Tribunale di Sorveglianza era stato chiaro: niente più offese ai giudici, pena il ritiro della concessione dell’affidamento ai servizi sociali. Le ultime bordate contro la pena da scontare, ovvero assistere gli anziani in una struttura di Cesano Boscone, l’ex presidente del Consiglio le ha lanciate ieri in una intervista a Piazzapulita. E ora le sue frasi e il tono saranno valutate dagli stessi giudici, che pur consapevoli della sua “pericolosità sociale”, avevano intravisto nel leader di Forza Italia, la volontà e anche la possibilità di redimersi.
Ma Silvio Berlusconi, già a pochi giorni dalla concessione della misura alternativa alla detenzione domiciliare, aveva cominciato a lanciare i soliti anatemi contro il verdetto dei magistrati. Lo aveva fatto già il 19 aprile in una intervista al Tg5 illustrando le strategie per le prossime elezioni e anche in altre occasioni. Ma le dichiarazioni di ieri, forse perché includenti anche il ruolo del capo dello Stato e forse perché hanno travalicato il confine della critica dura ma lecita e l’offesa vera e propria, sono al vaglio del Tribunale di Sorveglianza. L’ex Cavaliere sta giocando sul filo, tra il lecito (criticare una sentenza) e l’illecito (attaccare i giudici), e forse l’azzardo potrebbe costargli la libertà di cui si sente alfiere.
Il condannato anche ieri quindi ha definito “mostruosa” la sentenza della Cassazione che lo ha condannato a 4 anni per frode fiscale, pena che grazie all’indulto è diventata di un solo anno. Secondo l’ex premier il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano “aveva il dovere morale di assegnarmi la grazia”. Anche perché la decisione dei giudici sul processo Mediaset, ha sostenuto, è “sentenza politica e inventata”. Dal Colle, a parere dell’ex premier, sarebbe potuta arrivare la concessione della grazia “motu proprio“, sebbene non fosse arrivata alcuna richiesta formale da Arcore. Una grazia che a suo avviso era “dovere morale” concedere contro “una sentenza politica inventata”, a chi “è stato per più tempo responsabile del governo” italiano e “ha presieduto, unico cittadino al mondo, per tre volte il G8″.
“È una sentenza non solo mostruosa, ma anche ridicola, vedrà come tutto questo verrà a galla”, avverte l’ex premier preannunciando che il suo affidamento ai servizi sociali “sarà un boomerang per chi l’ha voluto”. Come si può, infatti, pensare di rieducarmi consegnandomi a dei servizi sociali e a dei colloqui quindicinali con assistenti sociali?”, è la domanda -provocazione lanciata in tv. Mentre lavorare con gli anziani a Cesano Boscone non comporta “alcun sacrificio”.
Nel mirino dei giudici oggi tra le tante dichiarazioni rilasciate da Berlusconi a Corrado Formigli ci sono queste frasi: “È ridicolo pensare che si possa rieducarmi consegnandomi a dei servizi sociali e a dei colloqui quindicinali con assistenti sociali”. E poi ancora che l’affidare ai servizi sociali “un signore che è stato per più tempo il responsabile del governo, unico cittadino al mondo che ha presieduto per tre volte e bene il G8″, è una cosa “ridicola non per me, ma per il Paese”.
Lo scorso 15 aprile i giudici hanno concesso l’affidamento ai servizi sociali reputando che la misura alternativa alla detenzione domiciliare potesse “sostenere e aiutare il soggetto nel portare a maturazione quel processo di revisione critica, di emenda, oggi in fieri”. Anche se gli stessi magistrati avevano sottolineato come il condannato fosse una persona “ancora pericolosa socialmente”. Nell’ordinanza firmata dal Presidente Pasquale Nobile de Santis e dal giudice Beatrice Crosti, si sottolineava soprattutto quanto sia “rilevante la condotta tenuta dal condannato successivamente al reato” e “la sua disponibilità ad attivarsi in termini di ‘restituzione tangibile nei confronti della società civile’”. Questa mattina un altro affondo sul verdetto del 1° agosto scorso, “Sentenza golpe”, e su Giorgio Napolitano: “Mi ricorda un film…Profondo Rosso”. Ma a questo punto i 10 milioni di euro versati all’Agenzia delle Entrate proprio per la condanna Mediaset potrebbero non bastare.
Berlusconi ormai è affidato ai servizi sociali: il giorno più probabile di inizio, dicono all’istituto Sacra Famiglia, di inizio è lunedì 5 maggio. Ieri pomeriggio, durante la riunione svoltasi all’Uepe tra il direttore generale della Sacra Famiglia Pigni e Michele Restelli (responsabile della Sacra Famiglia per i progetti con l’Uepe) è stato definito il progetto che seguirà Berlusconi che martedì alle 15 ha avuto un colloquio con i responsabili della struttura nel centro di formazione permanente della struttura.
“Chi pensa di far campagna elettorale utilizzando il presidente della Repubblica scherza col fuoco” dice il vicepresidente del Csm, Michele Vietti, rispondendo a chi gli chiede un commento sulle dichiarazioni di Berlusconi. “Napolitano è sempre stato e continua ad essere per tutti gli italiani la garanzia del corretto rispetto delle regole e dell’equilibrio tra poteri. Il mio consiglio è: scherziamo con i fanti e lasciamo stare i santi”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/04 ... ci/967653/
In una intervista a Piazzapulita l'ex premier ha affermato che il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano "aveva il dovere morale di assegnarmi la grazia". E la decisione dei giudici sul processo Mediaset è stata bollata come una "sentenza politica e inventata". Vietti (Csm): "Chi pensa di far campagna elettorale utilizzando il presidente della Repubblica scherza col fuoco". L'ex premier a colloquio con vertici struttura di Cesano Boscone
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 29 aprile 2014Commenti (479)
L’avvertimento del giudici del Tribunale di Sorveglianza era stato chiaro: niente più offese ai giudici, pena il ritiro della concessione dell’affidamento ai servizi sociali. Le ultime bordate contro la pena da scontare, ovvero assistere gli anziani in una struttura di Cesano Boscone, l’ex presidente del Consiglio le ha lanciate ieri in una intervista a Piazzapulita. E ora le sue frasi e il tono saranno valutate dagli stessi giudici, che pur consapevoli della sua “pericolosità sociale”, avevano intravisto nel leader di Forza Italia, la volontà e anche la possibilità di redimersi.
Ma Silvio Berlusconi, già a pochi giorni dalla concessione della misura alternativa alla detenzione domiciliare, aveva cominciato a lanciare i soliti anatemi contro il verdetto dei magistrati. Lo aveva fatto già il 19 aprile in una intervista al Tg5 illustrando le strategie per le prossime elezioni e anche in altre occasioni. Ma le dichiarazioni di ieri, forse perché includenti anche il ruolo del capo dello Stato e forse perché hanno travalicato il confine della critica dura ma lecita e l’offesa vera e propria, sono al vaglio del Tribunale di Sorveglianza. L’ex Cavaliere sta giocando sul filo, tra il lecito (criticare una sentenza) e l’illecito (attaccare i giudici), e forse l’azzardo potrebbe costargli la libertà di cui si sente alfiere.
Il condannato anche ieri quindi ha definito “mostruosa” la sentenza della Cassazione che lo ha condannato a 4 anni per frode fiscale, pena che grazie all’indulto è diventata di un solo anno. Secondo l’ex premier il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano “aveva il dovere morale di assegnarmi la grazia”. Anche perché la decisione dei giudici sul processo Mediaset, ha sostenuto, è “sentenza politica e inventata”. Dal Colle, a parere dell’ex premier, sarebbe potuta arrivare la concessione della grazia “motu proprio“, sebbene non fosse arrivata alcuna richiesta formale da Arcore. Una grazia che a suo avviso era “dovere morale” concedere contro “una sentenza politica inventata”, a chi “è stato per più tempo responsabile del governo” italiano e “ha presieduto, unico cittadino al mondo, per tre volte il G8″.
“È una sentenza non solo mostruosa, ma anche ridicola, vedrà come tutto questo verrà a galla”, avverte l’ex premier preannunciando che il suo affidamento ai servizi sociali “sarà un boomerang per chi l’ha voluto”. Come si può, infatti, pensare di rieducarmi consegnandomi a dei servizi sociali e a dei colloqui quindicinali con assistenti sociali?”, è la domanda -provocazione lanciata in tv. Mentre lavorare con gli anziani a Cesano Boscone non comporta “alcun sacrificio”.
Nel mirino dei giudici oggi tra le tante dichiarazioni rilasciate da Berlusconi a Corrado Formigli ci sono queste frasi: “È ridicolo pensare che si possa rieducarmi consegnandomi a dei servizi sociali e a dei colloqui quindicinali con assistenti sociali”. E poi ancora che l’affidare ai servizi sociali “un signore che è stato per più tempo il responsabile del governo, unico cittadino al mondo che ha presieduto per tre volte e bene il G8″, è una cosa “ridicola non per me, ma per il Paese”.
Lo scorso 15 aprile i giudici hanno concesso l’affidamento ai servizi sociali reputando che la misura alternativa alla detenzione domiciliare potesse “sostenere e aiutare il soggetto nel portare a maturazione quel processo di revisione critica, di emenda, oggi in fieri”. Anche se gli stessi magistrati avevano sottolineato come il condannato fosse una persona “ancora pericolosa socialmente”. Nell’ordinanza firmata dal Presidente Pasquale Nobile de Santis e dal giudice Beatrice Crosti, si sottolineava soprattutto quanto sia “rilevante la condotta tenuta dal condannato successivamente al reato” e “la sua disponibilità ad attivarsi in termini di ‘restituzione tangibile nei confronti della società civile’”. Questa mattina un altro affondo sul verdetto del 1° agosto scorso, “Sentenza golpe”, e su Giorgio Napolitano: “Mi ricorda un film…Profondo Rosso”. Ma a questo punto i 10 milioni di euro versati all’Agenzia delle Entrate proprio per la condanna Mediaset potrebbero non bastare.
Berlusconi ormai è affidato ai servizi sociali: il giorno più probabile di inizio, dicono all’istituto Sacra Famiglia, di inizio è lunedì 5 maggio. Ieri pomeriggio, durante la riunione svoltasi all’Uepe tra il direttore generale della Sacra Famiglia Pigni e Michele Restelli (responsabile della Sacra Famiglia per i progetti con l’Uepe) è stato definito il progetto che seguirà Berlusconi che martedì alle 15 ha avuto un colloquio con i responsabili della struttura nel centro di formazione permanente della struttura.
“Chi pensa di far campagna elettorale utilizzando il presidente della Repubblica scherza col fuoco” dice il vicepresidente del Csm, Michele Vietti, rispondendo a chi gli chiede un commento sulle dichiarazioni di Berlusconi. “Napolitano è sempre stato e continua ad essere per tutti gli italiani la garanzia del corretto rispetto delle regole e dell’equilibrio tra poteri. Il mio consiglio è: scherziamo con i fanti e lasciamo stare i santi”.
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Re: Berlusconi è ancora armato e pericoloso
9 MAGGIO 2014
Cesano Boscone, l'arrivo di Berlusconi: un cenno ai reporter
L'ex premier è arrivato all'istituto Sacra Famiglia dove svolge i servizi sociali. Sceso dall'auto ha accennato un saluto ai numerosi reporter presenti
http://video.espresso.repubblica.it/tut ... /2123/2121
Cesano Boscone, l'arrivo di Berlusconi: un cenno ai reporter
L'ex premier è arrivato all'istituto Sacra Famiglia dove svolge i servizi sociali. Sceso dall'auto ha accennato un saluto ai numerosi reporter presenti
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Re: Berlusconi è ancora armato e pericoloso
https://www.youtube.com/watch?v=zkaf1SrEIH0
PRIMA DI VOTARE PD GUARDA QUI - non giudicare prima di
Ciao
Paolo11
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Re: Berlusconi è ancora armato e pericoloso
Dell’Utri sogna i servizi sociali: ‘Voglio fare come Berlusconi. Sono prigioniero politico’
Il co-fondatore di Forza Italia si augura, in caso di estradizione, di scontare la pena proprio come sta facendo l'ex Cavaliere. Parla anche di Vincenzo Speziali, il "tramite" su cui puntava Scajola per impedire o ritardare il ritorno del parlamentare condannato Matacena. Che avrebbe aiutato anche la sua "fuga"
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 11 maggio 2014Commenti (146)
Marcello Dell’Utri dal letto dell’ospedale di Beirut sogna i servizi sociali. Gli stessi a cui è stato affidato l’amico di una vita Silvio Berlusconi. E’ questo il fil rouge che unisce il destino del fondatore di Forza Italia e del suo storico leader, entrambi condannati definitivamente dalla Cassazione. Reati diversi, pene diverse. Per Dell’Utri la Suprema Corte ha confermato i sette anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa, mentre per l’ex Cavaliere sono quattro anni per evasione fiscale (di cui tre coperti dall’indulto del 2006). L’ex premier ha già iniziato il suo affidamento in prova presso l’Istituto Sacra Famiglia di Cesano Boscone. Per l’ex dirigente di Publitalia, invece, la pena è tutta da scontare. Perché Dell’Utri, definito da B. “persona perbenissimo” nonché “più colto bibliofilo italiano”, è agli arresti ospedalieri a Beirut e l’estradizione è tutt’altro che scontata. Eppure Marcello ha le idee chiare. “Sono un prigioniero politico”, spiega dalla clinica al giornalista Francesco Viviano di Repubblica, e in caso di estradizione vuole “essere affidato ai servizi sociali”. “Vorrei fare quello che fa il Presidente Berlusconi – precisa – ma io sono condannato per mafia e non posso assistere gli anziani come sta facendo lui. Posso solo assistere, se me lo permetteranno, i carcerati“. E parla anche di Vincenzo Speziali, il “tramite” su cui puntava Scajola per impedire o ritardare il ritorno del parlamentare condannato Matacena, che avrebbe aiutato anche la sua “fuga”.
Il sogno sfuma, ma Dell’Utri da Beirut non si nasconde e critica la decisione della Cassazione. “Quella di venerdì è stata una ‘sentenza politica’: una sentenza già scritta di un processo che mi ha perseguitato per oltre 20 anni soltanto perché ho fatto assumere Vittorio Mangano come stalliere nella villa di Arcore del presidente Silvio Berlusconi. Una persona per me davvero speciale anche se aveva dei precedenti penali: per me Mangano era un amico e basta”. La partenza per il Libano, poi, è stata alla luce del sole. “Sono venuto qui senza nascondermi – continua l’ex parlamentare di Forza Italia – e da quando sono a Beirut ho sempre usato il mio cellulare, che probabilmente poteva essere intercettato. Io sono partito con il mio nome e cognome, non ho usato altri mezzi”. La sua condizione attuale? Non è certo la migliore. “Io sono qui in ospedale e le posso assicurare che, come si dice a Palermo, ‘meglio il carcere che una brutta malattia‘”.
A chi gli domanda perché sarebbe fuggito proprio a Beirut e proprio a pochi giorni dalla pronuncia definitiva della Cassazione risponde che, visto che doveva curarsi, il personale medico libanese è bravissimo. “Ero un libero cittadino – puntualizza - avevo un regolare passaporto e potevo andare dove volevo. Ho scelto il Libano perché qui ci sono medici bravissimi. E sono partito in compagnia di mio figlio Marco. Non sono fuggito, come è stato scritto”. Nell’intervista parla anche dell’ex premier libanese Gemayel, candidato alle presidenziali di aprile nonché leader dei falangisti cristiano-maroniti. Gli stessi, per capirci, responsabili del massacro di Sabra e Shatila. La stampa italiana aveva riferito che Marcello Dell’Utri, al momento dell’arresto, si trovava in Libano perché inviato da Berlusconi, al quale Putin avrebbe chiesto aiuto per la campagna elettorale di Gemayel. “Io so chi è Gemayel, certo che lo conosco – prosegue l’ex senatore -, ma non l’ho mai incontrato durante la mia permanenza in Libano. Non c’era motivo: non ho avuto alcuna ‘protezione’, né ‘assistenza’, sono venuto qui da solo e basta”. L’ex senatore parla anche di Vincenzo Speziali, nipote omonimo dell’ex parlamentare calabrese di Forza Italia sposato con la nipote di Gemayel, considerato dalla Dia fra i tramiti di Claudio Scajola per impedire l’estradizione dell’ex deputato Matacena, raggiunto a Dubai da ilfattoquotidiano.it.
Speziali avrebbe avuto un ruolo anche nella fuga di Marcello Dell’Utri. “Vincenzo Speziali? Il nipote omonimo del mio ex collega di partito? – dice Dell’Utri – Certo che lo conosco, l’ho incontrato diverse volte perché voleva candidarsi nel Pdl e quindi l’ho incontrato, ma è ormai da tempo che non lo vedo e non lo sento. Non so da dove spuntino questi tabulati”. Risulta infatti che i due si siano sentiti più volte, prima e dopo il viaggio in Libano.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/05 ... co/980905/
Il co-fondatore di Forza Italia si augura, in caso di estradizione, di scontare la pena proprio come sta facendo l'ex Cavaliere. Parla anche di Vincenzo Speziali, il "tramite" su cui puntava Scajola per impedire o ritardare il ritorno del parlamentare condannato Matacena. Che avrebbe aiutato anche la sua "fuga"
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 11 maggio 2014Commenti (146)
Marcello Dell’Utri dal letto dell’ospedale di Beirut sogna i servizi sociali. Gli stessi a cui è stato affidato l’amico di una vita Silvio Berlusconi. E’ questo il fil rouge che unisce il destino del fondatore di Forza Italia e del suo storico leader, entrambi condannati definitivamente dalla Cassazione. Reati diversi, pene diverse. Per Dell’Utri la Suprema Corte ha confermato i sette anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa, mentre per l’ex Cavaliere sono quattro anni per evasione fiscale (di cui tre coperti dall’indulto del 2006). L’ex premier ha già iniziato il suo affidamento in prova presso l’Istituto Sacra Famiglia di Cesano Boscone. Per l’ex dirigente di Publitalia, invece, la pena è tutta da scontare. Perché Dell’Utri, definito da B. “persona perbenissimo” nonché “più colto bibliofilo italiano”, è agli arresti ospedalieri a Beirut e l’estradizione è tutt’altro che scontata. Eppure Marcello ha le idee chiare. “Sono un prigioniero politico”, spiega dalla clinica al giornalista Francesco Viviano di Repubblica, e in caso di estradizione vuole “essere affidato ai servizi sociali”. “Vorrei fare quello che fa il Presidente Berlusconi – precisa – ma io sono condannato per mafia e non posso assistere gli anziani come sta facendo lui. Posso solo assistere, se me lo permetteranno, i carcerati“. E parla anche di Vincenzo Speziali, il “tramite” su cui puntava Scajola per impedire o ritardare il ritorno del parlamentare condannato Matacena, che avrebbe aiutato anche la sua “fuga”.
Il sogno sfuma, ma Dell’Utri da Beirut non si nasconde e critica la decisione della Cassazione. “Quella di venerdì è stata una ‘sentenza politica’: una sentenza già scritta di un processo che mi ha perseguitato per oltre 20 anni soltanto perché ho fatto assumere Vittorio Mangano come stalliere nella villa di Arcore del presidente Silvio Berlusconi. Una persona per me davvero speciale anche se aveva dei precedenti penali: per me Mangano era un amico e basta”. La partenza per il Libano, poi, è stata alla luce del sole. “Sono venuto qui senza nascondermi – continua l’ex parlamentare di Forza Italia – e da quando sono a Beirut ho sempre usato il mio cellulare, che probabilmente poteva essere intercettato. Io sono partito con il mio nome e cognome, non ho usato altri mezzi”. La sua condizione attuale? Non è certo la migliore. “Io sono qui in ospedale e le posso assicurare che, come si dice a Palermo, ‘meglio il carcere che una brutta malattia‘”.
A chi gli domanda perché sarebbe fuggito proprio a Beirut e proprio a pochi giorni dalla pronuncia definitiva della Cassazione risponde che, visto che doveva curarsi, il personale medico libanese è bravissimo. “Ero un libero cittadino – puntualizza - avevo un regolare passaporto e potevo andare dove volevo. Ho scelto il Libano perché qui ci sono medici bravissimi. E sono partito in compagnia di mio figlio Marco. Non sono fuggito, come è stato scritto”. Nell’intervista parla anche dell’ex premier libanese Gemayel, candidato alle presidenziali di aprile nonché leader dei falangisti cristiano-maroniti. Gli stessi, per capirci, responsabili del massacro di Sabra e Shatila. La stampa italiana aveva riferito che Marcello Dell’Utri, al momento dell’arresto, si trovava in Libano perché inviato da Berlusconi, al quale Putin avrebbe chiesto aiuto per la campagna elettorale di Gemayel. “Io so chi è Gemayel, certo che lo conosco – prosegue l’ex senatore -, ma non l’ho mai incontrato durante la mia permanenza in Libano. Non c’era motivo: non ho avuto alcuna ‘protezione’, né ‘assistenza’, sono venuto qui da solo e basta”. L’ex senatore parla anche di Vincenzo Speziali, nipote omonimo dell’ex parlamentare calabrese di Forza Italia sposato con la nipote di Gemayel, considerato dalla Dia fra i tramiti di Claudio Scajola per impedire l’estradizione dell’ex deputato Matacena, raggiunto a Dubai da ilfattoquotidiano.it.
Speziali avrebbe avuto un ruolo anche nella fuga di Marcello Dell’Utri. “Vincenzo Speziali? Il nipote omonimo del mio ex collega di partito? – dice Dell’Utri – Certo che lo conosco, l’ho incontrato diverse volte perché voleva candidarsi nel Pdl e quindi l’ho incontrato, ma è ormai da tempo che non lo vedo e non lo sento. Non so da dove spuntino questi tabulati”. Risulta infatti che i due si siano sentiti più volte, prima e dopo il viaggio in Libano.
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Re: Berlusconi è ancora armato e pericoloso
Dell'Utri in Libano, Carlo Rossella: "Ha amici e soldi non tornerà più" (FOTO)
L'Huffington Post | Pubblicato: 11/05/2014 12:47 CEST | Aggiornato: 11/05/2014 12:49 CEST
Carlo Rossella conosce molto bene il Libano ed è un abituè di Beirut dove spesso va a trovare suoi amici piuttosto influenti. Chi meglio di lui per parlare della prigione dorata in cui si trova ora Marcello Dell'Utri,: "Chiunque abbia problemi legali - racconta il presidente di Medusa a il Fatto Quotidiano - fugge a Beirut anche se chi è stato arrestato e portato nei peggiori carceri innimaginabile. Non credo - ammette - sia il caso di Dell'Utri". Infatti il fondatore di Forza Italia è stato trasferito dalla caserma all'ospedale privato di Hayat da dove attende, nella tranquillità di uno delle cliniche più prestigiosi della città, di capire quale sarà il suo destino.
Una sorte migliore rispetto ad altri che Rossella spiega così: "Bisogna avere le conoscenze giuste, stabilire i contatti che contano" E fa un esempio: "Penso - spiega - alla famiglia di Amin Gemayel, alla famiglia Hariri". Proprio le famiglie che hanno garantito al fondatore di Forza Italia protezione e sostegno: "Lui - dice ancora Rossella riferito a Dell'Utri - si è fidato di Amin Gemayel, di qusta cotè di falangisti cristiani molto ben introdotta negli ambienti conservatori italiani e anche in alcuni ambienti della destra italiana".
Vivere a Beirut, città bella e divertente, attiva culturalmente dove - così racconta Rossella - si pasteggia a champagne e si mangiano ostriche.
Dove per vivere bene ci vogliono molti soldi: "E credo - ammette l'ex direttore del Tg1 - a lui non manchino certamente".
http://www.huffingtonpost.it/2014/05/11 ... _ref=italy
L'Huffington Post | Pubblicato: 11/05/2014 12:47 CEST | Aggiornato: 11/05/2014 12:49 CEST
Carlo Rossella conosce molto bene il Libano ed è un abituè di Beirut dove spesso va a trovare suoi amici piuttosto influenti. Chi meglio di lui per parlare della prigione dorata in cui si trova ora Marcello Dell'Utri,: "Chiunque abbia problemi legali - racconta il presidente di Medusa a il Fatto Quotidiano - fugge a Beirut anche se chi è stato arrestato e portato nei peggiori carceri innimaginabile. Non credo - ammette - sia il caso di Dell'Utri". Infatti il fondatore di Forza Italia è stato trasferito dalla caserma all'ospedale privato di Hayat da dove attende, nella tranquillità di uno delle cliniche più prestigiosi della città, di capire quale sarà il suo destino.
Una sorte migliore rispetto ad altri che Rossella spiega così: "Bisogna avere le conoscenze giuste, stabilire i contatti che contano" E fa un esempio: "Penso - spiega - alla famiglia di Amin Gemayel, alla famiglia Hariri". Proprio le famiglie che hanno garantito al fondatore di Forza Italia protezione e sostegno: "Lui - dice ancora Rossella riferito a Dell'Utri - si è fidato di Amin Gemayel, di qusta cotè di falangisti cristiani molto ben introdotta negli ambienti conservatori italiani e anche in alcuni ambienti della destra italiana".
Vivere a Beirut, città bella e divertente, attiva culturalmente dove - così racconta Rossella - si pasteggia a champagne e si mangiano ostriche.
Dove per vivere bene ci vogliono molti soldi: "E credo - ammette l'ex direttore del Tg1 - a lui non manchino certamente".
http://www.huffingtonpost.it/2014/05/11 ... _ref=italy
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