TANGENTOPOLI - 2
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Re: TANGENTOPOLI - 2
http://www.youtube.com/watch?v=KkrscTra ... ploademail
Expo, Cioffi (M5S): "Siete stati dei barbari. E' per questo che siamo
Ciao
Paolo11
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Paolo11
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Re: TANGENTOPOLI - 2
http://www.beppegrillo.it/la_cosa/2014/ ... to-grillo/
Conferenza Expo: intervento di Grillo
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Paolo11
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Re: TANGENTOPOLI - 2
TG7 ore 20,00
Maltauro conferma la cupola in un interrogatorio durato 9 ore.
Maltauro conferma la cupola in un interrogatorio durato 9 ore.
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Re: TANGENTOPOLI - 2
Expo, così la cupola portava i pizzini ad Arcore e a Maroni
(EMILIO RANDACIO PIERO COLAPRICO).
14/05/2014 di triskel182
“Quei pizzini a Berlusconi e Maroni.
E il manager avvertì Paris “Stai sbagliando così finisce male”.
Dai verbali dell’indagine della procura di Milano sull’Expo spuntano i pizzini a Berlusconi e Maroni: «Andavamo ad Arcore ogni lunedì».
Gli inquirenti hanno individuato le date in cui Gianni Rodighiero, collaboratore di Gianstefano Frigerio, è andato nella villa dell’ex presidente del Consiglio.
Renzi a Milano, intanto, rilancia l’opera: «Ce la faremo, si fermano i ladri non i lavori». La pensa diversamente Grillo, che tuona: «È una rapina, bloccate tutto». Primo Greganti, in carcere, commenta: «Ci sono abituato, è tutta una bolla di sapone». Nuovi indagati nell’inchiesta su Scajola. Per Dell’Utri primo sì all’estradizione.
I contatti del faccendiere Gianstefano Frigerio, più volte condannato, con Silvio Berlusconi e con la Regione trovano ancora più credito leggendo 104 pagine, quelle con cui la procura chiede l’arresto del manager Expo Angelo Paris.
Come per il caso Ruby e per il Bunga Bunga, così per il caso Expo: ai pubblici ministeri basta incrociare i telefonini degli indagati con la cella telefonica di Arcore per avere i riscontri che servono.
In cinque date, ecco che Gianni Rodighiero, collaboratore di Frigerio, si trova ad Arcore. E, una volta, ci vanno Rodighiero e Frigerio insieme.
«Tale dato — scrivono i pubblici ministeri — conferma la veridicità dei riferimenti effettuati da Frigerio ai suoi contatti con i massimi livelli politici del partito (…) per sponsorizzare ai massimi livelli la posizione di Angelo Paris».
La ricostruzione dei fatti è limpida. Siamo a poche settimane fa. Il 28 marzo 2014 è un giorno importante per la «cupola». All’hotel Michelangelo, dove Berlusconi lancerà la campagna per le Europee, s’incontrano alle 11,35 Frigerio e Paris.
Nel frattempo (poco dopo le 11) Rodighiero è con Sergio Cattozzo, democristiano, ora Udc, beccato giovedì, al momento delle perquisizioni, con alcuni post-it, che aveva tentato di nascondere.
Non c’è riuscito, aveva segnato l’importo delle tangenti ricevute dall’imprenditore Enrico Maltauro: 590mila euro in due anni, 490 più 100), con accanto lettere dell’alfabeto, date, suddivisioni, le percentuali dello 0,3 e dello 0,5 a seconda dell’appalto. I due parlano. Cattozzo: «Tieni conto che Gianstefano (incomprensibile) aver parlato di Berlusconi e Berlusconi…».
Rodighiero: «Sì, e anzi gli ha parlato e in più gli ha anche scritto, perché l’ho visto io (inc.) andare ad Arcore. Sai che, non dico tutte le settimane, ma il lunedì e il venerdì (impreca), ci ho sempre la lettera da portare. Solo che adesso bisogna stare più abbottonati, c’è il cerchio magico di Berlusconi». I due passano dalla portineria dell’ufficio intitolato a Tommaso Moro e usato come base della cupola.
I VERBALI
SONO pertanto effettivamente emersi i seguenti dati: Rodighiero, dicono i detective, era ad Arcore il 22 novembre (venerdì), il 20 dicembre (venerdì), il 23 dicembre (lunedì), il giovedì 6 febbraio 2014 e il giovedì 27 febbraio 2014. Com’è noto, Paris il 3 febbraio 2014 aveva partecipato «a una cena ristretta presso Villa San Martino, evento collegabile a Frigerio ».
Per quanto riguarda la Regione, si sa dalle intercettazioni e dalle carte giudiziarie che Frigerio incontra una volta per caso Roberto Maroni, che dice di mandargli messaggi per sollecitare «il lavoro delle vie d’Acqua», vantandosi subito dopo per gli interventi del governatore lombardo: «Lo vedi che ho scatenato Maroni sulle vie d’acqua». Ed ecco ancora una volta Rodighiero che compare in Regione per portare questi «pizzini». È lui che il 24 marzo 2014 manda un sms a Gianluigi Frigerio, il nipote prediletto di Gianstefano, dicendo: «Sono giù in Regione», e la cella telefonica si attiva due volte nella zona di Palazzo Lombardia. Con Mario Mantovani il rapporto è ancor più stretto, Frigerio senior e junior si sono impegnati «in coincidenza con la campagna elettorale regionale del 2013», scrivono i magistrati, e «fattivo» è stato il «contributo di Frigerio Gianluigi». Risulta a Repubblica che Gianlugi sia diventato un funzionario della Regione Lombardia. Sta nella «sottounità operativa delle politiche urbane e interventi per l’attrattività e la promozione integrata del territorio». Più che di millanterie, Frigerio sembra insomma disporre di «maniglie» solide. Uno dei suoi quartieri generali è una saletta del bar del Westin Palace. È qui che Frigerio incontra il direttore generale degli acquisti di Expo, Angelo
Paris. Serve «una soluzione d’emergenza destinata a ripartire solo tra i principali appaltatori già assegnatari dei lavori da svolgere». Quindi: «Prendete le più grosse — ordina Frigerio a Paris — gli date dieci per una. Semplifica. Se è l’unica via!». Il professore chiede di esercitare pressioni anche sul commissario straordinario: «Con Sala insisti!». I diktat vengono eseguiti: il 21 febbraio Paris mette ansia a Simona Trapletti, responsabile area patrimonio Infrastrutture lombarde. Le dice che entro fine luglio devono concludersi i lavori «underground dei lotti ». Il progetto dev’essere inviato categoricamente entro il 30 aprile: «Se entro quella data non mi mandi il progetto — minaccia — lo faccio io d’ufficio ». Esattamente come da istruzione del «professore».
Ma dentro la società Expo sale la tensione, e si scatena la battaglia tra “buoni” e “cattivi”. Il 25 febbraio il direttore generale della divisione partecipanti Expo, Stefano Gatti, contatta Paris per lamentarsi proprio della lettera inviata alla Trapletti. Da alcune parole di Gatti — scrivono i pm nell’integrazione d’arresto del manager Expo — «emerge la volontà di Paris di scavalcare in qualche modo Giuseppe Sala al fine di far prevalere le sue intenzioni sulla realizzazione dei padiglioni e sulla relativa tempistica». È categorico Gatti: «Mi arrivano in mano cose che sono totalmente diverse da quello che è stato deciso… io continuo a concordare delle cose con Peppe (Sala, ndr) e poi mi arrivano delle cose da te che sono completamente diverse ». Gatti avverte Paris: «Stai entrando in un circuito di una pericolosità pazzesca che finirà con incidenti pazzeschi con i Paesi (espositori, ndr ) ». Il manager si scaglia contro il collega, accusandolo di voler «far saltare in aria l’intero progetto». I rimproveri proseguono con quella che Gatti considera l’anomalia della gestione del padiglione cinese: «Paese a cui viene lasciato un eccessivo margine di autonomia». «Perché — prosegue Gatti — diamo il messaggio al cinese “tana libera tutti”, se a un certo punto passa il messaggio che il cinese fa come caXXo gli pare, tutti gli altri dicono scusa, ma perché a me hai rotto i coglioni?». Non è casuale che proprio la gestione degli spazi di Pechino sia particolarmente agevole. Per i pm, infatti «rappresenta uno degli affari di massimo interesse per Primo Greganti, circostanza ben nota al Paris».
Da La Repubblica del 14/05/2014.
(EMILIO RANDACIO PIERO COLAPRICO).
14/05/2014 di triskel182
“Quei pizzini a Berlusconi e Maroni.
E il manager avvertì Paris “Stai sbagliando così finisce male”.
Dai verbali dell’indagine della procura di Milano sull’Expo spuntano i pizzini a Berlusconi e Maroni: «Andavamo ad Arcore ogni lunedì».
Gli inquirenti hanno individuato le date in cui Gianni Rodighiero, collaboratore di Gianstefano Frigerio, è andato nella villa dell’ex presidente del Consiglio.
Renzi a Milano, intanto, rilancia l’opera: «Ce la faremo, si fermano i ladri non i lavori». La pensa diversamente Grillo, che tuona: «È una rapina, bloccate tutto». Primo Greganti, in carcere, commenta: «Ci sono abituato, è tutta una bolla di sapone». Nuovi indagati nell’inchiesta su Scajola. Per Dell’Utri primo sì all’estradizione.
I contatti del faccendiere Gianstefano Frigerio, più volte condannato, con Silvio Berlusconi e con la Regione trovano ancora più credito leggendo 104 pagine, quelle con cui la procura chiede l’arresto del manager Expo Angelo Paris.
Come per il caso Ruby e per il Bunga Bunga, così per il caso Expo: ai pubblici ministeri basta incrociare i telefonini degli indagati con la cella telefonica di Arcore per avere i riscontri che servono.
In cinque date, ecco che Gianni Rodighiero, collaboratore di Frigerio, si trova ad Arcore. E, una volta, ci vanno Rodighiero e Frigerio insieme.
«Tale dato — scrivono i pubblici ministeri — conferma la veridicità dei riferimenti effettuati da Frigerio ai suoi contatti con i massimi livelli politici del partito (…) per sponsorizzare ai massimi livelli la posizione di Angelo Paris».
La ricostruzione dei fatti è limpida. Siamo a poche settimane fa. Il 28 marzo 2014 è un giorno importante per la «cupola». All’hotel Michelangelo, dove Berlusconi lancerà la campagna per le Europee, s’incontrano alle 11,35 Frigerio e Paris.
Nel frattempo (poco dopo le 11) Rodighiero è con Sergio Cattozzo, democristiano, ora Udc, beccato giovedì, al momento delle perquisizioni, con alcuni post-it, che aveva tentato di nascondere.
Non c’è riuscito, aveva segnato l’importo delle tangenti ricevute dall’imprenditore Enrico Maltauro: 590mila euro in due anni, 490 più 100), con accanto lettere dell’alfabeto, date, suddivisioni, le percentuali dello 0,3 e dello 0,5 a seconda dell’appalto. I due parlano. Cattozzo: «Tieni conto che Gianstefano (incomprensibile) aver parlato di Berlusconi e Berlusconi…».
Rodighiero: «Sì, e anzi gli ha parlato e in più gli ha anche scritto, perché l’ho visto io (inc.) andare ad Arcore. Sai che, non dico tutte le settimane, ma il lunedì e il venerdì (impreca), ci ho sempre la lettera da portare. Solo che adesso bisogna stare più abbottonati, c’è il cerchio magico di Berlusconi». I due passano dalla portineria dell’ufficio intitolato a Tommaso Moro e usato come base della cupola.
I VERBALI
SONO pertanto effettivamente emersi i seguenti dati: Rodighiero, dicono i detective, era ad Arcore il 22 novembre (venerdì), il 20 dicembre (venerdì), il 23 dicembre (lunedì), il giovedì 6 febbraio 2014 e il giovedì 27 febbraio 2014. Com’è noto, Paris il 3 febbraio 2014 aveva partecipato «a una cena ristretta presso Villa San Martino, evento collegabile a Frigerio ».
Per quanto riguarda la Regione, si sa dalle intercettazioni e dalle carte giudiziarie che Frigerio incontra una volta per caso Roberto Maroni, che dice di mandargli messaggi per sollecitare «il lavoro delle vie d’Acqua», vantandosi subito dopo per gli interventi del governatore lombardo: «Lo vedi che ho scatenato Maroni sulle vie d’acqua». Ed ecco ancora una volta Rodighiero che compare in Regione per portare questi «pizzini». È lui che il 24 marzo 2014 manda un sms a Gianluigi Frigerio, il nipote prediletto di Gianstefano, dicendo: «Sono giù in Regione», e la cella telefonica si attiva due volte nella zona di Palazzo Lombardia. Con Mario Mantovani il rapporto è ancor più stretto, Frigerio senior e junior si sono impegnati «in coincidenza con la campagna elettorale regionale del 2013», scrivono i magistrati, e «fattivo» è stato il «contributo di Frigerio Gianluigi». Risulta a Repubblica che Gianlugi sia diventato un funzionario della Regione Lombardia. Sta nella «sottounità operativa delle politiche urbane e interventi per l’attrattività e la promozione integrata del territorio». Più che di millanterie, Frigerio sembra insomma disporre di «maniglie» solide. Uno dei suoi quartieri generali è una saletta del bar del Westin Palace. È qui che Frigerio incontra il direttore generale degli acquisti di Expo, Angelo
Paris. Serve «una soluzione d’emergenza destinata a ripartire solo tra i principali appaltatori già assegnatari dei lavori da svolgere». Quindi: «Prendete le più grosse — ordina Frigerio a Paris — gli date dieci per una. Semplifica. Se è l’unica via!». Il professore chiede di esercitare pressioni anche sul commissario straordinario: «Con Sala insisti!». I diktat vengono eseguiti: il 21 febbraio Paris mette ansia a Simona Trapletti, responsabile area patrimonio Infrastrutture lombarde. Le dice che entro fine luglio devono concludersi i lavori «underground dei lotti ». Il progetto dev’essere inviato categoricamente entro il 30 aprile: «Se entro quella data non mi mandi il progetto — minaccia — lo faccio io d’ufficio ». Esattamente come da istruzione del «professore».
Ma dentro la società Expo sale la tensione, e si scatena la battaglia tra “buoni” e “cattivi”. Il 25 febbraio il direttore generale della divisione partecipanti Expo, Stefano Gatti, contatta Paris per lamentarsi proprio della lettera inviata alla Trapletti. Da alcune parole di Gatti — scrivono i pm nell’integrazione d’arresto del manager Expo — «emerge la volontà di Paris di scavalcare in qualche modo Giuseppe Sala al fine di far prevalere le sue intenzioni sulla realizzazione dei padiglioni e sulla relativa tempistica». È categorico Gatti: «Mi arrivano in mano cose che sono totalmente diverse da quello che è stato deciso… io continuo a concordare delle cose con Peppe (Sala, ndr) e poi mi arrivano delle cose da te che sono completamente diverse ». Gatti avverte Paris: «Stai entrando in un circuito di una pericolosità pazzesca che finirà con incidenti pazzeschi con i Paesi (espositori, ndr ) ». Il manager si scaglia contro il collega, accusandolo di voler «far saltare in aria l’intero progetto». I rimproveri proseguono con quella che Gatti considera l’anomalia della gestione del padiglione cinese: «Paese a cui viene lasciato un eccessivo margine di autonomia». «Perché — prosegue Gatti — diamo il messaggio al cinese “tana libera tutti”, se a un certo punto passa il messaggio che il cinese fa come caXXo gli pare, tutti gli altri dicono scusa, ma perché a me hai rotto i coglioni?». Non è casuale che proprio la gestione degli spazi di Pechino sia particolarmente agevole. Per i pm, infatti «rappresenta uno degli affari di massimo interesse per Primo Greganti, circostanza ben nota al Paris».
Da La Repubblica del 14/05/2014.
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Re: TANGENTOPOLI - 2
L’ottimismo è il sale della politica.
14/05/2014 di triskel182
“Lo stato vincerà” contro la corruzione emersa dall’inchiesta su Expo.
Perché è pronta la “task force”, per far si che si rispetti il cronoprogramma delle opere da costruire.
Nel frattempo, mentre scatta l’opera di disconoscimento da parte dei politici, di Greganti (chi?) e Frigerio (chi?), Cantone fa sapere che forse avrebbe preferito continuare a combattere i casalesi.
Perché senza delle leggi contro la corruzione (e non a favore) è difficile contrastare bustarelle e appalti pilotati.
O anche i pizzini ai politici come B., Lupi o Maroni.
Ma ora c’è la task force, dobbiamo essere ottimisti.
In Italia c’è un’emorragia di posti di lavoro (la crisi, la delocalizzazione, la stretta del credito, imprenditori furbi che scappano..)? L’ottimismo ha sfornato il decreto Poletti (approvato oggi dopo una trafila di poche settimane, e poi dicono che in Italia le leggi non si fanno), che rende più facile reiterare contratti a termine senza causale, toglie l’obbligo di assunzione alle aziende che non rispettano le regole sul personale precario.
E per i giovani senza lavoro? Oggi l’ottimismo ha tirato fuori dal cilindro un nuovo spot: per 100000 giovani è pronta una nuova opportunità “un Servizio Civile Nazionale universale”, per la “difesa della patria”. Titoloni che anticipano (come per la pubblica amministrazione e il Senato) la riforma del terzo settore.
Sperando che questa non nasconda la privatizzazione (a gratis o quasi) del welfare pubblico.
Fino a quando durerà questo ottimismo? Riuscirà Renzi a tenere botta fino alle elezioni europee?
Ieri sera a Ballarò, Renzi non sembrava tanto tranquillo ..
Da unoenessuno.blogspot.it
14/05/2014 di triskel182
“Lo stato vincerà” contro la corruzione emersa dall’inchiesta su Expo.
Perché è pronta la “task force”, per far si che si rispetti il cronoprogramma delle opere da costruire.
Nel frattempo, mentre scatta l’opera di disconoscimento da parte dei politici, di Greganti (chi?) e Frigerio (chi?), Cantone fa sapere che forse avrebbe preferito continuare a combattere i casalesi.
Perché senza delle leggi contro la corruzione (e non a favore) è difficile contrastare bustarelle e appalti pilotati.
O anche i pizzini ai politici come B., Lupi o Maroni.
Ma ora c’è la task force, dobbiamo essere ottimisti.
In Italia c’è un’emorragia di posti di lavoro (la crisi, la delocalizzazione, la stretta del credito, imprenditori furbi che scappano..)? L’ottimismo ha sfornato il decreto Poletti (approvato oggi dopo una trafila di poche settimane, e poi dicono che in Italia le leggi non si fanno), che rende più facile reiterare contratti a termine senza causale, toglie l’obbligo di assunzione alle aziende che non rispettano le regole sul personale precario.
E per i giovani senza lavoro? Oggi l’ottimismo ha tirato fuori dal cilindro un nuovo spot: per 100000 giovani è pronta una nuova opportunità “un Servizio Civile Nazionale universale”, per la “difesa della patria”. Titoloni che anticipano (come per la pubblica amministrazione e il Senato) la riforma del terzo settore.
Sperando che questa non nasconda la privatizzazione (a gratis o quasi) del welfare pubblico.
Fino a quando durerà questo ottimismo? Riuscirà Renzi a tenere botta fino alle elezioni europee?
Ieri sera a Ballarò, Renzi non sembrava tanto tranquillo ..
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Re: TANGENTOPOLI - 2
Expo, perché è peggio di Tangentopoli
di Gianni Barbacetto | 15 maggio 2014Commenti (48)
“Lui è un vecchio comunista, io un vecchio democristiano. Quindi sappiamo come si parla… tra noi, no?”. Il “vecchio democristiano” è Gianstefano Frigerio, (ri) arrestato per l’indagine Expo. Il “vecchio comunista” è Claudio Levorato, grande capo della cooperativa rossa Manutencoop.
Dopo gli arresti dei sette uomini d’oro degli appalti, è difficile negare i fatti e sostenere che non è successo niente. È sotto gli occhi di tutti la girandola di manovre, pressioni, spinte, promesse, corruzioni, gare truccate. La linea di difesa del sistema, allora, si attesta su un’altra trincea: “Prendevano soldi per sé, non per i partiti. Sono vecchi faccendieri che lavorano in proprio e spesso millantano rapporti che non hanno”.
Frigerio aveva anche una sua curiosa filosofia: “È colpa dei magistrati”, pontifica in un’intercettazione, “perché è vero che ci poteva essere corruzione, ma non puoi trasformare per un po’ di corruzione… non puoi distruggere tutto. Questo è il punto del problema, cioè la legalità: non è un valore, è una condizione, e quindi se tu la tratti come l’unico valore che un Paese ha, scassi tutto… L’illegalità c’è in tutto il mondo, bisogna trattarla con… normalità.
Ogni volta una crociata: così si distruggono le nostre aziende all’estero”. Dal punto di vista giudiziario, ci penseranno i magistrati a distinguere tra millanterie e verità, tra rapporti esibiti e contatti reali. Ma dal punto di vista giornalistico e politico è già abbastanza chiara la relazione tra i “mediatori” e la politica. Altrimenti, perché mai gli imprenditori e gli uomini dei partiti avrebbero dovuto dar retta a personaggi come Gianstefano Frigerio e Primo Greganti? Perché mai buttare soldi e tempo per degli inutili mediatori? Sono solo vecchi arnesi della vecchia Tangentopoli? No.
Essi sono importanti e ascoltati proprio in quanto hanno dimostrato le loro “capacità” nel sistema della Prima Repubblica. Hanno il know-how giusto per intervenire oggi. Sono quelli che possono mettere in contatto politici, manager e imprese, per chiudere il cerchio delle gare e degli appalti. E sono quelli che possono convincere i partiti, per esempio, a mettere nei posti giusti i loro amici manager “disponibili”, che poi possono truccare le gare. Niente a che fare con i partiti, dunque? Certo, oggi non c’è più il “cassiere centrale” di partito che regolava il flusso delle tangenti, vigilava sulla spartizione degli appalti e incassava il finanziamento per “i costi della politica”. In Tangentopoli, i partiti almeno ci mettevano la faccia e coinvolgevano i loro cassieri ufficiali. Oggi si nascondono ipocritamente dietro personaggi che, quando sono colti con le mani nel sacco, possono scaricare definendoli “impresentabili”, “squalificati”.
I partiti della “nuova politica” si affidano a personaggi che non sono “pirati” (che “lavorano in proprio” e attaccano ogni nave che passa per depredarla), ma “corsari”, che fanno la guerra in mare per conto del re d’Inghilterra, sotto la bandiera del teschio con le ossa incrociate, ma con la prospettiva di essere infine nominati baronetti della Corona. Frigerio e i suoi hanno rapporti con partiti, manager e imprenditori, sul lato “destro”. Greganti copre il lato “sinistro” e porta nel sistema le grandi coop rosse. Se non ci fosse la necessità di un tacito e “alto”ok politico, perché mai curare gli “equilibri” destra-sinistra? Ormai, almeno dal 2005 dei “furbetti del quartierino”, i sistemi che sono emersi dalle indagini sono tutti (sistema Sesto compreso) delle piccole o grandi bicamerali degli affari, con contropartite destra-sinistra. Più difficile, oggi, risalire ai piani alti della politica. Eppure, se a quei piani fosse stata fatta davvero pulizia, nessuno darebbe più retta ai Frigerio e ai Greganti.
Il Fatto Quotidiano, 15 maggio 2014
di Gianni Barbacetto | 15 maggio 2014Commenti (48)
“Lui è un vecchio comunista, io un vecchio democristiano. Quindi sappiamo come si parla… tra noi, no?”. Il “vecchio democristiano” è Gianstefano Frigerio, (ri) arrestato per l’indagine Expo. Il “vecchio comunista” è Claudio Levorato, grande capo della cooperativa rossa Manutencoop.
Dopo gli arresti dei sette uomini d’oro degli appalti, è difficile negare i fatti e sostenere che non è successo niente. È sotto gli occhi di tutti la girandola di manovre, pressioni, spinte, promesse, corruzioni, gare truccate. La linea di difesa del sistema, allora, si attesta su un’altra trincea: “Prendevano soldi per sé, non per i partiti. Sono vecchi faccendieri che lavorano in proprio e spesso millantano rapporti che non hanno”.
Frigerio aveva anche una sua curiosa filosofia: “È colpa dei magistrati”, pontifica in un’intercettazione, “perché è vero che ci poteva essere corruzione, ma non puoi trasformare per un po’ di corruzione… non puoi distruggere tutto. Questo è il punto del problema, cioè la legalità: non è un valore, è una condizione, e quindi se tu la tratti come l’unico valore che un Paese ha, scassi tutto… L’illegalità c’è in tutto il mondo, bisogna trattarla con… normalità.
Ogni volta una crociata: così si distruggono le nostre aziende all’estero”. Dal punto di vista giudiziario, ci penseranno i magistrati a distinguere tra millanterie e verità, tra rapporti esibiti e contatti reali. Ma dal punto di vista giornalistico e politico è già abbastanza chiara la relazione tra i “mediatori” e la politica. Altrimenti, perché mai gli imprenditori e gli uomini dei partiti avrebbero dovuto dar retta a personaggi come Gianstefano Frigerio e Primo Greganti? Perché mai buttare soldi e tempo per degli inutili mediatori? Sono solo vecchi arnesi della vecchia Tangentopoli? No.
Essi sono importanti e ascoltati proprio in quanto hanno dimostrato le loro “capacità” nel sistema della Prima Repubblica. Hanno il know-how giusto per intervenire oggi. Sono quelli che possono mettere in contatto politici, manager e imprese, per chiudere il cerchio delle gare e degli appalti. E sono quelli che possono convincere i partiti, per esempio, a mettere nei posti giusti i loro amici manager “disponibili”, che poi possono truccare le gare. Niente a che fare con i partiti, dunque? Certo, oggi non c’è più il “cassiere centrale” di partito che regolava il flusso delle tangenti, vigilava sulla spartizione degli appalti e incassava il finanziamento per “i costi della politica”. In Tangentopoli, i partiti almeno ci mettevano la faccia e coinvolgevano i loro cassieri ufficiali. Oggi si nascondono ipocritamente dietro personaggi che, quando sono colti con le mani nel sacco, possono scaricare definendoli “impresentabili”, “squalificati”.
I partiti della “nuova politica” si affidano a personaggi che non sono “pirati” (che “lavorano in proprio” e attaccano ogni nave che passa per depredarla), ma “corsari”, che fanno la guerra in mare per conto del re d’Inghilterra, sotto la bandiera del teschio con le ossa incrociate, ma con la prospettiva di essere infine nominati baronetti della Corona. Frigerio e i suoi hanno rapporti con partiti, manager e imprenditori, sul lato “destro”. Greganti copre il lato “sinistro” e porta nel sistema le grandi coop rosse. Se non ci fosse la necessità di un tacito e “alto”ok politico, perché mai curare gli “equilibri” destra-sinistra? Ormai, almeno dal 2005 dei “furbetti del quartierino”, i sistemi che sono emersi dalle indagini sono tutti (sistema Sesto compreso) delle piccole o grandi bicamerali degli affari, con contropartite destra-sinistra. Più difficile, oggi, risalire ai piani alti della politica. Eppure, se a quei piani fosse stata fatta davvero pulizia, nessuno darebbe più retta ai Frigerio e ai Greganti.
Il Fatto Quotidiano, 15 maggio 2014
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Re: TANGENTOPOLI - 2
Tangenti: non dimentichiamo gli appalti della Cittadella della Salute
di Domenico De Felice | 16 maggio 2014Commenti (3)
Non solo Expo, ma anche Cittadella della Salute nella tangentopoli degli appalti che ha portato numerosi esponenti di punta di Expo 2015 in carcere.
La sanità e la salute dei cittadini lombardi è sempre al centro di cupole che vogliono prendere parte al piatto pieno di costruzioni immobiliari e bonifica di terreni per nuovi ospedali. Ospedali che a volte vengono “inventati” da giunte che si alternano ai vertici della regione Lombardia. Ospedali inutili e lontani dal centro cittadino. Ospedali che dovrebbero sostituire strutture storiche del centro di Milano, ma che comunque vengono ristrutturate con delibere milionarie in attesa di nuove strutture. Soldi su soldi utili a spartizioni di tangenti e voti politici.
La giunta regionale lombarda ha in mano il potere della salute dei cittadini, che i cittadini stessi gli hanno concesso: prima Pdl-Lega poi Lega-Pdl in quel connubio storico che ha permesso il deterioramento del bene pubblico. Il bene vero, quello fisico. Così si intrecciano negli ultimi anni i casi Santa Rita, San Raffaele, Maugeri, Stamina e molti altri. Il Celeste continua a dire al mondo che la sanità lombarda è la migliore. Certo senza controlli nessuno se ne accorge, se non i magistrati. Certo i singoli medici la tengono a galla ma con sforzi enormi. Mentre Maroni annuncia una nuova riforma della sanità, l’ennesima nuovamente inutile, senza controlli seri ed appropriati.
Alla luce di tutto ciò mi sarei aspettato una opposizione seria, utile alla democrazia, che si mettesse di traverso contro la spartizione dei voti, contro la delinquenza organizzata, contro lo sfruttamento del bene primario: la salute. Il Movimento 5 Stelle ha preannunciato una richiesta di dimissioni per l’assessore alla Salute Mantovani chiedendone la firma di Pd e Patto Civico in quel percorso comune che poteva essere utile ai cittadini. Una proposta che poteva essere accolta. Invece no, il Pd e il Patto Civico di Ambrosoli hanno “solo avvisato” Maroni che hanno una loro mozione.
Ma per il bene pubblico non si poteva firmare la mozione già pronta? Visto che loro hanno i numeri da soli perché non la presentano subito come messaggio forte contro la nuova tangentopoli? C’è interesse politico o interesse, come dovrebbe, per i cittadini? Sarà forse che sono vicine le Europee e mai Renzi avrebbe accettato una firma comune con il M5S seppure per la protezione del bene dei cittadini? Sarà che Renzi è comunque dipendente dai voti dell’ex Presidente della regione Lombardia e degli accordi per le riforme con il Pdl e quindi occorre ubbidire? Vedremo se presenteranno la sfiducia prima, dopo le europee o mai.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/05 ... te/987338/
di Domenico De Felice | 16 maggio 2014Commenti (3)
Non solo Expo, ma anche Cittadella della Salute nella tangentopoli degli appalti che ha portato numerosi esponenti di punta di Expo 2015 in carcere.
La sanità e la salute dei cittadini lombardi è sempre al centro di cupole che vogliono prendere parte al piatto pieno di costruzioni immobiliari e bonifica di terreni per nuovi ospedali. Ospedali che a volte vengono “inventati” da giunte che si alternano ai vertici della regione Lombardia. Ospedali inutili e lontani dal centro cittadino. Ospedali che dovrebbero sostituire strutture storiche del centro di Milano, ma che comunque vengono ristrutturate con delibere milionarie in attesa di nuove strutture. Soldi su soldi utili a spartizioni di tangenti e voti politici.
La giunta regionale lombarda ha in mano il potere della salute dei cittadini, che i cittadini stessi gli hanno concesso: prima Pdl-Lega poi Lega-Pdl in quel connubio storico che ha permesso il deterioramento del bene pubblico. Il bene vero, quello fisico. Così si intrecciano negli ultimi anni i casi Santa Rita, San Raffaele, Maugeri, Stamina e molti altri. Il Celeste continua a dire al mondo che la sanità lombarda è la migliore. Certo senza controlli nessuno se ne accorge, se non i magistrati. Certo i singoli medici la tengono a galla ma con sforzi enormi. Mentre Maroni annuncia una nuova riforma della sanità, l’ennesima nuovamente inutile, senza controlli seri ed appropriati.
Alla luce di tutto ciò mi sarei aspettato una opposizione seria, utile alla democrazia, che si mettesse di traverso contro la spartizione dei voti, contro la delinquenza organizzata, contro lo sfruttamento del bene primario: la salute. Il Movimento 5 Stelle ha preannunciato una richiesta di dimissioni per l’assessore alla Salute Mantovani chiedendone la firma di Pd e Patto Civico in quel percorso comune che poteva essere utile ai cittadini. Una proposta che poteva essere accolta. Invece no, il Pd e il Patto Civico di Ambrosoli hanno “solo avvisato” Maroni che hanno una loro mozione.
Ma per il bene pubblico non si poteva firmare la mozione già pronta? Visto che loro hanno i numeri da soli perché non la presentano subito come messaggio forte contro la nuova tangentopoli? C’è interesse politico o interesse, come dovrebbe, per i cittadini? Sarà forse che sono vicine le Europee e mai Renzi avrebbe accettato una firma comune con il M5S seppure per la protezione del bene dei cittadini? Sarà che Renzi è comunque dipendente dai voti dell’ex Presidente della regione Lombardia e degli accordi per le riforme con il Pdl e quindi occorre ubbidire? Vedremo se presenteranno la sfiducia prima, dopo le europee o mai.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/05 ... te/987338/
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Re: TANGENTOPOLI - 2
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Paolo11
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Re: TANGENTOPOLI - 2
Sibilia #M5S: “Si danno 25 milioni ad EXPO2015. Leggete da dove li prendono”.
17/05/2014 di triskel182
È sconvolgente!
Stamattina mi alzo, ordine del giorno in aula DL EXPO/emergenza abitativa.
Leggo.
Pagina 72 si danno 25 milioni ad EXPO2015.
Lasciamo stare il merito.
Ovviamente a noi non fa piacere continuare a finanziare qualcosa che alimenta la criminalità organizzata piuttosto che le piccole e medie imprese.
Ma non è questo il punto.
Leggo le corpeture, ovvero dove prendono i 25 milioni di euro.
- 10 milioni di euro da un fondo istituito nel 2005 per consentire le assunzioni a tempo indeterminato, nonché la temporanea prosecuzione dei rapporti di lavoro diretti ad assicurare lo svolgimento delle attività istituzionale- 13 milioni di euro da un fondo istituito nel 2006 per fronteggiare indifferibili esigenze di servizio di particolare rilevanza, per le amministrazioni quali CORPO DI POLIZIA e VVF.
Fondo utilizzabile anche per nuove assunzioni.
- (il più vergognoso di tutti) 2 milioni da un fondo istituito presso l’INAIL a favore di tutte le vittime dell’amianto, e lavoratori che hanno contratto patologie asbesto-correlate e in caso di decesso per gli eredi.
Morale della favola il governo Renzi toglie i soldi alle forze dell’ordine, alle vittime dell’amianto e al lavoro per darlo all’EXPO 2015 e quindi probabilmente alle mafie e ndrangheta.
A me fanno schifo !
Voi fate le vostre considerazioni
Di Carlo Sibilia da imprese5stelle.org
17/05/2014 di triskel182
È sconvolgente!
Stamattina mi alzo, ordine del giorno in aula DL EXPO/emergenza abitativa.
Leggo.
Pagina 72 si danno 25 milioni ad EXPO2015.
Lasciamo stare il merito.
Ovviamente a noi non fa piacere continuare a finanziare qualcosa che alimenta la criminalità organizzata piuttosto che le piccole e medie imprese.
Ma non è questo il punto.
Leggo le corpeture, ovvero dove prendono i 25 milioni di euro.
- 10 milioni di euro da un fondo istituito nel 2005 per consentire le assunzioni a tempo indeterminato, nonché la temporanea prosecuzione dei rapporti di lavoro diretti ad assicurare lo svolgimento delle attività istituzionale- 13 milioni di euro da un fondo istituito nel 2006 per fronteggiare indifferibili esigenze di servizio di particolare rilevanza, per le amministrazioni quali CORPO DI POLIZIA e VVF.
Fondo utilizzabile anche per nuove assunzioni.
- (il più vergognoso di tutti) 2 milioni da un fondo istituito presso l’INAIL a favore di tutte le vittime dell’amianto, e lavoratori che hanno contratto patologie asbesto-correlate e in caso di decesso per gli eredi.
Morale della favola il governo Renzi toglie i soldi alle forze dell’ordine, alle vittime dell’amianto e al lavoro per darlo all’EXPO 2015 e quindi probabilmente alle mafie e ndrangheta.
A me fanno schifo !
Voi fate le vostre considerazioni
Di Carlo Sibilia da imprese5stelle.org
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